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Autore: TwinStar    17/12/2006    4 recensioni
Sirius non credeva li avrebbe più ritrovati.
Eppure erano tutti là.
Esattamente dove li aveva lasciati il giorno in cui aveva lasciato Grimmauld Place.
I suoi ricordi.

E quel fermaglio di madreperla verde.
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Remus Lupin, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Qualche piccola nota di inizio fic che ritengo doverosa.

- Questa fic non è quasi completa nel mio pc, la sto scrivendo volta per volta, per cui, complica anche il periodo d'esami, non garantisco un aggiornamento regolare. Faccio quel che posso, so già come svilupparla e cosa fare, e dove voglio arrivare, e questo è già molto, lo assicuro! ^_^ Per cui so già dire che la fic consisterà di nove capitoli (forse 10 se decido che il finale dovrebbe necessitare di una spiegazione ulteriore. Ma non penso) suddivisi in tre trilogie. La prima trilogia, come potete vedere/leggere è Il Fermaglio.

- Potrei cambiare qualcosa all'interno dei capitoli precedenti. Piccole cose, minuzie, ma in quel caso avviserò comunque ad inizio capitolo, per cui non c'è da preoccuparsi, niente panico! XDDD

 

Ringrazio di cuore le persone che mi recensiscono sempre carinamente

TwinStar ^_^

 

FLASHBACK

 

Il fermaglio 2. Sirius

Sirius afferra una manciata di panni da un cassetto circondandoli in malo modo con le braccia e li getta nell’enorme sacco che si è trascinato dietro dal salotto assieme a quell’altro peso morto con le gambe, lasciando che il tessuto e qualche altra cianfrusaglia piovano confusamente a destinazione e sul pavimento circostante, sollevando una pesate nuvola di polvere nevrastenica.

Da sopra la spalla osserva l’altro mentre soppesa un paio di pantaloni che ha prelevato dall’armadio tarlato, e resiste a fatica all’impulso di profondersi in qualche osservazione sarcastica.

Storce le labbra disgustato.

Neanche avesse in mano un mucchio di Galeoni al posto di quello straccio vecchio starebbe così attento.

E’ irritante l’attenzione, cautela quasi materna, con cui li dispiega piano saggiandone l’ottima qualità. Sembra pensare a quanto potrebbero stargli bene, al posto dei vecchi stracci consunti che ha tatuati addosso ormai da tempo immemore.

E’ insopportabile il rumore sordo della stoffa scossa quel tanto che basta a scrollare via l’odore di chiuso; una mossa davvero intelligente, dal momento che serve solo a saturarli del tanfo di polvere e calcinaccio muffito che impregna la catapecchia.

E quando alla fine li vede poggiare nel punto meno lurido del materasso, perché si impregnino di sporcizia il meno possibile suppone, vorrebbe strangolarcelo con quelle stupide brache e nessun tribunale potrebbe mai condannarlo.

Non l’hanno fatto neanche l’ultima volta.

L’hanno gettato al buio come dentro ad un armadio e ce lo hanno dimenticato senza nemmeno saggiare le condizioni del tessuto.

Senza lisciare con le dita le pieghe sgualcite dell’inerzia.

Nemmeno uno scrollo all’aria per strappare l’odore di chiuso e follia.

Sono solo stupidi pantaloni, per Godric!

“Buttali via, dannazione.”, ringhia Sirius alle sue spalle.

Remus si volta di scatto, stupito, le ciocche castane screziate d’argento a dondolargli pigramente davanti agli occhi e alle labbra piegate verso l’alto in quel ghigno ebete da dispensatore di cioccolata. “Ma sono ancora in buono stato…”

La voce si impasta nel palato minacciosa e vibrante d’un fremito febbrile, si mischia all'amaro dolciastro e nauseante del vomito e del liquore, mentre gli occhi grigi lo squadrano folli, scivolandogli addosso lungo il viso mortalmente disteso e pallido, lungo le spalle chine.

In buono stato.

Nemmeno lontanamente paragonabili a quello che erano quando c’era chi poteva indossarli con orgoglio.

Adesso non sono nient’altro che immondizia.

“A differenza di te posso permettermi di comprarne un nuovo paio.”

Quelle parole sembrano sortire l’effetto voluto, anche se ben difficilmente se ne coglie tutta l’essenza dietro quel soffio intriso di rabbia. Il licantropo, dopo lunghi istanti di silenzio in cui pare soppesare una risposta a tono a cui per indole non darà mai voce, spalanca la bocca in un muto sbadiglio per poi richiuderla con un sospiro vinto, l’umiliazione a riverberargli a dispetto della calma apparente in lampi incolleriti tra le ciglia.

Lo vede gettare a malincuore il prezioso capo di vestiario nei rifiuti.

Lui, che ha sempre detestato gli sprechi al punto che a scuola costringeva tutti a scrivere minuscolo per non consumare troppa pergamena.

Si vede che la cosa lo irrita a morte.

Ha fatto bene a portarselo dietro.

E’ divertente farlo arrabbiare.

Lo distrae, anche se dolorosamente.

Sirius si soffia via dal viso, senza successo, una ciocca pesante di capelli neri, poi torna a scrutare distrattamente i cassetti prima di liberarsi del loro contenuto in pochi gesti sbrigativi.

Altra robaccia.

Una vita ridotta a un mucchio di niente.

Sarebbe triste a ben riflettere, ma dal primo istante in cui ha deciso di metter piede in quella stanza Sirius si è imposto di non pensarci.

Nel frattempo Remus, credendo forse di non essere scorto, o forse proprio con la consapevolezza di essere controllato a vista, cerca di salvare qualcosa da quello che senza dubbio ritiene una selvaggia e insana piazza pulita.

Razza di idiota testardo, gli fa passare persino la voglia di fermarlo.

Proprio non riesce a capire perché la gente si ostini a tenere con sé il ciarpame.

Solo in quella stanza c’è tanta di quella roba inutilmente conservata in condizioni più che perfette da poterci riempire dal pavimento al soffitto tutta la casa di Remus, se “casa” si poteva definire quel sordido buco infernale in cui aveva vissuto con lui per qualche mese e che spesso e volentieri gli aveva fatto rimpiangere le condizioni igieniche della sua cella ad Azkaban.

Scuote la testa.

Ricorda Lily, che aveva la mania di ritagliare nelle date importanti della vita di Harry (la nascita, o i primi passi) gli articoli di prima pagina della Gazzetta del Profeta e incollarle sulla parete accanto alla culla.

Non si è mai capito perché lo facesse.

Alla fine la nursery somigliava alla tana di un criceto.

Andromeda aveva conservato i denti da latte di Nymphadora.

Persino James da giovane aveva avuto la stanza piena di roba inutile: quasi non si riusciva a trovare il letto sotto quel mucchio di stendardi, Pluffe e Boccini D’oro incantati a svolazzargli attorno al lampadario. C’erano i vestiti di quand’era piccolo, foto di ogni tipo con la Evans ritratta di nascosto, la vecchia sedia a dondolo di sua nonna. Aveva persino conservato sul comodino, di fianco alla sua lampada foderata di calzini luridi, una riproduzione in gesso da sei chili della sederata che Snivellus aveva dato contro il terreno fangoso il giorno del loro primo scherzo, quando si erano conosciuti.

Accantonando quei pensieri antichi quasi quanto la casa, Sirius si guarda intorno con aria sgradevolmente critica di fronte a tanta insana normalità. L’unica stanza di tutta Grimmauld Place che quello squilibrato di Kreacher abbia tenuto in condizioni umanamente accettabili.

A parte la polvere secolare e le ragnatele agli angoli, più qualche amuleto protettivo nascosto tra le tende o sotto i vestiti, non c’è nulla che non vada; nulla che strisci, morda o maledica. Con un po’ di immaginazione potrebbe essere scambiata per una casa di Babbani.

Sua madre deve aver dato istruzioni ben precise in merito.

Salvare le cianfrusaglie fino alla morte.

Sogghigna mentre un fragile qualcosa dall’aria inutilmente costosa manca il sacco frantumandosi tra le assi.

Salvare i ricordi…

I ricordi.

Stronzate.

I ricordi non sono niente se basta un fruscio di vesti di Dissennatore, un bambino annoiato o un uomo inutile armato di un grosso sacco di plastica e di una pessima mira a farne scempio.

A cancellarseli di dosso.

C’è chi però ne fa una questione vitale.

 

Sirius era sempre stato un ragazzo piuttosto alto e robusto rispetto ai coetanei, per cui non gli era stato difficile buttare a terra quel bimbo mingherlino e infiacchito: l’aveva gettato sul pavimento come un sacco floscio alla prima spinta, senza neanche bisogno di metterci tutta la forza.

Era bastato poco, una pressione del palmo contro la clavicola, e il suo debole avversario era rovinato a terra battendo la testa contro il tappeto il quale, pur prevenendo una brutta ferita che avrebbe messo l’altro nei guai, aveva causato quel provvidenziale stordimento che gli aveva permesso di sederglisi di peso sullo stomaco, con le cosce ben strette ai fianchi e le ginocchia incastrate sotto le ascelle.

La pressione del diaframma che ne era conseguita aveva costretto la vittima a svuotare i polmoni con uno sbuffo doloroso, e l’immissione di aria nuova si era fatta faticosa, in forma di rantoli rauchi. Sirius osservava ridendo il viso sotto di sé cominciare a farsi paonazzo per la mancanza d’ossigeno che ne era derivata, il petto sollevarsi in lunghi ansimi affranti nei quali si intrecciavano imprecazioni strozzate e mugugni frustrati, mentre le mani annaspavano nelle trame del tappeto per farsi leva sui fianchi, in un patetico quanto inutile tentativo di disarcionarlo.

Sirius aveva sedato subito quella piccola ribellione allungando le mani verso i polsi e tirandoli su oltre la testa con una facilità che quasi l’aveva annoiato.

Le dita avevano sapientemente evitato la stoffa del pigiama che, per quanto sottile, avrebbe protetto quella piccola cosa irritante, anche se in parte, e si erano accanite sulla pelle bianca del polso. Senza penetrare la carne con le unghie troppo corte, ma abbastanza da sentirgli le ossa scricchiolare tra le falangi e da causare la rottura di piccoli, innocenti capillari.

Sarebbe rimasto il livido.

Uno in più non avrebbe fatto differenza.

“Dimmi dov’è!”, sibilò l’assalitore stringendo ancora.

L’altro mostrò i denti in una smorfia che avrebbe anche potuto apparire minacciosa se le posizioni fossero state invertite, ma in quel frangente appariva solo disperata.

“No!”, sbottò orgoglioso, e i fianchi diedero una spinta in avanti così forte da sollevarli entrambi per poi farli crollare di nuovo a terra. Sirius fece in modo di spingere più forte sulla pancia nel momento dell’atterraggio, lasciando fuggire all’altro un rantolo strozzato di dolore che gli riempì le labbra di un riso crudelmente soddisfatto.

“Dimmi dove l’hai nascosto e forse ti lascio andare.”

Il ragazzino alla sua mercè strinse le labbra in una linea esangue, con la lingua imprigionata tra i denti serrati a forza, con gli occhi fissi nei suoi glacialmente bigi. Sirius riusciva a scorgere agitarsi dietro le iridi accese il desiderio di urlare, la voglia di schiudere le labbra in uno strillo che avrebbe svegliato tutti.

Allora sarebbero accorsi in suo aiuto.

Li avrebbero separati e Sirius sarebbe stato punito severamente. Ma c’era sempre l’orgoglio, quello stupido orgoglio, a farlo tacere ogni volta: incollava la lingua al palato e serrava la gola, come neanche le sue dita avrebbero potuto fare nel culmine di una collera omicida.

Scosse la testa ingoiando il timore, e ciocche sudate di capelli neri dondolarono su fronte e guance.

“No!”, ripetè più sicuro.

“Te l’ho chiesto gentilmente, Vermicolo!”, ringhiò l’altro perdendo definitivamente la poca pazienza di cui la natura l’aveva fornito. Strinse i polsi nella sola mano sinistra e con l’altra afferrò una manciata corposa di capelli tirando verso l’alto, per poi sbattergli la nuca a terra con violenza tale da rintronarlo.

Una, due, tre volte. Ognuna più forte della precedente.

Poi gli mise il palmo sulla guancia bollente e pigiò forte contro la stuoia schiacciandogli il viso tra la mano e il suolo, a premergli il naso tra la polvere che si annidava nelle trame. L’altro si scosse tutto in preda ad un forte attacco di tosse densa e catarrosa, ma non ottenne altro che d’essere spinto a terra con maggior violenza.

Regulus gli rimbalzava sempre contro la mano.

Era come palleggiare una Pluffa.

Era divertente.

Ma non c’era tempo per giocare.

“Dove hai messo quello stupido specchio?”

La voce venne fuori dura, irata, a dispetto della soddisfazione che l’aveva invaso nell’udire quei pigolii strozzati di dolore vibrargli contro la pelle e le spalle gracili e sottili tremanti di tosse.

L’altro, incredibilmente, aveva teso la pelle umida delle labbra in un sorriso costretto contro la pelle salata dell’altro. “Abbiamo tanti specchi qui.”, aveva sussurrato compiaciuto. “Puoi sistemarti il trucco in quello del bagno.”

Un ringhio feroce, poi un altro colpo, forte, sonoro, rimbombò per tutta la stanza, vibrando lungo pareti spesse e giocattoli, soffiando sulla fiamma tremolante dell’unica candela accesa per poi invischiarsi nel tessuto pesante delle tende socchiuse. Sirius gli lasciò andare il capo e le mani di scatto, con l’orecchio teso a captare ogni rumore sospetto.

Si ritrovò suo malgrado a sospirare vigliaccamente di sollievo.

Nessun rumore.

Niente.

“Non mi hai fatto male.”

Sirius chinò la testa senza piegare il collo, in una smorfia di disgusto che aveva ereditato suo malgrado dalla madre, con il ribrezzo ad inalvearsi nelle pieghe di quella ruga perplessa tra le sopracciglia accartocciate, a tingere la lingua del suo sapore amaro.

Quello stupido, irritante ragazzino continuava a ridacchiare tendendo la bocca umida e sporca di polvere raggrumata in quel ghigno sghembo che lasciava intravedere solo un canino chiazzato di rosso. All’angolo della bocca un rivolo di sangue scivolava denso e lento contro la guancia, impastandosi allo sporco. Gli occhi, grandi e follemente spalancati, lo fissavano quasi divertiti, con l’iride azzurro ghiaccio a tremolargli sotto le ciglia nere, lucida e gonfia.

Le dita recuperavano il consueto biancore, mentre i polsi si andavano già tinteggiando di scuro.

“Non mi hai fatto niente”, ripeté fiero in una cantilena canzonatoria, e il ghigno sul suo viso si allargò.

Sirius non rispose.

Lo imitò in un riso beffardo.

Gli rabbuffò delicatamente la frangia che gli si era incollata alla fronte in una carezza scomposta e ruvidamente affettuosa.

Poi sollevò il pugno nell’aria e glielo abbatté con forza sulla pancia ricavandone un indistinto, buffo gorgoglio: fu con una leggera repulsione che notò il volto sotto di sé raggrinzirsi in una smorfia da anziano, e quella grossa lacrima scivolargli giù da un angolo dell’occhio, spinta da uno strizzare di palpebre.

“Tanto non te lo dico dov’è”, singultava tranquillo.

A giudicare dagli scatti dell’esofago, era sul punto di vomitare.

Non voleva sporcare per terra, così si premurò di non gravargli più sulla pancia.

“E’ solo uno stupido specchio, Regulus, e me lo prenderò comunque, che ti piaccia o no.”, sussurrò scocciato, snocciolando quelle parole antipatiche con un’indifferenza raggelante. “Non vale la pena di farti così male.”

Suo fratello l’aveva fissato con un odio adulto.

“Sudicio Grifondoro.”, aveva sibilato con quella sua lingua da vipera, la voce infantile acuita ulteriormente dal dolore.

Sirius l’aveva colpito ancora.

Con rabbia.

E ancora.

Con gusto.

In faccia, sul petto, e poi ancora sullo stomaco, nel modo migliore per attutire i colpi e non essere udito, mentre Regulus con le mani aveva tentato una flebile difesa.

Aveva smesso subito perché non serviva a niente.

Il fratello era troppo forte, e se si vedeva avversato a quel modo si arrabbiava di più e i colpi diventavano energici al punto da far piangere. Strinse le labbra e represse gli strilli dietro guance paonazze gonfiate allo stremo.

Non c’era pericolo che urlasse per chiamare la mamma e il papà. Era troppo superbo per farsi aiutare da chicchessia. Il giorno dopo, quando sarebbe sceso per la colazione, avrebbe fatto finta di nulla e avrebbe nascosto i lividi viola e blu dietro maglioni pesanti e ai capelli, a costo di farsi sgridare dalla madre per quell’arruffio selvaggio.

“Serpe schifosa!”, latrò il fratello maggiore accanendosi ancora.

Irritato.

E ancora.

Fino a sfiancarsi.

Un pugno inferto al fianco batté contro qualcosa di duro.

Subito la mano arrestò quella gragnola di colpi selvaggi. Scivolò dentro i pantaloni in quel punto, con sicurezza, incurante dalle mani piccole e pallide del fratello che tentavano di scorticarlo e agguantarlo, e dei suoi pigolii strozzati.

Sirius si ritrovò tra le mani l’agognato oggetto. “E’ stato facilissimo.”, sospirò soddisfatto agitandoglielo sotto al naso con fare irrisorio e carezzandogli la guancia gonfia col bordo fresco. “Solo un bamboccio come te poteva nasconderselo nelle mutande.”

Il fratello cercò di allungare una mano per riprenderselo, ma Sirius gliela schiaffeggiò via colpendolo col dorso di legno: saggiati i danni e ripromettendosi di farlo riparare a Diagon Alley l’indomani con la scusa di andare a far rifornimento di robaccia per la scuola, lo ficcò a fondo nella tasca posteriore dell’abito.

Un ghigno di trionfo gli trafisse il viso mentre faceva per sollevarsi sulle gambe infiacchite, sgravando il fratello del suo peso. Poi sollevò l’altro di colpo, tirandolo forte per un braccio, e lo buttò in malo modo sul letto poco distante. Regulus sarebbe stato capace di restare lì a fare la lagna fino al mattino e sarebbero stati guai.

Lì il bambino si era appallottolato stretto, premendo le ginocchia contro il petto indolenzito e nascondendo il viso tra le braccia.

“Che diavolo contavi di fartene?”, ansimò Sirius esausto ignorando i lugubri mugolii che giungevano da maniche di tessuto fine.

La mamma non voleva che usassero quegli aggeggi.

Li aveva dati loro perché, abituati da sempre a stare insieme, non si sentissero soli il primo anno di scuola, ma non appena venuta a conoscenza dell’orribile notizia dello smistamento del suo primogenito nella casa dei traditori del sangue, quello di Regulus era stato sequestrato e nascosto nel cassettone accanto al letto perché il figlio perbene non venisse contagiato da idee svergognate.

Quando poi Sirius, tornato nelle vacanze di natale a sorbirsi attese critiche e biasimi sarcastici solo per recuperarlo e farne un uso migliore, era riuscito ad entrare di nascosto e ad aprire il tiretto, non l’aveva trovato.

“A che ti serviva?”, lo incalzò.

“No… Io…”, gemette il fratello tirando su col naso. “E’ mio.” Regulus aveva fatto rotolare quelle parole tremanti per lo sforzo di non lasciarsi andare al pianto oltre le labbra contratte.

Il petto era scosso da singulti mutoli.

Gli occhi erano chiusi, le ciglia incrostate di pianto asciutto.

“E’ il mio specchio, non voglio che lo dai a quello sporco Babbanofilo…”

 

Il Fermaglio 2. Fine.

 

Rispondo Coscienziosamente e con Infinita Gratitudine alle Recensioni! ^_^

 

Hazel: Acci, e io a sti complimenti come rispondo? Mi imbarazzo e dico cavolate per distrarre tipo "qualcosa nel cervello? Magari larve di mosca"? Volo a tre metri dal suolo? Comincio a tirarmela come se ce l'avessi solo io? Difficile rispondere, per cui mi limito a ringraziarti di tutto cuore per le tue parole. ^_^ So senza dubbio che sono parole sincere, perchè per quanto sono infame io con te (non te ne faccio passare una. Mioddio, fossi al tuo posto mi ucciderei!!! XDDD) non perderesti un'occasione per rifarti (faresti bene! XD), per cui anche i miei sono ringraziamenti sinceri! ^_^

Poi, che dirti? Hai inquadrato alla grande come lavoro io quando scrivo! XD Ho una passione talmente sfegatata per i film e il cinema (dal più trash al più impegnato. Ma per favore niente Fellini o grido! XD) che in effetti quando penso a una scena la vedo in testa e poi la scrivo, per cui PENSO (nel senso che non so, ipotizzo) che sia normale che le impressioni che arrivino siano di questo tipo. Intendiamoci, è normale se uno ci riesce. Se qualcuno lo coglie vuole dire che ci riesco, quindi son contenta! XD Non è un'osservazione che io do per scontata o penso "Tzk! Naturale che la pensi così"! Proprio no! ^.^ Infatti non pare ma sto nascondendo abilmente il virgineo rossore delle gote dietro lo schermo! XD

=._.=

Oddio, ti ho fatto odiare Remus! XD Suppongo che dovrei sentirmi in colpa, e in effetti un po' in colpa mi sento, perchè ti dico la verità, questo Remus a me piace un sacco. Intendiamoci, è come hai detto tu, Remus (nella fic non obiettivamente! XD). E' una vittima, che un po' ci marcia dell'essere vittima, ma non tanto perchè non riesce a capire come possa esistere qualcuno che abbia sfighe peggiori delle sue, quanto per il fatto che proprio non gli interessa capire il perchè degli altri. Ecco, se magari lui sapesse i guai di Sirius, il perchè si mette a buttare tutto, poterbbe anche non dico aver pena di lui, ma almeno non cercare di umiliarlo e farlo arrabbiare. Il problema è che non gli frega. E' fatto così, a lui interessa sondare le persone solo per quello che gli può servire. Per il resto, arriva subito alle soluzioni più comode.

Viziato figlio di papà che non dà valore alle cose.

Sirius non è una persona a cui piace piangersi addosso, non lo farebbe capire il disagio.

Non conoscendo Sirius e il suo background, ammetto che lo penserei anche io, dico la verità. XD

Però al tempo stesso si lagna, ma non se ne va, contiua a sentire una certa affinità tra loro. Si può dire che a dispetto di tutto il meschinello ne sia addirittura incuriosito. Ma perchè, se è solo un figlio di papà viziato? ^_- E' una domanda che non ha nulla a che vedere con una coppia Sirius/Remus, giuro! XDDD

Qui parlo di Remus da piccolo. Da grande... Ammetto di non aver ancora deciso bene che pensieri voglio dare a questo Remus grande, per cui potresti anche restare sorpresa, o aver ragione. Vedremo quando finirò di scrivere il terzo capitolo (che si è rivelato piuttosto complicato, ma ora sono più o meno a metà della parte non in corsivo! ^_^ Una cosa è certa. Remus SA perchè Sirius sta buttando tutta quella roba. Vedremo come reagisce un Remus che si ritrova davanti a un comportamento che non condivide ma di cui sa il background. E vedremo se è davvero meschino! ^_-

Su Sirius, penso che si capirà di più di lui dopo la lettura di questo capitolo. Per il momento dico solo che anche lui mi piace molto, benchè sia anch'egli piuttosto.... Particolare, diciamo! XD Una volta tanto non fanno coppia, il he mi fa impazzire, che voglia di farli accoppiare! XD

Maledizione! XD

Grazie di cuore a te per i magnifici complimenti.

Ma non mi invidiare, che l'invidia è una brutta bestia.

(Parla la brava, ho certi rosicamenti di bile quando leggo a volte! XDDDD)

Oh, che dire, speriamo che il tuo primo pensiero sia giusto e che la fic ti intrippi fino alla fine!!! XDDDDD

PS: Prima o poi scriverò davvero di un verme che striscia sulla terra (non sto scherzando, era una flash fic su Peter che avevo in mente da mesi che chissà quando vorrò scrivere! XD)! ^.-

 

Arlune: Eccone un'altra che mi fa diventare viola per l'imbarazzo! ^_^ Oddio, vi siete date tutte l'appuntamento, volete farmi diventare rossa fino alle orecchie come Ron, ammettetelo!

Ci state riuscendo! XD

Altro che cagate, hai scritto delle genialità! ^_^

Dico sul serio.

A parte ringraziarti di cuore sul definirmi una scrittrice, ti sono veramente grata per le opinioni che hai espresso su Sirius e Remus. Sai, scrivo per piacere per cui l'idea di pubblicare qualcosa di mio non m'ha mai davvero sfiorata neppure per un istante, però sono  veramente felice e anche un po' fiera di me quando mi si dice che i personaggi di cui scrivo sono realistici, e quando questo lo si apprezza. Sul serio. ^_^ Perchè son dell'idea che una persona realistica non sia il piacevole personaggio che puoi trovare nel romanzo, ma sia complicato, contraddittorio. Quasi mai piacevole.

I personaggi realistici mi piacciono da morire, mi piace scavare nel torbido, solo che sono consapevole del fatto che a pochi piaccia. Voglio dire, se vuoi il realismo esci per strada, fino a prova contraria. ^_^

Quindi scrivere di personaggi realistici e apprezzati mi dà un senso di adrenalina

Se li conosco di persona? Beh, visto che Sirius è mio marito, sì, lo conosco! XDDDD

No, la stanza non è quella di Sirius. ^_^ Anche se, ci ho pensato dopo, il tuo ragionamento non era affatto campato per aria, avrebbe potuto essere benissimo quella (ho anche pensato di darti ragione e fare la sua stanza, ma l'idea originaria ormai era quella e mi piaceva! ^.^). Forse dopo questo capitolo sarà un po' più chiaro. Comunque io Sirius me lo immagino come una persona che, per quanto in disaccordo con il credo di famiglia, abbia avuto una camera disordinata e piena di cianfrusaglie fino a scoppiare. XD E' un'idea mia, non ci far caso.

Poi, dunque. Sul rapporto tra Sirius e Remus non ho davvero nulla da dire, l'hai centrata in pieno! XD E' esattamente come hai detto tu. Abbiamo un Sirius chiuso in un autismo rabbioso (ma si rifiuta di farlo vedere, così per il mondo esterno lui sta canticchiando esaltato e contento) e Remus che pur essendo dall'altro capo del mondo come ragionamenti, capisce che qualcosa li accomuna. Non riesco a farne a meno di trovare questa unione profonda tra i due anche in una fic non yaoi! ^.^

Il fermaglio in effetti non è citato a caso, ma si capirà poi, anche se penso che FORSE (credo) si dovrebbe intuire. ^.^

Grazie ancora di cuore.

 

Jane Gallagher: Ho visto che le stai divorando tutte, e ne approfitto per ringraziarti per tutte quelle hai commentato, di cuore! ^_^ Davvero, grazie! ^_^ Sono felicissima che apprezzi il mio Sirius. Devo essere sincera, lo apprezzo anch'io (ma va? XD), e soprattutto anche quando non mi metto a scrivere d iloro come coppia proprio non riesco ad andare contro la convinzione che ci sia una comprensione e una vicinanza molto profonda tra i due, e che a dispetto di tutto proprio non è possibile ignorarla (sono matta! XD). Sono entrambi un po' egoisti, guidati da una logica tutta loro, per cui non si comprenderanno mai a fondo. Ma c'è quell'istintiva unione che.... E stavo per dire sconcezze yaoi, oddio! XDDD Grazie mille per i complimenti (e per le ottime analisi! ^.^).

 

Chii: Aaaaahn, complimentiiiii! (Mary sviene miagolando a terra, sperando che Ryan la pensi una delle Mew mew e l'afferri al volo). Andiamo con ordine! XD Numero uno: Quella non è la camera di Sirius. ^_^ Anche se, ci ho pensato dopo, il tuo ragionamento non era affatto campato per aria, avrebbe potuto essere benissimo quella (ho anche pensato di darti ragione e fare la sua stanza, ma l'idea originaria ormai era quella e mi piaceva! ^.^). Forse dopo questo capitolo sarà un po' più chiaro. Comunque io Sirius me lo immagino come una persona che, per quanto in disaccordo con il credo di famiglia, abbia avuto una camera disordinata e piena di cianfrusaglie fino a scoppiare (perchè deve ribellarsi, e il caos è ribellione). XD E' un'idea mia, non ci far caso. Sirius che in effetti è bestiale. L'animale che dei ricordi si libera contro gli esseri umani che li stringono a sé come cose care. Ma penso che spiegherò meglio nel prossimo capitolo. Penso perchè non so! XD

Remus più che altro è come dici tu. Vorrebbe essere il solito Remus posato, ma la verità è che Sirius lo confonde e nemmeno poco. Di fronte ad un'altra persona così se ne fregherebbe altamente, alzerebbe i tacchi e se ne andrebbe comunque (come dici giustamente tu è solo Sirius che ha tempo da perdere, Remus deve rendersi utile), e senza chiedere niente. Con Sirius resta, domanda, si informa, perchè a dispetto di tutto non riesce a non sentire quel qualcosa che li unisce. Non riesco a farne a meno di trovare questa unione profonda tra i due anche in una fic non yaoi! ^.^

Sul flashback hai ragione, si inscena il primo anno di scuola... E non mi vorrei ricordare male, avevo deciso che era una settimana circa dopo l'inizio della scuola. E sì, è Sirius che butta tutto ciò che lo lega alla famiglia a cui non appartiene più. Non lo dico, ma ho ipotizzato che gli sia arrivata una lettera in cui è stato diseredato formalmente e in seguito a questo si metta a gettare via tutto, canticchiando.

Ma stonato.

Se ti consola ha dato una morsa alle viscere pure a me sto particolare! XD

Diciamo che la sua contentezza non è proprio "aaah finalmente sono libero dalle catene"! ^_-

Diciamo che quegli occhi lucidi non sono necessariamente ebbri di felicità. E non dico altro! XD

Sullo specchietto penso che sarà tutto più chiaro dopo la lettura di questo capitolo! XD

Oh, qualcuno che adora Remus. Hazel lo odia perchè dice che è troppo menefreghista e egoista! XDD Beh, ha ragione, a me piace proprio per quello! ^_- Sul resto ho fatto il tuo stesso ragionamento, per cui non ho nulla da dirti! XD Remus Sirius non lo conosce, come fa a sapere perchè sta davvero buttando via tutto? Che ne sa di com'è stare in una famiglia ricca, nobile e antica? Non è tutto oro quello che luccica, dicono. XD Fa giustamente delle domande infastidite (però no, non lo avrei mai fatto azzannare Sirius. E' troppo contento di essere riuscito ad entrare a scuola nonostante la sua licantropia per mettersi in qualche casino! ^.^), giustamente cerca di dimostrargli il suo spregio, la sua insofferenza (d'accordo che non gli frega di essere povero, ma caspita, se io non ho i soldi per mangiare e mi vedo uno che brucia 100 euro per accendersi una sigaretta va mo là che mi incazzo pure io! XDDD E concordo, deve essere stato frustrato da morire Remus! XD).

Però gli resta comunque vicino, c'è comunque qualcosa ad unirli.

Cosa, non ci è dato modo di sapere. XD

Forse solo la stranezza del comportamento, come ipotizzi! ^_^

Son contenta che quel ragionamento sul lupo ti piaccia, ogni tanto me ne esco con queste cose, mi divertono (sono talmente fissata con i licantropi che ste pippe me le sono fatte anni fa e ogni tanto riaffiorano! XD Una volta mi volevo addirittura scrivere una storia su una donna licantropo. ^.^ Poi ho desistito, mi scocciavo! XDDD

Grazie mille per il temone e per i complimenti (sempre graditissimi e commoventi! *_*)

Un grosso bacio e un abbraccio anche a te! ^_-

 

Francesca Akira89: Argh, una stilettata al cuore!!!! XD Lo soooo lo soooo devo finirle le storie vecchie, le finirò lo giuro, non ho vogliaaaaa! T_T Mi vergogno, cambiamo argomento! XDDD A sto punto l'avrai già capito, però lo dico lo stesso. Quello è proprio lo specchio che usavano james e Sirius per comunicare. Ma da qualche parte quegli specchietti dovevano recuperarli, no? ^_- Sto diventando una pippomane mentale, ne prendo atto con somma vergogna! XDDDDD Sigh, non riesco a evitarlo! ^^''

 

Nykyo: Uuuh, come si fa a rispondere a questi commenti saggi (e che mi fanno arrossire da matti ma anche spaventare, c'ho l'ansia da prestazione, e se non sarò all'altezza delle aspettative? XD Aiuto!!!!!)? Proviamoci. Aaaaah, la Casa Storta (sospiro). Quella fic la amo tanto, le motivazioni si intuiscono! ^_- Ma a parte quello penso che stare a Grimmauld Place non potrebbe essere che malinconicamente desolante. Non solo per quello che rappresenta per Sirius, ma in linea generale. In fondo anche a Harry che non c'è mai stato e di sicuro non può capire dà subito l'aria di una casa orribile. Non credo di riuscire proprio a vederla come una casa normale. Mi inquieta un po' come posto, devo ammettere.

Domanda gettata lì a cui non do risposta, invito alla riflessione. Te pensi che Remus lo tratti davvero come un adulto o lo dica a se stesso solo per stare meglio e poi lo tratta come se fosse fatto di vetro soffiato, questo povero prigioniero di se stesso derelitto e folle? ^_-

Sirius nel flashback ammetto che mi fa una gran pena. Questo perchè mi sono inventata tutta una scena che sta dietro quell'episodio (che non penso scriverò mai, per cui tanto vale dirla! XD Non è importante per la trama, mi piaceva e basta. Avevo deciso che era una settimana circa dopo l'inizio della scuola. Non lo dico, ma ho ipotizzato che Sirius reagisca così in seguito a una lettera in cui è stato diseredato formalmente.

Non sei più uno di famiglia, gli viene detto.

Benissimo, risponde lui.

E getta via tutto.

Canticchiando, ma stonato.

Non è casuale che sia stonato! ^_^

Diciamo che la sua contentezza non è proprio "aaah finalmente sono libero dalle catene"! ^_-

Diciamo che quegli occhi lucidi non sono necessariamente ebbri di felicità. E non dico altro! XD

E non importa in effetti, però mi sono immaginata che Sirius non lo faccia apposta a nullificare lo spregio di Remus. 'importante per lui è fr capire agli altri, ma soprattutto a se stesso, quanto poco gli freghi di quella roba.

A cercare d icapire il gesto di Remus, manco ci pensa.

E viceversa, certo. ^_^

Sono due egoisti, ma son anche da giustificare.

Han dei casini belli grossi entrambi, appena conosciuto l'altro perchè dovrebbero mettersi a chiedersi le ragioni di ciò che li spinge a dire/fare /pensare in un certo modo? Non si comprendono, però restano nella stessa stanza. Due volte (nel flashback e nel presete). Qualcosa vorrà pur significare! ^_^

Mi piace scrivere dei bambini, lo sai. ^_^

Mi piace dar loro una dignità e non vederli trattati come dei pupazzetti imbelli incapaci di fare un ragionamento e convinti che il mondo sia solo rosa a fiorellini. E apprezzo tanto quando qualcuno lo apprezza. ^_^

Ribadisco che ti adoro anche io e che ti ringrazio per questa recensione splendida.

 

AlyssFleur12: Ho capito perfettamente che vuoi dire, e ti dirò che sarà interessante per una volta affrontare il tema dell'amicizia (vista a modo mio naturalmente! XD) e non quella della passione. E' un po' una cosa insolita che io non descriva il pairing Sirius/Remus, vero? XD Confesso di esserci rimasta così stravolta da aver detto "Ma cosa sto facendo? No, dai, adesso lo metto un po' slash". Poi fortunatamente mi sono fermata. Però ammetto di non riuscire proprio a fare a meno dei descrivere una sorta di unione tra loro che va a dispetto di tutto. Sono una dona perduta, ormai, un rimasuglio di WolfStar (che vedrà solo chi vorrà vederlo) potrebbe sempre restare, non garantisco! XD Ti ringrazio davvero molto per gli splendidi complimenti. ^_^

 

Gaia Loire: Mi devo togliere sta curiosità, me la sto portando dietro da mesi. Ma tu giochi a Final Fantasy? No, perchè c'è un personaggio di Final Fantasy 8 che si chiama Laguna Loire e pensavo che ti ci fossi ispirata! XD A parte quello, un idolo? Omamma, arrossisco! ^.^ Non so mai cosa rispondere quando mi dicono queste cose, per cui mi limito a ringraziare di cuore. A questo punto l'avrai già capito ma lo dico lo stesso. Lo specchio gliel'hanno regalato i Black, invero! ^_- Però il succo è lo stesso che hai detto tu. Le cose splendenti ma vuote sono l'immondizia, e le piccole cose per quanto brutte possano essere, possono essere i tesori più preziosi con cui si può riempire il nostro baule. Grazie mille per la tua recensione e per i complimenti! ^_^

  
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