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Autore: MouMollelingua    05/06/2012    3 recensioni
Il titolo può sembrare banale, ma mi è venuto così naturale che non l'ho voluto cambiare!
La storia è ambientata verso il 1997, quando Harry Potter ha diciassette anni.
Ma qui, Harry Potter e il trio dei miracoli non saranno i protagonisti.
Theodore Nott e Sophie Jackson (un nuovo personaggio) saranno i soggetti principali.
I due ragazzi hanno più o meno lo stesso passato, i genitori quasi completamente assenti, i loro padri rinchiusi ad Azkaban e i giovani sono due persone taciturne e con pochi amici.
I fanciulli piano piano scopriranno di avere molte cose in comune e col passare del tempo impareranno a conoscersi.
-
Dalla storia:
«Non dovresti essere in camera tua a fare i compiti?» gli chiese, facendo finta di rimproverarlo.
Lui in risposta emise una leggera risata.
«Dovevo cercare una cosa per compito. Una ricerca molto difficile» disse, guardandola per la prima volta negli occhi.
«Oh, e su cosa, di grazia?» domandò con finto entusiasmo.
Silenzio.
«Te»
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Serpeverde, Theodore Nott
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Slytherin's love.

Chapter eight: Kings and Queens.


«Ora, potreste gentilmente spiegarci, che cosa ci fatevate nel Lago Nero, alle due del mattino?» Piton era leggermente assonnato, affiancato dalla McGrannit e il dirigente scolastico, Albus Silente.
Sophie e Theodore erano circondati dai tre insegnanti, che avevano sguardi severi.
«E' una cosa inaudita! Immaturo da parte vostra! cinquanta punti a testa verranno tolti a Serp...»
«La prego, Minerva, di dare loro la possibilità di spiegare la loro versione dei fatti» la interruppe Silente, con la sua voce calma e rassicurante.
La McGrannit parve in disaccordo, ma annuì.
«Parli pure, signorina Jackson» la concesse Piton.
Sophie era agitata, un passo falso e le sarebbe accaduto qualcosa di brutto come una punizione o ancora peggio, la sospensione.
E lei non voleva assolutamente tornare da sua madre.
Non si sarebbe mai riavvicinata a quella casa maledetta, che le fece passare le pene dell'inferno.
No, non l'avrebbe permesso.
«Ecco, mi era caduto questo nel Lago» indicò il braccialetto d'argento che le aveva regalato suo padre all'età di sette anni «Per me ha un grande significato, non potevo lasciarlo affondare in acqua» si giustificò.
Theodore la fissò scettico, ma la lasciò continuare.
«Non poteva usare semplicemente 'Accio'?» chiese ovvia la rappresentante dei Grifondoro.
«Non ci avevo pensato» rispose.
«E il signor Nott, cosa ci faceva lì, nel cuore della notte?»
Sophie impallidì.
«Bene, Minerva, Severus, parlerò io con i ragazzi, da solo» chiarì il preside, invitando i professori a uscire dal suo ufficio.
I due insegnanti non ribatterono e si limitarono ad uscire, un poco delusi.
Sophie e Theodore avevano ancora i capelli bagnati e i loro vesitit umidi e si lasciarono scappare un sospiro di sollievo.
Ma non era finita.
«Sedetevi, ragazzi» disse il vecchio.
Silente si schiarì la voce e parlò.
«Ammiro molto il talento che ha, signorina Jackson, nel mentire e inventare scuse credibili al momento ed essere molto convincente, ma devo confessarle che questa abilità con me non funziona» ammise Silente, pazientemente, rivolgendole un sorriso gentile.
Sophie abbassò lo sguardo, sconfitta.
«Lo so che quel braccialetto non c'entra nulla con questa storia, ragazzi. I Tritoni e le Sirene ci hanno subito avvertito» gli informò, affabile.
I ragazzi arrossirono.
«Dovrei togliere dei punti per i gesti che avete compiuto, ma non lo faccio»
I due Serpverdi lo guardarono stupiti e con fare interrogatorio.
«Solo per il semplice fatto, che voi due siete quei pochi studenti che ho sempre ammirato in tutti questi anni della mia carriera. Siete degli studenti modello: studiate, siete educati...»
«Grazie» risposero entrambi in coro.
«Bene, però io adesso vorrei concedermi una dormita, non vi pare? Con permesso...» detto questo, i due compagni si presero per mano e raggiunsero la Sala Comune correndo, trattendo le risate per aver scampato le penitenze.
I due entrarono nei sotterranei cercando di fare il meno rumore possibile, perchè la festa era finita e gli studenti erano a nanna.
Sophie augurò la buonanotte a Theodore regalandogli un bacio a fior di labbra e si chiuse in camera, mentre il ragazzo notò Draco e Blaise che ghignvano seduti sulle poltrone di fronte al camino.
«Che avete da ridere?» chiese Theodore.
«Niente, è che, appena la festa è finita, io e Blaise stavamo sistemando con le bacchette il disordine, abbiamo sentito l'acqua del lago sbattere troppo forte contro le finestre e quindi, abbiamo controllato se il polpo non volesse scaraventare giù la vetrata e...»
«E..?» li incalzò, il cuore di Theodore perse qualche battito.
«E vi abbiamo visto!» esclamò Blaise, finendo per Draco.
«Oh» si lasciò sfuggire «Quindi, avete anche visto...»
«... Sophie in reggiseno? Sì» risposero all'unisono, gli occhi sognanti.
«Anche quando...»
«... Vi siete baciati? Sì»
«Brutti figli di...»
«Draco ehm, credo che dovremmo andare a dormire, vero?»
«Sì, credo proprio di sì! Buonanotte Theo!» i due se la filarono, ridacchiando.

Sono in ritardo, lo so.
Mi prendo tutte le responsabilità, ma questi giorni non ho avuto la connessione Internet e questi esami mi stanno uccidendo lentamente e dolorosamente.
Spero che il capitolo sia di vostro gradimento!
   
 
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