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Autore: Circe    29/05/2012    1 recensioni
Bellatrix, Andromeda, Narcissa, Sirius, Regulus. Per ognuno di loro una storia privata e segreta.
Un Natale in famiglia costellato di segreti e conflitti. Bugie e amori.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Andromeda Black, Bellatrix Lestrange, Narcissa Malfoy, Regulus Black, Sirius Black
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Segreti accennati e mai svelati

L’aria era fredda e pungente e la nebbia di quella sera sembrava penetrare nella carne, faceva rabbrividire fin nelle ossa. Passeggiavamo silenziosamente nei meandri del giardino di casa, parlando sottovoce per non farci scoprire da nessuno, sempre che qualcuno avesse deciso di addentrarsi in quel nulla ovattato, pieno solo di nebbia e freddo.

Nessuno di noi pareva avere comunque intenzione di rientrare alla festa.

Il fumo denso che stavamo usando mi bruciava gli occhi fin quasi a farli lacrimare e pareva stingermi i polmoni tanto da non riuscire a respirare.

Rabastan, al contrario di me, non sembrava per nulla provato da questi dettagli; tranquillo e curioso, si perdeva con lo sguardo e la mente nel paesaggio che gli stava attorno, quel paesaggio avvolto nella nebbia londinese che sembrava un sogno. Doveva apparirgli un’atmosfera molto particolare quella, lui era abituato a paesaggi così diversi dai nostri… i giardini immensi della casa si perdevano nel grigiore invernale, gli alberi alti, il cielo bigio reso denso dalla nebbia.

Lentamente, tutto quel fumare faceva il suo effetto, nessuno dei due sentiva più il bisogno di parlare con l’altro e il silenzio sembrava completamente naturale. Io mi perdevo ad osservare il ragazzo che avevo di fianco.

Rabastan era il fratello di Rodolphus.

Erano molto simili, almeno fisicamente, ma non capivo come alla festa avessero potuto scambiarli l’uno per l’altro: Rodolphus era molto più magro, il suo sguardo più triste e crudele, inquieto e a volte inquietante. Era più nervoso, più misterioso e cupo.

Rabastan invece era più alto e muscoloso, più vivace e vagamente sorridente. Sembrava forte e pieno di vita, di quelli sempre interessati e protagonisti di ciò che li circonda. Solo i capelli erano proprio dello stesso colore per entrambi, castani scuri, sembravano molto morbidi e profumati.

Infine le labbra, anche quelle erano simili e terribilmente affascinanti, quelle labbra che sapevano prendere la piega smorfiosa tipica dei francesi e che trovavo nobili e tanto eccitanti.

Io non mi sarei mai sbagliata comunque, non avrei mai scambiato i due fratelli l‘uno per l‘altro, ma forse questo dipendeva dal fatto che mi ero innamorata del maggiore e lo avevo spesso nei miei pensieri.

Appena i nostri sguardi si erano incrociati in quell‘enorme sala fra tutti gli invitati, sembrava che entrambi avessimo perfettamente capito chi fosse l’uno e chi l’altra: io ero a conoscenza dell’esistenza di Rabastan dal libro che avevo letto sulla sua antica famiglia, per intuizione ero arrivata subito a capire che si trattava proprio del fratello di Rodolphus.

Ma lui come poteva sapere?

In fondo al mio cuore speravo che suo fratello gli avesse parlato di me in qualche modo, ma mai e poi mai mi sarei abbassata a chiedere.

“Sei a Londra per le vacanze, o vorresti venire a studiare qui come ha fatto tuo fratello?” mi sforzai di dire ad un certo punto, interrompendo quel silenzio che durava ormai da un po‘ di tempo.

Sapevo perfettamente, in verità, che Rodolphus non aveva potuto scegliere di venire a studiare qui, ma che lo avevano espulso dall‘accademia francese di magia. Attorno a questo fatto, però, vi era ancora un enorme mistero che avevo tutte le intenzioni di svelare.

Rabastan mi guardò sospettoso e sorpreso, ma decise di parlare.

“Sono semplicemente qui in vacanza, nulla di più. Mio padre voleva vedere mio fratello dopo molti mesi di lontananza, e avevo pensato di venire anch‘io.”

Ci guardammo entrambi negli occhi arrossati, ci avvicinammo stringendoci nei nostri cappotti, la forte umidità dell’aria iniziava a penetrare sempre più dentro di noi, rendeva umidi e pesanti i capelli, facendoli scendere sugli occhi, dandoci un’espressione intima e particolare.

“Sono venuto qui con mio padre per salutare mio fratello, ma alla fine non ce l’ho fatta.” aggiunse Rabastan in seguito, dopo quello sguardo che ci eravamo scambiati e quell’intima vicinanza fra noi.

Piegai la testa incuriosita, piantai i miei occhi scuri nei suoi leggermente più chiari, restai a guardarlo per alcuni istanti, poi decisi di spronarlo.

“Parlami.” dissi quasi con dolcezza, per invogliarlo a spiegarmi ciò che ignoravo ancora.

Rabastan però tentennava, non sapeva che dire, se aprirsi o meno. Solo poco dopo forse prese coraggio e iniziò il suo racconto.

“Quando Rodolphus era ancora a Beauxbatones aveva iniziato a comportarsi in maniera piuttosto particolare. Quando questo divenne particolarmente evidente agli occhi di tutti, dicevano che si trattava di un periodo di normale ribellione giovanile. Forse avevano anche ragione, ma io lo vedevo peggiorare di giorno in giorno, un po‘ mi faceva paura e un po‘ mi affascinava.”

Rabastan fece una pausa riflessiva, poi riprese subito a parlare.

“Anche se era mio fratello, mi parlava e mi spiegava molte cose, forse perché sono più giovane, forse perché abbiamo due caratteri diversi, non riuscivo a seguirlo completamente in questa sua continua opposizione, in questa sua rabbia perenne e distruttiva.”

Di nuovo fece una pausa.

Lo ascoltavo attentissima, forse mi avrebbe raccontato davvero tutto, speravo ardentemente di sapere. Feci un respiro lungo e profondo per ossigenare il cervello annebbiato da tutto quel fumo.

“Vai avanti.” lo incalzai.

Annuì più convinto.

“Rod era sempre così arrabbiato, arrogante e crudele con tutti, sembrava non avere mai paura di nulla. Mi affascinava, molto per questo e volevo essere come lui, ma non ci riuscivo fino in fondo…”

Lo interruppi un attimo: “Perché lo era?”

“Non so dirti, forse dimostrava solamente chi era davvero, quello che era e quello che aveva dentro di se,” rispose lui “man mano, di giorno in giorno, di mese in mese, è diventato sempre più terribile, sempre più litigioso, a scuola come a casa. Con gli adulti, come coi ragazzi della nostra età. Rideva molto e provocava tutti. E io con lui, fino a che me lo permetteva il mio carattere. Era bello e ci divertivamo un mondo.”

Di nuovo il silenzio, quasi all‘imprevviso.

Notavo che Rabastan rifletteva su come andare avanti: voleva parlare, ma misurava le frasi e i toni, evitava i dettagli.

D’altra parte, pensavo, io non ero che una perfetta estranea per lui, almeno in teoria era così, ma non ne ero più del tutto certa. Intuivo che qualcosa di me, per aprirsi così, doveva sapere.

Capivo le sue titubanze e cercavo di non insistere per non ottenere l’effetto opposto. Cercavo di giocarmi bene quel momento, restando cauta, anche se mi costava molta fatica.

“Poi…” riprese lui alzando le spalle con fare noncurante “mio fratello iniziò ad interessarsi di varie sostanze e intrugli, e a bere molto, ma davvero molto.”

Sentivo che stava arrivando al nodo cruciale, lo captavo benissimo dalla sua finta tranquillità e dal modo in cui parlava e non mi guardava.

Non feci in tempo a pensare al da farsi che subito deviò leggermente il discorso, senza però distaccarsi totalmente dal filo conduttore.

“Tu, Bellatrix, lo conosci abbastanza bene, vero? Nelle sue scarse lettere mi ha parlato molto di te.”

Il cuore prese a battermi violentemente: Rodolphus scriveva, e scriveva di me. Non gli ero indifferente.

Affatto.

Avevo avuto la sensazione di non essere davvero così estranea per Rabastan, ma non ero certa delle mie intuizioni, questa notizia invece mi mise di nuovo il mio fuoco nelle vene, sentivo la pelle del viso bruciare contro l’aria umida e fredda.

“Tu gli parli. Tu gli insegni la tua lingua, ti siedi accanto a lui durante le lezioni. E anche se non dice una parola, vi capite all’istante. Non hai paura o timore dei suoi comportamenti e della sua persona.”

Sorridevo di nascosto a quelle parole.

“Poi mi dice che sei bella, anzi, quello lo mette sempre come prima frase. Bella e fidanzata, ma quest’ultimo particolare non gli interessa davvero.”

Ridemmo entrambi a quell’ultimo accenno che Rabastan aveva detto con tono critico, era aggiunta da lui, probabilmente Rodolphus non aveva realmente fatto parola né del mio presunto fidanzamento, né del fatto che a lui non interessasse.

Ero certa invece, non so perché, che avesse detto che ero bella.

Questo mi rendeva, in quel momento, ancora più radiosa, esattamente radiosa.

Così radiosa che mi ero distratta per diversi istanti, la mia mente si era deconcentrata completamente dallo scopo.

Per qualche motivo sentivo di non controllare più la situazione compre prima, quasi che i miei poteri potessero convogliare anche la mente di Rabastan e carpirne i segreti. Invece a quei discorsi mi ero distratta fin troppo e la mia mente correva per mille pensieri e sentimenti incalzanti. Probabilmente la stessa cosa valeva per lui.

“Mio fratello beve ancora molto, Bellatrix?” mi chiese poi all’improvviso.

Rimasi spiazzata.

Ero certa che l’argomento fosse strettamente collegato con il segreto di Rodolphus, ma non sapevo bene come comportarmi per farmi raccontare davvero tutta la storia.

Immediatamente la mia mente tornò a scuola, a tutte le volte che l’avevo visto con un bicchiere in mano, o con le occhiaie scure e lo sguardo confuso fin dalla prima ora di lezioni, a quando decisi di bere io tutto quel bicchiere di whisky incendiario nelle mani di Rodolphus, a quel calore e poi i suoi baci sulle labbra, sul collo, sulla pelle delle spalle, così delicata e sensibile sotto i suoi morsi voraci.

Istintivamente decisi di proteggerlo: volevo che fosse mio e solo mio, era stato bello sapere che scriveva di me e pensava a me.

“Non beve molto. Solo qualche volta.” risposi mentendo in gran parte.

Questo però, forse, servì a sciogliere i sui dubbi, permettendogli di parlare.

……………………………...........

Note:

Era da un bel po’ che non aggiornavo questa storia, ma eccola qui.

Spero che vi ricordiate dove eravamo rimasti coi capitoli precedenti. Chiedo scusa dei ritardi, ma è proprio un periodo pieno.

Come sempre per qualsiasi dubbio, commento, perplessità, curiosità, mi trovate nel gruppo su fb!

   
 
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