Anime & Manga > Lady Oscar
Segui la storia  |       
Autore: controcorrente    07/07/2012    4 recensioni
Questo fu il mio primo vero incontro con coloro che avevano provocato la miseria in cui vivevo, malgrado i miei sforzi. Avevano portato via quel poco che avevo con un semplice battito di ciglia.
I nobili mi avevano fatto conoscere la loro indifferenza verso chi lottava ogni giorno per un tozzo di pane, considerando la loro vita come un qualcosa di accidentale e privo di ogni importanza. E fu proprio in quel momento che conobbi la luce e le tenebre di quel mondo fatto di agi e benessere.
Questa fic è dedicata a Rosalie e alla contessa di Polignac. Buona lettura.
Genere: Drammatico, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rosalie Lamorlière
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Bene, io sto sguazzando nel greco …gli esami di luglio sono una vera piaga…VOGLIO LE VACANZE!
 
OK, torniamo con i piedi per terra. Nel precedente episodio abbiamo visto la morte di Nicole. Come avete visto ho apportato alcune modifiche. La madre adottiva di Rosalie, in questa fic non muore per strada ma nella propria casa…le ho dato una dignità in più, anche se il succo non cambia.
Rosalie ha perso tutto ed ora vuole andare a cercare quella donna. Il personaggio di questa fic è piuttosto duro, rispetto all’immagine che la Ikeda ci ha lasciato. Qui è una ragazza del popolo e, come tale, con una durezza di fondo che la allontana dai nobili. Ora vi lascio a questo nuovo capitolo e vi ringrazio per avermi letto fino ad ora.
ps. ho aggiornato il cavaliere nero!  
NON ERA VERSAILLES
 
La decisione di lasciare tutto nacque in modo spontaneo, come un fiore di campo in mezzo al fango. Quella carrozza si era portata via tutto il mio mondo, a dimostrazione di quanto la vita di noi miserabili fosse necessaria ed insignificante al tempo stesso per i parassiti che si arricchivano sulle nostre anime.
Dopo aver sepolto la mamma, guardai spaesata quei quattro muri che, un tempo, erano stati la mia casa. Il buio inghiottiva ogni angolo, ogni possibile sprazzo di luce che potesse mostrare gli interni. Più fissavo quel luogo, più l’angoscia prendeva possesso di me. La mia casa, il posto in cui avevo vissuto per tutta la mia infanzia e giovinezza, appariva ora ai miei occhi in modo del tutto diverso dal giorno prima.
Non era più il sereno rifugio dal mondo ostile che mi gravitava attorno, ma una tana nera e vuota, un nido strappato e fatto a pezzi, senza più i suoi abitanti…e, in fondo, non c’era tanta differenza.
Per preparare un funerale all’altezza della donna che aveva fatto l’impossibile per crescermi, avevo speso ogni mio avere e, non essendoci più i risparmi, non potevo più rimanere là. Guardai tutto, imprimendo ogni cosa nella mia memoria, poi afferrai un pugnale e mi incamminai verso la strada, chiudendomi la porta alle spalle.
Chiesi informazioni ad un uomo sul carro.
Come posso fare per raggiungere la reggia di Versailles? gli avevo domandato. Il buon uomo mi aveva fissato con aria perplessa ma ugualmente mi dette le notizie che volevo.
Ragazzina mi fece, mentre mi accingevo ad andarmenearriverai a notte fonda, se vai a piedi.
Mi limitai a salutarlo e, nel più profondo silenzio, mi incamminai verso la mia destinazione.
In altri momenti, se il pensiero di cancellare l’esistenza di quell’assassina, non avesse offuscato la mia mente, avrei tratto un po’ di piacere dalla visione del paesaggio campestre. Avrei perso il mio sguardo oltre le colline, insieme alla mia fantasia di ragazza cresciuta nei quartieri poveri di Parigi.
L’immagine agonizzante di mia madre e della responsabile della sua morte, però, era troppo forte da sconfiggere.
Volevo toglierla di mezzo, allo stesso modo in cui, aveva ucciso vigliaccamente una povera donna malata. Non mi interessava che fosse nobile o meno. Per me, era solo una criminale che si nascondeva dietro ad un araldo, indifferente ai suoi stessi crimini.
Camminai e camminai, con lo sguardo fisso sulla strada.
La vendetta, la vendetta era diventata l’unico scopo della mia esistenza e quel sentimento, così nuovo per me, aveva dato in modo del tutto inaspettato, delle energie al mio corpo e coraggio al mio cuore ferito.
Il buio, come era naturale, calò alla fine, inglobando ogni cosa. Tutti gli edifici e gli alberi che incontravo lungo la via avevano perso le loro forme, diventando un unico elemento con il cielo, sempre più nero.
Poi, alla fine, vidi uno strano bagliore.
Mi fermai un momento, tenendo gli occhi fissi verso quella luce.
In tutta la mia vita, non avevo mai visto niente del genere. Non mi era mai capitato di trovarmi di fronte ad un edificio tanto maestoso e antico. Persino la casa della nobile presso cui Jeanne risiedeva, non possedeva un simile sfarzo. Questa era assai più grande, maestosa e circondata da uno splendido giardino.
-Deve essere Versailles- mormorai- deve essere sicuramente Versailles. La mia corsa è terminata.-
Non poteva essere diversamente. La reggia, secondo il racconto che udivo dai passanti, pareva, agli occhi del viaggiatore, come un mondo di luce che compariva improvvisamente dal nulla…e quella villa aveva queste caratteristiche. Con le sue lanterne sfolgorante, pareva voler sfidare lo stesso ordine del Cielo.
 
 
 
Superata la sorpresa inevitabile, mi avviai verso il cancello, rimasto aperto per motivi che ignoravo.
Il palazzo era circondato da un giardino di cui non riuscivo a vedere la fine.
Ero ancora incerta su come muovermi, quando sentii il rumore di una carrozza. Subito mi nascosi tra i cespugli. Il mezzo mi passò accanto, per poi fermarsi di fronte all’ingresso. Lo sportello si aprì e scese un uomo.
-Ecco- fece gentile e preoccupato- appoggiatevi a me.-
-Ti ringrazio, Oscar- rispose una voce calma- ma ora mi sento meglio. Mi sono affaticata un po’troppo in questi giorni. Basterà qualche giorno di riposo e mi riprenderò.- Dopodichè scese…e l’ira prese possesso di me.
La dama che vedevo, sia pure di spalle, era bionda ed aveva il vestito a fiori blu.
Gli stessi della donna sulla carrozza di Parigi.
Istintivamente strinsi il pugnale e con una gelida fermezza raggiunsi il mezzo. –Maledetta! Hai ucciso mia madre!Io, Rosalie Lammorliere, ti farò pagare per il crimine che hai commesso!- esclamai, prima di scagliarmi contro di lei.
Quest’ultima si bloccò, preda del terrore ed io approfittai dell’effetto sorpresa per accorciare la distanza.
Volevo ucciderla, volevo cancellare quella persona immonda dalla faccia della Terra…e lo avrei sicuramente fatto, se una mano, comparsa quasi dal nulla, non avesse impedito al mio braccio d’indirizzare la lama verso la sua destinazione.
Era il giovane che aveva fatto scendere la donna.
-Fermatevi. Le vostre accuse non hanno senso perché mia madre ha soggiornato a Versailles in questi giorni ed è tornata qui solo ora. Non può aver commesso quello che dite…ma voi…siete la ragazzina di Parigi!- disse stupita.
Solo allora spostai la mia attenzione verso di lui…e caddi preda di un profondo smarrimento. Era la persona che mi aveva donato la moneta d’oro, senza pretendere da me niente in cambio. – Ma la donna che ha ucciso mia madre era bionda e indossava un abito a fiori blu…-provai a ribattere.
La dama allora si voltò e solo allora mi accorsi dell’errore. Aveva un aspetto maturo e benevolo…ben diverso dalla giovane aristocratica della carrozza che, pur possedendo colori simili, aveva uno sguardo più cattivo.
Il pugnale scivolò via dalle mani, sparendo nell’ombra.
-Ultimamente quel modello di vestito è molto apprezzato dalla regina- osservò la donna- e le nobili, per imitarla ne hanno almeno uno nel loro guardaroba. Immagino che non siate molto abituata…posso quindi capire il vostro errore.-
Caddi in ginocchio e, inevitabilmente, iniziai a piangere. Tutta la pressione di quel giorno maledetto si stava scaricando su di me, sebbene avessi fatto il possibile per non lasciarmi andare.
Cosa stavo per fare? mi dicevo, tremando. Stavo per uccidere una donna che non aveva nessuna colpa.
-Oscar- disse la dama- portiamola dentro. E’una serata molto fresca e potrebbero fare delle domande sul perché questa ragazza è qui.-
Il giovane mi guardò.
-Avete ragione, madre- disse, prendendomi la mano- venite, sembrate stremata. Riposatevi e domani mattina mi spiegherete meglio cosa vi è accaduto.-
 
Quella persona venne a svegliarmi il giorno successivo. –Venite con me, Rosalie- disse, prendendomi bruscamente per il braccio e trascinandomi lungo dei corridoi che non avevo mai visto.
-Dove…dove avete intenzione di portarmi?- balbettai, preda del terrore.
Oscar però non rispose, rafforzando semplicemente la presa.
Confesso di aver avuto molta paura. Quella persona avrebbe potuto punirmi o, peggio, uccidermi senza incorrere in alcuna pena. Avrebbe potuto farlo tranquillamente, soprattutto perché avevo tentato di uccidere sua madre.
Alla fine, mi ritrovai in cima ad una torre.
Solo allora, mi lasciò andare. –Rosalie- disse infine- ieri sera non avete raggiunto Versailles ma ci siete andata vicina. La reggia è quella lì.-
Spalancai gli occhi.
Se il palazzo dove stavo ora mi era sembrato immenso, la dimora dei sovrani superava, per grandezza e magnificenza ogni mia immaginazione. Non riuscivo a credere quello che vedevo. Edifici enormi, che potevano ospitare diverse palazzine del mio quartiere erano dimora di poche persone privilegiate. –Come potete vedere- spiegò il nobile- Versailles è più simile ad una cittadina che ad un edificio vero e proprio. Ieri sera eravate stremata…immagino che siate venuta a piedi da Parigi. Se anche aveste raggiunto la destinazione che vi siete prefissata, di certo non avreste mai eluso le Guardie di Palazzo. Se vi avessero trovato con il coltello…o, addirittura, se aveste trovato la donna e l’aveste uccisa, probabilmente sareste finita in prigione e, considerando che siete del Terzo Stato, avreste pagato con la morte il vostro delitto.-
Sentendo le sue parole, sbiancai.
In verità, sapevo bene a cosa andavo incontro ma, non avendo le conoscenze necessarie, anche il rischio che correvo appariva alla mia debole mente come qualcosa di assai sfuocato. Ora però, sentendo quel discorso così pragmatico, iniziai a sentire il terrore per quello che sarebbe potuto essere. Avevo corso un serio rischio ma non mi sentivo completamente pentita. L’unica mia preoccupazione era di fallire nel tentativo. Non mi restava niente e l’ultima cosa che desideravo era che quel mostro continuasse indisturbata la sua vita parassitaria, incurante dei suoi delitti.
-Ieri non ve l’ho detto- continuò il nobile- ma ora che vi siete riposata, vorrei sapere come sono andate le cose…in modo da potervi offrire l’aiuto che vi serve. Mia madre ed io siamo d’accordo sul fatto che, date le circostanze che vi hanno spinto ad agire, non sia necessario denunciarvi…ma ora, dovete parlare.-
Guardai il giovane di fronte a me.
Alla luce del mattino era ancora più bello. Nulla di paragonabile rispetto a quello che avevo scorto quella sera. Mi commosse non poco sapere che non voleva mettermi in prigione e fu proprio per riconoscenza che raccontati tutto: dalle mie disgrazie, all’incidente, alle ultime parole di Nicole.
Probabilmente, mi persi in numerose farneticazioni, lamentele e frasi patetiche…non ricordo bene quel momento…ma posso dire una cosa. Quella persona non interruppe mai la mia storia. Se ne rimase appoggiata alla colonna e, pazientemente, ascoltò tutto quello che dicevo. Solo quando raccontai della rivelazione di Nicole mutò espressione, facendosi prima sorpresa, poi pensierosa.
Quel particolare scacciò le mie ultime diffidenze su un possibile sospetto da parte sua.
Per la prima volta, dopo molto tempo, sentii il caldo sapore della considerazione…cosa che avevo ricevuto pochissime volte nella mia vita.
-Ascoltate Rosalie- disse infine- io credo alla vostra storia. Da questo momento, sarete ospite della mia famiglia e riceverete tutta l’educazione che si addice ad una nobile. In questo modo, quando sarà il momento, vi presenterò a corte. Ho una certa posizione a Versailles e non sarà difficile inventare le vostre origini. Mia madre ha proposto di farvi passare per una sua lontana parente ed io sono d’accordo con lei. In questo modo, potrete cercare la vostra vera madre e, se la  voglia di vendicare la donna che vi ha allevato non si è ancora placata, potrete farvi giustizia.-
-Grazie- mormorai piano.
Oscar mi guardò duramente.
-Non fraintendetemi- disse severa- non è mia intenzione aiutarvi nell’uccisione dell’assassina della signora che vi ha cresciuto. Non credo nel valore della vendetta. La morte dell’omicida non restituirà alla vita la sua vittima…cercate di tenerlo bene a mente. –
-Ma così facendo- obiettai, un po’intimorita- mi state dando comunque degli strumenti per poter compiere i miei propositi.-
-E’ vero- concesse- ma il mio intento è un altro. Sappiate che qualunque sia la vostra decisione, sul futuro che intendete vivere, dovete avere tutte le nozioni  per poter scegliere adeguatamente. Volete cercare l’assassina di Nicole? E’una nobile e dovete sapere come muoverti. Volete trovare la donna che vi ha messo al mondo? Dovete comunque imparare tutto il necessario per poter essere all’altezza dei vostri veri natali, in modo da poter condurre la ricerca senza commettere troppi errori.-
Lo guardai, senza avere il coraggio d’interromperlo.
-Non ostacolerò nessuna delle vostre decisioni, sappiatelo- concluse, fissandomi intensamente-ma dovete essere pronta per entrambe le scelte possibili e per farlo, affidarvi completamente a me. Ve la sentite, Rosalie?-
Non riuscivo a parlare, incantata da quegli occhi.
Non erano semplicemente azzurri…no. Erano puri come l’acqua e sembravano avere in sé mille sfumature, come se potessero catturare ogni colore. Non so cosa mi fece in quel momento…forse era colpa di quel celeste spaventoso se mi ritrovai ad annuire così, senza pensarci.
 
Non sapevo che quella decisione, presa in modo tanto insignificante, avrebbe determinato per sempre la mia vita.
 
Allora, sto scrivendo il nuovo capitolo della canna e la quercia e spero di pubblicarlo a breve. Rosalie accetta l’aiuto di Oscar, come avviene nell’anime…anche se proposto alla mia maniera. Questa è una storia di formazione di Rosalie che da rozza figlia del popolo si ritrova in un mondo assolutamente diverso. Amo molto i personaggi borderline come la piccola Rosalie e, spero che anche questa storia vi piaccia. A presto.
 
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lady Oscar / Vai alla pagina dell'autore: controcorrente