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Autore: Tecla Sunrise    29/06/2012    3 recensioni
E se i One Direction scoprissero l'esistenza delle fanfiction? Come la prenderebbero?
***
Liam Payne, quella mattina, si era svegliato con un forte mal di testa.
Era sempre stato molto superstizioso e quello non gi parve un buon segno; l’idea che, però, il mal di testa potesse essere una conseguenza della notte turbolenta che aveva passato, non lo sfiorò nemmeno.
[...]
“…Zayn allora sorrise, intenerito: non aveva mai visto Liam così indifeso e gli venne un’immediata voglia di stringerlo tra le sue braccia e cullarlo come un bambino. Cazzo, Zayn, che checca”
Liam, che stava fissando il vuoto da quasi dieci minuti, non poteva credere alle sue orecchie.
Una storia.
Harry aveva trovato una storia.
Su di lui. E Zayn.
Gay.
Liam aveva paura.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Liam Payne, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Segni del Destino

 
3. Questa me la segno!
 

Ellie

Odiavo viaggiare in turistica.
Gli spazi ridotti, i sedili vicinissimi, i bambini urlanti…
Sarei potuta andare avanti a lamentarmi per ore.
Mi prudevano ancora le mani per lo scherzetto che la compagnia aerea ci aveva fatto: biglietti in prima classe, già pagati con largo anticipo, rimborsati per via di una qualunque celebrità che non si poteva permettere un jet e l’aveva occupata tutta.
Non era un comportamento serio, dannazione! La prima classe era una delle cose più fighe che avevamo preteso dai nostri genitori e non potevano portarcela via così!
Certo, ci avevano rimborsato entrambi i biglietti e avevamo recuperato circa tremila sterline, ma non era giusto!
Ah, ma me la sarei segnata a vita! Non avrei mai più volato con la “British Airways”!
Inoltre quelle incompetenti sgallettate delle hostess ci avevano dato due posti ai due estremi dell’aereo, così io e Sarah saremmo dovute stare divise per tante – troppe – ore; e senza sigarette, per giunta.
Se quella era una vacanza, stava iniziando male, non c’erano dubbi.
Guardai il mio biglietto di classe economica – brividino di disgusto obbligatorio – e scoprii con orrore che il mio posto era in mezzo a una vecchietta sin troppo pimpante per i miei gusti e a un businessman depresso che spingeva con inaudita ferocia i mini tastini del suo Blackberry.
“Scusate” dissi, cercando di attirare la loro attenzione “Quello… quello è il mio posto” esalai, sconsolata.
Il businessman non mi degnò di uno sguardo e si alzò per farmi sedere; sospirai ancora, misi il mio bagaglio a mano nello scomparto e mi sedetti.
Sentivo chiaramente lo sguardo indagatore della vecchietta e rabbrividii di nuovo: sapevo cosa mi aspettava per il resto del viaggio e sapevo anche che non mi sarebbe piaciuto affatto.
“Come ti chiami, cara?” chiese subito la nonnetta, sorridendo.
Sbuffai internamente “Ellie”
“Ma che bel nome! Io sono Maurice, Ellie! Ellie che sta per?” continuò gaia la vecchietta, mettendo da parte i ferri e la maglia alla quale stava lavorando.
Ahi.
“Elisabeth” dissi con voce tombale, tirando fuori l’Ipod dalla mia borsa, sperando ardentemente che la signora capisse l’antifona.
“Oh, non ci credo! Come mia figlia! Sai, Elisabeth, lei sta per avere un bambino! Siamo tutti così eccitati, in famiglia: si credeva che fosse sterile – il marito, naturalmente – ma per fortuna non è stato così! Di certo non era un problema della mia bambina, sono pronta a scommettere che avesse tutte le ovaie a posto!”
Ma non si fermava mai a respirare? Per Diana, non volevo certo essere la responsabile della morte della futura nonna Maurice!
Mi immaginai i titoli del giornale del giorno dopo: ‘Anziana donna morta soffocata mentre parlava, giovane ragazza sotto shock portata d’urgenza all’ospedale’.
Oh Dio.
Tentai di trovare supporto dall’altro lato ma l’uomo stava litigando con un’hostess perché si rifiutava di spegnere il telefono.
Di bene in meglio.
“…certo è che Carlos non ha tutte le rotelle a posto, ma che ci vuoi fare, ha origini spagnole! Quando ha sposato la mia bellissima Katherine ero veramente preoccupata, ma alla fine si è rivelato un ottimo marito”
Ma come diavolo c’era arrivata a Carlos? Sarei morta, ne ero certa.

 

***

“In vostro onore, signore, una scala reale” disse Frank, tirando giù le sue carte.
Io e Maurice ci abbandonammo ad esclamazioni di disappunto: sia la mia doppia coppia che il suo full non potevano competere.
“Prego, donzelle: sganciate i biscotti”
“Sei un aguzzino, Frank!” si lamentò Maurice, tirando fuori i biscotti al cioccolato che il personale ci aveva dato poco prima.
“Non ci posso credere, avevi cambiato tre carte! Come hai fatto?” mi lamentai ancora, lanciando stizzita il mio pacchetto.
Frank rise, spensierato “Magia, Ellie. Magia!”
“Oh, ma fammi il piacere!” mi lamentai, raccogliendo le carte: toccava a me darle.
Alla fine non si era rivelato così male il viaggio: quando Maurice aveva finito di raccontarmi vita, morte e miracoli di ogni membro – acquisito o no, non faceva differenza – della sua famiglia e Frank aveva spento il cellulare, mi ero ricordata del mio mazzo di carte da poker  e avevamo dato inizio a un torneo senza esclusione di colpi.
Quei dannati biscotti erano deliziosi, odiavo profondamente Frank in quel momento.
“Ellie?”
Alzai lo sguardo e mi trovai davanti Sarah che, leggermente stravolta, teneva in mano un sacchetto per il vomito.
“Sarah! Dov’eri finita? Maurice, Frank, lei è la mia amica”
Maurice s’illuminò “Oh, Sarah! Sono molto orgogliosa del fatto che tu ti voglia iscrivere ad Oxford! Giornalismo, eh?”
Sarah annuì, completamente spiazzata “oh, ehm… grazie?”
“Non ringraziare me!” cinguettò Maurice, contenta “Ringrazia te stessa!”
“C-certo. Sì, ecco, Ellie?”
“Dimmi”
“Vieni. Ora. Ti devo parlare!”
Sarah aveva gli occhi completamente fuori dalle orbite e mi preoccupai un pochino “Oh, er… certo. Continuate pure voi, vi raggiungo subito!”
Frank sorrise “Non ti preoccupare, abbiamo ancora tempo per giocare e per stracciarti ancora ancora”
“Ah ah ah” risi, sarcastica “Spiritoso. Arrivo!”
Seguii Sarah fino al bagno e, prima che potessi dire qualcosa, mi ci spinse dentro.
“Sarah! Ma che diavolo…?”
“Ellie, sono in crisi” esalò, ormai verde “il signore seduto accanto a me soffre il mal d’aereo e ha già vomitato tre volte e la signora dall’altro lato è una specie di pazza isterica che continua a registrare tutto quello che pensa sul cellulare! Non ce la faccio più!”
“Ok, sta’ calma, respira.”
Sarah mi prese in parola e fece un profondo respiro, guardandomi in attesa.
“Ed espira, dannazione!” esclamai quando mi resi conto che non avrebbe buttato fuori l’aria.
“Mancano solo sei or-…” tentai di tranquillizzarla, ma m’interruppe con voce isterica.
“Solo? SOLO?! Mi prendi in giro?! Ellie, io quelli li ammazzo!”
“Sarah, calmati! Non perdere il controllo! Sei una donna forte e determinata, adesso ti dico cosa farai”
Sarah mi guardò spaesata, con gli occhi spalancati e grandi come due piattini da tazzina “Cosa?”
Alzai le spalle “Adesso vai dalla hostess e, gentilmente, le dici che o ti sposta o fai causa alla compagnia per mancato servizio”
Sarah annuì piano, come una bambina “Ok. Hostess, posto, causa. C’è altro?”
La guardai e fui sul punto di mandarla a cagare, ma mi trattenni: sembrava veramente distrutta.
“No, no. Vai pure, tesoro”
La vidi aprire la porta del bagno e barcollare fino al capannello di hostess.
Sperai non facesse niente di imbarazzante.

 

Liam

 
“No, non ha capito niente! Io vi faccio causa!”
Io e i ragazzi sobbalzammo e ci girammo verso il resto dell’aereo, alla ricerca della fonte di quella litigata.
“Che dite” cominciò Harry, alzandosi dal posto “Andiamo a vedere?”
“Noooo!” li fermai, mettendomi davanti a quei pazzi scatenati “che cos’ha detto Gail, prima di addormentarsi?”
Louis alzò le spalle, facendo il finto tonto “Non so, non ricordo…”
Prima che potessi intervenire, Zayn rispose “Me lo ricordo io: ha detto che nel caso avessimo sentito una ragazza litigare con una hostess saremmo dovuti andare a vedere!”
I quattro risero e si misero in fila, pronti per passare.
“Nooo, Zayn, io ricordo più una cosa sul genere ‘se uscite dalla prima classe e vi fate vedere, vi stacco le palle’
Niall sospirò “Liam, ascolta: non facciamo niente di male! Andiamo solo a dare un’occhiatina, non ci vedrà nessuno e almeno non ci annoieremo a morte”
Scossi la testa “Non credo che…”
“Liam!” esclamò Harry “Non fare il guastafeste, oppure dovrò scrivere su twitter che ami leggere storie inventate su te e Zayn che scopate”
Guardai intensamente Harry, soppesando le mie opzioni “Beh?” chiesi “Che stiamo aspettando?”
Ci catapultammo sino alle tendine che facevano da divisorio tra prima classe ed economica e ci ammucchiammo dietro, pestandoci i piedi a vicenda.
Dopo che Louis e Harry per poco non si scannarono per via di un gomito troppo appuntito, riuscimmo a scostare un lembo che ci permettesse di sbirciare senza essere visti.
Ciò che vidi mi lasciò senza fiato: una ragazza bellissima, chiaramente straniera, stava osservando allibita il litigio tra una bionda e un gruppetto di hostess. Seguii il suo sguardo e notai allora quando anche la bionda non fosse per niente male… anzi, era molto bella anche lei.
Ma, per quanto bella, in quel momento sembrava leggermente isterica.
Vidi che tra il gruppetto di hostess c’era anche quella che aveva avuto l’intrallazzo con Zayn e sembrava anche quella più agguerrita, tanto che fu lei a rispondere.
“Signorina, il suo comportamento non è adeguato. La compagnia ha ripagato i posti in prima classe che avevate prenotato più la penale per non aver dato il necessario preavviso; ci dispiace per l’inconveniente ma…”
Diedi una gomitata complice a Zayn, ma quando mi raggiunse il ringhio soffocato di Niall capii di aver sbagliato mira.
“Scusa”
“Non lo rifare”
“No, certo, io…”
“Liam, zitto! La bionda sta per rispondere”
Lanciai un’occhiataccia a Louis, che era completamente rapito dalla scena, e riportai la mia attenzione al litigio.
“Ma cosa, scusi? Non intendo stare un minuto di più accanto a quella squilibrata e al vomitatore impazzito! Sono pronta a ridare indietro i soldi, ma pretendo il mio posto in prima classe!”
Appena la bionda ebbe pronunciato quelle parole l’altra ragazza, quella bellissima che era rimasta in disparte, sbarrò gli occhi, allucinata, e si avvicinò all’amica in un attimo.
“Sarah, non c’è bisogno di ridare indietro i soldi, ci teniamo i posti che abbiamo…”
“NO! Io ho pagato e voglio il mio posto”
“Sarah” l’occhiata ammonitrice che la rossa lanciò a Sarah mi ricordò sinistramente quelle di Zayn quando qualcuno rubava le sue bibite energetiche “Tesoro… noi vogliamo quei soldi, te lo ricordi?”
“NO!” disse Sarah, imbronciandosi come una bambina.
Mi stette immediatamente simpatica e la compatii: chissà chi gli era capitato come compagno.
Prima che le hostess potessero dire altro, tuttavia, s’alzò una voce dietro di me e disse proprio ciò che avevo temuto sarebbe successo.
“Scusate… potete venire in prima classe, se volete. Lo spazio c’è!”
Dannato Harry e dannati ormoni impazziti che governavano la sua testa.
Gail ci avrebbe uccisi.
 

 

Sarah

 
Non riuscivo a crederci.
Non volevo crederci.
Un attimo prima volevo soltanto ammazzare quell’ochetta di hostess e riprendermi i miei posti in prima classe con ancora le mani sporche del suo sangue e l’attimo dopo uno dei miei idoli mi si parava davanti.
Non era semplicemente possibile.
“Ellie…” sussurrai, allibita “Lo… lo vedi anche tu?”
La sentii sbuffare, ma non la considerai minimamente “Sì, Sarah, lo vedo anche io. È vivo, reale e frocio come me l’ero immaginato”
Sospettai che avesse sussurrato visto che HARRY STYLES – ohssantapacemadrediddio – aveva ancora il suo adorabile sorriso stampato in faccia.
“Ellie… è Harry Styles”
Cielo. Era davvero Harry Styles.
E se c’era lui, doveva anche esserci…
“Sarah, chi sia non m’importa, ma ci sta offrendo un posto in prima classe. Io vado”
Mi sembrò che mi sorpassasse a rallentatore tanto ero frastornata.
Vidi i suoi capelli rossi ondeggiare, vidi il suo dito medio alzarsi davanti alle hostess – così si fa, Ells! – e, soprattutto, la vidi oltrepassare la tendina.
E, dietro, c’era lui.
Liam Payne.
Quel Liam Payne.
Per tutti gli dei, era persino più bello che in fotografia.
Come in un sogno cominciai ad avanzare verso la tendina, come se quel misero pezzo di stoffa fosse l’ultimo ostacolo tra me e la mia vita perfetta.
Mi sbagliavo.
Ce n’era un altro, di ostacolo: il piede infingardo della stronzissima hostess, che mi fece crollare ai piedi del mio idolo come un sacco di patate.
Uno scoordinato sacco di patate.
Uno scoordinato, brutto e sfigato sacco di patate.
La mia vita era finita.
“Stai bene?”
La sua voce.
La stessa voce che l’aveva fatta sognare per mesi, la stessa che lei aveva sognato di poter ascoltare all’infinito.
La voce di Liam Payne.
“Non potrei stare meglio”
 



N/A
Capitolo un po’ più corto ma, come al solito, mi chiudo sadicamente sul più bello!
Adios, mucciaccioss
 
  
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