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Autore: telesette    25/06/2012    0 recensioni
Zaffiro, principe di Nemesis e fratello di Diamond.
Pezzite, la più grande delle quattro Sorelle Persecutrici.
Due vite, un destino comune, e una storia ricca di sentimento...
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda serie
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I due rimasero stretti l'uno all'altra, senza neppure sapere per quanto.
Pezzite non capiva il perché di quella sensazione, era la prima volta che il suo cuore batteva così forte per qualcuno, eppure era tutto così intenso e piacevole: le labbra di Zaffiro, le sue mani, il suo profumo...
Solo quando si rese conto di ciò che stava realmente facendo, spaventata al pensiero delle conseguenze di un simile gesto, smise immediatamente di baciarlo e si allontanò da lui con gli occhi sbarrati dal terrore.

- Pezzite - esclamò Zaffiro, stupito della sua improvvisa reazione. - Che ti succede?

Per tutta risposta, Pezzite gli voltò le spalle imbarazzata, chinando il capo dolorosamente. Subito Zaffiro provò a sfiorarle la spalla ma, sottraendosi a lui ancora una volta, Pezzite allontanò la sua mano e si mantenne rigorosamente a debita distanza.
Zaffiro era il fratello del principe Diamond, uno dei membri più importanti della Famiglia Nera, di conseguenza era impossibile per lei farsi pericolose illusioni. Anche se non aveva dubbi circa la sincerità dei suoi sentimenti, Pezzite non osava nemmeno sperare di poter ambire al suo amore.
Nel vederla così sconvolta, Zaffiro comprese.
Evidentemente aveva sbagliato nel manifestare così apertamente il suo interesse per lei: vista la loro differenza sociale, forse Pezzite aveva frainteso le sue intenzioni; forse pensava che lui si aspettasse qualcosa in cambio da lei, oltre alla semplice gratitudine, per questo si sentì terribilmente in colpa nei suoi confronti.

- Pezzite, io... - cominciò. - Non pensare male di me, ti prego!

Pezzite si voltò a guardarlo, con un'espressione insolitamente triste per lei, tuttavia non aveva pensato male di lui neppure per un momento. Lo conosceva troppo bene, sapeva quanto fosse nobile e generoso, ma non poteva ugualmente accettare le sue attenzioni.

- Non siete voi a dovervi scusare, signore - rispose Pezzite, chinando il capo con rispetto. - Il fatto è che io sono un soldato,solo un umile soldato, un soldato agli ordini di vostro fratello Diamond e... 
- Ma che stai dicendo ?!? - esclamò Zaffiro, quasi con rabbia. - Ci conosciamo fin da bambini, siamo anche cresciuti insieme per un periodo... Come puoi pensare che tra noi sia cambiato qualcosa?

Pezzite non sapeva assolutamente cosa rispondere.
Non aveva neppure il coraggio di alzare la testa per incrociare il suo sguardo, tuttavia Zaffiro non intendeva certo chiudere la questione senza mettere le cose in chiaro una volta per tutte.

- Pezzite, guardami - esclamò lui severo, annullando la distanza per cingerle le spalle. - Lo so che questi anni sono stati molto duri, soprattutto per te, ma da parte mia non è mai cambiato niente te lo assicuro!
- Eravamo bambini, è vero - annuì lei debolmente. - Ma quel tempo è lontano: oggi voi siete un principe di Nemesis, mentre io non sono niente...
- Basta adesso, smettila!

Ora Zaffiro sembrava veramente arrabbiato.
Malgrado gli obblighi e i doveri sociali, niente poteva cancellare il suo affetto per Pezzite. In quanto principe, Zaffiro aveva degli obblighi di lealtà e rispetto, soprattutto verso suo fratello maggiore Diamond, ma nessuna legge gli imponeva di "rinnegare" i sentimenti che lo legavano alla fanciulla che aveva davanti. Pezzite gli era cara come poche altre persone, perciò non era assolutamente disposto ad ascoltare altre sciocchezze sulla differenza del loro status sociale.

- Non dire mai più una cosa del genere - esclamò Zaffiro categorico. - E smettila di chiamarmi "principe", chiamami come hai sempre fatto... Tra di noi c'era un patto e io non ho alcuna intenzione di infrangerlo!

***

Circa dieci anni addietro...

Da quando quell'insopportabile Saggio si era assunto il compito di educare ed istruire Diamond, Zaffiro aveva sempre meno occasioni di vederlo e di stare con lui. Pezzite invece, insieme alle sue sorelle più piccole, si era imposta di non soccombere mai e per alcun motivo alla prepotenza e al disprezzo degli altri.
Se Zaffiro si sentiva triste e solo, l'infanzia di Pezzite non era certo rose e fiori.
Agli occhi di tutti, lei e le sue sorelle erano solo delle misere orfane tuttavia, nonostante lei stessa fosse ancora poco più che una bambina, non si era mai rassegnata e aveva sempre trovato dentro di sé la forza per reagire alle difficoltà. Anche quando veniva accusata ingiustamente, perfino picchiata a volte, aveva sempre il coraggio di alzare la testa e rispondere a tono. Fu lei a prendersi cura di Calaverite e delle altre, finché queste non furono sufficientemente in grado di badare a sé stesse, e sempre lei insegnò alle sorelle come combattere per sopravvivere.
Il giorno che la conobbe, Zaffiro vide nel suo sguardo una luce molto simile a quella di suo fratello maggiore. I suoi occhi erano duri e determinati, ma l'espressione del suo volto tradiva indiscutibilmente la chiara bontà del suo animo. Nonostante la diffidenza iniziale, Pezzite rimase profondamente colpita dalla generosità di quel bambino dai grandi occhi blu. Zaffiro si dimostrò cortese e solidale con lei fin dall'inizio: fin dal giorno in cui, dopo essere stata duramente picchiata perché accusata di un furto che non aveva commesso, il giovane fu l'unico a credere alla sua innocenza e a prendersi cura delle sue ferite.
I due giovani crebbero insieme, in virtù di un'amicizia sincera e reciproca, e più avanti fecero un patto che li avrebbe uniti per la vita. Più o meno fu verso i tredici anni che Pezzite espresse il suo desiderio di entrare a far parte dell'esercito della Luna Nera...

- Allora hai proprio deciso, vero Pezzite? - domandò Zaffiro.
- Solo diventando soldati di Nemesis, io e le mie sorelle possiamo sperare di poter cambiare la nostra vita - spiegò Pezzite, stringendo il pugno davanti a sé. - Solo così la gente smetterà di maltrattarci, e ci guarderà finalmente con rispetto!
- Ma le tue sorelle non sono ancora un po' troppo piccole?
- Dovranno sbrigarsi a crescere, allora - tagliò corto Pezzite. - Se vogliono sopravvivere in questo mondo, devono imparare ad arrangiarsi da sole, altrimenti non riusciranno mai a cavarsela in futuro!

Zaffiro sorrise.

- Lo sai, anche mio fratello mi ha detto una cosa simile una volta!
- E con questo?
- E' semplice: anche se a volte si mostra severo con me, in realtà so che Diamond mi vuole bene... Anche tu vuoi molto bene alle tue sorelle, ne sono sicuro!
- Non essere sciocco - esclamò Pezzite. - Per me sono solo tre palle al piede, certe volte non le sopporto proprio, non vedo come potrei essere affezionata a loro!

Per poco Zaffiro non scoppiò a ridere.
Ormai conosceva troppo bene Pezzite, per non essere in grado di riconoscere la verità e la bugia nelle sue parole. Lei era fatta così: non era tipo da manifestare apertamente i propri sentimenti e tuttavia non era capace di nascondere i suoi veri pensieri; anche mostrandosi più dura e determinata del solito, i suoi occhi tradivano sempre come era fatta realmente... perciò Zaffiro non aveva dubbi su ciò che la univa alle sue sorelle.
D'istinto il giovane sollevò la mano aperta e gliela porse con un gesto amichevole. Pezzite parve sorpresa e, dopo averlo osservato per un istante, provò a chiedergli il perché.

- Perché non sei sola, Pezzite - fu la risposta. - Io ti sarò sempre vicino, ogni volta che avrai bisogno di aiuto, e potrai sempre contare su di me!
- Zaffiro...
- Fidati di me - aggiunse lui, stringendo la mano dell'amica tra le sue. - Te lo prometto!

***

Anche se erano passati alcuni anni, Zaffiro attribuiva a quella promessa lo stesso valore di allora.
Pezzite sembrava commossa e, non sapendo bene che cosa dire, rimase in silenzio a guardare l'espressione seria sul volto dell'altro. Gli occhi di Zaffiro brillavano luminosi, proprio come quelli del bambino che aveva conosciuto, ed erano l'immagine stessa della sincerità.

- Te lo avevo promesso - ripeté Zaffiro, distendendo il volto in un'espressione molto più serena e rilassata.
- Sì, me lo ricordo - fece Pezzite con un filo di voce. - E' solo che...

In quel momento però, sentendo bussare all'improvviso contro la porta, Zaffiro si portò l'indice alle labbra invitandola a fare silenzio. Pezzite tacque ma, incapace di spiegarsene il motivo, avvertì come uno strano presentimento.

 

( continua )

   
 
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