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Autore: Selis    07/06/2012    5 recensioni
Aveva sentito tante dicerie sul suo conto, ma nessuna riguardante certe tendenze. Non che ci fosse nulla di strano sia chiaro, nel regno erano in molti a preferire i giovani ragazzi alle succubi, ma di certo non si era aspettato che il diavolo avesse alluso proprio a quello.
Genere: Avventura, Erotico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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« Smettila di darmi continuamente del moccioso, diavolo da strapazzo. E dimmi cosa volevi dire con quella frase. » Disse Kreuz arrabbiato. Quel diavolo stava iniziando a farlo arrabbiare sul serio.

« Da dove provieni demone? » Chiese Radh'ka, sviando momentaneamente la domanda.

« Dimmi cosa intendevi con quell'affermazione, cos'ha che non va la mia coda? » Domandò frustrato Kreuz.

« Prima rispondi alla domanda Kreuz. » Replicò Radh'ka sovrappensiero.

Lo aveva chiamato per nome? Si domandò stupito il demone. Era la prima volta che lo chiamava per nome, aveva sentito bene? O era stata solo una sua impressione?

« Provengo poco lontano dai monti di Belher. » Rispose docilmente; non avrebbe ottenuto nulla dando di matto, men che meno le risposte che cercava.

« Ci sono altri demoni con la coda da quelle parti? » Chiese ancora il diavolo, fissandolo direttamente negli occhi.

Quegli occhi scuri gli mettevano soggezione. Non era piacevole essere osservato con tanta minuziosità da parte loro, si sentiva più nudo di quanto non fosse al momento. E non gli piaceva, non gli piaceva per niente.

« Non che io sappia. Ma non erano soliti girare nudi, quindi non saprei dirti se alcuni l'avessero nascosta come facevo io. » Replicò Kreuz, dando le spalle al diavolo per sfuggire da quegli occhi scuri. Si concentrò sull'armadio, sperando che il diavolo la smettesse di fissarlo in modo così insistente, ma sembrava che non ne avesse la minima intenzione. Sentiva il suo sguardo fisso sulla schiena, e la cosa non faceva altro che mandargli dei lunghi brividi lungo la spina dorsale.

Doveva vestirsi, infondo non poteva girare nudo per il castello; come aveva detto prima il diavolo, avrebbe solo spaventato i servitori.

L'armadio era enorme, e i vestiti che vi erano al suo interno erano per lo più sfarzosi e ingombranti; Kreuz si chiese come facesse il diavolo a mettersi quella roba, lui non ci sarebbe mai riuscito. Prese i primi pantaloni semplici che trovò e li indossò, non curandosi di cercare indumenti intimi; non li aveva mai indossati ed erano abbastanza fastidiosi. I pantaloni gli aderivano perfettamente, e gli mettevano in risalto le gambe muscolose e il sedere sodo, la coda faceva capolino appena sopra la fine dell'indumento e si muoveva sinuosa in lenti movimenti oscillanti; la cosa non era sfuggita al diavolo, che era rimasto tutto il tempo ad osservare il demone, immerso nei suoi pensieri.

Lo vide trovare ed indossare una maglietta di un semplice color avorio, che faceva un delizioso contrasto con la sua pelle; almeno si era vestito decentemente.

« Non nascondere la coda, fino a che resterai nella mia proprietà non ne avrai motivo. » Disse Radh'ka continuando a guardarlo.

« Non avevi detto che li avrei spaventati? » Rispose Kreuz perplesso; quel diavolo era davvero strano, prima gli diceva una cosa poi cambiava idea.

« Molti non si lasciano impressionare così facilmente, poi un po' di paura li aiuterà ad evitare di mettersi in testa strane idee. » Iniziò. « La tua cena arriverà tra poco, non uscire dalla tua stanza per nessun motivo; domani mi farai vedere quali sono le tue capacità in combattimento, quindi vedi di dormire e bevi un altro infuso di L'hillus, che ti aiuterà a far guarire prima quelle le ferite. »

« Mi scontrerò contro di te? » Chiese il demone entusiasta; voleva avere la possibilità di vendicarsi dell'umiliazione subita.

« Se riuscirai a battere tre dei miei servitori, vedremo. » Rispose il diavolo alzandosi dalla sedia e lasciando la stanza del demone.


*****


Non appena Radh'ka chiuse la porta alle sue spalle, il demone si buttò sul letto sfinito e arrabbiato; quel diavolo lo stava decisamente sottovalutando, farlo scontrare con dei miseri servitori. Ma per chi lo aveva preso? Li avrebbe certamente battuti in un lampo, e allora quello stupido diavolo avrebbe dovuto per forza scontrarsi contro di lui. Magari, se se la giocava bene, sarebbe pure riuscito a riottenere la libertà. Un leggero bussare lo distrasse dai suoi pensieri di vendetta, e lo fece balzare giù dal letto; di certo non era il diavolo, lui non si sarebbe certamente scomodato a bussare. Come aveva detto prima quella era casa sua, e poteva andare dove voleva quando voleva, senza chiedere il permesso a nessuno; quindi non era certamente lui. Doveva essere il servitore con la cena; aveva un certo languorino in effetti, erano giorni che non mangiava un pasto decente, e dopo essere stato punito per qualcosa che non aveva fatto il suo appetito era aumentato vertiginosamente. Quando diede il permesso al servitore di entrare, si rese conto che non era lo stesso di poche ore prima; questo era poco più alto del precedente e aveva dei lunghi capelli rossi che gli arrivavano fino alla base della schiena. Da quel poco che riusciva a scorgere aveva le mani e parte delle braccia ricoperte da piccole squame scure; non riusciva a vederlo bene in faccia, visto che stava a testa china, mentre apparecchiava il piccolo tavolo con tutte le leccornie possibili ed immaginabili. Il suo stomaco a tutto quel ben di dio brontolò sonoramente, facendo appena sobbalzare di sorpresa il servitore; non appena quello ebbe finito di sistemare tutte le cose, si inchinò un'ultima volta nella sua direzione e scomparve dalla porta, silenzioso come era entrato.

Kreuz non si fece minimamente pregare, scese dal letto e si fiondò letteralmente sul cibo; sprecò solo pochi istanti al pensiero che il cibo fosse avvelenato, ma scartò subito quell’idea. Se avessero davvero voluto ucciderlo, sarebbe sicuramente già morto; invece lo avevano curato, senza contare che aveva un debito nei confronti del diavolo, che certamente lo voleva vivo per saldare il debito sfruttandolo a dovere.

Il cibo era davvero buono, non aveva mai mangiato così tanto e così bene in vita sua; al lato del tavolo c'era anche un grande calice, con dentro l'infuso che il diavolo gli aveva praticamente ordinato di bere. Lo guardò con sospetto per molti minuti, per poi berlo tutto d'un fiato; quella cosa non solo aveva un cattivo odore, ma faceva davvero schifo come sembrava.

Non sapeva cosa c'era esattamente in quell'infuso, sapeva solo che improvvisamente gli era venuto un gran sonno, e l'enorme letto a ridosso della parete sembrava così comodo e confortevole; e lui non aveva la minima intenzione di opporsi al suo dolce richiamo.

In pochi attimi sprofondò in un sonno profondo, già pregustando la dolce vendetta che si sarebbe preso su quell'odioso diavolo il giorno dopo.


*****


La mattina successiva Vyras andò a prendere il demone nella sua stanza, e lo condusse per i lunghi corridoi, fino ad una sala riccamente arredata con al centro un enorme tavolo apparecchiato per due. Il diavolo era già seduto a capotavola; stava facendo colazione con un'enorme libro davanti a se, e un'infinità di prelibatezze che però non sembrava degnare di considerazione. Sorseggiava il suo infuso con poca attenzione, mentre girava attentamente le pagine del pesante tomo che aveva davanti, ma con una raffinatezza innata; molte persone sarebbero sembrate sciatte e maleducate nel compiere gli stessi gesti, ma non lui.

« Sei pronto per la prova di oggi demone? » Chiese Radh'ka senza alzare lo sguardo dal libro.

« Certamente. Ma preferirei scontrarmi subito contro di te, che contro i tuoi servitori. Non vorrei fargli troppo male. » Rispose Kreuz spavaldo, sentendo dopo le sue parole un leggero sibilo indispettito proveniente dal servitore dietro di lui. E non era il solo, molti altri servitori nella stanza lo stavano guardando indispettiti, e alcuni si trattenevano a stento dal rispondere per le rime a quelle insinuazioni. Come aveva detto il diavolo, nessuno sembrava impressionato o spaventato dalla sua coda; molti probabilmente non l'avevano nemmeno notata, tanto erano presi a guardarlo male.

« Non ti conviene sottovalutarli, come hai ben detto poco fa, sono i miei servitori. Ognuno di loro ha una caratteristica che nessun altro possiede, e anche quelli che prima non sapevano combattere sono stati addestrati a suon di frusta da quelli più esperti. Dico bene Vyras. » Replicò il diavolo, rivolgendosi al piccolo servitore moro.

« Certamente padrone. Ognuno di loro ha appreso l'arte del combattimento, ed a affinato le proprie capacità al meglio. » Rispose Vyras, senza scomporsi minimamente. Anche lui si era irritato sentendo le insinuazioni del demone, riguardo la presunta debolezza della servitù; ma non aveva mostrato nessun segno di turbamento esteriore, il padrone non avrebbe accettato un comportamento diverso da lui.

Fece accomodare il demone al suo posto a tavola, poco lontano da Radh'ka, ma nemmeno così vicino da permettere a quel rozzo animale di disturbare il pasto del padrone.

Vide il demone avventarsi subito sul cibo, e trattenne a stento una smorfia di disgusto; aveva intuito cosa ci trovasse di interessante il padrone in quel demone, ma non capiva come facesse a sopportare tanta maleducazione in un unico essere. Lui che non aveva mai tollerato nessuno, al di fuori di se stesso; sicuramente aveva qualcosa in serbo per il demone.

Si impose di non pensarci, tutte quelle domande non l'avrebbero portato a nulla.

« Desidera altro Padrone? » Domandò Vyras rivolto a diavolo; il quale alzò appena lo sguardo dal suo libro puntandolo senza esitazioni su di lui.

« Vai a chiamare Antharèss e Mahan, e di loro di farsi trovare all'entrata principale. Ovviamente devi esserci anche tu Vyras, avrai l'onore di combattere contro il nostro ospite. »

« Come desiderate Padrone. » Rispose Vyras facendo un profondo inchino in direzione del diavolo, prima di congedarsi e uscire dalla sala.

Percorse i corridoi a ritroso, immerso nei suoi pensieri; il demone non sembrava tanto forte, aveva una muscolatura asciutta e all’apparenza era agile, ma oltre a quello non sembrava avere altre caratteristiche. Il fatto che fosse un demone puro non faceva che aumentare le sue domande; come tutti sapevano i demoni puri erano rarissimi ed erano estremamente forti, non si conoscevano i loro poteri, che potevano variare da demone a demone. Quello che il padrone aveva portato a casa, era solo un cucciolo, sicuramente non aveva più di cinquecento anni, il che voleva dire che le sue capacità e i suoi poteri non erano ancora del tutto sviluppati.

Durante il tragitto verso l’esterno incontrò un altro servitore, si fermò a parlare un attimo e gli chiese se poteva avvertire lui Antharèss, che sicuramente era nelle cucine a fare la corte a qualche servetta; lo faceva sempre, solo per far arrabbiare il fratello, che ogni volta si infuriava e scatenava un putiferio. Lui non aveva certamente tempo da perdere in inutili discussioni, doveva già avvertire Mahan, e quello si che sarebbe stato complicato. Aveva sentito le sue infinite lamentele riguardo al nuovo ospite del padrone, per non parlare dell’oggetto prezioso che avevano portato nel giardino sul retro; il padrone aveva ordinato di averne la massima cura e di essere avvisato non appena le sue condizioni fossero mutate. Aveva affidato a Mahan il compito di proteggere il prezioso oggetto, ma non era per nulla facile; nella tenuta abitavano creature di tutte le specie e molte non erano soggette ai poteri di Mahan, per cui l’altro servitore doveva sempre stare in allerta per proteggerlo. Sicuramente l’idea di uno scontro con il demone avrebbe risollevato il suo umore nero, meno male che nessuno dei suoi due compagni era in sala, quando il loro ospite aveva dubitato sulla loro forza, o del demone non sarebbe rimasta nemmeno la cenere. Antharèss era più controllato di Mahan, ma certamente non avrebbe apprezzato quelle insinuazioni.

Sbuffando, Vyras uscì dal castello e si diresse senza esitazione verso il giardino sul retro, sperava di trovare Mahan nei pressi del grande albero; aveva intravisto la coda di Thyase all’entrata, vicino ai cancelli, ma non si era avvicinato alla creatura, quando Mahan non era nelle vicinanze diventava scostante e insopportabile. Come previsto, lo trovò appollaiato su un ramo di un’enorme albero secolare, ai suoi piedi, circondato dalla coda di una delle creature di Mahan, c’era l’oggetto a cui doveva fare da balia.

« Il padrone ci vuole all’ingresso, vuole mettere alla prova il demone e ha deciso che noi saremo i suoi avversari. » Disse solo il moro.

Mahan scese subito dall'albero, e lo seguì senza fare troppe storie; gli ordini del padrone erano perentori e nessuno avrebbe mai disubbidito se teneva alla vita. Ordino alla sua creatura di badare all'oggetto durante la sua assenza, e quella gli sibilò qualcosa di rimando.

Arrivati davanti all'ingresso videro il demone in piedi al centro dello spiazzo, mentre il diavolo era comodamente seduto su una lussuosa sedia, con affianco un servitore pronto a riempirgli il bicchiere non appena quello fosse stato vuoto; Antharèss stava poco distante dal diavolo, dall'altro lato della sedia e fece un ceno di saluto ai due arrivati.

« Bene, ora che ci siamo tutti possiamo iniziare. Inizierai tu Antharèss. » Disse il diavolo rivolto al rosso.

« Come desiderate padrone. » Replicò il rosso, per poi posizionarsi davanti al demone, e mettendosi in posizione d'attacco.

« Questo è un test, nessuno dei due deve morire. Sono stato chiaro? » Disse ancora il diavolo rivolto ai due, ricevendo da entrambi un cenno d'assenso. « Bene, potete iniziare quando volete. » Finì compiaciuto.

« Sei pronto testa rossa? » Domandò sprezzante il demone.

« Quando vuoi praticello. » Replicò Antharèss, prima di far partire l'attacco.

L'angolo di Sèlìs:

Oddio questo capitolo è stato davvero un parto! E non mi piace nemmeno un pò. Non so dirvi con esattezza il motivo, so solo che non mi piace.. Uff!! 

Fatemi sapere voi se sono paranoica io o se davvero è una schifezza! Spero non ci siano errori grammaticali e di scrittura... 

Ringrazio come sempre tutti quelli che commentano! Mi fate immensamente felice. Grazie! <3

Ringrazio anche la Nel Nel, che mi sopporta nei miei scleri. xD E che legge le cavolate che scrivo. çòç Grazie!

Ok, ora la pianto. Io me ne vado a letto bella gente! 

Oyasumi!!!

   
 
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