Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: Zomi    16/06/2012    4 recensioni
La spalla era viola.
Un viola intenso e pulsante.
Essa sembrava scalpitare dolorante e le piccole vene, che sotto l’epidermide scorrevano, bruciavano roventi sotto quei centimetri bluastri. Nami distolse lo sguardo nocciola dal riflesso della sua spalla destra che lo specchio del bagno le offriva, mordendosi il labbro inferiore per un’improvvisa fitta di dolore. Chiuse gli occhi un attimo, giusto il tempo per reprimere un grido di bruciore, riaprendoli a fissare quella scapola violacea. Un conato di vomito le salì alla bocca della gola, ma sforzandosi lo ricacciò giù nello stomaco...
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Nami, Roronoa Zoro, Trafalgar Law, Z | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Nami rantolò, spalancando la bocca e chiudendo gli occhi dilaniati da piccole venette rosse di capillari in asfissia, boccheggiando nella disperata preghiera d’aria.
Strinse forte le mani al petto, sullo sterno a livello del cuore, piegandosi su se stessa raggomitolata sul tappeto della sala comune, mentre la sua fronte accarezzava il tessuto azzurro e caldo dell’arazzo. La sua chioma rossa si piegava ad onde sulla trama di disegni e ghirigori del drappo, ornandolo di piccoli vezzi color mandarino.
Le ginocchia della navigatrice, schiacciate sotto il peso del corpo incurvato su di loro, s’inabissavano tra le curve del tappeto, nascondendosi da quel male che le piegava a terra.
-AAAAAHHHH!!!- riuscì a urlare ansimando la rossa, spalancando al massimo le sue mascelle, mentre piccole gocce di saliva si univano alle sue lacrime nascoste oltre le tende di capelli ramati che le cadevano sul viso. Strinse maggiormente la presa dei suoi palmi attorno al suo seno sinistro, tentando di fermare quel dolore massacrante e omicida che da quando si era risvegliata, a causa di un’implacabile fitta alla spalla pochi attimi prima, la stava letteralmente trapassando da parte a parte.
-N-nami…- tentò di avvicinarsi a lei Chopper, indirizzando una zampa verso il suo capo.
-AAAAAHHHH!!!-
Nuovamente un rantolo doloroso e acuto sfuggì dalla gola della navigatrice, risuonando nella sala. I polmoni della rossa avevano smesso di riempirsi d’aria, incapaci di muoversi senza il battito continuo e severo del cuore che gli intimava di lavorare.
Ansimando fragorosamente e senza un ritmo deciso, Nami continuava agonizzante il suo annegare nel salotto, straziandosi il petto, graffiando contro la pelle che ricopriva il suo seno, tentando così di imporre al suo cuore di riprendere a battere decentemente.
-AAAAHHHH…- gridava senza darsi pace.
Lo sentiva. Sentiva chiaramente il veleno avanzare in lei, scendere in profondità tra i suoi tessuti muscolari, puntando al muscolo cardiaco, masticando e distruggendo tutti i tessuti che incontrava, determinato e in frenabile.
Il cuore aveva rallentato il suo battere, impaurito da quel nemico, e troppo debole e fragile per continuare a combatterlo. Il martellare ritmato e vivo si era trasformato in un picchiare debole e senza ritmo. Un continuo rantolare faticoso e testardo che non voleva cedere all’evidenza che ormai stava perdendo su tutti i fronti.
-AAAAAHHHH…-
Lacrime di rabbia scendevano stupide e odiose dai suoi occhio color caramello, maledette dall’anima della rossa che mai avrebbe voluto mostrarsi così debole e fragile ai suoi compagni, ma che non riusciva ormai a contenere più quell’assurdo dolore che la martoriava da dentro.
Un fitto spasmo alla spalla le fece perdere nuovamente il respiro. Il dolore sfiorò punte di male indescrivibile. Nami spalancò gli occhi umidi e incapaci di controllare le lacrime, puntandoli vuoti e disparati sul tappeto, mentre la mano destra graffiava tremante e straziata l‘arazzo celeste.
-NAMI!!!!-
Il suo nome le arrivò lontano e ovattato, come tutti i suoni che la circondavano.
Gli zoccoli possenti e di corsa di Chopper, tornato nella sala comune con tutto il necessario per assisterla, la voce isterica e nel panico di Brook, che spiegava a tutti il suo brusco risveglio per il dolore e il suo accasciarsi al suolo rantolante, Law che aiutava il medico renna a preparare le varie morfine per calmarla, urlando in ogni dove nomi di medicinali oscuri e sconosciuti, Robin che tentava di nascondere il suo singhiozzare dietro le sue mani…
No, niente di tutto ciò giungeva al suo udito.
L’unica cosa che riusciva a sentire, chiaro e forte, era il continuo e costante dolore che le massacrava il corpo. La spalla sanguinava ardentemente, bruciandole la pelle e aprendole di nuovo i taglie sul tatuaggio. Il petto scoppiava invaso da mille incendi di brace, che incendiavano le sue interiora in ricerca del suo sangue ovunque.
Le ramificazioni dell’ematoma si spingevano, crudeli e taglienti, in lei, avanzando rapide lungo il suo braccio sinistro, colorandolo di viola, mentre si allungavano su tutte le falangi delle dita della mano sinistra.
Strazita dal dolore, Nami sbatté la fronte contro il tappeto, schiacciando le tempie fredde e congelate, sul tessuto, piangendo e mordendosi le labbra fino a farsi male. Ansimava frammentata, rantolando e muovendo la schiena avanti e indietro, nel vano tentativo di respirare decentemente. Ma il suo cuore batteva ancora a singhiozzo, cercando di lottare per difendersi dal veleno e continuare comunque a vivere.
Con la mano destra graffiò ancora l’arazzo, testarda a non volersi arrendere, mentre conficcò le unghie della sua mano sinistra sul petto, cercando di fermare l’avanzata del veleno. Caldo liquido umido le scivolò dalla spalla, correndo come un fiume in piena lungo il suo collo, imbrattandole il torace incurvato in avanti e guizzando vivido sul suo reggiseno azzurro. Nami non alzò nemmeno lo sguardo su di esso, ben conscia di sapere cosa la stesse bagnando.
Sangue.
Rosso, scarlatto, cremisi, vermiglio, amaranto, rubino, carminio, fulvo sangue colava dalla sua scapola, impregnando la camicia che indossava e spargendosi sul tappeto, colorandolo non più del rosso vivo dei suoi capelli sparsi sulla trama cucita, ma di un rosso mortale e spaventoso che fece sobbalzare tutti i presenti. Flagellata da quell’assurdo male, Nami si morse le labbra con i denti, imponendosi il silenzio più assoluto, pur di zittire quel dolore che la stava martoriando.
No, non poteva arrendersi ad esso. Lui non avrebbe vinto.
C’erano otto persone per cui doveva combattere, e per loro lei avrebbe dato la vita, piuttosto che farle soffrire.
Testarda, s’incurvò maggiormente sul tappeto, schiacciandosi la mano sinistra, ormai violacea e che difficilmente e con dolore riusciva a muovere, contro il cuore, pregandolo di calmarsi e di tornare a battere, mentre con l’altra mano stringeva forte alcuni fili celesti del tappeto, spalancando gli occhi lacrimanti sull’intreccio del drappo e concentrandosi nel trattenere le sue urla.
La ciurma osservava agonizzante e indifesa quella scena, incapace di rendersi utile.
Zoro non sapeva che fare.
Se ne stava lì, immobile, pietrificato, a pochi passi dal divano davanti cui la sua mocciosa era rannicchiata dolorante e urlante di male, il divano su cui l’aveva posata dolcemente non più di una mezz’ora prima, addormentata e al sicuro, protetta da quell’ultima carezza che gli aveva dato prima di lasciarla.
Deglutì a fatica, cercando di inumidirsi la gola, tentando di muovere anche un solo passo verso di lei, per aiutarla, per alzarla da quel tappeto sporco del suo sangue versato ingiustamente. Sollevarla da quel suo male feroce e malefico, e portarla lontano da tutto ciò, in un luogo protetto e indolore.
Ma non ci riusciva.
Non riusciva a muoversi, immobilizzato dalla paura di perderla, di ritrovarsi come suo ultimo ricordo quel doloroso quadro di lei urlante e piangente. Non riusciva a togliersi dagli occhi la sua espressione persa nel dolore, dalle orecchie il suo gridare strozzato e rantolante, dal naso l’acre odore del suo sangue che sgorgava a fiotti in frenabili e crudeli dalla sua spalla.
I suoi occhi erano sbarrati su di lei, la bocca spalancata a cerare parole di spiegazione che non avrebbero mai trovato.
Rufy e Franky, fermi e muti davanti a Zoro, respiravano a fatica mentre Chopper e Law si piegavano sul copro rannicchiato di Nami tentando di fermare la crisi.
-Dobbiamo iniettarle la morfina…- spiegava Law, tentando di trovare un lembo di pelle della navigatrice non ricoperto di sangue e che fosse utilizzabile per l’iniezione del calmante.
-Non c’è una vena libera… sono tutte occluse dal veleno o vuote di sangue… anche se ne troviamo una, il tranquillante non entrerebbe in circolo senza un liquido trasportatore…- ansimò Chopper, posando una zampa sulla spalla sana di lei e stringendo l’altra sul dorso della mano della rossa che strozzava il tappeto.
-Non possiamo aspettare che passi…- digrignò i denti il chirurgo, puntando lo sguardo sul viso sudato della renna -… potrebbe non sopravvivere…-
-Lo so, lo so…- scosse la testa il piccolo medico, indeciso sul da farsi -… ma non possiamo fare altro…-
-Come non potete fare altro?!?- urlò Sanji, alzandosi di botto dal divano in cui si era afflosciato dalla disperazione del vedere la sua Dea ramata ridotta in quello stato –E che volete fare allora?!? Lasciarla morire così?!?-
Con ira si ergeva nella sua oscura figura, pestando un piede contro l’orlo macchiato di sangue del tappeto, minacciando con pugno alzato i due medici.
-Non potete farlo… non potete…-latrò, avanzando di un passo, centrando così la pozza di sangue che si stava formando attorno a Nami. Il suo tacco nero e lucido si macchiò di cremisi, schizzando piccole gocce vermiglie intorno al passo furente del cuoco.
-Dovete fare qualcosa… Law…- soffiò Usop, implorando con lo sguardo il Chirurgo del Male, insieme a Franky.
-Chopper, Law vi prego… salvate la mia sorellina…- impose i suoi occhi azzurri e bagnati di lacrime Robin, stretta nell’abbraccio difensivo di Rufy.
-Chopper…- invocò Brook, posando una mano ossuta sulla spalla tremante di rabbia di Sanji per calmarlo.
-Noi… io…- balbettò la renna, non sapendo veramente che fare.
Di colpo, Nami alzò lo sguardo al cielo, buttando il capo all’indietro e rovesciando la sua chioma rossa sulla schiena. I suoi occhi chiusi e rigati di lacrime erano oscurati dalla sua frangia, che le ricadeva fradicia di sudore sulle tempie, mentre la bocca, digrignata in una smorfia di dolore e ringhiante di lotta, soffiava rantoli d’asfissia direttamente dalla gola, producendo bruttali e strozzati respiri.
Veloce e strazita, la ragazza si portò le mani alla gola, graffiandosi la pelle del collo, come se le fosse stretta, che le impedisse di respirare, ed era così. Il respiro le si era strozzato in gola, nella trachea, inceppata nel suo meccanismo di respirazione, e che ora vietava all’aria di entrare nei polmoni per riempirli.
Il suo diafano collo si colorò di bianco cadaverico, imperlandosi di piccole gocce di sudore che rigarono la pelle morente, scendendo nell’incavo del collo, dove annegarono nel rosso sangue che dalla spalla colava sul tronco della ragazza, macchiando con vividi rivoletti di lacrime e sangue le dita incrociate sulla gola di lei, che ancora rantolava in quel annegare secco.
Lentamente, una scia di rami viola si mosse dal dorso della rossa, scalando rapida la scapola sanguinate e tremante, salendo veloce lungo il collo. Lì, si nascoste sotto i palmi stretti alla gola, dividendosi in tanti piccoli rami stretti e sottili, che accerchiarono la parte mancina del collo, abbracciandola nella loro spirale violacea.
Ormai, l’ematoma del tatuaggio aveva conquistato tutto il braccio sinistro della navigatrice, mano compresa, la spalla e il pettorale sinistro, giungendo in prossimità di quel caldo cuore che tanto bramava, ma non soddisfatto avanzava ancora verso la diafana gola di lei, provando crudelmente ad ucciderla del tutto, rubandole la sua debole e bruciante vita.
-AAAAAHHHHH!!!!- Nami urlò spalancando la bocca e liberando piccole gocce di saliva nell’aria, mentre sveniva all’indietro e dai suoi occhi altre lacrime scendevano dolorose a sfigurarla.
Nella sala il silenzio più agghiacciante scese in frenabile e rumoroso, zittendo ogni pirata.
-Maledizione!!!- imprecò Chopper, ripresosi da quell’orrido spettacolo e buttandosi su di lei, reggendola prima che sbattesse il capo sull’asse del divano e mettendosi subito all’opera per stabilizzarla. Law era impietrito dal grido doloroso come la morte e straziante come un cuore infranto. Tremante, si avvicinò alla renna dottore, per aiutarlo, ma la mano possente e pallida di Zoro lo fermò a metà del suo primo passo.
-Fallo…- sussurrò lo spadaccino con gli occhi sbarrati sulla sua compagna -… esegui uno Scramble tra me e Nami…-
Non era il suo solito tono arrogante e strafottente. Non era nemmeno un ordine, quello che gli aveva appena chiesto. Era una preghiera, un’esile e tremante invocazione d’aiuto. Law fissò serio il verde.
-Non posso…- sussurrò, scuotendo la testa -… me l’ha vietato…-
Zoro lo fissò stralunato, spalancando gli occhi e non riuscendo a credere alle sue parole.
-Che cosa?!?- gridò, prendendolo per il colletto della sua maglia e tirandoselo accanto, fino ad avercelo sotto al naso –Cos’è che hai detto? Te l’ha vietato?!? E che altro di ha detto, eh?!? Ti ha anche ordinato di farla morire?!?-
Lo scuoteva indemoniato, controllato ormai solo dal panico e dalla collera che gli circolava nelle vene, mentre strattonava il chirurgo.
-Tu ora…- intimò al moro, sussurrando iracondo e privo di ragione -… scambi il mio corpo con quello di Nami, e subito… così per un paio d’ore avrà un po’ di pace in cui riposarsi, mentre io combatto per lei…-
-Non posso te l’ho detto… mi ha ordinato di non eseguire nessun Scramble con nessuno di voi…- posò il suo sguardo nero su tutti i Mugiwara, che già si erano avvicinati a lui per chiedergli lo stesso scambio, sperando di donare un po’ di sollievo alla loro compagna.
-TU SEI UN DEMENTE!!!! COME PUOI ESEGUIRE UN ORDINE TANTO CRETINO?!?- Zoro strinse le sue mani attorno alla gola di Law, infossando lo sguardo sul viso tranquillo e sereno del giovane.
-STA MORENDO!!!- ruggì –LA MIA NAMI STA MORENDO!!! CREDI DAVVERO CHE M’IMPORTI DI QUALCHE SUO STUPIDISSIMO E DELIRANTE ORDINE?!? SCAMBIACI I CORPI!!!!-
Law si liberò piano dalla presa del verde, ben capendo la sua ira e il suo disorientamento. Senza di lei la sua vita era vuota e senza un vero scopo. Se non fosse riuscito a salvare quella donna, avrebbe non solo permesso l’omicidio della più bella navigatrice che avesse mai visto in vita sua, ma avrebbe anche ucciso anche quello spadaccino forte e condottiero.
-Non posso…- mormorò, indietreggiando di un passo e tentando di avvicinarsi a Chopper e Robin, accorsa vicino alla renna per aiutarla nel medicare la compagna.
-No… no…- digrignò i denti il samurai, spalancando l’occhio sano -… tu devi farlo… non puoi portarmela via così…-
Law scosse la testa dispiaciuto. Non poteva davvero.
-Scambia il corpo di Nami con me…- boccheggiò Brook, avanzando verso il moro -… fintanto che è svenuta… non soffro carnalmente da anni, potrei farcela… se è il mettere in pericolo qualcuno per quel dolore, che preoccupava tanto la dolce Nami, io posso sopportarlo…-
Si batté un pugno sullo sterno, toccandosi le costole sotto la giacca scura che indossava.
-Fallo Law… fai uno Scramb…-
-No…-
Tutti si voltarono verso il divano, dove Chopper e Robin reggevano il delicato e dilaniato corpo di Nami.
-No…- ansimò ancora la rossa, alzando il capo dalla spalla della renna, dove era addossato -… nessuno… nessuno di voi… lotterà… lotterà questa mia battaglia…-
Il suo respiro era quasi normale. Accelerato e ansimante per lo sforzo di parlare e respirare contemporaneamente, ma più regolare di prima. Pian piano, la ragazza, puntò il suo sguardo pallido e di un impantanato e torturato color fango, sui suoi Nakama, tentando di parlare ancora.
-… sarebbe troppo egoista da parte mia…- sussurrò.
-Ma Nami adorata, noi…-
-No, Sanji…- fermò subito il cuoco -… no…-
Zoro si fece spazio tra i suoi compagni, avanzando iracondo verso la navigatrice e, a pochi passi da lei e con le braccia feroci e spalancate nell’aria, urlò.
-CHE INTENZIONI HAI, EH?!? DI MORIRE?!? SAPPI CHE NON TE LO PERMETTERO’!!! TU NON PUOI MORIRE!!! LAW SCAMBIERA’ I NOSTRI COPRI E POI STARAI MEGLIO E…-
-Avresti mai scambiato il mio corpo con il tuo, a Thriller Bark?- domandò rantolando un piccolo rivoletto di sangue dalle sue labbra la navigatrice –Mi avresti mai fatto sopportare al posto tuo, anche solo per un secondo, tutto quel male?-
Zoro si zittì, digrignando i denti e ringhiando brutalmente. Si ricordava quanto avesse sofferto, quanto avesse sopportato in silenzio e con fatica tutto quel dolore che aveva rubato a Rufy, e di certo, mai, mai avrebbe augurato alla sua Nami di provare anche solo un millesimo di quel male.
-Suppongo di no…- rispose al posto suo la navigatrice -… quindi non chiedermi di farlo con te… combatterò ancora, e ancora, finché avrò anche solo una briciola della forza del mio spirito in vita in me… solo quando non vi sarà più nemmeno quella scintilla a sostenermi, allora sarò sconfitta… ma nemmeno in quel caso nessuno di voi lotterà al posto mio questa mia lotta…-
Piano chiuse gli occhi, e posò il capo sulla spalla di Chopper, respirando faticosamente, riprendendo fiato dallo sforzo di zittire il verde.
-Andiamo…- esortò Law  e Robin il medico -… ha bisogno di cure urgenti…-
La raccolse in braccio e corse veloce nel suo studio, inseguito dal chirurgo e dalla archeologa. Nel suo correre, piccole goccie cremisi caddero dalle punte violacee delle dita di mani che dondolavano inermi dalla figura della ragazza, tracciando quella corsa contro il tempo e macchiando il pavimento di legno. Zoro fissò atono e ringhiante quelle lacrime rosse segnare la lenta fine della vita della sua mocciosa.
-Zoro…- provò a posare una mano sulla spalla del samurai, Rufy, ma il verde, cieco d’ira per la sua impotenza nel poter salvare la sua amata, si scostò bruscamente da lui, uscendo imprecante sul ponte.
 
  

 

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: Zomi