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Autore: kiddoB    21/06/2012    6 recensioni
Si sa che quando Malfoy vuole, Malfoy ottiene. Anche stavolta c'è riuscito, sebbene ci sia stato bisogno di tutta la sua arte persuasiva.
Per Draco il 21 giugno è una data importantissima.
Quel giorno è cominciata la sua Estate.
{Seguito di Buio e Luce e Corteggiamento alla Malfoy}
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
- Questa storia fa parte della serie 'Fiat Lux'
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Summer

Questa one – shot fa parte della serie “Fiat Lux”, tuttavia credo che possa essere compresa in sé stessa, anche se magari alcune dinamiche potrebbero risultare poco chiare.  

 

 

 

Summer

 

 

 





È nella nuca, sai… è nella nuca che nasce la vita.
La nuca è il fiume, è il destino.
(M.Mazzantini, Venuto al mondo) nuca è il fiume, è il destino.





-    Allora, signora Malfoy, adesso ti dirò esattamente quello che faremo.
-    Non sono la signora Malfoy.
Draco ridacchiò di fronte a quella sua ostinazione giocosa, mentre le accarezzava piano le spalle con la spugna calda e profumata di gelsomino, ricoprendo immediatamente dopo ogni centimetro di epidermide di baci.

-    D’accordo, signorina – ancora – per – poco – Granger. Ti dirò esattamente quello che faremo.
-   Sentiamo – sussurrò Hermione, fremendo forte per il bacio lungo e umido che Draco le aveva depositato sulla nuca, scuotendola di brividi e facendole arricciare le spalle.
-    Tra due settimane ci sposiamo…
-    Questo lo so…
-    Zitta, non interrompermi.
Lei si voltò oltraggiata da quel tono fintamente ostile, ma Draco la rabbonì con un altro bacio sulla nuca e una carezza lieve sul seno coperto a metà dall’acqua calda e schiumosa della vasca, che la illanguidì istantaneamente.

-    Dicevo, tra due settimane ci sposiamo e subito dopo partiamo per le Hawaii. Lì faremo l’amore così tante volte che mi implorerai stremata….
-    Sicuro di riuscire a reggere, Malfoy?
Un morso sulla spalla neanche tanto delicato la fece sussultare di dolore, e un attimo dopo di piacere quando lui ci passò sopra la lingua in un gesto estremamente sensuale.

-   Non provocarmi. Sfidandomi tiri fuori il peggio di me.
Hermione si voltò quasi del tutto, sorridendo maliziosamente in quel modo carico di sottintesi che faceva andare Draco fuori di testa.

-    Scommetto che non reggerai, Malfoy.
Per tutta risposta una mano esploratrice sott’acqua le accarezzò dapprima una coscia e poi si spinse verso l’interno in quei modi tremendamente eccitanti in cui solo lui sapeva toccarla, facendola gemere in modo vergognoso.

-    Questa me la segno, e poi vedremo. Comunque, non avevo finito il discorso. Dicevo, andiamo in viaggio di nozze e, dato che praticamente non usciremo dalla camera da letto, mettiamo in cantiere un bellissimo bambino…
-    No – rispose lei, seria. – No, non subito. Aspettiamo un paio d’anni, il tempo che Scorpius si abitui…
-   Si è anche fin troppo abituato. Quando io gli nego qualcosa o lo rimprovero viene da te con gli occhioni dolci e il labbrino tremulo e ti chiama “la mia bellissima quasi mammina bella bella bella”. È un ruffiano di prima categoria.
-  Chissà da chi avrà preso? “Professor Lumacorno, forse lei conosceva mio nonno…”–  lo imitò Hermione con una vocetta antipatica e quella sua espressione da iena che Draco provvide immediatamente a farle sparire dal viso con altre carezze più insinuanti.
-  Ma tu la boccaccia non la tieni mai chiusa? E fammi finire! Dicevo, quando ti sentirai pronta faremo un bellissimo bambino e compreremo un cane. Tu mi preparerai le tue tanto rinomate crepes a colazione e io ti farò morire di piacere ogni notte e giorno e pomeriggio nel letto, sulla scrivania, contro i muri, ovunque… il mio sogno proibito è farlo nel tuo studio medico al San Mungo…
Hermione ormai non lo ascoltava più, concentrata solo sull’orgasmo furioso che la travolse come un’onda anomala; continuò per qualche secondo a sussultare e a contorcersi tra le sue braccia come un’anguilla, facendo strabordare un po’ d’acqua al di fuori della vasca da bagno, mentre Draco rendeva più dolci e labili i suoi tocchi.

-   Poi, a quarant’anni, facciamo la femminuccia.
Ancora scossa, si voltò a guardarlo e gli sorrise dolce, accarezzandogli una guancia.

-   Se c’è una cosa che ho imparato è che la vita non si programma, Draco.
-   Io non sto programmando. Ti sto anticipando come andranno le cose. Andranno così, io lo so.
Hermione si girò con tutto il corpo, inginocchiandosi tra le sue gambe e cingendogli il collo con le braccia, buttandosi immediatamente dopo a baciarlo con tutto il desiderio e l’amore di cui era capace.

-   Quindi tu sei certo che il primo sarà un maschio?
-    Al cento per cento. Lo chiameremo Perseus.
-    Io non ho voce in capitolo?
-    Non fare la puntigliosa solo per il gusto di farlo, so che piace anche a te.
Lei ridacchiò e mormorò “si, è vero” direttamente nella sua bocca.

-    Non ti sembra un po’ tardi, poi, fare un bambino a quell’età?
-   Una bambina, Granger. E comunque no, non è tardi. Fosse per me ne faremmo una dozzina, di marmocchi, ma ho come l’impressione che non sia di tuo gradimento l’idea di passare incinta tre quarti della tua vita.
-   Esattamente. E comunque sei un gran presuntuoso!
Hermione gli stampò un ultimo bacio e poi si mosse per uscire dalla vasca; Draco la riagguantò immediatamente per la vita, facendola sedere a cavalcioni su di sé e stringendola forte tra le braccia, mentre calava sul suo seno per mordicchiarlo.
-   Chi ti ha detto che puoi uscire?
-   Ribadisco ciò che ho detto prima. E adesso fammi uscire, ho freddo.
-  Devi chiedermi il permesso, Granger – rispose, soffiando sulla sua pelle bagnata e intirizzita, percependo sotto le mani i brividi di eccitazione che la stavano nuovamente scuotendo. – Avanti, ripeti dopo di me: “Draco, amore mio, signore e padrone del mio cuore e della mia anima, vorresti per piacere nella tua immensa magnanimità e gentilezza accordarmi il permesso di uscire?”
-   Malfoy, brutto idiota, lasciami andare immediatamente o giuro che ti pentirai di essere nato!
Draco fece finta di allentare la presa per poi, con uno scatto fulmineo, riagguantarla per i fianchi e spiaccicarsela addosso, inondando il pavimento d’acqua ormai fredda.

-   Ah – ah – ah, Granger, errore, grosso errore. Lo sai che mi eccito di più quando mi minacci.
Era il loro gioco, quello. Quel gioco meraviglioso di sfide e concessioni, di provocazione e tensione che li faceva ogni volta morire di puro delirio.
Hermione, in tutta sincerità, non sapeva assolutamente sottrarvisi.

-   Ti picchio! – ringhiò allora con voce bassa e sensuale, facendo ondeggiare il bacino contro il suo.
Draco rispose con un ruggito giocoso, da leoncino, mordicchiandole piano una spalla.

-   Ti crucio!
Un altro ruggito, altri baci e morsi.

-   Ti schianto!
Un ruggito seguito da mani grandi e forti che le percorrevano la schiena e il collo, un gioco di sfioramenti umidi, soffi accaldati e carezze profonde che li faceva sospirare, tentando di procrastinare fino all’orlo della follia il momento del piacere più intenso.

-   Ti amo.
Draco allora non aveva più resistito, sopraffatto ed estasiato dalla gioia folgorante che il suo cuore impazzito nel petto gli faceva provare, guardandola negli occhi (oh, quegli occhi… ristoro dalla e fonte di stanchezza, delirio continuo in loro assenza e presenza, bisogno impellente, necessità dell’anima, unici specchi in cui poteva guardarsi senza sentirsi spezzato) l’aveva baciata profondamente e aveva preso possesso del meraviglioso e caldo corpo della donna che entro pochi giorni sarebbe diventata sua moglie.
Alla fine erano ancora avvinghiati l'uno all'altra, sconvolti, nella vasca quasi vuota.
-   E come la chiamiamo la bambina?
-   Summer.

Draco li ha ormai compiuti, quarant'anni, e non ha dimenticato quei progetti, né quello che era seguito a quella conversazione, così come per lui è impossibile dimenticare ogni dettaglio, ogni sospiro, ogni gemito di ogni singola volta in cui fa l’amore con quella donna maledetta che lo tiene in scacco solo con lo sguardo.
La sua vita ha seguito esattamente il percorso che aveva previsto. Tre anni e mezzo dopo il loro matrimonio è arrivato Perseus e dopo qualche tempo, come regalo, è arrivato anche Bunny, un magnifico bulldog inglese; i suoi figli ora sono grandi, Scorpius ha appena iniziato la sua prova di convivenza con Lily e Perseus sta frequentando il secondo anno ad Hogwarts (fortunatamente è un Corvonero; Draco non ha idea di come avrebbe potuto reagire se si fosse trovato un erede in Grifondoro). Loro due sono una coppia sempre profondamente innamorata, anche se com’è ovvio la routine ha acquietato la passione dei primi tempi, ma Draco ancora adesso perde ore ed ore di fronte all’armadio se non c’è Hermione che gli indichi quale camicia indossare ed odia la sensazione di vuoto e noia che prova nel lettone grande  e freddo quando lei fa il turno di notte.
Però c’è quel desiderio che il cuore di Draco urla con tutto se stesso, una piccola meravigliosa stellina da viziare fino al parossismo, una frugolina che sia la sua perla e che lo adori, che lo consideri l’uomo più importante del mondo.
Avverrà, senz’altro. Lo ha deciso. Bisogna solo convincere l'altra parte.

Ovviamente a modo suo.

 

***

 
Hermione si rigira nel letto, al buio, inquieta, senza riuscire a prendere sonno. Non ne può più di questa continua tiritera che Draco le sta propinando da qualche giorno. Sa perfettamente a che gioco sta giocando: vuole prenderla per sfinimento, vedere chi dei due si stanca per primo, se lui a blaterare o lei a rifiutare la sua proposta. 
La conosce abbastanza da sapere che ha scarse possibilità di vittoria, ma è talmente arrogante da credere che alla fine riuscirà a spuntarla.
Non che ad Hermione l'idea non piaccia. Anzi. Ma è complicato. 
Quando era più giovane credeva che i bambini non facessero per lei, non si sedeva a terra per giocare con loro, non faceva le vocine ai figli delle amiche, non le chiamava per chiedere di poterli portare al parco. Pensava che ne avrebbe fatto uno al massimo, giusto per una specie di dovere sociale, e poi avrebbe coltivato i suoi interessi con la razionalità e il rigore con cui si trovava così bene.
Ha studiato pediatria proprio per questo, non tollerava l'idea che qualcosa non "facesse per lei".
Sorprendentemente, ha capito che si sbagliava. Se possibile, questo l'ha irritata ancora di più.
Poi è stata una escalation. Per primo è entrato Ted nella sua vita, e ha scoperto che non le era così difficile stropicciarsi i pantaloni o sporcarsi la maglia, non faceva niente, non era un problema, bastava uno smacchiatore decente e un giro in lavatrice. Che non c'era niente di male nel rotolarsi a terra, nell'immergere le mani nella tempera, nel macchiarsi il naso di farina. Non era un male tornare bambine, perdere il controllo: ne valeva assolutamente la pena, se il guadagno consisteva nel sorriso e negli abbracci di Ted.
Il colpo di grazia, però, gliel'ha dato Scorpius, come c'era da aspettarsi: quel bambino (bambino... uomo, ormai) riesce a conquistarsi chiunque, gli bastano due battute ben piazzate e un occhiolino complice. Già a cinque anni sapeva farlo e praticamente il cuore di Hermione non gli ha resistito.  
Infine è arrivato suo figlio e lì è stata la vetta. 
Ma adesso Hermione sta bene, è felice con l'uomo della sua vita, è tranquilla, serena, il mare è calmo e piatto. Perché lanciarci dentro il sasso?
Non le piacciono gli scossoni, i salti nel buio. Con Harry li ha fatti, certo, ma era una ragazzina incosciente e boriosa, ha avuto un bel po' di fortuna e poi era necessario; comunque sia sono stati talmente tanti che le sono bastati per almeno un paio di vite. 
Ma forse che innamorarsi di Draco non è stato il salto nel buio più grande che abbia mai fatto, in tutti i sensi?  E di sicuro non se n'è trovata pentita.
Due braccia forti e calde la imprigionano, accostandola al petto. Una voce carezzevole le sussurra nell'orecchio.
-   Amore, te lo ricordi quel giorno....
-   Sì, Malfoy, sì. Me lo ricordo perfettamente, grazie anche alle tue continue e imperterrite rinfrescate di memoria. E non farmi le moine, non attacca con me.
-   Brutta iena malefica! Per una volta che sono dolce...
-   Appunto, so che quando fai così vuoi qualcosa. 
-   Voglio mia moglie. Non vedo dove sia il problema, tanto più che a te non sembra dispiacere... - ridacchia sfiorandole il seno.
Ne è certa: ha un marito bastardo. Furbo e bastardo. Furbo, bastardo e tremendamente sensuale e innamorato che la sta toccando e sa che ....
-   Tu vuoi ingravidare tua moglie, è diverso.
-   Che brutta parola, Granger! Lascia il tuo gergo medico in ospedale, per favore. Nemmeno io sarei capace di usare un termine così odioso.
Hermione si divincola infastidita, sentendosi un po' in colpa; non vorrebbe essere così acida, ma sta affrontando una lotta intensa dentro di sè e sinceramente non riesce a capire chi vincerà. 
E lei detesta non riuscire a capire.
È sempre così, maledizione, fin da quando ne ha memoria. Vuole e non vuole, desidera e non desidera, tenta di restare ancorata alla sua sicurezza, ai suoi appigli solidi e spigolosi di scelta calcolata e raziocinio, di probabilità studiate a tavolino, di vita placida e serena, senza cambiamenti esagerati, senza terremoti, senza voragini o inutili voli pindarici, ma lui trova sempre il modo di aggirare l'ostacolo. Con Draco non ci sono mai state regole, procedure, schemi prestabiliti che le dessero modus operandi ben definiti. Già anche solo pensare di iniziare la loro relazione fu uno stravolgimento totale e completo di ogni prassi precedente, ma lo fece. Se si guarda indietro non riesce ancora a capire bene come è accaduto, e lui è troppo furbo per consentirle di filtrare attraverso il setaccio della sua razionalità quei sentimenti e sensazioni potenti e stordenti; con lui non ha mai potuto controllare meticolosamente il suo incantevole mondo ordinato e preciso, con lui è stata tutto ciò che non aveva mai avuto il coraggio di essere e che nemmeno sapeva di poter essere. Con lui è stata istinto, sregolatezza, cuore nervi muscoli e desiderio. Tutto, tranne freddo calcolo logico. Non le lascia altra scelta, d’altronde. È scaltro, agisce alle spalle, l’attacca da un’angolazione improvvisa: la prende sempre da lì, dalla nuca, come sta facendo adesso, baciandole il collo morbido e stuzzicante.  
Hermione sapeva e sa difendersi da ogni tipo di insidia, che arrivi da qualsiasi parte. Davanti, di sotto, di sopra, di striscio, di taglio, al cuore, alle ginocchia, alla gola. Ha affrontato di tutto in guerra ed anche dopo, se è ancora viva un motivo ci sarà.
Ma la nuca, quella è indifendibile. Quel rettangolo bianco su cui si colloca armonioso il rombo squadrato dell’attaccatura dei capelli, che poi scende per unirsi al trapezio delle spalle, ai triangoli delle scapole, lì non è riuscita a proteggersi adeguatamente.
Perché è questo, il problema. Lei parla di quadrati, triangoli, rette, angoli, la bacchetta rigida, il cappello a tesa larga, i pantaloni gessati, le matite temperate.
Lui vive di curve, spirali, ghirigori, volute, cerchi, sfere, il vestito svolazzante, il mantello gettato in terra, lenzuola scomposte, acqua che scorre, vento sferzante, rombo di tuono.
Come, come può difendersi? Come ci si difende dallo spiffero di tramontana che trapana anche la sciarpa più spessa? Come proteggersi da un respiro lieve, da una carezza di seta proprio lì, sulla nuca? È come impedire ad un granello di sabbia di infiltrarsi nelle scarpe dopo una lunga camminata in spiaggia. Pura utopia.
È dalla nuca che lui la prende, prima che lei possa anche solo pensare di voltarsi e fronteggiarlo. Le artiglia la collottola come se fosse un gatto e la obbliga a mollare la presa, a districare gli artigli dalle sue certezze di ferro. È stato lui a farle capire che non serve trincerarsi dentro una realtà di procedure standard nè affidarsi ai pregiudizi, che bisogna solo scostare le tende per lasciar trapelare la luce dell'imprevisto e dell'emozione in ognuno di noi.
Ogni dito che la stringe possessivamente in una morsa quasi dolorosa, quella mano che accoglie al suo interno il suo collo come se fosse il gambo di un flûte, delicato ma da reggere saldamente, le hanno impresso dentro un marchio più invasivo di quello che lui si porta sul braccio, come un ferro incandescente che le ha lasciato una cicatrice impossibile da cancellare.
Mia, mia per sempre. Solo mia, di nessun’altro.
Per la nuca l’ha sempre afferrata, strattonata, sballottolata a suo piacimento, sulla sua nuca ha costruito strade ferrovie e ponti dove far transitare qualsiasi emozione provasse.
Dolcezza. Un bacio delicato a labbra aperte, molle e umido, così intenso da farla quasi singhiozzare, come sta facendo adesso.
Sei meravigliosa…
Passione. Di quella impetuosa, rovente, insaziabile, incontrollabile ma sempre paradossalmente pulita e rispettosa, che le annebbia la mente e le amplifica la voce.
Urla, fammi sentire, fammi sentire che ti piace… urla per me…
Timore. Mai espresso a chiare lettere, seppellito tra i suoi ricci, appena palpabile dietro l’arroganza strafottente quando  ha anche solo l'impressione di sentirsela sfuggire da sotto le dita.
Resterai con me per sempre. Vero?
Amore. Lo pretende e glielo dimostra, sempre a modo suo.
-   Hermione, facciamo la nostra bambina.
Lei sente che sta per piangere. Decide di buttarla sullo scherzo.
-   Ma non puoi semplicemente farti un'amante, come tutti gli uomini in crisi di mezza età?
-   Punto primo, mozzati la lingua, di mezza età chiami quell'idiota del tuo amico purtroppo sopravvissuto. Punto secondo... per carità, Merlino me ne scampi e liberi! Tollero a malapena te, dovrei caricarmi un altro fastidio parlante? Tu da sola già ne vali venti....
Un calcio negli stinchi lo fa sobbalzare.
-   Riserva questa focosità per quello che ti sto per fare, Granger...
-  Draco, no, aspetta - tenta di bloccarlo quando sente le mani che la spogliano e che si insinuano da dietro tra le sue gambe. - Per favore, parliamone...
-  È questo il tuo problema. Tu parli parli parli parli. Sai benissimo quanto quell'attività mi sia sgradita. Non serve parlare, non tra noi. Dobbiamo solo fare. Nel caso specifico dobbiamo solo fare l'amore.
-   Ma se non andasse bene... se rovinassimo le cose... abbiamo due figli grandi e la differenza d'età tra loro è già tanta...
-   Non mi pare sia stato un intoppo, anzi, Perseus è stato viziato e coperto da Scorpius anche troppo. 
-   Se sorgessero complicazioni, se incrinassimo questo equilibrio che abbiamo... Se... Ah! 
-   Se se se se.... tutti questi se... cambia una vocale. Adesso devi dirmi solo sì. Dimmi di sì, Hermione.
-   Ma perché? Senti che ti manca qualcosa? Ah! - dovrebbe dirgli di smetterla, ma al momento la voce le viene a mancare e deve usarla per indurlo a razionalizzare - Ti senti... incom....incomple... 
-   Granger... non fare la furba.... non addossarmi le tue insicurezze nella speranza che cambi idea. Io non mi sento incompleto. Io sono perfettamente felice. Ma ti ricordi quello che ti dissi? Io sapevo già come sarebbero andate le cose. So che dobbiamo avere una bambina. Io la voglio, con tutto me stesso. Voglio una tua piccola copia orgogliosa come te, testarda come te, piena di altezzosità come te che se ne vada in giro per casa tutta tronfia coi libri di scuola a spiegarmi cose che non mi ricordo più. Voglio di nuovo divani pieni di manate di marmellata e disegni apparentemente senza senso da appendere in ufficio. Voglio crepare di gelosia e litigare per l'orario del coprifuoco. Voglio rivederti con quella luce negli occhi che avevi quando aspettavamo Perseus. Fidati di me. Andrà tutto bene, perché è così che andrà. 
Hermione ora piange sul serio, un po' per l'emozione e un po' per il piacere di sentirlo dentro di sè, fino in fondo all'anima.
Si è già arresa. 
-   La... Cooman... sarebbe fiera di.... te.... 
-   Se hai ancora voglia di fare dell'ironia significa che non mi sto impegnando a sufficienza. 
Le spinte diventano più forti mentre una mano migra davanti a tormentarla ulteriormente; Hermione è certa che le si stia lacerando il cuore, non è possibile che un muscolo così piccolo riesca a contenere tutto quell'amore.
-   La vuoi? 
-   Si... - è appena un sussurro.
-   Più... più forte... 
-   Sì! - urla lei, in preda al piacere delirante.
Basta quel sì perchè Draco perda il controllo. Poche altre spinte e dà vita alla sua magnifica bambina. 
Si schianta sul cuscino e tiene ancora più stretta sua moglie da dietro. 
-   Giusto per farti notare che io ho sempre ragione... che giorno è oggi, Granger, dimmi un po'.
Hermione non sa nemmeno come si chiama. Ci mette qualche istante a fare mente locale.
-   Giovedì.
-   La data.
-   Oggi... oggi è il ventu...
Si gira con gli occhi sgranati e subito dopo scoppia a ridere.

Anche Draco ride, vittorioso, e seppellisce il viso tra i suoi capelli. 
Adora quel luogo. La sua nuca.
Comincia tutto da lì. Per riuscire a convincerla dev'essere subdolo e colpirla da un’angolazione che non si aspetta: quel cilindro di carne morbida è stato il terreno di scontro dove lei non ha schierato l’addestratissimo esercito della sua logicità e freddezza e proprio in quella valle Draco ha gioco facile. Sono anni che ne coglie immediatamente la forma sottile tra la folla, l’armoniosa curva dell’attaccatura dei capelli che adesso ha raccolti, l’incarnato chiaro. La riconosce a colpo d’occhio, quella sola fra mille. È e sarà sempre così.
Nelle narici ne avverte l’odore, quel profumo buono di muschio bianco e latte, ne assapora la morbidezza sulle labbra e sui polpastrelli.
Che ingenua magnifica creatura che ha sposato. Certo, gli rende un po' faticoso piegarla al suo volere, ma ce la fa ancora.
È una illusa, certo. Non c’è posto o luogo o pensiero o sogno in cui lei possa nascondersi. Non ha scelta, e non l’avrà mai. È sua. E può correre quanto vuole, volare, nuotare, strisciare persino, non avrà mai scampo. Potrà alzarsi presto quanto vuole la mattina, ma Draco si alzerà sempre un’ora prima.
Lei non se ne avvede, tutta presa dai suoi calcoli probabilistici e dalle sue teorie su ciò che è giusto e ciò che non lo è, ma Draco invece lo sa, qual è il suo difetto più grande, il suo punto debole. Lo sa perché per primo lo ha colto e se n’è servito per conquistarla.
Hermione è prevedibile. Prevedibile in un modo che quasi lo diverte, se non si dovesse porre il problema di andarla a ripescare ogni volta. Ancora deve capire che il nemico si spiazza con l’inaspettato, la mossa improvvisa, il gioco giocato random, perché se si agisce secondo un determinato schema logico l’avversario farà di tutto per comprenderlo e anticipare le mosse. Lei con i suoi dubbi e insicurezze e paure è prevedibile e Draco ha ormai imparato come abbattere la barriera.
Ovviamente si guarda bene dallo spiegarglielo.

 

***

Sei mesi dopo

 

Quando Ginny va ad aprire la porta si trova di fronte un Draco accigliato e guardingo.
-     Fammi entrare.
-     Ma buonasera anche a te.
L’uomo entra di prepotenza e si guarda intorno, sondando l’ambiente come se fosse alla ricerca di un pericoloso animale letale nascosto dietro le sedie.
-      Hermione dov’è?
-      Fuori.
-     Come fuori?
Il soggetto della conversazione si presenta, con un’espressione palesemente scocciata.
-     Non ne posso più delle tue ricognizioni!
Ginny scoppia a ridere, mentre Harry si avvicina a salutare l’amica.
-     Malfoy, è tutto a posto, non nascondiamo Chimere nel lavandino, tranquillo.
Per tutta risposta Draco lo fulmina con lo sguardo ed indica un piatto decorativo appeso al muro.
-     Potter, fai sparire quella cosa.
-     Malfoy, è attaccato con la magia. Non cadrà mai, non succederà niente alla tua preziosa stellina, te lo garantisco.
-     Considerando che porti sfortuna, Potter, tra poco verrà il terremoto. Perciò o togli immediatamente quel piatto o te lo faccio evanescere.
Harry, mormorando tra i denti imprecazioni contro amiche folli che sposano malati mentali, si appresta ad eseguire, mentre Ginny si avvicina ad Hermione.
-     Eccolo qui, allora, il prezioso futuro dell’umanità! Posso toccare? - sorride, indicando il pancione.
-     Ma certo.
Continuando a chiacchierare del più e del meno i quattro rientrano nel salotto, salutando gli altri amici presenti.
Lily e Scorpius, come al solito, stanno dando spettacolo. Lui sta rovistando in una scatola di cioccolatini da mezz’ora, ed ogni secondo che passa è sempre più infuriato. Lily sembra assolutamente non accorgersene e continua beatamente a leggere una rivista di pittura.
-     Lily. Luna. Potter – sibila infine Scorpius.
-     Si? – alza lo sguardo dal giornale, preoccupata da quel tono gelido.
-     Dov’è la figurina?
-     Quale figurina?
-     La figurina della confezione delle Cioccorane. Dov’è?
-     Ah si, l’ho data al bambino di Megan…
Scorpius inspira profondamente e sbatte una mano sul tavolo, fissandola come se gli avesse appena confessato di aver sterminato tutta la sua famiglia.
-      E che cos’era?
-      Ma… ma che ne so… una figurina!
-      Si ma chi c’era sopra? Un uomo o una donna, un vecchio, chi? Pensaci Lily!
-     Non lo so, forse un uomo biondo…
-     NO! – urla Scorpius, portandosi le mani al viso con uno scatto. – Alesteir Crowley?
-     Ma che ne so, non me ne intendo di maghi!
-     Erano due mesi che lo cercavo! Due mesi! Mi mancava quello per finire la collezione! Adesso tu vai dalla tua amica e te lo fai ridare!
Lily è seriamente in pericolo di scoppiare a ridere, ma tenta di rimanere seria.
-     Ma non ci penso minimamente,  per una sciocchezza del genere…
-     Eh no! Merlino è una sciocchezza, Morgana è una sciocchezza, Mary Poppins è una sciocchezza che ne ho cinque! Non Alesteir Crowley, porca miseria!
Lei si morde a sangue le labbra per non esplodere mentre Scorpius sembra sul punto di fare i capricci; Lily stende una mano e gli accarezza il braccio.
-     Domani ti compro un’altra scatola…
-     No, non domani, adesso! Avanti, alzati e vai!
-     Ma sei proprio un bambino!
-     Adesso! La voglio adesso adesso adesso adesso!
Lily ride così forte da dover arretrare con la sedia e Scorpius sbatte i piedi a terra, furibondo.
Hermione e Ginny sghignazzano senza pudore mentre Harry fissa la scena torvo.
-    Ginny, non possiamo permettere a nostra figlia di stare con un cerebroleso del genere…
-    Attento a come parli, Sfregiato!
Hermione si accascia su una sedia, stremata, e Draco le si siede accanto, chinandosi subito dopo vicino alla pancia e sussurrando.
-    Guarda, amore, guarda – dice all’ancora celata occupante, indicando i soggetti col dito – lo vedi quello lì? Quello con la faccia da fesso… quello è Potter, è il nemico! Purtroppo con lui ci stiamo imparentando, ma che ci vuoi fare, tuo fratello ha cercato di salvare il salvabile…
Harry inizia a inveire in modo molto colorito contro Draco che non se ne cura minimamente.
-      E quello lì? Lo vedi? Non ti impressionare, tesoro, lo vedi quello? Quello che sembra un orango tango? Quello è Lenticchia, ed è nemico pure lui. Si, lo so che è bruttissimo, ma tranquilla, papà non permetterà mai che ti si avvicini…
Hermione è abbastanza indecisa se ridere o arrabbiarsi, optando per una smorfia storta.
-     Quella, invece, è la moglie del fesso. È quasi passabile, dopotutto, presa a piccole dosi…
-     Malfoy, la smetti? – sbotta Hermione, un po’ seccata.
-     Non eri tu quella che mi ha rotto le scatole sul fatto che i bambini sentono tutto nella pancia?
-     Si, ma…
-     Bene, a maggior ragione mi capirà adesso. E poi l’importante è che assorba il concetto, così non lo dimenticherà mai.
-     E quale sarebbe il concetto? Che sono un fesso? – ringhia Harry.
-     Fesso è riduttivo, Potter, ma d’altronde è ancora troppo piccola, non posso andarci giù pesante.
Nel tempo che Harry impiega per decidere se tirargli il coltello in mezzo agli occhi sia legittimo oppure lasciare la sua nipotina acquisita senza padre sia troppo crudele, arrivano Ted e Victoire.
-    Ciao, zia Hermione – si china il ragazzo, stringendola forte. – Come stai?
-    Bene, grazie tesoro.
-    A proposito – chiede Vicky, un sorriso smagliante – sapete già cos'è?
-    Una femmina, è ovvio - sorride Draco.
-    E come si chiamerà?
Draco ed Hermione si guardano.
Non c’è stato bisogno di parlarne.
-    Summer.

 

 

 

 

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Note
Bunny era il mio bulldog inglese, ed era assolutamente meraviglioso. Come tutti i bulldog inglesi. Cucciolottiiii!!!  *w*
Il pezzo tra Scorpius e Lily è un remake di uno sketch di “Love Bugs”, prima serie.
Qui per informazioni su Alesteir Crowley, un eccentrico signore che fece molto parlare di sé negli anni ’20.
 

Si, si, lo so che probabilmente ho esagerato col fluff. Il diabete sale sale sale. Ma ci tenevo ad augurarvi BUONA ESTATE  in modo speciale. Grazie a tutte/i!! : )  

 

  
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