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Autore: LaMicheCoria    05/07/2012    2 recensioni
Sul volto della Nazione tedesca è comparsa un’espressione così colma di adorazione e meraviglia, che Veneziano ha sentito il cuore stringersi per la commozione.
Il Consiglio Superiore ha protestato, ha fatto sentire le proprie ragioni, ha urlato, ha gridato, e anche Romano non è stato da meno sacramentando più di quanto buona creanza vorrebbe, ma gli è bastato quello sguardo, solo quello sguardo per tornare fermo nel suo proposito.

L'Arte e la Guerra.
E questa è una polvere grigia che cade sugli occhi dei figli dell'uomo (Il Centro del Fiume - Pierangelo Bertoli)
[Presenza di personaggi storici: Gian Galeazzo Ciano e Rodolfo Siviero]
[Prima Classificata al Mini-Contest indetto da AmyLerajie sul suo blog, parimerito con happylight ]
[3 Capitoli]
Genere: Introspettivo, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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III.

 

Chiudi gli occhi e ascolta.
Il sospiro della pialla. Il fruscio delle setole. Il crepitio del pigmento.
Da bambini il buio sfrigolava della torcia di Konnakis, sgocciolando chiarore dorato sui seni cadenti, e i satiri danzavano fuori dal cerchio di luce, agitando i ventri flaccidi e dondolando i falli i posticci.
Ma quando la tela d’ombra si è squarciata a metà, quel tripudio di figure cremisi è esploso nell’attesa sempiterna del tocco divino e si è riversato in un rigurgito di fiamme livide lungo il Canal Grande, per poi ribollire all’orizzonte come una fumosa linea di confine.
Anche se solo, però, Veneziano non ha mai smesso di giocare e aspettare e cercare le dita nodose dell’etèra: ad occhi chiusi, nelle grandi sale dei palazzi si tendeva verso il mormorio di voci care e lontane; sorrideva, perché un giorno avrebbe insegnato a Romano la lingua del Caravaggio e da lui avrebbe imparato a conversare in spagnolo col Velázquez.
Negli anni ha davvero imparato, insegnato, ascoltato con le mano di Romano stretta nella propria, e quando credeva che mai, mai più sarebbe rimasto senza la compagnia dell’Arte…No, basta. Basta così.
Ora il silenzio è di nuovo colmo di sussurri.
Lento è l’incedere di Konnakis e i satiri le volteggiano attorno, inciampando sulle zampe tozze; sotto le sferzate di luce del Tintoretto il Bacchino Malato porge grappoli rosseggianti al Cristo Furente, per mitigarne la rabbia e allontanare da sé la maledizione del Giudizio.
Così tanti colori…! Così tante sensazioni che temeva perdute per sempre…!
Una risata vibra ai lati della coscienza e Veneziano apre timidamente un occhio, tornando ad essere parte del mondo che lo circonda. Cerca il fratello con lo sguardo e tira un sospiro di sollievo nel vederlo poco distante, mentre s’accompagna a belle signorine dall’aria distinta e offre loro un braccio o un bicchiere di vino, intrattenendole con aneddoti e altre storielle.
Sembra così felice, anche se l’allegria gli tocca le labbra e non raggiunge gli occhi, anche se manca la sola persona in grado di rendere quella serata davvero perfetta. Almeno, Romano non ha più l’espressione cupa dei giorni spesi alla ricerca di opere praticamente svanite nel nulla.
-Ho sempre sognato di poter vedere Palazzo Venezia tornare al suo vecchio splendore-
Rodolfo Siviero non è una di quelle persone che si perde in troppe parole: conosce il valore di ognuna, la forza del silenzio e la debolezza della voce.  
Veneziano lo stima per questo -e per molte altre cose.
-Io non ricordavo potesse essere così tranquillo- replica e si porta il calice alle labbra, sorseggiando quel poco di vino rimasto.
Uno dei camerieri rallenta il passo, ma la Nazione gli rivolge un cenno di diniego, invitandolo a riempire i bicchieri degli altri invitati.
È strano, davvero strano non sentire più i muri rombare e tuonare per la violenza di un’unica voce: i corridoi e le stanze formicolano e crocchiolano di parole smozzicate, commenti e sussurri; non più discorsi enfatici o gesti imperiosi a declamare antichità e grandezza, ma il mormorio cadenzato dei quadri e il respiro marmoreo delle sculture.
-Vi ringrazio, signor Siviero-
L’ex partigiano dell’Arte china il capo, unisce i talloni con uno schiocco e poi torna ad osservare il Tiziano davanti a loro; una stilla rossa ravviva gli occhi ingrigiti dal tempo e dalla Guerra.
-Io ringrazio voi, Italia Veneziano-
-Non fatelo, vi prego-
-Voi mi avete liberato-
-Ma prima vi ho imprigionato-
La Nazione sfugge lo sguardo di Siviero ed è allora che la vede, là, nascosta tra una signora imbellettata e un ometto tarchiato col monocolo: una figura vestita di nero, le spalle un po’ piegate, la nuca bionda sollevata verso la languida figura della Leda. Anche senza vederli immagina gli occhi che scivolano sul profilo del corpo di lei, dalle perle che cingono la crocchia ed il collo bianco fino ai piedi che tirano e tendono le pieghe del panneggio. Si perderà nella contemplazione delle dita affondate tra le piume del cigno, negli intrecci di colore sulle penne e lungo le strisce scure che graffiano le orecchie del gatto.
-Scusate-
E senza una parola, una spiegazione di più, Veneziano si allontana, posa il calice vuoto sul vassoio, rischia di inciampare sul cameriere, su una vecchina, su Romano, addirittura, ma non gli importa.
E’ tornato ad essere un bambino con gli occhi chiusi e nel buio l’unica luce è là, davanti a lui, si riflette contro la tenda scarlatta e scintilla nel cordone dorato che oscilla tra le pieghe.
Veneziano si blocca dietro la figura, apre la bocca, la richiude, si morde le labbra, tortura i polsini della camicia, deglutisce.
Basterebbe parlare, dire, fare qualcosa, qualsiasi cosa.  Ci sarebbero così tante cose, eppure non gliene viene in mente nessuna. Ha la mente vuota e il cuore che straborda di parole.
Prende un respiro e intreccia le dita dietro la schiena, dondolando sui talloni.
Basterebbe dimenticare gli anni, scordarsi di essere Nazioni e credersi umani, anche per una sera appena, ma senza alcun ricordo di sculture da donare a Cancellieri, Re o Papi, senza casse di imballaggio o cornici divelte in tutta fretta.
I quadri e le statue tacciono.
Basterebbe una sola domanda.
-Allora? Ti piace…Germania?-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note

 

“Una mostra delle opere riprese fu allestita in Palazzo Venezia sotto l’alto patronato dell’Accademia dei Lincei nel Novembre 1950. Questa esponeva gli oggetti d’arte illegalmente acquistati dai tedeschi in Italia e che sarebbero tornati ai luoghi di provenienza secondo l’impegno assunto con il Governo Alleato.
(…) Non ci si nascondeva, allora come ancora oggi, la difficoltà di individuare opere disseminate per l’Europa o emigrate oltre oceano anche a seguito di transazioni o rocamboleschi spostamenti dovuti ad eventi disparati, in gran parte successivi a quelli conosciuti e documentati da Siviero nel suo mirabile archivio. Accanto a queste considerazioni doveva aggiungersi da un lato, e fino agli ultimi anni ’80, la scarsa collaborazione dei paesi dell’est (molti capolavori finirono in Russia, ad opera dell’Armata Rossa, dopo la presa di  Berlino) a causa della “Guerra Fredda”, poi l’ostruzionismo anche interno al nostro Paese, che poggiava su motivazioni di opportunità politica o di cautela diplomatica”
(Manuale di Legislazione dei Beni Culturali, Giulio Volpe)

 

 

Tra le opere esposte c’era anche la “Leda” del Tintoretto.

 

“Gli esempi più significativi di ceramica sovra dipinta appartengono alla prima fase della produzione [sott. Magnogreca]; sono i vasi tarantini del gruppo detto di “Konnakis”, dal nome dell’etèra raffigurata su un frammento di cratere nell’atto di avanzare, danzando e agitando una fiaccola, verso la porta socchiusa dell’ala del banchetto.”
(Le Arti Figurative, Piero Orlandini)

 

Le altre opere citate più chiaramente sono:

-Frammento di Konnakis [Fossi riuscita a trovare una foto su internet l’avrei messa volentieri D:]
-Vasi fliacici di satiri
-La Creazione di Adamo (Michelangelo)
-Bacchino Malato (Caravaggio)
-Giudizio Universale (Michelangelo)

 

 

 

 

 

 

Eccoci arrivati al capitolo finale :D

Vorrei ringraziare:
-Sara_Sakurazuka, Chaska e Rota per aver recensito il precedente capitolo;
-Chaska e Sara_Sakurazuka per aver messo la storia tra le preferite;

-Ninja girl e sasuchan7 per aver messo la storia tra le seguite.

Bien! Che dire, ancora?
Ringrazio ancora Amy per il contest, Rota per avermi sopportato, seguito, recensito e soprattutto aspettato (La Midorima/Takao arriva. Te lo giuro <3) , la figlia Angleterre,l’Ele, Jo-San e LadyBracknell per non avermi mandato a quel paese con le mie paturnie mentali, e poi chaska, Sara_Sakurazuka, Black Knight, KonataR, Ninja Girl e sasuchan7 per il loro supporto.

 

Grazie a tutti voi <3

 

Nemeryal

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fin.

   
 
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