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Autore: Shark Attack    21/06/2012    8 recensioni
Naruto si alzò in piedi ed afferrò con due dita il sigillo cartaceo che chiudeva le sbarre ed iniziò a staccarlo, lentamente, mentre sentiva le forze fluire via e dispersi sul pavimento della sua mente.
Coraggio... non te ne pentirai, te l'assicuro...
Non sarebbe più comparso suo padre per fermarlo, lo sapeva bene... ma non riusciva a non sperare di vedere il suo volto ancora una volta, in quel gesto estremo e disperato.
«Naruto! Non farlo, NO!»
Ma ormai sentiva freddo. Tanto freddo, fin nelle ossa, fin nel cervello.
«Fermati, fermati! Yamato, fai qualcosa!»
Hai quasi finito, bravo, continua...
Con un lievissimo “tic” il sigillo fu completamente rimosso.
ULTIMO CAPITOLO!!
Genere: Azione, Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sakura, Sasuke/Sakura
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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NdA
Sì, non le faccio mai all'inizio ma questo è l'ULTIMO capitolo e *forse* le merita ^^
Il titolo significa "guardami negli occhi", e già dovrebbe farvi fremere per ciò che vi aspetta giù in basso, ma so che farete i bravi e aspetterete la fine del mio blabla :P
Questa storia mi ha soddisfatta molto, questo capitolo no.
Sono riuscita a rimanere nella trama che mi ero prefissata, anche se non ho faticato a riconoscere che stringere tutto in 5 capitoli era quantomeno utopico... ora siamo a 8 e spero di non aver fatto un lavoro tanto tremendo. Purtroppo questo capitolo non mi è uscito come volevo, lo preferivo un po' più... boh, più sottile, più arguto. Sarà il caldo che ha sciopato i miei neuroni, ahah :P cmq godetevelo perché ci sono un po' di riscatti, spiegazioni, azioni, piani svelati e... un finale un po' dolceamaro che farà sicuramente storcere il naso a molti, lol...
Comunque sia ora è finita. Sono contenta che qualcuno mi abbia seguita anche dopo un anno di “pausa” (-.-), anzi! Più che qualcuno, siete stati ben più di quanti osassi sperare, quindi non sfuggirete ai miei RINGRAZIAMENTI DI CUORE! :3
Spero di rivedervi anche nelle mie prossime fic, perché col cavolo che smetto ^.- ho già in mente una nuova long, ahah! *tremate tremate*
A presto, my dears! Buona lettura! :)







°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°





«Cos'hai in mente, Uchiha?»
Sasuke si appoggiò con entrambe le mani sulle sbarre della gabbia.
«Un patto.»







COME IL FUOCO, IL SANGUE E L'AMORE









Sakura aveva sentito un formicolio da qualche parte del corpo e il suo subconscio si era svegliato di nascosto, come se non fosse sicuro di doverlo fare. Era stato disturbato da una presenza estranea, ma il corpo era così stanco che non riusciva a farlo reagire a dovere.

E così mi vorresti liberare?
Questo è il piano.
Mi credi uno stupido? In fondo sto bene in questi corpi, non mi danno fastidio... perché dovrei venire con te!
Perché capisco che tu brami solamente la libertà. E la vendetta, magari.
Pensi di potermeli dare?
Io non voglio controllarti.
Uh?
Voglio
liberarti.
Uhuhuh... ma certo, come no. E non vuoi niente in cambio, giusto?
Se vuoi distruggere tutto a me sta benissimo. Distruggi tutto quello che vuoi, uccidi quanto ti pare, anche qui. Ti chiedo solo di indirizzare la tua furia contro Konoha, poi non ci rivedremo mai più. Hai la mia parola.
Sembra interessante, Uchiha, molto... interessante. Non è la prima volta che me lo propongono, sai?
Ho preso ispirazione.
Quindi rimane una questione di famiglia, uh?
Accetti?


Sakura sentì il formicolio aumentare all'improvviso, come se qualcuno le stesse pizzicando insistentemente il corpo e lei non potesse impedirlo. Sentì Kyubi ruggire con violenza, ma non riusciva ad identificare bene i suoni e il loro significato.

Lo prendo per un sì.

La conversazione si depositò nel suo cervello come neve pesante e stanca, opaca e densa come melassa. Sembrava aver vissuto un sogno, uno strano e improbabile sogno, ma sapeva che non era così. Ricordava bene come fosse un sogno, e quello decisamente non lo era.

Sakura storse le labbra e piegò gli angoli all'ingiù, in una smorfia triste e desolata.
Si era beata di tutte quelle attenzioni e di quelle cure e di quel sesso e di quell'appagamento che finalmente poteva ricevere in premio dopo anni di sofferenza, adorava tutto questo e non se ne era mai pentita.
Non ne aveva avuto motivo fino a quel giorno, quello strano e disgraziato giorno in cui qualcosa era cambiato negli occhi di Sasuke.
No, non il suo sguardo un po' più sincero e appassionato, come se finalmente -anche se dopo già molti giorni di sesso sfrenato- si fosse sciolto e si stesse divertendo almeno quanto lei.
Quegli occhi accesi di gioia o un suo surrogato si erano nascosti nuovamente e lei sapeva vederlo bene sotto quella coltre di nero che inondava come sempre le sue iridi.
In fondo lei non voleva far altro che tenerlo lontano dal Villaggio, magari riuscendo a convincerlo a desistere dai suoi piani... ricordandogli quanto fosse bella la vita.
«Come stai?», le chiese quella mattina, con una nota soddisfatta nella voce.
Sakura fece una smorfia e gli gettò un'occhiata ifastidita dall'angolino in cui si era rifugiata durante il conato di vomito al risveglio.


Anche Naruto storse le labbra e piegò gli angoli all'ingiù, in una smorfia triste e desolata.
Una parte di lui non ne era sicura... ma un'altra ne era più che convinta.
Il piano di Sasuke era proprio quello e lui era stato bloccato ancor prima che potesse tentare un ultimo gesto per sventarlo in extremis.
Kakashi si appoggiò con entrambe le mani sul tavolo dell'Hokage, facendo scricchiolare il legno.
«No, negativo!», tuonò verso il biondino in catene con un'espressione davvero minacciosa. «Non puoi categoricamente lasciare il villaggio, ti è chiaro adesso?»
Sasuke era stato davvero bravo a capirlo fin da subito.
«Io non voglio farlo ma...», la sua voce si addolsì appena, memore di tutte le avventure che avevano vissuto assieme e dell'affetto che provava per lui; in fondo era come un figlio. «Naruto, non mi lasci altra scelta.»
Ma i pensieri di Naruto erano ben lontani dalla ramanzina e dalla punizione che stava subendo. Sasuke era un genio. Un piano semplicissimo, in fondo. Elaborato davvero in pochi istanti.
«Sarai messo di nuovo sotto sorveglianza. Ma stavolta nella prigione, in una cella di sicurezza, dove non avrai proprio modo di evadere. Hai qualcosa da aggiungere?»
Kyubi non gli aveva detto nulla, ma aveva capito il motivo di quella sensazione di soddisfazione.
«State pure tranquilli», sussurrò con un filo di voce, «Per un po' di mesi non accadrà nulla.»
Due AMBU lo affiancarono subito e scortarono fino alla sua nuova “dimora”.
Kakashi socchiuse gli occhi e la sua voce si affievolì. «E non puoi ricevere visite.»


Karin era stupefatta. Era anche disgustata, certo, perché il vomito lo stava pulendo lei dopo aver inutilmente cercato di lasciare il compito a qualcun altro -tipo Suigetsu, che non la smetteva di ridere alle sue spalle- ma era decisamente stupefatta.
Sasuke, il suo Sasuke ce l'aveva fatta.
Aveva abbindolato Sakura.
Aveva convinto Kyubi.
E l'aveva effettivamente messa incinta.
Non che pensasse che non potesse farcela, in fondo lui era un uomo di tutto rispetto, con ogni attributo e quel che serve, ma non l'aveva mai visto neanche pensare o accennare una sola volta in tutti quegli anni a cose come il sesso e la procreazione... eppure eccolo vittorioso! Dopo un bel po', certo, in fondo non è una macchina nemmeno lui, ma ce l'aveva fatta.
Un piano perfettamente riuscito.
«E poi?»
Suigetsu interruppe il suo divertimento e la sua espressione tornò seria. «E poi cosa?», domandò, caduto dalle nuvole.
Karin sbatté a terra lo straccio e spinse via il secchio con l'acqua. «Dopo tutto questo, cosa succede?»
«Che pulisci?»
Lo straccio minacciò di saettare verso di lui. «Intendevo il passo successivo del piano, idiota!»
Suigetsu aprì la bocca per rispondere prontamente, ma la richiuse subito dopo. Effettivamente Sasuke aveva tarpato i dubbi di tutti dicendo che l'avrebbe rivelato se le operazioni preliminari fossero riuscite, per cui nessuno di loro sapeva cosa stava per succedere.
La rossa ghignò dell'assenza di una risposta e si chinò per raccogliere lo straccetto.
«Immagino che aspetterà il bambino e ci farà qualche jutsu...»
Solo in quell'istante qualcosa scattò nella mente di Karin. Le dita protese verso lo straccio rimasero immobili a mezz'aria e lei tutta divenne come paralizzata.
«Che hai?»
Come poteva non averci pensato mai prima?
Ma certo, aveva sempre e solo pensato a sputare acido e invidia ad ogni gemito che sentiva nel covo... eppure ora era così evidente che, nella sua paralisi momentanea, stava urlando a sé stessa che era una stupida.
Sasuke aveva messo incinta Sakura, il passo successivo era la nascita di un bambino!
Immaginò il trio -papà, mamma e bimbetto- e le venne da vomitare a sua volta.
«Ohi, aspetta che mi allontano, strega!», gracidò Suigetsu alle sue spalle scappando dal cunicolo.
Karin non poteva tollerare che avesse un figlio da quella ragazzetta rosa. Un conto era scoparla per entrare senza problemi nella sua mente senza che se ne accorgesse per portare Kyubi dalla sua parte, un altro era formare una... famiglia e...
Si appoggiò al muro e sentì la bile risalire.
Lui aveva sempre parlato di riformare il suo clan: che fosse quella la meta finale del piano?
… e perché non con lei?


Naruto alzò gli occhi al nuovo soffitto che gli stava sulla testa, poi passò in rassegna tutte le pareti - identiche e vuote allo stesso modo, senza neanche una finestra - e infine tornò ad osservare la porta metallica, con un vetro spesso da cui si intravedevano ogni tanto degli AMBU.
Sogghignò, pensando alla loro scelta di non sprecare un paio di manette o altre catene per legarlo. Sapevano anche loro che sarebbe riuscito a spezzarle... mentre invece non sarebbe mai riuscito ad evadere di lì. Naruto non era del tutto convinto, ma quando l'avevano gettato su quel pavimento gelido e aveva minacciato la sua fuga, uno dei ninja si era sollevato la maschera e gli aveva fatto una strana smorfia di superiorità.
«Sei un ragazzino solo contro una decina di ninja esperti», aveva esordito con aria tronfia, «Sei stanco, affamato e indebolito dall'assenza di Kyubi. Non credo proprio che riuscirai a mettere il naso qui fuori senza autorizzazione dai piani alti!»
Attorno a lui, tutti i colleghi si erano messi a ridacchiare senza tregua e Naruto era riuscito a sentirli anche quando la porta era ormai blindata.
Probabilmente avevano ragione... ma qualcosa in lui non era affatto d'accordo.
Si alzò in piedi e batté le mani per farsi forza.
«Ascoltatemi!», urlò a squarciagola puntanto un dito contro quel vetro, «Io sono Naruto Uzumaki e un giorno sarò il più grande Hokage di tutti i tempi!»
«Sì, come no... ti conosciamo...», lo schernirono dall'altro lato.
«No invece!», proseguì lui, quasi divertito e sicuramente eccitato, con nuova forza nelle vene. «Perché se mi conosceste davvero... beh, allora sapreste che non mi fermo mai davanti a niente e a nesusno, capito? MAI! E se devo salvare gli amici, io faccio di tutto, dattebayo! Nulla mi può ostacolare! Dovessi superare montagne, oceani e tempeste avverse, io ci riuscirò! E se non ce la dovessi fare, sicuramente morirei provandoci!»
Due paia di occhi curiosi comparvero oltre la porta, rimanendo poco stupiti vedendolo in piedi al centro della stanza a blaterare come un pazzo.
Naruto evocò un clone e gli porse la mano destra per formare il rasengan.
«Questo è il mio credo ninja, e non sarete né voi né il vostro stupido muro a impedirmi di perseguirlo!»
La stanza di sorveglianza venne inondata dall'azzurro delle fiamme taglienti del rasengan, potente e temibile nel palmo del biondino. Alcuni ninja all'esterno impugnarono i kunai e altri si misero in posizione con vari jutsu di difesa e barriera, ma...

Kakashi si soprese di essere così poco sorpreso.
«Puoi ripetere?», domandò con immenso autocontrollo.
«Sì signore, ecco... Uzumaki è evaso.»
Il sostituto Hokage posò i rotoli dei vari rapporti appena giunti da ogni angolo del paese e alzò un occhio pigro sul ninja che gli era zoppicato di fronte all'improvviso. Notò i tagli sul viso e la divisa strappata in più punti.
«Era l'esplosione che ho sentito prima?»
«Sì signore.»
Kakashi sospirò amaramente. «Speravo fosse la Sperimentazioni Armi... avete già inviato qualcuno a recuperarlo?»
«Sì signore, ma...»
«Ma?»
«Non abbiamo minimamente idea di dove sia andato, signore. Nessuno è riuscito a vedere se è andato a ovest, sud o...»
«A nord, idioti! A nord!», sbraitò Kakashi provocando un infarto al ragazzo, «Lì è dove è stato avvistato Sasuke l'ultima volta, dove crediate sia andato, a fare una gita a Suna?!»
«Invio le nuove direttive a tutte le unità, signore!»


Karin e Sakura si incrociarono in un vicolo stretto ed entrambe dovettero mettersi di traverso per poter passare. La rossa non aveva nascosto la sua irritazione nel vedere la rosa così tranquilla e in dolce attesa, per quanto ancora non si potesse ovviamente intuire nulla vedendola. Sakura sospirò e la chiamò a voce bassa dopo pochi secondi da quando si erano allontanate.
«Che vuoi», sputò Karin acida.
«Perché mi odi?»
Sakura aveva inquietanti occhi rossi, una gran brutta cera sul viso e sembrava sempre a disagio quando Sasuke non era nel suo campo visivo, ma nel porre quella domanda il suo sguardo si era addolcito a dismisura e Karin aveva sentito qualcosa di viscido e pesante scivolarle nello stomaco.
«Io non ti odio», mentì la rossa sistemandosi gli occhiali sul naso con un gesto nervoso.
«Mi dispiace per...»
«Vomitolandia? Effettivamente quella è stata un'avventura che mi sarei risparmiata, grazie.»
Sakura arrossì, ma il covo era così buio che le torce accese qua e là non erano sufficienti a farlo notare. «Mi ero offerta di farlo io, ma Sasuke non ne ha voluto sapere.»
Karin annuì, aveva sentito anche lei quella parte.
«Comunque non ti odio», mentì nuovamente, con più decisione, forse per troncare la discussione e andarsene. «Però non mi stai simpatica.»
«Ho bisogno del tuo aiuto, Karin.»
Gli occhi della rossa si spalancarono supefatti oltre gli occhiali spessi e la gola le si seccò completamente per qualche istante. Si avvicinò di un paio di passi alla ninja della Foglia, per assicurarsi che non la stesse prendendo in giro, e la esaminò da cima a fondo con sguardo indagatorio e sospetto.
Sakura però aveva tutta l'aria di essere davvero in buona fede, sincera e, forse, innocente.
«Ti prego. Non ce la posso fare da sola.»


Naruto corse come non aveva mai fatto prima.
Sentiva un'incredibile energia dentro di sé, qualcosa ben più forte del chackra della Volpe o di tutte le tecniche che aveva imparato negli anni. Da troppe settimane era in stato vegetativo, da troppo tempo stava subendo le decisioni di altri.
Quello che aveva detto alle guardie nella stanza di sorveglianza non era stato elaborato nel suo cervello, ma nel suo cuore. Parole scolpite in ogni fibra del suo corpo in maniera indelebile, che nessun intralcio avrebbe potuto cancellare.
Naruto era tornato a vivere.
Quella era l'energia più bella e potente che potesse mai scorrergli nelle vene.
La sua vita era vuota e inutile senza i suoi amici... e i suoi amici dovevano essere salvati e protetti da decisioni più grandi di loro, ne era ormai convinto.
Saettò da un ramo a un tronco e poi ancora a un altro ramo, ripercorrendo la stessa strada che aveva fatto con Sai e Sakura quasi due mesi prima. Arrivò al limitare della foresta con un giorno d'anticipo rispetto all'altra volta e proseguì dritto, senza pause. D'altronde, non aveva topolini da mandare in missione a perlustrare la zona...
Arrestò la sua corsa solo quando raggiunse il fatidico luogo della separazione del team, brullo come se lo ricordava e anche più freddo.
Spese un paio di secondi per riprendere fiato e dare un'occhiata nei paraggi, per poter idividuare un possibile percorso per proseguire la sua ricerca.
Se non fosse stato da solo sarebbe stato molto meglio, ma Sai l'aveva già tradito una volta e nessun altro al Villaggio, se anche avesse potuto farci ritorno senza essere catturato nuovamente, sarebbe stato dalla sua parte. Probabilmente ormai era un nukenin anche lui...
Si concentrò e creò qualche clone, poi li inviò in direzioni diverse e si unì alla ricerca con loro.
Non importava quanto ci avrebbe messo: li avrebbe trovati, avrebbe trovato sia Sakura sia Sasuke, e non se li sarebbe più fatti sfuggire.




***





Sakura sollevò gli occhi al cielo e la luce del tramonto donò una sfumatura gialla alle iridi smeraldine. La sua pelle era chiara e i capelli rosa come sempre, ma molte cose in lei erano cambiate e alcune si notavano più di altre.
Le sue mani, ad esempio, erano più affusolate e meno curate, con la pelle sempre tesa; i suoi zigomi più marcati e le guance meno piene le donavano un'aria stanca e matura, come quella che possiedono i ninja di ritorno da una grande battaglia.
In effetti, pensò con un sorriso, anche lei aveva vissuto qualcosa del genere.
Si lisciò i pantaloncini verdi e si diede un colpetto sul ginocchio, come per darsi forza. Si alzò in piedi e imbracciò il suo fagotto giallo, dando le spalle al sole e alla casa abbandonata in cui aveva vissuto per qualche tempo.
Non voleva realmente andarsene -lì vicino c'era un bel fiume e di animali selvatici non c'era mai carenza- ma non poteva più restare. Doveva farsi perdonare da qualcuno che non meritava tutto ciò che gli aveva fatto passare.
Lo trovò nei pressi di un piccolo villaggio sconosciuto dopo mesi di difficile cammino, con quel fagotto ingombrante che pesava sempre più e la stanchezza nelle ossa, ma alla fine ce la fece. Il legame non si era mai spezzato del tutto, ma solo diversificato.
«Alla fine... sei riuscita a trovarmi.»
Sakura sorrise e si voltò verso il ragazzo, ormai uomo, che aveva riconosciuto il suo passo pur essendo seduto di spalle su un tronco abbattuto. Lo osservò per qualche manciata di secondi senza dire una parola e senza spostarsi per vederlo in volto; la sua schiena era già più di quanto sperasse.
«Non è facile intuire un percorso da seguire seguendo vaghe sensazioni, senza un Demone musone nello stomaco ad aiutarmi...»
Si fece coraggio e si sedette accanto a lui, ad una decina di centimetri di distanza. Inalò a pieni polmoni e il suo profumo, caldo e invitante, spiccò tra l'odore dei pini e della terra bagnata della boscaglia.
Alzò titubante lo sguardo su di lui e quando scorse i suoi occhi azzurri... si sentì di nuovo al mondo.
«Naruto, mi dispiace. Per tutto quello che ti ho fatto passare, per ogni... scusami.»
«È stato tanto tempo fa...»
«Sì, ma non posso comunque darmi pace!»
Naruto non riuscì a trattenere un sorriso e abbassò lo sguardo. «È quello?», cambiò discorso.
«Quella», lo corresse prontamente. «Cioè, lei.»
«Ah, giusto.»
Sakura slegò il nodo del fagotto che teneva sul petto e il corpicino di una neonata di quasi quattro mesi e mezzo comparve sotto gli occhi stupiti e incantati del ninja della Foglia che deglutì e cerò di distogliere lo sguardo per non sembrare troppo rapito da quei tratti così delicati, da quelle manine minuscole e da quegli occhioni neri che sembravano voler far concorrenza con la notte in quanto a intensità.
«Vuoi tenerla?», gli domandò Sakura, un po' titubante.
Naruto fece un rapido cenno di diniego con la testa. «No, non sono... bravo, non ho mai... no.»
La piccola ridacchiò e la sua voce cristallina riempì il silenzio che si stava formando tra i due ragazzi.
«Come hai fatto a...»
«Fuggire?»
Gli occhi di Naruto saettarono sul viso di Sakura. «Non ti ha lasciata andare lui?», domandò preoccupato.
La ragazza si morse il labbro inferiore e scosse la testa.
«Quindi... ti cercherà?»
La voce di Naruto era piena di tristezza e stanchezza miste assieme. Non avrebbe sopportato di abbandonare Sakura al suo destino, ma non gli andava per niente a genio il fatto che avrebbe dovuto di conseguenza fuggire da Sasuke per tutto il resto della loro vita.
Queste e altre preoccupazioni lo assalivano da tempo, da quando aveva percepito qualcosa di molto violento in Kyubi seguito da sentimenti di paura e angoscia, come se fosse una piccola preda spacciata. Aveva solo potuto intuire cosa fosse successo, ma dopo tutto quel casino ogni cosa era tornata al suo posto. La Volpe era indebolita e ferita, ma di nuovo tutta in lui.
«No», rispose Sakura dopo quella che gli era sembrata un'infinità. «Non ci cercherà. Lui... non può.»
Il biondino la guardò interrogativo, ma lei non sembrava volesse proseguire quella frase e lui non se la sentì di insistere. Col tempo, forse...
Sakura sollevò la piccola e la sistemò con grazia fra le sue braccia, in un modo così naturale che Naruto si convinse che era compreso nel DNA delle donne, come un kit ben fornito anche dal punto di vista materno.
«Io devo allevare la piccola», esordì con decisione, come se si fosse preparata quel discorso da giorni, «Karin aveva promesso di aiutarmi solo per fuggire e magari abortire, ma allla fine abbiamo cambiato idea... però non ha voluto rimanere. Dopo il parto se n'è andata e pensavo davvero di essere rimasta sola al mondo.»
Naruto sorrise. «Ho pregato la Volpe in tutti i modi per poterci far riunire, sai?», disse senza nascondere l'orgoglio nelle sue parole. «Speravo non fosse troppo tardi per...»
Non riusciva a staccare gli occhi da Sakura, come se avesse paura che sarebbe sparita se avesse guardato altrove, ma non riusciva nemmeno a dissimulare il suo stupore e le sue preoccupazioni. «Cos'è successo a Sasuke?», domandò istintivamente, dimenticandosi della comprensione che aveva mostrato poco prima.
Sakura sospirò profondamente, il suo viso si rabbuiò.
«Non voleva far altro che liberare Kyubi e distruggere Konoha con il suo potere», snocciolò a bassa voce, come se non volesse essere realmente sentita. Tra le sue braccia, la piccola sbadigliò assonnata e socchiuse gli occhietti.
«L'avevamo pensato tutti», esclamò Naruto annuendo, «Ma c'era il sigillo, no? Come ha fatto a spezzarlo?»
Sakura sorrise dolcemente. «Il parto», disse con naturalezza. «Il problema più grande di un jinchuriki donna è quel momento di estrema debolezza in cui in Demone riesce ad uscire... dovresti saperlo.»
Naruto annuì e il ricordo dei suoi genitori saettò nella sua mente come una scheggia affilata.
«Sasuke lo sapeva», proseguì Sakura, mentre col piede disegnava righe nella terra, «Ha visto questa potenzialità quando ha capito che Kyubi era in me e in quantita maggiore, così ha iniziato subito a mettere in atto il suo piano mentre io cercavo di fare lo stesso con il mio.
Poi è arrivato il momento in cui ne ha parlato con Kyubi e ho capito le sue vere intenzioni. Improvvisamente mi sono resa conto che non sarei riuscista mai a convincerlo a desistere, così ho chiesto aiuto a Karin... quando le ho detto che Sasuke li avrebbe sacrificati tutti volentieri per accontentare la Volpe e il suo desiderio di distruzione non ha esitato e... beh.»
Naruto aveva ascoltato tutta quella confessione con gli occhi umidi, guardando ostinatamente un albero di fronte a sé.
«Kyubi ha ferito Suigestu, ucciso Jugo e...»
«Basta.»
Sakura annuì e la lieve brezza che la circondò un istante dopo non fu affatto di sollievo. Si sentiva ancora male per quello che era successo, mai avrebbe pensato ad un epilogo simile.
La piccola girò la testa nel sonno ed emise un lieve “uhhhh” che fece sorridere entrambi i ninja. Naruto colse la palla al balzo e cambiò discorso.
«Quando ho intuito il suo piano sono fuggito dal villaggio e sono corso a cercarti», esordì, «Non è stato per niente facile e ogni volta che credevo di essere vicino dovevo depitare o scontrarmi con gli AMBU che mi inseguivano. Non vi ho mai trovati... Beh, lo sai. Poi quel giorno ho sentito che il tuo sigillo di era rotto, non sapevo cosa stesse succedendo ma Kyubi tornò violentemente in me e per poco non mi uccise.»
Sakura trattenne il respiro mentre l'angoscia si dipingeva sul suo viso.
«Per fortuna l'eremita che si era offerto di aiutarmi nelle ricerche era un esperto di sigilli e riuscì a... beh, in realtà non fece un gran bel lavoro, ma almeno ora la situazione è sotto controllo!»
Ridacchiò divertito e si grattò la nuca, ma Sakura non era sicura di aver capito bene. «“Non fece un bel lavoro” perché...?», domandò incerta.
Naruto si alzò in piedi e sollevò la maglietta, mostrando una moltitudine di sigilli diversi che tatuavano completamente il busto, avanti e dietro.
«Le ha provate un po' tutte, a dire il vero, finché l'effetto totale non è stato decisivo!»
Sorrise di nuovo, in quel modo incantato che faceva scioglere ogni preoccupazione, dolore, pensiero. Sakura sorrise di rimando, stupendosi di quanto le fossero mancati gli occhi azzurri del suo migliore amico.
«E adesso che succederà?», domandò piano, quasi con timore.
«Io sono un nukenin», replicò pacato il biondino mentre si risistemava la maglietta, «E probabilmente anche tu. Quindi... uhm, qui fanno dell'ottimo ramen, sai?»
Sakura sfiorò la fronte della piccola e Naruto parve ricordarsene improvvisamente.
«Allora mi aiuterai?»
La mano del jinchuriki si unì a quella della jonin madre e cercò di segure goffamente il suo gesto.
«Io non abbandono mai gli amici.»














A Tsunade-sama, Hokage di Konoha

Salve nonnina, come va'?
Ho saputo che si è ripresa in fretta da quel malore che le era venuto quando sono fuggito,
mi fa piacere! Anzi, non ho avuto ancora modo di scusarmi...
sì, sono passati mesi ma meglio tardi che mai, no?
E a proposito... Le scrivo per riferire com'è finita la questione di Sasuke:
Konoha non verrà mai più minacciata dalla sua vendetta e Sakura sta bene.
So che probabilmente siamo entrambi nukenin... ma ci piacerebbe poter
tornare a casa, capisce?
Sarebbe fantastico, anche perché c'è un nuovo membro del villaggio che forse
vorrebbe conoscere...




   
 
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