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Autore: Lost_Mind93    18/06/2012    2 recensioni
Le hanno insegnato a sopportare il dolore. A guardare la paura negli occhi... A diventare la paura degli altri.
Il suo nome è Penelope ed è il "contenitore" di Avres, un'antica Divinità condannata più di tremila anni prima a scatenare la prossima apocalisse.
Se fallirà nel suo compito, il mondo come lo conosciamo sarà totalmente sconvolto da orde di demoni controllate dal perfido Gareth.
Non sarà facile lottare, nè contro il proprio passato nè contro il destino che la attende ma ora come ora Penelope ha un solo obbiettivo in mente: sopravvivere.
PS: causa motivi di tempo e problemi con il pc la storia sarà temporaneamente interrotta.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Esagerare fa bene, è un esercizio delle passioni, dalle quali

veniamo sempre più allontanati dalla realtà in cui viviamo.
(Oliviero Toscani)

 

 


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Torre Nord - Dormitori

 

Amy si svegliò nella sua camera.
Si sentì strana, come se qualcosa in lei volesse riscattarsi di un’azione fallita. Aveva voglia di divertirsi e qualcuno dei suoi compagni di casa l’avrebbe probabilmente aiutata a trovare un’interessante alternativa…
Si fece una doccia, indossò qualche vestito carino e abbandonò la sua stanza, uscendo in corridoio dove si scontrò con Draco. Il biondo le riservò un’occhiata sorpresa, restò ammutolito per qualche secondo e guardandola intensamente disse: - Amy… Sei davvero tu? -
- No, sono Merlino in incognito… Certo che sono io idiota! – sbuffò lei, riservando all’amico un’occhiata confusa.
Cosa c’era di strano nell’uscire dalla propria camera?
- Devi uscire? – gli domandò lui, sorpreso, squadrandola da capo a piedi.
Amy si osservò e non trovò nulla di strano nei suoi vestiti, spostò lo sguardo sul biondo di fronte a lei e gli riservò uno sguardo preoccupato: - Non so se te l’hanno spiegato, ma le persone indossano sempre dei vestiti quando escono dalla propria camera. E poi il mio pigiama non piacerebbe a Piket. Direbbe che non è consono all’ambiente scolastico. -
Draco arrossì appena, dissimulò il tutto alzando gli occhi al cielo e s’incamminò verso la sala comune: - Non che mi dispiaccia vederti in piedi ma vuoi davvero uscire stasera? –
- Il mio corpo ha bisogno di patatine fritte… Non ne posso più di roba salutista o endovena. – gli spiegò lei salutando, mentre attraversavano la comune, alcuni ragazzi del suo anno – Parla chiaro Malfoy: cosa stai cercando di nascondermi? –
Il biondo le riservò un’occhiata altezzosa, una di quelle che era solito riservare soltanto a Potter, in pratica si tradì da solo e infatti ottenne uno sguardo annoiato da parte della rossa.
- E va bene, c’è una festa stasera e dubito che ti abbiano invitato. – spiegò lui, incrociando le braccia dietro la nuca, osservando Amy con la coda dell’occhio.
- Presumo sia un’idea della cricca. – rispose lei scrollando appena le spalle, agli occhi del resto della scuola quella poteva essere l’ennesima dimostrazione di rivalità tra lei e la “presunta” regina - E sentiamo, dove avreste intenzione di fare questa festa? -
Draco scosse vigorosamente la testa, un conto era rivelarle qualche particolare ma raccontare l’intera faccenda poteva rivelarsi pericoloso, insomma non ne voleva sapere: - Non ti dirò nient’altro ok? E prima che ti venga in mente di usare quale trucco mentale me ne vado. Cerca di restare fuori dai guai almeno per un po’! –

- Non penso proprio Malfoy. – borbottò lei tra se e se raggiungendo i suoi compagni di casa, non prima di aver riempito il vassoio con schifezze di ogni genere – I’m alive people! –
Althea ridacchiò tra se e se, le regalò un sorriso di benvenuto e dandole una lieve pacca sulle spalle disse: - Ma tu guarda chi ha portato il gatto! –
Ian rubò il ketchup dalle mani di Amy, se ne versò una generosa dose nel piatto, le rivolse uno sguardo ammirato e disse: - Guardatela, trasuda energia da tutti i pori… non eri in fin di vita? –
- Mi sei mancato anche tu Ian. – gli scoccò un rapido bacio sulla guancia e assaggiò la prima, unta e deliziosa patatina - Mi è venuta una mezza idea per animale la serata. Vi va di darmi una mano? –
- Dicci tutto rossa! Questo posto iniziava a essere noioso senza di te! –Drew le rispose con entusiasmo, si avvicinò per ascoltare cosa aveva da dire la rossa ma nemmeno per un secondo abbandonò il suo piatto pieno di ali di pollo.
- Mi è arrivata la voce di una festa a numero chiuso… - spiegò lei, gettando un’occhiata rancorosa al tavolo della cricca, non poteva credere al voltafaccia di Draco - E se ne organizzassimo una anche noi? –
- Credo che le pozioni rimpolpasangue ti abbiano dato alla testa. – Riley scosse la testa, comprendeva l’entusiasmo della rossa ma era altrettanto conscio del fatto che fosse un’impresa irrealizzabile – Non puoi organizzare una festa in due ore! –
- Hey… Io posso fare tutto. – gli rispose la rossa, puntandogli un dito sul petto riservandogli uno sguardo estremamente serio ma nel giro di qualche secondo riacquistò il suo solito sorriso sereno – Dovete solo aiutarmi a spargere la voce, al resto penserò io… Ho un amico che mi deve un grosso favore a Helsinki, non mi dirà di no, fidatevi di me. –

 


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Sala Comune - Torre Nord

 

La voce si sparse a macchia d’olio. Bastarono quindici minuti per informare l’intera scuola della festa organizzata da Amy Halliwell… Nel complesso il ricordo dell’evento, si fa per dire, organizzato dalla Cricca fu totalmente dimenticato.
La cosa non fu facile da digerire per Evangeline che, ovunque voltasse lo sguardo, vedeva orde di studenti saltellare per l’emozione al solo pensiero di partecipare alla festa organizzata dalla rossa.
- L’ha fatto apposta! Quella… Quella stronza. Vuole rovinarmi! – sbottò Eva, battendo i piedi come una bambina cui era stato negato un nuovo giocattolo, notando il volantino colorato che Althea le aveva consegnato – Fate qualcosa per l’amor di Morgana! -
- Non ti preoccupare Eva, vedrai, ci andranno solo gli sfigati. – tentò di rincuorarla Jenna, guardando supplichevole i ragazzi, nella speranza che le dessero man forte e prima che la situazione degenerasse ulteriormente.
Purtroppo non ottenne l’effetto desiderato.
La location era abbastanza lontana da proteggere gli incauti ubriachi dall’ira degli insegnanti, il free bar era attivo fino alle due del mattino, era compreso un comodo servizio di “navetta” in grado di eludere le potenti barriere della scuola…
Joshua lesse il volantino e fu costretto ad ammettere la bravura dimostrata dalla Halliwell, aveva pensato a ogni cosa: - Io ci vado. Sono curioso di vedere se riesce a mantenere la parola data… –
Sul volto di Evangeline si materializzò un’espressione totalmente sconvolta, un conto era perdere il favore degli “sfigati” ma se persino i suoi cosiddetti amici iniziavano a preferire la novellina a lei la situazione era grave: - Ryan… Ti prego dì qualcosa! -
- Verrò anch’io. Sono curioso di vedere cosa si è inventata. Il mio è solo un consiglio Eva: cancella la festa o sarà un completo flop. – fu l’eloquente risposta del biondo chiamato in causa, anche lui come molti altri era curioso di vedere cosa fosse riuscita a fare Amy con così poco preavviso – Non guardarmi in quel modo… Sai bene come andrà a finire questa volta. Ha vinto lei. Non possiamo farci niente. -

 


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Midnight Blue – Helsinki

 

- Passate con me vero? È presto ma conosco i buttafuori. – dichiarò, tutta sorridente la rossa indicando la chilometrica fila davanti all’ingresso.
I ragazzi le sorrisero, divertiti da tutto quell’entusiasmo… Abituati com’erano a convivere con una ragazza sarcastica e, il più delle volte, vagamente distaccata non poterono che apprezzare quell’atteggiamento così solare ed energico.
Ian le passò un braccio intorno alle spalle e le strizzò l’occhio: - La fortuna di essere amici del capo eh? –
- Certo che no tesoro… Ho i miei trucchetti io! - puntualizzò lei, fingendosi altezzosa e sfoderando un sorrisetto furbo, lo superò percorrendo strada al resto del gruppo e una volta dentro, saltando la chilometrica fila con un solo cenno di saluto a uno degli energumeni accostati all’ingresso, la rossa sussurrò – Ho la fortuna di aver baciato la maggior parte dei buttafuori di questo posto… Chiamatemi scema. -
Un guizzo divertito illuminò gli occhi delle ragazze che sorrisero più apertamente, le scoccarono un’occhiata d’intesa e di piena approvazione, poi le proposero un patto: - Visto che ci hai convinto a seguirti, offrendoci uno spettacolo di rara bellezza maschile per di più, ti offriremo da bere per tutta la serata! –
- Non ve l’ho detto? Non abbiamo bisogno di pagare per bere. - rispose Amy togliendosi la giacca che mostrò alle altre un semplice abito azzurro perlato che, sotto le luci al neon, la trasformò in una macchia fosforescente… Elegante ma vagamente appariscente.
- Non dirmi che ti sei fatta anche tutti i barman! – le domandò sorpresa e divertita Lily, sfoggiando un vestito di seta rossa e bianca, ornata da fini girigogoli dorati.
- No. - borbottò la rossa arricciando le labbra dispiaciuta, si guardò in torno per accertarsi che nessuno le stesse guardando e s’infilò una mano nel reggiseno, ne estrasse una carta oro con sopra impressa la scritta “VIP CARD” e si affrettò a spiegare la situazione – Questa volta è tutto merito della mia amicizia con il capo. –
Le quattro risero insieme e si diressero al piano superiore, dove i ragazzi avevano fatto amicizia con Einari, il proprietario del locale.

Nel giro di mezz’ora il locale si riempì di studenti Australiani entusiasti, incuriositi non solo dall’ambiente sconosciuto ma anche dall’intrigante “fauna locale”. Amy si affacciò dal prive e richiamò l’attenzione di tutti i presenti: - Signore e signori gioite: stanotte questo posto è tutto per noi! Possiamo bere, fumare e mangiare in piena libertà, perciò diamo inizio alla festa, nella speranza che domani mattina i necrologi di metà dei presenti non compaiano sui bollettini locali! –
Un urlo entusiasta partì dalla folla che, all’unisono, alzò i bicchieri ricolmi di cocktail per brindare alla salute della rossa.
Fu una festa memorabile… Anche se, arrivati a fine serata, quelli ancora sobri si potevano contare sulle dita di una mano.
Sfortunatamente Amy non rientrava in quella categoria.

 


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Dormitori  – Torre Nord

 

- Santa merda… Quanto cazzo ho bevuto?! –
Fu la prima cosa che disse Amy quella mattina: aveva un tale cerchio alla testa che persino il fruscio delle coperte le dava fastidio.
Al suo fianco percepì una risata divertita, un’altra dolorosa fitta la colse alla testa mentre riconosceva amaramente la voce di Fray: - Abbastanza da ballare mezza nuda su un tavolo con un totale sconosciuto… Come ti senti? –
Amy nascose la testa sotto al cuscino, tentò di ignorare l’effettiva presenza del biondo al suo fianco e borbottò appena la descrizione del suo malessere: - Come se un branco di elefanti indiani mi stessero ballando il tango tra i neuroni… E ti assicuro che non è piacevole! –
Ryan rise nuovamente, si inginocchiò al fianco del suo letto e le porse una pozione, strappandola al candore delle sue coperte: - Forza bella addormentata, è ora di uscire dal letargo, prendi questa. Dovrebbe farti stare meglio. –
La rossa si liberò dall’incasinata matassa di coperte che le avevano annodato le gambe, guardò ammirata il ragazzo e gli prese il bicchiere dalle mani: - Ti amo sai? –
Ryan boccheggiò per qualche istante, di tutte le frasi che si era immaginato di sentire al risveglio della ragazza, quella era l’unica a cui non aveva proprio pensato. Si ritrovò ad arrossire senza nemmeno rendersene conto: - Come… Cos’hai detto scusa? -
- In senso metaforico! Mi riferisco al fatto che sei venuto a portarmi questa… - spiegò lei, arrossendo appena, prima di riottenere la sua solita espressione distaccata - Non credere che questo cambi le cose tra noi! Resti pur sempre il figlio di Gareth e il fidanzato di Evangeline… Nessuna delle due cose ti fa onore, sappilo. -
- Certo, certo, avevo capito! – rispose il biondo frettolosamente, tirò un sospiro di sollievo nell’appurare che era stato tutto un enorme malinteso, si accomodò sulla poltrona più vicina e tentò di regolarizzare il battito cardiaco. Amy l’aveva quasi ucciso con quell’affermazione.
- Un ultima cosa… - borbottò lei, svuotando il bicchiere in un solo sorso, prima di rivolgergli un occhiata allucinata - Posso sapere che ci fai mezzo nudo nella mia stanza!? -
Ryan sospirò affranto: sarebbe stata una domenica stancante.

   
 
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