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Autore: Aniel_    28/05/2012    6 recensioni
Raccolta di one shot incentrate sui prompt della tabella 30 volte il primo bacio.
Pairing presenti nella raccolta [aggiornerò man mano]: Dean/Castiel (la maggioranza immagino), Dean/Lisa, Dean/Jo, Sam/Genevieve, Dean/Danneel, Dean/Tessa [...]
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Un po' tutti
Note: Lemon, Lime, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni, Contesto generale/vago
Capitoli:
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Autore: Aniel_
Fandom: Supernatural
Titolo
The taste of your lips and the touch of your tongue, that was wonderful.
Titolo capitolo: Non sono un'isola
Personaggi: Dean, Castiel, Sam, Bobby
Pairing: Dean/Castiel
Raiting: verde
Genere: introspettivo, sentimentale
Prompt: day 2. Un bacio sussurrato
Avvertimenti: slash, lime, one-shot, spoiler sesta stagione
Note: bentrovati alla seconda one-shot. Le precisazioni sui riferimenti le troverete alla fine del testo. Spoiler per chi non ha visto la sesta stagione, quindi attenzione! Buona lettura, e se vi va, lasciate pure un commento! Enjoy, E.
Disclaimer: Supernatural non mi appartiene, per questo invidio il Dio Kripke, unico detentore di tanta meraviglia. Mi piacerebbe possedere Dean e Cas - in tutti i sensi possibili-, ma purtroppo anche loro non mi appartengono!



Non sono un'isola.



Ti gira la testa.
No, non gira. Il verbo girare non è che un pallido e del tutto poco appropriato eufemismo. Diciamo anche che la tua testa ha comprato un biglietto per le montagne russe di Disneyland, con giri della morte ogni 4,2 secondi.
4,2 secondi è anche il tempo che passa ogni qualvolta un uomo dice una stupidaggine, una donna lo sente e lo punisce. Anche se una volta ogni 6,3 secondi un uomo dice una stupidaggine, un altro uomo lo sente e lo punisce.
[1]
Si, ma questa è un'altra storia. Un'altra storia che però rende alla perfezione l'idea.
Ti fanno male i polsi, imprigionati da corde strette che impediscono al tuo sangue di circolare. E ben ti sta cazzo, perché se non fosse stata per l'attitudine del tuo sangue di condensarsi sei posti più sbagliati, ora non saresti in questa situazione.
Alla fine è sempre colpa del tuo uccello, e della tua bocca larga. Soprattutto della tua bocca larga.
«Diciamo che questo giochetto erotico lo avevo immaginato diverso» commenti a voce alta, cercando di smorzare la tensione, così spessa nell'aria che potresti addentarla.
Si, forse hai anche una gran fame, ma meglio non pensarci.
L'angelo seduto dietro di te non risponde, è immobile come una fottutissima statua di marmo; neppure le sua mani, che riesci a toccare con le tue, accennano a muoversi. Non puoi vederlo, ma sai che sarà con la schiena curvata e il viso abbassato, nella tipica posa da angelo afflitto sofferente versione standard.
«Cas?» lo richiami, strattonando inutilmente le corde.
«Non abbiamo niente da dirci, Dean» risponde secco l'altro, con una stizza che non avevi mai sentito prima nella sua voce monocorde.
E no, non riesci nemmeno a biasimarlo, non riesci a sfornare l'ennesima scusa come il moccioso non capisce e se la prende troppo. Non funziona.
Assumiti le tue responsabilità: hai sbagliato, hai aperto la tua dannata boccaccia larga e lo hai ferito.
Hai ferito Castiel, un pennuto angelico che ti ha dato tutto e che ti ha permesso di aprire la tua anima come non facevi da tempo, molto tempo, da quando ti facevi coccolare ancora tra le braccia di Mary.
Lo hai ferito dopo aver fatto l'amore, e ti maledici nel profondo perché quando si tratta di lui, del tuo angelo, non riesci a pronunciare parole come solo sesso. No, tu e Castiel fate l'amore.
Chiaro.
Sei diventata una ragazzina sentimentale, tanto vale farti crescere i capelli, farti le trecce e affittare una stanza a Villa Amore - la migliore villeggiatura per le coppie innamorate dal 1970 in Iowa.
In tutta onestà, sai bene che il passo è prossimo: tra poco vi ritroverete nudi in una stanza a lavorare la creta alla Swayze[2]. Ed è imbarazzante, cazzo se è imbarazzante!
Ma adesso non sai se succederà, dato che quel gallinaceo ti ha confessato le due paroline alle quali sei allergico e che, secondo i tuoi canoni, mai nessuno dovrebbe usare rendendo così il mondo un posto meno incline ai fiori e al cioccolato - un luogo in cui tutti sono magri, ti dici- e tu, da bravo gentiluomo cazzuto, con un coraggio da braveheart, hai risposto "wowo vacci piano tigre, noi...Cas...andiamo, sono solo scopate."
Quando hai pronunciato quelle parole, qualcosa dentro di te è andato in frantumi e quello che hai letto negli occhi di Cas è stato... beh, diciamo solo che se Sam avesse assistito alla scena ti avrebbe pestato come se non ci fosse un domani, anche se al momento il tuo fratellino non gode dell'anima incorporata.
E ovviamente, dato che donne non ne vedi da un po', 6,3 secondi dopo un'orda di demoni vi ha presi, impedito a Castiel di attuare i suoi trucchetti angelici da prestigiatore e legati ad un palo di una sudicia fabbrica che odora di muffa e di...meglio non saperlo.
«Cas senti...mi dispiace ok?» ritenti, sperando che ti stia a sentire, «è che non sono abituato a quelle parole, non mi piace sentirle e non perché non mi piacciano di per sé, ma perché...non lo so. Sono fatto così. E quello che ti ho detto non lo pensavo sul serio, lo sai. Lo sai?»
Sei pessimo. Anche nelle scuse.
E lui non risponde e tu vorresti urlargli addosso perché sai che quelle spalle si saranno curvate ancora di più, sconfitte e tristi. E quando Sam e Bobby arrivano a liberarvi, una parte di te vorrebbe tanto urlare "lasciatemi qui, sono un coglione e me lo merito".
 

*°*°*°*

 
La stanza al piano di sopra è fredda, è spoglia. Senti freddo, ma non è quel genere di freddo che puoi placare con una coperta. E' il freddo di chi si sente in colpa.
Senti Sam e Bobby parlare al piano di sotto, ad alta voce, e quindi anche volendolo non riusciresti comunque ad addormentarti.
Castiel è sparito non appena tuo fratello lo ha liberato, ringraziandolo velocemente e non degnandoti neppure di uno sguardo.
E anche se è lui al momento quello ferito, non hai potuto fare a meno di sentirti nello stesso medesimo modo. Per la prima volta, nella tua testa bacata, aleggia il pensiero che dopo quell'ennesima cazzata, lui vorrà mantenere le distanze.
E quindi niente più baci, niente più carezze, niente più viaggetti in macchina quando Sam dorme o fa finta di dormire o esce chissà dove, onestamente non ti importa più.
Sam ti tiene nascoste troppe cose, ed è sempre così strano che a volte non vedi l'ora di scivolare tra le braccia e tra le gambe del tuo angelo.
E quel fottuto pennuto è in guerra e rischia grosso, ma quando ne hai bisogno non ti lascia mai solo.
Ti chiedi persino se sia questo l'amore: qualcuno che non ti abbandona mai e che trova tempo per te anche quando non ne ha per se stesso.
«Cas?» mormori, perché non vuoi farti sentire da nessun'altro che non sia lui, «Cas potresti svolazzare qui per favore? Ho bisogno di parlarti.»
Un minuto. Nessuna risposta.
Cinque minuti. Nessuna risposta.
Dieci minuti. Nessuna risposta.
Se non lo conoscessi diresti che il ragazzo è impegnato, ma la verità è che non vuole parlarti. Così cerchi di ignorare quel groppo in gola che ti ostruisce le vie respiratorie. Deve essere il cuore, presumi.
«Ok, resta pure dove sei, non importa. Se le bat-chiamate funzionano, potrai sentirmi anche da qui» annunci, e ancor prima che te ne renda conto stai già misurando la stanza a grandi passi, «non sono solo scopate Cas. Lo so io. Lo sai tu. Lo sanno tutti, o meglio, tutti quelli che sono a conoscenza della situazione. E' solo che...non mi piace dover dipendere da qualcuno, e che quel qualcuno diventi la mia debolezza. Non so, forse dipende da mio padre che mi ha cresciuto con il cip siamo come isole, nasciamo soli e senza ombra di dubbio moriamo soli[3], io non lo so, ok? Ma quel cip sarà diventato difettoso perché ne ho bisogno Cas. Voglio che tu venga qui perché io ne ho bisogno. Hai capito?»
Un minuto. Nessuna risposta.
Cinque minuti. Nessuna risposta.
Dieci minuti. Nessuna risposta.
Ti si spezza il cuore perché pensavi che sarebbe venuto, alla fine. Ti sbagliavi, sbagli sempre, perché dovresti stupirtene proprio adesso?
Ti volti e non riesci a capire quando sia successo, ma è comparso e ti ha abbracciato, uno di quegli abbracci intimi e improvvisi che smorzano il respiro. Ti chiedi da quanto fosse dietro di te, ma tutto perde importanza quando il tuo angelo poggia le sue labbra sulle tue, in un tocco così leggero che non sei neanche sicuro se vi stiate baciando o semplicemente respirando l'uno contro l'altro. E' un bacio sussurrato, uno di quelli che non implicano parole o gesti perché non vuole farsi sentire da nessuno, e dice già tutto in pochi attimi.
«Va tutto bene» mormora Castiel al tuo orecchio, e quelle parole ti fanno sentire protetto e meno solo, «se lo vorrai, io mi prenderò cura di te e non ti lascerò solo. Non sei un'isola, Dean.»
Non sono un'isola.
Lo stringi ancora un po', senza dire una parola e lui sembra capire. Dopotutto, che male c'è ad essere felici, solo un po' in questa vita che ti ha portato solo dolore?
Non sono un'isola. Sono una persona.
Sorridi perché quel pennuto ti ha contagiato, e adesso anche tu ti ritrovi a sottolineare l'ovvio.
Ma ci farai l'abitudine.

 FINE






 

 [1]. Citazione Scrubs-Medici ai primi ferri. [Episodio 5, stagione 1. I miei due padri]
 [2]. Citazione del film Ghost- Fantasma (1990)
 [3]. Citazione Scrubs-Medici ai primi ferri. [Episodio 4, stagione 3. La mia serata fortunata]

 
 
 
 
 
   
 
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