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Autore: Dernier Orage    02/06/2012    2 recensioni
Genova. Ermanno, Enrico e Federico, un ménage à trois di sottomissione, dipendenza e realtà delirante. Dalle loro entità separate si dipanano altre relazioni, altre persone, altri mondi, Enrico e "Acca-acca", Federico e Lorenzo.
Esercizio di stile: una storia ruvida e sporca in un'ambientazione precisa e lineare.
Sono un’entità al plurale: due teste di capelli castani, due distese di epidermide chiara e liscia, tesa come corteccia sulle ossa e i muscoli, due lingue identiche e due voci coincidenti.
Federico non sa se sentirsi estraneo o di troppo, ha ventotto anni e occhi solo per Ermanno. Non lo riconosce nelle fotografie, non riconosce la sua voce o il suo modo di camminare, riconosce la sua aura, leggera. Un maglione blu portato su un paio di jeans sbiaditi, stretti sotto l’ombelico da una cintura vecchia, degli occhiali dalla montatura nera.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Incest, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Genova'
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Bouquet de Nerfs.
Attacco di panico all’uscita dallo studio grafico, in mezzo ai Giardini di Plastica, piazzale Baltimora, alle quattro del pomeriggio di lunedì. Ragazzi con cani, disadattati dai bulloni tra i capelli ed una tenda piantata in un piano della passeggiata pensile che scende da Ravecca. Federico si accascia piangendo e non respirando, Filippo, un collega, chiama un’ambulanza e non sa cos’altro fare.
Incidente in corso Gastaldi: NO San Martino. Ospedale di Villa Scassi.
« Mi sento già bene, mi sento già bene. » Mormora Federico con la voce rotta dal pianto.
« Qui non possiamo lasciarla, la portiamo al pronto soccorso e le conviene farsi visitare. » Gli dice un volontario dal nome Tiziano appuntato alla divisa arancione. Capelli scuri e lucidi, tirati indietro con una fascia da sportivo. Bella bocca, avrà si e no diciassette anni.
« C’è morto mio padre al Villa Scassi. » Asserisce Federico provando il desiderio di spogliarsi completamente nell’ambulanza, finire di sbottonare la camicia e sfilarsi i jeans. Ho la pelle salata e liscia, vuoi assaggiare? Continua raccontando ed inventando, il volontario dal nome Tiziano appuntato lo guarda con sgomenta adorazione. « C’era questa vetrata illuminata dal tramonto... Anni fa al Gaslini mi misero in una camera con vista sul mare e sulle barche a vela, il mio compagno di stanza è morto ma abbiamo sempre avuto belle vedute. »
Banale infezione da Rotavirus negli otto anni d’età. Ventotto anni d’età e ancora medici che si voltano quando lo fanno spogliare, che gli chiedono se ha assunto droghe, se è stressato, se ha bevuto, se gli era capitato prima. Ermanno.
« Ermanno? Vuole che chiami Ermanno? » Domanda l’infermiera dal viso equino e recupera dalla tasca sulla casacca un taccuino e una penna a sfera dal nome inciso nel platino. E’ un regalo di valore, probabilmente di proprietà del marito. Forse è vedova.
« Ermanno Rebora, via San Bernardo 14, 010207286. » Lei ripete il numero mentre lo incide nella carta.« Gli dica che la mia via di fuga è ancora aperta ed Istanbul non è lontana. »
Dalle analisi del sangue non si evidenzia l’assunzione di alcol ma di THC sì, è indifferente, sono passate più di ventotto ore. Il buco nell’incavo del gomito si scurisce dal rosso al violetto nelle poche ore passate su una brandina nel corridoio, il collante del cerotto attorno grigiastro e lucido.
Vede Ermanno in fondo al corridoio, maglione verde scuro e pantaloni di velluto. Annoiato sbuffa come un bambino sotto la frangia riccia e con ampie falcate lo raggiunge. Lo abbraccia e Federico vede le ciocche inanellate dell’attaccatura e sente l’odore buono e forte della menta.
« Firma che usciamo. » Gli sussurra imperioso nella conchiglia dell’orecchio, rimbomba piano.
« Rimani con me stanotte. » Federico infila le mani sotto il suo maglione, sente lo sperma secco del gemello sull’addome. Sei ore da solo al pronto soccorso ed Ermanno che si lasciava fottere. Così bello che sembra il proprio compleanno. Congratulazioni.
« Stanotte. » Gli fa eco Ermanno.











   
 
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