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Autore: Drake_o    29/06/2012    6 recensioni
Harry avvertì uno strano calore appena notò la mano di Draco, i suoi occhi umidi e la matita nera che colava in righe verticali sul suo viso. Si morse un labbro, trattenendo un sorriso.
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La notte di Halloween succede qualcosa che forza i due ragazzi ad una estrema intimità. Ma non è così facile cambiare le cose da un giorno all'altro. Dopo quella notte Harry comincia ad approfondire il suo sguardo su Draco e scopre molti segreti. Harry trascina anche i suoi amici in questa sua impresa, ma non senza conseguenze.
-*-
La storia inizia il 31 Ottobre del terzo anno di Hogwarts. I Protagonisti hanno 13/14 anni.
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(Sul mio profilo c'è una nota esplicativa sul tema di questa storia.
L' Omorashi)
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Autore: Drake_o
Beta: Boann
Genere: Avventura, Erotico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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Note al capitolo:


Trad Titolo: Mio Immortale
Quest capitolo e il prossimo sono piuttosto densi e pieni di risposte. Spero di gratificare tutte le attese e farvi venire voglia di leggere ancora. 
Grazie
D. 
MUSIC: http://grooveshark.com/s/My+Immortal+Full+Band+Version/Qydm0?src=5  
 
 
 





 
 
 
Capitolo Diciannove
 
My Immortal
 
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Sono così stanco di stare qui 
oppresso da tutte le mie paure infantili 
E se devi andartene 
Vorrei che tu te ne andassi e basta 
Perché la tua presenza indugia qui 
E non mi lascerà da solo

Queste ferite sembrano non guarire 
Questo dolore è troppo reale 
C'è semplicemente troppo, che il tempo non può cancellare 


Quando hai pianto ho asciugato tutte le tue lacrime 
Quando hai urlato ho combattuto tutte le tue paure 
Ho tenuto la tua mano durante tutti questi anni 
Ma tu hai ancora tutto di me 
I'm so tired of being here 
Suppressed by all my childish fears 
And if you have to leave 
I wish that you would just leave 
'Cause your presence still lingers here 
And it won't leave me alone 

These wounds won't seem to heal 
This pain is just too real 
There's just too much that 
time cannot erase 

When you cried I'd wipe away 
all of your tears 
When you'd scream I'd fight away 
all of your fears 
I held your hand through 
all of these years 
But you still have 
All of me

(Evanescence: My Immortal)

 
 
 
La mattina del 25 dicembre Goyle scese nella sala comune e trovò Draco addormentato sul davanzale di pietra.
"Buon Natale" gli disse fermandosi davanti a lui.
Draco aprì gli occhi confuso e si tiro su a sedere. "Cosa?"
"Buon Natale!" ripeté Goyle guardandolo perplesso.
"Certo...Anche a te" rispose il biondo alzandosi e salendo su per le scale del dormitorio.
 
-*-
 
Harry e Hermione si scambiavano i regali sotto l'albero della sala comune dei Grifondoro.
Un libro sulla storia delle sirene per lei, una scatola con tutto per la manutenzione della scopa per Harry. I terribili maglioni fatti da Molly Weasley e...
 "Dov'è il regalo di Ron? " chiese Hermione.
Harry cercava tra la carta colorata sparsa sotto l'albero. " Non c'è nient'altro..." disse " Magari arriverà a colazione"
Scesero nella Sala Grande e dopo aver mangiato, si sedettero sui divani davanti al camino con gli altri pochi studenti rimasti. Harry si voltò e sospirò lanciando un'occhiata a Draco, che era seduto sul davanzale e guardava fuori dalla finestra ignorando tutti gli altri.
Penso di andare lì e provare a parlargli, ma immaginò che lui si sarebbe alzato e sarebbe andato via come faceva sempre. In fondo preferiva che restasse nella stessa stanza con loro, anche se un po' lontano.
Si buttò indietro sullo schienale del divano e subito si rialzò sorpreso.
 "Cos'è?" disse toccandosi dietro la schiena.
Hermione guardò sotto il cuscino su cui si era disteso e vide una cosa grigia accartocciata.
"Herrol!" disse sorpresa tirando su il piccolo gufo stravolto.
"Ecco il regalo di Ron!" Harry sollevò il grosso pacco legato alla zampa del gufetto.
Lo sciolsero, dettero a Herrol un po' d'acqua e qualche carezza poi aprirono i due pacchetti con i loro nomi mentre Grattastinchi giocava con la punta del nastro sul divano.  
"Oh, Ron..." sussurrò Hermione guardando la foto nella cornice d'argento, in cui una Hermione di undici anni gli dava un bacio sulla guancia e lui faceva una faccia schifata mentre Harry rideva. "Come eravamo piccoli al primo anno!!" disse sospirando.
Harry aprì la sua scatola "Che roba è?" disse tirando fuori una specie di trottola dorata.
"Ah! é uno Spioscopio! Serve per avvertirti in caso ci siano persone che vogliono farti del male nei paraggi." Hermione sorrise "Con questa storia di Black siamo tutti molto preoccupati!"
 
Draco non aveva ricevuto un regalo, era arrivato solo un biglietto quella mattina con il gufo di suo padre.
Buon Natale -  Lucius e Narcissa
Ma non a lui importava molto di avere un altro pesante cimelio dorato con il marchio della famiglia Malfoy. Non gli importava niente di nessun regalo, se non di quello che Piton gli aveva fatto la sera prima. Non smetteva di pensare a quei ricordi e a quanto diversa avrebbe potuto essere la sua vita. A quanto somigliasse a sua madre in tante cose e dopotutto anche un po' a Lucius. E a Piton di cui non si era mai fidato veramente e invece si era dimostrato il migliore amico di sua madre e teneva a lui, a quanto pareva più di quanto ci tenesse Lucius e senza farlo notare aveva cercato di stargli vicino.
Si voltò a guardare Harry e Hermione che scartavano i regali e si sorridevano, e un po' li invidiò. Poi si alzò e decise di tornare nella sala comune a leggere per ammazzare il tempo.
Mentre passava vicino al divano dove sedevano i due ragazzi, udì un sibilo. Si fermò e si voltò.
Lo Spioscopio vorticava nella mano di Harry. Conosceva quello strumento e vederlo girare gli dette la conferma di ciò che pensava. Avrebbe fatto loro del male, anche se non voleva.
Harry e Hermione spostarono lo sguardo dalla trottola dorata a Draco il quale si voltò e si incamminò di fretta verso l'uscita. Ma non notarono Grattastinchi, che nel frattempo raspava nervosamente sotto il divano, schizzare via nella stanza rincorrendo Crosta.
Lo spioscopio si fermò.
Harry e Hermione si guardarono tristi. "Non può essere Draco! Sono sicuro che è rotto!" disse il ragazzo amareggiato e lo rimise nella scatola.

 
-*-


Le vacanze finirono in fretta, come sempre. Harry e Ron erano nervosi per non aver ancora finito i compiti, mentre Hermione si sentiva molto più riposata nonostante avesse fatto doppi turni di studio con la Clessidra Giratempo.
"Odio il primo giorno di lezione dopo le vacanze!!" diceva Ron stiracchiandosi "Non dovrebbe esistere, bisognerebbe iniziare dal secondo o dal terzo!".
I tre ragazzi camminavano lentamente verso l'aula di storia della magia, quando Draco li superò nel corridoio. Mentre passava accanto a loro sentì di nuovo il sibilo dello spioscopio.
Un topo salì sui pantaloni di Ron e si infilò nella sua tasca. "Crosta! Ecco dov'eri finito!" disse il rosso.
Anche Harry sentì il sibilo e si guardò intorno "Ma, lo avevo lasciato in camera!" disse confuso.
"L'ho portato io!" disse Ron mostrando l'oggetto che girava sul palmo della sua mano "Così posso dimostrarti qualcosa!" e indicò Draco che si era fermato poco distante.
Il Serpeverde si voltò indignato.
"Weasley te lo faccio ingoiare quell'affare!" gli disse guardandolo in faccia.
"Ti brucia la verità eh?" lo schernì Ron.
"No ragazzi, per favore!" Hermione si mise in mezzo a loro.
"Spostati Mezzosangue!" Disse Draco dandole un'occhiata gelida. Notò che aveva ancora la piccola bottiglia appesa al collo. "Non vi voglio più tra i piedi, è chiaro?! Sono stanco delle vostre trovate geniali!"
"Siamo solo preoccupati per te!" disse Hermione.
"Sì, lo vedo!"
"Io sono preoccupato per Harry, non per lui!" disse Ron "E lo spioscopio conferma che ho ragione!"
"Ron, potrebbe essere difettoso! E credevo glielo avessi regalato per proteggerlo da Sirius Black! " Hermione cercava di mediare.
 "Non è difettoso!" rispose Ron offeso.
La ragazza si voltò verso il biondo "Draco, noi non ce l'abbiamo con te! Io..."
"Granger, perché non mi lasci in pace e ti trovi un ragazzo tra i Grifondoro? Guarda come sono coraggiosi e riconoscen-"
Prima che potesse finire la frase, Hermione gli tirò uno schiaffo talmente forte che gli girò la testa da un lato.
Harry e Ron rimasero pietrificati.
Draco si voltò piano verso di lei. La ragazza aveva gli occhi lucidi per la frustrazione ma non smetteva di guardarlo fisso, indignata.
"Come ti permetti?" disse Hermione seria.
Draco la guardò confuso, gli aveva tolto le parole di bocca. E nonostante tutto si sentì terribilmente in colpa per quello che le aveva appena detto.
"Per chi mi hai presa? Stupido ragazzino! Io non vado in giro a cercarmi un fidanzato! E se qualcuno si preoccupa per te, non vuol dire che ti cadrà ai piedi come tutte quelle oche di Serpeverde! " continuava Hermione sporgendosi verso di lui.
Draco fece mezzo passo indietro, poi si voltò e se ne andò di fretta.
Harry si staccò dagli altri e gli corse dietro. Girò l'angolo e lo trovò con la schiena al muro.
"Lasciami stare Potter" disse subito il Serpeverde.
Harry gli mise le mani sulle spalle e lo guardò negli occhi. "No! Basta con questa storia! Non sei un pericolo per me. Quello Spioscopio non funziona!"
"Invece funziona bene. Ma non ce la faccio a credere che sia vero..." Draco alzò lo sguardo su di lui per un attimo avrebbe voluto di nuovo quell'abbraccio. Per un attimo soltanto, riprovare quel calore, e consolare Harry come avrebbe voluto fare giorni prima, quando lo aveva visto piangere nel corridoio.
"Non voglio farti del male... ma so che finirò per farlo. Una volta per tutte, stammi lontano!" disse spingendolo indietro con forza. Harry indietreggiò alla spinta e rimase lì a guardarlo con aria ferita.
In quel momento Hermione e Ron girarono l'angolo. Draco posò di nuovo gli occhi sulla boccetta di vetro al collo della ragazza. Alzò istintivamente una mano verso di essa, e Ron pensando che volesse colpire Hermione, andò contro di lui. Il biondo si ritrovò Ron addosso e lo spinse indietro ma Ron fece resistenza e lo spinse a sua volta.
"No! " Hermione si mise nel mezzo cercando di separarli.
Harry strattonò Ron e lo tirò verso di sé. "Volete smetterla!?"
"Voleva picchiare Hermione!" gridò Ron infuriato.
"Cosa?" Draco lo guardò con disprezzo. "Non ho mai picchiato una ragazza!"
"Invece lo stavi facendo!" disse Ron continuando a dimenarsi tra le mani di Harry.
Draco si voltò verso Hermione "Non volevo picchiarti" disse.
La ragazza annuì. "Lo so Draco, senti..." cercò di parlare ma lui la interruppe.
"Dove hai preso quella cosa che porti al collo?"
Lei lo guardò preoccupata. "Perché lo vuoi sapere?"
"Sono tuoi quei ricordi?" chiese il ragazzo con sospetto.
"No" disse sincera Hermione.
"Di chi sono?!"
Lei non rispose e abbassò lo sguardo.
Draco mosse velocemente una mano verso di lei, Hermione stavolta fece mezzo passo indietro trovandosi spalle al muro e Draco la seguì riuscendo ad afferrare la bottiglietta.
Ma appena strinse le dita intorno al vetro, chiuse gli occhi e soffocò un gemito come se qualcuno lo avesse colpito allo stomaco, poi cominciò a tremare. Improvvisamente i ricordi nella bottiglia gli passarono davanti agli occhi. Li vide tutti, chiaramente, uno per uno.
Hermione e gli altri lo guardarono sgomenti. La ragazza gli mise le mani sulle spalle, "Draco? Cos'hai?" chiese.
Ma il biondo non rispose. Un dolore forte e reale attraversò il suo corpo e la sua mente. I suoi pensieri scomparvero e al loro posto si insinuarono grida, risate agghiaccianti, pianti di bambini, la voce di sua madre, e di suo padre, il volto di Voldemort.
La mano di Draco lasciò andare la bottiglietta e lui cadde a terra privo di sensi. Harry si gettò su di lui. Hermione gli toccò il viso. Chiamarono il suo nome, cercarono di scuoterlo ma il ragazzino non riapriva gli occhi.
 
-*-
 
Quando li riaprì, Draco era al buio. Non sapeva dov'era né perché.
Tutto quello che ricordava erano le grida e le immagini che ancora gli annebbiavano la mente.
Ne vedeva dei piccoli flash nel buio della stanza e le voci echeggiavano come fantasmi intorno a lui. Vide una sagoma nera nella penombra che si avvicinava.
"No!" gridò stringendosi la testa tra le mani mentre lacrime bollenti gli rigavano il viso.
"Draco" disse una voce che sembrava venire da sott'acqua.
 
Il professor Piton si sedette sul letto dell'infermeria.
Draco lo guardò, si mise seduto, la testa gli girava e non riusciva a vedere bene davanti a sé.
"Ti avevo avvertito di non toccare tuoi ricordi." disse l'uomo.
Draco continuò a premersi le tempie.
"La signorina Granger mi ha raccontato di come li ha trovati, erano nelle tue lacrime, senza volerlo li avevi affidati a lei."
Draco si piegò in avanti, le immagini dei ricordi sembravano incastrati nelle retine. Non riusciva a cancellarli o a evitare di vederli o sentirli. Nemmeno le lacrime li portavano via.
Quasi involontariamente, appoggiò la fronte sul braccio di Piton e si aggrappò con una mano alla manica della sua veste.
Piton lo guardò stupito. Alzò il braccio e lo mise intorno alle sue spalle, stringendo a sé il ragazzino. Draco si appoggiò sulla sua spalla singhiozzando.
 "Ho guardato quei ricordi, ho dovuto farlo. E credimi, non avrei voluto rivedere quella cosa." disse l'insegnante "Perdonami, è colpa mia se non ricordi che i momenti più terribili."
 
-*-
Nel frattempo Harry e Hermione irrompevano nell'ufficio di Piton.
Lo avevano seguito quando l'insegnate aveva sequestrato la boccetta di Hermione ed era andato a controllare i ricordi. Sapevano che così avrebbero scoperto dov'era il pensatoio.
"Per fortuna che questa volta è uscito di fretta senza mettere tutti gli incantesimi di protezione!" disse Hermione sbloccando la porta.
"Presto!" Harry spostò il pensatoio sulla scrivania.
 "Era così vicino a noi! E non lo sapevamo!" disse  Hermione pensando a quante lezioni di pozioni avevano passato nella stanza accanto. "Eccola è questa" trovò la sua bottiglietta sulla mensola.  "Harry, vai prima tu io sto di guardia. Non sappiamo quando tornerà."
"Va bene" disse Harry e dopo aver versato il ricordo nel pensatoio ci infilò la mano.
 
Non passò molto prima che il ragazzo ricadesse sulla sedia dell'ufficio  tremando, gli occhi pieni di lacrime, scosso dai singhiozzi.
Hermione andò da lui "Harry cosa c'è?" chiese preoccupata vedendo il suo viso sconvolto.
Lui non disse niente. Prese il mantello dell'invisibilità e uscì di corsa dall'ufficio.
 
Hermione fece un profondo respiro. Lanciò un incantesimo alla porta sapendo che se Piton fosse tornato mentre lei era nel pensatoio, sarebbe stato completamente inutile ma era comunque meglio di niente.
Mise una mano nel bacile e fluttuò lentamente dentro di esso.
Atterrò in una casa moderna dentro una camera da bambini dove vide una culla, dei cristalli che roteavano davanti alla finestra producendo piccoli arcobaleni tremolanti sulle pareti giallo ocra e un uccellino color ruggine che cantava in una gabbia.
Si avvicinò alla culla e vide due neonati di pochi mesi, uno biondo e uno moro che dormivano vicini. Il bambino dai capelli scuri teneva una mano sulla guancia dell'altro che aprì due grandi occhi grigi.
In quel momento due donne entrarono nella stanza. Hermione riconobbe la donna dai lunghi capelli biondi e dal viso così simile a quello di Draco, e l'altra dai capelli rossi e gli occhi verde smeraldo non poteva che essere Lily, che aveva visto nella foto in camera di Harry.
"Lo appendo qui?" diceva Isadora sollevando il quadro con l'unicorno.
"Lì andrà benissimo." disse Lily "Sei davvero brava a dipingere sai?"
"Grazie!" la bionda voltò il quadro e scrisse qualcosa sul retro con un pennarello. "Ecco fatto, qui sarà al sicuro!" disse mostrandolo a Lily. La rossa la guardò seria.
"Sempre, Isy" disse con un lieve sorriso.
Hermione vide la scritta e strinse gli occhi
Isadora si avvicinò alla culla "Vi siete già svegliati? Questi due non ci danno tregua!"
Lily sorrise avvicinandosi anche lei. "Secondo te loro lo sentono? Guarda come si tengono stretti"
"Io credo di sì" disse Isadora "Erano lì con noi"
Le due donne si presero per mano "Io sento la tua mancanza quando siamo lontane, in un modo particolare. Come se sapessi sempre dove sei e non vedessi l'ora di raggiungerti." disse Isadora.
"Harry è diverso quando voi non siete qui. E anche io mi sento strana" rispose LIly.
 
Il ricordo cambiò.
Le due donne, nella cucina della stessa casa si divertivano a trasfigurare foglie di vari colori in piccoli uccelli.
I due bambini, di poco meno di un anno, seduti sul tavolo ridevano divertiti e si tiravano i capelli e i vestiti a vicenda cercando di prendere gli uccellini che si posavano sopra di loro. Le due donne li guardavano sorridendo.
Un uomo, che Hermione riconobbe come James Potter entrò in cucina e prese in braccio il piccolo Harry. Draco protestò quando Harry gli fu strappato dalle mani. "Mio!" disse imbronciato.
"Hey tu, non starai troppo insieme a quel teppistello?" disse sollevando Harry davanti a sé mentre il figlio gli afferrava le guance con le piccole dita.
Isadora rise. "Non è mai abbastanza vero Draco?" disse al bambino che guardava Harry con le braccia tese verso di lui, aspettando che tornasse.
"Ally!" gridò il bambino.
Isadora lo baciò sulla testa bionda. "Adesso Harry torna, non ti innervosire"
Anche Harry si sporgeva dalla spalla di James con le mani tese verso Draco.
"Ecco, ecco! Mamma mia!" disse James rimettendolo seduto dov'era prima.
"Aco!" disse Harry appena fu di nuovo al suo posto, allungando le piccole labbra rosse in un sorriso.
Hermione guardò i due bambini con il cuore gonfio di tenerezza, notò il braccialetto bianco al polso sinistro di Draco prima che il ricordo sfumasse in un altro.
 
Era sera e nella casa le luci erano accese. Le stanze addobbate per la notte di Halloween.
Hermione udì una porta sbattere, un grido e un tonfo. Qualcuno urlò il nome di James. Poi vide Isadora correre dentro la camera dei bambini e prenderli entrambi dalla culla.
Lily entrò indietreggiando e di fronte a lei Voldemort entrò puntandole in faccia la bacchetta.
La donna e si mise davanti a Isadora facendo scudo col suo corpo "No! Non Harry! Per favore prendi me ma non lui!"
Hermione guardava la scena con le lacrime agli occhi. Vide Voldemort alzare la bacchetta mentre Isadora stringeva Draco e Harry. I lunghi capelli coprivano il bambino e Hermione ricordò quel momento in cui aveva visto il volto di Voldemort nei suoi primi ricordi, attraverso ciocche di capelli biondi.
"Dammi il Segreto!" urlava il mago.
"Non lo avrai!" diceva Lily cercando di proteggere i bambini e l'amica mentre Harry piangeva.
"Sto per ammazzarti come una cagna. Dammi il segreto o ucciderò anche tuo figlio" la voce gelida di Voldemort fece rabbrividire Hermione.
"Non lo avrai da me" disse Lily " E non lo avrai da nessuno!"
Il mago guardò le due donne con disprezzo "Pensate di poter decidere qualcosa stupide streghe? Avada Kedavra!" tuonò, e Lily cadde a terra.
"No!!" gridò Isadora in lacrime mentre Harry piangeva più forte.
Voldemort si avvicinò a lei. "Per l'ultima volta! Dammi ll Segreto Delle Tre Streghe!" disse puntando la bacchetta su Harry.
"Non lo avrai così!" disse Isadora.
"Allora come?" ringhiò il Voldemort.
"Nessuno potrà più averlo" disse la donna
"Cosa stai blaterando insignificante mezzosangue? Mi hai preso per uno stupido?"
Isadora lo guardò "L'hai uccisa! e non potrai più averlo, mai più." disse voltandosi verso Lily senza vita sul pavimento. 
Hermione senza fiato, guardò Harry e Draco e li vide stringersi a vicenda le mani sui vestiti e tirare l'uno verso l'altro.
"Adesso tu mi darai quel maledetto segreto altrimenti I bambini moriranno!" ruggì il mago.
"No! Uccidimi se vuoi! Ma io non posso più darti il segreto."
"Non mi sfidare! "
 "Lascia in vita Harry e Draco...loro non c'entrano niente!" piangeva Isadora.
La sagoma nera puntò la bacchetta sulla fronte di Harry e lanciò la maledizione. Isadora strinse a sé i due bambini e venne spinta contro il muro con violenza.
Una forte luce bianca si sprigionò da Harry che rimase completamente illeso a parte la piccola cicatrice a forma di saetta sulla fronte.
Quando Isadora riaprì gli occhi vide un'ombra nera fluttuare nella stanza a mezz'aria dove prima c'era Voldemort. Guardò bambini smarrita.
L'ombra si avvicinò a lei.
"Traditrice! Lo sapevi cosa sarebbe successo? Sapevi che mi avrebbe distrutto?" sibilò la voce del mago che ora sembrava venire da una profonda caverna. L'ombra le puntò contro la bacchetta e strappò Draco dalle sue braccia.
"La mia ultima energia la userò per uccidere tuo figlio, se non mi darai quel maledetto Segreto!" disse stringendo il bambino che urlava tendendo le braccia verso Harry.
Improvvisamente Lucius Malfoy e Severus Piton entrarono nella stanza.
Piton, sconvolto, si inginocchiò in lacrime davanti a Lily la sollevò e la strinse tra le braccia.
Lucius si mise tra Voldemort e Isadora guardò Draco tra le braccia nere e scheletriche del mago. "No! Mio Signore! Risparmi la mia famiglia!" lo implorò.
"Lucius! Tua moglie mi ha tradito!"
"Prenda me e lasci andare loro!" disse Lucius fermamente.
Il mago lo guardò stringendo a sé il bambino con la bacchetta puntata su di lui.
"Se tu prometti di nascondermi finché non avrò di nuovo un corpo io li risparmierò. Ma metterò su di loro il marchio. Un marchio è come un giuramento e non potranno più tradirmi."
Lucius lo guardò impotente e rassegnato. "Come desiderate"
Si voltò verso Isadora che lo guardava seria.
L'ombra di Voldemort sollevò la mano armata, prese il braccio sinistro di Draco e vi poggiò la punta della bacchetta ma questa venne respinta con un lampo di luce. Provò di nuovo ma senza riuscirci.
Il mago si infuriò guardò il bracciale bianco al polso del bambino "Cos'è questo? Togli questo bracciale!" gridò alla donna.
Isadora si avvicinò e cercò di toglierlo sperando di non riuscirci e così fu. Il braccialetto non accennava a voler sciogliere la chiusura.
Il mago la spinse via e provò a toglierlo con un incantesimo, ma niente lo scalfiva e Draco lo guardava dritto negli occhi in silenzio.
"Non penserai di averla vinta piccolo demone!" gridò Voldemort e puntò la bacchetta sul braccio destro di Draco. Il marchio apparse sulla pelle del bambino i cui occhi si riempirono di lacrime di dolore. Harry dalle braccia di Isadora guardava Draco con gli occhi spalancati.
Isadora alzò gli occhi su Severus che era in ginocchio davanti a Lily con il viso sconvolto e aveva alzato lo sguardo su di lei.
Voldemort prese il braccio sinistro della donna e la marchiò con la bacchetta.
Isadora gridò di dolore e il suo grido si sciolse nelle orecchie di Hermione insieme al ricordo davanti a lei.
 
Adesso Isadora, con il viso stanco e sciupato, era seduta nel giardino del maniero ad un tavolo di ferro battuto bianco, in braccio teneva Draco di tre anni che aveva uno sguardo serio e triste per un bambino così piccolo. Accanto a lei sedeva Severus.
"E' sempre peggio Sev, più vado avanti e più mi sento debole. Sono sicura che questo non sia un normale marchio nero e anche Silente lo pensa. Ha detto che potrebbe uccidermi."
Severus studiava il marchio sul braccio della donna mentre Draco ci passava sopra la sua piccola mano. "E' possibile che sia maledetto... Cercherò delle pozioni! Non preoccuparti non permetterò che faccia del male anche a te!"
"Grazie Sev" disse lei abbassando lo sguardo  "Comunque...Ho sistemato tutto con Silente. Harry e Draco riceveranno il segreto quando sarà il momento. Fate in modo che crescano al sicuro. Proteggeteli."
"Isy, non dire così, troverò il modo di salvarti! "
"Hai salvato Draco, con questo bracciale." disse lei sorridendo.
"Ti avevo detto di non toglierlo..." sibilò Severus.
Lei gli prese la mano. "Va bene Sev, è così che devono andare le cose."
 
Il ricordo cambiò.
Piton entrava nella camera di Draco, che nel ricordo aveva nove anni, trovandolo sdraiato a terra su un fianco, ai piedi della gabbia vuota.
Si chinò su di lui e lo guardò mentre gli occhi grigi fissavano il vuoto.
"Draco, guardami" disse l'uomo. Ma il bambino non reagiva.
"Tua madre se n'è andata..."
Lucius entrò nella stanza e si avvicinò a loro. Guardò un momento il figlio.
"Severus, cancella i suoi ricordi." disse seccamente.
"Perché?" chiese Piton alzandosi in piedi e voltandosi deluso.
"Perché non deve soffrire, deve essere forte. Non potrà permettersi di piangere!" il volto di Lucius era pallido e sofferente, ma freddo e immobile come quello di una statua.
"Fallo adesso" disse.
Piton prese la bacchetta, lentamente la avvicinò a Draco che lo guardò in faccia e alzò le mani cercando di bloccare la sua, mentre gli occhi gli si riempivano di lacrime e il suo sguardo si incupiva. Piton sembrava molto turbato da quello sguardo e chiuse gli occhi prima di pronunciare le formule. L'immagine divenne nebulosa e scomparve.
 
Hermione atterrò sulla sedia dell'ufficio, sconvolta.
Photobucket
 
-*-
Draco aprì gli occhi con la testa appoggiata alla spalla di Piton che gli stava accarezzando i capelli.  Vide da vicino il suo polso un po' scoperto dalla manica della veste nera. Afferrò la sua mano e si staccò da lui improvvisamente. Sollevò la manica e lo guardò con rabbia. "E' stato lei! Ha dato a Lucius la pozione N°9!"
Piton lo guardò confuso. "Di cosa stai parlando? "
"Ho visto questo tatuaggio! lo stesso che era sul polso di chi ha portato la pozione a mio padre! Adesso lo ricordo! Perché lo avete fatto? L'avete uccisa?"
Piton guardò il suo tatuaggio che diceva:
 Sempre
 E sospirò.
"Ero io Draco, ma la pozione che stavo dando a tuo padre non era la N°9 e non ha ucciso tua madre. Era una pozione per cercare di salvarla."
"Ma c'era l'ingrediente segreto! Era la pozione N° 9! E mia madre, non mangiava più... e non voleva vedere nessuno... "
Piton scosse la testa. "Non è l'unica pozione con quella formula. Ce ne sono almeno altre dieci" disse calmo l'insegnante."Isadora, era stremata dal marchio nero, io ho provato a salvarla ma la pozione che ho distillato, sfortunatamente non ha funzionato."
Draco guardò a terra.
"I tuoi ricordi sono confusi e mischiati insieme. Quando li ho cancellati tu hai resistito con l'occlumanzia che avevo iniziato ad insegnarti, ma eri scioccato e hai trattenuto solo, o quasi, ricordi brutti. Quelli belli sono rimasti talmente sepolti in te per la paura che avevi di perderli che non sei più riuscito a farli riaffiorare. Me ne sono accorto solo quando mi hai chiesto di tua madre. Non si cancellano i ricordi delle persone. E' una magia difficile e pericolosa e non funziona quasi mai. Il malomodo in cui ho cercato di cancelarli ti ha involontariamente permesso di ricordare cose impossibili per l'età che avevi. Credo che Potter non possa ricordare questo momento, ma solo portarlo inconsciamente dentro di sé."
Draco lo guardava sconvolto.
"Voldemort ha maledetto il marchio nero che ha messo su tua madre. Perché ha capito che quando Isadora sarebbe morta, il segreto che cercava da anni sarebbe passato a te e a Harry. Ma Il male non poteva convivere con la purezza dell'anima di tua madre e il marchio la logorava, anno per anno. La mancanza di Lily alla quale era legata indissolubilmente, le aveva tolto metà della sua forza. Voldemort l'ha tenuta in vita così per nove anni per avere il tempo di recuperare un corpo. Poi ha cercato ancora di strapparle il segreto prima di ucciderla ma non ci è riuscito, perché il segreto era al sicuro. Da allora sta cercando di diventare più forte e di capire come prendervi quel segreto."
Draco era sorpreso e confuso "Cos'e il Segreto?" chiese.
"Domani Silente vi spiegherà tutto. Adesso riposati Draco, hai bisogno di stare tranquillo. Madama Chips ti darà un sedativo."
 
-*-
 
Nell'infermeria deserta Draco era disteso sul letto con gli occhi chiusi ma nonostante il sedativo non riusciva a dormire. Pensò alla donna dai capelli rossi, quella che aveva visto nei ricordi di Piton, i suoi occhi verdi lo avevano colpito tanto perché erano gli occhi di Harry. Lei e Isadora erano state condannate a morte quella stessa notte. La notte di Halloween. E proprio quella notte lui e Harry erano tornati amici, tredici anni dopo. Perché erano amici da piccoli, erano quasi fratelli in quelle immagini, come anime gemelle che non possono stare separate per troppo tempo. Ma cosa li rendeva così? Cos'era quel segreto?
Draco si sentiva spossato e narcotizzato ma il suo cervello era irrequieto e il suo cuore batteva forte.
Ad un certo punto, sentì una goccia cadere sul suo viso.
Aprì gli occhi, si sedette sul letto dell'infermeria confuso e guardò nella penombra della stanza ma non vide nessuno. Pensò di avere allucinazioni dovute al sedativo. Ma Harry doveva essere stato lì perché sentiva il suo odore così chiaramente.
E sentiva anche la sua presenza come se fosse ancora... di fronte a lui.
Allungò una mano nella stanza deserta e toccò qualcosa nel vuoto. Chiuse la mano e tirò.
Il mantello dell'invisibilità cadde a terra rivelando Harry che piangeva.
Gli occhi verdi fissi nei suoi.
"Eri lì con me... " disse il ragazzino tra le lacrime "Io mi sono sempre immaginato quel giorno.... E pensavo di essere solo dentro una culla." Poi prese il braccio destro di Draco, che lo guardò in silenzio senza fare resistenza. Harry tirò su la sua manica, scoprendo il Marchio Nero. La cicatrice sulla sua fronte cominciò a bruciare.
 
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h+d










 

 
Note conclusive:

Allora spero che vi siano piaciuti i piccoli Harry e Draco indissolubili, che si tengono stretti. il piccolo demone e il suo immortale che finalmente, in questo e nel prossimo capitolo capiranno perchè cavolo da quella notte di Halloween si sono sentiti così strani e diversi. 
Cercherò di postare presto per non farvi perdere il filo! un abbraccio e vi prego commentate!!  
Grazie D.  
  
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