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Autore: lilyblack90    18/01/2007    3 recensioni
storia ambientata un anno prima la nascita di Harry Potter. una ragazza dal passato incerto entra in una Hogwarts che nasconde Auror e Mangiamorte come lei stessa. dovrà cercare di trovare la sua strada. e ricominciare a credere nell'amore.
Genere: Romantico, Triste, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus, Silente, Mangiamorte, Serpeverde, Tom, Riddle/Voldermort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I follow the night
Can’t stand the light
When will I begin
To live again?

Satine

-Flipendo!- -Preside…- Silente si avvicinò cauto al ragazzo, controllando che non ci fosse nessuno nei dintorni -come stai? La ferita?- -quasi del tutto rimarginata.- Silente sorrise -I mangiamorte sono sempre più forte. Ma tu e gli altri Auror avete fatto un ottimo lavoro. Purtroppo temo che lo scontro con Voldemort sia sempre più prossimo…- Flipendo annuì -e io sarò pronto ad accoglierlo.- il preside lo guardò. Inutile discutere con Flipendo. Troppa determinazione. -meglio rimandare questa conversazione. Tra poco dovrebbe arrivare una nuova alunna.- -una nuova alunna a metà ottobre?-

-sì, è stata trasferita qui perché nella sua vecchia scuola in Italia l’hanno espulsa. È stata accusata di aver incendiato gran parte dell’edificio.- Flipendo fischiò -però, hai capito le italiane!- -Bè, vado nel mio ufficio. Arrivederci Valeroy.- -preside…- il ragazzo seguì il preside con lo sguardo, quando sentì un’altra presenza alle sue spalle. Si voltò e trattenne bruscamente il fiato. Davanti a lui c’era la professoressa di Erbologia. Una ragazza giovane, intelligente quanto bella. Gufella Elaine Delacroux. Gli occhi gialli che scrutavano quelli verdi del ragazzo. Capelli scuri che le ricadevano sulle spalle. Flipendo strinse i pugni; una semplice professoressa. Ma che gli provocava mille ricordi. Lei era una Mangiamorte. Una Mangiamorte incaricata di spiare gli Auror. Una Mangiamorte rimasta in cinta di un bastardo ucciso poi dallo stesso Voldemort. Ma, soprattutto, una Mangiamorte che nutriva un forte interesse per Flipendo. Interesse ricambiato. Un desiderio basato solo sull’attrazione fisica. Attrazione che avvertivano ogni volta che erano vicini. Come in quel momento. -Buongiorno Signor Valeroy.- -Professoressa…lui come sta?- Gufella sospirò e abbassò lo sguardo verso il bambino che stringeva contro il petto. -bene. Molto bene.- Flipendo annuì -ora dovrei andare. Sua cugina mi ha messo di nuovo in punizione.- -Gufanas…ha questo vizio, vero?- commentò gufella sorridendo. Ma flipendo rimase impassibile -bene, vado.- le passò accanto. -aspetta!- Flipendo si fermò senza voltarsi. -ehm…ecco…volevo dirti che mi auguro di vederti alla mia lezione.- -naturalmente professoressa.- rispose freddo il ragazzo, per poi allontanarsi. Gufella si voltò lentamente -Flipendo…- mormorò con gli occhi lucidi. La odiava. E poteva capirlo. Era colpa sua. Tutto era venuto fuori. Il suo passato. E Flipendo aveva scoperto. Aveva scoperto che la ragione per cui non aveva più una famiglia ad attenderlo a casa era lei. Lei, Gufella, che aveva ucciso anni fa i suoi genitori. Flipendo aumentò il passo. Voleva allontanarsi da quella ragazza maledetta. Una bellezza sporcata dal delitto. Salì fino alla torre d’astronomia. E piano bussò. -avanti…- entrò. Un fantasma galleggiava a metà aria. -buongiorno professoressa Gufanas.- -oh, bene Valeroy…prego, prego, metta pure in ordine tutto il mio ufficio, come punizione.- Flipendo si guardò intorno. Fogli a terra, cattedra piena di libri, piume, cartine sparse ovunque.-Professoressa, mi scusi…ma ieri, quando sono venuto, non era così incasinato…- -non mi starai accusando di aver messo di proposito tutto all’aria così da darti una punizione adeguata, vero?… bè, comunque sì, avresti ragione!- scoppiò a ridere -su Valeroy, lavora!- Flipendo sospirò e cominciò, il pensiero ancora a Gufella. -sai. .…mia cugina è molto brava a fare la madre…- “maledetta Gufanas! Capisce i miei pensieri e mi tormenta…” -ma cosa vai pensando, Flyuccio! Sto solo facendo conversazione!- Flipendo alzò lo sguardo verso il fantasma che volteggiava sulla sua testa.era meglio non rispondere -comunque, capisco tu sia arrabbiato. E non intendo giustificare Gufella. Ma capisci che a quel tempo era giovane e totalmente succube di Voldemort.- Flipendo strinse i pugni -le pare una giustificazione?- -certo che no!- mormorò Gufanas avvicinandosi alla porta -ah, comunque non so se lo sai.. Ma ha chiamato suo figlio…Flipendo…- detto questo uscì sempre volteggiando. Flipendo si paralizzò. Flipendo…come lui. Inconsapevolmente lo sguardo si addolcì. E sentì dentro una voglia matta di vederla.

Lily scese dal Nottetempo con il quale era arrivata a Hogwarts. Si trovò davanti a degli alti cancelli chiusi, dietro ai quali intravedeva uno spezzone di castello. -oh, lei deve essere la signorina Black! Prego, entri.- Lily abbassò lo sguardo verso una donna dall’altra parte dei cancelli. Aveva in mano una bacchetta con la quale stava aprendo i cancelli. Un minuto dopo Lily riuscì a metter piede in un vasto prato, affiancato da un lago. -io sono la professoressa McGranitt.- -Lily Black.- -venga pure. Questo è il prato della scuola. Ogni studente ne ha libero accesso. Quella, invece- continuò indicando una foresta alla loro sinistra -è la foresta proibita. Credo che già il nome dica tutto.- Lily annuì, annotando la foresta come primo posto in cui sarebbe andata. Arrivarono al portone del castello accostato. La McGranitt fece cenno a Lily d’entrare e, seguendola, chiuse il portone alle loro spalle. -venga su per queste scale. L’accompagno dal preside. Non vede molti studenti in giro perché al momento ci sono le lezioni.- guardò l’orologio -in effetti mi sta aspettando una classe. Bene, questa è il gargoyle. La parola d’ordine è “Liquirizia”. il gargoyle si spostò di lato. -salga le scale. Ci vedremo a pranzo. Arrivederci!- Lily salutò con un cenno, poi prese a salire alle scale. Arrivò all’unica porta che c’era e bussò. -avanti.- lentamente entrò incontrando subito un sorriso radioso da dietro una scrivania -benvenuta, signorina Black!- -lei è Silente, giusto?- -esatto. Tutto bene il viaggio?- -un po’ scomodo.- -capisco … bene, come prima cosa penso che dovrò smistarla. Sa cosa intendo, vero?- -sì, conosco la storia Hogwarts. Ci sono quattro case.- -benissimo. Grifondoro per i coraggiosi. Corvonero per quelli dotati di gran cervello. Tassorosso per i buoni e Serpeverde…- -… per i Mangiamorte.- concluse Lily. Silente la guardò incredulo -bè…non avrei detto così … Serpeverde è composta da ragazzi astuti e furbi.- -certamente…ma io non stavo criticando, anzi…- sorrise dolcemente. Silente decise di lasciar cadere il discorso. -ecco … si sieda qui … ora le metterò questo cappello… sarà a lui a decidere in quale casa collocarla.- Lily ubbidì. Si sedette su una sedia lasciando che il preside posasse un vecchio cappello sui suoi capelli. E attese “uh, studentessa un po’ ritardataria, vero? Bè… vediamo …mhh, strano… noto un cambiamento quasi radicale in lei, signorina Black. Vedo un passato felice, interrotto bruscamente. E vedo recente violenza. “ “Vuoi muoverti, vecchio cappello?” pensò irritata Lily. “ la tua arroganza non ti aiuterà. Vorresti finire a Serpeverde, vero? Pensi che in quella casa potresti trovare più facilità ad affermarti … mi dispiace, ma non posso. Vedo ancora del buono n te per lasciarti rovinare. Purtroppo non posso mandarti a Grifondoro, dove di sicuro avresti trovato aiuto … quindi… Corvonero.-”

Lily si tolse il cappello. Silente la guardava sorridendo -complimenti! Corvonero è un’ottima casa!- -ne sono sicura.- rispose Lily pacata. Rimase in silenzio qualche secondo. Lily pensava alle parole del cappello. -Preside … il cappello … ha detto che a Grifondoro avrei trovato aiuto … a chi si riferiva?- chiese Lily, omettendo accuratamente il contesto in cui serviva aiuto. Il preside la fissò a lungo pensieroso -non saprei … forse intendeva aiuto per farla orientare meglio … ma comunque anche a Corvonero troverà molto aiuto. - sorrise -ora può andare.- schioccò le dita e apparì un elfo domestico -lui ti accompagnerà al dormitorio.- -Grazie Preside. - -di niente. Arrivederci, signorina Black.- il Preside rimase a guardare Lily uscire. Poi si rivolse al cappello parlante -mi spieghi?- -quella ragazza ha bisogno d’aiuto per ritrovare se stessa … ha imboccato una brutta strada.- Silente sospirò -l’avevo immaginato. Ma, alla fine, ha sedici anni. Farà qualche danno, qualche bravata niente di che.- -forse.- rispose il cappello scettico - ma io l’avrei mandata a Grifondoro. Di sicuro avrebbe trovato un degno aiuto in Flipendo Valeroy.- Silente spalancò leggermente gli occhi -ma allora …-

Lily seguiva a passo lento l’elfo. Ogni tanto lanciava delle occhiate in giro. La campanella cominciò a suonare. E Lily si trovò di colpo sommersa da studenti -ma che caz …- gli sutendti parlavano, urlavano, ridevano. E quando finalmente tornarono nelle aule, lei aveva perso l’elfo domestico -razza di insulso essere! E ora come faccio? COME FACCIO AD ARRIVARE A QUELLA STRAMALEDETTA CASA?- -prima di tutto, dovresti sapere qual è.- Lily si voltò di scatto e si trovò di fronte a un ragazzo. Era molto carino. Ma qualcosa non la convinceva … dove l’aveva già visto? -mi chiamo Flipendo Valeroy.- Lily finalmente capì. Il ragazzo che le aveva fatto vedere Voldemort … il famoso Auror. Flipendo continuò -tu sei Lily Black, vero? Il preside mi aveva detto che saresti arrivata … qual è la tua casa?- finalmente Lily riuscì a parlare -Corvonero.- rispose fredda. Flipendo annuì -vieni, ti accompagno. Tanto avrei astrologia, e la professoressa si diverte a mettermi in punizione. Arrivando in ritardo le farò un piacere!- camminarono in silenzio per buona parte del corridoio. Flipendo le lanciò un’occhiata di nascosto. Aveva capelli neri, scalati sul davanti , che le toccavano le spalle. Occhi blu ghiaccio. Un viso dolce. Ma un’espressione dura. -eh … siamo arrivati.- Lily osservò una statua. -e la parola d’ordine?- -io, io! Giglio fiorito!- la statua si spostò di lato. i due ragazzi abbassarono sguardo e videro l’elfo domestiche Lily aveva perso. Flipendo sorrise -farò finta di non aver sentito … bene … ti lascio in buone mani! Allora … a presto!- allungò una mano verso di lei. Riluttante Lily la strinse. E un dolore acuto le prese il braccio sinistro. Lasciò ricadere la mano - devo andare. Ciao.- si voltò e corse dentro la sua Casa. Flipendo rimase per un attimo perplesso, prima di scuotere le spalle e avviarsi verso la sua lezione.

Lily entrò nella Sala Comune, pensando ancora al ragazzo. Il Marchio aveva bruciato non appena i erano sfiorati. Che volesse significare qualcosa? Dentro di sì penso che più stava lontano da lui, meno guai avrebbe avuto. -sei nuova?- una voce femminile interruppe i suoi pensieri. Su uno dei divani che componevano la Sala era sdraiata una ragazza. Aveva un colore di capelli strani e occhi blu. E aveva un’aria stranamente familiare. -sì …- la ragazza si alzò dal divano -oh, bene! Io mi chiamo Angelina Blue Iaveniscki.- Lily spalancò gli occhi -non ci credo … Blue! Sono Lily, Lily Black!- un’espressione stupita prese il volto della ragazza -stai scherzando … WOW, LILY!- con slanciò le si buttò al collo -non è possibile! Tu qui!- Lily rispose con calore all’abbraccio -è stupendo vederti! Ma vieni, siediti! Devi raccontarmi tutto! Come va in Italia? E Fiamma? E Mark?- Lily sorrise al suo interessamento. Si sentiva incredibilmente bene. E come poteva essere il contrario? Blue Iaveniscki, sorella di Fiamma Baudelaire. Stessa madre, padre diverso. Quando la madre aveva divorziato dal primo marito., Fiamma era rimasta a vivere con lui. Poi era nata Blue, un anno e mezzo più piccola e lei, Fiamma, Mark e Lily erano cresciuti insieme. Poi la madre delle sorelle si era dovuta trasferire in america e Blue andò con lei. E ora, dopo tre anni, eccola lì. -stanno tutti bene.- -e come mai tu sei qui?- Il sorriso di Lily si spense e tutta la felicità appena provata scomparve -è una lunga storia.- -dici? Sai Lily, mi sento sempre con mia sorella … dice che da quando è morta Amelye tu sia cambiata.- Lily si alzò dal divano -ehy, Blue, ti va di accompagnarmi nel mio dormitorio?- Blue rimase qualche secondo a guardarla, prima di annuire. Mentre risalivano le scale a chiocciola, Angelina cominciò a raccontare un sacco di vicende allegre. E Lily pensava. Pensava che cominciava a dubitare che fosse positivo stare a Hogwarts. Se lì avesse dovuto incrementare il suo futuro da Mangiamorte, temeva di metter in pericolo Blue. E non voleva. Per quanto fosse cambiata, i suoi pochissimi amici erano per lei le persone più importanti.

-vieni, è ora di pranzo!- Angelina guidò Lily fuori dalla Sala comune. In quelle due ore si era fatta una doccia. Aveva indossato la divisa scolastica, evitando di mettere il distintivo della sua casa. Aveva conosciuto amici di Blue. E ora aveva decisamente fame. -allora Blue, come ti trovi qui?- chiese mentre si raccoglieva i capelli neri in un mollettone che ne lasciava ricadere qualche ciuffo. Blue sorrise -benissimo! Sono magnifici qui. A parte qualcuno. Ma voi mi siete mancati tanto. E con Mark? State ancora insieme?- Lily la guardò severa -non fingere di non saperlo. Fiamma ti avrà sicuramente detto che è finita da tempo.- le passò un braccio intorno alle spalle e sorrise furba -hai la strada libera …- sussurrò. Angelina arrossì. E così Lily sapeva della sua cotta per il ragazzo. Sgamata in pieno. Due minuti dopo giunsero davanti alla Sala Grande, già piena di studenti. Angelina la condusse al loro tavolo. -salve ragazze!- -ciao Ange!- -lei è Lily, è nuova. È una mia vecchia amica! Lily, loro tre sono le tue compagne di dormitorio: Lauren, Sophie e Hanna. - -piacere Lily! Naturalmente se ti serve aiuto per conoscere il posto puoi chiedere a noi!- propose Lauren gentilmente. -no, grazie, credo proprio che me la saprò cavare da sola.- rispose gelida Lily, bevendo dal suo calice. La sua risposta ebbe l’effetto di togliere la parola a molti Corvonero che ascoltavano la conversazione. Tutti guardarono Angelina che sorrise imbarazzata -ehm … è stanca … sapete, l’Italia è molto lontana …- convinti di questa giustificazione, tutti ripreso a chiacchierare tranquillamente tra di loro. Lily sbuffò -Blue, togliti vizio di tua sorella di salvarmi in ogni occasione d’imbarazzo. Sono affari loro, non miei. Piuttosto …parlami un po’ della gente …- Blue ubbidì rassegnata -allora … i Tassorosso .. Conosco più o meno tutti. Sono ottimi per fare due chiacchiere. Sono simpatici, ma troppo buoni. Troppo fiduciosi.- -insomma, troppo idioti.- concluse Lily. Blue ignorò il commento - i Corvonero … bè, siamo dei grandi! Siamo simpatici, ma non troppo fiduciosi! Ci sappiamo far rispettare. Ma siamo di indole calma e pacifica.- -e perdente.- Blue la fulminò con lo sguardo. - i Serpeverde … bè, stai lontana da loro. Hanno gli esemplari più stronzi, più bastardi, più egoisti della scuola- -e più furbi, concluderei.- -Lily non ti riconosco!- -continua Blue.- -bè … comunque …. Sì, sono furbi, ma non per come intendi tu.ma nel senso che se mai si trovassero in pericolo, fuggirebbero senza combattere.- Lily cominciò a capire perché alla fine non era finita a Serpeverde. -ah, non credono nell’amore! - concluse Angelina. Ripensandoci, Lily credette che sarebbe dovuta finire per certo a Serpeverde. -e … loro?- rivolse lo sguardo all’ultimo tavolo. Angelina sorrise -loro sono i Grifondoro! Sono simpatici, eroici … belli …- Lily la guardò divertita -oh bene, Mark è stato rimpiazzato da un qualsiasi cuor nobile?- Angelina tossì -no, certo che no! Era per dire. Se vuoi conoscere le case devi sapere che gli assoluti più fighi sono a Serpeverde. Ma se vuoi un ragazzo bello e dolce, allora punta a Grifondoro.- -e chi sarebbero questi Dei?- -bè, c’è Matt Bowie, o Luke Daves … oppure Flipendo Valeroy.- Lily si voltò di scatto. -eccolo, è lui.- Angelina indicò verso il tavolo rosso e oro e Lily vide di nuovo quel ragazzo. Rideva con dei suoi amici. Teneva in braccio una ragazza. -quella è la sua fidanzata. È di Tassorosso.- - Luna Lovegood.- si lasciò fuggire Lily. Blue la guardò stupita -e tu come la conosci?- -ehm … ho conosciuto lui oggi. Mi ha accompagnata in Sala Comune. E intanto mi raccontava della sua vita. - mentì. Lo sguardo di Blue si addolcì -allora ti avrà anche detto che i suoi genitori sono stati uccisi per mano di Mangiamorte. Oh, ma lui ora si sta allenando, è un ottimo Auror e ha già fatto molti combattimenti contro di loro! Anche Luna è un’Auror.- -mi sembra tanto debole.- giudicò sprezzante Lily. -è il loro amore la loro forza.- Lily si rivolse ad Angelina con aria scettica -Angelina, sei davvero romantica! E, senza offesa, patetica. L’amore non è certo una forza, ma una debolezza!- decretò, forse troppo ad alta voce. Molti corvonero si erano infatti voltati stupiti, con una sola domanda dipinta in faccia : cosa ci faceva lei con loro, anziché stare con i Serpeverde? -suvvia Black, così mi deludi!- Lily e Angelina si voltarono. Il soggetto della loro conversazione si era avvicinato tanto da sentire quell’ultima frase. -l’amore non è una debolezza!- -Valeroy, giusto? Bè, lascia far giudicare me.- rispose fredda Lily, considerandolo di un semplice sguardo, sia lui, che Luna. Poi si alzò -l’amore è una cosa bellissima.- tentò Luna, sorridendo dolce. Flipendo l’abbracciò . - ha ragione …- Lily lo osservò un attimo. Poi l’occhio le cadde sulla camicia di Flipendo. La cravatta sciolta così come i primi bottoni lasciavano libera la visuale del petto del ragazzo. Lily sorrise maliziosa. -dici che l’amore è la vostra forza…- si avvicinò lentamente, fermando a pochi centimetri dal viso di Flipendo. Era poco più alto di lei, ma lei era un po’ più alta di Luna. -ma l’amore a quanto vedo non ti è stato d’aiuto contro di Lui.- con uno scatto alzò la mano e premette forte sul petto di Flipendo dove, dalla camicia, aveva intravisto delle bende. Flipendo gemette dal dolore, portandosi una mano sopra la ferita. Lily si staccò. -cresci Auror, o cambia lavoro. Nessuno avrà pietà per il tuo amore.- si voltò e si allontanò lentamente, tra gli sguardi stupidi dei presenti. Luna si era inchinata su Flipendo -amore, stai bene?- ma il ragazzo non le rispose. -guardava Lily allontanarsi. Che ne sapeva lei dello scontro con Voldemort? E, soprattutto, cos’era quello sguardo che aveva ogni volta che la vedeva? Non era presunzione ne egoismo come poteva essere dai Serpeverde. No. Era odio puro. E quell’odio, per qualche emotivo, era rivolto anche a lui.

Odio, esatto. Odiavo tutto. Odiavo tutti. Odiavo lui. Ma sedici anni sono pochi. Sono pochi per capire. Sono pochi per trovare la sottile separazione tra odio e paura. Tra paura e debolezza. Tra debolezza e amore.

Secondo capitolo. Spero sia piaciuto. So bene che questa fic è un po’ strana. E infatti non mi asptto molte recensioni. Ma scriverla è una scommessa che ho fatto contro me stessa. Forse per riuscire a superare qualcosa che ancora oggi mi fa molto male.

Grazie a maryon, Chiaras e piccy1988 per le vostre recnsioni e complimenti!

A presto con il terzo capitolo.

Un grosso bacio!

Lliy Black

  
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