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Autore: Nimirose    22/05/2012    6 recensioni
Seguito della Longfic "Comprare un Malfoy".
A volte i maghi del passato che credevamo eroi, non sono affatto tali, ma soprattutto, la loro storia è avvolta da talmente tanta polvere che nessuno può più distinguere il vero dal falso.
così, il Clan GrangerMalfoy profetizzato da Boudicca dovrà darsi da fare, tra una gag comica e una scena di caotico flirtare, per scoprire l'eredità di antichi e crudeli maghi celtici. Ma tutto, come sempre, ruota intorno a una cosa sola. Cos'è l'amore? Ed Eltanin, l'occhio del Drago, lo scoprirà in tempo per salvare il mondo magico?
N.B.: Non si parla nè di Silente nè di Harry, NON sono loro i falsi eroi!
Dramione, maneggiare con cautela.
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Blaise/Pansy, Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Comprare la felicità'
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Quest’anno entrerà a Hogwarts anche Orion, mio fratello minore. In famiglia sono tutti preoccupati, lui sembra essere il più fragile di noi sette fratelli. Ma io so che se la caverà. E in ogni caso, ci saremo noi a fargli scudo, se avrà bisogno.
Io frequenterò il settimo anno, sarò la prima di noi sette a dove affrontare i MAGO. Almeno, a farmi compagnia, ci saranno quei gemelli scompagnati dei Potter. Certo, non credo che potrò mai contare su James o Lily per un ripasso, ma d’altro canto, non ne ho bisogno. Credo che quei due mi vedano come una sorella maggiore, qualcuno su cui contare, un po’ come se fossero un’estensione della mia famiglia. Che non è totalmente errato, come concetto, considerato che Harry Potter e Ginny Weasley, i loro genitori, sono due dei miei padrini e madrine. Ma se prendessi questo come punto di riferimento valido, temo che sarei imparentata con mezza Hogwarts, visto che la lista dei miei genitori adottivi include tutti i Weasley Senior, gli Zabini e i Nott. E i loro figli sono davvero tanti, sparpagliati nei vari dormitori.
Lily però, ogni tanto, insiste ancora nel trattarmi come la “sorella che non ha mai avuto”, parole sue. E mi perseguita per i corridoi, le aule, in sala grande. Le do retta, finché posso, ma a volte.. beh a volte mi sento molto fortunata a poterla chiudere fuori dal mio dormitorio. Già, perché io, come tutti i miei fratelli e le mie sorelle, sono di casa a Serpeverde, mentre Lily Potter, indegna figlia di suo padre, alloggia in una stanza dalle pareti rosso oro. Perché indegna? Non so, chiedete a suo fratello gemello, James, che è peggio di lei. Cuore impavido, certo, ma quei due, davvero, cervello zero. Lily è una furia, come sua madre, ma senza la sua capacità di risultare adorabile e aggraziata, cosa che getta Ginevra nel panico. James è un maniaco persecutore invece, e la faccia di Harry ogni volta che lo vede fare il cretino con una ragazza davanti a lui è di pura disperazione.
Almeno, io avrò la mia famiglia accanto. E non vedo l’ora che cominci l’anno, in modo da poter accogliere Orion tra le nostre braccia calde. Per lui sarà il primo anno, e voglio che tutto sia stupendo, ai suoi occhi. Anche le lezioni di storia della magia!
Sono spaventata e insieme felice, all’idea di questo settimo anno. Felice, perché saremo di nuovo in sette, ma spaventata, perché nelle mie ossa sento che c’è qualcosa in arrivo. Boudicca si è mostrata spesso negli ultimi giorni, e non sono sicura sia un buon segnale. Ma la felicità prevale, ed io e i miei fratelli gioiremo in quest’anno che sono sicura sarà fantastico.
Lily romperà, James mi perseguiterà, Lirael si nasconderà, e i malandrini attaccheranno con i loro scherzi. Ma io rientrerò ogni giorno tra le braccia di sei parti di me, riunendomi a loro.
Perché anche qui, nei sotterranei di Serpeverde, lontani da casa, noi del Clan Granger Malfoy, siamo una famiglia, sempre uniti e insieme.
Che poi ciascuno di noi abbia amicizie all’esterno, soprattutto nelle altre case, non conta.
Il nucleo, l’essenza, di ciò che siamo, è questo.
Siamo Granger Malfoy, un Clan, un branco, un unico essere.
E niente ci può cambiare.

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Il primo giorno di settembre, come sempre, il binario 9 e tre quarti era affollato e rumoroso. Ragazzini dagli 11 ai 17 anni erano impegnati a discutere delle loro vacanze, ridacchiando e rumoreggiando, mentre altri trascinavano pesanti bauli sul treno, o salutavano affettuosamente i genitori, prima di schizzare con aria sollevata verso gli amici.
Si formavano e si disfavano parecchi piccoli gruppi, vuoi di genitori, vuoi di studenti, che si raccoglievano in campanelli a scambiarsi i convenevoli del caso.
Ma nessun gruppo, né alcun conciliabolo di amici, poteva stare al passo con l’arrivo dell’enorme, maestosa, e soprattutto estremamente numerosa, famiglia Weasley. Quando parecchie teste rosse attraversarono il passaggio, attirando l’attenzione dei rumorosi ragazzini presenti sul binario, scoppiò il caos.
-Mamma sto bene, lasciami!-
-E mi raccomando con..-
-Sì papà! Fred..-
-Domi!-
-Cass!-
-Gin!-
-Tornate qui!-
-Luis!-
-Fred! Roxy!-
-Niente scherzi, aspettate almeno di salire sul..-
BUUUM.
-Wahwahwah! Grande, donna esplosiva!  Magica  Roxy!-
-Luis, smettila subit!-
-Piantala Domi!-
-Dove sono James e Lily?-
-Qui!-
-Playboy!-
-Brian! Il Perfetto prefetto!-
-Ehi Cass, dov’è Molly?-
-Là in fondo..-
Bum Bum. BUUM.

 
Le tre detonazioni a catena dei fuochi d’artificio a innesco ad acqua “leggermente modificati” da Roxanne Weasley, degna figlia di suo padre George, zittirono tutti, facendo risuonare nelle orecchie dell’intera famiglia uno strano cinguettio, e nient’altro.
Roxy si tolse i tappi dalle orecchie, facendo segno a Fred e Luis di fare lo stesso. Quando la imitarono, sghignazzò, guardando i genitori, gli zii e i cugini che si premevano le mani sulle orecchie.
-Roxy, sei mitica! Quando li hai inventati questi? Non ti ho visto trafficare molto quest’estate..- le disse suo fratello Fred.
-Già! Geniali! Menomale che ci hai dato i tappi però!- ridacchiò suo cugino Luis, osservando la sorella Dominique darsi dei leggeri colpetti alle piccole orecchie.
Il sorriso di Luis si spense velocemente, vedendo Lily Jean Potter scuotere ferocemente la testa, liberandosi del ronzio, e dirigersi verso di lui a passo di carica con una mazza da battitore in mano.
-Oh oh!- mormorò, seguito dai cugini.
-Luis Weasley! Che hai fatto stavolta! Brutto..- la voce di Lily diventava sempre più simile a un ringhio, e Luis indietreggiò, indicando Roxy con la mano.
-No.. No! Stavolta non è colpa mia! Lei.. loro.. fuochi.. Non io, giuro!- e cominciò a correre, inseguito da una Lily estremamente inferocita, che brandi va la mazza e lo inseguiva come fosse un bolide.

***
 
Il resto della famiglia dai capelli rossi, intanto, fece giusto in tempo a liberarsi del ronzio cinguettante, che vide avvicinarsi a loro, con aria tranquilla e serena, i Nott e gli Zabini.
Pansy corse incontro a Ginny e Fleur, mollando in mezzo alla strada il suo amato Zab, o Blaise, come i comuni mortali erano soliti chiamarlo, i tre figli, e Luna e Theo, con i gemelli.
Inchiodò a metà strada, voltandosi con aria contrita verso il gruppetto, e facendo cenno a Luna di seguirla. Quando questa l’ebbe raggiunta, però, non ci fu santo che tenesse. In un secondo furono tra le braccia delle amiche e colleghe, ridendo come sciocche, e tornando ragazzine.
-Ragazze!- strillò Pansy.
-Che bello vedorvi..- continuò Fleur.
-E non per lavoro!- terminò Luna, accompagnando la frase con un sorriso dolce.
Ginny sorrise di rimando, mentre dietro di loro, la prole delle tre disgrazie si cimentava in un’ampia gamma di smorfie di disgusto, osservando la riunione delle quattro amiche.
-E il Boss? Non è ancora arrivata?- chiese Luna, agitata come sempre, quando le si prospettava l’idea di rivedere il suo capo dopo una lunga (circa) separazione.
Il marito le arrivò alle spalle, cingendola per la vita, mentre i gemelli Lysander e Lorcan aumentavano le smorfie.
-Non ti preoccupare. Arriverà presto..- disse.
-Ma.. Theo! È un mese che non la vediamo!-
Fleur ridacchiò dell’impazienza della collega, mentre Blaise fece una smorfia, per sottolineare che capiva perfettamente l’umore della donna. Anche lui non aveva potuto vedere il suo capo, ed era lievemente agitato.
I tre pargoli Zabini, annoiati dalla lunga conversazione tra gli adulti, afferrarono per le braccia i gemelli, e li trascinarono verso i ragazzi Weasley.
Tre chiome lucenti e corvine, accompagnate da due teste bionde e ricce, si mischiarono alle sfumature rosse della folla Weasley.
-Galen!- tuonò Luis.
-Galen!- gli fece eco Fred.
-Galen!- lo spintonò Roxy.
-Ciao ragazzi..- disse lui, portandosi una mano dietro la testa, come a schermarsi dalla vivacità dei tre.
-Ma quale ciao! Li hai visti i miei fuochi, prima? Anzi li hai sentiti?- Roxy sorrise, mostrandogli la dentatura perfetta.
-No.. cioè io.. beh noi non.. oh, ciao Dominique!-
-Bonjour Galen. Sempre rumorosi, voi, eh?- disse lei, passandogli accanto. E Galen arrossì per l’imbarazzo.
Mentre Galen finiva spintonato a destra e a sinistra, preso in giro dagli amici appena reincontrati, Lirael raggiungeva Lily, salutandola piano. Stava ancora ascoltandola urlare contro gli scherzi idioti dei cugini, quando il Clan fece il suo ingresso.
Certo, i Weasley erano tanti, e i Nott e gli Zabini facevano sempre una certa impressione, sulla gente, per i loro modi raffinati, ma, il Clan, quello non lo batteva nessuna famiglia.
Erano un branco, si muovevano come un esercito, come fossero un unico essere, con la grazia di un felino.
Mentre la banchina intera, genitori e ragazzi, si zittiva, il clan Granger Malfoy fece il suo ingresso.
In testa al gruppo, Hermione Granger, la matriarca dai capelli ricci e scuri perfettamente curati, e dietro di lei, il paradiso, nei colori dell’oro pallido e dell’argento tempestoso.
Hermione , con l’orgoglio nel cuore, la schiena eretta, la testa alta e fiera, meravigliosa nel suo vestito scarlatto allacciato dietro il collo, guidava la sua famiglia, conducendo il marito Draco, scanzonato e bellissimo e i sette stupendi figli lungo la banchina.
L’effetto, come ogni anno, era sorprendente. Il silenzio calava sulla folla, gli occhi degli uomini risplendevano e le donne trattenevano il respiro.
Hermione e Draco erano la coppia del secolo, e i loro figli erano la prole del millennio.
Sette giovani ragazzi e ragazze, tutti biondi platino, tutti con occhi grigi che parevano perforarti l’anima, tutti con labbra rosse e carnose.
Parevano usciti da una rivista per modelli, anche il più piccolo, di soli undici anni.
In più, emanavano una strana aura di potere, ed erano sempre circondati da una strana varietà di animali.
Quando una fenice decise di atterrare sul braccio muscoloso di uno dei ragazzi più grandi, una delle signore sulla banchina svenne, vedendolo sorridere.
 
*
 
-Phoenix! Smettila di fare il cretino! E di ad Ankaa di rimanere lontana per ora!- sbottò la ragazza più grande, rimproverando secca il fratello. Quello, con uno sbuffo scocciato, fece librare nuovamente in aria la fenice, che svanì in una fiammata.
La ragazza si volse nuovamente verso la madre, che aveva osservato l’alterco tra il divertito e il preoccupato. A un cenno della figlia, riprese la sua marcia, ma l’incanto si era rotto, e ormai l’intera banchina aveva preso a parlare concitatamente dell’apparizione del Clan Granger Malfoy.
Hermione non fece in tempo a protestare, che si ritrovò circondata dalle quattro disgrazie più assillanti del mondo.
-Boss!-
-Boss!-
-Boss!-
-Herm!-
-Buongiorno, ragazze. Ora staccatevi, vi prego.-
Draco intanto si era allontanato dalla moglie irritata con un risolino, evitando i fulmini che le uscivano dagli occhi, per andare a raggiungere gli amici un po’ più in la.
-Ho detto staccatevi, adesso.- ripeté Hermione, fulminando Draco come meglio le riusciva, legata dall’abbraccio da piovra di Ginny.
-Sì ma ci sei mancata!- strillò Luna.
-Sì dobbiamo raccontarti un sacco di cose! E in ufficio..-cominciò Pansy, tutta presa.
Hermione agitò la mano, stroncando le sue parole sul nascere.
-Nemmeno per idea. Oggi saluto i miei figli, che partono per Hogwarts. Niente lavoro!- disse decisa.
-Ma.. –
-Mais..-
-Niente, ho detto. E ora raggiungiamo gli altri.- terminata la frase, si avviò a passo di carica verso la numerosa compagnia, addolcendo lo sguardo alla vista delle teste platinate. Raggiunse Draco, acchiappandolo per il colletto, e gli stampò un lungo bacio sulle labbra, ricambiata con passione.
-Wow. Grazie tesoro. Per cos’era questo?- chiese lui, ghignando.
-Per avermi dato questi meravigliosi ragazzi. Grazie Malfoy!- rispose lei, facendo scoppiare a ridere tutti gli adulti e i ragazzi che la sentirono.
-Beh.. Non c’è di che. Quando vuoi, davvero. Anche adesso. Qui. Ora. Fammi solo togliere i pantaloni..- cominciò lui, infervorato.
-Filtri, Draco, Filtri!- urlò l’intera compagnia.

**
 
Eltanin scosse la testa, davanti all’ennesima battuta idiota del padre. Ormai in famiglia era diventata un’abitudine quella di gridargli contro la parola “Filtri” ogni volta che diceva qualcosa di imbarazzante. Sua madre non glielo aveva mai raccontato, ma lei era convinta che ci fosse una storia parecchio interessante, dietro quell’esclamazione.
Stava ancora riflettendo sulla poca riflessività del padre, quando un ammasso di carne e capelli rosso fuoco le si gettò addosso sulla schiena.
-Eltanin! Sei arrivata! Meno male, sai quanto mi stavo scocciando con James! Come sei bella Eltanin! Eltanin cosa..-
-Buongiorno Lily- sbuffò la ragazza, rassegnata. Erano passati meno di due minuti, e la sua persecutrice numero uno l’aveva già acchiappata.
-Eltanin, buongiorno..-
-Caillean! Che bello vederti!- sospirò sollevata, nel vedere la più giovane delle ragazze Zabini avvicinarsi a lei, seguita dai gemelli. –Galen, Lirael. Ben trovati. Com’è andata l’estate?-
-E a me non lo chiedi come è andata? Eh Eltanin? Non è bello vedermi?- tentò Lily, strillando –Sei cattiva!-
Disse infine, imbronciandosi e provocando le risate dell’intero gruppo.
-Non prendertela Lil! È solo che Eltanin stava aspettando me.. Non è vero dolcezza?- chiese James, sbucando alle spalle della bionda con aria ammiccante.
-Nemmeno nei tuoi sogni, Potter. Resti sempre pervertito e scocciatore a quanto vedo.-
-Certo, Baby, solo per te.-
-E per le altre duemila ragazze della scuola!- ridacchiò Luis, aggiungendosi al gruppo, e portando con sé i gemelli, che sghignazzavano deliberatamente.
-E’ inutile, James! Con nostra sorella ti dice male! Vero Nin?- ridacchiò Pegasus, dando di gomito a Phoenix.
Eltanin si scocciò, e trainando Caillean con sé, si allontanò verso i genitori.
-Ma guarda questi! Non siamo nemmeno saliti sul treno e hanno già cominciato a comportarsi male! Oh Caillean, meno male che ci siete tu e i tuoi fratelli!- sospirò la bionda, trascinandosi dietro la ragazzina più piccola. –Dimmi, Lirael ha ancora paura di me? Pensa di evitarmi per tutto l’anno?-
La bruna sorrise, come a scusarsi per il comportamento irrazionale della sorella. –Credo di sì, Eltanin.. ma mi dici dove mi stai portando? Tra poco mi si staccherà il braccio se continui a tirare!-
-Scusa, non volevo! Pensavo solo di raggiungere mamma e Orion. Sai, con il fatto che è il primo anno anche per lui ci aspettiamo grandi pianti e tragedie.- concluse, fermandosi a osservare da pochi passi di distanza il suddetto fratello che subiva la consueta tortura matriarcale delle rassicurazioni.
-Visto?- chiese a Caillean, indicandole la scena. –Mamma ha cominciato. Orion non ne uscirà intero! Meglio che vada a salvarlo, che dici?-
-Ma no! Lascialo, se la cava da sé!- rise leggera l’altra, facendo sbuffare Eltanin.
-D’accordo, d’accordo! Sai, sono un po’ preoccupata per Rigel..Stavolta la McGranitt non la prenderà bene..-
Caillean la guardò perplessa.
-Chi è Rigel?- chiese.
-Oh. Sì. Già. Non credo che tu l’abbia mai conosciuta. È l’animale di Orion.- rispose Eltanin, sovrappensiero.
Caillean la guardò storto, arricciando il nasino delicato.
-Eltanin, se ha accettato il tuo Drago, un cavallo alato, una fenice, un lupo e un’idra, direi che non si farà grossi problemi..-
La bionda la guardò male.
-hai dimenticato la colomba. E comunque non è per questo.. è che Rigel è una pantera.- vedendo che l’altra continuava a fissarla dubbiosa, Eltanin continuò –E’ una predatrice. Non è Rastaban, che è enorme ma può rimpicciolire, e ha un suo proprio buon senso. I draghi ragionano, almeno il mio lo fa. E anche l’idra della piccola gemella. Non è nemmeno un tenero uccellino, o un animale da poter appioppare ad Hagrid con la certezza che si troverà  bene in un recinto. È un felino predatore, indipendente e cacciatore. Attacca, semplicemente. Ed è in sintonia solamente con Orion. Questo non piacerà alla McGranitt..-
Caillean rifletté per qualche minuto.
-Si, ma a questo punto ha convenuto che i vostri animali devono restarvi vicino, no? E non può escludere la pantera di Orion per questo.. sarebbe discriminante, e in più, tua madre rivolterebbe mari e monti!-
Eltanin sorrise, scompigliandole i capelli.
-Sei proprio furba per avere solo 13 anni, ragazzina!- tornò seria di colpo, riprendendo a trascinare la ragazza verso il gruppo. –La mia preoccupazione non è SE la McGranitt accetterà Rigel. È COME la accetterà.- sbuffò, lisciandosi i capelli perfetti. –Vieni, Raggiungiamo mia madre, vedo già le lacrime.-

**
 
-No! Ho detto di no!-
-Cara, sii ragionevole..-
-Non voglio essere ragionevole! È il mio bambino!-
Hermione Granger stava dando spettacolo, avvinghiata al figlio minore in partenza per Hogwarts.
-Non può andarsene! Anche lui no! Ha bisogno della sua mamma!-
-Va bene, Hermione, ha bisogno di te. Ma potrai aiutarlo a distanza, che ne dici?- tentò Draco, cercando di liberare il disgraziato figliolo dai tentacoli materni.
-No!-
-Mamma, mi soffochi così!- bisbigliò Orion, strozzato dalle forti braccia della donna.
-O per merlino! Scusami piccolo mio! Stai bene?- chiese, staccandosi e aggiustando la divisa al figlio.
-Sì mamma, a posto..-
-E allora lo vedi che hai ancora bisogno di me? Non ti lascio andare!- strillò lei tra le lacrime e i singhiozzi.
Draco si passò una mano sugli occhi, disperato. La stessa scena si era ripetuta per tutti i figli, ogni volta che prendevano l’espresso per la prima volta. Amava sua moglie e amava i suoi figli, ma a volte, aveva l’impressione che insieme, cercassero di ucciderlo con sottili tattiche psicologiche. Come lo sfiancarlo a morte. Guardò disperato verso la folla di ragazzi, cercando con lo sguardo la luce dei suoi occhi, la maggiore dei suoi figli. Quando la vide, il sollievo lo pervase.
-Nin! Ti prego dacci una mano! Altrimenti non partirete più!- la supplicò.
Lei sorrise, divertita e assieme rassegnata. Sapeva che sarebbe successo, era inevitabile. Si posizionò davanti alla madre, che la fissò con aria disperata, sempre artigliata al povero Orion.
-Mamma.-
-No!-
-Mamma, non facciamo altre scene, dai.- sbuffò allo sguardo di pura furia che la madre le rivolse. Hermione Granger era una leonessa, con i suoi figli, si sarebbe mangiata chiunque li toccasse.
-Mamma..- continuò, con voce calma –Lo sai che Orion deve partire. Però sai anche che io sarò lì a proteggerlo. Sempre.-
-Ma tu sei solo la sua sorellina!- berciò lei, singhiozzando.
-Mamma, ti giuro solennemente che scatenerò i miei fulmini e le mie tempeste addosso a chiunque osi sfiorare il tuo bambino. Arrostirò anche la preside, se necessario, promesso.- ridacchiò Eltanin cercando di staccare il ragazzo dall’abbraccio materno.
-Lo giuri?- chiese Hermione, improvvisamente seria.
-Te lo giuro, mamma.-
-Sento qualcosa di strano nell’aria, Eltanin.. Tu no?- chiese allora, asciugandosi una lacrima e facendo fuggire il figlio.
-Sì, l’ho avvertito. Ma per ora non è niente, puoi stare tranquilla. In ogni caso parlerò con la preside e terrò gli occhi aperti, va bene? Ora asciugati il viso, dai!-
Hermione rise, afferrando il fazzoletto di raso che la figlia le porgeva.
-Sono ridicola vero?-
-Ogni anno, mamma.- rispose quella.
-non so come mi puoi sopportare..-
-Perché tu ci ami così tanto, mamma.. Tanto che il tuo amore è la nostra forza, ogni giorno.-
-Oh Eltanin! Vieni qui, abbracciami, prima di partire!- Hermione strinse forte a sé la figlia, che ricambiò di buon grado.
-Ci vediamo a Natale!- le sussurrò all’orecchio –Intanto, prenditi cura dei tuoi fratelli. Conto su di te.-
-Certo mamma.-
 
***

Quando Hermione si guardò intorno, asciugandosi gli occhi per osservare i figli che caricavano i bauli sul treno, si accorse che anche Pansy aveva pianto parecchio.
Mentre la fissava divertita, quella sbottò strillando: -Cosa posso farci, quei tre mi prosciugano l’anima e quando se ne vanno si portano via anche il mio cuore!- disse, soffiandosi forte il naso.
Hermione, finalmente leggera, rise, seguita dal marito.
 
 *******************
 
I bauli erano stati caricati, gli addii ultimati, e i ragazzi si apprestavano a salire sull’espresso, tra grida di gioia e schiamazzi confusi.
Mentre, accalcandosi contro le porte scorrevoli del treno, le chiome rosse dei ragazzi Weasley si mischiavano a quelle nere e lisce degli Zabini, ai biondi ricci dei Nott e all’oro pallido dei Granger Malfoy, Eltanin strattonò Orion per la manica, tirandolo un attimo in disparte, prima di montare sul vagone.
Lui si fermò accanto a lei con un sorriso, tutti i fratelli rispettavano l’autorità della sorella maggiore, e soprattutto, tutti ne rispettavano l’opinione, quando decideva di esprimerla.
Così, Orion ascoltò.
Orion senti.-
-Dimmi, Nin.-
Eltanin sospirò, nessuno, a parte i suoi fratelli e sorelle, la chiamava in quel modo. Un’abitudine cominciata da Pegasus quando era piccolo, e ancora non sapeva parlare bene. Gli altri, dopo, si erano adeguati, e a lei non dispiaceva, finché era la sua famiglia a farlo.
-Volevo solo farti sapere che ci siamo noi, con te. Siamo una famiglia, anche a Hogwarts. se avrai bisogno, chiamaci, anzi chiama me. Accorrerò, davvero.- lo fissò negli occhi, per essere certa che avesse compreso. Aveva fatto il medesimo discorso a tutti e sei i suoi fratelli, e nessuno aveva dimostrato incertezze al riguardo.
Orion, difatti, sorrise sereno, rispondendole: -Lo so, Nin. Non ho paura.-
Eltanin sorrise in risposta e si avviò con il ragazzo verso le porte del treno, che già fischiava, guidandolo con un braccio sulle sue spalle.
 
**
 
-Nin! Nin! Qua!-
Eltanin si sentì chiamare appena mise piede sul treno, accompagnata da Orion.
Hydra faceva capolino con la testa da uno scompartimento pochi metri più avanti, agitando le braccia per farsi notare dalla sorella. Ringhiò di disappunto, quando la gemella Columba la afferrò per il colletto tirandola nuovamente dentro, e rimproverandola per i suoi modi rozzi con una vocina delicata.
La sorella maggiore rise, dirigendosi con il più piccolo vero di loro.
Sapeva chi avrebbe trovato e dove.
Nello scompartimento da cui si era sporta Hydra, tutti i suoi fratelli. In quello accanto, i tre Zabini, e parte dei Weasley, mentre nell’ultimo comparto si trovavano i malandrini, con l’eccezione dei gemelli diabolici, confinati nello scomparto Granger Malfoy, accompagnati dai Potter e dai Nott.
Nel primo settore, osservò Eltanin, Caillean, aveva già aperto un libro sulle ginocchia, e sorrideva serena, mentre Lirael osservava con aria annoiata il paesaggio che già scorreva fuori dal finestrino e Cassandra e Dominique discutevano animatamente sulle proprietà dei cosmetici babbani, interrogando Ginevra, e talvolta Molly, sugli ingredienti in essi contenuti. Galen guardava Dominique con aria afflitta, perennemente ignorato, ed ignorando i tentativi di Brian di instaurare una conversazione intelligente.
Accanto a loro, Luis, Roxy e Fred, già cercavano di coinvolgere James nell’ennesima loro marachella, mentre Lily protestava gridando ai quattro venti il suo disappunto e i due, piccoli Nott, cercavano di farsi ancora più piccoli.
Eltanin alzò un sopracciglio, perfetta imitazione di sua madre, e si diresse con Orion verso la direzione indicatale da Hydra.
Aprì la porta e ondeggiando si diresse verso il posto che i fratelli le avevano lasciato libero, accanto al finestrino. Fece accomodare Orion accanto a lei, onore che spettava ogni anno al fratello o alla sorella che iniziava la scuola.
Osservò i suoi familiari, seduti come sempre attorno a lei, sorridenti, in attesa di una sua parola. Ogni loro movimento, ogni loro atteggiamento, testimoniava il loro modo di essere.
Davanti a lei, Pegasus e Phoenix, seduti vicini, sorridenti, anzi sogghignanti. Agitavano in aria la bacchetta con gesti teatrali nella sua direzione, ululando sinistramente. Portavano la divisa sempre allo stesso modo, senza giacca, anche in inverno, la camicia perfetta, stropicciata ad arte e con le maniche arrotolate fino al gomito, i primi bottoni slacciati e la cravatta allentata alla perfezione. I pantaloni erano aderenti, le scarpe senza macchia. Quei due facevano sempre strage di cuori, e non gli interessava  minimamente.
Accanto a loro, Lupus, come sempre in silenzio, un libro posato sulle ginocchia e lo sguardo lontano. La divisa era perfetta, la cravatta perfettamente allacciata e la giacca elegantemente piegata sopra il libro. Lupus non era mai in disordine, e allo stesso tempo, non eccedeva mai.
Columba e Hydra sedevano una di fronte all’altra, lanciandosi sguardi minacciosi. Al contrario di Pegasus e Phoenix, le gemelle erano sempre in lite, per i più futili motivi. Columba incrociava le braccia linde sul petto, imbronciandosi delicatamente, la divisa perfetta, appena stirata, con la gonna che le scendeva sotto il ginocchio. I suoi capelli biondi erano raccolti in un’ordinata coda di cavallo, che ondeggiava seguendo i movimenti del treno. Al contrario, Hydra, con il volto che sembrava sporco di fuliggine, come le braccia e le mani (tanto che Eltanin si chiese dove diavolo si fosse cacciata nei pochi secondi in cui si erano perse di vista) guardava la sorella gemella agitandosi sul posto e strattonando la cravatta già stropicciata, come la camicia.
Eltanin sospirò, guardandola. Con lei aveva fallito su tutta la linea per quello che riguardava la grazia.
Orion, invece, accanto a lei, sembrava venire su meglio. I vestiti erano ordinati e senza pieghe, e anche privo della cravatta, doveva attendere lo smistamento per ottenerla, sembrava un piccolo principe.
Perfetto.
Davvero perfetto.
Vai con le chiacchere d’inizio anno!
Pensò Eltanin.
 


-Allora ragazzi.-
-Buongiorno Nin!-
Risposero quelli ad una voce, facendole alzare nuovamente il sopracciglio, questa volta con irritazione.
Phoenix ridacchiò.
-Ridi poco, gemello diabolico!- lo rimproverò lei. –Avete ancora intenzione di distruggere la scuola, quest’anno, tu e quell’altro a fianco a te?-
I due sghignazzarono, e annuirono, rivolgendole un sorriso convinto.
-Non pensateci nemmeno! Quest’anno non ho intenzione di spiegare ANCORA alle mie amiche perché i miei fratelli sono la peggiore sciagura mai abbattutasi su Hogwarts!- sbottò Columba, lasciando perdere per un attimo la lite con la sorella.
-Concordo.- sussurrò Lupus, lisciando la giacca.
-Anche io, per una volta.- aggiunse Hydra, guardandoli di traverso.
-Ma daaai!- Esclamarono in coro i gemelli, con un sorriso a trentadue denti. –Non siamo una sciagura! Siamo divertenti! E poi Rox ha già..-
-Alt!- li fermò Eltanin ridendo –Non state esagerando? Non ci siamo ancora a scuola!-
-Già, ma portarsi avanti è sempre un’ottima cosa!- disse Pegasus.
-Mai rimanere indietro con il lavoro!- insistette Phoenix. –Indovina chi ce lo ha insegnato?- chiese poi, ridacchiando.
-Scommetto che non ti riferivi proprio a questo, eh Nin?- domandò spavaldo Orion.
La maggiore si passò una mano sugli occhi, in un’ottima imitazione del padre, e scosse la testa.
-Orion, prometti che non seguirai mai e poi mai la strada della perdizione imboccata da queste due carogne!- pronunciò in tono solenne, con il viso atteggiato a una maschera di dolore.
Orion si adattò alla serietà della sorella, e alzando la mano destra, e portandosi la sinistra al cuore, disse in tono altrettanto drammatico: -Lo giuro!-
E l’intero scompartimento scoppiò a ridere.
-Va bene, va bene, ci arrendiamo! Siamo dei pessimi esempi! D’accordo?- sghignazzò Pegasus.
-Non v’era dubbio alcuno, mio Lord.- rispose Eltanin in tono compito, facendo di nuovo scoppiare tutti a ridere.
-E a proposito di cattivi esempi, avete già ricevuto gli inviti al Lumaclub?- chiese Eltanin –giuro, Lumacorno è un gran professore, ma dovrebbe piantarla con queste sciocchezze dei ritrovi per “celebrità”.-
-Quello che vuoi dire, Nin, è che dovrebbe piantarla di tallonare te, per i suoi ritrovi per “celebrità”!- ridacchiò Hydra.
Eltanin fece una smorfia, e scacciò il pensiero con un gesto della mano.
-Zitta simpaticona, che se non mi sbaglio vuole anche te! E pure tutti voi!- ribatté, indicando uno per uno i fratelli.
-Sì ma che noia! Cosa vuole da noi poi!- rispose Columba.
-E’ ovvio, no? Siamo i figli del mago e della strega più ricchi e potenti del mondo magico. Eltanin ha poteri straordinari, e ciascuno di noi, singolarmente, possiede doti molto particolari. Lumacorno è un collezionista, e ci vuole tutti, come farfalle infilzate da spilli.- disse Lupus.
Eltanin lo guardò con gli occhi sgranati. Era davvero raro che il ragazzo parlasse così a lungo davanti a tutti loro, certo, si confidava, ma mai di fronte alla fratellanza intera.
-Eh?- chiese stupita Hydra, sconcertata dal fiume di parole del fratello.
-Ma sì, l’unica cosa che Lumacorno aspetta, è che Eltanin faccia danzare i fulmini a una sua festa, Phoenix faccia comparire e scomparire Ankaa, Columba parli con un canarino e via dicendo. Merlino, sarebbe il suo passaporto per il ministero, in un impiego in cui il suo unico lavoro sarebbe sorridere!- si fermò, per riflettere qualche secondo. –Mi chiedo se forse quest’anno non dovremmo partecipare, un paio di volte. Potrebbe venire utile anche a noi..-
-Lupus..- mormorò stupefatta Eltanin, per poi riprendersi in fretta sotto il suo sguardo indagatore e balbettare una risposta adeguata. –Si.. sì.. cioè, potrebbe essere un’idea, cioè, credo sia il caso di discuterne quando arriverà l’invito per il primo party, no?- e sorrise per mascherare la confusione.
Gli altri annuirono meccanicamente, ancora meravigliati. Ma tutti sapevano che se Lupus parlava, allora quello che diceva era da tenere in considerazione, così si annotarono mentalmente di accettare le proposte future di Lumacorno.
Poiché il silenzio era calato sullo scompartimento, Eltanin pensò bene di interromperlo introducendo un nuovo argomento.
-Voi avete qualche idea su chi sarà il nuovo professore di Difesa? E gli altri? È cambiato qualcuno?-
-La McGranitt c’è di sicuro, chi la smuove, quella!- ridacchiò Pegasus.
-E la Coooman non sono ancora riusciti a cacciarla, ma quest’anno è tornato anche Fiorenzo, alleluja!- aggiunse Phoenix.
-Vector, per aritmanzia. Ruf, storia della magia. Pozioni, ovviamente Lumacorno. Cura delle creature magiche, Hagrid ma anche la Caporal, se le dividono.- Columba tirò un bel respiro. -Babbanologia, Seamus Finnigan. Era compagno di mamma e papà, sapete? Comincia quest’anno. Astronomia, ancora non si sa.. è cambiato. Ma io punto su Fiorenzo, era bravo! Antiche Rune, sempre la Babbling. Per Erbologia la Sprite, al solito, e Incantesimi sempre Vitious. Resta in sospeso proprio Difesa, credo che non lo sappia nemmeno la McGranitt!- terminò, in un risolino.
Hydra, grugnì –Ma come diavolo fai a sapere tutte queste cose??-
-Le chiedo a mamma e papà, ovvio!-
-Beh, io sono piuttosto curiosa di sapere chi sarà il nostro insegnante di difesa!- esclamò Eltanin allegra.
Orion rise. –Dì piuttosto che sei piuttosto curiosa di misurarti con lui o lei che sia! Da quello che mi hanno raccontato, per te è la sfida dell’anno!-
-Beh, si.. anche quello!- replicò lei, facendogli la linguaccia, e facendo ridere tutti.
-Dillo che ti diverti a umiliarli Nin!- rincarò la dose.
-Oh non saprei.. forse un pochino..- sorrise la ragazza. –Ora vieni qui, piccolo insolente e chiudi quella boccaccia da rana!- gridò, tirando il fratello verso di sé e facendolo strillare divertito.
-Basta, basta Nin, pietà!- ride lui.
-Solo perché sei tu!- rise lei, lasciandolo andare.
Il clan dei Granger Malfoy sorrideva rilassato, mentre il paesaggio scorreva veloce al finestrino. Quando erano tra loro, quando erano insieme, avevano l’impressione che nulla al mondo potesse disturbare quell’universo felice in cui vivevano.
Eppure, quel giorno, Eltanin Narcissa Granger Malfoy, aveva un presentimento che non riusciva a spiegarsi.
-Ragazzi..-
-Dicci Nin..- la incoraggiò Phoenix, per una volta tranquillo.
-Stasera riunione, mi raccomando. Ci sono alcune cose davvero importanti di cui vorrei parlarvi. Non mancate, per nessun motivo al mondo.-
-Mai Nin. Sai che sono sacre.- rispose Pegasus.
-Certo.- confermò Columba.
-Sì- aggiunse Lupus.
-Sempre- rincarò Hydra.
-Eh?- chiese Orion.
Eltanin sorrise, il piccolo di casa ancora non era al corrente del rituale familiare che avevano inventato per dividere qualcosa anche lì a Hogwarts.
-Nulla Orion, te lo mostreremo dopo cena.-
-Ok..- fece lui, esitante.
Eltanin si crucciò per un attimo ancora.
-Un’altra cosa, ragazzi.-
-O Merlino, che c’è ora?- chiese roteando gli occhi Hydra.
-Fai la brava Hydra!- Sbottò irritata Eltanin –E’ qualcosa a cui penso da un paio di giorni.. Credo che quest’anno la McGranitt non la prenderà tanto alla leggera, con i nostri.. accompagnatori.-
Sei occhiate piene d’odio la fulminarono.
-Cosa vorresti dire?- le ringhiò contro Pegasus.
-Non starai parlando dei nostri animali, vero?- ruggì Hydra.
Eltanin fece un gesto imperioso, a fermare qualsiasi protesta.
-Calmatevi. Sì, sto proprio parlando dei nostri animali. E non sto dicendo che dovremo rimandarli a casa.- le fronti corrugate di sei ragazzi preoccupati si distesero. –Ma che quest’anno dovremo agire diversamente dal solito.-
Eltanin si crucciò, rivolgendo lo sguardo ai gemelli.
-Mi spiace ragazzi, ma quest’anno Ankaa e Markab non se ne potranno più svolazzare per i corridoi della scuola. Poniamo dei limiti, per quanto possibile!-
I due la guardarono malissimo.
-Ma.. ma Ankaa è una fenice! Lei fa quello che le pare, mica glielo dico io dove svolazzare!- intervenne Phoenix.
-No, ma puoi gentilmente suggerirle di non comparire in classe in una fiammata di fuoco bruciando i compiti di metà scolaresca. Sono certa che non le dispiacerà. D’altro canto non ama gli spazi chiusi. E se vuoi tenere il trespolo in camera, prego! Ma non terrorizzare nessuno! Sono stata chiara?- chiese, guardandolo con cipiglio severo.
-Cristallina.- rispose lui, di mala voglia.
-E Markab? Lui mica vola! Cioè vola, ma è un po’ più ingombrante di una fenice! E non brucia nulla, giuro, Nin, non fa male a nessuno!-
-E un cavallo volante, Pegasus. L’anno scorso ha morso due studenti, perché credeva fossero mele, si è divorato i miei compiti in classe, così come i libri di parecchi ragazzi di Serpeverde. Deve stare fuori dalla scuola, ci sono meravigliosi cortili all’esterno!- lo sgridò Eltanin.
-Ma Nin..-
-Niente Ma! Non riscriverò pergamene e pergamene di compito solo perché Makarb ha deciso che gli piace il sapore di quello che scrivo. Farai come ho detto. Ovviamente, Lupus, parlo anche per te. So che da molti meno problemi degli altri ma.. è comunque un lupo! Ti supplico, non lasciarlo più andare in giro da solo. Spaventa la gente. E non farlo mangiare davanti ad altri, almeno non la carne cruda, terrorizziamo le persone, così. E la McGranitt soprattutto. Capito?-
-Sì. Credo tu abbia ragione, Nin.-
-Grazie al cielo, qualcuno di buon senso!- esclamò la ragazza. –Ora. Columba, con te andiamo abbastanza sul sicuro. Phact è un uccellino tanto caro, una colombella adorabile, almeno quando non decide che qualcuno gli sta antipatico e lo bersaglia con la sua.. ehm. Beh diciamo che lo bersaglia. Evita questi episodi, e andrà bene, visto il suo bersaglio preferito è la nostra amata preside, d’accordo?-
Columba annuì, arrossendo.
-Hydra.- sospirò Eltanin. –Con Sherasiph potrebbe essere più complesso, vero? Direi che ha il tuo stesso carattere. L’anno scorso si è mangiata tre studenti di Grifondoro, solo perché a te stavano antipatici!- disse, guardandola con estrema severità, mentre i gemelli ridacchiavano. –Ok, non dico che se si mangiasse Lily non mi farebbe piacere, ma poi, farglieli risputare è un incubo! Davvero, Hydra! Sinceramente credo non sarebbe una pessima idea affidarla alle cure di Hagrid, almeno per un po’. Magari solo mentre sei a lezione, o durante il giorno.-
-Ma..-
-Ma un par di puffole, Hydra! Non la controlli, e lo sai. Non ti chiedo di separartene per sempre, solo di affidarla alle cure di Hagrid, o della Caporal, se preferisci, per un po’, così la McGranitt si addolcirà. D’accordo?-
-Va bene..- rispose la piccola, con le lacrime agli occhi.
-Orion, parliamo di Rigel.- riprese Eltanin. Sapeva che stava affrontando un argomento spinoso, e sapeva di aver imposto regole spiacevolissime a tutti i suoi fratelli. Ma non vedeva proprio come fare in altro modo, quest’anno. –Allora, tesoro, capisci che Rigel non è esattamente un gattino, vero?- chiese con la speranza che il ragazzo si mostrasse ragionevole.
-Certo. Ma insieme abbiamo imparato a mutarlo.- sorrise lui.
Eltanin sgranò gli occhi.
-Cosa??-
-Ma sì, quello che fai tu con Rastaban. Se lui da Drago diventa serpente, Rigel da pantera diventa un gatto. Però è difficile, non posso farlo sempre ne mantenere quell’aspetto a lungo. Anche perché i suoi istinti si risvegliano comunque.- rifletté ad alta voce.
-Ma è perfetto, Orion!- esclamò Eltanin. –Non deve esserlo sempre, deve solo dimostrare alla preside che può restare sotto controllo!- disse abbracciandolo. –Rastaban può rimanere serpente a lungo e al contempo restare cosciente di sé stesso perché è parte delle sue caratteristiche di Drago. Ma riuscirci, anche per pochi momenti, con la tua pantera, è magnifico! Sono fiera di te!- la ragazza strinse forte il fratellino, pensando che iniziava proprio bene, come anno.
-Ma che cavolo! Perché lui sì e noi no? Anche noi vogliamo un abbraccio!- protestò un gemello.
-Lui se lo merita, voi, invece, e intendo voi due specificatamente, meritate la lapidazione all’istante.- disse fredda Eltanin, staccandosi da Orion.
-Grazie!- dissero in coro i due.


**
 
-Eltanin!!!-
Una testa rossa sbucò nello scompartimento, facendo voltare tutto il clan.
-Lily.- sospirò rassegnata quella.
-Sbrigati, sbrigati! Tra poco arriviamo! Oh ma tu hai già la divisa! Come vorrei essere previdente come te! Ma non hai le spille! Non eri prefetto? Credo che tu le debba indossare..che emozione, il nostro ultimo anno, dai avanti, indossa tutto, tra poco..-
-Lily! Ho capito, mi preparo. Ora esci, riunione di famiglia.- rispose secca Eltanin, sempre sorridendo.
-Oh! Ma certo, ci manca solo! Non volevo disturbarti, non sia mai! Fate una bella riunione, e mi racc..-
-Lily!-
-Ciao!-
E la testa rossa sparì, defilandosi nel proprio scompartimento.
-Wahwahwahwah! Oh Nin! Vedervi insieme è sempre stupendo!- ridacchiarono i suoi fratelli, quando la porta si fu chiusa alle spalle della Potter.
-Sì, uno spasso.- rispose lei. –Avanti, ragazzi, finiamo di prepararci, la farfallina aveva ragione, siamo quasi arrivati.-
E detto questo cominciò ad appuntarsi sul petto le varie spille. Quella da prefetto, da caposcuola, da capitano della squadra di quidditch.
In più, come tutti i suoi fratelli, la spilla che la identificava come membro del Clan Granger Malfoy: un piccolo rubino intagliato a formare una rosa, dal quale partivano le iniziali GM, il loro simbolo da sempre. Anche la Granger Malfoy Corporation aveva lo stesso emblema.
-Pronti?- chiese.
-Pronti.- risposero sei voci in coro.
 
***************
 
Come ogni anno, la vista di Hogwarts, appena uscita dal treno, la lasciava senza fiato.
Il lago, il castello, il tramonto.
E come ogni anno, mancava solo una cosa.
Quando tutta la famiglia fu scesa, e i Weasley, gli Zabini e i Nott con loro, Phoenix le diede di gomito.
-Allora Nin? Anche quest’anno?-
-Sempre, Phoenix, sempre.- sospirò. –Venite qui, faccio in modo che arriviate asciutti.-
Passò la mano sopra la testa di ciascuno di loro, fratello, Weasley, Zabini o Nott che fosse.
-Perché Nin?- chiese Orion. –Il cielo è sereno..- e si interruppe subito. Se il cielo era sereno ma sua sorella li rendeva “impermeabili”, allora qualcosa stava per succedere.
Mentre il Clan faceva cerchio intorno a lei, per darle spazio e, soprattutto, per guardarla bene, Eltanin si posizionò comoda, in piedi, al centro. Le braccia spalancate, pian piano venivano portate verso l’alto. Il suo sorriso, prima spento, si apriva sempre più, mentre lei avvertiva l’elettricità crescere nell’aria.
Avrebbe potuto chiamare la pioggia schioccando le dita, ma in quel modo, si sarebbe persa parte del divertimento.
Voleva sentire l’elettricità dei lampi attraversare il suo corpo, i fulmini giocare sulle sue mani, tra le sue dita. Voleva vederne la luce azzurrina brillare attorno a sé. Voleva sentire le prime gocce di pioggia scivolarle sul viso, dapprima lente, fino a diventare un torrente d’acqua. Voleva assaporare il venticello leggero trasformarsi in una bufera, avvolgerla e scaldarla, per poi correre via, verso le nuvole. Voleva ascoltare i tuoni lontani farsi vicini e amarla, amarla tanto da annunciarle l’arrivo della sua tempesta.
Eltanin amava la tempesta, e amava scatenarla.
Soprattutto il primo giorno di scuola, prima di accedere al castello.
I suoi fratelli ridevano, intorno a lei, mentre i fulmini cadevano e si schiantavano a pochi centimetri da lei e da loro, sicuri e in salvo, perché nessun fenomeno atmosferico avrebbe mai nuociuto loro, quando Eltanin poteva controllarli tutti.
I suoi fratelli ridevano, girando di corsa intorno a lei, con le teste rovesciate, ed Eltanin rideva anch’essa, esaltata, emozionata, satura di potere.
-Rastaban!- gridò.
E all’improvviso, quando un lampo squarciò il cielo, un enorme drago nero apparve sopra di lei, che tendeva le braccia, come ad accoglierlo.
-Rastaban! Mio Rastaban, adorato! Ogni tuono, ogni fulmine, ogni singola goccia di pioggia.. è tutto per noi! Rastaban vieni da me!- gridò, in estasi.
Il drago si volse, fiondandosi in picchiata verso Eltanin, che rideva felice.
Gli altri alunni, quelli del primo anno almeno, i quali non avevano mai visto una scena simile con la manifestazione dei poteri della ragazza, rabbrividirono terrorizzati, mentre gli altri rimasero a fissare la scena affascinati, sapendo bene come si sarebbe svolta, eppure comunque appassionati dalla cosa.
Rastaban stava ancora scendendo a tutta velocità verso Eltanin, che aveva alzato un braccio come a volerlo accogliere. La tempesta si scatenava, dando il suo meglio in fulmini, vento e tuoni, quando infine, il drago fu a pochi millimetri dalla mano della ragazza, e agli occhi di tutti, parve scomparire, mentre lei tirava giù di scatto il braccio.
Ricolma di felicità, potere, ed estasi, Eltanin alzò nuovamente il braccio, ridendo e mostrando alla folla un lungo serpente nero attorcigliato lungo l’arto, che alzò il capo spalancando le fauci, prima di spostarsi più comodamente sulle spalle della padroncina, avvolgendosi solo in parte alle sue braccia.
Ai fianchi dei fratelli che la circondavano, intanto, erano apparsi una fenice di fiamme, un cavallo alato di un intenso blu, un lupo dalla pelliccia bianca, una colomba dalla voce incantevole, un mostro leggendario chiamato Idra, e una pantera dalla pelliccia più scura della notte.
La maggiore del Clan prese il fratello minore per mano, portandolo al centro del cerchio con lei.
-Orion.- sospirò, sorridendo. –Qui, dobbiamo separarci, per qualche momento. Hagrid ti guiderà, con la barca, noi ti aspetteremo al castello, in sala grande. Il Clan ti ama, Orion, qualsiasi sia la strada che sceglierai, ricordalo, piccolo.-
I fulmini e i tuoni incoronavano la ragazza, mentre baciava il fratello e lo conduceva per mano dagli altri perché ricevesse il saluto di tutti i fratelli. La pioggia battente aprì loro un sentiero asciutto quando lo condusse per mano verso Hagrid e le barche illuminate, affidandolo a un destino più grande persino della tempesta.

 
Eltanin sorrise al mezzogigante, consegnandogli la mano di Orion.
-Mi sa proprio che non ce la facevi eh Eltanin? Ci dovevi far piovere anche quest’anno! Ma io mi sono attrezzato oggi guardaci!- disse l’uomo, indicando le barche piene di ombrelli. –Ti conosco, donna tempesta!- rise lui, poi si chinò verso il ragazzo. –E tu? Ci devi essere Orion! Quanto tempo che non ti vedo! La tua mamma mi ha detto che venivi sai? Io sono uno dei tuoi padrini, sai?- chiese, gonfiando il petto.
Eltanin represse un sorriso, mentre Orion sorrise liberamente.
-Oh, lo so signore. Mamma mi racconta spesso delle vostre avventure.- rispose, facendo diventare rosso Hagrid.
-Sì, sì.. beh.. Ora è meglio che ci muoviamo.. ecco, sì. Andiamo, ecco.- si rivolse alla folla di ragazzini dietro di lui. –Primo anno! Con me! Alle barche!- strillò. –Ciao Eltanin, ci vediamo dentro!- le disse, facendole l’occhiolino.
-Certo, professore.- rispose lei, avviandosi verso le carrozze.
 
**** 

Il viaggio in carrozza fu velocissimo, ed anche asciutto, grazie alla magia di Eltanin, ed al contrario degli altri studenti, in gran parte imbronciati per la tempesta.
Certo, avevano apprezzato l’incantesimo di Eltanin, ma non particolarmente le conseguenze. Quelle erano, come dire.. bagnate.
Arrivati al castello, anche i membri del clan si divisero. Ciascuno voleva recuperare le proprie amicizie, adempiere ai propri doveri, sistemare i propri animali.
I gemelli diabolici corsero vicino a Fred, Roxy e Luis, mentre Lupus raggiungeva Caillean, per scambiarsi i libri. Hydra e Columba, invece, corsero subito verso Lorcan e Lysander, che arrossirono solo a vederle, mormorando un ciao in contemporanea. Eltanin, invece, si allontanò per comportarsi, come il protocollo voleva, come prefetto e caposcuola, almeno il primo giorno.
Anche entrati in sala grande, i sei fratelli non fecero molto caso l’uno all’altro, e rimasero divisi così com’erano, in posizioni strategiche per comunicare con gli amici alle tavolate delle altre case.
Solo, prestavano continua attenzione alle porte d’ingresso, in ansia per l’inizio dello smistamento.


 
Finalmente, la McGranitt fece entrare i nuovi alunni, una massa di ragazzini undicenni ansiosi e agitati, che non riuscivano a stare fermi. Anche in quel parapiglia. Eltanin poteva riconoscere il fratello, Orion era calmo come sempre, sereno e sorridente, quasi pacifico. Gli occhi di tutto il Clan erano puntati su di lui, erano tutti curiosi.
Gazza entrò quindi con uno sgabello a tre gambe, dove adagiò il famoso e noto capello a cono, sempre più sdrucito. Un taglio di aprì lungo di esso, e la familiare voce intonò la filastrocca di benvenuto a vantaggio dei nuovi arrivati.
 
Cari alunni, cari alunne, professori di questa scuola ammirata,
un anno difficile alle porte nostre ancora si presenta,
ancora una volta, ascoltate questa mia supplica accorata,
Credete a questa mia filastrocca, che nuovamente si fa attenta!
Quest’anno ricordate quel che dico
Uniti restate e sempre credete
Nelle profezie, nel valore di un amico
Nella conoscenza, nella tempesta, nelle ore liete,
In fratelli e sorelle, del sangue il legame
Riconoscete sempre senza mai scordare
Che l’amore è ciò che annulla le brame.
Ma orsù’, senza più indugiare,
per voi, giovani studenti della scuola, le quattro case,
quale sarà la giusta collocazione, per voi, la giusta base?
Grifondoro, forse, di rosso ed oro dipinta,
arditi e coraggiosi di cuore vi hanno trovato posto,
è la casa dove l’impulsività è in avanti sospinta,
e l’onore coll’orgoglio alla chiamata han risposto.
O forse è Tassorosso la vostra casa,
amici fedeli vi troverete,
lealtà, che la pazienza sposa,
e lavorare molto è piacevole, credete.
Sarà magari Corvonero la vostra dimora?
Intelletto e acume, ragione e sapienza,
questi ragazzi son svegli, e lo han mostrato finora!
Han la risposta pronta, e piena efficienza!
Chissà, invece potrebbe essere Serpeverde, lo sai?
In questa casa sono scaltri, furbi e astuti,
Ma scoprirai gli amici più fedeli che potrai trovare mai,
l’ambizione e l’onore, qui son sempre piaciuti.
Quindi fidati di me, il tuo cappello preferito,
so io dove farti finire, senza sbagliare!
Non esitare, quando ti chiamo, io ti ho avvertito,
corri dai tuoi nuovi amici e comincia a sognare!

 
Dopo la filastrocca, lo smistamento cominciò, lasciando Eltanin un po’ impensierita dalle prime frasi del cappello parlante.
Un anno difficile..
Restare uniti e il valore del sangue, fratelli e sorelle..
Profezie..
Merda! C’avrei giurato!
Sapeva che quell’anno qualcosa sarebbe andato storto, il cappello non aveva fatto altro che confermarglielo. Ma perché si chiedeva.
Che cosa, di preciso sarebbe accaduto?
Le sue riflessioni vennero bruscamente interrotte dalla voce secca della McGranitt che scandiva il nome di suo fratello.
-Orion Granger Malfoy!-
Eltanin, come gli altri cinque fratelli e sorelle, volse di scatto la testa verso il palco, per guardare il grande momento di Orion.
Questi, sorrise alla preside, che parve sciogliersi, e procedette con grazia verso lo sgabello, dove la professoressa gli appoggiò il cappello sulla testa.
 
Un altro Granger Malfoy!
Ma quanti siete..
Che bellezza, ogni anno uno o due!
Spero che tu abbia capito quello ho detto prima Orion..
Ma mi raccomando, ricorda a tua sorella di rifletterci, stasera.
È molto importante, per tutti noi.
Ovviamente, so benissimo dove devi andare.
SERPEVERDE!
 
Strillò il cappello ad alta voce.
Come per tutto il clan, anche per Orion la destinazione era scontata.
L’intera tavolata si alzò in piedi ad applaudire, orgogliosa di avere un altro Granger Malfoy in casa.
Anche parecchi altri, da altre tavolate, applaudirono. James e Luis, dal tavolo di Grifondoro, addirittura salirono sulle panche battendo i piedi e fischiando a due dita, mentre Roxy gridava sconcezze.
Il clan, invece, si alzò delicatamente in piedi, applaudendo con grazia, mentre Eltanin, che era la maggiore, spalancava le braccia per accogliere il nuovo arrivato in un abbraccio.
Fece sedere Orion accanto a sé, onore che non era concesso molto liberamente, e più tardi, quando il banchetto fosse arrivato a tavola, l’avrebbe servito dal suo piatto.
Piccoli rituali, per far sentire importante ciascuno dei membri della famiglia.
Eltanin ne riconosceva l’importanza da quando aveva dovuto affrontare il primo anno, il primo smistamento, da sola, senza parlare con nessuno, sentendo la mancanza della sua famiglia.
L’anno dopo, all’arrivo di Pegasus e Phoenix, non aveva permesso che i due provassero le stesse orribili sensazioni, e aveva cominciato con i riti di famiglia, la tempesta il primo giorno, l’abbraccio, il piatto in comune, le riunioni.
Per farli sentire a casa. E in effetti, funzionava.
 


La McGranitt si schiarì la gola, prima di pronunciare un incanto sonorus che l’avrebbe resa udibile in tutta la sala.
-Ragazzi.. Ragazze.. Benvenuti e bentornati a Hogwarts!- esclamò. –Prima di lasciarvi avventare sulla cena, alcuni annunci. Prima di tutto, i vostri nuovi insegnanti. Come potete notare, è di nuovo con noi la Professoressa Caporal, che si alternerà con il Professor Hagrid nelle lezioni di Cura delle creature magiche. Per Babbanologia, quest’anno abbiamo un nuovo arrivato, il professor Seamus Finnigan, stimato ex alunno di questa scuola, nonché eroe della seconda guerra magica. Un applauso, prego!- attese  che gli applausi terminassero e riprese il discorso. – le lezioni di Divinazioni saranno divise tra la professoressa Cooman e Fiorenzo, che al momento non è presente. Quelle di astronomia, invece, saranno appannaggio riservato di Fiorenzo, espertissimo, in materia. Per Difesa contro le arti oscure, io e il Professor Silente, dal suo quadro, ovvio, abbiamo elaborato un piano d’insegnamento molto particolare, che vi sarà rivelato solamente il primo giorno di lezione. Per ora sappiate solamente che non vi sarà un solo insegnante ma molti.-
Fece una pausa, fulminando gli studenti, che avevano cominciato a bisbigliare tra loro.
-INOLTRE!-alzò la voce per fasi sentire –Vorrei fare alcuni annunci. I permessi per gli animali al fuori del regolamento scolastico verranno rilasciati domani. Signorina Granger Malfoy, la aspetto nel mio ufficio alle 8.00 precise!- sibilò, mentre Eltanin annuiva in risposta, obbediente. –I nuovi prefetti si facciano istruire da chi riveste l’incarico da un po’. I nuovi capiscuola sono Eltanin Narcissa Granger Malfoy, Serpeverde, e Max Carpenter, Corvonero. Fate riferimento a loro per ogni dubbio. I capitani delle squadre di quidditch: Serpeverde, Eltanin Narcissa Granger Malfoy. Grifondoro: Beth Missith. Tassorosso: Brian Weasley. Corvonero: Henry Thomas. Capitani, avete una settimana per fissare e fare le audizioni per le vostre squadre. Buona fortuna. Ed ora! Buon  appetito!- batté le mani due volte, e un succulento banchetto apparve davanti agli studenti.

***
 
Eltanin tirò un sospiro di sollievo, quando la preside smise di parlare e fece comparire le cibarie.
Non che la trovasse noiosa, intendiamoci, ma ogni volta qualcosa dentro di lei fremeva, come se credesse fermamente che l’avrebbe rimproverata davanti a tutti.
Cosa che in effetti, quel giorno era successa, circa.
Orion, accanto a lei sorrideva, felice, ed Eltanin non voleva deluderlo, così riempì il piatto delle sue pietanze preferite, colmò il suo boccale di burrobirra e quello del fratello di succo di zucca.
Quando ebbero finito di divorare ogni prelibatezza proposta, fino alle ultime briciole di torta di melassa e all’ultima goccia di succo, la sala era piena di ragazzi satolli che stavano per alzarsi e dirigersi verso i rispettivi dormitori, o che lo avevano già fatto. Così, la ragazza fece un cenno ai fratelli.
Era ora di ritirarsi, e come ogni anno, lo avrebbe fatto insieme, mostrando a tutti gli studenti, nuovi arrivati e veterani, chi era davvero il Clan Granger Malfoy.
Eltanin si alzò per prima, trascinando con sé anche il fratello minore, che la seguiva incantato.
Dopo di lei, Pegasus e Phoenix, seri in volto. Poi, in ordine, Lupus, Columba e Hydra.
Tutto il resto della tavolata rimase seduto, ad osservare, così come le altre case. Quei pochi ragazzini che provarono ad alzarsi per seguirli furono subito bloccati dai loro compagni più anziani, che bisbigliarono loro: -Sta giù! È il Clan, non è roba per te! Guarda e zitto!-
Eltanin chiuse gli occhi, intonando una melodia a labbra dischiuse, ondeggiando su sé stessa. Le sue mani mostravano nuovi fulmini, mentre si scostava dalla tavolata, seguita dai fratelli, in ordine di età.
Dietro di lei, i gemelli cominciarono a cantare con un tono leggermente più basso, oscillando allo stesso ritmo della ragazza. Lupus subito dietro, con la voce più simile ad un ruggito che ad una voce umana. Hydra e Columba, contrasto e contralto, seguivano il gruppo tenendosi le mani, le teste vicine. Orion chiudeva la fila, con la voce profonda, che pareva scavare nell’anima altrui.
Eltanin alzò le braccia, mostrando i fulmini tra le dita, e aumentando il tono di voce.
Lei guidava, e il Clan seguiva.
Uscirono dalla sala grande, percorrendo nel silenzio assoluto i corridoi, nemmeno Pix osava infastidirli.
Si ritrovarono davanti all’ingresso dei sotterranei, la sala comune di Serpeverde, ancora avvolti da quella specie di trance in cui cadevano un po’ di più ad ogni nota che cantavano.
Davanti all’ingresso, Eltanin abbassò le braccia, e socchiuse gli occhi, sbattendo le palpebre.
-Siamo arrivati- disse.
-Parola d’ordine?- chiese Pegasus.
-Unione.-
Le porte si spalancarono davanti a loro, rivelando una sala già piena di gente, i Serpeverde non erano particolarmente portati per il sociale, ma estremamente territoriali, e portati all’adorazione di chi reputavano potente. Come il Clan, ad esempio.
I sette fecero il loro ingresso compatti, camminando uniti, le bionde chiome ondeggianti e gli occhi tempestosi fissi davanti a loro.
Al centro della sala scura si fermarono per guardarsi intorno.
Eltanin sentì i loro compagni bisbigliare concitati, per poi defilarsi a una sua occhiata.
Perfetto, avevano bisogno di spazio e intimità, per quella riunione. C’erano cose che non voleva far sapere ancora a nessuno, al di fuori della famiglia. Prima, era necessario consultarsi, capire cosa il clan pensava, cosa voleva.
Per sicurezza, una volta che tutti e sette furono sprofondati sui divani e sulle poltrone accanto al camino, la ragazza gettò un Muffliato su tutti loro.
Phoenix e Pegasus, come sempre, non riuscirono a mantenere il silenzio per più di pochi secondi, e scoppiarono a ridere.
-Certo che non ti sei proprio contenuta, quest’anno eh Nin?- chiese uno.
-Dobbiamo stare buoni, dicevi.. eh certo, se tu lanci fulmini in sala grande!- aggiunse l’altro.
E continuarono a ridere, provocando uno scompisciarsi generale mentre la ragazza si crucciava, irritata.
-Oh, ma tacete, una buona volta! Devo ricordarvi forse che questo è il mio ultimo anno? Se non mi diverto un po’ adesso..-
-Dicono tutti così!- la accusò sghignazzando una delle gemelle.
-Oh basta, insomma! Orion si starà ancora chiedendo perché diavolo non l’abbiamo lasciato andare a dormire..- sbottò Eltanin, ormai estremamente seccata.
-Presto detto, fratellino. Eltanin ha indetto le “assemblee di famiglia” al secondo anno, e da allora, ogni sera, almeno per qualche minuto e non importa l’ora, ci troviamo per fare due chiacchere, discutendo di argomenti più o meno importanti.- trillò Columba, come se stesse ripetendo a memoria una lezione.
Eltanin sospirò, con un sorriso.
-Esatto, sorellina. Ma il motivo fondamentale per cui ci ritroviamo, è per non perdere il senso della parola famiglia. Per continuare a sapere, nell’animo, che noi siamo Granger Malfoy, anche quando siamo lontani da casa. E, ovviamente, per parlare dei nostri problemi, che ad oggi, e vorrei farvi notare che siamo solo al primo giorno, anzi nemmeno, sono diversi.- la ragazza fulminò con gli occhi tutti i presenti, mentre cercava di sciogliere con le dita almeno qualcuno dei nodi in cui sembravano intrecciarsi sempre più i suoi capelli..
Hydra e Columba si avvicinarono, con gli occhi che brillavano. Come gli altri, adoravano la sorella, e in quanto femmine, amavano la sua lunga chioma, almeno quanto amavano acconciargliela, ma Eltanin no lo permetteva spesso.
Quella sera, però, con un sorriso la ragazza porse loro la spazzola che aveva appena materializzato, e si voltò quel tanto che bastava alle piccole per districarle i capelli.
-Ma fate attenzione a quello che dico, d’accordo?- chiese loro.
-Certo, Nin!- esclamarono in coro. Pettinare Eltanin era una delle poche cose che non faceva litigare le gemelle.
Poi Eltanin tornò a guardare il resto della “truppa”.
-Per prima, cosa, complimenti, piccolo Orion. Per lo smistamento, l’ingresso a Hogwarts e tutto il resto. Ci rendi fieri di te ogni giorno.- disse al fratello
-Grazie Nin.- sussurrò quello, imbarazzato.
-Ora, volevo avvertirvi che ho prenotato il campo da quidditch per un’ora ogni mattina, dalle 7.00 alle 8.00, per una settimana, perché possiate allenarvi in vista delle selezioni. Solo perché sono il capitano non c’è motivo perché io non debba scegliere qualcuno che si dimostri migliore di voi.- sibilò, socchiudendo gli occhi. Non era mai stata clemente con chi si dimostrava pigro e batteva la fiacca, ed era contro qualsiasi forma di nepotismo, anche se desiderava ardentemente giocare con una squadra composta dal Clan al completo. –Le selezioni saranno tra una settimana esatta, e voglio sottolineare che il campo sarà aperto agli allenamenti vostri come a quelli di chiunque, a Serpeverde. L’avviso è in bacheca da poco dopo la cena. Quindi, datevi una mossa, domattina non ammetto ritardatari. Columba, Hydra.- si rivolse Eltanin sbirciando le due, che smisero per un attimo il movimento ondulatorio delle spazzole per guardarla. –Quest’anno mi aspetto che giochiate anche voi, non avete scuse.- entrambe annuirono con fare enfatico, felici della proposta. –Voi due, con Lupus, farete le selezioni per il ruolo di cacciatori. Insieme, non avrete rivali. I gemelli, ovviamente, battitori.- disse, guardandoli storto. –Ma per l’amor di merlino, niente ossa rotta, se ci riusciamo, quest’anno, ok?- chiese con una mano sugli occhi.
-Ma ceeerto!- risposero i due in coro. Con un po’ troppo entusiasmo, forse.
-Io sarò Portiere..-
Sei volti la guardarono allucinati, e una delle gemelle le tirò per sbaglio una ciocca di capelli.
-Coosa? Portiere? Perché non cercatore? Dove lo troviamo un altro cercatore bravo come te?- balbettò Pegasus, mentre Phoenix annuiva disperato.
-Mi sembrava ovvio. Orion, sarà il nostro cercatore.-
Il suddetto Orion, si voltò di scatto verso di lei, mentre gli altri si rilassavano visibilmente. Il piccolo della famiglia era un genio sulla scopa.
-Ma.. Ma Nin! Io sono al primo anno, non posso! Non mi faranno giocare!- disse, confuso.
-Oh, io scommetto di sì. Domani devo comunque andare a parlare con la McGranitt, e le chiederò anche il permesso per farti partecipare alle audizioni. E non ti preoccupare, lo concederà.-
-Come mai ne sei così sicura?- domandò Lupus, tranquillo.
-Perché altrimenti verrebbe citata per discriminazione. Ma non vi preoccupate, ci penserò io.- poi Eltanin si fece seria. –E qui arriviamo agli altri due problemi spinosi..- mormorò a mezza voce.
Di nuovo, sei paia d’occhi si volsero verso i suoi, con un luccichio attento.
-Come vi avevo già avvertito in treno, sembra che la McGranitt non pabbia preso granchè bene l’arrivo dell’ennesimo animale “fuori dal regolamento”. –
Sei persone sbuffarono, una dopo l’altra, ed Eltanin sospirò.
-Lo so, ragazzi, lo so. È spiacevole. Ma le cose stanno così.- continuò lei. –Domani, quando andrò nell’ufficio della preside, voglio essere certa che i vostri compagni siano sotto controllo proprio come vi ho chiesto. Porrò dei limiti anche alle richieste su questo non ci sono dubbi. Almeno l’influenza dei nostri genitori, nonché l’ottimo rendimento scolastico e la perfetta condotta di alcuni di noi..- e così dicendo fulminò con gli occhi i gemelli, che assunsero un’espressione innocente –Come dicevo, almeno tutto ciò ci aiuterà, e al massimo potrò sempre minacciare la McGranitt di trasferirmi, o lasciare la scuola. Non lo sopporterebbe mai. In ogni caso, domattina voglio vedere Markab e Sherasiph da Hagrid, Rigel diventare un tenero micetto, e se mai Ankaa dovesse bruciare qualcosa, non ci sarà lacrima tenga. E tu, Lupus, tieni Rayet sotto chiave, non lo voglio vedere a tavola per pranzo, domani!- guardò con aria minacciosa tutti i suoi fratelli, inducendoli ad annuire contriti, ed ad abbassare lo sguardo, seppur con rammarico.
-su ragazzi.. non per molto, almeno una settimana, perché la megera si abitui all’idea e ci sbatta tutti fuori..-
Qualche sorriso ricomparve sui volti attorno a lei, e la provocò inducendola a sorridere a sua volta.
-Bene. Visto che siamo d’accordo..- e qui si interruppe, vedendo le occhiate ostili che le venivano rivolte. –Diciamo circa d’accordo. Volevo aggiungere, che forse, come diceva Lupus stamattina, è il caso di cominciare ad assecondare il nostro direttore di casa. È arrivato il momento di ingraziarsi Horace Lumacorno, una volta per tutte, dopodiché farà lui il lavoro sporco al posto nostro. E avremo poco da litigare con la McGranitt. Che ne dite?-
Un coro di ovazioni accolse la proposta, interrotte solamente dai gemelli che si immobilizzarono per qualche secondo con una faccia schifata.
-Ma questo vuol dire che dovremo partecipare alle feste!-
-E comportarci bene vestendoci eleganti!-
-Bleah!- urlarono in coro.
Eltanin rise, divertita.
-Non preoccupatevi, quello che Lumacorno si aspetta da voi sono proprio gli scherzi più spettacolari e colorati che possiate inventare. Rallegratevi!-
Hydra e Columba ridacchiarono, divertite dalla reazione dei fratelli, e continuarono a lisciare i lunghi capelli di Eltanin, quando lei riprese a parlare.
-Ora qualcosa di davvero importante, ragazzi. Gemelline, per favore, sedetevi qui, accanto a me. Ascoltate bene tutti.- fece una pausa, non sapeva come cominciare, senza farla sembrare una cosa folle. –Avete ascoltato il cappello, oggi?- chiese infine.
Gli altri annuirono, confusi.
-Sì, Nin, hai ragione.- disse Lupus, facendosi scuro in volto.
I gemelli e le gemelle li guardavano confusi, facendo saettare lo sguardo da lei a lui, mentre Orion si faceva serio.
-Nin..-disse a bassa voce.
Lei lo guardò, preoccupata.
-A me il cappello ha detto qualcosa di specifico..-
Eltanin sussultò.
-Mi ha detto.. ha detto le solite cose, che mi riconosceva, che sapeva dove mettermi. Ma ha detto anche che sperava avessi compreso le sue parole, e che dovevo pregarti di rifletterci, perché sarebbe stato importante per tutti.- concluse, la voce bassa e modulata.
Ci fu un momento di silenzio, mentre ciascuno ripensava alla filastrocca dello smistamento.
-E allora? Cosa volete che sia! Quel cappello ha sempre qualcosa da dire, ogni anno! Non era niente di che..- provò a sdrammatizzare Pegasus, senza grande successo.
-E’ dall’ultimo anno prima della scomparsa di Voldemort che il cappello non da un avvertimento simile. O dice una parola meno gradevole di “virtù” e “uguaglianza”.- disse cupamente Lupus, accarezzando la copertina del libro di storia di Hogwarts che teneva sulle gambe. –Non è un buon segno.- ripetè, scuotendo la testa.
-No, Lupus, hai ragione.- gli rispose Eltanin, seria. –E’ un pessimo segno. E dovremmo aggiungere, a questo pessimo segno, altri pessimi segni. Anzi, presagi, a voler essere precisi.- mormorò.
Eltanin si rannicchiò sulla poltrona, accarezzandosi  i capelli e lasciando vagare lo sguardo nel vuoto per un attimo.
-Nei giorni prima della partenza, quando eravamo al Manor, Boudicca è venuta spesso a trovarmi, sia nei sogni, che alla spiaggia.- fece una pausa, osservando gli altri che la scrutavano attenzione. Boudicca era il loro spirito protettore, e nessuno di loro lasciava passare una sua visita senza rifletterci sopra. Vero, lei visitava Eltanin molto più frequentemente degli altri sei, e si era occupata di gran parte della sua istruzione, ma tutti loro, nessuno escluso, le erano debitori, le dovevano la loro stessa vita.
In contemporanea, presero a tormentarsi la sottile catenella d’oro che Boudicca aveva donato loro ancor prima che nascessero.
-Non mi ha detto nulla di particolare, non ha fatto profezie. Ma era agitata, e il suo modo di parlare era strano.- sorrise. –Più del solito. Credo che volesse dirmi qualcosa, avvertirmi, ma non potesse farlo. Sapete per qualche regola del cavolo che rende tutto più difficile.- Eltanin sbuffò, contrariata dalla cosa.
–In ogni caso,- riprese –Credo che anche lei sappia che qualcosa sta per accadere. In più, è da quando siamo tornati dal monastero con mamma che sento qualcosa agitarsi nel mondo. Me lo sento dentro, io SO, che quest’anno qualcosa accadrà, che equilibri che non sono tali rivolteranno il mondo magico. C’è un grosso pericolo, nell’aria, lo sento vibrare.- rabbrividì, al pensiero. –Anche mamma, ha detto lo stesso, prima di lasciarmi salire sul treno.  E, se lo sente anche lei, è reale. Lo sapete.-
Attorno a lei, sei volti si contrassero in smorfie rassegnate.
Hermione Granger poteva fiutare un pericolo per i suoi figli da distanze incredibili, sia in termini di tempo che di spazio. Quindi, se diceva che qualcosa li minacciava, non poteva essere altrimenti.
Eltanin prese un respiro, vedendo le facce scoraggiate dei fratelli.
-Parlerò anche di questo, alla preside. Sono certa che mi ascolterà, prende molto sul serio certe cose, lo sapete. Inoltre suggerirei di sentire gli Zabini, magari hanno qualcosa da dirci. Gemelli? Si può fare?- chiese, guardando Pegasus e Phoenix.
-Certo. Risposero quelli. –Contatteremo Galen domani stesso, e te lo porteremo qui domani sera, potrai parlarci a tuo piacimento.- conclusero.
Lei li fulminò.
-Ragazzi, non dobbiamo mica torturarlo ed estorcergli delle informazioni! Basterà che gli diciate che ho bisogno di lui. Anzi meglio, ho bisogno di tutti e tre gli Zabini. Lupus, tu senti Caillean, io cercherò di braccare Lirael, o chiederò a Lily di farlo per me.- concluse sospirando rassegnata all’idea. –Ci servono tutti e tre i veggenti, se vogliamo tirarne fuori qualcosa di buono.-
Le sei teste bionde annuirono, concordi, e cominciarono a pianificare il giorno successivo.
-Va bene, ragazzi, ora tutti a dormire, temo di avervi fatto fare tardi, e domani vi dovrete alzare non presto, di più. Ricordate cosa vi ho chiesto. Animali, quidditch, McGranitt. E le lezioni, ovvio.- sorrise, alla smorfia di disappunto dipinta sul volto dei gemelli e di Hydra. –Ora buonanotte a tutti, dormite bene. Ci vediamo domattina al campo!-
Disse, prima di alzarsi sciogliendo la riunione.
 
Eltanin si diresse verso i suoi alloggi da caposcuola, quell’anno, almeno, avrebbe avuto una camera tutta per sé, senza doversi preoccupare delle “coinquiline”.
Con un sorriso, si lasciò cadere sul letto morbido, chiudendo gli occhi stanchi.
Sono tornata..
Pensò, felice.
Si girò sulla pancia, appellando pergamena e inchiostro, voleva scrivere ai genitori prima di cascare dal sonno.
 
Cara mamma, caro papà,
come sempre, e prima di ogni cosa, vi amo.
Siamo appena arrivati a scuola ma già le cose hanno preso strane strade.
Orion è Serpeverde, non preoccuparti papà, non infrangeremo il primato Malfoy!!
Ma c’è altro a preoccuparmi. Il cappello parlante ci ha avvertiti di fare attenzione, che sarà un anno difficile. Tu lo avevi detto, mamma, e anche io lo sentivo. Ho avvertito i ragazzi, e domani convocheremo i veggenti Zabini, magari otteniamo qualche informazione.
Lo so, lo so. Avvertirò anche la preside, mamma, non preoccuparti.
Quest’anno voglio fare entrare anche Orion in squadra, così giocheremo tutti, almeno quest’anno, sei felice, papà? Sono certa di sì.
Scesa dal treno ho scatenato la solita tempesta, mi è piaciuto così tanto! Ne sento ancora il sapore sulla lingua. Sono anche riuscita ad evitare quella piattola di Lily Potter per quasi tutto il giorno. Non è grandioso?
Ho grandi aspettative per quest’anno, e già domani sono attesa nell’ufficio della McGranitt per alcune importanti faccende.. vi racconterò meglio domani sera, ora crollo dal sonno.
Un abbraccio,
La vostra devota e affezionata figlia
Eltanin Narcissa Granger Malfoy
P.S.: come vanno le tempeste li da voi? Non scatenate tornado, mi raccomando!
 
Eltanin terminò la lettera, chiuse la pergamena con il suo sigillo, e la affidò a Rastaban, dopo averla resa impermeabile con il tocco delle mani. Il Drago sarebbe uscito dai dormitori sotto forma di serpente e avrebbe spiegato le ali nella sua vera forma solo quando fosse arrivato in cortile. In pochi attimi avrebbe raggiunto Granger Manor, consegnato la lettera, rassicurato i suoi genitori, e sarebbe tornato da lei, fedele come sempre.
-Grazie Rastaban- mormorò Eltanin, prima di infilarsi la lunga camicia da notte bianca e scivolare sotto le coltri.
-Ci vediamo domani, Hogwarts.- sussurrò, addormentandosi.
 
 
 
Mio personale angoletto:

 
Ok, va bene, è terribilmente introduttivo, come capitolo, ma almeno potete conoscere i personaggi! No? Volete uccidermi subito? Va bene, ho da fare, scappo!
Giusto per fare un appunto:
i nomi dei sette fratelli sono tutti nomi di costellazioni, a parte Eltanin, che è il nome di una stella della costellazione del Dragone (Draco). Ho usato i nomi latini, che erano più suggestivi. I nomi degli animali protettori sono invece i nomi (in greco per la maggior parte) delle stelle più brillanti (nel caso di Eltanin  Rastaban è una stella vicina) della suddetta costellazione.
D’altro canto, in “comprare un malfoy”, i nomi dei fanciulli vengono scelti appunto in base agli animali che li proteggeranno, quindi la cosa delle costellazioni è un dettaglio tecnico, in verità..
Lasciando perdere i tecnicismi.. vi è piaciuto il primo, vero, capitolo? R.S.V.P.
Non dico una recensione, ma una frasetta? Un commentino? Una critica costruttiva sarebbe ben accetta.
Anyway, un paio di ringraziamenti:
Grazie a Grumpy, Serpeverde_4ever93 (mi segui sempre tu! Ma grazie!)e Directionerispromise, grazie grazie grazie, bellissime recensioni!
Grazie ai 44 diamanti che hanno inserito anche questa mia nuova storia tra le seguite, prometto, farò del mio meglio per non deludervi!
Grazie agli 11 rubini che l’hanno inserita tra le preferite, ma davvero?? Troppo gentili!
E grazie a Herm_Malfoy, che l’ha messa tra le ricordate. Non son degna ti cotanto onore!
Grazie anche agli 8 lettori che hanno voluto eleggermi nel loro podio di autori preferiti, mi fate piangere, davvero!
Vi adoro tutti, nessuno escluso.
Baci baci baci
 
Nimi

  
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