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Autore: Clovely    03/07/2012    4 recensioni
~ Seguito della fanfic "Summer Memories"
L’estate è ormai giunta al termine, lasciando dietro di sé solo ricordi. E’ dunque giunto il momento per Lily Evans di tornare a scuola e di affrontare la grande novità che l’estate ha portato con se: James Potter e i suoi Malandrini. Ma nulla è ancora sicuro; l’estate è passata e arriverà ancora l’inverno. Sarà allora che avverrà la sfida più difficile.
Dalla storia: "Lily stringeva tra le dita, nascoste dal mantello dell’uniforme, dei pezzi di pergamena giallastri e spiegazzati. Non erano semplici pezzi di carta, erano lettere. Lettere che James Potter le aveva inviato durante l’ultima settimana d’estate. Avrebbe tanto voluto leggerle, ma non poteva. Il perché? Facile, nessuno sapeva che Lily e James avevano deciso di provare a frequentarsi, alla fine: la loro era una relazione segreta."
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans, Severus Piton | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Winter Again

Capitolo 4: Il dittamo sistema sempre tutto


Lily fece un’immensa fatica a trasportare James per il castello e dovette servirsi della magia per riuscirci. Soprattutto a causa del sangue, che scorreva copioso dai tagli sul petto del ragazzo. Lily cercò di bloccarlo, ma le ferite erano troppo profonde.
«Dannazione!» Esclamò. «In che razza di guaio ti sei cacciato questa volta, James?!» Esclamò lei sottovoce, ma dal ragazzo, ovviamente, non ottenne alcuna risposta. Lily sapeva di non poterlo portare in infermeria... come avrebbe potuto spiegare ciò che aveva visto senza far finire nei guai tutti quanti?
Così, senza sapere cos’altro fare, aprì un’aula vuota e ci entrò. Aveva paura di poter incontrare Gazza per i corridoi e quello sarebbe stato un grande, enorme problema. Adagiò James su un divanetto di pelle vicino ad un’alta finestra dalla quale filtrava la debole luce della luna piena. In questa nuova prospettiva Lily poté vedere in che stato pietoso si trovasse James. Il viso era cereo, i vestiti a brandelli e le ferite al di sotto ancora aperte e sanguinanti. La ragazza rabbrividì, sentendosi di nuovo gli occhi lucidi. Non le piaceva il sangue, per niente. La spaventava, le faceva paura. Tuttavia i suoi incantesimi avevano bloccato, anche se di poco, l'emorragia. Lily sfilò al ragazzo gli occhiali sporchi e, senza quasi rendersene conto, gli carezzò la guancia insanguinata. Sì, Lily odiava il sangue. Non riusciva a sopportare di vedere James così. Sembrava... sembrava... no. Non lo era. James era vivo e presto sarebbe stato bene.
Improvvisamente Lily balzò in piedi. Non aveva assolutamente tempo da perdere e in più ora sapeva dove andare. «Aspettami qui.» Sussurrò al corpo immobile.
Lily corse veloce, sperando di non fare troppo rumore. Non seppe dire per quanto corse, ma alla fine arrivò alla sua destinazione. Senza indugiare bussò forte alla porta di legno, per tre volte.
Dopo pochi minuti una voce tremante e assonnata le rispose. «S-sì? Chi è?»
«Professore, sono io. Sono Lily.»
La voce non rispose più ma in compenso la porta si aprì. Il professor Lumacorno apparve davanti a lei, con indosso una vestaglia bianca decorata con fini ricami verde smeraldo, come l’emblema della sua casa, e un’espressione intontita sul viso.
«Professore, mi spiace disturbarla nel bel mezzo della notte ma...»
«Lily cara!» Esclamò il professore, strabuzzando gli occhi gonfi. «E’ tardissimo! Non dovresti essere in giro per il castello a quest’ora! Se qualcuno ti vedesse finiresti nei guai, seri guai!»
«Lo so professore, ma non sarei qui se non fosse un’emergenza. Ho bisogno di alcuni ingredienti per una pozione. Una mia compagna di Grifondoro non sta bene. Avrei preparato io il tutto, ma è troppo tardi, e non sapevo dove altro procurarmi gli ingredienti se non da lei. Ho pensato di venire da lei, professore, perché è sempre così gentile e disponibile.» Terminò Lily guardandolo con uno sguardo supplichevole.
«Oh, e va bene. Entra, presto! Sappi che lo faccio solo perché sei tu, signorina Evans.» Disse Lumacorno aprendo la porta e sbirciando fuori, per controllare che nessuno avesse visto. Probabilmente il fatto che fosse ancora mezzo addormentato fu molto d’aiuto perché Lily non si aspettava di convincerlo così facilmente.
«Grazie professore!» Disse Lily, entrando. A volte serviva essere nell’esclusivo club di Lumacorno, pensò la ragazza, dispiaciuta tuttavia di avergli dovuto mentire. Era pur sempre un professore.
«Prendi tutto quello che ti serve.» Per fortuna Lumacorno sembrava essere troppo addormentato per sospettare qualcosa o anche solo per chiedere chi si fosse fatto male, cosa si fosse fatto e che pozioni servissero a Lily. Questa era un’ottima cosa, pensò la rossa afferrando una boccetta di essenza di dittamo. Meno domande avrebbe fatto meno avrebbe dovuto mentire.
Lily mise tutto in tasca, stringendo tra le dita la bottiglietta di dittamo; di solito ne bastava una goccia per mettere tutto a posto. Sperando che quella volta non avrebbe fatto eccezione tornò alla porta, cercando di non sembrare troppo agitata. Ogni momento che passava poteva essere vitale per James.
«La ringrazio immensamente professore. Non saprei cosa avrei fatto senza di lei.»
«Oh, suvvia mia cara. Non c’è assolutamente bisogno, mi fa sempre piacere aiutarti.» Rispose il professore, tutto orgoglioso di se e della sua beniamina. «E ricordati dell’incontro in programma la settimana prossima. Per il Luma Club. Spero proprio che tu riesca a parteciparvi.»
«Oh, certo signore, ci sarò sicuramente.» Disse Lily, per niente interessata al Luma Club in quel momento. «Grazie ancora. E buona notte, signore.»
Lily gli sorrise fino a quando il professore non chiuse la porta. A quel punto il sorriso le morì sulle labbra, sostituito da un’espressione preoccupata. Lily riprese subito a correre e pochi minuti dopo si ritrovò di nuovo di fronte alla porta dell’alula doveva aveva lasciato James. Entrò e si richiuse la porta alle spalle, lentamente. James era ancora come lo aveva lasciato.
La ragazza si gettò in ginocchio, afferrando la boccetta di dittamo dalla tasca delle felpa. Non sarebbe stata in grado di fare altro. Doveva funzionare. Il dittamo sistemava sempre tutto.
«Ok. Ok, andrà tutto bene. Tutto...» disse stappando la boccettina con mano tremante. Versò poche gocce su ogni ferita e aspettò. Il dittamo fece presto effetto: l’emorragia si fermò, il sangue si seccò e dopo pochi minuti i tagli diventarono sottili, pallide cicatrici sul petto di James. Lily si rese conto di aver trattenuto il respiro per tutto quel tempo. Finalmente si rilassò e si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo.
Poi, per essere sicura che tutto fosse andato per il verso giusto, prese il polso di James e cercò di sentire il battito. Sì, era lieve, ma c’era.
La ragazza lanciò uno sguardo a James, che era ancora completamente immobile. Il suo colorito però stava migliorando, realizzò con gioia. Era andato tutto bene. Ce l’aveva fatta.
Non sapendo che altro fare, Lily prese un panno pulito da uno dei cassetti di una credenza e lo inumidì. Si inginocchiò di nuovo vicino a James e, scansando i brandelli della sua maglietta, passò il panno sul sangue rappreso, grattandolo via con delicatezza dal petto del ragazzo e osservando con attenzione clinica le tre sottili cicatrici. Improvvisamente le tornò alla mente la creatura che gliele aveva procurate. Era veramente bestiale, non aveva nulla di umano per questo le riusciva così difficile credere che quel lupo mannaro era Remus. Il tranquillo, pacato, misurato Remus.
Lily continuò il suo lavoro, eliminando poco a poco tutto l’odioso sangue che imbrattava la pelle candida di James. Non sapeva perché, ma sentiva di aver caldo. Anzi, provava quella strana sensazione alle guance, come se le stessero andando in fiamme. Ma di sicuro non era perché stava lavando via sangue secco dal petto di James Potter. Assolutamente no! Accidenti, lui aveva appena rischiato di morire dissanguato e lei... che orribile, orribile persona che era. Lily si sarebbe volentieri tirata uno schiaffo. Forse anche due.
Lanciò uno sguardo a James e la rabbia che provava verso se stessa defluì alla vista dell’espressione pacifica di lui. Ce l’aveva fatta. L’aveva guarito. Aveva salvato la vita a James Potter, pensò con una certa incredulità mista a fierezza. Sin da quando l’anno era iniziato, o forse ancora da prima, le pareva di vivere in un mondo parallelo. Tutta quella storia con Potter... la faceva sentire... su un altro mondo. Le sembrava di non essere più la Lily Evans che era stata per tutti quegli ani.
Sorridendo, Lily passò delicatamente il panno anche sul viso di James, eliminando le ultime tracce di sangue. Ecco, pensò la ragazza, sentendosi sollevata, ora non sembrava più morto. Sembrava solo che stesse dormendo.
Fu in quel momento che le palpebre del ragazzo ebbero un fremito. Lily si raddrizzò. «James?» Aspettò qualche secondo, pensando di esserselo immaginato, ma poi gli occhi di James si aprirono e il ragazzo sbatté le palpebre un paio di volte. «James!»
«Lily?» Disse lui, con voce incerta, senza guardarla realmente. «Lily... non vedo niente!»
«Oh!» Esclamò la ragazza, prendendo gli occhiali e porgendogli a James. «Certo, scusa.»
James inforcò gli occhiali, mettendo a fuoco la stanza e, ovviamente, la ragazza.
«Cosa diavolo è successo?» Disse lui, con aria stordita.
«Non... non ti ricordi?» Chiese Lily, dubbiosa.
«Io ricordo... io... ah, la testa.» Disse portandosi una mano alla nuca e mettendosi a sedere. «Ricordo che non riuscivo più a...» Ma ad un tratto si interruppe, la voce gli morì in gola e il ragazzo si voltò a guardare Lily con un’espressione colma di stupore dipinta sul viso ancora pallido..
«Non riuscivi a trasformarti? In... in animgus?»
James non rispose subito, ma fissò la ragazza intensamente. Lily si sentì in imbarazzo. «Non preoccuparti, non lo dirò a nessuno. Né di te, o Sirius, o Peter. Né di Remus.»
James deglutì. «Non è colpa sua. Non giudicarlo per quello che ha fatto, lui...»
«James,» lo interruppe Lily, rivolgendogli un sorriso rassicurante. «Lo so.»
Anche le labbra del ragazzo si piegarono in un sorriso, ma dalla sua espressione si capiva che il ragazzo era ancora sofferente. Automaticamente, James cercò la mano di Lily, e la strinse.
«Mi hai salvato la vita, non è vero?» Disse guardandosi il petto e passando le dita sulle tre sottili linee bianche che vi correvano da un lato all’altro. «Sei sempre la solita, Evans.»
«Bé, credo che tu ora mi debba un favore.» Disse Lily, liberando la mano dalla stretta di lui e alzandosi in piedi di scatto. Non sapeva perché, ma si sentiva come... in imbarazzo. E poi una consapevolezza la colpì forte, come se avesse ricevuto un pugno. Era sollevata. Sollevata di vedere che James stava bene. Per un attimo aveva davvero temuto per il peggio. Si era preoccupata per lui. E questo non andava bene, perché non riusciva a capire tutti quei sentimenti che stava provando. La confondevano e la facevano impazzire. In automatico, Lily diede le spalle a James, per non fargli vedere la confusione sul suo viso ed iniziò distrattamente a sistemare tutto ciò che aveva toccato o spostato nella stanza, per cancellare ogni traccia del loro passaggio.
James si alzò lentamente, riacquistando l’equilibrio, poi guardò Lily, che gli dava ancora le spalle. «Grazie.» Sussurrò James, guardandola attentamente, in attesa che si voltasse.
La ragazza smise di fare quello che stava facendo. Di solito James Potter non ringraziava mai. O almeno non lo aveva mai sentito farlo, non così spesso.
«Non devi ringraziarmi.» Rispose lei, ancora più confusa e schiava dei sentimenti incomprensibili che provava in quel momento. «E poi...» Iniziò a dire Lily, cambiando tattica. «Anche se sei così odioso non ti avrei certo lasciato morire, Potter.» Concluse rivolgendogli un sorriso divertito e mascherando ogni sua incertezza.
«Ah davvero? E così mi reputi odioso, eh?» Disse James avanzando a tentoni verso di lei.
«Attento Potter, sei quasi morto dissanguato. Faresti bene a non sforzarti.» Rispose Lily, con un velo di preoccupazione nella voce.
«Dunque ti preoccupi per questo ragazzo odioso.» Disse James indicando se stesso.
Lily scosse la testa, esasperata. «Sarà meglio tornare ai dormitori.»
«Sì certo. Fammi solo prendere... Oh.» Disse James, sgranando gli occhi. «Il mantello! Deve essermi caduto!» Esclamò preoccupato.
«Lo cercheremo domani, ora non c’è tempo.» Lily si diresse verso la porta, ma James non si mosse, si guardava attorno con aria stordita. «James?» Sussurrò Lily allungando una mano verso di lui.
«Okay.» Disse, contrariato. Ma non se lo fece ripetere un ‘altra volta. Prese la mano di Lily e insieme uscirono nel corridoio deserto. Lily accantonò tutti i suoi dubbi passati, concentrandosi su ciò che doveva fare: ovvero sgattaiolare per il castello in piena notte, con un James Potter convalescente e non proprio nella sua forma migliore. Se l’avessero beccata sarebbero stati guai seri. Lily guardò a destra e a sinistra; la via sembrava sgombra. In silenzio avanzarono per i corridoi deserti del castello, guidati dalla luce della bacchetta e da James, che al contrario di Lily conosceva bene ogni scorciatoia nascosta e non. I loro passi echeggiavano attutiti dai tappeti nel silenzio dei corridoi deserti di Hogwarts mentre i ritratti nei quadri sonnecchiavano o russavano fragorosamente o lanciavano loro occhiata sospettose. Per poco non si trovarono faccia a faccia con Gazza, in un corridoio del quinto piano, ma riuscirono ad evitare anche lui e pochi minuti dopo erano nella sala comune dei Grifondoro. Senza fermarsi, James imboccò la scala per il dormitorio maschile. Lily avrebbe voluto obiettare, dirgli che da li poteva anche proseguire da solo, che non c’era bisogno che lei lo seguisse, ma poi ci rinunciò. La camera dei Malandrini era il paradiso del disordine. C’era roba ammucchiata ovunque. Lily giurò di aver visto una calza sgualcita penzolare fuori dal libro di incantesimi, ma forse se l’era solo immaginato. O forse no, pensò reprimendo un brivido al pensiero di qualcuno che vivesse in mezzo a quel macello. Oltre ad essere completamente sotto sopra, la camera era era anche deserta: i suoi restanti inquilini non erano ancora rientrati. Lily si chiese cosa stesse succedendo la fuori, nella foresta.
James si lasciò cadere sul suo letto, esausto.
«E’ da tanto che va avanti così? Per Remus, intendo.» Chiese la ragazza, tanto per spezzare quell’imbarazzante silenzio. Come se non conoscesse già la risposta, pensò incrociando le braccia al petto e guardando James.
«Ogni luna piena. Sin da quando lo conosco.»
«Mi... mi dispiace.» Disse Lily, ripensando all’idea che si era fatta sui Malandrini, nel corso degli anni. Ora si rendeva conto che era un’idea del tutto sbagliata. Sì, erano dei ragazzi ribelli, pestiferi, scapestrati e spesso dei grandi idioti, ma fino ad allora non aveva saputo, non avrebbe mai nemmeno immaginato quanta lealtà ci fosse in quel gruppo. Quanto rispetto e amicizia. Lily alzò lo sguardo su James, ricordando come il cane nero, Sirius, si era frapposto fra James il Lupo Mannaro, poco prima. Era palese che un cane, per quanto arrabbiato, non avrebbe potuto battere un lupo. Ma lui lo aveva fatto lo stesso. Sarebbe morto per salvare il suo amico. «E voi...» Chiese Lily «Voi avete deciso di trasformarvi in animagus per lui.»
Il ragazzo annuì, senza aggiungere altro. Avevano compiuto uno degli incanti più difficili e in più lo avevano fatto illegalmente, solo per stare al fianco del loro amico e per fare in modo che nessuno potesse scoprire che cos’era in verità. Per proteggerlo.
«Questo è.... è un gesto da veri amici.»
James sorrise con una certa soddisfazione in volto. Lily non gli faceva spesso dei complimenti. Anzi, non gliene aveva mai fatti dacché James ricordasse. I due si fissarono per un po’, poi Lily distolse lo sguardo. «Non credi di doverti cambiare?» Disse guardando la maglietta distrutta di James.
«Sì, credo sia opportuno farlo.» Il ragazzo si alzò e afferrò una maglia a caso dal disordinato baule aperto ai piedi del suo letto, levandosi quella rotta, che finì a terra.
Lily si voltò dall’altra parte, dandogli la schiena.
«Lily?» La chiamò lui con voce maliziosa. «Puoi anche guardare sai? Non sono mica nudo.»
«Oh! Cambiati e basta!» Sbottò la rossa, incrociando le braccia con stizza.
«Ok, ok! Fatto.» James si lasciò cadere mollemente sul letto.
«Faresti meglio a dormire un poco ora. Hai un’aria stravolta.» In effetti gli occhi del ragazzo faticavano a restare aperti. James fece segno a Lily di sedersi accanto a lui.
La ragazza era già in imbarazzo solo per il fatto essere li, nella sua camera da letto; avrebbe voluto restare sola e pensare ai sentimenti inaspettati che l’avevano colta quando aveva visto James ricoperto di sangue. Era così... confusa. E in più... non era mai entrata nei dormitori maschili, e non avrebbe mai pensato di entrarci da sola con una ragazzo. Ma alla fine lo accontentò e gli si sedette affianco.
«Puoi restare qui, per favore?»
Lily sgranò gli occhi a quella richiesta. Socchiuse le labbra, ma non le venne in mente niente da dire. «Hemm... io...» James alzò lo sguardo stanco su di lei, in attesa di una risposta. «Hmmm... okay.» Disse la ragazza. Le labbra di James ebbero un guizzo mentre i suoi occhi si chiudevano, quasi contro la sua volontà, in preda alla stanchezza.
«Gra... grazie Lily.» Disse James per metà sbadigliando. Le trasformazioni in animagus richiedevano una certa dose di energia e tre trasformazioni l’avevano sfiancato. In più c’era stato quel piccolo problema con Remus-lupo che non aveva fatto altro che peggiorare le cose. James non aveva nemmeno la forza di tenere gli occhi aperti.
Si addormentò in pochi minuti e Lily, per la seconda volta in una sera, si ritrovò a fissare il suo viso sereno. Questa volta però, sulle labbra di lui c’era un sorriso. E, cosa più importatane, non c’era traccia di sangue.

~

Lily non si rese conto del tempo che passava, fino a quando il rumore dei passi la destò dallo stato di assopimento nel quale era caduta. Sobbalzò sulla sedia e si alzò in piedi. Lanciò uno sguardo alla finestra. Fuori era ancora buio, ma in lontananza sembravano iniziare ad apparire i primi raggi dell’alba.
Quando si voltò a guardare la porta, quella si aprì e tre persone entrarono tutte trafelate nella stanza, Sirius in testa.
«Ramoso!» Urlò. James, che dormiva beato sul letto, si svegliò di colpo.
«Che...?!» Disse mettendosi a sedere velocemente, con uno sguardo perso e i capelli spettinati. Un istante dopo, Sirius gli fu addosso. «Ahi! Felpato! Mi fai male!»
Ma il ragazzo non accennò a spostarsi e presto fu raggiunto da Peter.
«Ragazzi.» Provò a dire Lily, ma i due non l’ascoltarono. «Hemm... ragazzi!» Disse alzando la voce. Sirius questa volta si voltò. Sulle sue labbra c’era un sorriso largo da un orecchio all’altro.
«Ah, Evans! Spero di non aver interrotto niente!» Esclamò Sirius lanciando uno sguardo a James e passandogli un braccio sulle spalle, tirandogli un pugnetto amichevole sulla spalla. James ridacchiò, ancora mezzo addormentato. «No, niente di che. Solo il mio sonno.» Borbottò lanciando uno sguardo a Lily. I suoi occhi parevano dire ‘’sei rimasta’’.
Sirius rise ma poi, d'improvviso tornò serio. «Sono felice che tu stia bene, Ramoso.»
James stava per rispondere, ma una voce lo bloccò prima che potesse anche solo iniziare.
«Mi dispiace.»
James si voltò verso la fonte della voce. Non aveva realizzato, all’inizio, che Remus non era li con loro. Il ragazzo era rimasto in disparte, vicino alla porta, con lo sguardo basso e i capelli che gli ricadevano flosci sulla fronte, coprendone il viso cereo, come se stesse pensando di scappare via da un momento all’altro.
«Remus...»
«No! E’ stata colpa mia! Avete sempre rischiato tanto per me, prima o poi sarebbe dovuto succedere. Non... non dovete più fare tutto questo, non dopo quello che è successo. Mi dispiace. Davvero. Avrei potuto ucciderti.» Concluse il ragazzo, abbassando di nuovo lo sguardo.
«Remus, quello che facciamo, il trasformarci le notti di luna piena, è stata una scelta nostra. E lasciamelo dire, se dovessi tornare indietro lo farei ancora. E’ questo che fanno gli amici, no?» James sorrise ma Remus, che si ostinava a tenere lo sguardo basso, non sembrava affatto convinto.
«Gli amici non cercano di uccidere altri amici. Io l’ho quasi fatto.»
«Ma non è stata una tua scelta. Dai Remus, lo sai bene! Lo sappiamo tutti. E poi... sono qui e sono in forma! Non possiamo passarci sopra?»
Lily iniziò a sentirsi di troppo in quel quadretto da Malandrini. E Sirius parve accorgersene. «Ramoso ha ragione; è vivo, sta bene. E per questo dobbiamo ringraziare la nostra rossa ficcanaso la in fondo.» Disse Sirius indicando Lily, che stava cercando di scomparire mimetizzandosi col muro.
«Hey!» Esclamò lei. «Non sono una ficcanaso!»
«No... no, certo che no. Allora cosa ci facevi li, a quell’ora, fuori dalle mura del castello?» La stuzzicò Sirius, rivolgendole uno sguardo complice. Lily rimase spiazzata. «Io... hemm... io... bè, che ti importa? L’importante è che fossi li.»
«Giusto!» Esclamò James, ma subito dopo tornò a guardare Remus. «Allora Lunastorta, vieni qui o no?»
Il ragazzo esitò ancora ma alla fine si convinse e con un sorriso dispiaciuto si sedette sul letto e subì le pacche amichevoli di James e Sirius. Peter, dal canto suo, era semplicemente felice che tutto si fosse risolto nel migliore dei modi.
«Bene, adesso io me ne andrei. Avete tutti una pessima cera quindi...» Disse Lily indicando la porta. «A domani.» Stava già per uscire quando si voltò indietro. «Ovviamente non farò parola con nessuno riguardo quello che è successo stanotte.» E il suo sguardo scivolò su Remus. Lily gli rivolse un sorriso comprensivo, poi lanciò un’ultima occhiata agli altri Malandrini.
«Buona notte, tesoro.» Disse James rivolgendole un sorriso ampio tanto quanto quello di Sirius. Lily lo fulminò con lo sguardo, ma decise di non dire nulla. Però, mentre si dirigeva al dormitorio femminile, un mezzo sorriso le si dipinse sulle labbra.
Quella giornata era stata decisamente strana. E non aveva fatto altro che confonderla di più. Okay, aveva questa relazione segreta con James Potter. Ma era nato tutto come una sorta di esperimento... uno... scherzo. Un atto di ribellione o chissà cos’altro. Non poteva essere che lei iniziasse a provare davvero qualcosa in più per lui. Ma improvvisamente l’immagine del ragazzo immobile e insanguinato le tornò in mente, facendola rabbrividire. Ma insomma, restava sempre James Potter, no? Non poteva essere niente più che semplice preoccupazione. O almeno Lily cercò di convincersi che fosse così.

~

Sirius lasciò andare James e si lasciò cadere sul letto, al suo fianco, mentre Peter si appallottolava sul fondo e Remus si cambiava i vestiti laceri e sporchi.
«Oh...» sospirò James fissando il soffitto con aria sognante. «Se solo foste rimasti nel bosco ancora un po avrei potuto passare più tempo con la Evans. Non credo fosse mai venuta nel dormitorio maschile, sai?»
«Sei proprio un infame, lo sai vero?! Eravamo preoccupati per te, per questo siamo venuti subito! E per poco Gazza non ci beccava! Abbiamo dovuto chiudere quella sua maledetta gatta in un ripostiglio delle scope! Quando il vecchio lo scoprirà sarà furioso! E tutto questo per correre a piangere al tuo capezzale!» Esclamò Sirius, fingendosi offeso e lanciandogli un cuscino in faccia. «E poi non mi pare che steste facendo un granché. Dormivi come un bimbo, Ramoso! Mancava solo che ti mettessi a ciucciarti il pollice!» James lanciò via il cuscino e non commentò. «E levati quell’espressione da babbeo dalla faccia!» Esclamò Sirius, ora ridendo di gusto.
Remus li raggiunse, pulito e composto come se non si fosse appena trasformato in lupo mannaro. «Ma c’è una cosa che non capisco... perché non eri trasformato?» Chiese Remus, guardandolo di sottecchi. Si sentiva ancora in colpa, nonostante tutto.
«Lui si era trasformato. Ma ad un certo punto... è tornato umano.»
«Ma perché? Com’è possibile?» Chiese Peter mordicchiandosi un’unghia.
«Credo di saperlo.» Disse James, d’un tratto serio. «Vi ricordate la pozione che mi ha fatto bere Mocciosus? Credo sia stata colpa sua.»
Sirius scattò subito in piedi. «Quel piccolo, viscido, lurido verme! Domani desidererà di non essere mai nato! Probabilmente lo desidera ogni giorno, ma chissenefrega!»
«Ne sei sicuro James? Okay, stiamo parlando di Piton... ma arriverebbe a tanto? Lui sa cosa sono io...» disse Remus con un certo tono di disgusto. «Sa quello che avrei potuto farti e che in effetti ho quasi fatto... credi davvero che sarebbe arrivato a tanto?»
«Certo che sì! E’ perfettamente nel suo stile!» Esclamò Sirius. James annuì con vigore.
«E’ un mangiamorte ora, deve aver preso la cosa molto sul serio. Ma ovviamente non avrebbe il coraggio di farmi fuori lui stesso. No, il vermiciattolo fa fare il lavoro sporco ad altri.»
«Quel bastardo! Voleva metterci uno contro l’altro, ecco cosa voleva! Oh, questo non doveva farlo. Non doveva proprio farlo.» Disse Sirius con fare minaccioso.
Remus non ebbe più obiezioni, parve convinto quanto James e Sirius del fatto. «Okay. Okay, il ragionamento non fa una piega.» Remus sospirò. «Ma forse ora è meglio andare a letto. Non so voi, ma sono stanco morto. Ed è già quasi l’alba.»
«Sì, Remus ha ragione.» Constatò Peter, alzandosi e zampettando subito verso il suo letto, con sguardo assonnato come se fosse già per metà nel mondo dei sogni.
Anche Sirius, che aveva ancora sul volto un’espressione minacciosa, si avvicinò al suo. James invece si lasciò cadere sui cuscini, pensando a tutto ciò che era successo.
Aveva rischiato di morire, quel giorno. Aveva davvero rischiato di morire. Forse lo aveva realizzato solo in quel momento. Se Lily non fosse stata li probabilmente a quell’ora sarebbe morto sotto le fauci del suo migliore amico. Tutto per colpa di quell’idiota di Mocciosus. Ma Lily era li, era li per lui e lo aveva salvato. Un sorriso si dispiegò sulle sue labbra, probabilmente Sirius gli avrebbe detto che aveva un’espressione da babbeo in quel momento, ma non gli importava. Dopo quasi sei anni, finalmente, aveva fatto innamorare di sé la sua bella Evans. E lei gli aveva salvato la vita. Le cose potevano andare meglio di così? Bé, James era sicuro di non aver ringraziato abbastanza la sua Lily. Il giorno dopo avrebbe rimediato. E avrebbe rimediato anche la questione Mocciosus. Con questo pensiero e con l’immagine di Lily intrappolata negli occhi e nella mente, James si addormentò.


~

SPAZIO AUTORE


Buon giorno miei cari lettori (se ne sono rimasti xD) e buone vacanze! Dopo le varie minacce di essere cruciata (che lettori malvagi che ho +__+)... ecco finalmente il nuovo capitolo!
Finalmente la scuola è finita e ci si può riposare... e si può scrivere in tutta calma u.u spero che il capitolo vi sia piaciuto... abbastanza tranquillo... bé, non proprio per il povero James! Quasi ammazzato dal suo migliore amico! Diciamo che ora potrebbe essere un poco arrabbiato con un certo Piton... mentre possiamo dire che non lo sia per niente con la bella Lily :D
Bé, basta con le chiacchiere! Ringrazio __Puffa__ , AudreyC, Lally_97 e LetyBene per aver recensito lo scorso capitolo e... alla prossima ;)

- C




   
 
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