Questa
one –
shot fa parte della serie “Fiat Lux”, tuttavia
credo che
possa essere compresa in sé stessa, anche se magari
alcune
dinamiche potrebbero risultare poco chiare.
Summer
È
nella nuca, sai… è nella nuca che nasce la vita.
La
nuca è il fiume, è il destino.
(M.Mazzantini,
Venuto al mondo)
- Allora,
signora Malfoy, adesso ti dirò esattamente quello che faremo.
- Non sono la signora
Malfoy.
Draco ridacchiò di fronte a quella sua ostinazione giocosa,
mentre le
accarezzava piano le spalle con la spugna calda e profumata di
gelsomino,
ricoprendo immediatamente dopo ogni centimetro di epidermide di baci.
- D’accordo,
signorina
– ancora – per – poco –
Granger. Ti dirò esattamente quello che faremo.
- Sentiamo –
sussurrò
Hermione, fremendo forte per il bacio lungo e umido che Draco le aveva
depositato sulla nuca, scuotendola di brividi e facendole arricciare le
spalle.
- Tra due settimane ci
sposiamo…
- Questo lo so…
- Zitta, non
interrompermi.
Lei si voltò oltraggiata da quel tono fintamente ostile, ma
Draco la rabbonì
con un altro bacio sulla nuca e una carezza lieve sul seno coperto a
metà
dall’acqua calda e schiumosa della vasca, che la
illanguidì istantaneamente.
- Dicevo, tra due
settimane ci sposiamo e subito dopo partiamo per le Hawaii.
Lì faremo l’amore
così tante volte che mi implorerai stremata….
- Sicuro di riuscire a
reggere, Malfoy?
Un morso sulla spalla neanche tanto delicato la fece sussultare di
dolore, e un
attimo dopo di piacere quando lui ci passò sopra la lingua
in un gesto
estremamente sensuale.
- Non provocarmi.
Sfidandomi tiri fuori il peggio di me.
Hermione si voltò quasi del tutto, sorridendo maliziosamente
in quel modo
carico di sottintesi che faceva andare Draco fuori di testa.
- Scommetto che non
reggerai, Malfoy.
Per tutta risposta una mano esploratrice sott’acqua le
accarezzò dapprima una
coscia e poi si spinse verso l’interno in quei modi
tremendamente eccitanti in
cui solo lui sapeva toccarla, facendola gemere in modo vergognoso.
- Questa me la segno,
e poi vedremo. Comunque, non avevo finito il discorso. Dicevo, andiamo
in
viaggio di nozze e, dato che praticamente non usciremo dalla camera da
letto,
mettiamo in cantiere un bellissimo bambino…
- No –
rispose lei,
seria. – No, non subito. Aspettiamo un paio d’anni,
il tempo che Scorpius si
abitui…
- Si è anche fin
troppo
abituato. Quando io gli nego qualcosa o lo rimprovero viene da te con
gli
occhioni dolci e il labbrino tremulo e ti chiama “la mia
bellissima quasi
mammina bella bella bella”. È un ruffiano di prima
categoria.
- Chissà da chi avrà preso?
“Professor Lumacorno,
forse lei conosceva mio
nonno…”– lo
imitò Hermione con una vocetta
antipatica e quella sua espressione da iena che Draco provvide
immediatamente a
farle sparire dal viso con altre carezze più insinuanti.
- Ma tu la boccaccia
non la tieni mai chiusa? E fammi finire! Dicevo, quando ti sentirai
pronta
faremo un bellissimo bambino e compreremo un cane. Tu mi preparerai le
tue
tanto rinomate crepes a colazione e io ti farò morire di
piacere ogni notte e
giorno e pomeriggio nel letto, sulla scrivania, contro i muri,
ovunque… il mio
sogno proibito è farlo nel tuo studio medico al San
Mungo…
Hermione ormai non lo ascoltava più, concentrata solo
sull’orgasmo furioso che
la travolse come un’onda anomala; continuò per
qualche secondo a sussultare e a
contorcersi tra le sue braccia come un’anguilla, facendo
strabordare un po’
d’acqua al di fuori della vasca da bagno, mentre Draco
rendeva più dolci e
labili i suoi tocchi.
- Poi, a quarant’anni,
facciamo la femminuccia.
Ancora scossa, si voltò a guardarlo e gli sorrise dolce,
accarezzandogli una
guancia.
- Se c’è una
cosa che
ho imparato è che la vita non si programma, Draco.
- Io non sto
programmando. Ti sto anticipando come andranno le cose. Andranno
così, io lo
so.
Hermione si girò con tutto il corpo, inginocchiandosi tra le
sue gambe e
cingendogli il collo con le braccia, buttandosi immediatamente dopo a
baciarlo
con tutto il desiderio e l’amore di cui era capace.
- Quindi tu sei certo
che il primo sarà un maschio?
- Al cento per cento.
Lo chiameremo Perseus.
- Io non ho voce in
capitolo?
- Non fare la
puntigliosa solo per il gusto di farlo, so che piace anche a te.
Lei ridacchiò e mormorò “si,
è vero” direttamente nella sua bocca.
- Non ti sembra un
po’
tardi, poi, fare un bambino a quell’età?
- Una bambina, Granger.
E comunque no, non è tardi. Fosse per me ne faremmo una
dozzina, di marmocchi,
ma ho come l’impressione che non sia di tuo gradimento
l’idea di passare incinta
tre quarti della tua vita.
- Esattamente. E
comunque sei un gran presuntuoso!
Hermione gli stampò un ultimo bacio e poi si mosse per
uscire dalla vasca;
Draco la riagguantò immediatamente per la vita, facendola
sedere a cavalcioni
su di sé e stringendola forte tra le braccia, mentre calava
sul suo seno per
mordicchiarlo.
- Chi ti ha detto
che puoi uscire?
- Ribadisco ciò che ho
detto prima. E adesso fammi uscire, ho freddo.
- Devi chiedermi il
permesso, Granger – rispose, soffiando sulla sua pelle
bagnata e intirizzita,
percependo sotto le mani i brividi di eccitazione che la stavano
nuovamente
scuotendo. – Avanti, ripeti dopo di me: “Draco,
amore mio, signore e padrone
del mio cuore e della mia anima, vorresti per piacere nella tua immensa
magnanimità e gentilezza accordarmi il permesso di
uscire?”
- Malfoy, brutto
idiota, lasciami andare immediatamente o giuro che ti pentirai di
essere nato!
Draco fece finta di allentare la presa per poi, con uno scatto
fulmineo,
riagguantarla per i fianchi e spiaccicarsela addosso, inondando il
pavimento
d’acqua ormai fredda.
- Ah – ah –
ah,
Granger, errore, grosso errore. Lo sai che mi eccito di più
quando mi minacci.
Era il loro gioco, quello. Quel gioco meraviglioso di sfide e
concessioni, di
provocazione e tensione che li faceva ogni volta morire di puro delirio.
Hermione, in tutta sincerità, non sapeva assolutamente
sottrarvisi.
- Ti picchio! –
ringhiò allora con voce bassa e sensuale, facendo ondeggiare
il bacino contro
il suo.
Draco rispose con un ruggito giocoso, da leoncino, mordicchiandole
piano una spalla.
- Ti crucio!
Un altro ruggito, altri baci e morsi.
- Ti schianto!
Un ruggito seguito da mani grandi e forti che le percorrevano la
schiena e il
collo, un gioco di sfioramenti umidi, soffi accaldati e carezze
profonde che li
faceva sospirare, tentando di procrastinare fino all’orlo
della follia il
momento del piacere più intenso.
- Ti amo.
Draco allora non aveva più resistito, sopraffatto ed
estasiato dalla gioia
folgorante che il suo cuore impazzito nel petto gli faceva provare,
guardandola
negli occhi (oh, quegli occhi… ristoro dalla e fonte di
stanchezza, delirio
continuo in loro assenza e presenza, bisogno impellente,
necessità dell’anima,
unici specchi in cui poteva guardarsi senza sentirsi spezzato)
l’aveva baciata
profondamente e aveva preso possesso del meraviglioso e caldo corpo
della donna
che entro pochi giorni sarebbe diventata sua moglie.
Alla fine erano ancora avvinghiati l'uno all'altra, sconvolti,
nella vasca quasi vuota.
- E come la chiamiamo la bambina?
- Summer.
La sua vita ha seguito esattamente il percorso che aveva previsto. Tre anni e mezzo dopo il loro matrimonio è arrivato Perseus e dopo qualche tempo, come regalo, è arrivato anche Bunny, un magnifico bulldog inglese; i suoi figli ora sono grandi, Scorpius ha appena iniziato la sua prova di convivenza con Lily e Perseus sta frequentando il secondo anno ad Hogwarts (fortunatamente è un Corvonero; Draco non ha idea di come avrebbe potuto reagire se si fosse trovato un erede in Grifondoro). Loro due sono una coppia sempre profondamente innamorata, anche se com’è ovvio la routine ha acquietato la passione dei primi tempi, ma Draco ancora adesso perde ore ed ore di fronte all’armadio se non c’è Hermione che gli indichi quale camicia indossare ed odia la sensazione di vuoto e noia che prova nel lettone grande e freddo quando lei fa il turno di notte.
Però c’è quel desiderio che il cuore di Draco urla con tutto se stesso, una piccola meravigliosa stellina da viziare fino al parossismo, una frugolina che sia la sua perla e che lo adori, che lo consideri l’uomo più importante del mondo.
Avverrà, senz’altro. Lo ha deciso. Bisogna solo convincere l'altra parte.
Ovviamente a modo suo.
***
Hermione
si rigira nel letto, al buio, inquieta, senza riuscire a prendere
sonno. Non ne
può più di questa continua tiritera che Draco le
sta propinando da qualche giorno.
Sa perfettamente a che gioco sta giocando: vuole prenderla per
sfinimento,
vedere chi dei due si stanca per primo, se lui a blaterare o lei a
rifiutare la
sua proposta.
La conosce abbastanza da sapere che ha scarse possibilità di
vittoria, ma è talmente
arrogante da credere che alla fine riuscirà a spuntarla.
Non che ad Hermione l'idea non piaccia. Anzi. Ma è
complicato.
Quando era più giovane credeva che i bambini non facessero
per lei, non si
sedeva a terra per giocare con loro, non faceva le vocine ai figli
delle
amiche, non le chiamava per chiedere di poterli portare al parco.
Pensava che
ne avrebbe fatto uno al massimo, giusto per una specie di dovere
sociale, e poi
avrebbe coltivato i suoi interessi con la razionalità e il
rigore con cui si trovava
così bene.
Ha studiato pediatria proprio per questo, non tollerava l'idea che
qualcosa non
"facesse per lei".
Sorprendentemente, ha capito che si sbagliava. Se possibile, questo
l'ha
irritata ancora di più.
Poi è stata una escalation. Per primo
è entrato Ted nella sua vita, e ha
scoperto che non le era così difficile stropicciarsi i
pantaloni o sporcarsi la
maglia, non faceva niente, non era un problema, bastava uno
smacchiatore
decente e un giro in lavatrice. Che non c'era niente di male nel
rotolarsi a
terra, nell'immergere le mani nella tempera, nel macchiarsi il naso di
farina.
Non era un male tornare bambine, perdere il controllo: ne valeva
assolutamente
la pena, se il guadagno consisteva nel sorriso e negli abbracci di Ted.
Il colpo di grazia, però, gliel'ha dato Scorpius, come c'era
da aspettarsi:
quel bambino (bambino... uomo, ormai) riesce a conquistarsi chiunque,
gli
bastano due battute ben piazzate e un occhiolino complice.
Già a cinque anni
sapeva farlo e praticamente il cuore di Hermione non gli ha resistito.
Infine è arrivato suo figlio e lì è
stata la vetta.
Ma adesso Hermione sta bene, è felice con l'uomo della sua
vita, è tranquilla,
serena, il mare è calmo e piatto. Perché
lanciarci dentro il sasso?
Non le piacciono gli scossoni, i salti nel buio. Con Harry li ha fatti,
certo,
ma era una ragazzina incosciente e boriosa, ha avuto un bel
po' di
fortuna e poi era necessario; comunque sia sono stati talmente tanti
che le sono bastati
per almeno un paio di vite.
Ma forse che innamorarsi di Draco non è stato il salto nel
buio più grande che
abbia mai fatto, in tutti i sensi? E di sicuro non se
n'è trovata pentita.
Due braccia forti e calde la imprigionano, accostandola al petto. Una
voce
carezzevole le sussurra nell'orecchio.
- Amore, te lo ricordi quel giorno....
- Sì, Malfoy, sì. Me lo ricordo perfettamente, grazie anche
alle tue
continue e imperterrite rinfrescate di memoria. E non farmi le moine,
non
attacca con me.
- Brutta iena malefica! Per una volta che sono dolce...
- Appunto, so che quando fai così vuoi
qualcosa.
- Voglio mia moglie. Non vedo dove sia il problema, tanto
più che a te
non sembra dispiacere... - ridacchia sfiorandole il seno.
Ne è certa: ha un marito bastardo. Furbo e bastardo. Furbo,
bastardo e
tremendamente sensuale e innamorato che la sta toccando e sa che ....
- Tu vuoi ingravidare tua moglie,
è diverso.
- Che brutta parola, Granger! Lascia il tuo gergo medico in
ospedale,
per favore. Nemmeno io sarei capace di usare un termine così
odioso.
Hermione si divincola infastidita, sentendosi un po' in colpa;
non vorrebbe essere così acida, ma sta affrontando una lotta
intensa dentro di
sè e sinceramente non riesce a capire chi
vincerà.
E lei detesta non riuscire a capire.
È sempre così, maledizione, fin da quando ne ha
memoria. Vuole e non vuole,
desidera e non desidera, tenta di restare ancorata alla sua
sicurezza, ai
suoi appigli solidi e spigolosi di scelta calcolata e raziocinio, di
probabilità studiate a tavolino, di vita placida e serena,
senza cambiamenti
esagerati, senza terremoti, senza voragini o inutili voli pindarici, ma
lui
trova sempre il modo di aggirare l'ostacolo. Con Draco non ci sono mai
state
regole, procedure, schemi prestabiliti che le dessero modus operandi
ben
definiti. Già anche solo pensare di
iniziare la loro relazione fu uno
stravolgimento totale e completo di ogni prassi precedente, ma lo fece.
Se si
guarda indietro non riesce ancora a capire bene come è
accaduto, e lui è
troppo furbo per
consentirle di filtrare attraverso il setaccio della sua
razionalità quei
sentimenti e sensazioni potenti e stordenti; con lui non ha mai potuto
controllare meticolosamente il suo incantevole mondo ordinato e
preciso, con
lui è stata tutto ciò che non aveva mai avuto il
coraggio
di essere e che
nemmeno sapeva di poter essere. Con lui è stata istinto,
sregolatezza, cuore
nervi muscoli e desiderio. Tutto, tranne freddo calcolo logico. Non le
lascia altra scelta, d’altronde. È
scaltro, agisce
alle spalle, l’attacca da un’angolazione
improvvisa: la
prende sempre da lì, dalla nuca,
come sta facendo adesso, baciandole il collo morbido e
stuzzicante.
Hermione sapeva e sa difendersi da ogni tipo di insidia, che arrivi da
qualsiasi parte. Davanti, di sotto, di sopra, di striscio, di taglio,
al cuore,
alle ginocchia, alla gola. Ha affrontato di tutto in guerra ed anche
dopo, se è ancora viva un motivo ci sarà.
Ma la nuca, quella è indifendibile. Quel rettangolo bianco
su cui si colloca
armonioso il rombo squadrato dell’attaccatura dei capelli,
che poi scende per
unirsi al trapezio delle spalle, ai triangoli delle scapole,
lì non è riuscita
a proteggersi adeguatamente.
Perché è questo, il problema. Lei parla di
quadrati, triangoli, rette, angoli,
la bacchetta rigida, il cappello a tesa larga, i pantaloni gessati, le
matite
temperate.
Lui vive di curve, spirali, ghirigori, volute, cerchi, sfere, il
vestito
svolazzante, il mantello gettato in terra, lenzuola scomposte, acqua
che
scorre, vento sferzante, rombo di tuono.
Come, come può difendersi? Come ci si difende dallo spiffero
di
tramontana che trapana anche la sciarpa più spessa? Come
proteggersi da un
respiro lieve, da una carezza di seta proprio lì, sulla
nuca? È come impedire
ad un granello di sabbia di infiltrarsi nelle scarpe dopo una lunga
camminata
in spiaggia. Pura utopia.
È dalla nuca che lui la prende, prima che lei possa anche
solo pensare di
voltarsi e fronteggiarlo. Le artiglia la collottola come se
fosse un gatto
e la obbliga a mollare la presa, a districare gli artigli dalle sue
certezze di ferro. È stato lui a farle capire che non serve
trincerarsi dentro
una realtà di procedure standard nè affidarsi ai
pregiudizi, che bisogna solo
scostare le tende per lasciar trapelare la luce dell'imprevisto e
dell'emozione
in ognuno di noi.
Ogni dito che la stringe possessivamente in una morsa quasi dolorosa,
quella
mano che accoglie al suo interno il suo collo come se fosse il
gambo di un
flûte, delicato ma da reggere saldamente, le hanno impresso
dentro un marchio
più invasivo di quello che lui si porta sul braccio, come un
ferro
incandescente che le ha lasciato una cicatrice impossibile da
cancellare.
Mia, mia per sempre. Solo mia, di nessun’altro.
Per la nuca l’ha sempre afferrata, strattonata, sballottolata
a suo piacimento, sulla
sua nuca ha costruito strade ferrovie e ponti dove far transitare
qualsiasi
emozione provasse.
Dolcezza. Un bacio delicato a labbra aperte, molle e umido,
così intenso da
farla quasi singhiozzare, come sta facendo adesso.
Sei meravigliosa…
Passione. Di quella impetuosa, rovente, insaziabile, incontrollabile ma
sempre
paradossalmente pulita e rispettosa, che le annebbia la mente e le
amplifica la
voce.
Urla, fammi sentire, fammi sentire che ti piace…
urla per me…
Timore. Mai espresso a chiare lettere, seppellito tra i suoi
ricci, appena palpabile dietro l’arroganza strafottente
quando
ha anche solo l'impressione di sentirsela sfuggire da sotto
le
dita.
Resterai con me per sempre. Vero?
Amore. Lo pretende e glielo dimostra, sempre a modo suo.
- Hermione, facciamo la nostra bambina.
Lei sente che sta per piangere. Decide di buttarla sullo scherzo.
- Ma non puoi semplicemente farti un'amante, come tutti gli
uomini in
crisi di mezza età?
- Punto primo, mozzati la lingua, di mezza età
chiami
quell'idiota del tuo amico purtroppo sopravvissuto. Punto secondo...
per carità, Merlino me ne scampi e liberi! Tollero a
malapena
te,
dovrei caricarmi un altro fastidio parlante? Tu da sola già
ne
vali venti....
Un calcio negli stinchi lo fa sobbalzare.
- Riserva questa focosità per quello che ti sto
per fare, Granger...
- Draco, no, aspetta - tenta di bloccarlo quando sente le
mani che la
spogliano e che si insinuano da dietro tra le sue gambe. - Per favore,
parliamone...
- È questo il tuo problema. Tu parli parli parli
parli. Sai benissimo
quanto quell'attività mi sia sgradita. Non serve parlare,
non tra noi. Dobbiamo
solo fare. Nel caso specifico dobbiamo solo fare l'amore.
- Ma se non andasse bene... se rovinassimo le cose...
abbiamo due
figli grandi e la differenza d'età tra loro è
già tanta...
- Non mi pare sia stato un intoppo, anzi, Perseus
è stato viziato e
coperto da Scorpius anche troppo.
- Se sorgessero complicazioni, se incrinassimo questo
equilibrio che
abbiamo... Se... Ah!
- Se se se se.... tutti questi se... cambia una vocale.
Adesso devi dirmi solo sì. Dimmi di
sì, Hermione.
- Ma perché? Senti che ti manca qualcosa? Ah! -
dovrebbe dirgli di
smetterla, ma al momento la voce le viene a mancare e deve usarla per
indurlo a
razionalizzare - Ti senti... incom....incomple...
- Granger... non fare la furba.... non addossarmi le tue
insicurezze
nella speranza che cambi idea. Io non mi sento incompleto. Io sono
perfettamente felice. Ma ti ricordi quello che ti dissi? Io sapevo
già come
sarebbero andate le cose. So che dobbiamo avere una bambina. Io la
voglio, con
tutto me stesso. Voglio una tua piccola copia orgogliosa come te,
testarda come
te, piena di altezzosità come te che se ne vada in giro per
casa tutta tronfia
coi libri di scuola a spiegarmi cose che non mi ricordo più.
Voglio di nuovo
divani pieni di manate di marmellata e disegni apparentemente senza
senso da
appendere in ufficio. Voglio crepare di gelosia e litigare per l'orario
del
coprifuoco. Voglio rivederti con quella luce negli occhi che avevi
quando
aspettavamo Perseus. Fidati di me. Andrà tutto bene,
perché è così che
andrà.
Hermione ora piange sul serio, un po' per l'emozione e un po' per il
piacere di
sentirlo dentro di sè, fino in fondo all'anima.
Si è già arresa.
- La... Cooman... sarebbe fiera di.... te....
- Se hai ancora voglia di fare dell'ironia significa che non
mi sto
impegnando a sufficienza.
Le spinte diventano più forti mentre una mano migra davanti
a tormentarla
ulteriormente; Hermione è certa che le si stia lacerando il
cuore, non è
possibile che un muscolo così piccolo riesca a contenere
tutto quell'amore.
- La vuoi?
- Si... - è appena un sussurro.
- Più... più forte...
- Sì! - urla lei, in preda al piacere delirante.
Basta quel sì perchè Draco perda il controllo.
Poche altre spinte e dà vita
alla sua magnifica bambina.
Si schianta sul cuscino e tiene ancora più stretta sua
moglie da dietro.
- Giusto per farti notare che io ho sempre ragione... che
giorno è oggi,
Granger, dimmi un po'.
Hermione non sa nemmeno come si chiama. Ci mette qualche istante a fare
mente
locale.
- Giovedì.
- La data.
- Oggi... oggi è il ventu...
Si gira con gli occhi sgranati e subito dopo scoppia a ridere.
Anche
Draco ride, vittorioso, e seppellisce il viso tra i suoi
capelli.
Adora quel luogo. La sua nuca.
Comincia tutto da lì. Per riuscire a convincerla dev'essere
subdolo e colpirla
da un’angolazione che non si aspetta: quel cilindro di carne
morbida è stato il
terreno di scontro dove lei non ha schierato
l’addestratissimo esercito della
sua logicità e freddezza e proprio in quella valle Draco
ha gioco facile.
Sono anni che ne coglie immediatamente la forma sottile tra la folla,
l’armoniosa curva dell’attaccatura dei capelli che
adesso ha raccolti,
l’incarnato chiaro. La riconosce a colpo d’occhio,
quella sola fra mille. È e
sarà sempre così.
Nelle narici ne avverte l’odore, quel profumo buono di
muschio bianco e latte,
ne assapora la morbidezza sulle labbra e sui polpastrelli.
Che ingenua magnifica creatura che ha sposato. Certo, gli rende un po'
faticoso
piegarla al suo volere, ma ce la fa ancora.
È una illusa, certo. Non c’è posto o
luogo o pensiero o sogno in cui lei possa
nascondersi. Non ha scelta, e non l’avrà mai.
È sua. E può correre quanto
vuole, volare, nuotare, strisciare persino, non avrà mai
scampo. Potrà alzarsi
presto quanto vuole la mattina, ma Draco si alzerà sempre
un’ora prima.
Lei non se ne avvede, tutta presa dai suoi calcoli probabilistici e
dalle sue
teorie su ciò che è giusto e ciò che
non lo è, ma Draco invece lo sa, qual è il
suo difetto più grande, il suo punto debole. Lo sa
perché per primo lo ha colto
e se n’è servito per conquistarla.
Hermione è prevedibile. Prevedibile in un modo che quasi lo
diverte, se non si
dovesse porre il problema di andarla a ripescare ogni volta. Ancora
deve capire
che il nemico si spiazza con l’inaspettato, la mossa
improvvisa, il gioco
giocato random, perché se si agisce secondo un determinato
schema logico
l’avversario farà di tutto per comprenderlo e
anticipare le mosse. Lei con i
suoi dubbi e insicurezze e paure è prevedibile e Draco ha
ormai imparato come
abbattere la barriera.
Ovviamente si guarda bene dallo spiegarglielo.
***
Sei
mesi dopo
Quando
Ginny va ad aprire la porta si trova di fronte un Draco accigliato e
guardingo.
- Fammi
entrare.
- Ma
buonasera anche a
te.
L’uomo
entra di prepotenza e si guarda intorno, sondando l’ambiente
come se
fosse alla ricerca di un pericoloso animale letale nascosto dietro le
sedie.
-
Hermione dov’è?
- Fuori.
- Come
fuori?
Il
soggetto della conversazione si presenta, con un’espressione
palesemente
scocciata.
-
Non ne posso più delle
tue ricognizioni!
Ginny
scoppia a ridere, mentre Harry si avvicina a salutare l’amica.
- Malfoy,
è tutto a
posto, non nascondiamo Chimere nel lavandino, tranquillo.
Per
tutta risposta Draco lo fulmina con lo sguardo ed indica un piatto
decorativo appeso al muro.
- Potter,
fai sparire
quella cosa.
- Malfoy,
è attaccato con
la magia. Non cadrà mai, non succederà niente
alla tua preziosa stellina, te lo
garantisco.
- Considerando
che porti
sfortuna, Potter, tra poco verrà il terremoto.
Perciò o togli immediatamente
quel piatto o te lo faccio evanescere.
Harry,
mormorando tra i denti imprecazioni contro amiche folli che sposano
malati mentali, si appresta ad eseguire, mentre Ginny si avvicina ad
Hermione.
- Eccolo
qui, allora, il
prezioso futuro dell’umanità! Posso
toccare? - sorride, indicando il
pancione.
- Ma
certo.
Continuando
a chiacchierare del più e del meno i quattro rientrano nel
salotto,
salutando gli altri amici presenti.
Lily
e Scorpius, come al solito, stanno dando spettacolo. Lui sta rovistando
in
una scatola di cioccolatini da mezz’ora, ed ogni secondo che
passa è sempre più
infuriato. Lily sembra assolutamente non accorgersene e continua
beatamente a
leggere una rivista di pittura.
- Lily.
Luna. Potter
– sibila infine Scorpius.
- Si?
– alza lo sguardo
dal giornale, preoccupata da quel tono gelido.
- Dov’è
la figurina?
- Quale
figurina?
- La
figurina della
confezione delle Cioccorane. Dov’è?
- Ah
si, l’ho data al
bambino di Megan…
Scorpius
inspira profondamente e sbatte una mano sul tavolo, fissandola come se
gli avesse appena confessato di aver sterminato tutta la sua famiglia.
- E
che cos’era?
- Ma…
ma che ne so… una
figurina!
- Si
ma chi c’era sopra?
Un uomo o una donna, un vecchio, chi? Pensaci Lily!
- Non
lo so, forse un
uomo biondo…
- NO!
– urla Scorpius,
portandosi le mani al viso con uno scatto. – Alesteir Crowley?
- Ma
che ne so, non me ne
intendo di maghi!
- Erano
due mesi che lo
cercavo! Due mesi! Mi mancava quello per finire la collezione! Adesso
tu vai
dalla tua amica e te lo fai ridare!
Lily
è seriamente in pericolo di scoppiare a ridere, ma tenta di
rimanere
seria.
-
Ma non ci penso
minimamente, per una sciocchezza del genere…
-
Eh no! Merlino è una
sciocchezza, Morgana è una sciocchezza, Mary
Poppins
è una sciocchezza
che ne ho cinque! Non Alesteir Crowley, porca miseria!
Lei
si morde a sangue le labbra per non esplodere mentre Scorpius sembra
sul
punto di fare i capricci; Lily stende una mano e gli accarezza il
braccio.
- Domani
ti compro
un’altra scatola…
- No,
non domani, adesso!
Avanti, alzati e vai!
- Ma
sei proprio un
bambino!
-
Adesso! La voglio
adesso adesso adesso adesso!
Lily
ride così forte da dover arretrare con la sedia e Scorpius
sbatte i piedi
a terra, furibondo.
Hermione
e Ginny sghignazzano senza pudore mentre Harry fissa la scena torvo.
- Ginny,
non possiamo
permettere a nostra figlia di stare con un cerebroleso del
genere…
- Attento
a come parli,
Sfregiato!
Hermione
si accascia su una sedia, stremata, e Draco le si siede accanto,
chinandosi subito dopo vicino alla pancia e sussurrando.
- Guarda,
amore, guarda –
dice all’ancora celata occupante, indicando i soggetti col
dito – lo vedi
quello lì? Quello con la faccia da fesso… quello
è Potter, è il nemico!
Purtroppo con lui ci stiamo imparentando, ma che ci vuoi fare, tuo
fratello ha
cercato di salvare il salvabile…
Harry
inizia a inveire in modo molto colorito contro Draco che non se ne cura
minimamente.
- E
quello lì? Lo
vedi? Non ti impressionare, tesoro, lo vedi quello? Quello che sembra
un orango
tango? Quello è Lenticchia, ed è nemico pure lui.
Si, lo so che è bruttissimo,
ma tranquilla, papà non permetterà mai che ti si
avvicini…
Hermione
è abbastanza indecisa se ridere o arrabbiarsi, optando per
una smorfia
storta.
- Quella,
invece, è la
moglie del fesso. È quasi passabile, dopotutto, presa a
piccole dosi…
- Malfoy,
la smetti? –
sbotta Hermione, un po’ seccata.
- Non
eri tu quella che
mi ha rotto le scatole sul fatto che i bambini sentono tutto nella
pancia?
- Si,
ma…
- Bene,
a maggior ragione
mi capirà adesso. E poi l’importante è
che assorba il concetto, così non lo
dimenticherà mai.
- E
quale sarebbe il
concetto? Che sono un fesso? – ringhia Harry.
- Fesso
è
riduttivo, Potter, ma d’altronde è ancora troppo
piccola, non posso andarci giù
pesante.
Nel
tempo che Harry impiega per decidere se tirargli il coltello in mezzo
agli
occhi sia legittimo oppure lasciare la sua nipotina acquisita senza
padre sia
troppo crudele, arrivano Ted e Victoire.
- Ciao,
zia Hermione – si
china il ragazzo, stringendola forte. – Come stai?
- Bene,
grazie tesoro.
- A
proposito – chiede
Vicky, un sorriso smagliante – sapete già
cos'è?
-
Una femmina, è ovvio - sorride Draco.
-
E come si chiamerà?
Draco
ed Hermione si guardano.
Non
c’è stato bisogno di parlarne.
- Summer.
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Note
Bunny era il mio bulldog inglese, ed era assolutamente meraviglioso.
Come tutti i bulldog inglesi. Cucciolottiiii!!! *w*
Il pezzo tra Scorpius e Lily è un remake di uno sketch di
“Love Bugs”, prima
serie.
Qui per informazioni su Alesteir
Crowley, un eccentrico signore che fece molto parlare di sé
negli anni ’20.
Si,
si, lo so che probabilmente ho esagerato col fluff. Il diabete sale
sale sale. Ma ci tenevo ad augurarvi BUONA
ESTATE
in modo
speciale. Grazie a tutte/i!! : )