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Autore: Lady Yoritomo    12/06/2012    2 recensioni
Può l'odio per il proprio nemico mortale tramutarsi in amore? E può succedere dopo che si sacrifica la propria vita per ucciderlo? Jill Valentine non credeva possibile tutto questo, nel momento in cui si è buttata dalla finestra di Villa Spencer trascinando con sé Albert Wesker... ma lentamente, nel periodo trascorso alla mercé del suo aguzzino, si renderà conto che si sbagliava. E da quel momento in poi, il carceriere diventerà liberatore e quelli che aveva creduto suoi amici saranno i suoi nemici.
Ovviamente JillxWesker. OOC dopo un certo punto.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albert Wesker, Jill Valentine
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 16
“Second Heart” – Wesker
 
Mia povera Jill, come sono stato cieco! Non ho capito appieno il conflitto dentro al tuo animo finché non ti sei decisa a parlarmene apertamente. Sei ancora divisa tra la vecchia Jill e la nuova, fra la partner di Chris e la mia regina… so che dovrei considerarlo una minaccia, una possibilità che tu ti rivolti contro di me nonostante tutto quello che hai fatto fin’ora, che tu ti ribelli a quella natura a cui ti sei così magnificamente adattata, anche se non del tutto.
E la colpa è di Chris, ovviamente. È sempre lui la causa di tutto. Corro il rischio, anche se minimo, di perderti per mano sua. Quell’uomo riesce a mandarmi fuori di me anche senza fare nulla di concreto… ed è per questo che, non appena capisco che sei disposta a cancellarlo per sempre dal tuo cuore in favore del tuo rapporto con me, mi metto al lavoro.
Questo tuo lieve vacillare è un inconveniente non da poco, Jill: concentrando tutta la mia attenzione sul tuo caso mi sono visto costretto a rallentare, se non bloccare del tutto, il mio progetto principale, posponendo l'inevitabile resa dei conti con Chris e con il mondo ancora di qualche tempo, ma d’altronde non me la sono sentita di lasciare le redini ad Excella. Non volevo vederla con il viso raggiante e l’espressione di chi crede di averla finalmente vinta, né avevo intenzione di permetterle di crogiolarsi nella sensazione di essere lei la mia regina, occupando indebitamente il posto al mio fianco, che spetta invece a te e a te soltanto. Eppure, nonostante questo rallentamento nelle operazioni, mi sto applicando con tutte le mie forze al tuo caso, sia perché me lo hai chiesto tu per prima, dimostrandomi quindi che nemmeno tu vuoi ribellarti alla tua nuova natura e che desideri restare con me, sia perché così facendo, inferirò un colpo ancora più magistrale a Chris. Già me lo immagino, mentre ti guarda ergerti al mio fianco, sua nemica, mia alleata. Già sento la sua voce mentre chiama il tuo nome e il mio cuore si riempie di una gioia sadica all’idea che tu non lo riconoscerai, alla certezza che di lui, dentro di te, non sarà rimasto nulla. Questa volta lo distruggerò definitivamente e lo farò col tuo aiuto, Jill.
Questo dispositivo è il mio nuovo capolavoro, l’ho creato in foggia di gioello e l’ho preparato specificamente per te. Solo tu potrai indossarlo ed ucciderebbe chiunque altro provasse ad utilizzarlo. Il tuo corpo ha una straordinaria difesa contro i virus con cui sono solito lavorare, perciò mi sono trovato costretto ad aggirare i tuoi anticorpi con una nuova sostanza basata sul mio siero e sul tuo DNA. Non solo ti permetterà di dimenticare Chris, ma ti renderà anche più letale di quanto sei già, avvicinandoti allo status divino di cui sono solo io il depositario. Non posso renderti come me, una dose superiore del mio siero nella sostanza che ti ho preparato ti ucciderebbe, ma con questo dispositivo potrai arrivare quanto più vicina possibile a me. Sarai la mia signora e la mia assassina insieme… e questa volta il connubio sarà perfetto.
«È l’unico modo che ho trovato, Jill.» ti spiego. «Il tuo corpo smaltisce questa sostanza con una velocità inusuale, perciò l’unico modo di mantenerla costantemente in circolo nel tuo corpo è quello di impiantarti un dispositivo che te la somministri a ciclo continuo.»
«Lo so… è solo che… quell’affare non mi piace.» mormori, mentre osservi il gioiello rosso che tengo in mano. Sospiro. Purtroppo, se vuoi annichilire il tuo rimorso e, con esso, i tuoi ricordi di Chris, dovrai abituarti ad esso. L’ho reso il più bello possibile, sembra un rubino levigato, di forma ovoidale, incastonato in un supporto di metallo cromato. Una volta che sarà acceso, brillerà dall’interno. Speravo che almeno il suo aspetto non ti facesse paura.
«Nessuno ti costringe.» ti rispondo. «Sei tu che vuoi dimenticare Chris, io ti sto solo fornendo il mezzo.»
Esiti ancora. Ti ho spiegato che ti farà male quando lo attiverò, sei spaventata, te lo leggo in viso. Ti accarezzo una guancia e sospiro. Spero solo che ora non mi dirai che non ne vuoi più sapere perché, lo confesso, mi irriterebbe non poco. Ci ho lavorato notte e giorno, trascurando qualsiasi altra cosa… e l’ho fatto per te.
«Va bene.» esclami. «Attiva quel dannato aggeggio.» sul tuo viso si è dipinta quell’espressione determinata che adoro da sempre. Prendo il dispositivo e te lo appoggio delicatamente sul petto nudo, proprio sopra allo sterno. È costituito da un serbatoio contenente la sostanza che ho preparato per te e da una serie di sottili aghi che, una volta attivato il dispositivo, te la inietteranno costantemente, nella giusta dose e con il giusto tempismo, in modo che non ti venga mai a mancare. Non ricorderai mai più Chris, a meno che non ti venga strappato a forza dal petto, o che non te lo tolga io. Ma lo farò solo se me lo chiederai.
«Sei pronta?» ti chiedo. Le tue dita s’insinuano fra le mie e ti sento stringere la mia mano sinistra.
«Vai.» mi intimi. Premo un piccolo pulsante sul supporto ed il serbatoio s’illumina immediatamente, diffondendo una luce rossa sulla tua pelle diafana. La stretta della tua mano sulla mia si fa convulsa e ti sfugge un gemito di dolore, mentre gli aghi entrano in azione e penetrano la tua carne. Ti accarezzo il viso e mi congratulo con me stesso per aver avuto l’idea di bloccarti i polsi ed il resto del corpo al tavolo su cui ti ho fatta sdraiare: le tue braccia tremano, preda dello spasmo e del desiderio di strapparti il gioiello dal petto. Se ti avessi lasciata libera, te lo saresti tolto immediatamente. Un grido sfugge alle tue labbra, prolungato ed angosciato, non so se per il dolore o per un ripensamento, poi, finalmente, ti rilassi di nuovo. Il dispositivo si è attaccato meravigliosamente al tuo sterno ed ora è un rubino brillante nel mare d’alabastro della tua pelle. È probabilmente la cosa più bella che io abbia mai creato, nonché l’unica a cui io abbia cercato di dare una forma piacevole. La luce pulsa con regolarità, segno che tutto funziona come previsto. I tuoi occhi cercano i miei. Mi sorridi.
«Come ti senti?» ti chiedo.
«Mi ha fatto un male del diavolo.» mi rispondi. «Ma adesso brucia solamente un po’.»
«Devi dare tempo al tuo corpo perché ci si abitui.» ti spiego, accarezzandoti dolcemente il viso. «Ma non dovrebbe esserci rigetto.»
Mi chino su di te e ti slego. Tu ti sollevi a sedere e mi attiri a te. Da seduta sul tavolo, arrivi esattamente alla mia stessa altezza e la cosa sembra piacerti parecchio, perché mi stringi la vita con le gambe e mi intrappoli in un bacio.
«Grazie.» sussurri, dopo esserti staccata dalle mie labbra. «Ora non ho più paura del futuro.»
Sorrido, mentre ti bacio sul collo e sul petto, proprio vicino al gioiello, che pulsa tranquillamente, quasi come un secondo cuore, il cuore malvagio e corrotto che hai accettato di portare dentro di te per restare con me. Sei mia. E lo sei completamente.





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Nota dell'autrice: chiedo scusa a tutti voi per il ritardo assurdo con cui pubblico questo capitolo, vi prego di perdonarmi, ma ahimé, la voglia di scrivere questa storia dipende molto dalla persona che me la ispira. Il fatto è che ultimamente abbiamo ripreso a parlare di Resident Evil dopo un periodo in cui ce n'eravamo praticamente dimenticati e così mi sono decisa a riprendere Stockhom Syndrome in mano. La finirò, lo giuro!

  
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