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Autore: flors99    25/05/2012    6 recensioni
Cosa succederebbe se un segreto fosse riportato alla luce dopo tanti anni?
Un segreto che Narcissa Malfoy Black ha cercato a tutti i costi di nascondere.
Dal capitolo:
- Sei in ritardo. – disse Hermione; ma lo disse in modo dolce, senza rimprovero, come una madre a un figlio.
- Io non sono mai in ritardo. – disse Allyson con un sorriso furbo. – Sono gli altri a essere in anticipo.
“Io non sono mai in ritardo Mezzosangue, sono gli altri ad essere in anticipo.”
A Hermione per poco non cadde la piume di mano.
Aveva usato le stesse parole di Draco. Lo stesso ghigno, la stessa arroganza, addirittura lo stesso sguardo.
Possibile che fosse solo una coincidenza?
Un giuramento segreto.
Un legame proibito.
Un segreto mortale nascosto tra le parole non dette e i sospiri del silenzio.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
Capitoli:
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- Benvenuta Narcissa. – esclamò il preside con voce profonda, sebbene sapesse che la donna non stava rivolgendo a lui la propria attenzione.
Infatti Narcissa, pur lottando contro la sua stessa volontà, non riuscì a distogliere lo sguardo da quella ragazza di fronte a lei nemmeno per un secondo, continuandola a fissare come se fosse un miracolo divino.

E forse, un miracolo, lo era davvero.

Non ebbe bisogno di parole. Non le servivano chiarimenti o spiegazioni.

Non aveva bisogno di niente.

Aveva capito.
Sentì un innato calore propagarsi in tutte le parti del suo corpo, fino alla punta delle dita. Era qualcosa di primitivo, di forte, una sensazione talmente intensa da confonderla e farle venire una fitta allo stomaco.
Con uno sforzo immane, distolse lo sguardo e lo puntò verso il preside, che la stava guardando in modo comprensivo e felice quasi.
- Grazie, Signor Preside. – Narcissa non riconobbe la sua voce, sembrava un’eco lontano, quasi privo di vita, ma allo stesso tempo pieno e intenso.
- Madre… - la chiamò un Draco, leggermente esitante, mentre si avvicinava a lei, portandosi dietro una certa Grifona.
Narcissa alzò un sopracciglio, incuriosita da quella vicinanza, e guardò il figlio eloquentemente.
Draco si limitò a scrollare le spalle.
- È una lunga storia. – borbottò, senza troppa convinzione.
- Piacere. – mormorò Hermione, cercando di essere gentile, anche se quella donna la metteva in soggezione.
La donna la fissò guardinga, senza dare alcuna risposta o alcun cenno, per poi distogliere l’attenzione e i suoi occhi, come se fossero stati calamitati, si soffermarono un’altra volta su Allyson.
Dicono che gli sguardi non facciano rumore, ma in quel momento lo scontro con le loro iridi, sembrò quasi provocare un suono. Narcissa sobbalzò quasi, nel riscontrare la freddezza di quello sguardo, che, se prima era solo indifferente, adesso sembrava studiarla con una tale intensità da farla rabbrividire.

Per Salazar, come gli assomiglia…

Le vennero le lacrime agli occhi a quel pensiero, bruciavano agli angoli delle sue iridi, e pur con tutta la sua forza di volontà non riuscì a fermarle.
Non riuscì a fermarle perché non voleva.
Non riuscì a fermarle perché non ci riusciva.
Per sedici anni aveva impedito agli occhi di conoscere quel sollievo.
Adesso non ci riusciva più.
Perché ora, dopo sedici anni, aveva l’occasione di rimediare.
Dopo sedici anni, aveva l’opportunità di guardare ancora quelle iridi argentate così uguali a quelle del fratello…

Fratello.

Come avrebbe reagito Draco?
Non riuscì neanche a pensarci, perché la voce del preside si fece strada tra le sue orecchie.
- Lei è la nuova studentessa, Narcissa. – probabilmente Silente glielo aveva detto non per cattiveria, ma per giustificare lo sguardo della donna nei suoi confronti e non far insospettire nessuno.
- Si chiama Allyson. Allyson Starr. – continuò con voce profonda e gentile.
Ma non ricevette risposta.
Tutto quello che ricevette fu un singhiozzo strozzato sul nascere, ma non abbastanza in fretta per non poterlo udire.

Allyson…

Non credeva che l’avrebbero chiamata così. Quando Narcissa aveva abbandonato la sua bambina, aveva lasciato il nome, Allyson appunto, su un foglietto di carta, nella culla.
Eppure era sicura che non avrebbero mai accolto la sua richiesta e i genitori babbani avrebbero scelto un altro nome.
Le lacrime, ormai inarrestabili, si fecero strada sul suo viso, e Narcissa vide gli occhi di Allyson aggrottarsi, mentre la guardavano leggermente confusi.

Sua figlia.

- Lily… - sussurrò Narcissa.
Forse non avrebbe dovuto dirlo. Forse non avrebbe dovuto chiamare sua figlia in quel modo. Eppure fu come un impulso. Fu come una sete improvvisa, come l’acqua ghiacciata in un giorno afoso d’estate.
Fu qualcosa che neppure oggi potrebbe riuscire a descrivere.
Come una pietra che rotola via, quella parola, quel soprannome, scivolò fuori dalle sue labbra.

Lily…

La chiamava sempre così. Per quel poco che l’aveva tenuta con sé, aveva preso la tendenza ad abbreviare il suo nome. Come se in questo modo potesse avere qualcosa di lei, da tenere solo per sé.
- Lily… - Gli occhi di Allyson si spalancarono nell’udire quella parola, ma Narcissa non ne fu neanche tanto sicura perché ormai le lacrime le offuscavano interamente la vista.

No.

Scosse la testa e frenò le lacrime.

Una Malfoy non piange.

Non davanti a tutti perlomeno.
- Madre. – Sentì il figlio poggiarle una mano sulla spalla e dalla sua presa si rese conto che era preoccupato.

Ma non le importava.

Si scostò immediatamente, con l’intenzione di uscire dalla Sala Grande, senza guardare nessuno, cercando di non guardare lei, nemmeno per un attimo.
Ma nel farlo, urtò Hermione che era così stranamente appiccicata al figlio, che prima o poi avrebbe dovuto spiegarle il significato di “è una lunga storia”; la Grifondoro spalancò le iride dorate nel notare il rossore che contornava le pupille di Narcissa, ma non disse niente, perché la donna con un’occhiata gelida si scostò da lei e se ne andò definitivamente, lasciando Hermione con la domanda pressante nella sua testa che si chiedeva da cosa fossero scaturite quelle lacrime.
Se in quel momento avesse guardato il volto di Allyson, sempre così freddo e controllato, ora invece contratto in una smorfia di dolore, probabilmente avrebbe trovato risposta alla sua domanda.
 
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Sono strani gli scherzi della vita.
Strani e incomprensibili.
Aveva fatto di tutto per dimenticare quella stupida parola, e adesso il mormorio della donna le aveva riportato in mente tutto.

Lily.

I suoi genitori non abbreviavano mai il suo nome. Le avevano detto che un nome così bello non aveva bisogno di un soprannome; anche tutti i suoi amici la chiamavano per nome intero, ma forse questo era dovuto al fatto che Allyson li avrebbe letteralmente uccisi se avessero provato ad affibbiarle un nomignolo.

Lily.

Nonostante questo, quella piccola parola a volte faceva spesso capolino nella sua mente, quel soprannome affettivo che costantemente si era chiesta perchè qualcuno avrebbe dovuto chiamarla così.
Ma non aveva mai sentito quello che invece adesso le attorcigliava lo stomaco.
Si sentiva bruciare; sentiva qualcosa del suo corpo che cedeva e non si rendeva conto di cosa. 
Solitamente riusciva sempre a controllare le sue emozioni e a essere indifferente a tutti i turbamenti che le si presentavano davanti.
Ma adesso…adesso sentiva il cervello scollegarsi dal corpo e andare in stan-by.
Per un istante non vide niente.
Se non i contorni scuriti e poi, senza neanche volerlo, ricordò.
 
La donna se ne stava seduta su una piccola sedia a dondolo artigianale, avvolta in un morbido vestito color pesca mentre con delicatezza ed estrema raffinatezza coglieva dei piccoli fiorellini azzurri come i suoi occhi. Al suo fianco, una neonata si svegliò improvvisamente cominciando a piangere. Un sorriso di piena e totale felicità incurvò le labbra della donna che divenne ancora più bella, contagiando in qualche modo anche la piccolina che smise immediatamente di piangere e le sue lacrime scivolarono via dagli occhi, che si rivelarono essere vispi e acuti. L’elegante signora si alzò mostrando un fisico perfetto e la presa in braccio con dolcezza, cullandola come solo una madre sa fare.
- Dormi, Lily. – un sussurro, mormorato con serenità, una voce calda e confortante, di una melodia unica, una favola raccontata con dolcezza.
La piccolina chiuse gli occhi nuovamente, lasciandosi addormentare da quella donna così dolce e bella.
 
 
Lily…

Boccheggiò in cerca di aria, come se fosse riemersa da un incubo.
Gli occhi guizzavano in ogni parte della stanza, come per assicurarsi di essere davvero lì, al sicuro.
Si strinse le braccia, accorgendosi di tremare, una delle poche volte della sua vita.
Improvvisamente sentì dentro di lei un impulso, qualcosa addirittura più grande della sua testa, più grande della sua mente e del suo corpo. Un impulso intenso e micidiale che chiedeva, che supplicava:

Mamma.
 
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- Dove diavolo è andata?
Un Draco Malfoy preoccupato Hermione non era sicura di averlo mai visto.
- Magari potremmo andare… - cominciò con voce incerta, tentando di dargli una mano.
- E’ mia madre Mezzosangue! Non ho bisogno dei tuoi consigli!
- Scusa tanto se cercavo di aiutarti, viscida serpe! – Quello probabilmente era la prima vera discussione che facevano dopo vari giorni.
Draco appena aveva visto la madre scomparire dal suo campo visivo si era deciso a seguirla, portandosi dietro la ragazza, che era ancora confusa per gli occhi arrossati di Narcissa.
Non aveva fatto neanche in tempo a voltarsi verso i suoi amici, perchè Draco l’aveva trascinata via senza troppi complimenti.
- Ci sarà mai un modo per zittirti?
- Senti chi parla! Io volevo solo aiutarti.
- Beh…non voglio il tuo aiuto!
- Sei…sei…non ho neanche più parole per definirti! Non ascolti mai!
- Senti Mezzosangue, vedi di offenderti in un altro momento…
Troppo presi a battibeccare non si accorsero che una figura camminava frettolosamente verso di loro.
Se ne accorsero soltanto quando Hermione si ritrovò bagnata dalla testa ai piedi.
- Oh, scusa Hermione!
Luna, con una bacinella d’acqua ormai vuota, la guardava con un’espressione dispiaciuta sul volto.
- Mi dispiace, Hermione. Il rospo di Neville sta male e ho sentito dire che i rospi hanno bisogno dell’acqua fredda, così io e Neville lo abbiamo messo in una bacinella, per vedere se ristabiliva la salute.
Nonostante fosse la più grande cavolata che avesse mai sentito, la Grifondoro si costrinse a sorridere, anche se indispettita, e agitò la mano, come a far segno che era tutto a posto.
- Tranquilla, non è niente. Però posso sapere perché ti sei portata il rospo dietro?
- Non potevo lasciarlo da solo coi Nargilli! – esclamò spaventata la bionda.
- Uhm…beh, immagino che siano pericolosi e…
- Pericolosissimi!
Le mani di Luna si serrarono intorno alla bacinella, come a voler proteggere il piccolo animaletto.
- Guarda Hermione. – senza esitare un minuto, Luna prese la mano di Hermione e la trascinò in un angolo della scuola, leggermente nascosto alla visuale di chiunque passasse di lì.
Draco fu costretto a seguirle. Cominciava già a perdere la pazienza anche se la vista della Mezzosangue conciata in quel modo non gli dispiaceva affatto. Sarebbe scoppiato a ridere, se questo non avesse compromesso la sua immagine; ultimamente sorrideva sempre troppo in sua presenza, avrebbe dovuto darsi una regolata, altrimenti avrebbero pensato che lui e la Mezzosangue fossero amici. Amici! Che assurdità…
- Li vedi, Hermione?
- Luna, io non vedo nulla.
- Sono lì, Hermione. Guarda, i nargilli!
- Ma certo, Mezzosangue! Quei cosi, lassù! Non li vedi?
Hermione si voltò verso Draco che con lo sguardo le stava praticamente dicendo: “Reggimi il gioco e liberiamoci di questa matta!”
- Oh…è vero! Li…li vedo. – mentì Hermione.
- Visto? – esclamò Luna entusiasta.
- Già, che creature…affascinanti… - mormorò la Grifondoro a disagio.
- Beh, io devo andare. Porto il rospo a Neville!
Hermione non fece in tempo a salutare, che uno starnuto bloccò le sue parole sul nascere.
- Etciù! – La ragazza tirò sul col naso, tossicchiando.
- Hei! Non farti venire l’influenza, Mezzosangue!
- Come se io potessi farci qualcosa, Mal…Mal – Non finì la frase che un nuovo starnuto la colse impreparata. Cominciò a tremare infreddolita, cercò la sua bacchetta per asciugarsi, ricordandosi solo in quel momento che non l’aveva portata con sé.
- Mezzosangue, asciugati, sennò mi attacchi i germi!
- Non ho la bacchetta. – gracchiò. Sotto quella affermazione si celava una richiesta, ma Hermione si sarebbe masticata la lingua, piuttosto che chiedere a Draco di aiutarla.
- Neanch’io. – replicò Draco, che sembrava parecchio infastidito.
- Andiamo nei sotterranei a prenderle. – propose Hermione, mentre stava per starnutire di nuovo.
- No.
- E allora che diavolo vuoi far..MALFOY!
Il Serpeverde in questione si era appena tolto il maglione, rivelando di indossare solo una camicia candida e leggera.
Gliela porse non tanto gentilmente, mentre cercava di evitare il suo sguardo.
- Prima che arriviamo ai Sotterranei, sarai già malata. Prendi la mia maglia e basta, anche se questo va contro i miei principi.
- Oh.
La studentessa più brillante di tutta Hogwarts davanti a quel gesto di gentilezza non riuscì a pronunciare altro.
- Ma tu avrai freddo… - tentò di protestare, nonostante stesse tremando.
- Sono abituato al freddo. – fu il suo unico commento.
- Grazie. – Hermione afferrò la maglia e mentre sentiva il sangue affluire sulle guance, un nuovo starnuto la colse, stavolta più potente.
- Merlino, sbrigati! Di questo passo ti ammali veramente!
- Preoccupato, Malfoy?
- Sì, per me. Hai la minima idea di cosa succederebbe se tu prendessi la febbre e io stasera dovessi dormire nel letto con te? Sarebbe…orribile!
Hermione spalancò le iridi, indignata. Era solo per questo che le aveva prestato il suo maglione…
 
Brutto…Brutto…E io che mi lascio fregare!
Ma poi cosa me ne importa?!?
 
- Ti metti la maglia sopra i vestiti bagnati?
La Grifondoro, infatti, troppo arrabbiata per riflettere, non aveva considerato il fatto che avrebbe dovuto togliersi gli altri indumenti.
- Oh…Beh..io… - alternò lo sguardo da Malfoy alla maglia, poi decise. – Voltati. – ordinò.
Il Serpeverde sbuffò, sapendo che avrebbe detto una cosa simile, e pur contro la sua volontà si girò, senza protestare. Cominciava già a pentirsi del suo gesto, che neanche lui aveva la minima idea di come gli fosse venuto in mente. L’aveva fatto solo perché non voleva ritrovarsi con la febbre, mica per gentilezza…
Passò 1 minuto, 1 minuto e mezzo, 2....E a quel punto la pazienza, la poca pazienza, che Draco aveva, si esaurì del tutto.
- Mezzosangue, hai fat… - Draco Malfoy quando si stufava di aspettare, aveva la pessima abitudine di interrompere la sua attesa, spesso nei modi più inopportuni.
In quel caso aveva voltato lo sguardo proprio quando Hermione aveva sfilato l’ultimo vestito, rimanendo in reggiseno e si stava infilando la maglia di Draco in quell’istante.
Non è che vide un granché, ma quello che vide bastò per far diventare Hermione un pomodoro e a lui fischiarono le orecchie, piccola cosa che gli succedeva sempre quando era a disagio.
Il petto della ragazza si gonfiò di rabbia e di vergogna, sbuffò come per trattenersi, ma all’ultimo momento sembrò cambiare idea, a giudicare dal suo grido.
- GIRATI IMMEDIATAMENTE, MALFOY! IMMEDIATAMENTE! – il suo urlo si propagò per le mura di Hogwarts e Draco si chiese come potessero le sue orecchie funzionare ancora.
- Su, Mezzosangue. – replicò Draco voltandosi di nuovo. – Che bisogno hai di nasconderti? Tanto ho già visto tutto ogni volta che sei stata nel mio letto.
Ok, a questo punto una parentesi è d’obbligo.
Una frase del genere poteva sicuramente essere equivocata, ma sia Draco che Hermione sapevano alla perfezione che la ragazza non era stata nel suo letto “in quel senso”, bensì per la punizione che era stata loro inferta dalla McGranitt.
Peccato che una frase del genere fosse equivocabile per chiunque l’ascoltasse.
E ovviamente anche per il Professor Piton.
Ora è necessario porre una domanda.
Cosa penserebbero tutti gli essere umani, vedendo due adolescenti (che, come si dice, hanno gli ormoni impazziti), semi-nascosti dietro una colonna, uno con solo una camicia bianca e l’altra semi-nuda, mentre si infila un maglione alla svelta (tra l’altro NON suo), con i capelli scompigliati e le guance arrossate? E soprattutto cosa penserebbe chiunque dopo aver sentito la frase di Draco, che alludeva a un Hermione che era stata nel suo letto?
- Non…non è quello che sembra! – trillò Hermione, con voce acuta, mentre finì di mettersi la maglia (alla rovescia, tra l'altro).
- Professore, davvero, non è quello che sembra. – le diede man forte Draco.
Lo sguardo impassibile di Piton probabilmente era il frutto di una paralisi facciale, oppure era il risultato di un adeguato allenamento per non perdere il controllo di fronte a certe situazioni, che, chissà come mai, capitavano sempre a lui.
- Non voglio saperne niente.
- No! Non è quello che può sembrare! Io…Lui…Il rospo mi ha bagnata e Draco mi ha dato la sua maglia, ma non potevo metterla sopra i vestiti bagnati, no? – strillò isterica, Hermione.
- Le vostre…ehm…macchinazioni sessuali non mi interessano e nemmeno i vostri … accessori a forma di rospo. E ora andatevene prima che decida di togliere 100 punti a Grifondoro, invece di 50!
- Cosa? Ma noi…
Le parole di Hermione furono completamente ignorate dal professore che se ne andò borbottando.
- I giovani…chissà che hanno inventato con i rospi…sono proprio degli svergognati! – A quella frase Hermione andò in ebollizione.
- Ma…ma…ma…
- Ma…ma…ma…
- Mezzosangue, cambia disco. Che vuoi che sia? Figuriamoci se Piton lo va a dire a qualcuno…
- Ma… - Lo sguardo lucido che Hermione gli lanciò lo destabilizzò un po’.
- Ma… - lo afferrò per la camicia, come se volesse sballottarlo ma non avesse la forza per farlo.
- Ehm…Granger? Tutto bene?
- Voglio morire! – fu con quell’urlo isterico che lo allontanò con violenza e corse a rinchiudersi nella porta più vicina, lasciando fuori Draco, che stavolta si guadagnò una bella capocciata.
 
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Non era stato difficile trovarla.
Le era bastato seguire l’istinto, strumento infallibile che l’aveva sempre accompagnata per tutta la sua adolescenza.
Per questo quando Allyson aprì una vecchia aula non fu sorpresa di trovarci Narcissa. Si avvicinò lentamente senza il minimo rumore, non aveva intenzione di farsi scoprire, eppure nonostante il suo passo da gatto, la donna parve accorgersi comunque della sua presenza.
- Lo so che sei qui. – mormorò con voce asciutta.
Allyson aggrottò le sopracciglia, nessuno si accorgeva mai della sua presenza, se non era lei la prima a rivelarsi.
- Chi sei? – la voce glaciale e dura le uscì involontariamente e un po’ se ne pentì, anche se non lo diede a vedere.
Narcissa piantò gli occhi blu nei suoi.
 
Poteva fare  così male uno sguardo?

Quando parlò la sua voce era stanca, lontana, come se provenisse da un’altra stanza.
Era intrisa di una malinconia e di una profonda tristezza, che forse non avrebbe trovato mai pace.
- Vuoi davvero saperlo?

 
 
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Saaalve!
Ehm….Uhm….Ok, mettete giù quelle mazze da baseball…E anche quei coltelli, mi state spaventando…No! No, dove volete andare voi con quei forconi?!?!?
No, no, noooooooo!!!!!!!!!!!!!
 
Ok, riproviamoci….Salve a tutti! (Non ho ancora visto nessuna mazza, forse è un buon segno), ecco io…Ah! Un imboscata!
NOOOOOOO!
 
PERDONO!!!!!
Davvero, mi sento un vero schifo, io…non ho parole per scusarmi! :( Sappiate solo che appena questa cavolo di scuola finirà vi PROMETTO che sarò molto più regolare con gli aggiornamenti, davvero.
Passiamo alla storia, comunque.
 
Punto 1: Non ho molto da dire su questo capitolo….direi….che parla da sé.
Ci stiamo avvicinando al momento della rivelazione!
Ok, sento già che qualcuno tra di voi mi sta mandando maledizioni Cruciatus, perché vi ho lasciato così in sospeso…Ma no…Di sicuro mi sbaglio…La situazione di Allyson si sbloccherà a breve, ormai manca davvero poco…
 
Punto 2: Draco e Hermione come al solito combinano disastri e il Professor Piton si ritrova sempre in mezzo, come suo solito xD Vi è piaciuta la scena?
 
Punto 3: Mi dispiace dare questo avviso, ma non so se entro una settimana riuscirò ad aggiornare. Per i prossimi 7 giorni avrò 8 interrogazioni, e credo che non avrò il tempo di scrivere nulla. Quindi vi avverto già da subito che, purtroppo, anche per il prossimo capitolo potrebbero esserci ritardi.
Mi dispiace tanto, davvero :(
 
Comunque spero che questo capitolo vi piaccia e che non abbia deluso nessuno :) Spero che lascerete un piccolo commento, anche negativo.
Ringrazio tutti coloro che hanno messo la mia storia tra le seguite/le preferite/le ricordate ma soprattutto quelle 6 dolcissime ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo: SWAMPY, Harry Potterish, Black_Yumi, holly715, UraniaSloanus, _Crizia_ e Serpe_
Davvero, grazie, grazie, grazie, di cuore per le vostre recensioni, mi hanno fatto molto piacere! ^_^ Scrivere per voi è un onore :D
Al prossimo capitolo cari lettori!
Al prima possibile,
flors99
  
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