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Autore: hane    11/06/2012    3 recensioni
L'assassinio di Lily lascia una serie di dubbi, che l'ispettore M cercherà di risolvere tramite alcuni interrogatori alle amanti della ragazza. Quale sarà la verità? Chi ha ucciso la dolce, ingenua, amatissima Lily?
[Essere amata da tutti, significa davvero essere completa?]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dunque, ho una premessa da fare, as usual. Questa storia partecipa ad un contest indetto da NonnaPapera! (il bando lo trovate QUI).  A causa delle limitazioni poste dal contest, ho dovuto scrivere un racconto prevalentemente popolato da dialoghi. Vi renderete presto conto della stranezza di questo lavoro, che, fra l'altro, non mi soddisfa granché. Buona lettura!


L
'AMORE DI LILY




"Anno 1879, 28 ottobre. Lily Thompson viene rinvenuta esanime lungo il margine del fiume X, deceduta in circostanze misteriose.
Tuttavia altrattanto misteriose – nonché fuorvianti - sono le testimonianze raccolte durante l'indagine da me condotta. Mi si voglia credere: allegherò alla missiva le assurde, sconcertanti parole delle interrogate, a dimostrazione di ciò che dico. Rimando a voi, gentile Mr. K, le conclusioni relative al caso.

Philip M"

Prima testimonianza: Annemarie.
«Per lei, chi era Lily?».
«Lily era la brezza che ti scompiglia i capelli negli assolati pomeriggi di primavera. Era la cascata di luce che ti pervade dopo l'infinita notte di angosciosa attesa».
«Vuole essere più chiara?».
«La prego, ispettore M, di accettare come risposta la seguente frase: Lily era tutto, senza davvero essere niente».
«Lei l'amava?»
Sorride. «Sì. Più di quanto lei possa immaginare».
«Intratteneva con lei una relazione intima?».
«Sì, ispettore – ma la prego, non ci giudichi per questo -. Consumavamo il nostro amore in ogni luogo e in ogni momento, ogni qualvolta ne sentivamo il bisogno. La fisicità che ci univa non può che essere descritta tramite l'assimilazione ad odori e sapori: era permeata da un aroma di gigli appena colti e lasciava fra le labbra un dolce retrogusto di ciliegia».
«Dunque il soggetto ricambiava le vostre attenzioni, è così?»
Annuisce. «Le garantisco, ispettore, che è così».
«Quando la incontrò la prima volta?».
«Dieci anni fa, quando Lily era ancora un bocciolo: una deliziosa fanciulla dalla pelle diafana e dai capelli scurissimi, le cui sottane la conferivano un aspetto di tenera goffaggine. Aveva 12 anni, allora».
«E, mi permetta la domanda, già da allora intratteneva con lei un rapporto amoroso?»
«Sì, è esatto. Lei era piccola, graziosa, ingenua; io, sa, avevo già vent'anni ed un marito. Probabilmente all'inizio cercavo in lei ciò che mi era stato tolto: la possibilità di amare e di scegliere; la libertà di ritargliarsi un ruolo nella vita, senza che lo facciano gli altri per te; la forza di spingersi oltre le convenzioni ed i limiti che la società ci impone; le gioia di scoprire fin dove la sola volontà possa condurti».
«Che lei sappia, Lily frequentava altre donne?».
«Oh, no. Questo non è possibile, mi creda. Lily era una donna devota; non tanto per certi sani principi, quanto per un'inguaribile ingenuità che la contraddistingueva. Era diversa da qualsiasi persona io abbia mai conosciuto, in bene e in male».
«Se è così, la prego di chiarire il mio unico dubbio: per quale motivo afferma di averla uccisa?»
«Signore, Lily non era fatta per questo mondo. Era troppo, troppo per chiunque – specialmente per me. Quando cominciavo a pensare di aver dinnanzi a me una sprovveduta, ecco che emergeva un altro lato di Lily, che contraddiceva quello precedente. Mi creda, era incredibilmente strana: sfuggiva a qualsiasi definizione e non apparteneva a nessuna categoria. Non aveva bisogno di ritagliarsi alcun ruolo, perché lei stessa rappresentava il contesto. L'averla uccisa corrisponde al più grande atto d'amore che potessi fare per lei».


Seconda testimonianza: Christine.
«Cosa rappresentava per lei la signorina Lily?»
«Signor M, mi perdoni, ma per me è impossibile rispondere a tale domanda».
«Per cortesia, ci provi».
Fa una lunga pausa di silenzio. «Lily era la mia anima. Oh, la prego, non lo intenda in senso romantico: voglio dire che lei rappresentava l'estensione del mio corpo, il mio volere fluttuante, che poteva liberamente sfuggire alla prigionia di queste mura, andare e venire a suo piacimento, come l'aria che passa fra le sbarre che vede alle finestre. Era il mio unico contatto con l'esterno. Era il mio amore per la libertà. Era... il mio amore e basta».
«L'amava?».
«Santo cielo, tutti amavano Lily, non è certo una novità. Io, forse, l'amavo un po' più degli altri».
«Intratteneva con lei una relazione intima?».
«Ah, ispettore! domande così dirette, confesso, mi destabilizzano un po'. - Ride. - Sì, io e Lily, dentro queste mura buie, sfogavamo quei bisogni soppressi nella quotidianità; non avevamo alternative, sa. Probabilmente, però, parlo solo per me: Lily sembrava non sentire affatto il bisogno di sfogare tali frustrazioni, perché pareva non averne».
«Quando la conobbe?».
«Otto, forse nove anni fa. Santo cielo, non ricordo con precisione: la mia memoria comincia a cedere. La vidi per la prima volta in occasione dell'apertura di un negozio di articoli importanti da non so dove. Aveva all'incirca quattordici anni; era piccola, curiosa, elegante. Io, già a quel tempo, ero vecchia. Avevo trentatre o trentaquattro anni. Davvero, non ricordo con precisione».
«E già da allora intratteneva con il soggetto un rapporto amoroso?».
«Sì, ispettore. Cominciò tutto poche settimane dopo il nostro primo incontro. E' piuttosto impudica come confessione, non le pare? Ma non me ne sono mai vergognata. Lei, davvero, aveva qualcosa di unico al mondo - qualcosa che si è palesato fin da subito e mi ha conquistata. Quando mio maritò cominciò a tenermi segregata in casa, circa un anno dopo aver incontrato Lily, lei continuò a venire da me e divenne tutto ciò di cui avevo bisogno».
«Che lei sappia, Lily intratteneva relazioni con altre donne?»
«No, ispettore. Lo escludo con fermezza. Lily era troppo ingenua e pura per questo genere di cose. Dimostrava una devozione fuori dal comune, che oserei paragonare alla fedeltà di un animale nei confronti del padrone. Mi perdoni la sgraziata metafora, non intendevo certo sottintendere che Lily, la mia preziosa Lily, fosse una bestia». Ride.
«Ma allora, se per lei era così preziosa come dice, perchè afferma di averla uccisa?».
«Lei forse non riesce ad andare oltre al dato concreto, non è così? L'unica cosa di cui soffriva Lily, signor M, era certamente la sua eccessiva libertà. Non aveva uno scopo vero e proprio, non aveva un punto di partenza, né uno di arrivo. Era uno spirito errante, che rischiava di perdersi negli sconfinati meandri della vita. Ed a quel punto sì che avrebbe sofferto, senza possibilità di salvezza. Uccidendola le ho donato la vera libertà, quella che dura in eterno e che non ti espone a nessun pericolo. Questo, capirà bene, dimostra quanto immenso fosse il mio amore per lei».


Terza testimonianza: Sophie.
«Per lei, chi era Lily?».
«Arriva dritto al sodo, ispettore. - Sorride. - Per me Lily era... la poesia. Quella fatta di poche, ma efficaci parole».
«Potrebbe essere più chiara, per cortesia?».
«Signor M, Lily era la mia Musa. Ma si renderà conto da solo di quanto un simile epiteto risulti riduttivo, quando si parla di lei. Lily era contemporaneamente l'ispirazione, il processo di creazione, l'opera finale ed il grande insieme che continiene tutti e tre gli elementi: l'arte in senso astratto. Quella poetica, nella fattispecie».
«Benché dalle sue parole io possa dedurre la risposta, lei l'amava?».
«Io amo l'arte. Quella pura, scevra di fronzoli, che si manifesta con una forza dirompente. Lily, le ripeto, era arte. Sì, l'amavo moltissimo».
«Intratteneva con lei una relazione intima?».
«È così – e non mi guardi in quel modo, la prego. Vede, l'arte da sola è un semplice flusso vitale immateriale, ma c'è bisogno della fisicità per concretizzarla: le mani, le labbra, le curve dei fianchi e dei seni, gli occhi umidi di passione. Lei capisce cosa intendo, non è così?».
«Quando la conobbe per la prima volta?».
«Nel 1870, ispettore M. In piazza Y, mentre osservava ciò che le stava intorno, come una dea che veglia placidamente sul suo creato».
«Già da allora intratteneva con lei un rapporto amoroso?».
«No. Cominciò tutto nel 1872, quando non riuscii più ad ignorare i battiti sordi del mio cuore».
«Lei crede che Lily intrattenesse relazioni con altre donne?».
«No. No, ispettore. L'ispirazione poetica, necessariamente, implica un'esclusività significativa. In ogni caso Lily era troppo devota per questo genere di cose. L'energia che metteva nella nostra relazione era così tanta, che dubito avrebbe potuto reggere altri sforzi simili. Lily era il mio mondo di forme e colori; era il mio Iperuranio, dove la magia dell'arte permane nella sua squisita perfezione e non è corrotta dalla laidezza che permea questa società».
«Ma allora perché afferma di averla uccisa, signorina Sophie?».
«Gliel'ho già detto, ispettore M: per non permettere che la corruzione avvelenasse la sua essenza; per non permetterle di scoprire ciò che si cela dietro alle maschere di indifferenza ed ipocrisia dei passanti, che lei amava tanto osservare. L'ho salvata dall'orrore del mondo e della verità. Comprende, ispettore, che dietro a questo atto di violenza si cela un amore più immenso di quanto lei possa immaginare?».

***



"Gentile Signor M, le scrivo per informarla che, presa visione della sua missiva e delle testimonianze ad esso allegate, desidererei parlarle di persona sia delle stesse, sia degli sviluppi relativi al caso. Sarò a Q il 10 novembre, presso la dimora di lord L. La prego di raggiungermi in piazza Y a mezzogiorno dello stesso giorno.

Leonard K"


10 novembre. Ore 11.59



«Signor K, è un grande piacere per me incontrarla di nuovo».
«Certo, l'occasione non è delle migliori, ma ricambio il piacere».
«Mi permetta, prima di passare al fulcro della conversazione, di confermare un dubbio: le ho inviato solo tre delle molte testimonianze raccolte, le più significative. Il mio collaboratore, Lord F, le ha fatto pervenire le testimonianze mancanti come gli avevo richiesto?».
«Sì, Signor M; vorrei ringraziarla per la costanza e l'impegno con cui ha seguito il caso. Ho letto tutte e quindici le testimonianze, con un certo sgomento, devo ammettere. Tutte le amanti della signorina Lily hanno affermato di aver ucciso la ragazza, eppure nessuna di queste ha compiuto l'atto fisico dell'omicidio».
«Ma come?! Ne è sicuro?».
«Certo, Signor M. Dinnanzi a tali, inattendibili confessioni, ho dovuto basarmi su altri elementi, non avevo scelta».
«Quali elementi, se mi permette la domanda?».
«Lettere, caro M. Lettere scritte dalla vittima e mai inviate. Lettere senza mittente».
«E dunque chi ha ucciso la ragazza? Nelle lettere ha trovato la risposta?».
«Caro M, credo che in questo momento sia più opportuno chiedersi chi non l'ha uccisa, non le pare? Perché ben quindici persone si arrogano il merito – piuttosto insensato, per altro - di aver ucciso Lily Thompson? Perché tutte queste donne dicono di aver assassinato la signorina Lily come atto d'amore?».
«Lei ha le risposte, K?».
«Solo in parte, ahimé. La Lily che emerge dalle testimonianze raccolte è certamente una persona fragile. È possibile che tutte queste donne, con le loro personali sofferenze emotive, abbiano insinuato sentimenti cupi nella mente della ragazza, fino a provocare un'inversione di tendenza nell'atteggiamento della stessa, confondendole le già precarie idee. O almeno, questo era ciò che pensavano le molte amanti. Le confessioni scritte dalla stessa vittima, tuttavia, si sono dimostrate contraddittorie e criptiche per molti aspetti».
«Allora cosa è successo veramente?».
«Signor M, lasci che le ponga io una domanda: non le pare strano che tutte e quindici le interrogate, alla sua domanda circa l'ipotetica infedeltà della vittima, abbiamo risposto senza indugio di esser state le uniche amanti della signorina Lily?».
«Certamente sì, ma non saprei giustificare tale incongruenza».
«La persona che meglio ha saputo descrivere la vittima, è senz'altro la signora Annemarie: Lily è tutto, senza tuttavia essere niente. Lily era la menzogna di cui queste donne necessitavano per vivere, nient'altro».
«Quindi tutte le testimonianze racchiudono bugie e basta? La vera Lily era una persona completamente diversa da quello che tutti pensavano?».
«Non credo che sia così semplice, caro M. Lily amava tutte queste donne, così come si può amare il piccolo ingranaggio guasto della società, che ha bisogno di qualcuno che lo curi per ripartire».
«Ma allora chi ha ucciso la signorina Lily, signor K? Io davvero non riesco a capire».
«Caro M, ancora non capisce? La signorina Lily non è stata uccisa da nessuno. Si è suicidata».
«Santo cielo! Perchè arrivare a tanto? Qual è stato il motivo che ha spinto una persona amata da tutti a togliersi la vita?».
«Questo non lo so, M. Abbiamo fatto il nostro dovere, credo sia sufficiente. Il resto è un mistero che non rientra nella nostra sfera d'azione. In altre parole: il caso è risolto, a noi deve interessare solo questo».
«Ma, Signor K-».
«Mi permetta di interromperla, M. Le riporto un'evidenza che emerge dalle lettere della vittima e che, probabilmente, le fornirà la risposta che cerca: Lily soffriva moltissimo, benché nessuno conosca il vero motivo. Tutte e quindici le donne, in risposta alla domanda "perchè l'ha uccisa?", hanno dimostrato di esserne consapevoli, a modo loro. Sebbene nessuna di queste abbia ucciso Lily, tutte, amandola oltre i limiti del possibile, hanno pregato affinché la ragazza giungesse alla fine di questo itinerario di dolore».
«Capisco, caro K».
«C'è altro che vuole sapere circa il caso della signorina Lily?»
«No, Signor K. È tutto, davvero».
«Bene, allora suggerisco di andare a fare una passeggiata lungo il fiume X, oggi è una giornata splendida, non le pare?».


  
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