Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: horangeJuicee    01/07/2012    1 recensioni
-Ciao, Steph.- Quella voce. La sua voce, lo avrei riconosciuto tra mille, anzi tra un bilione. Sentii un qualcosa al cuore, come se avesse perso un battito anzi togliamo il ‘se’, e avevo un nodo alla gola. Deglutii e mi girai lentamente verso colui che aveva parlato, sperando che non fosse lui, la causa della mia sofferenza. Mi voltai e, si, vidi lui, in tutta la sua perfezione, con gli occhi sbarrati e un sorriso sghembo come se avesse visto un fantasma. Chissà forse anche lui non si sarebbe aspettato di vedermi qui. Ma certo che stupida che sono è proprio così. Dopo essersi ricomposto dallo stato shock di prima, si stava avvicinando a me lentamente. Il mio cuore andava in mille battiti in un secondo, sentivo la terra mancarmi da sotto i piedi. Volevo parlare o scappare, ma poi mi accorsi che se correvo una matta mi avrebbe preso come una pazza che ancora soffre per lui, così senza ragionare aprì la bocca.
-Scusa, ma tu chi sei!?- dissi con indifferenza e facendo finta che non lo conoscessi per davvero.
Si fermò e si stupii visto la sua reazione e sinceramente anch’io mi stupii di me stessa cioè, WOW, non sapevo di essere così brava a recitare.
-Scusami, cos’hai detto?- mi domandò lui ancora stupefatto.
-Ti, ho chiesto chi sei. Sai perché forse ti conosco ma non mi ricordo, perché…- oh santo cielo, AIUTATEMI, cosa gli dico ora -ho l’amnesia- si brava Steph, si hai l’amnesia. Gli dico sorridendolo sghembo.
Ma che stavo facendo perché gli ho detto che ho una specie di amnesia. STUPIDA, SEI UNA STUPIDA. Ma ormai il danno è fatto, complementi Steph, complementi, continua così e ti rovinerai di certo la tua intera esistenza.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'The bestfriends story.'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

BannerFans.com

 

That scene.





 Ormai è passato due mesi da quel fatidico giorno in cui il ragazzo che amavo mi aveva lasciata sola in un albergo chissà dove. Da quel giorno non avevo più voglia di fare più niente, non volevo mangiare, non volevo uscire dalla mia cameretta, volevo solo piangere e disperarmi come una matta, mi lesionavo il polso, mi faceva sentire meno dolore.
Si, sono un autolesionista da sempre, beh almeno da quando sono morti i miei genitori, cioè quando avevo più o meno 13 o 14 anni. Erano morti in un incidente di aereo, erano in viaggio per l’Italia a trovare i miei nonni, io ero rimasta a casa perché mi ero sentita male e la settimana prossima sarei partita. Ma purtroppo il destino aveva un altro piano. Quando lo saputa ero a pezzi, il mio mondo era crollato, i miei cari genitori erano morti.  
*Flashback*
Erano le 11 di mattina e tra 30 minuti i miei genitori sarebbero partiti per l’Italia. La donna al microfono aveva appena chiamato i passeggeri del volo Londra-Italia e i miei dovevano sbarcare, così mia madre mi abbracciò, mi strinse a se, quasi non potevo respirare.
-Ehi, mà, non devi per forza stringermi così forte, quasi non riesco a respirare- le dissi, ancora attaccata a lei -Tanto la prossima settimana sarò di nuovo con voi.! -
-E dai Matilde lasciala oramai la nostra Steph è grande e poi come dice lei la rivedrai tra una settimana- parlò mio padre.
-Stai zitto, Richard- controbatté mia madre, mentre mio padre sghignazzava sotto  suoi baffi. -Oh, piccola mia, promettimi che ti prenderai cura di te stessa, eh!?- continuò mia madre con un tono di preoccupazione e staccandosi da me.
-Si mà, non ti preoccupare so prendere cura di me stessa e poi mi hai insegnato molto bene a comportarmi da adulta, e poi ci sarà la zia Marian con me, quindi non preoccuparti- le dissi con fare rassicurante e trascinando mia zia vicino a me.
-Già, Mati, non ti preoccupare ci sarò io a proteggere questa creatura meravigliosa accanto a me, ok!?- disse mia zia mentre si stava avvicinando alla sorella per abbracciarla.
Mentre si abbracciavano, mi avvicinai a mio padre per darle un bacio alla guancia e sussurrarle un “ti voglio bene, pà” che lui ricambiò con un sorriso dolcissimo, così lo abbracciai.
La donna al microfono aveva appena fatto l’ultima chiamata così i miei si incamminarono verso il cancello che avrebbe portato loro a quel maledetto aereo, che tolse a loro la vita.
Ed è li che vidi mia madre  con i suoi capelli ramati e lisci e la sua eleganza, e mio padre con la sua altezza inconfondibile e la sua testa rasata, per l’ultima volta.

*Fine flashback*  
Si, quel dolore provocata da quella cosa luccicante e tagliente chiamata ‘lametta’ mi faceva sentire bene, oramai era diventata un’amica per me quella cosa. Lui non sapeva di questo mia dipendenza, era l’unica cosa che non sapeva di me.
Ero persa nei miei pensieri quando qualcuno bussò violentemente alla porta.
-Steph, esci da questa porta- era Amanda, la mia migliora amica l’unica che era rimasta con me al mio fianco dopo che lui mi lasciò.
-Dai, Steph, non puoi fare così tutta la vita, non puoi marcire li dentro, apri questa porta per favore- disse con la voce supplicante e lei sapeva che io non potevo resistere a quella sua voce, così aprii la porta. La trovai li con gli occhi lucidi ma con un sorriso a 32 denti forse perché avevo aperto la porta.
-Oh mio dio, Steph!- esclamò lei -Cioè, guardati sei dimagrita, cazzo! E anche tanto!-
In effetti ero abbassata di qualche kilo, beh, forse anche più di qualche kilo. Ma per me non faceva né caldo né freddo anche perché ero un po’ cicciottella.
-Dai però adesso sei molto sexy, cioè guardati sei una favola!- Sdrammatizzò lei.
-Beh, se per te essere una “favola” vuol dire essere in pigiama con occhiaie molto grandi e i capelli scompigliati, allora si che sono una favola!- disse ironicamente e in men che non si dica scoppiamo a ridere tutte e due come coglione.
-Ah! Mi era mancata la tua risata, mi sei mancata tu!- disse lei aprendo le braccia per accogliermi.
-Anche tu, cogliona. E scusami se non ti ho voluta accanto a me in questa mia sofferenza e che non volevo contagiarti con la mia malinconia.- Dissi abbracciandola
-Non ti preoccupare, posso capirti.- disse lei massaggiando mi la schiena –Però, promettimi che non ti dispererai più per quello stronzo, eh!?- continuò lei staccandosi a me.
La fissai per un po’, pensai che aveva ragione, pensai che non dovevo più continuare a soffrire per lui perché non se lo meritava, anche se infondo il mio cuore non era così.
-Non ti prometto nulla, ma ci proverò- dopo aver detto queste parole le si illuminò il viso e questo di solito non portava a niente di buono.
-Mandy, tu mi fai paura, a che cosa stai pensando!?- le chiese.
-Uhm… beh…- Disse prendendo una ciocca dei miei capelli per giocherellarci –Pensavo di andare in una discoteca stasera, se ti va ovviamente!?- continuò poi, facendo gli occhi dolci che mi fecero ridere.
-E va bene, a patto che tu non faccia più gli occhi dolci! Sembravi un asino in calore!- E detto questo scoppiamo in una risata fragorosa.
Mi farebbe bene distrarmi un po’ da questa sofferenza provocata da quel ragazzo, ed andare in discoteca era più che buono come idea. Lì sarei potuta ubriacarmi e forse usare qualche ragazzo per dimenticare.
Così insieme ad Amanda mi precipitai nel mio armadio in cerca di qualche cosa che avrei potuto mettere. E dopo mezz’ora trovammo un vestito nero, semplice, corto e aderente. Era stupendo. Per le scarpe avevo optato a delle semplice ballerine grigie dato che ero alta e non mi piacevano i tacchi. Al contrario Amanda invece indossava un vestito viola anche essa semplice e corta e dei tacchi alti, altissimi. Ma era stupenda. Ci truccammo leggermente lei arricciò i suoi capelli mentre io li raccolsi in una coda alta. Ci guardammo allo specchio per l’ultima volta e ne uscimmo soddisfatti. Così alle 21:15 Mandy prese le chiavi della macchina e ci incamminammo verso la macchina salutando mia zia Marian che sorrideva perchè finalmente ero uscita dalla mia camera.
Il viaggio era durato più o meno 40 minuti e quando arrivammo davanti la discoteca era piena e la fila per entrare era lunghissima.
Menomale che Mandy aveva dei pass, manco fosse una celebrità, così entrammo senza fare quella dannata fila. Entrati dentro, la discoteca era più piena, menomale che era grande. La gente si strusciava come delle sanguisughe, altri stavano letteralmente scopando nella pista da ballo. Io mi divertivo a guardarli mi sembrava di vedere quei film americani sulla stupidità dei giovani.
Amanda entrò subito nella pista mentre io mi avviai nel bancone del bar per bere qualcosa. Ordinai subito due margherite al barista che me lo diede con un occhiataccia maliziosa come se stesse provando con me. Lo ricambiai con un sorriso alquanto maliziosa anche, beh era un tipo carino, e di sicuro mi avrebbe fatta divertire quella sera.
Stavo tranquillamente bevendo il mio drink, quando vidi una scena che mai nella vita avrei voluto vedere…..


 





Angolo D’autriceee
Beh come dire, grazie ad alcuni per aver visitato il prologo, mi farebbe piacere anche se recensite un po’.
Comunque tornando alla storia, il ragazzo non si è capito ancora chi è ma vi assicuro che nel prossimo capitolo lo si saprà… Spero che il capitolo primo sia di vostro gradimento e per favore fatemi sapere che cosa ne pensate è davvero importante che sia una critica o positivo. Baci xx

-El

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: horangeJuicee