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Autore: Kiarachu    26/06/2012    4 recensioni
AU: e se Megamind, Minion e Wayne fossero fuggiti dai loro pianeti, per trovarsi a Londra nell'epoca Vittoriana?
Genere: Azione, Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Dopo aver dormito per qualche ora, Eiyuu richiamò a sé le sonde sparse per Londra e dintorni.
Per fare in modo di non essere viste, e lavorare anche in pieno giorno, potevano rendersi invisibili a piacimento.
Inoltre erano auto-riparanti, ed erano dotate di un’AI che imparava.
 
Erano state mandate sulla Terra in vari luoghi e paesi, usando delle astronavi di forma compatta che si sarebbero degradate velocemente, per non lasciare tracce.
I piccoli robot erano designati in modo tale da cercare automaticamente una fonte di DNA da collegare all’AI, di creature intelligenti e adatte allo scopo di ricerca.
Erano inoltre dotate di pannelli solari per la ricarica, poiché a quel tempo non c’era altro mezzo per riguadagnare l’energia perduta.
 
Sul pianeta Terra la scelta era ricaduta su cani randagi, che lavoravano in branco ed avevano un intuito di ricerca adatto ai cyborg.
Tutte le sonde comunicavano via radio, e quando un gruppo aveva trovato un luogo adatto dove il principe poteva andare, il capo del gruppo aveva inviato un segnale radio alle altre sonde per richiamarle a Londra.
 
Eiyuu e Meen-yawn aspettarono che le sonde ritornassero, e sapevano che dovevano essere, circa, un centinaio.
Il piccolo genio pensò che potessero essere molto utili per investigare e decise di riprogrammarli per quello scopo.
 
Nell’astronave aveva anche la tecnologia per ripararle e costruirne delle altre, ed era curioso di vedere come erano fatte, perché per tutto il tempo del suo viaggio erano rimaste invisibili, e quindi non aveva idea del loro aspetto.
 
“Meen-yawn! Prepara il programma per riconfigurare le sonde, vorrei utilizzarle per le mie future investigazioni”, Eiyuu chiese al suo acquatico amico.
 
Il pescioide sorrise, e fu d’accordo con l’idea del suo amico. “Ma certamente, Signore! È una buonissima idea! Lo sa che ne può costruire altre, di sonde, vero? E può anche riparare quelle che sono già qui”, lui spiegò, indicando altre attrezzature nella stanza del computer.
 
Il piccolo alieno blu annuì, e disse, “Sì, lo so, caro amico. E sono estremamente curioso di vedere come son fatte queste sonde, siccome hanno sempre usato l’invisibilità quando guardavamo i filmati.”
 
Meen-yawn annuì, e preparò il computer col programma apposito, collegando l’antenna radio per trasmettere i nuovi dati alle sonde.
Dopo un po’ di tempo, le sonde arrivarono, ed Eiyuu aprì il portellone della navicella per farle entrare.
 
Una volta dentro, ordinò loro di togliere l’invisibilità e rimase un pochino shockato dal loro aspetto, ma in qualche maniera gli piaceva.
Avevano una cupola di materiale vetroso, con raggi di plasma blu o rossi che partivano dal cuore d’energia situato nel centro della stessa.
 
Il principe sapeva che il cuore di DNA era situato sotto quella palla energetica, e questo gli diede un’idea di come rinominare quelle sonde.
Davanti alla cupola avevano un “occhio” flessibile, con una telecamera/fotocamera all’interno, che serviva per registrare o prendere foto delle varie cose che succedevano, e trasmettere i dati al computer dell’astronave.
 
Avevano una “bocca” che assomigliava ad una trappola da orsi, ed Eiyuu pensò che servisse loro per difendersi o altro.
Sotto la cupola avevano un sistema d propulsione per farli levitare in aria, e delle “braccia” metalliche molto semplici, fatte con tubi e barre d’acciaio, unite da bulloni, e mani ad artiglio.
 
Eiyuu sorrise alle sonde, che lo stavano guardando con il singolo “occhio”, e cominciò il suo discorso: “Finalmente vi vedo! Prima di tutto, devo annunciarvi che avete svolto un ottimo lavoro, e che son molto contento dei dati che avete trasmesso. Son stato contento di constatare che il vostro programma d’autoriparazione ha funzionato bene e che in questi dieci anni siate sopravvissuti tutti.”
 
“Adesso vi trasmetterò ulteriori dati e modificherò un attimo il programma in funzione del lavoro che vorrei fare qui a Londra. Vorrei divenire un detective, e mi servono dei mezzi per raccogliere informazioni velocemente ed in sicurezza, ed ho pensato che voi siate perfetti.”
 
“Adesso v’installerò un programma nuovo, ed intanto scaricherò gli ultimi dati raccolti. Poi farò una diagnosi su tutti voi, ed infine riparerò quelli di voi che ne hanno bisogno. Ora mettetevi qui, che comincio ad aggiornarvi e fare tutti i controlli del caso. Ah…e ho deciso di chiamarvi robocervelli. Il programma che sto per creare e scaricare in voi genererà dei nomi per tutti voi, a seconda della vostra specializzazione, dai dati che raccoglierò da voi adesso”, l’alieno blu finì, indicando una piattaforma rialzata con una base metallica.
 
I robocervelli annuirono facendo bowg e svolazzarono sulla piattaforma.
Eiyuu pigiò un pulsante, ed una cupola di energia si formò sopra di essi: serviva per ricaricarli e come collegamento con l’antenna radio.
 
Il principe del pianeta blu cominciò a digitare febbrilmente sulla tastiera del computer le linee del programma, ed intanto, con un’altra applicazione, controllava lo stato di salute dei cyborg.
Meen-yawn lo guardava stupito, ancora una volta. Durante il viaggio aveva avuto modo di vedere la capacità del suo protetto di scrivere programmi per il PC, ma rimaneva sempre stupefatto dalla sua velocità.
 
Dopo appena dieci minuti il piccolo genio aveva finito di scrivere l’intero programma, e stava facendo un test di simulazione, incrociato coi dati raccolti dai robocervelli, per vedere se c’erano bug o difetti.
Ne trovò un paio, e li aggiustò velocemente, rifacendo poi il test.
Quando ebbe implementato bene il programma, cominciò a scaricarlo nelle AI dei piccoli robot, ed aspettò.
 
Mentre il programma veniva incorporato, lui e Meen-yawn guardarono gli ultimi dati raccolti e videro che il momento migliore per uscire dal parco era proprio la sera, molto tardi, perché era estate e le coppie andavano lì a passeggiare anche la sera.
L’attesa era lunga, così l’alieno settò un allarme sul computer per quando finiva lo scaricamento dei dati.
 
“Meen-yawn, se vuoi puoi dormire ancora un po’, lo farò anch’io. L’aggiornamento è lungo ed ho messo una sveglia”, Eiyuu disse, mettendosi comodo sulla grande sedia di pelle con ruote che stava di fronte al PC.
 
Il pescioide annuì, perché sapeva anche lui che era una faccenda lunga, e si ritirò nella sua tenuta robotica, schiacciando un pulsante che fece emergere un castello nella cupola vetrosa, per poi riturarsi nel “petto” della tenuta.
Il piccolo alieno si accomodò ancora un po’ e poi si addormentò sulla sedia.
Non era la prima volta che preferiva dormire lì, invece che nel suo letto, e così dormì sonoramente fino a che la sveglia suonò.
 
Siccome era quasi ora di pranzo lasciò i robocervelli a caricarsi sotto la cupola d’energia ed Eiyuu e Meen-yawn mangiarono ancora delle scorte disidratate.
Una volta che i robocervelli furono ricaricati, l’alieno blu guardò quali di essi avevano bisogno di manutenzione, e cominciò a ripararli, rimandando gli altri a pattugliare le vie di Londra, per testare il suo nuovo programma.
 
Passò tutto il pomeriggio e la sera ad aggiustare i cyborg, tenendone alcuni nell’astronave, ed altri mandandoli all’esterno.
Quando venne ora di cena, i due alieni mangiarono altre scorte, ed Eiyuu controllò i robocervelli che aveva spedito a guardare la casa di Lord e Lady Scott, vedendo che il principe Enywa era già arrivato lì, riuscendo ad ingannare i due nobili.
 
Aveva dato precise istruzioni a quei robocervelli, perché sapeva dei poteri del Kinseiano, e non voleva che i piccoli cyborg fossero distrutti.
I due nobili si rivolsero a lui col nome di Wayne, ed Eiyuu si stupì della somiglianza col vero nome del principe.
 
Il piccolo genio si chiese se Enywa avrebbe dato sfoggio dei suoi poteri, ma poi pensò che probabilmente non lo avrebbe fatto, o la sua facciata sarebbe caduta come un castello di carte.
Pensò di sfruttare quest’informazione per il futuro, anche se si sentiva parzialmente in colpa, ma era in ogni caso a fin di bene.
 
Lasciò a sorvegliare Enywa solo uno dei quattro robocervelli, e mandò gli altri in giro per Londra.
I due Aoseiani aspettarono che il parco fosse vuoto, e poi scesero dall’astronave, uscirono dal gran giardino, e fecero un giro per Londra, evitando le zone troppo illuminate.
 
Fortunatamente, a quell’ora, non c’era in giro nessuno, ed andarono verso una zona dove sapevano esserci edifici vuoti, pensando di sistemarsi lì.
Eiyuu aveva visto dei magazzini con grandi spazi dove nascondere anche l’astronave, e stava cercandone uno adatto.
 
La sua idea era quella di trovarne uno, mettere i robocervelli a guardia, e poi la sera dopo, arrivare lì con l’astronave, parcheggiarla, e cominciare il lavoro di “ristrutturazione”, usando le tecnologie nella navicella.
 
Guardarono vari magazzini, ma avevano vari problemi: o poco spazio, o erano già occupati da criminali.
 
“Non va bene, Meen-yawn! Di questo passo ci metteremo una vita a trovarne uno adatto! So che non è giusto occupare un edificio che non è nostro, ma non è che abbiamo molte alternative, vero, amico mio?” il piccolo alieno blu chiese con fare supplichevole al pescioide.
 
Il pesce alieno annuì, capendo perfettamente. Nemmeno a lui piaceva quello che stavano per fare, ma era vero che non avevano molta scelta.
 
“Ma certamente, Signore! E poi potremmo sempre pagarlo, in futuro, quando lei comincerà a fare il detective, non ci ha pensato?” Meen-yawn chiese, con un sorriso speranzoso.
 
Eiyuu annuì, e rispose, “Sì, mio caro amico, ci avevo pensato, adesso continuiamo la ricerca, e stiamo attenti…siamo quasi vicini alla zona della prigione. Dalle registrazioni dei robocervelli che vedemmo di questo quartiere, so che ci sono spesso gruppi di malviventi che girano intorno alla galera. È anche per quello che ho fatto la de-gun.”
 
Il pescioide annuì, con un viso preoccupato, e si addentrarono ancora più in quella zona malfamata.
Ad un certo punto sentirono delle voci canzonatorie, ed una voce autoritaria, ma chiaramente spaventata.
I due alieni si fecero guidare dall’istinto, ed andarono in quella direzione.
 
 
  
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