Il sangue Black è sempre sangue Black. Che sia in vene di
donna...o di Mangiamorte. Questo Andromeda Black Tonks lo sapeva bene, infatti quel pomeriggio non era del suo consueto buon umore.
Anzi.
Sprizzava collera da tutti i pori e questo la rendeva ancora più
somigliante a Bellatrix Black Lestrange.
Pace all'anima dannata di sua
sorella, Andromeda cercò di scacciare la rabbia ma proprio non riusciva a darsi
pace.
Accartocciò la lettera che aveva fra le mani, stizzita, ma poi cambiò
idea e la fece ardere con una sola occhiata.
- Santo cielo...- rise una voce
alle sue spalle - Era un'altra avvisaglia del fisco per caso?-
Un
affascinante uomo sulla quarantina con occhi color cenere e lunghi capelli neri
la fissava divertito, sulla porta.
Dal suo portamento si denotava un grande
spirito, un grande passato e una forza impressionante. Nelle sue iridi però si
leggeva anche una sorta di pigro sarcasmo che fece irritare la donna.
- E sta
zitto Sirius!- sbraitò la strega, zittendo l'ironia del suo amato cugino per
qualche misero secondo - Non crederai alle tue orecchie! I Black hanno superato
se stessi per l'ennesima volta!-
- Fammi indovinare...- Sirius Black
attraversò il salone dai toni delicati di casa Tonks con la sua falcata
elegante, andando a sedersi davanti alla padrona di casa che però stava ancora
in piedi, troppo nervosa.
- Posso provare con un paio di ipotesi. O ti hanno
ripresa in famiglia, cosa che sarebbe sufficiente a farti passare il buon umore
per parecchi anni, o hanno tentato ancora di privare Narcissa del suo
denaro.-
- Giusta la seconda.- rispose quella, sedendosi di botto - Giuro che
la uccido quella vipera di mia madre!-
- Vuoi una mano? Così facciamo secco
anche il maggiordomo.-
Andromeda sbuffò, facendo un gesto vago con la mano.
Accidenti, perché non la smettevano una buona volta?
Perché continuavano a
prendersela con Narcissa?
Da quattro anni sua sorella minore aveva vissuto
praticamente un'esistenza appartata senza dare nessun fastidio all'immagine
lucida che i Black avevano in società ma lei sapeva bene che il problema era un
altro.
Narcissa si era macchiata della morte di Bellatrix, la figlia
prediletta.
Quello era il peccato più grande.
Per Andromeda invece sapere
della morte di sua sorella maggiore era stata una liberazione.
Se c'era
qualcuno al mondo che meritava di morire quella era stata proprio
Bellatrix.
- Non è da te serbare tanto rancore.-
Le parole di Sirius la
fecero cadere dalle nuvole, ma poi anche sorridere malinconicamente.
- Mi
hanno allontanata Sirius. Per anni non ho potuto vedere né Narcissa né Draco. Ed
entrambi avevano bisogno di aiuto. Non ho più visto neanche te, prima
naturalmente che ti spedissero ad Azkaban.-
- Ma quanto siete sempre carini a
ricordamelo.- frecciò sarcastico.
- Insomma, come sei permaloso!-
- Ehi,
com'è che rigiri sempre le cose come ti pare eh? Si stava parlando di te. Non è
da te provare tanta rabbia per una donna morta, anche se era Bellatrix.-
- Tu
non c'eri.- sentenziò Andromeda con voce roca - Non sai cos'ha fatto!-
- Mi
ricordo che cercava di portarsi a letto Lucius...- sibilò Sirius.
- Infatti.
Ma l'unica cosa che non possiamo contestare è l'amore che provava Malfoy per
Narcissa.-
- Peccato amasse di meno suo figlio.-
- Draco è ancora molto
sensibile su questo punto.- disse Andromeda, posando lo sguardo oltre la
finestra del suo salotto - Già è bombardato da tutti i maghi bigotti di Londra
che prima non facevano altro che strisciare ai suoi piedi... non voglio
continuare a ricordargli quanto Lucius fosse disinteressato a lui. E non
m'interessa neanche che alla fine l'abbia salvato. Se avesse amato davvero suo
figlio non gli avrebbe rovinato la vita.-
- Sciocchezze.-
La strega si
girò verso Sirius, vedendolo sorridere con aria pigra.
- Come prego?- fece
scandalizzata - Non senti quello che dicono? Ormai frequenti di nuovo la società
no?-
- Certo che sento i pettegolezzi. Vedo anche parecchi Auror
al Ministero che lo guardano con sospetto ma mi permetto di ricordarti che tuo nipote
è pur sempre un Malfoy. Per quanto sia calunniato, è talmente al di
sopra di quegli idioti da non vederli neancheE' nella sua natura calpestare ogni bassezza, non
farsi mettere i piedi in testa, cugina. Lascialo vivere e smettila di
preoccuparti per lui.-
- E' come se dicessi a te di smetterla di preoccuparti
per Harry.-
- La differenza è che io so quando smettere di soffiargli sul
collo. Ormai hanno quasi 22 anni.-
- Si e sono anche sotto maledizione.-
frecciò cupa.
- Si...ma...- Sirius sogghignò leggermente, iniziando a
ridacchiare - E' anche tanto divertente...-
E
attaccò a sganasciarsi davanti alla bocca spalancata della padrona di casa che
dopo alcuni minuti lo lasciò perdere, sorridendo blandamente a sua volta. Si, in
effetti ogni tanto sia Harry che Draco regalavano qualche risata a causa del
loro "minuscolo problema
" ma la
cosa non cambiava la sostanza. Quei due da venti mesi a quella parte vivevano in
simbiosi costretta e nessuno avrebbe potuto aiutarli. Solo loro avrebbero potuto
liberarsi e di certo, da come si comportavano, quella liberazione non sarebbe
avvenuta tanto presto.
Il campanello di casa Tonks squillò in quel momento ma l'ospite non attese
che qualcuno andasse ad aprire.
Poco dopo Draco apparve sulla soglia, non molto
stupito di trovare Sirius in casa.
- Black.- bofonchiò in saluto.
-
Serpe...- fece Sirius, alzando appena una mano - Che faccia. Avete di nuovo
dormito insieme per caso?-
Malfoy contò fino a dieci prima di mandarlo al
diavolo, vedendolo ridere a mezze labbra, insieme a sua zia.
Fece finta di
nulla, mettendosi a sedere dopo aver salutato Andromeda con un bacio.
-
Allora tesoro?- gli chiese la strega, dandogli una tazza di the tiepido, come
piaceva a lui - Com'è stato il ritorno?-
- Meglio dell'andata zia.-
l'assicurò, sarcastico.
- E' stata così tragica?-
- Un inferno.-
l'assicurò il biondo, centellinando la bevanda - Abbiamo qualche giorno di
riposo prima di tornare a lavoro. E qua com'è andata invece?-
- Il solito.-
Sirius fece un leggero sogghigno - Tua nonna ha dato i numeri, tua madre e tua
zia hanno cercato di ammazzarla, il maggiordomo continua a girare con una
falcetta alla cinta ed e sono tornati i tuoi cugini.-
Draco, sconvolto, si
strozzò quasi col the e a fatica posò la tazza sul tavolino.
- Che cosa?! Stai scherzando
vero?- ringhiò - Che cazzo che ci sono tornati a fare quei due dannati a
Londra?-
- Non potevi certo pretendere che sarebbero rimasti
ai corsi intensivi del Durmstrang per sempre.- sospirò Andromeda - Ma
stai tranquillo. Hanno già ricevuto una diffida magica ad avvicinarsi a più di cinquecento
metri da tutti noi parenti. Adesso sono da mia madre.-
Malfoy scoccò un
veloce sguardo a Sirius e come temeva neanche l'uomo pareva aver gradito quella
visita.
Quei due bastardi. Vanessa e Rafeus Lestrange. I figli di
Bellatrix.
Due mostri, almeno da quanto ricordava. Erano
stati mandati in scuole private fin dall'asilo e poi, finita l'istruzione
elementare, i Lestrange per levarseli di torno li avevano spediti
al nord, al Durmstrang, noto per lo studio più approfondito della magia oscura che
a Hogwarts non era mai stata praticata, con gran giubilo sia suo che di suo
padre Lucius. Cosa strana, suo padre non aveva mai potuto soffrire i due
nipoti...chissà poi per quale motivo, anche se Draco in effetti poteva
immaginarlo. Se lui era stato un viziato arrogante, spesso crudele e colmo di
boria, quei due insieme sapevano superarlo al limite estremo, se mai ne avevano
uno.
Rafeus era nato due anni prima di lui ed era stato fin da bambino il classico bullo, straviziato e
anche parecchio violento, pazzo come sua madre. Secondo Draco era un
vero spostato, più volte aveva visto il cugino mettere le mani addosso agli elfi
domestici, agli animali presenti nella casa dei Lestrange, anche alla sorella,
peccato che non avesse mai provato dispiacere neanche per Vanessa. Quella a
volte era anche peggio.
Lei aveva la sua età e con gli anni era diventata la copia di sua madre.
Astuta e folle, più che mai disturbata.
Fra tutti e due era meglio perderli che
trovarli e il pensiero che fossero tornati a Londra non lo faceva di certo
saltare di gioia. Di certo si sarebbero presentati alla sua porta, ne era
sicuro...e Harry non l'avrebbe presa bene.
Doveva tornare a casa e avvisarlo.
Ma prima doveva parlare anche con un'altra persona.
- Vieni, ti do un
passaggio.- gli disse Sirius quando si congedarono.
- Allora ci vediamo
domani sera a cena.- sbuffò Andromeda, passando il giubbotto a suo nipote -
Sirius, anche tu! E porta anche Remus, Harry e Elettra.-
-
Aggiungi anche Ron e quel disperato di Edward.- concluse Black, prendendo il
suo mantello dalle mani della cugina - Sarà un'interessante riunione, così ci facciamo
raccontare questi bei quattro mesi in Germania.-
- Dio, mi fai morire dalle
risate.- rognò Draco e infine se ne andarono.
Salirono in un taxi, Sirius
adorava salire su ogni mezzo babbano per tenersi ben alla larga dal Nottetempo,
che a lui rivoltava solo lo stomaco, e
percorsero qualche isolato in silenzio, poi il biondo emise un sospiro.
-
Avanti, parla.- disse, seccato.
Sirius ghignò ancora, mandandolo in bestia -
Attento a quei due, ti dico solo questo.-
- Oh, grazie Paddy.- frecciò acido
- Come se non lo sapessi. Sono i degni figli di tua cugina.-
- E' vero che
Rafeus ha cercato di strozzarti a cinque anni?-
Ma chi cazzo era andato a
dirglielo? Come faceva quel dannato a sapere sempre tutto eh?
- Comunque,-
continuò Black facendo segno al tassista di fermarsi davanti a King's Cross -
fossi in te me ne tornerei a casa, avviserei Harry nel caso Vanessa si
presentasse sulla porta e poi blinderei l'intera palazzina con qualche
incantesimo.-
- Oppure uccido quei due bastardi e la faccio finita.-
-
Altra ottima idea.- ironizzò l'uomo, aprendo la portiera e scendendo - Ci
vediamo a cena domani sera da tua zia. State attenti. E non andate in giro per
mano sotto gli occhi di tutti, devo già rispondere a troppo domande.-
- Te ne
vai si o no?- ringhiò Malfoy sclerato.
- Ciao!!- e Sirius se ne filò ridacchiando, lasciando l'ex
principe di Serpeverde a gufare nel taxi. Dette al tassista un altro
indirizzo e si ritrovò nei sobborghi di Londra, nel West End, davanti a un
caseggiato piuttosto decadente.
Come sempre le apparenze ingannavano, pensò
ridendo. Si accese una sigaretta e poi si avviò alla porta.
Dopo essersela
chiusa alle spalle, lo accolse il buio pesto.
- Lumos.- sbuffò, illuminando
l'antro degradato e malandato. Lasciò perdere il terribile odore di chiuso e
trovò la piccola porticina di legno nascosta da una tenda di velluto logora e
sbrindellata che avrebbe dovuto portarlo a meta.
- Inferia Angelus.- e gli
venne aperto davanti un piccolo sotto passaggio le cui scale scendevano fin
sotto terra.
Percorse la lunga rampa dai gradini piuttosto sgangherati ma
mano a mano che scendeva in profondità, l'aria si faceva più pulita, le pareti
più nuove, l'atmosfera meno tetra.
Arrivò finalmente in un piano sotterraneo
dove la luce era quasi accecante, ma durò poco. Si fece soffusa e rimbalzava su
bianchi pavimenti di marmo lucido. L'arredamento era essenziale, dalle linee
moderne e trasparenti, metallo e vetro satinato, in stile un po' futurista.
-
Benvenuti a Everland. Cerca qualcuno?- l'apostrofò una voce alle sue spalle. Si
girò verso l'alto specchio sulla parete a sinistra. Nonostante la sua misura,
era stato incollato a frammenti e mostrava non solo l'immagine di Draco
completamente a pezzi, ripetendola all'infinito, ma anche un'altra sagoma.
Dentro a quello specchio c'era un folletto.
- Sto cercando Blaise.- disse
Malfoy spegnendo la sigaretta nel portacenere che il folletto aveva provveduto a
fargli apparire a fianco - Spero non stia ancora lavorando.-
- Il signor
Zabini lavora sempre.- sentenziò l'altro, arcuando le sopracciglia - Comunque è
nel laboratorio. Se non lo trova lì vada nella serra n° 4. Stanotte ha lavorato
all'artemisia e ha bisogno di molto riposo.-
- Grazie.-
Aperta una porta, poi
un'altra e un'altra ancora, in una strana successione che sembrava casuale,
Draco venne illuminato dalla luce del giorno, nonostante fosse a metri e metri
sotto terra. Si ritrovò in un grande laboratorio dalla forma rettangolare, anche
quello ammobiliato con lucidi ed essenziali banconi bianchi.
Ai lati del
laboratori erano presenti armadi magici, scaffali colmi di libri e provette,
ampolle e boccette fumanti di ogni sorta stavano sparse ovunque, ammassate con
gli stessi ingredienti. Era una strana mescolanza fra scompiglio e
ordine.
Inoltre in quel luogo aleggiava un persistente profumo di
fiori.
Draco notò che non c'erano neanche gli altri svitati che lavoravano lì
dentro, quindi maledicendo quello stacanovista del suo amico si diresse alla
porta d'uscita.
Non molto lontano da lì, in una serra illuminata dal sole e
stracolma di colori e piante magiche, un giovane mago con folti capelli bruni e
gli occhi blu petrolio stava delicatamente potando alcune foglie da una pianta
dagli enormi fiori viola. Le gemme erano così grosse che pendevano a
terra e il busto della pianta era quasi gobbo.
- Ma tu guarda chi si
rivede...- sentenziò Blaise Zabini, sentendo un inconfondibile passo sulla
soglia della serra.
- Lo sai che è quasi ora di pranzo?- fece Draco, facendo
finta di non aver sentito il suo sarcasmo.
- Che vuoi fare? Offrirmelo per
caso?-
- Dipende. Se non incominci con le prediche potrei anche sbattermi a
trascinarti fuori da questo buco.-
Blaise sogghignò, mettendosi in piedi e
lavandosi in guanti - Everland procura al Ministero tutto gli intrugli che a te
piacciono tanto, sai Dray? Non ci fossi io non potresti giocare alle pozioni
come facevi da moccioso.-
- Se è per questo non riusciamo più neanche a
vederci una volta al mese.- concluse Malfoy amaro.
Blaise, in risposta, gli
sorrise col suo solito modo tranquillo di fare e dopo essersi levato il camice bianco
andò da lui e lo abbracciò stretto. Mezz'ora dopo erano in un pub a parlare
davanti a un panino e una birra.
- Allora, com'è andata in Germania? Harry
sta bene?-
- Potter sta come sempre.- disse Draco, mandando giù un sorso con
aria apatica - Fa a parole con tutti quanti praticamente.-
- Tutti quelli che
ce l'hanno con te, semmai.- rise Zabini, poggiandosi su un gomito.
Draco gli
scoccò un'occhiataccia, facendo finta di non aver sentito e proseguì - Prima che
arrivi ai alle notizie di merda, fai che darmi subito le tue. Niente di nuovo su
quel bastardo?-
- Sfortunatamente no. Io e Ron in questi quattro mesi ci
siamo visti piuttosto spesso, la notte siamo andati un po' a caccia ma se
entriamo a Nocturne Alley tempo due ore e tutto il Ministero verrà a saperlo ma
quello è anche l'unico posto dove potremmo chiedere con certezza che fine abbia
fatto il vecchio.-
- Niente sui bracciali?- chiese ancora Malfoy, sempre più
ansioso.
- No.- Blaise gli prese il polso sinistro, guardando ancora lo
spesso oggetto di platino. Gli copriva buona parte del tatuaggio ma lui fece
finta di non accorgersene, per non irritare il biondo. Osservò le linee
eleganti, mistiche. Gli animali che si erano incisi sopra erano due draghi che
si combattevano. Le iscrizioni erano in una lingua incomprensibile ma loro
l'avevano già vista una volta.
- Lucilla saprebbe levarmelo in un attimo.-
sussurrò Draco, appoggiando la schiena alla sedia.
- Si, ma non possiamo
rintracciarla.- disse Blaise secco - E poi ha già abbastanza a cui pensare senza
che ci mettiamo anche noi con i nostri problemi. Dobbiamo trovare quel vecchio
dannato che vi ha maledetti, altrimenti non servirà a nulla. Non sapete davvero
dirmi altro? Non possiamo andare così alla cieca Dray! Sono quasi due anni che
state messi così tu e Harry!-
- Lo so benissimo, sono io che ci vivo
insieme.- gli ricordò Draco - Non è stato facile maledizione!-
- Per nessuno
dei due, lo so benissimo ma ve la siete cercata.-
- Cercata?- Draco si accese
una sigaretta, rabbioso - Cercata? Ehi, io e Harry non abbiamo mai avuto niente
da spartire, questo lo sanno tutti ma non abbiamo mai fatto un torto tale a quel
fottuto gagia da farci maledire in questo modo! Ci stavamo combattendo quando
quello ha pensato bene di incollarci come due pezzi di scotch!-
-
Ok, calmati adesso.-
Blaise sbuffò, prendendogli una sigaretta dal suo pacchetto - Io non sto
dicendo che ve lo siate meritato per avergli fatto un qualche sgarbo, ma solo
che probabilmente durante lo scontro come al solito litigavate fra voi e quello,
sentendosi ignorato, s'è vendicato.-
- E porca puttana, dimmi adesso che non
era permaloso!-
-
Oddio...- Zabini alzò le mani, in resa e finì la birra - Dunque, facciamo il punto della situazione Draco.
In mano tu e Harry avete quasi niente da più di due anni. Cosa
sapete? Che era un gagia, che stava cercando di uccidere un Magonò o magari solo
di farci affari e che portava un bastone con tante facce incastonate nella
sommità. Altro non ricordate.-
- Esatto.-
- E' possibile che sia sparito
nel nulla in questo modo accidenti?-
- Ma che ti devo dire? Se lo sapessi
credi che starei ancora a vivere con lo Sfregiato?-
- Ma finiscila,
banchettate tutte le sere...non è questo che intendo! Voi Auror al Ministero
siete tenuti a riportare dei rapporti da ogni cazzo di missione da cui tornate
vivi. È improbabile che quel gagia sia nato dal nulla, magari qualcuno l'ha già
visto, magari è schedato! Fila all'Ufficio Informazioni e datti una mossa!-
-
Credi che non ci abbiamo già provato? Niente di niente Blaise!-
- E allora la
soluzione è una sola.- concluse il suo migliore amico, facendogli venire un
brutto presentimento - Se non è schedato fra i gagia rinnegati e quelli in
regola significa che è protetto dal trattato che Orloff ha stipulato con la
Confraternita della Dama Nera tre anni fa. Il Ministro non poteva fare altro con
quelli, lo sai anche tu. I vecchi della Confraternita sono praticamente gli
unici rappresentanti delle Forze Oscure con cui il Ministro negozia tuttora. I
vecchi parlano anche a nome della comunità dei vampiri.-
- Si, Milo mi ha
detto qualcosa di suo zio Askart.-
- Esatto. Questi della Dama Nera sono
maghi umani che hanno scelto le forze oscure come magia.-
- Se non altro non
si sono mai alleati coi Mangiamorte.- frecciò Draco, disgustato.
- Infatti.-
Blaise annuì paziente - La loro è una scelta di vita come la nostra, non si sono
mai sognati di andare in giro a sterminare i babbani ed è solo per questo che il
Ministro Orloff discute con loro le scelte riguardo al mondo dei maghi. Sono i
vecchi della Confraternita poi a fare da garanti per gli altri clan.-
-
Demoni puri compresi?-
Blaise stavolta tacque, abbassando gli occhi blu sul
boccale di birra vuoto.
- Lucilla se n'è andata Draco. Tu e Harry dovete
farvene una ragione. Anche Tristan ce la sta facendo ormai.-
- Tristan vive
nel suo ricordo, Blaise.- sibilò Malfoy rabbioso, spegnendo la cicca con stizza
- Non farmi ridere! Ha dato alla luce Degona e poi di punto in bianco è sparita!
Non è da lei dannazione!-
- Lo sai benissimo perché se n'è andata.-
- No,
non è vero. Non ne siamo sicuri!-
- Ma Tristan si!- sbottò Blaise a quel
punto, attirando l'attenzione di qualche cliente - Lo so io, lo sai tu e lo sa
anche Tristan! Secondo te perché Degona è un'umana completa eh? C'è un processo
di assimilazione della forza vitale abolito anni fa per legge che impedisce ai
maghi di risucchiare poteri dai propri figli. Nel caso di Degona invece è stata
quasi una salvezza visto che Lucilla le ha strappato via la metà del potere
demoniaco che la bambina doveva ereditare.-
- Ma non per questo significa che
Lucilla sia ora un demone puro completo!-
- Tu non l'hai vista quegli ultimi
giorni Draco! Non l'hai vista!- Blaise abbassò la voce, fissandolo intensamente
- Chiedilo a Harry, lui lo sa! Lui c'era! Chiedigli se gli occhi della Lucilla
che conosciamo noi erano gli stessi dell'essere che si è ritrovato
davanti.-
- La so già la storia.- Draco ora guardava fuori dalla finestra,
ricordando bene le parole di Potter di quattro anni prima. Ricordava quella
notte di eclissi, esattamente come ricordava lo sguardo spento di Tristan con in
braccio quella neonata totalmente umana. Ricordava il silenzio che era regnato a
Cedar House per lunghi mesi.
Harry gli aveva detto che probabilmente Lucilla
non sarebbe mai più tornata.
Sul letto suo e di Mckay aveva lasciato una cosa sola. Un anello
dorato per Tristan. Una fede. E neanche una
parola.
Lucilla...Lucilla...
- Chissà se sta bene.- mormorò Blaise
svegliandolo da quei foschi pensieri ma Draco rimase tacque ancora.
Tanto
c'erano grida che proprio non si sentivano.
Fu quando si lasciarono sulla
strada che venne data l'ultima di una serie di tante schifose notizie.
-
Rafeus e Vanessa sono tornati.- disse Malfoy, gettando via il pacchetto di
sigarette e accedendosi l'ultima.
Blaise, forse senza parole, forse troppo
esausto, si limitò ad alzare gli occhi al cielo estivo di Londra.
- Sai cosa
vogliono?-
- No, so solo che sono da mia nonna.- Draco dette un lungo tiro,
fissando l'amico - Potrebbe capitare qualsiasi cosa nell'arco di tempo che
resteranno qui e tu conosci bene mio cugino. I Black gli avranno raccontato
cos'è successo quattro anni fa e lui già allora ha mandato in coma tre babbani
della sua età a suon di pugni, senza magia.-
- Devo proprio traslocare?-
rognò Zabini, seccato - Non ho più la voglia di sparire per gente come
quella.-
- Oh, io neanche.- gli occhi argentei dell'ex principe delle serpi
brillarono di furbizia - Ma stasera abbiamo la Donnola e Dalton a cena. Credo
che a Potty piacerebbe scambiare due parole anche con te su questa storia.-
-
Ma Harry li conosce? Sa che sono tornati?-
- Diciamo che ne ha sentito
parlare alle nostre cene da mia zia. Se si trovasse di fronte Vanessa comunque
credo che lo capirebbe. Somiglia a Bellatrix come Andromeda.-
- Peccato che
sia una pazza e un'assassina.-
Draco stavolta lo fissò allibito, sperando di
aver capito male.
- Cos'hai detto?-
- Non te l'ha raccontato tua zia? No,
lo immaginavo. Non voleva metterti in allarme.- Blaise gli mise una mano sulla
spalla - Durante l'ultimo anno al Durmstrang pare che sia stata trovata
assassinata una strega con un parente mezzosangue che era in classe con tua
cugina. Tutti hanno negato ma il cadavere aveva un profumo strano.-
- Rose di York
.- annuì il biondo, passandosi le mani sul viso - Il profumo di tutte le
Black.-
- Esatto. Quindi se fossi in te andrei a dormire armato. Comunque
vengo a cena volentieri.- aggiunse, sorridendo amaro - In fondo è da un po' che
non ci vediamo.-
- In fondo potresti lavorare meno.- concluse Malfoy fermando
un taxi e salendoci sopra - Alle otto a Lane Street.-
- Ci vediamo stasera!-
lo salutò il moro, poi vide il mezzo allontanarsi. Abbassata la mano, ricordò il
tempo in cui anche per il suo migliore amico i mezzosangue erano un'onta da
cancellare nel sangue.
Dio, sembravano passati secoli. Secoli da quando
Hermione l'aveva cambiato e poi se n'era andata.
Non passava giorno che non
pensasse a lei, Blaise ne era più che sicuro. Lo leggeva negli occhi che un
tempo erano stati freddi, in quegli occhi che posandosi su di lei avevano
letteralmente cambiato pensiero.
Forse Hermione gli aveva proprio cambiato il
cuore.
A Lane Street erano circa le sette e mezza quando Harry si decise
ad alzare il suo delicato fondo schiena dal divano.
Pure Gigì, che gli stava
seduta in testa, non aveva fatto un tubo tutto il giorno, a parte nascondersi
quando Miss Babet era venuta a preparare la cena, e adesso era ora di andare a
vestirsi decentemente.
Infilati un paio di jeans e una maglietta a maniche
lunghe, vista l'aria che tirava di sera a Londra, ridiscese al primo giusto in
tempo per sentire qualcosa di strano al telegiornale.
- Oh, Sfregiato...-
Draco entrò in casa, buttando la giacca su una poltrona - A che ora si
mangia?-
- Zitto.- Harry gli fece segno di tacere, poi indicò lo schermo -
Ascolta...-
"...e da quanto hanno rilevato
le autorità, l'assassino pare essere parte di una setta satanica. La vittima
aveva 18 anni ed è stata trovata riversa in una pozza di sangue, all'interno di
un cerchio rituale marchiato con cera nera
."
In televisione i cronisti babbani inquadrarono un cadavere
coperto da un lenzuolo. Attorno alla ragazza c'era un cerchio magico,
assolutamente non appartenente ad alcuna setta satanica, fatto in effetti con
della cera nera.
- Chi è che usa la cera nera?- si stupì Elettra, arrivando
dalla cucina - Si sciupa facilmente, è assurdo.-
- I vampiri poi sono più
attenti. Nessuno lascia le loro prede in circolazione.- disse Draco.
- Si ma
questa ragazza non aveva morsi sul collo.- Harry si appoggiò allo schienale del
divano, continuando a fissare curioso quelle immagini - Sembrerebbe che abbia
ricevuto un duro colpo sullo sterno.-
- Schiantata?- ipotizzò Elettra.
-
Probabile.- Malfoy prese nota mentale del luogo, poi rientrò Babet per
riprendere la borsa che aveva dimenticato, quindi dovettero lasciar perdere.
Appena riuscita la loro governante però, ebbero un'altra bella sorpresa.
Dal
caminetto in salotto si levò una pesante nuvola di polvere verdina, quindi due
maghi incappucciati uscirono dalla grata, pulendosi alla meglio cenere.
- Fate
pulire quel caminetto!- sbottò Ron Weasley, levandosi il cappuccio che gli aveva
lasciato la faccia miracolosamente salva dalla fuliggine. I suoi capelli rossi
erano lucidi e i vestiti non messi neanche tanto male, a differenza del bel
mago dai capelli castani e dagli occhi azzurro denso che lo seguiva.
- Ciao
Ed, come te la passi?- chiese Harry, iniziando a ridere di sottecchi.
Edward
Dalton fece una smorfia, starnutendo poi scuotendosi dalla cenere.
-
Possibile che uno con la licenza di Smaterializzazione e Smolecolarizzazione
P.P.P come te Weasley debba ancora usare il camino e la polvere volante?-
frecciò Malfoy acido.
- Senti biondastro...- fece il rossino, ignorando il suo
sarcasmo - Mentre tu e il tuo amante eravate coi crucchi a caccia io sono finito
a far da balia a un demone impuro che adesso sta ad Azkaban ma che aveva a
casa sua una lista di maghi che negli anni scorsi hanno collaborato con le forze
oscure. È rimasto chiuso in casa sua, una topaia te lo giuro, per due mesi e
mezzo, all'interno di una camera più blindata della Zecca dello Stato. Non è stato
facile né divertente cercare di entrare in quella fottuta stanza magica e quando
ci sono riuscito e ho recuperato quei documenti mezzi distrutti visto che il
bastardo ha cercato di mangiarseli, Duncan ha dovuto rispedirmi a rifare l'esame
perché quelli del patentino devono appuntare questo dato sulla mia licenza,
ovvero capacità di stare due mesi e mezzo davanti a un muro del cazzo e poi
passarlo ugualmente. Grazie tante! Quindi fino a sabato sono senza
licenza!-
Dopo quello sproloquio Harry si guardò
bene da farci sopra del sarcasmo, così sorridendo fece accomodare gli ultimi due
suoi compagni in cucina, per un aperitivo. Arrivato Blaise, l'unico a
Smaterializzarsi come ogni buon mago normale, ci furono altre feste. Baci e
abbracci a Elettra che era tornata, poi si parlò rapidamente della Germania, del
lavoro di Zabini, dei problemi economici di Ed. Infatti si discuteva sempre dei
suoi problemi col denaro...mani bucate. Ecco la parola giusta. - Possibile che devi sempre giocarti anche i vestiti?- lo
rimproverò dolcemente Elettra, passandogli l'insalata.
- Che ci posso fare, è
più forte di me.- si lagnò Dalton con un sospiro.
- Si ma almeno la prossima
volta vieni subito a dormire da me, o qua.- gli disse Ron serio - Miria è off
limits!-
- Si può sapere che t'ha fatto?- ghignò Harry senza crederci -
Possibile che ancora non ti molla?-
- E dire che io pensavo ti tenesse buono
per i soldi dopo tutte le corna che le metti.- sentenziò anche Malfoy, facendo
ridacchiare mezza tavola - Non lo sa che il tuo vecchio t'ha bloccato il conto
alla Gringott?-
- Ma che ne so...è solo che non posso sempre venire a
rompere da voi.- ammise l'Auror.
- E da quando tutte queste cerimonie?- Potter
se la ghignava sempre di più - Dio, in quattro mesi devi proprio essertela
cavata per il rotto della cuffia se parli così!-
- Eppure il vostro stipendio
di Auror è bello consistente.- borbottò Blaise, prima di infilare in bocca una
bella forchettata di spezzatino - Come fai a scialacquarlo tutto?-
- Una
volta me lo sono mangiato in una notte.-
- Complimenti alle teste di cazzo.-
frecciò Ron - Dov'è l'arrosto?-
Poi, detto quello si fece un'altra inutile
predica a Dalton che tanto ascoltava con un orecchio solo. Il bello era che il
rampollo del casato dei Dalton solitamente ci rideva sulle sue perdite al
casinò, anzi, solitamente le scommesse erano il pane delle sua vita, non solo in
soldi ma forse aver passato due settimane con la sua ex dovevano essere state
una bella lezione. Vedendolo moribondo, Draco decise di andare con la prima
grana.
Finito di raccontare, gli altri che non sapevano neanche che avesse
dei cugini, stavano per avere un tracollo.
- Fammi capire...- Ron, troppo
divertito per poter piangere, fissava Draco con la forchetta a mezz'aria - Tu
hai anche dei cugini? E sono come te?-
Malfoy schioccò la lingua, guardandolo
con aria serafica - Rafeus e Vanessa Lestrange. Il primo ha mandato tre babbani
in coma a suon di pugni, solo per questo non gli hanno rotto la bacchetta.
L'altra ha probabilmente ucciso una compagna di classe che aveva un nonno
mezzosangue, credo.-
- Ma che meraviglia.- Edward si lasciò andare contro lo
schienale, sazio - Forse me li ricordo. Devo averli visti a qualche festa a casa
tua, Malferret. Ma ero piccolo, ha dei vaghi flash. Mi ricordo che tua cugina
stava sempre appresso a Bellatrix. Sua madre non se la filava comunque. Rafeus
invece era un pelino manesco, mi sembra...-
- Ha fatto un occhio nero a suo
padre una volta.- frecciò Malfoy - Ed è uno spostato bastardo.-
- Considerato
che i Black devono averli informati da tempo della morte di Bellatrix e
dell'imprigionazione di Rodolphus, allora mi sa che ci piomberanno addosso come
avvoltoi.- disse Blaise - Io li conosco bene. Sono veramente dei folli. Non
hanno il senso della misura.-
- Tanto qua c'è posto per dormire.- disse
Elettra tranquilla - Ma tua zia, Draco, non aveva chiesto una diffida?-
- Sai
che gliene frega a gente così.- borbottò Harry, prendendole la mano - Mi sa che
abbiamo guai in vista.-
- E domani sera siamo anche tutti a cena da
Andromeda.- disse Draco, osservando il calendario - E sabato a Cedar House.
Forse dovremmo avvisare anche Jess e gli altri.-
- Oppure possiamo dare un
falso recapito ai tuoi cugini e spedirli a casa di Milo.- frecciò Dalton,
sorseggiando del vino rosso - Quelli non meritano di starci a perdere tempo. Non
so voi, ma io credo che abbiamo altro lavoro in arrivo.-
-
Parli della ragazza morta nel cerchio magico?- Harry annuì, andando a mettere sul
fuoco il caffè - Ne parlavamo prima. Non erano vampiri, neanche troll. Secondo
noi è stata Schiantata.-
- Probabile.- disse Blaise - Hanno detto che aveva
alcune costole rotte.-
- Si ma il cerchio che centrava?- disse Elettra,
alzandosi per andare a rispondere al telefono che squillava come impazzato - Con
la cera poi...è assurdo. La cera si rovina subito. Pronto?- e si mise a parlare
con qualcuno alla cornetta, lasciando i maschi di casa a disquisire sulle loro
questioni di stato, quando Ron alla fine tirò fuori il vero problema per cui
quella cena era stata organizzata con tanta fretta.
Estrasse dalla tasca
interna del mantello una busta gialla. Era stata già aperta e portava il marchio
postale della Germania. Arrivava dal Ministero tedesco.
- Di che si tratta?-
chiese Blaise, che non ne sapeva niente.
Ron scoccò a Harry un lungo sguardo,
prima di dire la verità davanti a Malfoy.
Fu quando fece per estrarre alcune
foto da quella busta che Elettra, rientrata nella stanza, dette di
testa.
Afferrò un cigno di cristallo su una mensola e con rabbia la lanciò
verso Potter. Quello, sconvolto, fece appena in tempo ad abbassarsi prima che
gli arrivasse sul naso e poi scoppiò davvero il finimondo.
- Elettra ma che
succede?- urlò, schivando un'altra serie di oggetti contundenti.
-
Maledetto!- gridò la biondina furibonda - Sai chi era al telefono? Quella
stronza della tua ex! Era quella Serena! E meno male che avevi smesso di
frequentarla, vero?? Sei solo un bugiardo!-
- Cosa?- disse Ron allucinato -
Esci ancora con quella?-
- Ma...ma...- il moro sembrava cadere dalle nuvole,
quando finalmente capì, rischiando di farsi uccidere da un portacenere di marmo
di Draco. Piccola vipera, pensò sorridendo fra sé.
- Insomma, la tradisci o
no?- sibilò Malfoy a quel punto.
- Certo che mi tradisce!- strillò la Baley,
correndo a prendere il giubbotto - Sai che ti dico Harry? Vai pure con quella
cretina, con me d'ora in avanti hai chiuso!- e senza aggiungere altro, se non un
pesante insulto, scese per le scale e uscì dalla palazzina, lasciando un macello
in cucina e un bel po' di maghi con gli occhi a palla.
- Che aspetti?-
ringhiò Draco quando si fu ripreso - Valle a parlare, no?-
Harry però ormai
doveva seguire la soluzione di Elettra, così con la tipica espressione di
Malferret verso ogni essere femminile, alzò le spalle, accendendosi una
sigaretta. - Non ci penso nemmeno.- disse, indifferente.
- Come prego?- Draco
sbatté le palpebre, incredulo - Ma ti sei fottuto il cervello?!-
- Se ci
tieni tanto vacci tu no?- l'ex grifone lo guardò con aria serafica - Non accetto
certi capricci.-
Dopo un pugno in faccia e un calcio in risposta, Malfoy
prese il giubbotto e uscì di casa dietro a Elettra, tanto da lasciare gli altri
soli.
- Dimmi che Elettra l'ha fatto apposta...- rise Ron.
- E' veramente un mito
quella ragazza.- ghignò anche Edward.
- Mi spiegate che capita?- Blaise
credeva di essere finito al manicomio - Ma siete in quadro o no?-
Potter,
sospirando per la stizza, si stava massaggiando la mascella arrossata grazie al
pugno di Malferret e alla sua adorazione verso la sua ragazza, così l'unico modo
per spiegare a Zabini cosa stava succedendo fu farglielo vedere direttamente.
Ron estrasse di nuovo le foto, poi le sparse sul tavolo e allora Blaise quasi
sbiancò.
Ne afferrò una con mano leggermente tremante, senza credere a ciò
che i suoi occhi vedevano.
- Hermione ...- sussurrò.
- Meno male che
Elettra l'ha fatto uscire di casa.- mormorò Edward poco dopo, guardando un'altra
immagine. Lui già da tempo, come Harry e Ron sapeva di quella storia, quindi non
dovette sbattere la testa al muro.
Osservò ogni cosa, cercando sempre un
motivo, un dettaglio, per cui pensare che la splendida ragazza dagli occhi
dorati ritratta in quelle foto fosse un Mutaforma, e non Hermione Jane
Granger.
Ma era lei.
Ron posò una mano sulla spalla di Blaise, fissandolo
intensamente - Se mi dai un attimo ti spiego tutto.-
- Mi erano arrivati dei
pettegolezzi...- disse Zabini, senza dargli tempo di andare avanti - Ma non ci
avevo creduto. Chi è questo?- sibilò, indicando il giovane uomo accanto a
Hermione. Il tizio era avvolto in un mantello foderato di damasco all'interno.
Era evidentemente benestante, di bell'aspetto, quasi come un demone. Gli occhi
chiari, uno strano incrocio fra il verde e l'azzurro, la pelle bianca, capelli
castano chiaro, quasi biondi, sfilati sul divanti e abbastanza lunghi dietro.
Il problema era
che stava serrando il polso della loro amica con una forza eccessiva e sebbene
lei lo guardasse in volto senza battere ciglio, col capo eretto e le delicate
spalle dritte, non doveva essere una presa piacevole.
- Non lo so.- ammise
Weasley, rispondendo alla domanda di Blaise - Quando è arrivata questo pacco a
mio padre, due mesi fa, lui l'ha fermato prima che arrivasse al Wizengamot.
Anche se Hermione è andata in Germania e ha ottenuto anche la cittadinanza
tedesca, resta sempre una strega di nascita inglese e qualsiasi atto possa
compiere punibile a termini di legge sarà giudicato secondo la legge
inglese.-
- E' diventata un Auror con i corsi del Durmstrang.- disse Blaise
sconvolto - Che diavolo porta sul petto allora? Cos'è quello stemma? E perché
non ci avete detto niente, dannazione?-
Harry a quel punto mollò con forza la tazza
sul tavolo, imprecando - Blaise, Dio! Mettiti nei miei panni! Che diavolo posso
dire a Draco adesso?- puntò il dito su Hermione, indicando il simbolo che spiccava
sul petto della ragazza. La foto era stata fatta in segreto, in un luogo
oscuro...ma si vedeva comunque una strana sorta di Z, tagliata in due in orizzontale
da un'asta alle cui estremità erano posti due piccoli cerchi
vuoti.
- Sai cos'è questo simbolo?- mormorò Ron a bassa voce.
- No.-
ammise Zabini.
- L'ho trovato io,- disse Dalton - nella vecchia biblioteca di casa
mia. La Z in passato stava ad indicare gli Zaratrox, i Bilancieri, antichi maghi
potentissimi che presiedevano all'equilibrio fra Forze Oscure e la magia di
noi Auror. I due cerchi che tagliano la lettera sono appunto i contrappesi formati
dalle nostre due potenze. Si diceva che fossero tutti morti, il Wizengamot
inglese li aveva fatti mettere a rogo quasi quattrocento anni fa, nonostante
quattro di essi fossero parte del loro stesso Consiglio perché sapevano
utilizzare la magia oscura. Ora gli Zaratrox non esistono più ma alcuni pensano
a buon diritto che in Italia e in Germania siano ancora presenti alcuni gruppi.-
-
E' assurdo...-
Blaise non credeva né a ciò che vedeva né a ciò che sentiva.
Hermione non...non avrebbe mai potuto fare una cosa simile. Non era la strega
che conosceva lui. La ragazza in quella foto era un'altra persona.
Deglutì,
passandosi le mani fra i capelli - Chi è il tizio che sta con lei?-
-
Per un terzo demone, è sotto la protezione del casato dei demoni puri dei
Cameron.- l'informò allora Harry, dandogli l'ultima stoccata - A quanto ne
sappiamo, il suo nome è Jeager William Crenshaw, figlio di Rake Akey Crenshaw e
Neely Cox. Lui già mezzo demone, lei strega, orfana di purosangue. Entrambi
morti da circa cent'anni. Questo Jeager ha centocinquant'anni e passa, ancora molto giovane
per i parametri dei demoni puri, così secondo Milo sta a Golden Fields,
nel castello di Caesar Cameron.- e detto quello, cadde un silenzio così pesante che
a Harry sembrò di essere tornato indietro nel tempo, quando nessuno osava
pronunciare il nome di Voldemort. Ora invece, tutti temeva un nome. Quel nome. Quello del
demone pure più potente della Gran Bretagna.
- Caesar Noah Cameron
?- Blaise emise un gemito - Accidenti, il diavolo in persona.-
- Se ne
sta buono e tranquillo amico, non fa del male a nessuno mi pare.- gli disse
Edward.
- Potrebbe anche essere un frate ma per conto mio uno che accoglie
in casa sua demoni e assassini, vampiri e quei maledetti della Confraternita
della Dama Nera non è altro che un guerrafondaio.-
- Lascia perdere quel
demone, accidenti.- sbottò Ron - Adesso concentriamoci su Hermione. Questo
Crenshaw nella foto sembra avercela con lei! E cosa ancora più importante, è una
Zaratrox. Qua bisogna fare qualcosa e anche alla svelta prima che a Orloff
arrivi la puzza di bruciato e ci faccia sbattere tutti quanti in cella per il
resto dei nostri giorni.-
- Io me ne sbatto di Orloff, Ron.- si mise in mezzo
Harry - Qua bisogna parlare con Hermione e subito!-
- E come? Sono quattro
anni che scrive senza rispondere alle nostre domande.- replicò il rossino - Non
per rigirare il coltello nella piaga ma non risponde neanche quando la chiami
attraverso lo specchio. Quando torna a Londra non si fa sentire e se riesci a
chiuderla in un angolo ti colo veramente un bronzo in onore!-
- Dannazione ma
come può essersi invischiata con...quelli?- sussurrò Blaise.
- Calma,- Edward
si versò altro vino - non sapete neanche se è davvero una Zaratrox. Non sapete
se i Bilancieri esistono ancora, se quel Jeager è un amante arrabbiato e se lei
è davvero invischiata con le Forze Oscure. Per quello che si vede in quella
foto, quel mezzo demone potrebbe essere un suo ex.-
- Si e Gigì è
un gigante!- sibilò Blaise - Merlino e Morgana, dovevate parlarne prima!-
- Te
l'ho già detto...- Harry guardò fuori dalla finestra, infastidito - Non volevo
far preoccupare Malfoy.-
- Tanto sono quattro anni che fa lo zombie.- gli
disse Edward più dolcemente - Prima o poi glielo devi dire.-
Potter non
rispose, continuando a guardare la mezza luna. Si, prima o poi a Draco avrebbe
dovuto dire tutta la verità. In fondo erano già quattro anni che viveva solo
pensando a lei. Se non altro avrebbe avuto un motivo valido per preoccuparsi,
questa volta.
Hermione, pensò amaro... ma che diavolo stava
combinando?
Intanto Elettra Baley se ne stava in giro per Lane Street,
mangiando calde arroste inzuppare nel liquore e guardando le vetrine. A vederla
da vicino non sembrava che fosse tanto distrutta, pensò Draco Malfoy con la vaga
impressione che presto avrebbe dovuto dare a Potter un altro pugno in faccia.
Ma che cazzo stava succedendo, porca miseria? Prima la piccola che dava i
numeri e lanciava dietro a quell'imbecille di salvatore mezza casa, accusandolo
di corna a tutto spiano, e poi se ne andava a spasso la sera a vedere vetrine
come nulla fosse. Decisamente quei due maledetti infingardi se l'erano studiata,
perché ammazzare il dolore del tradimento con le castagne non era proprio da
Elettra.
- Me ne dai una?- le chiese, arrivandole alle spalle.
La biondina
si bloccò un attimo e quando si voltò a guardarlo non sembrava stupita di
trovarlo lì.
- Si, tieni.- e gli mollò un bel po' di castagne nel palmo,
tornando a fissare una vetrina di abbigliamento femminile.
- Allora piccola?-
le chiese, addentandone una - Devo spaccare la faccia a Potter o mi dici tu cosa
succede?-
Lei sorrise con la sua solita dolcezza, carezzandogli appena il
viso - Quando l'anno scorso sono venuta ad abitare con voi, mi sono ripromessa
che non avrei mai messo becco fra voi due, quindi scusami ma credo che dovresti
parlarne con Harry.-
- Di che si tratta? Questo almeno me lo dici?-
In un
attimo la strega perse il suo sorriso, intristendosi.
- E' grave?- le chiese
ancora Malfoy, facendola girare verso di lui.
Elettra non rispose a parole.
Gli prese il braccio sinistro e arrivandogli al polso, gl'indicò il tatuaggio
nascosto da una parte del bracciale maledetto. Quando rialzò gli occhi azzurri
su quelli dell'Auror, Draco si era come sentito gelare.
Hermione. Era
successo qualcosa a Hermione...
Intanto però, c'era qualcuno che li osservava
da un vicolo buio.
Due paia di occhi scuri, quasi neri, li fissavano
famelici. Specialmente Malfoy.
- E bravo cugino...-
- Adesso vive coi
babbanofili, visto?-
- Già...bhè, basterà seguire i consigli che ci sono
stati dati, non credi fratello?-
- Sarebbe meglio ammazzarlo adesso come un
cane, così che la sua amichetta vada a raccontarlo a tutti.-
- Lei no, lo
sai...è la figlia di Adam Baley.-
- Allora dovremo dare inizio alle danze,
sorella...- ghignò Rafeus Lestrange, tornando a infilarsi nel buio del
vicolo.
Rimase una strega, a scrutare ancora la coppia nella luce delle
vetrine, della città, fra la gente.
Si, decisamente sarebbe stato tempo di
iniziare a scoprire le proprie carte.
E anche Vanessa Lestrange svanì, lasciando solo un tenue e
melenso profumo di rose.