CAPITOLO DICIOTTESIMO
I raggi del
sole permeavano l’aria e Riccardo guardingo, cercava di trovare una maniera per
aggirare i cervi, che Clara e lui avevano individuato poco fa. Clara era
dall’altra parte della radura. Si vedevano a distanza e gli sguardi si
incrociavano spesso quasi ad instaurare continuamente il contatto sentimentale
fra di loro. Sembrava quasi che per loro la caccia fosse quasi un momento di
piacere intenso, di estasi, che solo un uomo e una donna insieme potevano
provare. Riccardo e Clara in contemporanea caricarono l’arco. Nello stesso
momento e nello stesso istante nella loro mente si formò lo stesso pensiero: il
giorno dopo poteva essere l’ultimo. La freccia scoccò ma entrambe fallirono. I
ragazzi andarono a recuperare le
munizioni e le trovarono incrociate a terra alla base di una grotta :
“ma cosa?”
“sembra
quasi che Diana ci chieda di prenderci una pausa dal mondo!” disse sorridendo
Riccardo posò l’arco e si avvicinò al viso di Clara. Lei non riusciva a
staccargli gli occhi di dosso, lui gli sfioro le guance. Un brivido percorse
entrambi, si stavano fissando talmente tanto da fondersi. Lei accarezzò: la sua
mano, il suo braccio, il suo viso, i muscoli perfetti sotto di se. Riccardo gli
prese il viso stretto tra le mani, una presa forte, ma gentile allo stesso
tempo. La baciò con passione ed intensità.
“Ti Amo!”
“anch’io Riccardo,
se penso che domani può essere l’ultimo giorno che …” Riccardo la baciò di
nuovo
“shsss” la prese in braccio, fissandola, addentrandosi nella
grotta. Le lucciole si erano posate dappertutto creando quasi un percorso in
mezzo al cielo. Un giaciglio di erba si trovava in fondo alla grotta entrambi
sorrisero. Riccardo la posò a terra e lei lo trasse verso di se sfiorando le
sue labbra. Incominciò a slacciargli la tunica, ma Riccardo la fermo
sorridendo.
“ e no! sei
tu il mio tesoro da spogliare non io “
“ a Sì!
Allora baciami sciocco!” le labbra si unirono. Le lingue combattevano una dolce
battaglia che nessuno dei due poteva sconfiggere. Le mani si muovevano da sole,
si tolsero i vestiti in pochi istanti e i loro corpi, che bruciavano più della
lava si muovevano sinuosamente, quasi in una danza, eterna, passionale e perfetta.
I respiri, gli ansimi, tutto andava a ritmo alla musica dell’amore. Sfiorarono
il cielo con un dito, toccarono la felicità eterna in un istante. In un unico, celestiale,
perfetto momento, in cui le loro anime si fusero.
Clara
incominciò a piangere, finito quel momento paradisiaco.
“no piccola
perché piangi?”
“perché ti
amo e desidererei vivere in eterno con te, vorrei che tutto questo non ci fosse
stato, per poter vivere, sorridere piangere e morire con te!”
“allora
sposami!”
“cosa?”
“sposami! Oggi!
Prima di partire!”
“ma come
facciamo?”
“Elenay ci sposerà!”
“volevi dire
Hekady!”
“no! Voglio Elenay!”
Clara
sorrise abbracciandolo ancora nuda:
“Sì”
Riccardo
guardò ancora una volta il suo corpo. Le cicatrici di quell’incidente di 10
anni fa e li ammirò pensando, che per lui era perfetta. Unicamente perfetta!
Si
rivestirono e tornarono al paese entrando in fretta e furia sconvolgendo tutti.
“vogliamo Elenay!”
“ci sono io
adesso!” Riccardo si avvicinò e disse in modo quasi aggressivo:
“io voglio
mia sorella!”
“ok ok” disse Hekady quasi scocciata.
Svenne e in
poco Elenay si risvegliò sorridendo tra le braccia di
Lith. Clara gli saltò addosso:
“Elenay che bello vederti!” ma in viso, tutti si accorsero,
del suo pallore ancor più evidente del solito “ma che hai Elenay?”
“niente …
niente … figurati!”
Riccardo
insieme ad Lith accorsero da lei.
“come niente
ti stai affievolendo!” disse Riccardo
“è vero Elenay che ti succede?”
“Lith … niente non vedi? sto bene!”
“non è vero”
disse con gli occhi lucidi Clara “ti stai spegnendo”
Elenay
abbassò lo sguardo, quasi a non voler mostrare i suoi occhi rivelatori .
“ecco lo
sapevo è tutta colpa di Hekady!”
“già!” disse
Riccardo seguito da Lith.
“Adesso
basta! Smettetela di trattarla male! È lei che mi tiene in vita è grazie a lei
se non sono morta dieci anni fa! È grazie a lei che ho conosciuto Lith!” disse piangendo Elenay “
non so se vivrò ancora … non so se potrò
sopportare di soffrire ancora così non potendo vivere a pieno la mia vita per
cui per favore … ve ne prego fate finta che sia tutto a posto almeno quando ci
sono io!” cadde in ginocchio e Lith si precipitò ad
abbracciarla quasi estasiato dal suo coraggio.
“scusaci!”
dissero in coro gli altri due.
“di niente”
riacquistando il sorriso. Mostrando una forza interiore da non pochi “ma come
mai mi avete risvegliato?”
“a sì! Ti
prego Elenay sposaci!” disse sorridendo Clara
Elenay fece
un sorriso a 32 denti e si buttò addosso alla coppia.
“davvero? Ma
certo! Bene mettetevi qui davanti all’altare di Diana!” i ragazzi si
posizionarono uno di fronte all’altro guardandosi negli occhi.
“bene ora vi
legherò le mani con un laccio rosso e vi chiedo di fare i vostri giuramenti!
Incomincia tu Riccardo!”
“giuro di
amarti con tutta l’anima! Giuro davanti a Diana che farò di tutto per
proteggerti! Giuro che non smetterò mai di amarti! Ti amo e lo farò per
l’eternità!” disse sfiorando il suo viso con l’altra mano.
“adesso
tocca a te Clara!”
“Ti amo e
giuro che anche se dovessi morire in qualche modo tornerò da te! Ti proteggerò
e chiedo a Diana di essermi testimone che se mai la mia vita venisse meno prima
della tua di darmi la forza di proteggerti come tuo angelo custode!”
A queste
parole udite dagli dei un raggio di luce inondò la sala e la voce paradisiaca
di Diana disse:
“questa
unione mi è gradita e le vostre promesse verranno mantenute!”
“detto
questo vi dichiaro Marito e Moglie! Puoi baciare la sposa fratello!” il loro
bacio intenerì l’intera sala Erik aveva assistito da lontano alla scena,
sorridendo e pregando che almeno sua sorella fosse felice. Tutto venne
interrotto da Elenay che cadde per terra e sputò
sangue.
Lith la
raccolse e disse:
“tutto bene!
E non mi dire di sì!”
“posso
essere risvegliata solo un’altra volta, per cui fatelo solo se devo sconfiggere
Kubrick!”
“cosa? Tu
sapevi che la tua energia, si sarebbe esaurita pian piano ogni volta che
apparivi?”
“Sì”
“PERCHÉ
L’HAI FATTO? SAPEVI CHE CACCIANDO CON ME POTEVI MORIRE SEI MATTA?”
“NO! Ma preferivo
morire, che starti lontana, perché per me sei stata l’unica ragione per
rimanere in vita!”
“PERCHÉ?”
“Lo sai!”
“no!
Perché?” disse piangendo Lith.
“perché Ti
Amo! È per questo che combatto! per il tuo amore e per vivere! Luna lo sapeva e
anche se la mia deliziosa cagnetta mi aveva pregato guaendo di non farlo, io
non ho cambiato idea, sarei apparsa ancora e ancora per te! Sarei apparsa ogni
volta tu ne avessi avuto bisogno!”
Elenay
esausta da quel lungo discorso si avvicinò baciandolo sulla guancia. Ritraendosi
chiuse gli occhi, segno premonitore che si stava riaddormentando, ma Lith, improvvisamente, la ritrasse a se baciandola sulle
labbra. Una lacrima scese dal viso di Elenay. Si
riaddormentò lasciando spazio a Hekady.
Riccardo si
inginocchiò davanti a lei:
“ti chiedo
scusa!”
“per cosa?”
“tu sapevi
le condizioni di mia sorella e non volevi che uscisse per quello! ti chiediamo
tutti perdono per come ci siamo comportati e per come ti abbiamo giudicata!”
“di niente
ma ora andate o non riuscirete nel vostro intento!”
“certo
maestà!”
Riccardo e
Clara partirono al tramonto, insieme a due cervi bianchi. Grazie a Clara non fu
difficile entrare e nemmeno avvicinarsi alla freccia. Scorse tutto troppo
facilmente quasi fosse una trappola organizzata per impedirgli di tornare
indietro, ma quello che non avevano contato era l’astuzia di Clara. Il suo
intuito l’aveva avvertita e quando furono catturati riuscirono ad uscire
restituendo la freccia:
“Clara
creatura mia! Come hai potuto tradirmi!”
“sta lontano
da me verme”
“adoro
quando mi fai i complimenti! Ma adesso ridammi la freccia! O uccido Riccardo!”
“Nooo! Eccola! Eccola!”
“no amore! Così
mia sorella sarà condannata!”
Ma Clara non
l’ascoltò. Per fortuna loro Kubrick li lasciò andare, sicuro, che due insignificanti
pedine non potessero essere un problema.
Presero i
cervi e arrivati al villaggio spiegarono ad Hekady
come avevano fatto ad ingannare Kubrick, si erano fatti dare dai genitori di Lith una freccia di Hegel e
l’avevano scambiata con l’altra precedentemente messa al sicuro da Riccardo.
“siete stati
fantastici!” esclamò Hekady ”adesso potremo vincere
finalmente!”
Intanto
Kubrick mettendo apposto la freccia si accorse del tranello:
“NOOOOOOOOOOOOOO!!!!
MALEDETTIIIII!!!! ADESSO TI FACCIO VEDERE IO! Clara CARA! TI HO CREATO E TI
POSSO DISTRUGGERE!” prese un bastone composto da ossa si diresse sopra il pozzo
e pronunciò queste parole:
“ciò che Ade
vita a dato, vita toglierà” ripeteva nell’aria questa frase quasi fosse una
cantilena.
Trasportata
dal vento fino a Diana’s Land riecheggiò, come un
tuono, nell’aria. Hekady si girò di scatto sentendo
anticipatamente quell’incantesimo.
“Clara! Non
ascoltare!” ma ormai era troppo tardi, Clara piangendo cadde tra le braccia di
Riccardo senza vita.
“NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!
Clara AMORE MIO NOOOO!” Riccardo piangendo e urlando teneva il corpo senza vita
tra le sue braccia. Hekady straziata nel profondo
impedì di far emergere Elenay e cadde piangendo a
terra seguita da Lith e da Erik che si precipitò quasi
in scivolata al capezzale della sorella.
“GIURO TI
UCCIDERÒ KUBRICK TE LO GIURO!” disse al
vento Riccardo. Ma un vento si levò leggero e impercettibile portando parole
sibilate:
“amore non
piangere sono qui!”
“Clara!”
tutti si voltarono vedendo galleggiare nell’aria lo spirito della giovane, che
sorridendo s’avvicinò cercando di accarezzarlo inutilmente.
“te l’avevo
promesso! Vedrai che andrà tutto bene fidati di me!”
“Amore!”
disse straziato Riccardo torturato dal fatto di non poterla sfiorare. Lo spirito
di Clara si girò verso Hekady:
“adesso hai
tutto ciò che ti serve! Vinci! Vinci anche per me!”
Hekady annuì riunendo il popolo ed annunciando la battaglia finale. Anche Kubrick si preparava cosciente, che le loro truppe non erano poi così tanto numerose come temeva soltanto 3000 guerrieri speciali si aspettava di più. E non sapeva quanto avesse torto.