Fisso il ragazzino.
Dovrebbe avere più o meno l’età di mio fratello, o frse uno o due anni in più; aveva un cespuglio di capelli biondi in testa ed era pieno di segni di bruciature. Chissà cosa gli era capitato......
Guardo i suoi vestiti, perfettamente ricuciti da Erika: aveva un cilindro blu a cui erano legati un paio di occhialoni del medesimo colore, indossava una specie di frac azzurro lasciato aperto, un fazzoletto bianco al collo, cintura e calzoni blu. A giudicare dai suoi vestiti, forse era un nobile.
Il biondo apre gli occhi.  –Sono........vivo?– domanda sorpreso cercando di alzarsi. Io lo faccio distendere nuovamente. –Non alzarti...Erika dice che devi riposare. Hai tante ferite....– Sembra accorgersi solo in quel momento dello stato in cui è ridotto.
–Come ti chiami? – Lui mi guarda per qualche istante, poi mi porge la mano sorridendo. –Mi chiamo Sabo. Tu?– gli stringo al mano ricambiando il sorriso. –Io mi chiamo Laura!–
Si guarda intorno. – Dove sono? – domanda. – Sei sull’ isola Dokeru!- rimane in silenzio.
Non riesco a non domandarglielo. – Che cosa ti è successo? Sei ridotto male... – diventa improvvisamente serio. – Un Drago Celeste ha colpito la mia nave. – ora tocca a me rimanere in silenzio.
Il governo. Brutta faccenda.
–Laura, dove sei?- sento Erika chiamarmi  dalla cucina.
Oh, no. Mi ha detto milioni di volte di lasciare in pace il naufrago bruciacchiato. Se mi becca qui mi strangola! O peggio, lo dice a Zoro!!! Oddio che faccio; oddio che faccio; oddio che  –Laura!-
Troppo tardi: un arrabbiata Erika è comparsa sulla soglia.
Ora è ufficiale.
Sono morta.

Prima di continuare, due parole su Erika. Ha quattro anni più di me, cioè uno più di mio fratello. Ha i capelli neri come la notte e gli occhi verde smeraldo.
È molto gentile con tutti, ama la natura e gli animali e tiene quasi sempre una corona di margherite in testa. È grazie a lei se io e Zoro siamo vivi.
Dopo essere scappati di casa, o almeno, dopo che  Zoro è scappato di casa portandomi al suo seguito, (Io avevo poco più di un anno, non sapevo neanche parlare per ribellarmi! Ma dubito che l’avrei fatto...)  ed essere venuti nella casa in cui tutt’ora viviamo, Zori non aveva la più pallida idea di come crescermi e, effettivamente, quale bambino di quattro anni saprebbe crescere un lattante?
Comunque; Zoro conobbe Erika mentre tentava di rubacchiare qualcosa da mangiare.
Erika aveva perso i genitori da bambina e viveva in una casetta non lontana da noi. Vedendo Zoro a cos’era costretto per vivere e dato che suo nonno le mandava sempre soldi (fin troppi) per comprare ciò che gli serviva, decise di venire a vivere con noi.
Da quel momento lei per me è come una sorella maggiore, sicuramente più responsabile rispetto a Zoro, che passa tutto il giorno nel dojo della città qui vicina per allenarsi. Vorrei andarci anche io, ma lui dice che sono troppo piccola.
Glielo faccio vedere io chi è troppo piccola.....