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Autore: Wany97    11/06/2012    7 recensioni
Questa Fict nasce dal desiderio di dare una storia ai quattro favoriti della settantaquattresima edizione degli Hunger Games. Come è stata l'edizione per Clove, Cato, Marvel e Glimmer? Diciamo che non sono una grande fan di quelle storie in cui si distinguono nettamente buoni e cattivi. Da questo principio, nasce la fict. Spero vi piacerà e sperò mi recensirete. Per criticare o anche dare consigli!!
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cato, Clove
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 4
Un orologio. Quelle lancette d'acciaio lucente. Quei numeri dipinti col colore della pece. Un ticchiettio continuo. 
Tic-Tac-Tic-Tac. Lei siede sul divanetto di velluto nero, nel salotto di casa sua.
Davanti a lei c'è un piccolo tavolino di vetro trasperente, con appoggiato sopra un ciuffo di chiodi di garofano. La guardano insistenti. 

Tic-Tac-Tic-Tac. Oltre il tavolino c'è un grande ripiano, lì, vige la tv al plasma, cambiata un mese prima da suo padre. è accesa. 
Tic-Tac-Tic-Tac.Sua madre è lì, da parte a lei, sulla sinistra. Seduta dritta su una poltroncina nera. 
Tic-Tac-Tic-Tac. Anche suo padre è lì. Alla sua destra, seduto sul suo stesso divanetto di velluto. 
Tic-Tac-Tic-Tac. Ha il telecomando tenuto saldamente fra le mani. Ma non è intenzionato a cambiare canale
Tic-Tac-Tic-Tac. Il sigillo di Capitol City compare sul grande schermo, per annunciare la nuova edizione degli Hunger Games. 
Tic-Tac-Tic-Tac. L'arena è diversa dal solito. Le telecamente inquadrano una radura, e poi una foresta. 
Tic-Tac-Tic-Tac. Lei guarda con insistenza lo schermo. Come i suoi genitori. 
Tic-Tac-Tic-Tac.Il conto alla rovescia è già cominciato, i tributi sullo schermo si preparano a correre. 
Tic-Tac-Tic-Tac. Alla sua destra, sulla parete bianca, c'è una spada ornamentale appesa al muro. Liscia e grossa. Riflette la tv. Riflette l'Arena. 
Tic-Tac-Tic-Tac. Non se ne era accorta prima, ma nella stanza c'è anche un cagnolino, nell'angolo. Segue la trasmissione senza emettere un solo verso. Tic-Tac-Tic-Tac.I volti dei tributi appaiono sullo schermo.  
Tic-Tac-Tic-Tac. C'è una ragazza dai capelli rossi. Una bambina dodicenne di colore 
Tic-Tac-Tic-Tac. La spettatrice seduta sul divanetto alza un soppracciglio guardando i tribut. favoriti.
Tic-
Tac-Tic-Tac. Un ragazzo biondo e imponente, una ragazzina quattordicenne che sorride furbescamente, un ragazzo più magro. E una ragazza bionda. Con i suoi stessi capelli, i suoi stessi occhi. Il suo stesso viso. 
Tic-Tac-Tic-Tac. Il cannone spara. I tributi cominciano a correre. La Glimmer dell'Arena corre verso un arco. è proprio lì, davanti a lei. Allunga la mano, pronta ad afferrare la superficie legnosa.Non riesce a prenderlo in tempo. Il ragazzo dell'undici soppraggiunge. La getta a terra. Batte con forza la testa bionda sulla terra più e più volte.. Glimmer guarda in diretta la sua stessa morte, senza batter ciglio. 
Tic-Tac-Tic-Tac. Un minuto esatto dopo, la stanza è esattamente come prima. In tv danno gli Hunger Games. I suoi genitori sono ancora seduti sui divanetti. Il cane è ancora appollaiato in un angolo. La spada è appesa al muro. E i chiodi di garofano sono ancora là, sul tavolino di vetro. Ancora vivi, nonostante l'assenza d'acqua.
Solo, Glimmer non è lì per constatarlo.
Forse, fin dal principio, era una burla, la sua presenza in quella stanza. Perchè adesso non c'è più. Il posto che prima occupava è vuoto. Eppure, nessuno deve averlo notato. Forse, è stata presa in giro. Forse, non è mai appertenuta a quella stanza. Eppure c'è stata, per un breve arco di tempo. Ma ora, non c'è più nessuno che se ne ricordi.
<< Hai visto che delusione il tributo femminile dell'uno, caro? >> Chiede la signora a suo marito. Lui annuisce << Già. Davvero una delusione >> E sembra quasi che, a quelle parole, sui chiodi di garofano sia comparso un sorriso.
Furbesco.
Beffardo.
Che l'ha guardata morire nell'Arena e sparire del tutto da quella stanza. Senza che nessuno se ne accorgesse.


Al mattino, Glimmersi sveglia urlando.
 
A colazione, Clove freme dalla voglia di cominciare l'addestramento. Vuole mettere le mani sui coltelli che sicuramente troverà, come le assicurano i due mentori. Vuole far impallidire i visi degli altri tributi quando la vedranno lanciarli. Vuole vedere la paura sui loro volti. La paura nei suoi confronti.  Che provino quella che da anni provano le lucertole capitate nelle suemani. O le rane.
Moriranno tutti, si dice. Favorita o no, lei li ammazzerà tutti. Anche Catosembra eccitato per l'inzio dell'allenamento. Continua a borbottare che sprecano tempo a mangiare, nonostante le pietanze siano gustosissime. A Clove piace Cato. Ma non nel modo in cui si potrebbe pensare. Le piace solo perchè è un alleato valido, difficile da trovare. Non che si sia rammolita, ovvio. Solo, non le da così fastidio quanto gli altri due tributi, il che le sembra un' ottima conquista.
<< Tirerai i tuoi coltelli, Clove? >> Le chiede a un certo punto della colazione.
La ragazza annuisce << Ma certo >> Dice << Devo spaventare un po di conigli, no? >> Sorride beffardemente. E, stranamente, Cato ricambia con quell'occhiata complice. Non un'occhiata come si potrebbe pensare. Ma un'occhiata da alleati. Un'occhiata d'intesa. Che dice che si sono capiti, su comedivertirsi. << E tu maneggiarai la spada? >> Chiede lei.
Lui annuisce
<< Si, certo >> Sorride << Devo spegnere subito qualche fiammella >> Aggiunge. Clove afferra all'istante il concetto.
Parla di lei, Katniss Everdeen. è chiaro che Cato non veda l'ora di farla fuori. Probabilmente avrà passato la notte a pensare a come farlo. Avrà pensato alla sua espressione di dolore, quando la trafiggerà con la spada. Il sorriso scompare dalle labbra di Clove.
Per qualche assurdo motivo, il pensiero la infastidisce. Non che Cato uccida quella del distretto dodici, solo, che abbia passato la notte a pensarci su. A pensare a lei. Anche se in termini tutt'altro che dolci. è la seconda volta che la ragazza in fiamme le ruba la scena.
Non capiterà di nuovo. << Quelli del quattro pare siano abbastanza bravi da inserirsi nel gruppo >> Dice ad un certo punto il conduttore. Alec. Tipo strano, quello. << Davvero? >> Chiede Cato, a bocca piena << Beh, digli che non ci servono >> Aggiunge, ingurgitando il cibo << Siamo abbastanza forti da soli >> il mentore maschio accorre << Da sempre i tributi del quattro fanno parte della vostra alleanza! >> Esclama
<< I distretti avranno molto da ridire, se li lasciate soli >> A Cato non piace l'idea. E, sinceramente, nemmeno a Clove. Ci mancano solo due ragazzini in più a cui fare da balia. << E perchè dovrebbe importarcene qualcosa? >> Chiede, allora. Interviene Eleonor, l'altra mentore << Perchè, cari miei, dovete conquistare sponsor, che terranno conto delle vostre azioni. Francamente, il distretto dodici ha saputo farsi notare alla sfilata dei carri, ora, voi dovete convincere il pubblico che siete voi le vere star >> Una pausa << Perfino i distretti possono finanziare, sapete? Quindi, se non volete averli contro, dovrete tenervi stretti i ragazzi del quattro >>
Una pausa. Il discorso segue un filo logico, purtroppo per Clove. << Va bene >> Capitola << Vado a prepararmi >> Aggiunge, alzandosi. Non ha bisogno di sponsor. Può cavarsela benissimo da sola. Senza nessuno. Non ha bisogno di Glimmer o Marvel, così smaniosi di apparire. E nemmeno di lui. Cato.
No, lei può fare a meno della sua presenza. Di colui così accecato dalla voglia di uccidere. Le da quasi la nausea pensare a come egli progetta di uccidere quella del dodici. Va verso la sua stanza. Sente dei passi, dietro di lei. Poi la mano di Cato le afferra una spalla nel corridorio deserto
<< Cosa vuoi? >> Chiede lei, voltandosi. << Hai accettato l'alleanza >> Dice lui, senza mezzi termini << Voglio sapere perchè >> Un'altra pausa. << Mi hai minacciato di morte >> Sibila Clove << Mi sembra un buon motivo >> Aggiunge. Lui la guarda << Ma non sufficiente >> Constata.
<< Come non è sufficiente che tu dica di far parte dell'Alleanza, nonostante poi non partecipi per niente >> << Non partecipo a cosa? >> Chiede Clove, perplessa << Dico solo che devi cercare di andare d'accordo con gli altri. Adesso non è così importante, ma quando ci saranno le telecamere, tu dovrai fingertipappa e ciccia con tutti noi>> Un'altra pausa << Io non sono come voi >> Ribatte lei.
Lui alza un soppracciglio << A no? >> << No! >> Scatta Clove << Voi siete solo un branco di arroganti figli di papà e non sapete niente della vita vera! Di certi problemi! >> Una pausa. Cato la guarda allibito. Incredulo. << Tu sei solo una macchina da guerra, Cato >> Dice a quel punto Clove, sibilando<< Sei stato fatto per gli Hunger Games, è l'unico scopo della tua vita. Ma dimmi, cosa farai dopo? Scommetterai su altri ragazzi? Sei solo una pedina. Ed io non sarò mai come te >> Gli volta le spalle ed entra nella sua camera.
Solo una pedina



ANGOLO SQUINTERNATA
Mi aspetto numerose critiche per questo capitolo, e sono io la prima a dire che è orrido. U-U Innanzitutto, il sogno di Glimmer.  Non l'ho scritto molto bene, me ne rendo conto. Ed inoltre, so che avevo promesso che avrei approfondito Clove e Cato, cosa che ho fatto, ma inserendo pure uno spazio per Glimmer. Perchè? In molti nelle recensioni hanno scritto quando odiavano il tributo femminile dell'uno. Sia chiaro, nemmeno a me piace Glimmer.
Sempre odiata. Sempre la odierò. Ma questa fict ha lo scopo di esibire un' altra facciata di quelli che nel primo libro si potrebbero definire i "cattivi" della storia. E vale per tutti e quattro. Marvel, Clove, Cato e pure Glimmer. Dopodichè, vorrei anche spiegare un paio di cosette del sogno ( se non vi va di leggerle saltate la parte). Primo, i chiodi di garofano che sorridono beffardi. Mi sono informata ed ho scoperto che "Clove" significa appunto chiodo di garofano.
Per questo, non volendo rappresentare la ragazzina sottoforma di persona, l'ho ridotta a questi. Questo vale anche per la spada, Cato, e il cagnolino, Marvel. Mi dispiace di aver rappresentato il tributo dell'uno con un cane, ma il sogno era di Glimmer. Bisognava cercare di filtrare le cose più o meno come le vedeva lei. Ora, il fatto che lei si guardi morire non è tanto il fulcro del sogno. Piuttosto, che i suoi genitori che sono lì a guardarla nell'Arena, l'osservino impassibili, definendola alla fine una "delusione". Lo so, sto cadendo nel ripetitivo considerando anche Marvel. Ma, ehy, sono appena tornata dal mare! Il mio cervello funziona poco nulla!!!!
Quindi, vi chiedo scusa de non vi aspettavate che avrei dedicato un po di spazio anche a Glimmer. Ma in così tante fict l'ho vista come la cattiva, e per una volta ho voluto provare (con scarsi risultati, l'ammetto) a trovare un altro modo per definirla. Dopodichè, passiamo a Cato e Clove. Lo so che la state aspettando (anchio io!!) ma non è ancora arrivata. Il fatto è che, mente stupida quale sono, non credo negli amori al primo sguardo. Per questo, voglio instaurare un certo rapporto fra Clove e Cato, che non sia subito tutti bacini e dolcetti da San Valentino^^ Il capitolo è scritto in maniera terribile, lo so. E quindi non sono riuscita a spiegare molto bene il rapporto difficile fra i due. Okay, meglio che la smetta di scrivere a vanvera va^^ Vi prego di commentare, grazie!

Wany
  
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