Hermione, non volendo farsi vedere in lacrime, scappò via da Malfoy.

Lui le aveva mentito di nuovo, pensò tristemente, mentre una fitta all’altezza del petto la dilaniava.

Che ingenua che era stata a credere di essere importante per Draco, tanto da farlo desistere dai suoi piani originari.

Tutto quello che interessava al giovane Malfoy era vendicarsi.

Lui voleva uccidere ed andarsene.

Uccidere Lucius.

Dire addio ad una vita normale.

Spezzarle il cuore.

La sofferenza era così forte da bloccarle il respiro, da farle girare la testa.

La consapevolezza di essersi innamorata di lui, le fece venire la nausea.

Era stata davvero una stupida, una ingenua ed una stupida!

Hermione rimase nascosta in un corridoio del terzo piano, cercando di lasciar sfogare il risentimento, lo sdegno e il dolore che sentiva scorrerle dentro come un fiume in piena.

Restò lì accucciata per un tempo infinito, finché qualcuno non la sentì piangere e si inginocchiò vicino a lei.

"Granger che succede?" le chiese Pansy Parkinson, il cui tono, tradiva una certa preoccupazione.

Herm scosse la testa per poi riappoggiarla stancamente sulle ginocchia.

Non solo si era innamorata del ragazzo sbagliato, adesso, stava anche offrendo il fianco alla Parkinson, che poteva deriderla, vedendola soffrire.

Invece di infierire, Pansy le porse una mano per aiutarla a rimettersi in piedi e le mormorò dolcemente:"Hermione, vieni, andiamo in camera mia. Una ritoccata al trucco è quello che ti ci vuole in questo momento!"

Un po’ per quel tono, inaspettatamente, gentile, un po’ perché non le rimaneva altro da fare, la grifoncina si alzò e seguì la serpeverde.

Dopo averla spedita a risciacquarsi il viso, Pansy la fece sedere sul proprio letto e iniziò a rifarle il trucco.

"Granger, la prima regola che devi imparare è che non si piange mai per un uomo. Nessun uomo, per quanto speciale ed importante per te possa essere, merita una sola delle tue lacrime!" spiegò la mora decisa, mentre le passava la matita sugli occhi.

"Mi sono illusa... a lui non importa un bel niente di me" biascicò Hermione ancora singhiozzante.

"Non dire sciocchezze! Draco è pazzo di te, se ne accorgerebbe anche un cieco!" replicò Pansy risoluta.

"Mi ha detto che non appena questa guerra sarà finita se ne andrà lontano. Quello che gli interessa è solo vendicarsi di suo padre e scappare" le riferì la riccia stanca.

"Lui vuole andarsene e tu cosa vuoi? Vuoi stare qui a piangere o vuoi fargli cambiare idea?" domandò la Parkinson brusca.

"E come potrei fargli cambiare idea?" chiese esasperata la brunetta.

"Granger devi diventare per lui come l’aria che respira, come il suo cibo preferito, come una mania di cui non riesce a fare a meno. Guarda la Abbott, ad esempio. Potter è il ragazzo più confuso ed incoerente che abbia mai conosciuto, eppure Hannah con la pazienza e la dolcezza lo sta cambiando. Guarda la Lovegood, tutti dicono che è pazza e svampita, ma Paciock non ha occhi che per lei, perché Luna lo fa sentire il ragazzo migliore del mondo. Guarda me...non noti come tratto Ron?! A volte sono spietata e a volte dolcissima, prima lo sgrido e poi lo coccolo e lui mi adora. Ogni maschio ha i suoi punti deboli e tu devi sfruttare quelli!" le sciorinò la slytherin, da vera esperta.

"Parkinson, non stiamo parlando di un ragazzo normale, senza offesa per Ron, Harry o Neville, qui stiamo parlando di Draco Malfoy, che non è stupido, non è confuso e non ha alcun problema di autostima da superare" precisò Hermione abbacchiata.

"D’accordo Granger, ma come avrai potuto notare, anche Draco ha dei punti deboli... molti punti deboli. È narciso e adora essere adulato. È riservato e odia le persone troppo appiccicose. È un ottimo conversatore a cui interessa scoprire e conoscere. È vizioso e gli piace il cibo, il buon vino e il sesso. Già solo se inizi a lavorare su questi piccoli elementi puoi riuscire ad ottenere dei risultati" ribadì Pansy sicura.

Hermione rimase in silenzio per diversi minuti, mentre la mora finiva di truccarla, ma dopo aver fatto un lungo sospiro dichiarò: "Parkinson, ti ringrazio per i consigli, ma io non voglio manipolare Malfoy per farlo stare con me. Se lui è intenzionato ad andarsene, io non opporrò resistenza!"

"Come vuoi Granger. Ti suggerisco soltanto di vivere appieno questi ultimi giorni che trascorrerai con lui. Non avrai Malfoy, ma avrai almeno dei bei ricordi da portarti dentro" commentò la mora, teneramente.

Prima di andarsene, Hermione strinse Pansy in un abbraccio e le sussurrò:"Grazie, sei stata meravigliosa!"

"Ti prego Granger, non mi rovinare la reputazione, andando a dirlo in giro!" la prese in giro la biscia, prima di salutarla con un sorriso.

***

Hermione ebbe modo tutta la giornata di pensare alle parole di Draco e a quelle di Pansy.

Entrambi le avevano detto di vivere e godersi il presente e non pensare a quello che sarebbe venuto dopo.

Fosse stato così facile...

Era lei che si era innamorata e che avrebbe pianto, quando lui se ne sarebbe andato.

Hermione, per tutto il giorno, evitò accuratamente di incrociare Draco e durante la cena si sedette a chiacchierare vicino alle ragazze.

Mentre i maschi non andavano troppo d’accordo, le streghe di casa erano riuscite a cementare il loro rapporto e a restare unite.

La sera, dopo cena, la grifoncina rimase a lungo con Molly e Tonks e soltanto verso le dieci, risalì in camera.

Aveva una paura folle di incontrare lo sguardo del suo principe e di parlare con lui, anche se capiva che un chiarimento sarebbe stato d’obbligo.

Quando Hermione arrivò nella loro stanza, di Draco non c’era traccia.

Per ingannare il tempo, la brunetta prese uno dei suoi adorati tomi e iniziò a leggere.

Dopo un’ora abbondante, passata ad osservare la stessa pagina, decise di andare a farsi un bel bagno caldo.

Per chiarire con Malfoy Junior avrebbe avuto bisogno di tutto l’autocontrollo e la calma di cui disponeva ed un bagno rilassante l’avrebbe sicuramente aiutata.

Era passata ormai la mezzanotte, quando la bella Hermione uscì dal bagno, tuttavia di Draco non c’era l’ombra.

Incurante del fatto di avere i capelli ancora umidi e di indossare soltanto l’accappatoio uscì dalla stanza per andare a cercarlo.

Come immaginava, il serpeverde si era rintanato nel seminterrato a trafficare con le sue adorate pozioni.

Quando Draco alzò gli occhi, vide Hermione ferma sulla porta con le mani sui fianchi che lo osservava attenta.

"Ciao!" fece lei titubante.

"Ciao!" rispose lui tranquillo.

"Ho visto che non venivi a dormire e sono venuta a cercarti" si giustificò Herm.

"Pensavo che non volessi avermi tra i piedi" replicò asciutto il biondo.

"...E Pensavi anche di stare sveglio per le prossime quindici notti?" domandò la grifoncina con una punta di sarcasmo.

"Stanotte mi sarei arrangiato e avrei trovato domani una sistemazione decente" rispose lui laconicamente.

Herm si avvicinò e carezzandogli una guancia lo pregò dolcemente:"Torniamocene in camera nostra, non voglio litigare!"

"Non cambierò idea Hermione, ne sei consapevole?" domandò lui serio.

Lei continuando ad accarezzargli il viso ed i capelli disse: "Lo so e non ho intenzione di oppormi alle tue scelte. Draco, almeno promettimi che i nostri ultimi giorni insieme saranno indimenticabili"

Malfoy che si era aspettato di passare una notte tra grida e litigi rimase sorpreso da quelle parole e dal bacio lungo ed appassionato che la brunetta gli diede subito dopo.

Quando furono in carenza di ossigeno, la grifoncina si staccò da lui e con un gesto fluido sciolse il nodo della cintura dell’accappatoio, lasciando intravedere il corpo nudo e caldo.

Draco poté chiaramente scorgere lembi di pelle di quel fisico così dannatamente provocante ed invitante.

Vide il solco tra i seni, quei seni pieni e morbidi fatti per essere lambiti; osservò la vita sottile, creata per essere abbracciata, il ventre piatto da baciare, le gambe lunghe e snelle a cui chiedere rifugio nei momenti di massimo piacere.

Hermione avvicinandosi un po’ di più, fece scorrere la pelle scoperta contro la stoffa dei vestiti di Draco, che, rispondendo ad un richiamo primordiale, infilò le sue mani, sotto il tessuto dell’accappatoio per cercare quel calore e quella morbidezza che aveva imparato ad amare e conoscere.

Quando quelle mani presero a vagare pigramente sul suo corpo, la riccia ebbe un fremito di piacere e chiuse gli occhi.

"La mia Dea Gryffindor mi sta provocando?" chiese Malfoy, continuando ad accarezzarle la schiena e i fianchi.

"Al mio principe slytherin non piace essere provocato?" replicò Hermione, poggiando la sua piccola mano su quella di Draco, per accompagnarla tra le pieghe della sua femminilità.

Draco cominciò a sfiorarla e ad accarezzarla intimamente, mentre la bocca si spostava dalle spalle piccole e minute a quel collo bianco e sottile, distribuendo baci e morsi famelici.

Eccitato, nel sentire i sospiri della sua Venere e nel vedere il suo sguardo profondo velarsi di desiderio, la sollevò e la posò delicatamente sul tavolo, scostandole maggiormente l’accappatoio.

Non poteva fare a meno di guardare e desiderare quel corpo armonioso e invitante.

Mentre le sue dita scivolavano e affondavano in lei, penetrandola ritmicamente, con la mano libera esplorava il suo seno, stimolandone i capezzoli ormai turgidi.

Quei baci infuocati e quelle carezze paradisiache facevano tremare e trattenere il fiato a Hermione.

Non si sarebbe mai stancata di essere torturata da quelle mani forti e quelle labbra belle come il peccato.

In preda a violente e continue ondate di piacere, Hermione inarcò i fianchi, lasciandosi accarezzare e baciare finché, con un gemito soffocato, non raggiunge l’apice.

Quando il respiro tornò ad essere regolare, avvicinò la bocca a quella di Draco e prima di baciarlo appassionatamente gli sussurrò:"Andiamo in camera nostra, staremo più comodi"

Draco, stringendola contro il suo petto, senza smettere di baciarla, la prese in braccio e si avviò verso la loro alcova.

Arrivati in camera, Draco poggiò Hermione sul letto e riprese a baciarla con desiderio.

La loro bocche si cercavano e le loro lingue si rincorrevano bisognose l’una dell’altra.

La brunetta cominciò a sfilare il maglione di Draco, mentre le sue dita fremevano per cercare il contatto con la nuda pelle.

Quando i vestiti non furono più di intralcio, Hermione cominciò ad accarezzare il petto e le spalle del suo angelo ammaliatore.

Con una scia di baci dolci e leggeri percorse il suo torace per scendere sempre più in basso, fino ad arrivare al suo sesso.

Hermione leccò tutta la lunghezza del membro eccitato, prima di prenderlo tra le labbra e cominciare a succhiare piano.

La prima volta che l'aveva assaggiato e lambito era rimasta sconvolta dal notare, quanto le piacesse.

Le piaceva il sapore di Draco e adorava sentire le sue mani che le accarezzavano i capelli e i suoi fianchi che dondolavano al ritmo della sua bocca. Su e giù, su e giù... ancora su e giù.

Quando sentì che i gemiti ed i respiri farsi più intensi, si staccò e risalì sull’addome del suo adone, senza smettere di baciarlo e accarezzarlo.

Il serpeverde un po’ sconcertato per quell’interruzione e per quella sensazione di vuoto che aveva percepito, mugolò di frustrazione.

Hermione arrivò vicino alla sua bocca e succhiandogli il labbro inferiore mormorò sensualmente: "Draco ti voglio. Voglio sentirti dentro di me. Voglio sentire il tuo corpo sopra il mio. Voglio guardarti, mentre i nostri corpi si uniscono!"

Draco a quelle parole si irrigidì leggermente e guardandola le chiese molto seriamente :"Ne sei proprio sicura? Hermione, non è un gioco, se lo fai dopo non potrai più tornare indietro"

"Non voglio più aspettare. Non m’importa se fra un paio di settimane finirà tutto, voglio che stiamo insieme stanotte e domani notte e tutte le notti che abbiamo a disposizione" gli disse desiderosa.

Lui per tutta risposta, ricominciò a baciarla con foga e ribaltando le posizioni si stese sopra di lei, accomodandosi fra le sue gambe.

Hermione sentì che Draco affondava in lei delicatamente, penetrandola con una lentezza esasperante.

Aveva paura di farle male. Sapeva che le barriere erano state rotte da tempo, ma il timore di non averla preparata a sufficienza, lo fece diventare più cauto.

Quando arrivò in fondo, Hermione chiuse gli occhi, beandosi di quella sensazione di completezza.

Ecco cosa voleva dire essere tutt’uno con un'altra persona, ecco cosa significava fare l’amore con il re del proprio cuore.

Malfoy sentendo le braccia e le gambe di Hermione incatenarlo, cominciò a muoversi dentro di lei, con spinte impetuose e vigorose, che erano in grado di scuotere sia il corpo che l’anima.

I suoi affondi diventavano sempre più rudi, veloci e profondi ad ogni sussurro, ad ogni respiro spezzato ad ogni gemito stonato.

Il loro era il ritmo dell’ardore, della passione, misto a quello della disperazione e dello smarrimento.

Il ritmo che possono avere solo due anime che si sono appena trovate, ma che presto si dovranno separare.

Fu tutto un turbinio di emozioni e sensazioni fortissime per Hermione... il suo corpo scosso da quei colpi intensi e travolgenti, il suono delle loro voci spezzate e lontane, le luci che si offuscavano, un liquido caldo che la riempiva, Draco che si abbandonava svuotato e sfinito sopra di lei.

Quando il tempo ricominciò a scorrere, Draco, si sollevò, per non gravarle troppo con il suo peso.

"Non andartene" sussurrò Hermione, cercando di bloccarlo sopra di sé.

"Ti faccio male" tentò di ribellarsi il serpeverde.

"Pensarti lontano mi fa male, non il contrario!" mormorò Hermione che aveva ancora gli occhi chiusi.

Draco, scosso da quella frase, le baciò entrambe le palpebre, prima di riaccoccolarsi sul suo morbido seno.

Stanco e appagato si addormentò cullato dal battito del cuore di Hermione.

Mentre Draco dormiva, calde e silenziose lacrime, cominciarono a bagnare le guance della grifoncina.

Come faceva l’amore ad essere così meraviglioso e allo stesso tempo straziante?!

"Mi odio Draco per essermi innamorata di te" bisbigliò pianissimo, continuando a lasciar riposare il suo angelo dannato.

MI SENTO DAVVERO ONORATA DI CONTINUARE A RICEVERE TUTTE QUESTE RECENSIONI. GRAZIE!!!