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Autore: Miss H_    23/06/2012    6 recensioni
Spoiler Mockingjay!!!!
Ho deciso di raccontare ciò che secondo me avviene tra l'ultimo capitolo capitolo di Mockingjay e l'epilogo. Spero vi piaccia, anche se sono sicura che è un obrobrio con la O maiuscola, visto che è solo la mia seconda FF.
Vi prego recensite in ogni caso, sia che vi sia piaciuta che in caso contrario. Accetto qualsiasi critica costruttiva perché nella vita si può sempre migliorare e questo vale anche per la scrittura.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo II ~ Sei contento adesso?


Tutto è iniziato due mesi e mezzo fa in quello stupidissimo bagno. Se quella sera non fossi entrata in quel maledetto bagno, se non avessi trovato quel bigliettino arancione e se soprattutto non fossi caduta così facilmente nella sua trappola, adesso non mi ritroverei china sul gabinetto a vomitare.

Fino a due minuti fa ero sdraiata sul divanetto in veranda insieme a Peeta. Io canticchiavo qualche canzone che mi aveva insegnato mio padre quando ero piccola e lui giocava con i miei capelli come gli piace fare quando siamo sdraiati.

Sento la voce di Peeta che mi chiama e mi chiede se sto bene, ma non posso rispondergli, sono troppo occupata in questo momento. I conati di vomito mi tolgono il respiro. Quando penso che questo momento d’inferno sia finito mi alzo, mi pulisco la bocca e mi lavo i denti. Poi vado in cucina, Peeta mi sta aspettando seduto su una sedia. Si alza, scosta un’altra sedia dal tavolo e con gentilezza mi aiuta a mettermi a sedere. Mi guarda senza dire niente, è preoccupato glielo si può leggere in volto, così cerco di rassicurarlo dicendo- Non è niente, stai tranquillo, è solo un’indigestione. – Per tutta risposta mi dice – Ti preparo un tè alla menta, forse ti ha fatto male qualcosa che era nel cibo. Devo stare più attento a cosa preparo. –

- Non dirlo nemmeno per scherzo, sei un’ ottimo cuoco non devi preoccuparti per me, può capitare un’indigestione ogni tanto.- Cerco di tranquillizzarlo e sembra funzionare.

Ma la nausea non passa, anzi aumenta minuto dopo minuto.

Mi alzo e dico a Peeta che una boccata d’aria mi farà stare meglio. Ritorniamo a sederci sul divanetto, ma stavolta invece di canticchiare, rimango in silenzio e rifletto su ciò che sta accadendo. Peeta, ha preso una coperta e me l’ha messa sulle spalle, è metà ottobre e fuori inizia a fare leggermente più freddo di quando era estate, ma al tramonto c’è ancora quell’aria tiepida a cullarci. Ci abbracciamo forte e lui mi sussurra in un orecchio – Ora mi prenderò curo io di te, finché non ti ristabilirai -. Gli stampo un lieve bacio sulla guancia per ringraziarlo e poi torno a concentrarmi sulla mia situazione. 

Lui rimane abbracciato a me come se volesse proteggermi da ogni male.

Mi sento tutto lo stomaco in subbuglio come se all’interno della mia pancia ci fosse un party. Come se ci fosse qualcuno.

Qualcuno. Oh, no. Ho capito cosa sta succedendo dentro di me.

Mi alzo di scatto dal divanetto tanto che Peeta si spaventa. Mi dice – Che c’è? Cosa hai visto? Katniss che ti succede? Stai di nuovo male? –

Sì, vorrei rispondergli ma non posso. Un’ altra fitta, più forte di prima e schizzo in bagno per non essere vittima dei conati davanti a lui.

Dopo un po’ mi alzo dalla mia posizione rannicchiata e corro in camera. In quella maledetta camera da letto. Apro l’anta dell’armadio dove c’è lo specchio e inizio a guardare il mio riflesso. Mi guardo da più posizioni, giro e rigiro davanti allo specchio. Se qualcuno dovesse sbirciare dalla finestra sicuramente penserebbe: “Povera ragazza, ora che non è più al centro dell’attenzione di Panem, si sente inutile e l’unico modo per provare un po’ di soddisfazione è di piroettare davanti allo specchio”.  In realtà non mi manca affatto l’attenzione di Panem, né delle sue telecamere che dopo i primi Giochi a cui ho partecipato hanno reso la vita un inferno. Continuo a piroettare finché ad un tratto mi fermo di profilo e mi osservo. La mia pancia è più gonfia di tre mesi fa. Non posso essere ingrassata in questo piccolo arco di tempo!

Mi giro di nuovo e fisso con attenzione la mia immagine riflessa per intero sullo specchio. Mi tocco la pancia, l’accarezzo dolcemente e dopo qualche minuto di tempo capisco che i miei dubbi sono fondati su una base di verità.

Sono incinta.

Questa volta non è uno scherzo, non è un piano per sabotare gli Hunger Games.

Nella mia pancia c’è davvero il figlio di mio marito.

Il figlio di Peeta Mellark.

La cosa mi sconvolge, non riesco a crederci. Tutti e due i miei divieti sono crollati nel giro di pochi anni. Peeta è riuscito a convincermi, sembra impossibile eppure è la pura verità.

Io non volevo avere figli, come è possibile che invece stia accadendo la cosa opposta?

Questa cosa mi manda fuori di testa. Sto impazzendo.

Mi cedono le gambe, cado a terra. Mi rannicchio accanto allo specchio, mi abbraccio le ginocchia con le mani. Dalla mia bocca escono suoni strozzati. Inizio a singhiozzare, poi il mio corpo diventa tutto un tremito e scoppio a piangere. Inizio ad urlare e mi tappo gli orecchi come se ci fosse un rumore assordante che mi perfora i timpani anche se so che l’unico rumore che sento è il mio urlo disperato.

Allontano le mani dalle orecchie e stringo in una morsa d’acciaio il mio ventre.

 Ho una crisi isterica. Rimango in quella posizione finché sento il contatto di una mano delicata che sta sciogliendo la morsa d’acciaio. E’ Peeta.

Con molta calma e tranquillità inizia a consolarmi. Mi sussurra delle parole dolci nell’orecchio come – Stai tranquilla amore, ci sono qua io.-  Oppure – Smettila di stringerti così forte la pancia, se ti fa male te la massaggio io. Non aver paura, non c’è niente che ti può far del male perché ci sono io a proteggerti.- Mi sembra di essere tornata bambina quando mio padre mi consolava appena succedeva qualcosa che mi disturbava e mi faceva disperare. Peeta mi prende le mani, poi mi accarezza il volto e con le dita mi asciuga le lacrime. Mi aiuta ad alzarmi ed infine mi abbraccia. Appena mi sento al sicuro fra le sue braccia la mia isteria svanisce. Rimaniamo abbracciati per non so quanto tempo. Per una volta vorrei essere io a dire di voler fermare il tempo e rimanere così per sempre, e invece Peeta scioglie l’abbraccio ma non lascia la mia mano destra. Con un tono dolce dice – Katniss ti ho sentita urlare, sembravi in preda ad uno dei tuoi soliti incubi. Cosa ti tormenta?- Poi continua – Amore perché stai così male? Mi sto seriamente preoccupando, se vuoi chiamo un medico.- - No, non c’è bisogno di un medico. So già cosa mi direbbe. Non ci vuole molto a capirlo.- Rispondo con la voce che trema. Sospiro. Devo trovare il coraggio di dirgli cosa mi tormenta. Lui ha tutto il diritto di saperlo, è il padre del bambino.

Non so di preciso dove riesca a trovare la forza per dirglielo, ma alla fine glielo dico. Mi faccio coraggio e inizio – Ti ricordi quando la sera del nostro anniversario hai scritto quel bigliettino arancione in cui mi dicevi di essere la tua Ghiandaia Imitatrice per una volta? Beh, quella sera ho ascoltato il tuo desiderio e non ho preso la pillola. Sai cosa vuol dire questo?- Peeta apre leggermente la bocca, ma io non gli lascio il tempo per formulare la risposta e continuo imperterrita – Vuol dire che ci sei riuscito. Sei riuscito nel tuo intento.- Aspetto trenta secondi poi dico – Sono incinta. Aspetto un bambino e ovviamente sei tu il padre. Sei contento adesso?-

La mia ultima domanda sembra quasi un’accusa. Quella frase è carica di veleno, ma in effetti è quello che volevo. E’ colpa sua, è tutta colpa sua. Perché ha voluto insistere tanto? Sapeva che non ero d’accordo. Mi ha fatto passare una bellissima giornata, la sera è stata stupenda e poi? Mi ha fatto questo regalo indesiderato:un figlio. Un autentico sorriso si dipinge sul volto di Peeta, ma solo per un attimo perché appena vede la mia espressione diventa serio. Con voce cupa dice – Io sono contento solo se lo sei anche tu. Non credevo di farti un torto, insomma mi sono lasciato trasportare dal momento e poi sai bene quanto io desideri avere dei figli. Ora però mi sento in colpa perché sono sicuro di averti fatto un torto. – Il suo volto dolce e perfetto assume un’espressione di dolore. Vedo che ciò che gli ho detto lo fa soffrire. Non che lui sia scontento di avere un figlio, ma il modo in cui l’ho trattato è stato orribile. Non se lo aspettava, è ovvio. Cerco di rimediare. Lo abbraccio, ma lui è insicuro, non sa se ricambiare oppure no. Non sa più cosa aspettarsi da me, ma alla fine mi abbraccia anche lui. Mi avvicino al suo orecchio con la bocca e gli sussurro con la voce più allegra che posso trovare – Ormai il danno è fatto. Non puoi più ritirarti Peeta Mellark, diventerai padre. –

Peeta si allontana leggermente da me e mi guarda ancora incerto. Prendo la sua mano destra e la appoggio sul mio ventre in corrispondenza di dove si trova nostro figlio.

Lui mi sorride e mi dice – Allora, avverto tutti della grande notizia! – Lo guardo un po’ contrariata e allora le sue morbide labbra si uniscono alle mie in un bacio passionale.

Infine si stacca da me con delicatezza e con fare allegro dice – Il telefono sarà occupato per un po’, intanto tu mettiti comoda sul letto o sul divano del soggiorno e quando avrò finito il giro delle telefonate mi prenderò cura io di te.- Mi da un bacio sulla guancia e poi si dirige verso il telefono. Penso proprio che mi farò un riposino, dopo tutto oggi è stata una giornata stressante e sconvolgente. Sono un po’ spossata ma anche felice perché ho subito trovato il coraggio di dire a Peeta la verità senza farmi troppi problemi. Mi sento sollevata perché so che non ce l’avrei mai fatta a sopravvivere ad una cosa simile senza dirglielo. So per certo che il mio ragazzo del pane non mi abbandonerà, ma mi starà accanto e si prenderà cura di me, anzi dovrei dire di noi, visto che nella mia pancia c’è suo figlio. 



Angolo della scrittrice: 

Grazie a coloro che hanno letto il primo capitolo, che hanno messo la mia FF tra le storie preferite o tra le storie seguite. Mi raccomando esprimete la vostra opinione, anche se è negativa. :) Accetto senza problemi le critiche costruttive, perchè l'importante e migliorare sempre. :D 
Spero che vi sia piaciuta. 
Un bacio,
Miss Hutcherson. 



  
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