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Autore: AliciaBlack    05/06/2012    1 recensioni
Come ha trascorso Sirius i suoi tredici anni ad Azkaban?
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sirius Black
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'NEVER LET ME GO'
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Sirius Black, dimenticato nella sua cella conobbe tutti i gradi d’infelicità che possono assalire l’uomo nel dolore e nella sofferenza.
Il primo stadio fu l’orgoglio, conseguenza della consapevolezza e certezza di essere innocente. Col passare del tempo però, iniziò a dubitare della propria innocenza. Non era stato forse lui a consigliare a Lily e a James di scegliere Peter come Custode Segreto al posto suo?
Pregava perché lo togliessero da quel carcere, dimora della più lurida feccia del mondo magico, fosse anche per metterlo in un altro di gran lunga peggiore. Un cambiamento, di qualsiasi natura, sarebbe stato un ottimo diversivo per Sirius anche se per pochi giorni.
Trascorreva il tempo ad osservare l’arrivo di assassini, banditi e delinquenti della peggior specie. Parlava, anche se nessuno lo ascoltava per sentire la propria voce. Per sentirsi vivo. Per un primo periodo si aggrappò ai ricordi, ma questi ben presto non gli recarono altro che ulteriore pena. Dov’era Daphne? Era viva? E se sì, l’odiava a morte oppure credeva nella sua innocenza?
Non sapendo più che fare, si rivolse a Dio. Dio è l’ultima risorsa per il disgraziato. Per l’uomo felice infatti, la preghiera non è che un rito privo di senso e monotono finchè il dolore non spalanca le porte dell’Inferno rivelando allo sventurato questo linguaggio.
Pregò allora con forza e fervore. Nonostante le sue ferventi suppliche, Sirius rimase prigioniero. La sua fede non fu altro che una fede passeggiera e la perse con sorprendente rapidità. Alla fede seguirono la rabbia e l’ateismo.
I suoi occhi vennero avvolti da una densa nebbia fino a divenire tetri e vuoti. Non aveva più niente. Non aveva che il suo passato così breve, il suo presente così triste e il suo futuro così incerto.
Nemmeno la notte era amica di Sirius. Orribili e tremende visioni gli venivano incontro. Vedeva James e Lily morti. Vedeva Remus e Daphne guardarlo con disgusto e disprezzo e urlagli contro perché aveva tradito la loro fiducia.
Cominciò a desiderare che la morte lo cogliesse. Conduceva una vita indegna persino per il più miserabile fra gli uomini, che senso aveva vivere ancora? Smise di mangiare e di bere attendendo il suo momento. Tuttavia ciò non avvenne.
Tredici anni dopo il suo arrivo ad Azkaban accadde ciò in cui non aveva mai sperato.
Cornelius Caramell, il Ministro della Magia si recò ad Azkaban per la consueta ispezione.
Sirius Black udì il girare e lo stridere delle chiavi e ascoltò nel buio della sua segreta tutti quel fracasso. Caramell visitò una dopo l’altra, stanze, celle e segrete. I prigionieri furono interrogati, gli fu chiesto come fossero nutriti e quali fossero i reclami che avevano da fare. La risposta fu sempre la stessa. Il cibo era detestabile e ciò che reclamavano era la loro libertà.
“Stupidi” pensò Sirius e lo erano davvero per raccomandarsi alla benevolenza dell’amministrazione.
Caramell rise: “Non so davvero a che servano questi inutili giri. Ogni anno e lo stesso. Ascoltare un detenuto è come ascoltarne mille: tutti mal nutriti e innocenti”.
Al cigolare dei catenacci arrugginiti, Sirius che era accovacciato in angolo, rialzò la testa.
“Allora Sirius Black come sta?”
Sirius sapeva che quell’uomo stava probabilmente morendo dalla paura. Sorrise cercando di mostrarsi affabile.
“Non ho niente di cui lamentarmi, Ministro. È solo che mi annoio un po’. I Dissennatori non sono molto socievoli, sa? Non è che per caso potrebbe prestarmi il suo giornale? Mi mancano i cruciverba.”
Caramell borbottò qualcosa di incompresibile. Il sorriso di di Sirius divenne ancora più largo era riuscito nel suo intento.
Blaterando qualcosa il Ministro porse, anche se piuttosto restio la sua copia della Gazzetta del Profeta a Black che commentò.
“Ah, i giochi della Gazzetta sono i migliori! Sa, pensavo che lei fosse un tipo più da Settimanale delle Streghe… Comunque, grazie infinite!”
Il volto di Caramell divenne paonazzo, sibilando che il comportamento di Black fosse oltremodo irrispettoso e oltraggioso. Se ne andò sbattendo la porta dietro di sé.
“Che tipetto suscettibile”. Sirius si mise a sfogliare la Gazzetta del Profeta. Gli articoli  erano interessanti quel tanto che bastava per tenergli la mente occupata. Fu allora che lo vide.
Arthur Weasley, direttore dell’Ufficio per Uso Improprio dei Manufatti dei Babbani al Ministero della Magia, ha vinto il primo premio della lotteria annuale Super Galeone d’Oro della Gazzetta del Profeta.
Il signor Weasley soddisfattissimo ha dichiarato alla Gazzetta del Profeta: “Useremo il premio per una vacanza in Egitto, dove mio figlio maggiore, Bill, lavora come Spezzaincantesimi per la Banca dei Maghi Gringott”.
La famiglia Weasley trascorrerà un mese in Egitto, ma tornerà in tempo per l’inizio del nuovo anno scolastico ad Hogwarts., dove attualemente sono iscritti cinque dei sette ragazzi Weasley.
Lo sguardo di Sirius si spostò sulla fotografia dove tutti nove i Weasley lo salutavano in piedi davanti ad un’imponente piramide. Uno dei ragazzi aveva un topo sulla spalla dall’aria decisamente familiare.
“Non può essere” mormorò Sirius, sicuro di essersi sbagliato. Eppure quante volte l’aveva visto trasformarsi? Guardò con più attenzione l’immagine.
Non c’erano dubbi. Quel topo era Peter Minus.
Ora Sirius aveva un motivo per vivere.

  
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