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Autore: Selis    28/06/2012    8 recensioni
Aveva sentito tante dicerie sul suo conto, ma nessuna riguardante certe tendenze. Non che ci fosse nulla di strano sia chiaro, nel regno erano in molti a preferire i giovani ragazzi alle succubi, ma di certo non si era aspettato che il diavolo avesse alluso proprio a quello.
Genere: Avventura, Erotico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Radh'ka aveva molto lavoro da fare prima dell'arrivo di Navayel, doveva preparare tutto l'occorrente per il dopo; il tatuaggio sarebbe stato sicuramente impegnativo e sarebbe durato diverse ore, in quanto il suo potere risiedeva sia nell'inchiostro che nel disegno, ma quello che lo aspettava successivamente era altrettanto difficile, se non di più. Le ferite del demone si stavano richiudendo rapidamente e senza apparenti problemi, grazie anche all'infuso che gli aveva fatto bere poco prima; ma solo quello non sarebbe bastato, ne avrebbe dovuti bere altri per depurare il sangue da tutto quel veleno.

Si poteva quasi considerare un miracolo che il demone fosse sopravvissuto; il veleno presente sulle lame di Vyras era letale, in quanto il sangue stesso che le ricopriva era il veleno. Non era una coincidenza il fatto che il sangue del servitore fosse nero come il carbone, la sua eredità paterna era uno dei motivi per cui lo aveva scelto; per non parlare del suo potere e della sua resistenza.

Uno dei suoi acquisti migliori.

Mescolò per l'ultima volta, con un bastoncino di cristallo, la pozione; il colore era variato poco per volta, mano a mano che le varie sostanze si mescolavano tra loro. Ora era di un rosso cupo, e ribolliva adagio, poco sotto il bordo dell'ampollina. Altre pozioni erano impilate ordinatamente sulla scrivania, ognuna con il suo compito specifico. Radh'ka depositò l'ampollina che aveva in mano affianco alle altre, posizionandola per ultima; i preparativi erano quasi ultimati, ma non poteva portarli a termine prima dell'arrivo del tatuatore. Non doveva essere interrotto per nessuna ragione, e fermare il procedimento a metà era rischioso per entrambi.

Fece bere l'ennesimo infuso a Kreuz, e si sedette sulla comoda poltrona di velluto che si era fatto portare in precedenza, sorseggiando uno dei suoi liquor più pregiati.

Non dovette attendere molto, il leggero bussare tipico dei servitori lo fece voltare verso la porta; quando dette il permesso di entrare, il servitore che aveva incrociato prima nei corridoi si prodigò in un profondo inchino. Radh'ka però non lo degno di uno sguardo, concentrandosi invece sulla figura alle sue spalle; il nuovo venuto possedeva una folta e crespa barba bionda, pochi e radi capelli incorniciavano quel viso all'apparenza vecchio, che però non possedeva gli anni che dimostrava. Gli occhi piccoli erano completamente bianchi, ma questo non significava che il nuovo venuto fosse cieco, tutt'altro. Piccole orecchie a punta svettavano ai lati della testa, rendendolo più simile ad uno gnomo di montagna che ad un demone. Non era vestito con gli abiti sfarzosi che usava indossare il diavolo, ma nemmeno come un demone di basso livello; indossava una semplice tunica di velluto scuro che gli arrivava fino ai piedi, non si poteva scorgere quali vestiti avesse sotto, ma il diavolo non aveva bisogno di controllare per sapere che sotto portava dei semplici pantaloni. Non che la cosa gli sarebbe comunque interessata. Radh'ka congedò il servitore con un gesto rapido della mano, poi si rivolse a Navayel; che si avvicinò a lui senza esitazione, restando però ad una certa distanza.

« In cosa posso esserle utile questa volta? » Domandò senza giri di parole il biondo; non era certo uno stupido, sapeva che la convocazione del diavolo aveva un unico fine. E la cosa gli stava più che bene; odiava i giri di parole e quelli che lo chiamavano senza un motivo preciso.

« Ti ho convocato per farti eseguire una delle tue illusioni su un demone; ma prima di farti vedere il tuo nuovo paziente devo avvertirti. Nulla di quello che accadrà in questa stanza, dovrà uscire da essa. Sono stato abbastanza chiaro? Non vorrei sfigurare il tuo bel faccino. » Domandò minaccioso il diavolo nella sua direzione.

« Come sempre, non mi pare di aver mai spifferato i vostri affari ad altri. Cosa c'è di diverso questa volta? » Chiese indagatore Navayel, puntando i suoi occhi bianchi sul letto che celava il demone alla sua vista.

« Il tuo nuovo paziente è, particolare. Lui non conosce la sua vera natura, e per il momento non desidero che altri ne siano al corrente. Dovrai praticare l'illusione su una zona ben specifica; la parte alta della schiena dovrebbe andare bene.» Rispose freddamente Radh'ka.

« Devo essere a conoscenza di cosa devo nascondere per praticare la mia arte, a meno che lei non voglia un lavoro impreciso e mal fatto. » Continuò il biondo senza scomporsi.

« Molto bene. Spero che il poco veleno che ancora gli circola in corpo, non sia un ostacolo alla buon riuscita del tuo lavoro. »

« Che tipo di veleno? Una droga? » Domandò il tatuatore dando le spalle al diavolo e dirigendosi verso il letto.

« Il veleno di uno dei miei servitori, lo ha ingerito durante una piccola dimostrazione. » Rispose il diavolo, sistemandosi più comodamente sulla poltrona, e versandosi ancora un po' di liquore; senza però levare gli occhi dal biondo nemmeno per un secondo.

Il tatuatore si girò di scatto verso il diavolo. « Il veleno del piccolo spettro? » Chiese stupito.

« Come diavolo a fatto a sopravvivere? » Domandò ancora, non ricevendo però alcuna risposta.

Si avvicinò al letto, e scostò le tende che gli impedivano la vista sul suo occupante; sdraiato di schiena stava un demone dalla corporatura media con degli improbabili capelli verdi, che si diramavano sul cuscino come lunghi ed irregolari steli d'erba. Ad una prima occhiata non sembrava avere segni particolari, ma lui meglio di tutti sapeva che l'apparenza spesso era portatrice di menzogne; nonostante questo, si chiese comunque come avesse fatto quel piccolo demone a sopravvivere al veleno dello spettro.

Girò il demone di schiena ed ebbe un piccolo sussulto; davanti ai suoi occhi aveva la risposta alle sue domande.

« Se posso chiedere, come vi siete procurato questo cucciolo? » Chiese Navayel, girandosi appena verso il diavolo; non riusciva a staccare gli occhi dalla sottile coda nera, che si muoveva appena, tra le candide lenzuola. Era la prima volta che vedeva da vicino una rarità di quel genere, capiva perfettamente il motivo per cui il diavolo voleva tenerla nascosta agli occhi della gente.

« Nel mio lavoro come nel tuo, si possono incontrare diverse creature interessanti, mi è capitato tra le mani per caso; solo dopo ho scoperto la vera portata del mio nuovo acquisto. » Rispose sogghignando Radh'ka.

« Siete stato fortunato a imbattervi in una simile rarità. Molto bene, mi metto subito al lavoro. La parte da celare penso sia ormai ovvia. » Concluse il demone inespressivo, per poi mettersi al lavoro.

Navayel iniziò togliendo al demone la semplice maglia che indossava, ungendogli poi la schiena con una strana sostanza oleosa di un raccapricciante color violetto spento; dalle tasche della tunica prelevò una piccola boccetta contenente una sostanza scura, l'inchiostro.

« Avete qualche preferenza sul disegno? » Chiese il biondo girandosi verso il diavolo.

« Un ragno dalle 8 zampe sulla scapola sinistra, la ragnatela deve essere composta da diversi fili uniti tra di loro, e in essa ai lati del ragno, devono essere imprigionati due occhi. » Rispose pragmatico Radh'ka.

Navayel annui con un gesto secco della testa, e rivolse nuovamente l'attenzione al demone steso sul letto; piccoli e affilati artigli si allungarono sulle sue dita, il diavolo lo vide intingere un'unghia nella boccetta di inchiostro, per poi portarla alla schiena di Kreuz ed iniziare così il lavoro.


*****


Navayel se n'era andato da poco, consigliando al diavolo di far riposare il demone per almeno un giorno, in modo che i pori della sua pelle si chiudessero senza danneggiare il disegno. Era rimasto poco a parlare con Radh'ka a lavoro finito, non era uno che si dilungava in chiacchiere inutili, ma aveva garantito sul suo silenzio riguardo la vera identità del demone; erano sempre stati in buoni affari e il diavolo pagava bene i suoi servigi, quindi non ne avrebbe ricavato alcun profitto tradendolo. Kreuz aveva dormito per tutto il trattamento, che era durato poco più di due ore, e non si era lamentato nemmeno una volta; la cosa non stupì Radh'ka, la sostanza vischiosa che il biondo gli aveva spalmato sulla schiena prima di iniziare il lavoro, serviva non solo per pulire la pelle da eventuali residui di magia, ma anche come anestetico. Stette seduto sulla poltrona per molto tempo, facendosi poi portare la cena da un servitore quando iniziò a sentire un leggero languorino; mangiò con calma, meditando sulla prossima mossa. Navayel aveva svolto bene il suo lavoro, il disegno era perfetto e non emanava alcuna aurea di potere; sembrava un comunissimo tatuaggio. La coda nera ora era perfettamente celata alla vista, come se non fosse mai esistita; solo gli esseri con un immenso potere, e quelli a conoscenza dell'incanto avrebbero potuto vedere dietro all'illusione, e lui era in possesso di entrambi i requisiti.

Ordinò al servitore davanti alla porta di non essere disturbato per nessun motivo, non avrebbe tollerato nemmeno la più piccola delle infrazioni quella volta; nessuno doveva osare interromperlo.


Si alzò dalla poltrona, avvicinandosi al letto dove dormiva il demone; lo spogliò degli ultimi indumenti rimasti, lasciandolo nudo tra le lenzuola. Recuperò la prima delle boccette disposte sulla scrivania, e la versò completamente sopra al demone; facendo dopo pochi minuti la stessa cosa con altre due ampolline. La boccetta successiva conteneva un liquido più denso, con la quale iniziò a disegnare degli strani simboli, prima sul pavimento e successivamente su tutta la parte visibile del corpo del demone, coprendo in parte anche il tatuaggio. L'incantesimo che si apprestava a compiere, non avrebbe influito minimamente sull'effetto illusorio del disegno. Girò il demone di schiena, e ripeté alcuni simboli runici su alcuni dei punti vitali: occhi, gola, cuore.

Poi si spogliò e fece la stessa cosa con se stesso, prelevando però l'ultimo oggetto che gli sarebbe servito per completare l'incantesimo, dalla tunica ai piedi del letto.

Il demone aveva preso a sudare e lamentarsi durante tutto il procedimento, ma non si era svegliato; Radh'ka vedeva la coda del demone muoversi irrequieta tra le lenzuola, percependo il cambiamento di energia nell'aria.

Prese l'ultima ampollina presente sulla scrivania, e la fece bere al demone; poi iniziò a recitare l'incantesimo; una lenta litania riempì l'aria, le parole erano sconosciute a chi non conosceva la lingua arcana, ma l'effetto si manifestò fin da subito.

Il demone aprì gli occhi di scatto, ma non sembrava vedere davvero cosa aveva davanti a se; Radh'ka lo vide portarsi le mani munite di artigli alla gola e iniziare a graffiarsi a sangue, imprecò mentalmente, maledicendosi per non aver pensato prima a quell'eventualità. Si mise a cavalcioni sul demone, prendendogli i polsi e sollevandoglieli sopra alla testa; continuando a recitare l'incantesimo. Kreuz provò a liberarsi, scalciando e facendo forza sulle mani in modo da liberarsi; ma il diavolo ebbe la meglio. Oltre ad essere molto più forte del demone, aveva l'esperienza e la lucidità dalla sua parte; controllare un cucciolo non nel pieno delle sue forze, era un gioco da ragazzi per lui.

Ad un certo punto della litania, avvertì un leggero cambiamento nel comportamento del demone; aveva improvvisamente smesso di dimenarsi ed emetteva degli strani versi, simili a gemiti. La sua temperatura corporea si era alzata ancora, segno che l'incantesimo stava compiendo il suo lavoro; anche l'energia presente nell'aria ebbe un fremito.

La coda, che prima aveva tentato di colpirlo, si arrotolò docile alla sua gamba, arrivando a pochi centimetri dal suo linguine; Radh'ka le dedicò appena uno sguardo compiaciuto, per poi tornare a fissare il demone sotto di lui. Non poteva permettersi distrazioni a quel punto dell'incantesimo, la droga che gli aveva fatto bere poco prima, unita all'incanto stava evidente facendo il suo dovere; mancava poco al compimento. Radh'ka aumentò la presa sui polsi del demone, quando lo sentì cambiare posizione sotto di lui, ricevendo dall'altro un sibilo frustrato e un piccolo gemito; gli occhi del demone erano appannati, era come se una piccola barriera si frapponesse tra lui e la realtà, non riusciva a mettere a fuoco quello che stava succedendo. Si sentiva confuso, percepiva la presenza del diavolo sopra il suo corpo, ma la cosa al posto di disturbarlo e irritarlo gli mandava delle piccole scosse giù per la spina dorsale. Era la stessa sensazione che aveva provato la prima volta, quando gli occhi del diavolo si erano posati sulla sua pelle nuda; non riusciva a comprenderla fino in fondo, la testa gli pulsava in modo fastidioso, e non riusciva a ragionare con la freddezza di sempre. Sentiva solo una sensazione di fondo, una forza invisibile che lo spingeva a volere un contatto più profondo con il corpo che lo sovrastava; non era come quando aveva un'incredibile fame, era una sensazione più calda. E lui non aveva ne la voglia ne la forza di opporsi ad essa; si lasciò guidare dall'istinto, assecondando ogni azione ed ogni gesto docilmente. Non fu però preparato a quello che avvenne poco dopo, il dolore improvviso gli fece spalancare gli occhi; per un solo attimo la vista gli tornò nitida, rendendolo consapevole di quello che stava avvenendo. Il sesso del diavolo era entrato in lui senza alcun preavviso, facendosi spazio tra la sua carne senza alcun riguardo; ringhiò, o almeno provò a farlo, ma quello che ottenne fu solo un lungo ansito contrario. Il diavolo si spinse in lui ancora ed ancora, senza dargli un attimo di tregua; Kreuz si sentiva diviso in due, quella cosa lo stava aprendo senza pietà, e lui era combattuto tra il dolore e il piacere che quell'atto gli stava procurando. Cinse con le gambe i fianchi di Radh'ka, per assecondare meglio le spinte; il diavolo gli aveva liberato i polsi in un momento in cui era stato distratto da altro, e lui ne approfittò per artigliargli la schiena con le unghie, e tracciando lunghi solchi sulla pelle candida. Le braccia di Radh'ka ora poggiavano ai lati della sua testa, facendo leva sul materasso per non cadergli addosso; Kreuz ansimò ancora, più forte, il diavolo aveva toccato un punto dentro di lui che gli aveva fatto annebbiare la vista, più di quanto già non fosse. Morse la spalla al diavolo per trattenere i gemiti; il sangue caldo gli scese in gola e lo inebriò, era la cosa più dolce che avesse mai provato, ma aveva un retrogusto amarognolo, che gli impediva di cedere completamente alla sete di sangue. Lo aveva a mala pena provato e già si sentiva sazio; portò le braccia al collo di Radh'ka e inspirò appieno l'odore del sangue e del sesso. Il senso di benessere e le spinte del diavolo, lo portarono in poco tempo all'orgasmo; non sentì l'altro svuotarsi dentro di lui, ne il piccolo monile che gli circondò la parte alta della coda.

Sprofondò nuovamente nel mondo dei sogni, ignaro che la notte avesse ormai ceduto il posto al giorno da parecchie ore.



L'angolo di Sèlìs:

Allora, allora! Vi è piaciuto il capitolo???

Mi sto chiedendo se dopo questo capitolo debba o meno alzare il Rathing della FF... Uhm.. Voi che dite? Ringrazio la Nel Nel che mi ha corretto il capitolo. <3 Grazie ammoWa!!

E anche tutti quelli che commentano! Mi rendete immensamente felice!!!! >___<

E infondo lo so, anche quelli che leggono e basta sono brave persone.... >__> ahaha xDDD

   
 
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