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Autore: Selis    14/06/2012    4 recensioni
Aveva sentito tante dicerie sul suo conto, ma nessuna riguardante certe tendenze. Non che ci fosse nulla di strano sia chiaro, nel regno erano in molti a preferire i giovani ragazzi alle succubi, ma di certo non si era aspettato che il diavolo avesse alluso proprio a quello.
Genere: Avventura, Erotico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Un muro di fuoco circondò i due sfidanti, ma Kreuz non sembrò farci troppo caso; le fiamme non lo avevano mai intimorito. Rimaneva concentrato sull'avversario, i cui occhi avevano drasticamente cambiato colore: da rossi come il sangue erano mutati diventando dapprima di un blu scuro come la notte, per poi perdersi nella tenebra più fitta. Stava per attaccare, i capelli del servitore presero a fluttuare intorno al suo corpo come impazziti, si erano allungati di diversi metri, e fendevano l'aria facendola sibilare. Kreuz si preparò a ricevere l'attacco, voleva capire quali erano esattamente i suoi poteri prima di attaccare a sua volta, era sempre stato avventato, ma anche lui sapeva che non c'era da scherzare con il diavolo; sicuramente aveva scelto i suoi servitori per un motivo particolare. Non erano le solite creature stupide contro cui era solito combattere, e lo sapeva bene.

Scartò di lato evitando l'attacco, finendo però pericolosamente vicino al muro di fuoco; si ritrasse di scatto, saltando all'indietro per evitare un nuovo fendente proveniente dalla sua sinistra. Il colpo lo prese di striscio, strappandogli appena la mangia, ringhiò in direzione del rosso; quel piccoletto ci sapeva fare, e quei capelli non gli piacevano per nulla. Aveva sentito una ventata d'aria calda quando si erano avvicinati a lui; si erano rafforzati in qualche modo, diventando duri e taglienti come lame, altrimenti non si spiegava come avevano fatto a squarciargli la maglia in quel modo.  Il secondo fendente arrivò da destra, ma riuscì a schivarlo spostandosi di lato all'ultimo secondo; se solo avesse avuto le sue armi, avrebbe risolto il problema tagliando quegli stupidi capelli. Ma non le aveva, quindi si sarebbe dovuto arrangiare in qualche altro modo; non poteva schivare i suoi attacchi e scappare per sempre, lui non era quel tipo di persona, e certamente non lo sarebbe diventato ora.

Si concentrò sul demone che aveva di fronte: non sembrava possedere una grande forza, quindi il suo punto forte dovevano essere proprio quei maledetti capelli, doveva trovare un modo per schivarli e costringere il rosso ad un corpo a corpo. Di usare i suoi poteri non se ne parlava nemmeno, non riusciva ancora a controllarli bene; e se avesse perso il controllo sarebbero stati guai seri. Scattò in avanti, schivando l'ennesimo fendente rivolto alla sua persona, e cercò di avvicinarsi il più possibile al servitore, senza però riuscirci; venne sbalzato via con forza, e rischiò per la seconda volta di finire contro il muro di fiamma. Si rialzò spolverandosi i vestiti, e togliendo quello che restava della maglia; non solo erano duri e affilati come una lama, quei capelli erano pure incandescenti. Ringhiò per la seconda volta in direzione del servitore; il suo scopo era evidentemente quello di tenerlo il più lontano possibile, avvalendo così la sua tesi.

Doveva rimanere calmo.

Chiuse gli occhi; la coda, libera dopo anni, si muoveva in maniera ipnotica avanti e indietro, attenta ad ogni minimo spostamento d'aria. Sentiva l'energia del servitore al centro della sua testa, ne percepiva il leggero pulsare, come il sangue deliziosamente caldo che scorreva nelle sue vene, e il leggero movimento che producevano i suoi capelli prima di sferrare l'attacco.

Sentì il suo stomaco brontolare in risposta; aveva di nuovo fame.

Partì all'attacco una seconda volta, ignorando lo stomaco che brontolava e quella fastidiosissima sensazione di essere osservato; schivò l'attacco diretto alle sue gambe saltando in avanti, facendo poi leva proprio sui capelli che lo stavano attaccando, che gli fecero da trampolino e lo portarono alle spalle del servitore. Imitò il suo avversario e mirò alle gambe, facendolo però cadere in ginocchio; subito ne approfittò per puntargli gli artigli della mano destra, che si erano pericolosamente allungati, alla base del collo, premendo appena sulla giugulare.

Il muro di fiamma scomparve, e i capelli di Antharèss smisero di fluttuare nell'aria impazziti, cercando di colpirlo.

Lo scontro era finito.

 

*****

 

Un lungo fischio fece girare di scatto Kreuz, che guardò il demone alle spalle di Radh'ka con curiosità; questi aveva i capelli del medesimo colore del suo avversario, ma erano drasticamente più corti e sparavano in ogni direzione senza una logica. Nel suo sguardo non c'era nulla di amichevole, sembrava quasi voler intervenire per “salvare” il servitore, che stava ancora inginocchiato ai suoi piedi, ma nonostante quello, stava fermo alle spalle del diavolo senza muoversi. Poco prima aveva sentito il suo avversario irrigidirsi impercettibilmente, dovevano avere un qualche tipo di rapporto a lui sconosciuto; potevano benissimo essere parenti, la somiglianza tra i due era enorme.

Un applauso ruppe quel silenzio teso ed innaturale, tutti si voltarono sorpresi verso il diavolo, che aveva assistito a quello scambio in silenzio. Kreuz lasciò andare il rosso, e questi si alzò spolverandosi i vestiti, prima di dirigersi affianco all'altro servitore alle spalle di Rash'ka.

 « Molto bene, i miei complimenti demone. Sei pronto per il secondo scontro? Il tuo prossimo avversario sarà Vyras. » Disse il diavolo, facendo un cenno al servitore moro; che si mise in posizione davanti a lui senza proferire parola. 

Kreuz guardò prima il diavolo poi il servitore, non aveva problemi a combattere subito, anche se il brontolio che sentiva allo stomaco, si faceva sempre più insistente e fastidioso. Prima finiva, prima avrebbe messo qualcosa sotto i denti; iniziò lui questa volta, scattò in avanti e cercò di colpire il servitore con gli artigli, che non aveva ritratto dal precedente scontro, ma questi li schivò con facilità. Si abbassò, cercando di colpire alle gambe, ma non ottenne l'effetto sperato; il moro eluse anche quell'attacco saltando a diversi metri da lui. Continuarono così per un tempo indefinito, il demone attaccava, e Vyras schivava gli attacchi senza mai contrattaccare. Quel tira e molla stava diventando frustrante per Kreuz, si stava stancando più del previsto e la fame era aumentata a dismisura. Per non parlare del fatto, che si sentiva preso in giro dal comportamento del servitore; il suo schivare e mai contrattaccare lo stavano facendo arrabbiare, era come se quel piccolo demone si stesse prendendo gioco di lui davanti a tutti. E questo non poteva sopportarlo.

Che c'è demone, già stanco? “ Domandò una voce nella sua testa.

Si girò verso Radh'ka, ringhiando furioso; non aveva dubbi sull'identità della voce, e lo sguardo di sfida che ricevette in risposta dissipò anche il minimo dubbio.

Non avrai davvero creduto che noi servitori fossimo così deboli, vero? Il padrone ha ordinato di non ucciderti; forse non te ne sarai accorto, ma quando hai colpito mio fratello alle gambe e hai pensato di averlo battuto, una ciocca dei suoi capelli era puntata contro la tua gola. Pronta ad ucciderti in ogni momento. “ Continuò la voce beffarda, prendendolo in giro.

« Taci! » Urlò nella sua testa Kreuz; non doveva starlo a sentire, doveva trovare un modo per colpire quella maledetta cavalletta che si era ritrovato come avversario.

Ha avuto almeno un centinaio di occasioni per farti fuori, ma non poteva. Gli ordini del padrone sono inflessibili; in altre parole non lo hai battuto, si è fatto battere. “

« Stai zitto! »

Cos'è ti rode? Non ci credi? Eppure non riesci nemmeno a sfiorare Vyras con un dito, non ti sei chiesto perché? Sei solo un debole, un patetico cucciolo che si crede forte solo perché è capace di uccidere dei demoni inferiori. “ Lo beffò ancora la voce, imperterrita.

« Stai zitto! » Urlò Kreuz, facendo tremare le vetrate dell'ingresso a causa della potenza dell'urlo.

Radh'ka alzò impercettibilmente un sopracciglio, per nulla turbato da quello strano comportamento; attorno al demone si addensò poco per volta una strana nuvola nera, sembrava nebbia, e da essa provenivano strani rumori e delle piccole saette azzurre, che man mano crescevano di intensità. A  Vyras piacque poco quel cambiamento, si allontanò di qualche metro da Kreuz saltando un'unica volta; non stava scappando, ma sicuramente non era così stupido da sottovalutare quel cambiamento improvviso. Il demone sembrava davvero arrabbiato a quel punto, e pensava di capire cosa aveva fatto scattare la sua rabbia; quello stupido di Erelày stava interferendo con il suo combattimento! Evidentemente il diavolo era arrivato alla sua stessa conclusione, perché ordinò a Erelày di tacere e non interferire nello scontro. Il demone però non accennava a calmarsi, la coda nera sferzava l'aria come impazzita; le orecchie del demone si allungarono di qualche centimetro, così come gli artigli sulle mani e le zanne. Dai ciuffi verdi spuntarono due sottili e appuntite corna nere, appena ricurve sui lati, che non promettevano nulla di buono.

Oh, ti sei arrabbiato, cucciolo?. Ahahaha.

Un ringhio più forte proveniente dal demone sovrastò tutti gli altri suoni; molte creature che stavano assistendo allo scontro, nella speranza di un pasto facile si diedero alla fuga terrorizzate. La nube nera che circondava il demone diventò sempre più fitta e imperscrutabile, e l'elettricità che la attraversava era immensa. Un forte vento aveva preso a soffiare, scuotendo come fuscelli gli alberi secolari che circondavano la fortezza; anche il cielo si stava rannuvolando, nubi nere cariche di pioggia avanzavano verso di loro a grande velocità, come richiamate dall'immenso potere del demone. La terra sotto i loro piedi, prese a tremare come scossa da un violento terremoto.

Il Lynac di Mahan, avvertendo il pericolo, si era posizionato davanti alla padrona, con la coda munita di pungiglione puntata verso il demone impazzito; i due gemelli rimanevano immobili alle spalle del diavolo, ma, mentre uno guardava preoccupato la scena, l'altro ghignava maligno in direzione del demone. Vyras al contrario, cercò di avvicinarsi al demone sguainando i suoi pugnali, e mettendosi in posizione d'attacco; il suo signore non aveva impartito nessun ordine di cessato combattimento, anzi, sembrava parecchio interessato al demone e alle sue capacità. Vedeva nei suoi occhi scuri una luce calcolatrice mentre osservava il demone, e quello che era riuscito a fare in pochi attimi dopo aver perso la calma.

Lo scontro non era ancora finito.

 

******

 

Kreuz non riusciva più a ragionare, nella sua testa riecheggiava ancora quella risata fastidiosa e irritante; voleva farla smettere, ma non sapeva proprio come fare. Sentiva il suo potere sfrigolare impazzito, ma non gli importava; fissava con odio la persona alle spalle del diavolo, che ghignava nella sua direzione con soddisfazione. Quel piccoletto l'avrebbe pagata; ad un certo punto sentì una presenza alle sue spalle avvicinarsi a lui, si voltò di scatto ringhiando, l'istinto di attaccare tutto e tutti lo dominava al momento, e lui non aveva intenzione di tenerlo a bada, era troppo furioso. Alle sue spalle, stava quel servitore con le bizzarre orecchie pelose, quello contro cui stava combattendo. Si era dimenticato di lui. Impugnava due pugnali intrisi di veleno, ma poteva sentire il lieve odore dolciastro degli altri che teneva nascosti sotto i vestiti, dovevano essere una decina in tutto; il suo olfatto si era notevolmente sviluppato, prima non era riuscito a percepirli in alcun modo.

Attaccò il servitore senza pensare alle possibili conseguenze, quel ronzio fastidioso nella sua testa non si placava in nessun modo, e il suo stomaco non gli dava pace. Era furioso, ed era passato troppo tempo da quando aveva fatto un pasto decente, gli sarebbe andato bene chiunque al momento; non si sarebbe certamente messo a fare il difficile.

Fece una finta verso destra, per poi scattare alla sinistra del servitore, colpendolo alla spalla destra con gli artigli; il sangue iniziò subito a sgorgare copioso, nonostante la ferita fosse poco più di un graffio. Vyras gemette di dolore, ma al demone sembrava non importare, quegli artigli erano affilati e si erano portati con loro piccoli frammenti di pelle e di tessuto, la ferita aveva preso a bruciargli a contatti con l'aria gelida.

Kreuz si portò gli artigli coperti di sangue alle labbra e iniziò a leccarli, assaporando quella prelibatezza a cui aveva dovuto fare a meno in quei giorni; il sangue del servitore era ancora caldo ed aveva quella dolcezza tipica di chi era molto potente, assolutamente delizioso.

Ne voleva ancora.

Tornò a fissare Vyras, che si era rimesso in posizione d'attacco ignorando il bruciore alla spalla, sorrise compiaciuto a quella vista; adorava che le sue prede scalpitassero un po' prima di essere divorate. Il fastidioso ronzio era cessato non appena aveva assaporato l'inizio del suo pasto, ma la sete di sangue non era per nulla svanita, non si sarebbe fermato per nessun motivo. La fame aveva finalmente preso il sopravvento; non poteva ignorarla, e a ben pensarci non voleva nemmeno farlo. Quel sangue era davvero squisito, ne voleva ancora, ne voleva di più.

Lo voleva tutto, anche se questo avrebbe significato ucciderlo.


L'angolo di Sèlìs:

Salve a tutti!! Chiedo scusa per l'attesa, ma questo capitolo si è fatto davvero sudare.
Nessuno voleva dirmi nulla! é___é
Ho dovuto estorcergli le informazioni.. kekeke.
Spero che questo capitolo non vi abbia deluso! Fatemi sapere cosa ne pensate! *ò*
Sotto metto 1 disegno... Più o meno è come io mi immagino Kreuz... xDD Yarō-domo, komento shite imasu.






   
 
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