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Autore: Hiraedd    28/05/2012    3 recensioni
A volte capita che il Capitano Grifondoro si ritrovi tra le mani uno strano enigma chiamato Dorcas Meadowes, che in sei anni gli ha rivolto la parola tre volte al massimo, tutte nel giro dell’ultima settimana.
Può anche capitare che un Serpeverde solitario e innocuo inciampi in una maschera che non nasconde solo un volto, ma un mondo intero. Perchè Benjamin odia Caradoc Dearborn, sia chiaro, e quegli occhi dorati non gli fanno alcun effetto. Forse.
Oppure può succedere che il Caposcuola sia innamorato da anni della sorellina del proprio migliore amico, che ha perso la testa per un Auror di stanza in Polonia, e abbia una fottuta paura che Edgar lo scopra e lo torturi perché no, quelli che fa verso Amelia sono tutto fuorché casti pensieri d’amicizia.
Per fortuna, però, che c’è Hestia Jones, deputato diario segreto degli studenti del settimo anno, che tutto osserva nonostante, a conti fatti, non distolga nemmeno per un secondo lo sguardo dal suo adorato fidanzato, il Prefetto Sturgis Podmore.
*
Siamo ad Hogwarts, è l’autunno 1969 e la guerra è già più vicina di quanto non sembri.
*
Altri personaggi: Gideon Prewett, Kingsley Shacklebolt, Sturgis Podmore, Amelia e Edgar Bones.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Benjy Fenwick, Caradoc Dearborn, Dorcas Meadowes, Fabian Prewett, Hestia Jones
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'oltre il fuoco comincia l'amore'
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NOTA DI REVISIONE: questo capitolo è stato betato da highwaytohell_, che ringrazio.



 CAPITOLO 4
 


Essere Hestia Jones non era facile.
 
Era la Corvonero a cui mancava tanto così per essere un'ottima Grifondoro, la ragazza del Prefetto, quella con il sorriso perennemente sulle labbra e le guance rosee per l'allegria quasi perpetua, la lunga treccia da una parte e la lingua tagliente.
 
Per tutti questi motivi, e molti altri di secondaria importanza, Hestia Jones non doveva mostrarsi toccata dalla sconfitta.
 
Certo, quella era la teoria... la pratica avrebbe potuto essere un po' più difficile.
 
 Sturgis le passò accanto facendole l’occhiolino, e se normalmente ciò sarebbe bastato a farla sorridere dolcemente in quel momento riuscì a strapparle poco più che una smorfia avvilita.
 
<< Dai, Jones, ti rifarai! >> la sorprese alle spalle Gideon Prewett consolandola con una pacca sulla spalla << Ti sei battuta benissimo >>.
 
<< La fai facile tu, hai vinto contro quel maialino arrosto della Carrow >> scrollò le spalle e cercò di mascherare malamente il tono indispettito.
 
<< In realtà era distratta dalla mia bellezza >> precisò il ragazzo con un sorrisetto divertito << Un'arma che tu non potevi usare con la Rosier >>.
 
La Jones storse ancora le labbra, poco convinta.
 
<< Spero che tuo fratello non conti di distrarre la Meadowes come tu sostieni di aver fatto con la Carrow... >>
 
<< Dor non è esattamente il tipo di persona che si lascia distrarre da un bel sorriso >> li interruppe una voce da dietro, facendoli sobbalzare entrambi  << Soprattutto non se c'è in gioco così tanto >>.
 
Gideon Prewett si voltò verso Benjy Fenwick. Il Serpeverde teneva lo sguardo fisso intensamente sulla ragazza dai capelli biondi che, al centro della stanza, si stava inchinando d'innanzi al suo avversario.
 
<< Ti pare che in gioco ci sia tanto? >> gli chiese in risposta Prewett indicando i duellanti.
 
<< Non per me, forse. Ma per lei... >>
 
Era incredibile, pensò Hestia, come quel ragazzo riuscisse a mettere così poca enfasi nelle proprie parole. Le faceva apparire disinteressate, come messe l'una dietro l'altra per puro caso.
 
Non le era mai andato a genio, quel Serpeverde.
 
Cioè, in linea di massima non le andavano a genio i Serpeverde, ma quello in particolare aveva qualcosa di così inquietante da metterla in soggezione. Le dava l'idea, Benjy Fenwick, di essere come uno di quei serpenti rinchiusi in teca in uno di quei serpentari Babbani, quelli che pensi non ti potrebbero mai attaccare.
 
Eppure, si diceva Hestia, doveva pur avere qualcosa di Serpeverde in quella testolina sempre chiusa, oltre quello sguardo così scuro da sembrare nero, altrimenti non sarebbe finito nella casa delle serpi. Doveva pur esserci, un motivo. E il fatto che questo motivo fosse nascosto, che non fosse sbandierato ai quattro venti come nel resto dei rappresentanti della sua casa -l'assoluta bastardaggine di Dolohov, la cattiveria intrinseca nella Carrow, il menefreghismo da gatta tipico della Rosier-, le metteva ancora più paura.
 
<< Fenwick, sei venuto a vedere la tua ragazza fatta a pezzi da un Grifondoro? >>.
 
A sua discolpa andava detto che non aveva intenzione di metterla giù così cattiva. La verità era che quel ragazzo le dava sui nervi. Troppo calmo, posato, ma non della placida tranquillità tipica di Kingsley.
 
Fenwick era come una casa senza porta*... e questo era decisamente irritante.

 
*

 
Dorcas impugnò la bacchetta quando Sturgis disse "due", di qualche secondo appena preceduta da Fabian Prewett.
 
Al "tre" vide Fabian esitare riguardo alla posizione da prendere nei suoi confronti: lasciare che lei attaccasse per prima e assumersi il ruolo di cavaliere oppure mandare al diavolo ogni cortesia e attaccarla per primo, per arrivare più in fretta al cuore del duello e del divertimento?
 
Con un sorriso quasi divertito assunse una posizione di difesa.
 
<< Everte Statim >>.
 
Con un leggero colpo di bacchetta, un Protego non verbale, respinse il colpo preparandosi ad attaccare.

 
*

 
Quando vide Dorcas Meadowes ritrarsi in posizione di difesa, il ragazzo quasi non riuscì a celare il sorriso di divertita accettazione che minacciò di incurvargli le labbra.
 
Era così tipicamente da Meadowes lasciare all'avversario il vantaggio del primo attacco! Fabian non riuscì a capacitarsi di aver creduto veramente alle parole di Fenwick, che guardandolo negli occhi gli aveva assicurato la sconfitta.
 
Gli facevano pena entrambi, la ragazza sempre silenziosa e ancora in lutto e il ragazzo solitario dal sorriso distante.
 
Fabian assunse la posizione di attacco, lasciando passare solamente qualche secondo prima di lanciare l'incantesimo che avrebbe sancito l'inizio del duello.
 
<< Everte statim >>.
 
Il vento non fece nemmeno in tempo a levarsi che uno scudo piuttosto potente si frappose fra lui e la ragazza, evocato velocemente da Dorcas con un leggero colpo di bacchetta. Un semplice colpetto con il polso, Fabian lo vide, e potè avvertire lo scudo ritrarsi.
 
Ma gli incantesimi non verbali non sono programma del sesto anno?
 
Questo pensiero bastò per mandarlo a gambe all'aria.
 
Evidentemente, o il programma di Difesa Contro le Arti Oscure è cambiato, o nella Meadowes c'è ben più di quel che appare.

 
*

 
Gideon  guardò suo fratello rialzarsi, gli occhi chiari ridotti in due fessure penetranti.
 
Con il primo attacco Dorcas aveva mandato Fabian a gambe all'aria insieme a tutti i suoi sogni di una vittoria facile.
 
Gideon aveva passato i successivi minuti dopo quella prima caduta con lo sguardo ben puntato su entrambi i duellanti, e aveva visto sul viso di Fabian passare dapprima lo sconcerto, poi una muta curiosità e solo infine, mentre si stava rialzando, la rassegnazione.
 
<< Expulso >>.
 
La sala assistette con il fiato sospeso alla lieve scossa elettrica che percorse la Corvonero. Gideon potè distintamente sentire il brusco sussulto di Fenwick, alle proprie spalle, quando la ragazza piegò le ginocchia per ammortizzare il colpo.
 
<< Lo sai >> disse in tono discorsivo rivolto al Serpeverde << Non dovresti prenderla così sul personale >>.
 
Benjy gli rivolse uno sguardo disinteressato, tornando con gli occhi ben puntati su Dorcas nel tempo di appena un battito di ciglia. In quello sguardo, Hestia lesse la voglia di rendersi imperturbabile e il fastidio di non riuscirci del tutto. Si stupì di trovarlo tanto in ansia.
 
<< Ma gli incantesimi non verbali non dovreste averli appena iniziati? >> domandò in tono quieto la ragazza, riportando l'attenzione al duello.
 
<< Dorcas riesce particolarmente bene in un paio di materie >> mormorò Benjy distrattamente.
 
Un secondo lampo dalla bacchetta di Dorcas, ma nemmeno una parola dalle sue labbra. Dal proprio punto di vista, Hestia poteva vedere tranquillamente l'espressione concentrata sul viso di Dorcas, attenta e vigile come quella di una gazzella che si senta minacciata dal leone.
 
*
 
 
Benjy Fenwick si chiese, e non per la prima volta da quando aveva stretto amicizia con Dorcas, chi mai glielo facesse fare, di supportarla ovunque.
 
Maledì per l'ennesima volta Podmore, Shacklebolt e i loro cosiddetti equi principi.
 
Sussultò sommessamente quando vide l'amica rimanere colpita dall'incantesimo di Prewett, un confringo di debole potenza puntato ai suoi piedi che le fece perdere l'equilibrio.
                                                                                                         
La vide a terra con una mano appoggiata al pavimento, come sostegno, e sentì le risate e gli sbeffeggiamenti del pubblico.
 
Vide Dorcas rialzarsi con dignità. La vide distogliere per un attimo lo sguardo dal proprio avversario, fissarlo sul gruppetto di persone che si era messa a ridere e trattenere un piccolo sorriso. Era davvero un sorriso autoironico, quello?
 
Benjy, stupito, scosse la testa trattenendone uno in risposta. Più di una volta in passato avrebbe scommesso la bacchetta di conoscere Dorcas Meadowes come le sue tasche. Se lo avesse fatto, spesso l'avrebbe persa.
 
<< Languelingua >>
 
Vide il lampo chiaro partire dalla bacchetta della sua migliore amica e capì, ancora prima di vederlo colpire Prewett, che sarebbe andato a segno.

 
*
 
 
Fabian capì di avere perso prima ancora di avere la lingua incollata al palato.
 
Lo capì non appena sentì la voce della ragazza, quella che per tutto il duello aveva rifiutato di usare.
 
<< Expelliarmus >>
 
A differenza dei duelli precedenti, nessuno esultò. Si spensero i risolini che prima avevano così inopportunamente ingombrato l'aria, calarono i commenti e tacquero le malelingue.
 
Benjamin Fenwick, dal suo posto accanto a Gideon e Hestia, scosse la testa rassegnato.


 
*

 
<< Quindi l'Amortentia genera in chi ne inala l'odore un senso diffuso di benessere. Per ogni individuo l'odore muta, corrispondendo a ciò che ama di più... >>
 
<< No, l'odore corrisponde a ciò che più ci attrae, non a ciò che amiamo >> la corresse Kingsley fermando per un attimo la propria Penna Prendiappunti.
 
<< Quanto sei puntiglioso, King, avresti dovuto finire tra i Corvonero >> si intromise Fabian, un sorriso divertito a schiarirgli il viso << O in un altro gruppo, magari con Stur e Gid >>.
 
<< Io sono Corvonero e non sono puntiglioso >> dichiarò Dearborn con quell'aria saputa che gli riusciva tanto bene  << e muoviamoci, tra due ore ho appuntamento con Martha Aiwarth >>
 
<< Un'altra? >> domandò Fabian << Sono quasi invidioso del tuo successo con le donne >>.
 
Kingsley soffocò un sorriso.
 
<< Che vuoi che ti dica, nessuna è mai riuscita a resistermi >>
 
<< Veramente, a quanto dice Sturgis, qualcuna l'ha fatto >> mormorò maliziosa la Jones, indicando con uno sguardo divertito il tavolo, insolitamente vuoto, di norma occupato dai due più famosi asociali di Hogwarts.
 
Caradoc aggrottò la fronte e guardò il tavolo incriminato con sguardo cupo.
 
<< Questo solo perchè è troppo impegnata con Fenwick. Ma se fossi arrivato prima io… >>
 
Fabian storse le labbra. Dal giorno del duello, la Meadowes compariva nei suoi pensieri un minuto si e l'altro anche.
 
Era strana, quella ragazza.
 
Aveva un sorriso diverso, sembrava quasi un incantesimo: lo vedevi soltanto quando era rivolto esclusivamente a te, proprio come una settimana e mezzo prima, in quella sala, quando porgendogli la mano la ragazza gliene aveva rivolto uno breve ma splendente.
 
<< Veramente non credo sia impegnata con qualcuno >> lo corresse la Jones.
 
<< Cosa? >> domandò Fabian preso alla sprovvista << Ma se sono sempre insieme! >>.
 
Hestia scoppiò a ridere.
 
<< Oh, questo non vuol dire assolutamente nulla! >>.
 
<< E tu come fai a dirlo? >>.
 
La ragazza scrollò le spalle.
 
<< Queste cose una donna le capisce >> rispose semplicemente << E quei due non stanno insieme, Fabian, più di quanto non ce la intendiamo io e te, te lo posso garantire >>.
 
<< Allora sta con qualcun altro >> asserì sicuro Caradoc, riprendendo a sfogliare svogliatamente il libro di pozioni << Altrimenti non si spiega perchè mi avrebbe dovuto rifiutare... non che mi importi, certo, gliel'ho chiesto per di più perchè mi fa pena, ecco, è così innocente... >>
 
Una risata dalla ragazza, un sorrisetto da Fabian e un'occhiataccia da Kingsley furono le reazioni che ottenne dagli amici.
 
<< Fossi in te non ne avrei tanta pena, Dorcas è tutto fuorchè ingenua >>.
 
Tutti e quattro sobbalzarono trovandosi davanti, sbucato fuori da dietro lo scaffale più vicino, Benjy Fenwick.
 
<< Non è leale, Fenwick, origliare le conversazioni private >> lo rimbeccò la Jones, profondamente irritata.
 
Il ragazzo si limitò ad un sorriso sardonico.
 
<< Serpeverde, ricordi? >> le chiese enigmatico << La lealtà è una questione di punti di vista >>.
 
Schivo ed elegante, il Serpeverde andò quindi ad accomodarsi al solito tavolo.
 
<< E comunque, non credo si possano definire totalmente private le conversazioni delle quali sei uno dei soggetti principali, Jones, correggimi se sbaglio >>.
 
Con queste parole Benjy sfoderò uno dei libri che teneva nella borsa e si chinò sul tavolo a leggerlo, come a voler tagliare fuori i presenti.
 
 << Alla fine avevi ragione, Fenwick >> lo sorprese dopo un po' la voce chiara e allegra di Fabian Prewett.
 
L'interessato, stupito, aggrottò appena la fronte.
 
<< La tua ragazza mi ha battuto; e lo ha fatto anche molto bene, non sembrava nemmeno troppo compiaciuta, è stata gentile >>.
 
Benjy inclinò appena il capo, come pensieroso, poi socchiuse gli occhi, scuri nella penombra, e diede in quello che aveva tutta l'aria di essere un sorriso spontaneo.
 
<< Ha detto che hai duellato molto bene, che è stato interessante e ha vinto solo per un colpo di fortuna >> rispose riportando lo sguardo al libro.
 
<< Non è vero, ha vinto per... beh, per un sacco di motivi, in realtà, ma il succo è che è stata davvero brava, e mi ha battuto lealmente. Avevi ragione, quando dicevi che ha le carte in regola per far mangiare polvere a... >> Fabian si interruppe, pensando per qualche attimo  << ...a loro >>.
 
Benjy si limitò ad annuire, il sorriso sostituito da un cupo sospetto nello sguardo.
 
In risposta a tutto ciò prese piede nella stanza il silenzio per almeno una decina di minuti. I due Corvonero e i due Grifondoro ripresero le proprie ricerche, il Serpeverde continuò a leggere il suo libro di pozioni.
 
<< Quindi è vero, alla fine >> esclamò stizzito Caradoc Dearborn, chiudendo il libro con un tonfo.
 
Benjy Fenwick alzò gli occhi dal tomo aperto sul suo tavolo, lo sguardo puntato in quello chiaro del Capitano Corvonero.
 
<< Prego? >> chiese educatamente, un po' stupito dal suo nervosismo.
 
Dearborn parve vergognarsi un poco della propria uscita, e tacque. Hestia sorrise in risposta.
 
<< Vuole sapere se tu e la Meadowes state insieme. Sai, le ragazze sono solite pensare che Caradoc sia un buon partito, e lui non riesce proprio a spiegarsi il rifiuto della M... di Dorcas >>.
 
Benjy rispose con un'occhiata stupita, poi sempre più consapevole.
 
Alla fine fece qualcosa che nessuno si aspettava: non lì dentro, non loro. La cosa che fece, fu ridere come non faceva da tempo davanti a qualcuno che non fosse Dorcas.

 
*
 
 
Caradoc Dearborn sgranò gli occhi davanti ad un tale spettacolo.
 
Perchè non si poteva che parlare di spettacolo, davanti ad una risata di Benjamin Fenwick. Il Serpeverde più posato di Hogwarts, e in generale la creatura più posata del mondo, rideva di una risata che dovevi sforzarti di non seguire.
 
Aveva una splendida risata, Benjy Fenwick, di quelle che una volta che ti si attaccano addosso non te le scrolli più. E puoi passare una vita a cercarle, ma così non ne trovi. Hanno un mare di segreti, quelle risate, che le custodisce come il più prezioso dei tesori.
 
La risata di Benjy Fenwick era intessuta di divertimento e allegria, e insieme stupore e un certo affetto che non guastava. E, cosa più importante, era talmente rara da presentarsi nuova a tutti, e quindi ancora più benvoluta.
 
Lo fissavano, i due Grifondoro e i due Corvonero, come se non avessero mai visto nulla del genere... e, a ben pensarci, non avevano mai visto niente del genere veramente.
 
*

 
Alla fine, quando ebbe finito di ridere e si accorse dello sguardo di tutti puntato su di se, quasi arrossì.
 
Quasi.
 
Con ancora la traccia di un sorriso sulle labbra scosse la testa, lo sguardo non più puntato al banco o al libro, ma direttamente in quello del Capitano Corvonero, che aveva ancora una po' di vergogna sulle guance tinte di un debole rossore.
 
<< Lo sai, sono anni che circolano voci su voi due, e non vi ho mai sentito smentirle >> disse alla fine Kingsley, sinceramente interessato << Vi limitate a fare orecchie da mercante e... >>
 
Kingsley si accorse subito dello sguardo di Fenwick, saettato improvvisamente verso la porta, e poi del suo sorriso strano. Per primo fra i quattro ragazzi, il Caposcuola si volse all'ingresso, sapendo già chi probabilmente vi avrebbe trovato.
 
E infatti la trovò: ad un primo sguardo Dorcas Meadowes aveva l'aspetto ordinario di una qualunque diciassettenne -o sedicenne, Kingsley non sapeva esattamente la sua età-, un viso morbido ma banale contornato da lisci capelli biondo sporco, due occhi verde muschio e una figura piuttosto tornita.
 
Quello che non si vedeva ad un primo sguardo era la viva intelligenza nei suoi occhi, la linea morbida e decisa del mento, la dolcezza quasi improbabile di quel sorriso così particolare, le fossette sulle guance e le sopracciglia delicatamente arcuate, di un tono più scuro rispetto ai capelli.
 
Vide il sorriso accentuarsi quando la ragazza si accorse di Benjy, e poi farsi lievemente perplesso alla vista di quelle che erano le persone più distanti da lei in tutta la scuola. Allo stesso tempo, però, si accorse di essere l'unico ad aver notato quel leggero smarrimento provocato dalla propria presenza, e capì: nessuno vedeva mai la vera Dorcas Meadowes.
 
<< Dimmi, Shacklebolt >> interruppe quindi i suoi pensieri Benjy, riportando su di lui quello sguardo scuro e profondo << Credi che qualcuno la sentirebbe, in questa scuola, la nostra voce? >>.
 
Si rivolse a Dearborn e lo guardò attentamente esitando con sguardo serio sul suo volto
 
<< No, Dearborn, il motivo per cui ti ha rifiutato non sono io >>.
 
 
 
 
 
 
 
*citazione da Jacqueline Carey, non ricordo esattamente in quale libro della trilogia di Imriel. "è come una casa senza porta" è la frase con cui Dorelei Mab Breidaia descrive la principessa Sidonie de la Courcell.
 
   
 
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