Quando
quella mattina arrivarono all’aeroporto di Milano, erano tutti e cinque
piuttosto giù di morale e stanchi morti. Zayn non era
riuscito a dormire bene, ed era irritabile come non mai; Niall
aveva affogato la disperazione nella Nutella ed aveva fatto un’indigestione con
i fiocchi; Liam aveva passato la notte in bianco ad
arrovellarsi su chi potesse essere la persona di cui Niall
si era innamorato; Harry si era dato ad una seduta di yoga notturno per
rilassare i nervi messi a dura prova da quello scemo amante delle carote, e lo
scemo in questione… beh, no, Louis aveva dormito meravigliosamente, ed era
insopportabilmente allegro come sempre. Liam aveva
più volte provato la tentazione di buttarlo giù dall’aereo, durante il viaggio,
ma la sua ragionevolezza e il visino di Niall
addormentato al suo fianco l’avevano distolto dai suoi intenti.
Liam era stanco, e depresso, e
sentiva di puzzare, e aveva una gran
voglia di farsi una doccia e dormire, quindi quando una mandria di fans gli si
avvicinò, iniziando a chiedere autografi, foto, abbracci, baci, notti di sesso –ma
quanti anni aveva quella ragazzina??- e tutto quel genere di cose, non poté
fare a meno di pensare che fossero terribilmente irritanti. Aveva voglia di
piangere. E mandarle a quel paese. Tutte quante.
Si voltò
alla ricerca dei suoi compagni, e il suo sguardo incontrò Niall.
Stava facendo un autografo ad una ragazzina e le sorrideva dolcemente. Sapeva che
quella notte era stato male, e l’aveva passata peggio di tutti, eppure riusciva
comunque a sembrare felice, a mettere da parte il suo malessere e i suoi
desideri solo per fare contente quelle ragazzine.
« Ehy ragazzi! » si voltò verso Louis, che li stava
chiamando. « Venite, questa ragazza vuole una foto con tutti quanti.. »
Tutti
si avvicinarono, affiancando Louis. La ragazzina gli sorrise, si girò, e quando
vide Niall storse la bocca.
«
Scusa, ti puoi allontanare? Preferirei che non ci fossi anche tu nella foto. »
Liam spalancò gli occhi.
Niall spalancò gli occhi.
Sorrise.
«
Certo, scusa. » rispose, e fece per andarsene.
Il cervello
di Liam smise di formulare pensieri ragionevoli. Lo prese
per una mano, fermandolo. Non fece caso al fatto che in quel momento fosse
stata scattata la foto. Non gli importava che qualcuno potesse fraintendere il
suo gesto. Non gli fregava un cazzo che il suo comportamento fosse estremamente
poco professionale e maturo. Non gli fregava un cazzo di niente, finché guardava
gli occhi di Niall. Finché i suoi occhi erano così
maledettamente tristi. Avrebbe anche potuto baciarlo lì, seduta stante, davanti
a tutti, se solo fosse stato sicuro che un suo bacio avrebbe spazzato via i
sentimenti che leggeva nei suoi occhi.
« Liam. » furono la voce di Zayn e
la sua mano che gli stringeva la spalla, a riportarlo con i piedi per terra.
Si voltò
a guardarlo, lasciando lentamente la mano di Niall,
controvoglia. Zayn lo guardò negli occhi per qualche
secondo, poi scosse la testa. « Non fare cazzate. » disse soltanto questo, poi
si allontanò, stampandosi un sorriso in faccia e tornando a firmare autografi.
Liam rimase immobile per un po’, come
stordito. Non sapeva cosa fare. Non sapeva cosa pensare. Aveva voglia di
spaccare la faccia a quella bambina del cavolo. Aveva voglia di abbracciare Niall, di baciarlo ovunque, fino a fargli dimenticare ogni
cosa brutta. Aveva voglia di piangere anche per lui, che non lo faceva.
Come faceva
Niall a sorridere sempre?
Niall aveva evitato Liam per tutto il giorno. Non che non avesse voglia di
parlare con lui –perché lui aveva sempre
voglia di parlare con Liam-, il problema era che,
appena gliene avesse data l’opportunità, era sicuro che Liam
avrebbe detto qualcosa riguardo ciò che era successo con quella fan. Qualcosa che
lui non voleva senza dubbio sentire. Avrebbe cercato di consolarlo, e Niall non voleva essere
consolato. Lo faceva sentire solo peggio. Lo faceva sentire compatito.
Comunque,
evitarlo non era stato difficile, visto tutti gli impegni che avevano avuto
quel pomeriggio, tra interviste, incontri vari con le fan e il concerto (nda-a tempo perso fanno pure quello .-.). Il problema si
presentò quando tornarono in hotel. Harry e Zayn
erano rimasti fuori dicendo che volevano bere qualcosa, e Louis si era rintanato in camera sua a
parlare al telefono con Eleanor.
Fu inevitabile.
Niall l’avrebbe volentieri evitato, ma non ci fu
nulla da fare. Rimasero soli. Raggiunsero la stanza di Niall
nel più completo silenzio e si fermarono davanti alla porta chiusa.
«
Posso entrare? -fu Liam ad interrompere il silenzio,
guardando fisso negli occhi l’amico.- Solo due minuti, ti devo parlare. »
Il cervello
di Niall, il suo orgoglio, volevano rifiutare quella
proposta. Lo volevano da morire. Ma, forse per il suo desiderio inespresso di
rimanere da solo con Liam, forse semplicemente perché
era innamorato di quel ragazzo, si
ritrovò ad annuire, quasi senza accorgersene. Entrò in camera e si chiuse la
porta alle spalle. Sorrise, a disagio.
«
Vuoi qualcosa da mangiare? Ho un pacco di marshmallow,
da qualche par… » non riuscì a finire la frase. Le braccia di Liam lo circondarono prima che potesse farlo, soffocando le
parole nel suo petto.
«
Smettila di sorridere. Dovresti sorridere solo quando sei felice.. »
Il cuore
di Niall saltò un battito, il respiro gli si spezzò
in gola. Si morse un labbro. « E cosa dovrei fare secondo te? –non voleva
fingere di non aver capito di cosa stesse parlando. Non voleva continuare a
sparare cazzate. Non a lui. Non quella sera.- cosa… cosa dovrei fare, eh? Mettermi
a piangere ogni volta che una fan non mi vuole in una foto perché sono brutto? »
strizzò gli occhi, sentendo le lacrime che iniziavano a premere per uscire, e
ringraziò il cielo di avere la faccia nascosta nella camicia di Liam, e lui non potesse vederlo.
Lo sentì
irrigidirsi a quelle parole.
« Tu
non sei brutto.. » sussurrò, allentando leggermente la stretta. « Sei
bellissimo, e chi non se ne accorge è un idiota. »
Niall alzò il viso, incontrando gli
occhi caldi e dolci di Liam. Aveva un’inspiegabile
nodo in gola, ed il cuore gli batteva così forte contro la cassa toracica che
aveva paura l’avrebbe sfondata da un momento all’altro.
« Sei
il… ragazzo più bello che conosca, e vorrei che te ne rendessi conto.. »
Fu Liam ad annullare la distanza tra i loro visi, a posare le
labbra su quelle dell’amico. Fu un bacio dolce, lento. Un bacio fatto di
carezze, lingue che si scontrano appena, timidamente, morsi leggeri, respiri
che si uniscono. Un bacio tra persone che non hanno il coraggio di prendere
veramente l’iniziativa per qualcosa di più. Un bacio di due ragazzi indecisi,
che non sanno con esattezza cosa vogliono.
Soltanto un bacio.
Un bacio
che a Niall parve durare un’eternità.
Quando
si staccarono, le sue guance erano rosse e rigate dalle lacrime. Liam lo guardò sconvolto, senza sapere cosa dire.
Poi disse
qualcosa. Fece qualcosa. E fu il qualcosa più stupido che potesse fare.
«
Scusa, io… Scusa, non avrei dovuto. »
E se
ne andò. E Niall rimase di nuovo da solo. Solo, e
stanco anche di piangere. Aveva solo voglia di stendersi e dormire, sognando
unicorni rosa e pancake per tutto il resto della sua stupida vita.
Quando
Harry tornò in hotel era ubriaco. Ubriaco ed insoddisfatto. Frustrato. Aveva bevuto
parecchio con Zayn, e si era ritrovato a scoparsi una
illustre sconosciuta nei bagni del locale. Un tempo l’avrebbe divertito la
cosa, l’avrebbe aiutato a scaricare la tensione. Ma un tempo non pensava a
Louis, mentre faceva quel genere di cose. Un tempo non avrebbe desiderato che
al posto di quella sconosciuta ci fosse Louis, che al posto delle sue mani ci
fossero quelle di Louis, che al posto delle sue labbra ci fossero quelle di Louis.
Lo stava
facendo impazzire, quella situazione. Era come avere un qualcosa sulla schiena
che lo appesantiva in ogni momento. A
volte era così pesante che ad Harry sembrava quasi qualcosa di materiale, di
solido –ciao amore omosessuale non corrisposto, che ne diresti di andare ad
assillare qualcun altro e lasciarmi in santa pace? -.
Entrò
in camera, con qualche difficoltà dovuta alla sua temporanea incapacità
deambulatoria, e si chiuse la porta alle spalle. La prima cosa che notò, appena
si guardò intorno, fu Louis, come al solito. Louis era sempre la prima cosa che notava, indipendentemente dalla
situazione.
Il ragazzo
era steso sul letto, a pancia in su, ed era coperto unicamente da un
asciugamano legato in vita. Harry gli si avvicinò nel modo più silenzioso che
la sua ubriachezza gli permise, e lo guardò. Stava dormendo. Probabilmente era
crollato appena aveva finito di fare la doccia. I capelli cadevano scompigliati
in parte sul cuscino ed in parte sul suo viso, le labbra erano leggermente
piegate in un sorriso involontario, il petto muscoloso si alzava ed abbassava
al ritmo regolare del suo respiro.
Il materasso
si abbassò, quando Harry ci salì sopra. Gli occhi di Louis si spalancarono di
scatto, quando Harry si sedette a cavalcioni sul suo bacino. Sussultò, quando
Harry premette le proprie labbra contro le sue.
Sussultò,
ma non si mosse. Ad Harry non importava. Non gli importava che lui rispondesse
al bacio. Non stava facendo ciò che stava facendo perché Louis ricambiasse le
sue attenzioni per una notte. Non lo stava facendo perché voleva sentirsi amato
per una notte. Non gli stava baciando il collo per sentirlo rabbrividire sotto
le sue labbra. Non si stava strusciando contro di lui per sentirlo sospirare
forte. Non gli stava lentamente slegando l’asciugamano per sentirlo gemere tra
le sue labbra.
Lo stava
facendo perché lo amava. Stava facendo tutto questo perché capisse quanto lo amava, e quanto maledettamente
in basso era disposto a cadere, per questo amore.
Louis
non si mosse, mentre Harry lo toccava. Non fece niente di niente, eccetto
sussurrare piano il suo nome, tra i gemiti.
Ma ad
Harry non importava neanche di questo. Che se ne stesse pure lì, immobile. Avrebbe
anche potuto chiamare il nome di Eleanor, se gli pareva. Avrebbe potuto
immaginare che le mani di Harry fossero quelle della sua ragazza, a lui non
sarebbe importato. Gli bastava che non lo fermasse, e Louis non lo fece. Non fece
nulla, neanche quando venne con un gemito più forte, schizzandogli sulla
pancia. Non fece niente neanche quando Harry si tolse la maglietta sporca e si
stese accanto a lui, sudato e con l’alito che sapeva d’alcool.
« Ti
amo Louis. »
« Lo
so, Harry… Lo so. »
***Autrice***
BUONGIORNO!
Sono tornata! Come avevo promesso, ho aggiornato super in fretta! (si, per me questo è aggiornare alla velocità della luce, di solito ci metto i secoli .-.)
La verità è che NON HO IDEA DI COSA SCRIVERE! Sono in hangover, mi fa male la testa e ho la nausea e praticamente non mi ricordo neanche cosa ho scritto finora.. ma ci tenevo ad aggiornare, perché questo capitolo mi piace molto, soprattutto la parte Larry.
Fatemi sapere la vostra opinione, amo leggere le recensioni, e mi fanno venire voglia di scrivere di più e di aggiornare più in fretta :)
Detto questo vi lascio, e vado a dormire. Perché ne ho bisogno.
Un bacio, e grazie a tutti quelli che seguono questa storia, VI AMO!
Ale