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Autore: flors99    13/06/2012    9 recensioni
Cosa succederebbe se un segreto fosse riportato alla luce dopo tanti anni?
Un segreto che Narcissa Malfoy Black ha cercato a tutti i costi di nascondere.
Dal capitolo:
- Sei in ritardo. – disse Hermione; ma lo disse in modo dolce, senza rimprovero, come una madre a un figlio.
- Io non sono mai in ritardo. – disse Allyson con un sorriso furbo. – Sono gli altri a essere in anticipo.
“Io non sono mai in ritardo Mezzosangue, sono gli altri ad essere in anticipo.”
A Hermione per poco non cadde la piume di mano.
Aveva usato le stesse parole di Draco. Lo stesso ghigno, la stessa arroganza, addirittura lo stesso sguardo.
Possibile che fosse solo una coincidenza?
Un giuramento segreto.
Un legame proibito.
Un segreto mortale nascosto tra le parole non dette e i sospiri del silenzio.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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- Dai…Granger, per favore, esci da quella stanza! – inutilmente Draco richiamò la Grifondoro, ma quest’ultima non sembrava molto propensa a esaudire la sua richiesta. Chiusa nell’aula da più di venti minuti per uno strano motivo che Draco non comprendeva, continuava a rimanere seduta sul pavimento freddo e duro, rimuginando su chissà cosa.
- Cazzo! – esclamò ad un certo punto il biondino, in preda alla frustrazione. – Se non apri subito questa porta, Mezzosangue, giuro che la sfondo.
Non ricevendo risposta il Serpeverde si irritò ancora di più. Non poteva infatti sfondare la porta, come invece aveva minacciato di fare, per il semplice fatto che non aveva con sé la bacchetta.
L’unica soluzione era ricorrere ai metodi babbani, ovvero, tirare una spallata alla porta, ma desisteva dall’intento, avendo notato lo spessore del legno della porta e soprattutto non aveva alcuna voglia di assecondare quei rozzi metodi babbani, anche se la tentazione era forte.
Dopo numerose imprecazioni, il ragazzo sentì la serratura della porta scattare, dalla quale uscì fuori un’Hermione ancora rossa in viso e gli occhi leggermente lucidi.
- Merlino, Mezzosangue! Perché cavolo sei rimasta chiusa lì dentro tutto questo tempo?! – cominciò a urlare, nonostante Hermione non sembrasse prestargli ascolto. – Ti ho detto che Piton non lo dirà a nessuno, figuriamoci se ne fa parola con qualcuno…E poi sono io che dovrei sentirmi offeso se una simile voce girasse, tu puoi solo ritenerti fortunata se tutti credono che tu sia stata con me… - continuò a blaterare altre cose senza una minima logica, troppo arrabbiato per riflettere su quello che stava dicendo. In fondo doveva pur sfogarsi in qualche modo, no? Prendere a pugni una ragazza non se ne parlava nemmeno, nonostante tutta la sua aria da ribelle e arrogante, Draco non avrebbe mai alzato un dito su qualcuno di sesso femminile. L’unica cosa da fare era sfogarsi a parole, ma anche questa soluzione non era adeguata perché Hermione non sembrava volergli prestare attenzione.
La Grifondoro tirò su col naso e forse fu per quello che il ragazzo smise di parlare e la guardò.
Indossava il suo maglione verde, le andava parecchio largo e la faceva sembrare ancora più minuta di quanto già non fosse. Assomigliava proprio a una bambina con quei capelli crespi e scompigliati, le guance leggermente rosse e gli occhi lucidi.
- Perché sei rimasta lì dentro per ventitré minuti?
- Ventidue minuti e sette secondi a dire il vero. – lo corresse la ragazza, puntigliosa come sempre.
- Fa lo stesso! Per quale astruso motivo ti è venuto in mente di farmi stare qui fuori ad aspettarti?!
La ragazza alzò le spalle, come se fosse in imbarazzo, e rimase in silenzio.
- Non…non stavo molto bene… - dichiarò infine e non sembrava propensa ad aggiungere altro.
Draco aggrottò le sopracciglia, confuso e allo stesso tempo arrabbiato per quell’attesa snervante.
- Etciù! – lo starnutò di Hermione interruppe il silenzio che era calato tra loro. Tirò nuovamente su col naso e guardò Draco in maniera strana. – Credo che tu mi abbia dato il maglione troppo tardi… - mormorò un po’ stordita.
- Cosa?
- Non mi sento molto bene. – sussurrò a voce ancora più bassa.
- Scherzi, vero? No, insomma, non si può prendere la febbre così in fretta, non è mica normale!
- Malfoy, sta zitto, ho mal di testa!
- Anch’io, me lo hai fato venire tu, mentre ti aspettavo!
Hermione gli lanciò un’occhiataccia, poi si guardò in giro come per controllare che non ci fosse nessuno.
- Non dovevi cercare tua madre? – chiese.
Il Serpeverde la guardò storto per qualche secondo, poi distolse lo sguardo e scosse la testa.
- E’ tardi…La cercherò domani. Tanto rimane qui per una settimana…
Le parole del ragazzo sembravano tristi e Hermione se ne chiese il motivo, senza però trovare una risposta soddisfacente.
 
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- Sono la signora Malfoy, la madre di Draco. – disse con più dolcezza rispetto a prima.
- Non è questo che voglio sapere. – Allyson incrociò le braccia, sicura più che mai che quella donna nascondesse un segreto che per lei era importante. – So chi sei. – replicò Allyson. – Io voglio sapere chi sei per me. – concluse con durezza.
Per molti minuti tra loro due si instaurò una battaglia silenziosa, fatta si sguardi e di gesti; ma dopo poco Narcissa fu costretta a distogliere gli occhi.
 
Nessuno riusciva a sconfiggere la freddezza di quegli occhi grigi.
Neanche lei.
 
- Mi dispiace. - fu tutto quello che Narcissa riuscì a pronunciare in quel momento.
Allyson alzò un sopracciglio, stupita di quella strana parola.
- Per cosa?
La donna scosse la testa, mentre la sua chioma bionda riluceva al chiarore della luna.
- E’ tardi, non dovresti dormire?
- Non cambiare discorso! – replicò Allyson, diventando più aggressiva e assottigliando gli occhi. Era sicura di essere vicina a qualcosa, che neanche lei sapeva definire, per questo voleva andare fino in fondo e scoprire cosa nascondeva quella donna di tanto strano.
Ma Narcissa non sembrava dello stesso avviso. Distolse lo sguardo, con una strana luce negli occhi e evitò di guardarla per parecchi minuti.
- Chi è Lily? – Chiese Allyson vedendo che non otteneva risposta.
A quel soprannome Narcissa fremette, ma fece finta di niente.
Se anche Allyson provò la stessa cosa, finsero in due.
 
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Il dormitorio dei Serpeverde non le era mai sembrato così vuoto e desolato.
Frustata per non essere riuscita a venire a capo di nulla, per poco Allyson non aveva schiantato la porta della sua stanza. Quella donna era quasi più testarda di lei! Non aveva voluto rivelarle niente, sennonché il giorno dopo le aveva promesso che avrebbero parlato.
E non si poteva certo dire che Allyson avesse pazienza…Anzi...
- Maledizione! – gettò un libro per terra, non sapendo bene come sfogare la sua rabbia.
Il piccolo Salazar, spaventato da tanta irruenza, si mosse inquieto nella sua piccola cuccia.
Il serpentello strisciò verso la padrona fino ad arrivare ai suoi piedi, fissandola con i suoi grandi occhioni. Dopo qualche secondo e accennando un piccolo sorriso, Allyson tese la mano verso di lui che immediatamente vi si attorcigliò.
- Come va, Salazar? – Appena aveva saputo chi era stato il fondatore della casa dei Serpeverde, la ragazza aveva voluto dare quello stesso nome al suo serpente non trovandone uno migliore.
Il serpentello in tutta risposta sibilò, come a voler dire “va tutto bene”.
- Che schifo. – commentò acidamente Daphne quando entrò nella camera, che Allyson aveva la sfortuna di condividere con lei e Pansy. Normalmente Allyson non avrebbe dovuto averle come compagne di stanza, dal momento che frequentava il sesto anno, al contrario di loro che frequentavano il settimo. Eppure la McGranitt le aveva detto di sistemare le cose lì, blaterando sul fatto che non ci fossero altri posti.
 – Come può piacerti un simile animale? – sbottò la bionda.
Allyson le scoccò un’occhiataccia, senza neanche rispondere e uscendo dalla camera, in cui l’aria si era fatta irrespirabile.
Aveva i nervi a fior di pelle, ci mancava soltanto che si mettesse a discutere con qualcuno…
- Hei!
No, no, no, no, no…
- Ally!
- Nott…
- Oh insomma, ci conosciamo da secoli e ancora mi chiami per cognome?
- A dir la verità ci conosciamo da poche settimane, Nott. – lo corresse la ragazza, assottigliando lo sguardo.
- Sì, sì va beh…Dettagli... – agitò la mano come a voler scacciare un insetto.
- E comunque non chiamarmi così! – replicò acida Allyson. Finalmente aveva trovato qualcuno con cui sfogarsi…
- Ma è un soprannome bellissimo!
- E’ un soprannome idiota!
- Allora preferisci che ti chiami Lily? – chiese ingenuamente.
L’aria si cristallizzò in quel preciso istante.
Gli occhi grigi della ragazza si allargarono e se non fosse stato per l’aria piena di tensione, Theo sarebbe scoppiato a ridere per la sua espressione buffa.
La mano con cui Allyson giocava con Salazar, si bloccò e ricadde inerme lungo il suo fianco, come se fosse stata un robot.

Lily.

Sbatté gli occhi come se non ci vedesse bene e continuò a fissare un punto indefinito, finché la vista non le si sfocò.
- Hei…se non ti piace neanche Lily come soprannome basta dirlo…Ne posso sempre inventare un altro… - Theo non sapeva se essere preoccupato o meno. Aveva capito da tempo che quella ragazza aveva qualcosa di strano, ma rimanere fermi senza neanche respirare per parecchi secondi era eccessivamente strano.
- Tutto bene? – la domanda di Theo, Allyson non la udì nemmeno.
Gli occhi della Serpeverde si fecero lucidi per la prima volta dopo tanto tempo. La ragazza alzò il mento, come risvegliatasi da quello stato di trance e deglutì la saliva o quel che ne rimaneva. Aveva la gola completamente asciutta.
 
“Chi è Lily?”
 
Quando aveva posto a Narcissa la sua domanda, lo aveva fatto perché credeva che quella Lily fosse qualcuno legato a lei, che avesse a che fare col suo passato e con la sua vita.
Non aveva capito.
Non aveva capito che Lily era proprio lei stessa.
 
Lily.

Mamma.
 
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L'ennesimo fulmine squarciò la notte portandosi dietro il rumore di un tuono.
La stanza nel dormitorio di Serpeverde era immersa nella più completa oscurità e nel fitto silenzio indisturbato si sentiva solo un affannoso respiro.
Hermione, rannicchiata in posizione fetale con le coperte fin sopra i capelli, si strinse il busto con le braccia cercando di controllare il fiato ed i tremori che gli trapassavano i muscoli.
Chiuse gli occhi quando un altro tuono trafisse l'aria con violenza: era terrorizzata.
Era sempre stato così fin da bambina; brontofobica a livello medico, così avevano decretato gli specialisti, una vera e propria malattia per certi versi. Soltanto i suoi parenti ne erano al corrente e ovviamente Harry e Ron, che ogni volta che un temporale era in arrivo tentavano di starle accanto il più possibile, per farla stare meglio: per quanto avesse cercato di nascondere loro il suo segreto, passando insieme la maggior parte del tempo avevano finito per scoprirlo.
Lato positivo era che i suoi migliori amici si erano rivelati essere l'unica cura funzionante alle crisi di panico, specialmente Ron: abituato com’era a prendersi cura di Ginny, quando anche lei da bambina aveva paura dei fulmini, sapeva come calmare Hermione in un modo impressionante. Alla ragazza bastava averlo accanto per sentirsi subito meglio, certo la paura rimaneva, ma la sua presenza la alleviava di molto.
Ma adesso non c’erano né Ron né Harry con lei.
Strinse più forte le braccia contro al petto sperando che quella tempesta si placasse presto; non riusciva a sopportare di sentirsi così debole e spaventata, ma non poteva farci nulla.
Oltre ai fulmini Hermione era scossa anche dai brividi di freddo.
Si era presa un bel raffreddore e rischiava anche un febbrone da cavallo. E l’unica cosa che poteva fare era tremare in quel letto non suo, cercando di non sfiorare, neanche per sbaglio, la pelle del ragazzo accanto a sé. Sentì gli occhi pizzicare al ricordo di quello che era successo mentre percorrevano i sotterranei.
Quella sera, mentre andavano nei dormitori, Draco e Hermione avevano litigato.
Inizialmente per un futile motivo, ma poi gli insulti si erano intensificati e l’ombra di quell’amicizia che sembrava poter nascere tra loro era stata spazzata via dalle pesanti cattiverie che si erano lanciati.
Non sapeva neanche lei il perché, ma la ragazza ci soffriva. Sentiva una stretta allo stomaco, qualcosa di doloroso che non sapeva se attribuire alla febbre che le stava venendo o al litigio con il ragazzo.
Tossì leggermente tentando di sciogliere quel nodo che sentiva in gola.
Quando l’ennesimo lampo imbiancò la stanza, Hermione non riuscì a fare a meno di sussultare. Strinse il lenzuolo fino a far diventare le nocche bianche, nel tentativo di non piangere.
Il suo corpo, già scosso da fremiti, cominciò a tremare convulsamente e a quel punto le lacrime sfuggirono al suo controllo e scivolarono sulle sue guance in modo incontrollato.
Sentiva la febbre salire, intorpidirle i sensi e renderle debole il corpo, togliendole le forze.
Aveva freddo e aveva paura.        
L’ennesimo lampo illuminò il letto e stavolta Hermione, totalmente terrorizzata, fece uno scatto indietro andando a sbattere contro la schiena del ragazzo.
La ragazza lo sentì irrigidirsi, ma non si azzardò a chiedere scusa, né niente, se avesse parlato in quel momento, Malfoy avrebbe capito che stava morendo di paura e non le sembrava proprio il caso di renderlo partecipe del suo timore. Si voltò verso di lui per vedere la sua reazione, nello stesso istante in cui Draco si era voltato verso di lei. Si trovarono a pochi centimetri di distanza ma nessuno dei due sembrava volersi allontanare. Rimasero in quella posizione per un tempo che a Hermione sembrò un’eternità mentre il ragazzo manteneva lo sguardo fisso su di lei. La guardava come se fosse un animale di una specie strana che non aveva mai visto prima, la guardava come se stesse vedendo un topolino sconfiggere un elefante, o un gatto mordere un leone, o un cane sollevare un mammut.
Era uno sguardo strano, pieno di stupore, ma anche di qualcos’altro che Hermione non seppe definire.
La Grifondoro deglutì a vuoto, avvertendo un altro lampo e si rannicchiò ancora di più su se stessa, tentando di sfuggire allo sguardo indagatore di Draco.
- Hai paura del temporale?
Hermione rabbrividì a quelle parole e non rispose, tentando di regolarizzare il respiro che si era fatto più veloce.
Scosse la testa, tirando su col naso, sentendo la sua pelle scottare per la febbre. Tentò di coprirsi col lenzuolo ancora di più, ma la coperta non poteva fare miracoli; la temperatura nei sotterranei era bassissima e avrebbe avuto freddo anche con 20 coperte. Adesso comprendeva il significato delle parole di Draco: "Sono abituato al freddo."  
Quasi le dispiacque per Draco che aveva dovuto passare sei anni della sua vita in un luogo così freddo e gelido.
Immersa nei suoi pensieri non si rese conto di quello che stava facendo il ragazzo di fronte a lei. Se ne rese conto solo quando sentì una carezza fresca sul viso e, nonostante tutto, le ci vollero parecchi secondi per capire che Draco le stava asciugando le lacrime. Scariche elettriche partirono dal suo viso lungo tutto il corpo, sembrava tanto aghi di pino che la perforavano, ma non era una sensazione spiacevole. Per un attimo il suo corpo smise di tremare per il freddo, ma fremeva sotto quella carezza gentile che percorreva la sua pelle, come se fosse stata porcellana.
Assunse ogni gradazione di colore e si scostò leggermente, imbarazzata da quel gesto di inaspettata gentilezza. Il ragazzo non sembrò scomporsi, anzi un sorrisetto si affacciò sul suo volto, consapevole di quanto lei dovesse essere in imbarazzo.
- Sei buffa… - le soffiò a un centimetro dal suo viso. Hermione, che non sapeva se stesse tremando per la febbre, per il temporale o per quella vicinanza, non si rese neanche conto della sfumatura tenera nella voce di Draco.
- Io non sono buffa! – si finse indignata, cosa che le veniva particolarmente bene, data che il suo viso era rosso, proprio come quando si arrabbiava.
- Sei broncofobica? – Stavolta nella domanda di Draco c’era un accenno di derisione, che la ragazza colse subito e non gradì per niente.
Si voltò dalla parte opposta, dandosi della stupida per essersi mostrata così debole davanti a lui.
Il freddo tornò a farsi sentire e il tremore che prima si era acquietato si riappropriò del suo corpo, facendola fremere.
Poi non si rese conto più di niente.
Soltanto di un braccio, che con forza e delicatezza insieme, l’aveva fatta voltare e spinta in un abbraccio caldo e confortante. Hermione spalancò gli occhi quando si rese conto dove, come e soprattutto con chi era.
Avrebbe potuto scostarsi, ma non lo fece.
Avrebbe potuto dirgli qualunque cosa, ma non disse niente.
Avrebbe potuto tenersi a distanza, ma il suo corpo, come se fosse dotato di vita propria, si avvicinò ancora di più a quello di Draco, rannicchiandosi sul suo petto. I brividi di freddo si trasformarono nuovamente in aghi di pino, che scuotevano il suo corpo e le provocavano delle strane scariche elettriche. Incurante dei segni che il suo corpo lanciava, la Grifondoro strofinò il viso contro il petto di Draco, chiedendosi se fosse sempre stato così caldo…
Il Serpeverde strinse la presa, come per rassicurarla e riscaldarla. La ragazza dimenticò ogni cosa.
 Dimenticò dove si trovasse, dimenticò il temporale, dimenticò persino di avere la febbre, dimenticò tutto quello che non era il tocco della pelle di Draco sulla propria. Dimenticò tutto ciò che non era il calore di quelle braccia forti e confortanti.
Quella fu la prima notte in cui Hermione riuscì ad addormentarsi nonostante ci fosse un temporale.
Quella fu la prima notte in cui Hermione si addormentò tra le braccia di Draco Malfoy.

 
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Salve carissimi lettori! Lo so, sono in ritardo, infatti mi scuso (anzi, mi frusto) perché non riesco mai ad essere in orario -.-“
Maaaaa….La scuola ora è finita, finita, finita, finita!!!!!!!!!!!!! Yuppi!!!!!!!!!!!!! Si vede (anzi, si legge) che sono felicissima? Credo proprio di sì! xD Da adesso sarò molto più in orario, promesso! ù.ù
Beh? Che dire? Questo capitolo è stato difficile da scrivere. Finalmente tra Draco e Hermione c’è una svolta e nel prossimo capitolo vedrete cosa succederà! Eheh…Non vedo l’ora che lo sappiate! ^___^ Vi è piaciuta la scena tra loro due? Spero di sì! Inoltre anche le cose tra Allyson e Narcissa si stanno chiarendo, nel prossimo capitolo di risolverà (almeno in parte) tutto quell’ingarbuglio di cose….:)
Ringrazio tutti coloro che hanno messo la mia storia tra le seguite/le preferite/le ricordate e soprattutto ringrazio quelle 5 dolcissime ragazze che hanno speso un po’ del loro tempo per me e hanno recensito lo scorso capitolo: Black_Yumi, SWAMPY, Harry Potterish, _Crizia_ e FedePluck93. Davvero grazie, grazie, grazie! Queste parole mi sembrano così poco per esprimervi la mia gratitudine, ma non ne trovo di migliori. Come potrò mai ringraziarvi per essere così meravigliose con me?!? *.*
Scusate se sono così di fretta, ma mia madre mi sta intimando di lasciare il computer -.-"
Spero che il capitolo vi piaccia, nonostante sia un po' breve, vi assicuro che il prossimo sarà più lungo!!!! :D

Alla prossima,
flors99
Ps. Se trovate qualche Orrore grammaticale ditemelo pure, purtroppo sono di corsa e non posso ricontrollare ^__^
  
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