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Autore: cOstanza    08/07/2012    3 recensioni
-Malfoy, sei il solito lurido furetto.-
-Dimmi qualcosa che non so.-
Hermione lo guardò dentro quegli occhi penetranti.
-Sei bellissimo.-
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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- Questa storia fa parte della serie 'Delirium.'
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La verità non è ciò che si direbbe una buona, gentile e fine fanciulla
Oscar Wilde
 
 
 
 
 
 
 
 

Il potere porta alla menzogna
 
 
 
 
Si era abituato al buio. Ormai i suoi occhi erano diventati parti integranti di esso. Ma ancora lo temeva. 
Disteso sul pavimento, con la guancia sul freddo pavimento, Draco strinse i pugni e aprì gli occhi. Come temeva, il buio ancora lo circondava. Deglutendo, si fece forza e si alzò, mentre la sua testa prese a girare, di nuovo. Si girò intorno cercando un appiglio, una luce, un qualcosa che gli desse un po' di speranza e di forza.
Sono morto?, pensò, cercando di capire in che luogo si trovasse. 
-No, non sei morto. Ma lo sarai molto presto.-
Ancora quella voce. In pochi secondi, tutti i suoi ricordi riaffiorarono alla mente e il viso del Mangiamorte si impossessò di essi.
-Knight.- La voce di Draco era furiosa, piena di risentimento e pronta a combattere. -Esci fuori, maledetto!- urlò con tutto il fiato che aveva in gola. A quanto pare, il Mangiamorte non se lo fece ripetere due volte. 
La luce investì Draco, che si coprì gli occhi. Quando piano piano li riaprì, sobbalzò. A pochi centrimetri dal suo volto c'era il viso di Knight. I suoi occhi trasmettevano rabbia ed odio, ma anche divertimento, come se lui fosse un giocattolo da sbattere ovunque.
-Beh, dovrei dirti che vederti mi rende felice, ma mentirei. Mi fai ribrezzo, sai?- domandò Draco, cercando di non dare a vedere di essere molto nervoso.
-Io non sarei così tranquillo se fossi in te- sussurrò Knight, sogghignando. 
Hermione!, pensò all'improvviso Draco. 
-Maledetto, cosa le hai fatto?- urlò, avvicinandosi a Knight e prendendolo per il collo.
-Niente, per ora. Ti conviene lasciarmi andare, o non vedrai mai più la tua amata Mezzosangue...-. Knight, anche se con voce strozzata, sussurrò l'ultima parola, come se stesse rivelando un segreto che apparteneva solo a Draco ed Hermione. Effettivamente era così, era un nome che ormai era diventato una caratteristica del loro rapporto. Conoscendo il nome, conosceva il loro rapporto e poteva controllarlo. Infatti, Draco si ritrovò costretto a liberare Knight dalla presa ed a indietreggiare. 
-Perchè?- domandò Draco, aprendo le braccia. -Perché stai facendo tutto questo?- aggiunse indicando tutto intorno a sé.
-Oh, cielo. Signor Malfoy, sei proprio tardo. Te l'ho già detto- affermò Knight unendo le mani.
Il suo mantello nero cominciò a strusciare sul pavimento, seguendo il padrone. Knight cominciò a camminare, accerchiando Draco. 
-Tu hai permesso che lui morisse. E' morto per colpa tua...-.
Draco scosse la testa, confuso.
-Ma di chi stai parlando?-.
-Di Robert, idiota- urlò Knight. Estrasse con ira la bacchetta dal mantello e la puntò sul viso di Draco. -Mio nipote non meritava di morire.-
Draco prima assimilò quelle parole, poi piano sgranò gli occhi.
-Tuo nipote? Tu sei lo zio di Robert?-.
Knight digrignò i denti.
-Hai costretto Robert ad allenarsi per ore intere, senza mai smettere. Lo hai praticamente ucciso tu, con tutti quegli esercizi!-.
-Doveva diventare Ministro della Magia, era il suo sogno- ribatté Knight.
-Il tuo, vorrai dire.- Draco si grattò la testa, cominciando a ragionare, tornando indietro con i ricordi. -Ecco perché non è mai stato scoperto. Tu lavoravi al Ministero come Capo dell'Ufficio per l'Uso Improprio delle Arti Magiche. Ecco perché non hanno mai controllato.-
-Ho fatto di tutto per arrivare a quella carica prima dei cinque anni di Robert.-
-Ma perché volevi che proprio lui diventasse Ministro? Non hai figli tuoi da controllare?- domandò Draco.
Knight colpì la guancia di Draco con la bacchetta e avvicinò il suo viso a quello del ragazzo. Draco osservò gli occhi del Mangiamorte scurirsi.
-Non sono affari che ti riguardano, bastardo.-
-Perché no?- lo stuzzicò Draco. -In fondo, Rob era anche un mio amico!-.
-Lo hai lasciato morire-.
Draco alzò le spalle, sapendo di provocare una reazione in Knight.
-Ha scelto il suo destino.-
Con una forza improvvisa, Draco fu scaraventato verso il muro della stanza vuota. Sbatté con forza la schiena contro di esso e si accasciò al pavimento, tossendo.
-Tu...- sussurrò Knight. Si avvicinò di qualche passo e si abbassò, per incontrare gli occhi spaventati di Draco.
-Come diavolo fai? Me lo spieghi? Questa non è la forza di un solito Expelliarmus. Mi hai quasi distrutto le costole!- scherzò Draco, con una mano sul torace. Aveva bisogno di farsi dire tante cose da quell'uomo e non aveva intenzione di morire proprio in quel momento!
-Siamo in un tuo sogno. Ma io ti controllo.-
Draco sgranò di nuovo gli occhi. Era nei guai, guai seri
In un sogno, intrappolato con l'uomo che probabilmente è il suo peggior nemico, Draco si sentì improvvisamente perso. Aveva bisogno di una sola persona.
-Dov'è Hermione?- domandò Draco con voce rauca.
Knight approfittò della sua posizione sdraiata per dargli un calcio nello stomaco. Draco avvertì il dolore aumentare piano, con la mano stretta sullo stomaco, a cercare di calmare le fitte. Sputò un po' di saliva ai piedi di Knight.
-Oh, Malfoy, la tua amata è al sicuro. E' tra le braccia del suo unico vero amore. Hai presente, un ragazzo con i capelli rossi, con tante lentiggini in faccia, occhi chiari?-. 
Quelle parole erano per stuzzicarlo, era evidente. Ma Draco comunque avvertì una fitta strana nello stomaco, e non era dovuto al calcio appena ricevuto.
-Non dire cazzate. Hermione sta con me.-
-A quanto pare ha scelto un'altra strada, una strada che la allontana da te.-
Puntò la bacchetta verso la sua testa e scaturì un'immagine poco nitida, buia, nella mente di Draco. Due ombre che sembravano quasi essere una. Piano, le ombre si schiarirono fino a delineare due persone. Un ragazzo ed una ragazza, avvinghiati, stretti in un abbraccio passionale. Riconobbe i capelli di Hermione e quelli di Weasley. La rabbia cominciò a prendere possesso di Draco, ma prima Draco versò qualche lacrima.
-Hermione...- sussurrò, continuando a guardare la scena. La sua voce era strozzata da quell'immagine che gli si espandeva nella sua testa. 
-Non ti ho mentito, Malfoy. La tua amata non è più tua.-
Di nuovo, gli occhi di Draco percepirono il buio, ma questa volta, si lasciò andare senza problemi, stanco di combattere, con solo un nome in testa.
-Hermione...- sussurrò, prima di perdere conoscenza.
 
 
~
 
 
Si risvegliò solo grazie ad una fitta luce che colpiva i suoi occhi. Ed una voce che gli urlava nelle orecchie.
-Draco, oh, Santo Cielo, Draco. Ti prego, rispondimi. Draco!-.
Quella voce era così familiare, così soave e così meravigliosamente affascinante, che la riconobbe subito.
-Hermione..-.
-Oh, cielo. Grazie a Dio. Draco, sei vivo!-. Sentì le sue braccia avvicinarsi al suo collo e stringerlo forte. Involontariamente e spinto dal suo cuore, passò un braccio intorno alla vita della ragazza. -Draco, okay, dimmi se hai qualcosa di rotto, puoi muovere ogni osso?-.
Draco, allora, aprì gli occhi. Non ci fu risveglio più bello e meraviglioso, più emozionante e desiderato. 
Hermione.
Era lì, vicino a lui, ed era viva. Con i suoi occhi che brillavano e che lo guardavano, si rese conto che niente era più importante di lei. Niente al mondo. 
-Hermione- sussurrò di nuovo. Passò la mano dalla vita al suo collo e la spinse vicino al suo viso. -Sei viva-.
Avvicinò le sue labbra a pochi centimetri da quelle di Hermione e assaporò il suo odore. Con estrema passione, si gettò su quella bocca carnosa, desideroso solo di poterla stringere e di renderla per sempre sua.
Poco gli importava dove fosse, in che condizioni fosse, se per caso era un sogno. Non gli importava niente.
Anche se fosse stata un'allucinazione, era la cosa più meravigliosa che avesse mai potuto sognare. 
-Sei viva- soffiò sulle sue labbra, accarezzando il viso di Hermione. -Sei viva-.
Un sorriso tirato, ma sincero si disegnò sul volto di Hermione, che dolcemente asciugò le lacrime che erano scese sulla guancia di Draco.
-Draco, prova a muoverti, devo guarirti.-
Draco non voleva staccarsi da lei, allontanarsi di un solo centimetro da lei. Preferiva restare in quella posizione, sdraiato chissà dove, con la donna della sua vita accovacciata al suo fianco. Si sentiva in Paradiso, e pensò che se fosse morto almeno sarebbe morto felice.
Hermione, però, gli mise una mano dietro la schiena e lo aiutò ad alzarsi. Con qualche momento di instabilità, Draco si alzò in piedi,  appoggiato alle spalle di Hermione.
-Non ho idea di dove sia Ron.-
-Cos'è successo?- domandò Draco, guardando negli occhi Hermione.
Con una mano sul suo petto e una dietro la schiena, Hermione teneva su di sé tutto il peso di Draco, ma era lei che aveva bisogno di sostegno.
-Ho avuto una piccola discussione con la Parkinson. Poi ho visto il Mangiamorte e non ricordo altro.-
-Il Mangiamorte è Knight- affermò Draco con una punta di amarezza.
Hermione annuì.
-Lo so, Pansy mi ha rivelato alcune cose.-
-Cose che non sono vere, Signorina.-
I due giovani si spaventarono alla comparsa improvvisa dell'uomo in nero. Incedette lentamente verso i due, con passo leggero. Mosse adagio la mano verso la maschera e se la tolse.
Il cuore di Hermione perse un battito. Vedere realmente il viso di Knight nascondersi dietro quella maschera era solo una tortura. Di quel uomo burbero, brusco e autoritario si era fidata. Ed ora? A che cosa aveva portato la sua fiducia?
-Stalle lontano, mostro.-
La voce autoritaria di Draco spaventò Hermione, soprattutto quando provò a spingerla dietro di sé, ma non ci riuscì. A malapena si reggeva in piedi.
Notando la debolezza del ragazzo, Knight rise e si fermò.
-Per favore, Malfoy, non fare l'eroe. Sappiamo entrambi che sei uno schifoso codardo.-
Draco digrignò i denti, tenendo stretta a sè la sua Hermione.
-Tu!-. Knight indicò Hermione con l'indice. -Dovevi per forza metterti in mezzo, vero? Schifosa Mezzosangue...-.
-Non osare rivolgerti a lei in questo modo!- lo affrontò Draco, sporgendosi leggermente in avanti, ma Hermione lo bloccò.
-No, Draco. Lui controlla i tuoi sogni, ricordatelo.-
-Ci sei finita anche tu, mia cara. Non so come hai fatto ad uscirne prima, ma sappi che non ho alcuna intenzione di fartelo fare di nuovo.-
Hermione sgranò gli occhi. Era vero. Era riuscita ad uscire dal sogno di Draco e non se ne era neanche accorta, forse perché tra i sogni e la realtà non c'era molta differenza. Per lei anche la vita reale in quel momento era un incubo.  
-Knight, perché?-. La domanda di Hermione era lecita. Voleva sapere il perché di tutta quella storia. Gli omicidi, la morte di Noah, Ron, Draco. Perché tutte quelle persone doveva soffrire? Qual'era il motivo che spingeva Knight a comportarsi in quel modo?
-Sai, Mezzosangue. La stessa domanda me l'hai già fatta, nel mio.. quartier generale, chiamiamolo così...-.
-La chiesa- puntualizzò Hermione.
-Esattamente. Il luogo da dove tutto è partito.- Si rigirò e fece qualche passo verso il buio, per poi ricomparire, con un sorriso demoniaco sulle labbra. -Sapete perché proprio quella chiesa? Perché era il luogo dove Robert andava a giocare con i suoi amici, era il loro rifugio, il loro luogo di ritrovo.-
-Robert?- domandò Hermione, confusa.
-Era un mio vecchio amico, un ragazzo della nostra età- affermò la voce stanca e contratta dal dolore di Draco.
-Un ragazzo che è morto per colpa del tuo amico qui, mia cara Mezzosangue.-
Draco si irrigidì di fronte a quel nomignolo che aveva affidato alla sua ragazza. Chiuse il pugno e si trattenne.
-Cosa stai dicendo? Draco non farebbe mai male a nessuno- ribatté Hermione, con fermezza.
Draco, però, sentì che quelle parole non era la verità. Aveva distrutto i sentimenti di Robert, l'aveva praticamente buttato tra le braccia di Voldemort, e chissà com'era morto.  
-Il Signore Oscuro l'ha ucciso- disse la voce scossa di Knight.
Draco alzò lo sguardo verso Knight, stupito. L'aveva letto nel pensiero?
Knight fece un passo avanti, fino ad avvicinarsi al viso di Draco. Lui rimase immobile, con il cuore a mille, mentre stringeva a sé la mano di Hermione.
-L'ha ucciso, perché si è rifiutato di farti fuori.-
Draco sgranò gli occhi.
-Il Signore Oscuro non si fida di te...  Ora dovrai portarmi un po' di rispetto... Ora tu sei sotto di me, Malfoy. Chi è la feccia?-.
Le parole di Robert ripiombarono nella mente di Draco come bombe. Entrarono in lui e lo distussero. 
Aveva lasciato il suo migliore amico tra le grinfie del mago più oscuro di tutti i tempi e non era corso a salvarlo. Ed a distanza di anni, ora, si sentiva smarrito, distrutto. Un traditore.
-Mi dispiace...- sussurrò solo, con le lacrime negli occhi. Knight sbarrò gli occhi. Draco abbassò lo sguardo, accettando di doversi dimostrare debole e scusarsi. Era il minimo, per Robert. -Mi dispiace, avrei dovuto proteggerlo, avrei potuto salvarlo. Ma in quel periodo, con il Signore Oscuro, mio padre, avevo la mente annebbiata dalla mia missione. Pensavo solo... a salvarmi la pelle.-
-Voi Serpeverde siete solo dei codardi- affermò Knight alzando la bacchetta.
-No!- urlò Hermione mettendosi davanti a Knight. -Ti ha chiesto scusa, sono passati anni e ha messo da parte il suo orgoglio.-
-Non riporterà in vita mio nipote.-
-Hai detto che tutti i Serpeverde sono codardi, ma anche tu lo sei. Hai ucciso un ragazzo innocente e sei Babbani. Hai permesso che morissero, come hai potuto?- Hermione prese un lungo respiro, sapendo di rischiare molto. -Anche tu sei un codardo.-
Knight strinse gli occhi, ma abbassò la bacchetta. Fece ancora un altro passo, fino a giungere a pochi centimetri di distanza dal viso di Hermione.
-Tu sei sempre stata una spina nel mio fianco signorina Granger. Ti sei intromessa nelle mie missioni. Hai quasi distrutto i miei piani.- Le prese un polso e l'allontanò da Draco, con la bacchetta puntata sotto il suo mento.
-Lasciala, stronzo.-
-No, Draco, shhh- sussurrò Hermione, con la voce strozzata dalla paura. Poi guardò Knight con aria di sfida. -Hai permesso la morte di Babbani innocenti. Dovresti vergognarti. Sei solo una persona spietata.-
La bacchetta si puntò più nella carne. 
-Mezzosangue, non ti rivolgere così a me. Devi ancora rispetto al tuo capo- disse Knight ridendo.
-Un capo corrotto, pieno solo di odio e risentimento, che non è in grado di ragionare.-
-Un mago eccezionale- affermò Knight, sorridendo.
-Un mostro che non è in grado neanche di prendersi le sue responsabilità. Ammettilo, Knight, hai ucciso quei Babbani e Noah Groods. Meriti la morte anche tu.-
Knight rise di gusto, tenendola ancora stretta e con la bacchetta ben piantata.
-Sei molto convincente, Granger. Stai cercando di farmi parlare, ma non ci riuscirai.-
-Oh, andiamo. Pensi davvero che non ci riuscirei?- domandò sfidandolo la ragazza.
-Semplice domanda. Sì. E sai il perché? Perché non uscirai viva da questo sogno.-
Gli occhi di Draco si dilatarono dal terrore e dalla consapevolezza del pericolo nel quale Hermione si stava cacciando. Che voleva dire Knight? Hermione era riuscita a scappare quindi c'era una via di fuga, ma come?
-In pochi minuti, tu morirai. Pansy ti ha somministrato un veleno che avrà effetto solo tra poco- affermò Knight ridendo.
Draco a quel punto non resse. La rabbia, la paura, l'emozioni rinchiuse fino a quel momento nel suo corpo esplosero. Corse verso Knight, ignorando i punti doloranti del suo corpo, e si gettò su di lui, spostando di lato Hermione. Gli saltò al collo e strinse con forza, cercando di soffocarlo. Ma venne fermato. 
Hermione lo aveva preso per le braccia e l'aveva spinto via, con tutta la forza che aveva in corpo e si era contrapposta a lui e Knight. 
-No!- sussurrò Hermione con le mani sul petto di Draco.
-Ha detto che morirai!- urlò Draco, cercando di divincolarsi dalla presa di Hermione. Ma a quanto pare era più forte di quanto pensasse. 
-Smettila- bisbigliò Hermione sul collo del suo ragazzo, mentre sentì dietro di lui Knight respirare affannosamente. -Dobbiamo farci dire tutto sulla morte di Noah.-
-Hermione, non mi interess...-.
-A me sì- l'interruppe Hermione autoritaria, stringendo le mani sulla maglietta di Draco. Si rilassò contro il suo corpo. -Ho bisogno di sapere. Non morirò, mente.-
-E se invece dicesse la verità?-.
Hermione alzò gli occhi verso Draco. Erano lucidi, ma sorrideva ed era il sorriso più bello che Draco aveva mai visto.
-Se dovessi morire, vendicami. Lo stronzo non avrà pace.- Si girò verso Knight e si avvicinò di nuovo a lui. -So che hai sofferto. Ma uccidere dei Babbani non ti avrebbe portato alla pace, non ti avrebbe alleviato il dolore.-
Knight sbuffò e poi rise piano.
-Il mio dolore non scomparirà. Non ho alcuna intenzione di alleviarlo, avevo intenzione di crearne a lui- affermò indicando Draco. -Vendetta- sussurrò ancora.
-Hai incaricato Pansy di convincere quel ragazzo ad uccidere dei Babbani.-
Knight rise ancora.
-Pansy era facilmente manovrabile, forse anche di più di quel Noah. Facile da piegare al mio volere, facile.- Knight si rialzò e guardò Hermione. -Sai, Mezzosangue, ho sempre avuto un grande potere di persuasione. Ho convinto Pansy, essendo il suo capo, colui che le aveva dato lavoro ed una casa, a cercare Noah Groods. Era un ragazzo giovane, appena uscito da Hogwarts con tutti Accettabile. Un ragazzo al di sotto della media, nessuno avrebbe notato la sua assenza. Quella notte, l'ho mandata a chiamare Noah. Ero convinto che avrebbe accettato di sicuro, ed invece...-.
-Noah si è rifiutato.-
-Beh, c'è stato lo scontro. Pansy lo ha convinto.- Rise. -Convinto è una bella parola. Lo ha Confuso ed ha usato la Maledizione Imperius per uccidere i Babbani. Dovevo metterlo alla prova, volevo vedere se era in grado di uccidere, se avesse una buona mira.-
-Hanno preso tre Babbani innocenti.-
-Babbani, Mezzosangue, tutti inutili. Da eliminare.-
-Alla faccia dell'orgoglio Serpeverde- affermò silenzioso Draco, da dietro, mentre ascoltava attratto le parole di Knight. Ma egli non lo sentì. Anzi proseguì con il suo racconto.
-Tre cavie.- Knight sghignazzò, ma poi il suo sorriso si spense. Divenne freddo. -Groods resistette alla Maledizione e si liberò. Per questo Pansy fu costretta a cancellargli la memoria. Ma quella maledetta strega ha perso la bacchetta....-.
-La bacchetta che aveva fatto un incantesimo di Memoria, quella che ho trovato nel vicolo, appartiene a Pansy- affermò Hermione, illuminandosi.
-Un errore madornale. L'ho punita. Poi, ha rimediato.-
-E' venuta a casa mia ed ha preso la sua bacchetta sostituendola con quella di Noah che aveva ucciso i Babbani- disse Hermione, mentre nella sua testa i pezzi di quello strano caso si cominciavano ad unire.
-E modificandoti la memoria.-
Hermione aprì gli occhi sconvolta. E Knight se ne rese conto.
-Ah, Mezzosangue, non te lo ricordi, eh? E' entrata a casa tua, ti ha stregata e modificata la memoria. Ma è sbadata, appena hai capito che quella bacchetta non era la stessa che avevi trovato nel vicolo, ti sei insospettita. Maledetta-. Sussurrò l'ultima parola.
-Quindi, Pansy è sempre stata una pedina nel tuo piano.-
-Pansy era molto più di una pedina. Era la mia arma. Doveva sedurre Draco, convincerlo ad allontarlo da te, tenerselo stretto. Invece, sei arrivata tu, con i tuoi capelli mossi e crespi e i tuoi occhi vispi e l'hai fatto cadere ai tuoi piedi. Sei proprio una puttana.-
-Non osare mai più..- cominciò Draco, ma fu zittito dalla mano di Hermione.
Ad Hermione non importava ricevere insulti gratuiti. Si stavano avvicinando alla verità ed aveva bisogno di saperne più dell'aria che respirava. Per Noah, per gli innocenti morti a causa della sete di vendetta di Knight.
-Pansy però ha provato a mettersi in contatto con noi, vero?- domandò Hermione, tenendo ancora la mano alta per zittire Draco. -Ha lasciato un biglietto in quel vicolo, in modo che solo noi Auror potessimo vederlo. Un biglietto che cercava di scagionare Noah.-
-Pansy ha cominciato ad avere dubbi. Seri dubbi sulla sua importanza nel piano. Le ho ribadito che lei era fondamentale per me, per questa missione.-
-Una missione deplorevole- disse Hermione.
-Una missione omicidia- affermò Draco, insieme ad Hermione.
Knight rise.
-Non potete capire.- Sospirò. -Comunque, l'ho convinta a tornare con me, ad unirci di nuovo per uno scopo comune. Entrambi volevamo vendicarci.-
-La vendetta non avrebbe portato a niente, Knight. Vi ha solo distrutto l'anima.-
-TU non sai quello che si prova, non sai quello si prova quando tutto quello a cui tieni, tutto ciò che ami viene distutto- urlò Knight, facendo sobbalzare Hermione.
Per la prima volta, da quando lo conosceva, Knight aveva finalmente mostrato il suo lato umano, sentimentale, legato ad una sfera emotiva. Knight, un uomo. Un assassino.
-Doveva distrarti, farti allontanare da lui, farti capire che tu non avevi chances con lui. Si sarebbero sposati presto. E tu eri di troppo. Nel frattempo, lui doveva allontanarsi da te, il più possibile. L'ho mandato a prendere Noah alla stazione di King's Cross da solo. L'ha riportato al Ministero.-
-Era scappato...- sussurrò Hermione. -Era scappato da te. Non voleva stare nelle celle del Ministero, ma avrebbe parlato volentieri.-
-L'ho Confuso ed ho usato l'Imperius.-
Draco ripensò alla luce verde che aveva invaso gli occhi di Noah. Un lampo improvviso negli occhi del giovane che avevano confuso Draco, ma poi aveva lasciato cadere quel particolare. Ed invece...
-Ma Pansy è sfuggita di nuovo al mio controllo. Ha provato a mettersi in contatto con te, Mezzosangue. Ha provato, è venuta a casa tua ma poi ha avuto paura ed è tornata da me.-
-Come poteva non averne, chissà con cosa l'hai minacciata!-.
-Credimi, Pansy era molto dedita al suo lavoro ed avrebbe fatto di tutto per non finire in mezzo ad una strada. Una ragazza come lei abituata al lusso dai primi anni della sua vita, dopo la morte dei genitori aveva bisogno di un luogo dove rifugiarsi. E io l'ho accolta, le ho dato un lavoro, poi una casa. Mi deve molto.-
-E l'hai costretta a fare ciò? L'hai usata!- ribatté Hermione, schifata.
-Non ha mai dimostrato di non voler portare avanti i suoi compiti.-
-Ha provato a scappare molte volte.-
-E' sempre tornata.-
-Più terrorizzata di prima!-.
Hermione sentì una forte stretta al cuore. Un dolore fisso colpì i suoi polmoni. Il suo stomaco si contrasse.
Draco le fu subito accanto, ma Hermione lo allontanò. Sarebbe resistita, nonostante la paura della morte la stesse attanagliando. Sentiva che non aveva molto tempo. Doveva finire ancora la confessione di Knight e poi avrebbe dovuto trovare un modo per uscire dal sogno. Doveva farlo. Ma aveva bisogno di tempo, cosa che non aveva. 
-Come al solito- continuò indisturbato Knight -ti sei intromessa. Sei andata ad Azkaban per incontrare Groods. Sono dovuto intervenire. Ho mandato Pansy ad uccidere Noah Groods.-
Il cuore di Hermione si bloccò, smise per un attimo di battere. 
Lo aveva ucciso lui, o meglio aveva mandato ad ucciderlo Pansy. 
Hermione scosse la testa, confusa, e priva di forze.
-No, no, no- sussurrò, cercando di frenare l'impulso di cadere a terra. -Quella che aveva stregato Noah era Pansy, ed il Signore eri tu.- 
Knight sorrise maligno.
-Hai ucciso così tante persone...-.
-Faceva tutto parte di un piano!-.
-Ma quale piano? Sei solo un omicida, un maniaco!- urlò Hermione, con le mani sul petto, cercando di controllare la sua respirazione. A quanto pare, il veleno stava per entrare in circolo. Da lì sarebbero passati solo pochi minuti prima della morte.
-Avrei incastrato Malfoy- urlò Knight, contro Hermione, facendo un altro passo avanti. Vedendo le loro facce confuse e sbalordite, ringhiò.
-Non capite? Era tutto un piano per incastrare lui. All'inizio il piano era far parlare Noah, fargli confessare di lavorare per un mago di un antica stirpe di Purosangue, un Malfoy.-
-Non volevi farlo parlare prima...- affermò Hermione, ricordando la riluttanza di Knight a farlo parlare. -Dovevi prima stregarlo...!-.
-Anche Pansy avrebbe confermato la confessione di Noah.- Avanzò verso Draco, superando Hermione. -Saresti finito ad Azkaban, e poi saresti morto lì, da solo, come solo un verme come te meriterebbe.-
Lo sguard di Knight era di sfida, di odio, di rabbia, di sentimenti che Draco leggeva chiaramente nei suoi occhi. Aveva paura, paura che avesse ragione. E se avesse sbagliato? E se avesse mai aiutato Robert a fronteggiare il Signore Oscuro, che sarebbe successo? Sarebbe ancora vivo? Lui sarebbe morto?
Forse, forse, si meritava la morte. Meritava di fare la stessa fine di Robert. Meritava di morire
Prima ancora di proferire parola, Hermione parlò.
-Noah ha deciso di non parlare, però, vero?-.
Knight ringhiò.
-Groods era uno sciocco. Pensava di potersi salvare, pensava che se fosse fuggito non l'avrei più trovato. Quando ha provato a scappare l'ho rinchiuso ad Azkaban, dove avevo un fedele amico, un amico che potesse controllarlo.-
-Harrison- puntualizzò Hermione, con voce piatta.
-Esattamente. Il tuo intuito è incredibile. Un po' mi dispiace, farti morire così...- Fece un sospiro e tornò di fronte ad Hermione. -Ma forse non mi dispiace per niente.-
Hermione sentì Draco irrigidirsi e prepararsi ad attaccare.
-Ma devo ammetterlo, Mezzosangue. Mi hai sorpreso. Mi ha sorpreso vedere quanto il tuo amore per questo essere ti abbia reso forte. Insieme, eravate forti. Per questo dovevo separarvi. Dovevo instaurare l'odio tra di voi. Allontanarvi il più possibile, farvi credere che l'odio fosse la soluzione di tutto. Ma dovevo aspettarmelo. I vostri sogni e le speranze erano forti ed incredibilmente legati tra loro. Vi sognavate, ma io vi separavo, ogni volta. E continuerò a farlo.-
Detto questo, si spostò nell'ombra, ma Hermione lo fermò.
-Sei stato tu, a stregarmi vero? A farmi parlare nel sonno? A farmi dimenticare il particolare della biblioteca, la prima dichiarazione d'amore? Non volevi che fossimo uniti, non volevi che il nostro amore ti battesse!-.
Knight si bloccò un attimo.
-Pansy avrebbe dovuto fermarti quel giorno. Ci ho pensato io e poi mi sono allontanato per andare a chiamare l'Esaminatore.-
-Lo hai chiamato per controllare i miei ricordi, non è così? Non sapevi cosa avesse detto Noah ed avevi bisogno di controllare. L'Esaminatore era solo una scusa...-.
-Ancora una volta, complimenti Mezzosangue. Sono sempre più stupito.-
-Credi che non ti fermerei?- domandò Hermione, sfidando Knight.
A quel punto, il Mangiamorte si girò.
-Come pensi di farlo?- domandò.
-Con questa...-.
Nella mano di Hermione comparve una bacchetta. La puntò contro Knight ed urlò:- Pietrificus Totalus-.
Knight subito si trasformò in statua, con il viso segnato dalla sorpresa. 
Hermione si girò subito verso Draco e accorse. Lo guardò meglio e mosse la bacchetta verso di lui.
-Lumos-. La bacchetta illuminò la gamba destra di Draco, lacerata da un profondo taglio.
-Uh, non è così bella da vedere. Meglio se distogli lo sguardo, Mezzosangue- affermò Draco, sorridendo.
-Malfoy, smettila di fare cazzate- lo rimproverò Hermione, ma sul viso c'era un sorriso sincero. Passò la bacchetta sopra la ferita ed essa si rimarginò. Appellò delle bende e fasciò la gamba. 
-Come ti sei tagliato?- domandò.
-Non lo so. Forse combattendo con Knight. A proposito, bella idea la statua. Quasi quasi me la porto a casa come ricordo.- Draco poi ci pensò un po' su. -Anche se non so come uscire da qui...-.
-Draco non ci vuole molto. E' una cosa anche abbastanza sciocca, se vogliamo pensarci, perché è così banale...-.
-Hermione, vuoi arrivare al punto? Sai come uscire da qui?- chiese Draco sorpreso.
-Ricordi? Sono riuscita ad uscire.-
-E come?-.
-Ho semplicemente desiderato di svegliarmi.- Hermione gli strizzò un occhio, sorridendo.
Se non fossero stati rinchiusi nel suo sogno e se non avesse avvertito la gamba in fiamme, sarebbe saltato addosso alla ragazza. 
Oh, quanto l'amava.
-Quindi basta che lo desidero?- domandò Draco, con uno sguardo interrogativo.
-Oh, sì! E' proprio banale!- affermò decisa Hermione. -Pronto?-.
Draco annuì. Guardò Hermione chiudere gli occhi e seguì il suo esempio. 
Voglio uscire, voglio svegliarmi, voglio...
Avvertì uno strappo allo stomaco, come se si fosse smaterializzato, e poi una luce inondò le palpebre chiuse del ragazzo. Con delicatezza li riaprì e sorrise.
Era tornato nel mondo reale. Insieme ad Hermione.
Ce l'avevano fatta.
-Hai ragione, è piuttosto banale.-
Non ricevette alcuna risposta. Si girò intorno nella stanza spoglia e non trovò Hermione. 
-Ehi, dove sei?- domandò con un sorriso imbarazzato sul volto.
Poi lo notò.
Una massa scura sul pavimento, contorta e priva di movimenti.
Una massa di capelli mossi, ricci...
Un viso angelico...
-NO!- urlò Draco buttandosi su di lei. Girò con forza il corpo di Hermione verso di sé e osservò il pallido colore della sua pelle. -No, Hermione- sussurrò.
Il suo corpo era freddo ed il suo cuore batteva a rilento, come se facesse fatica a compiere il suo lavoro. I suoi occhi erano circondate da occhiaie violacee con le vene che si notavano sulla pelle bianca. Le mani fredde ricadevano accanto ai suoi fianchi. La bacchetta accanto alla sua mano, sola sul pavimento.
-Il veleno ha fatto effetto.-
Draco alzò di scatto gli occhi e notò di fronte a sé Knight, in piedi, a qualche metro di distanza.
-Come ti sei liberato mostro?- urlò, frenando il suo istinto di ridurlo in cenere.
-L'incantesimo era debole, a causa della sua prossima morte.-
Alla parola morte, Draco avvertì scendere sulle sue guance le lacrime. 
Morte..
Sarebbe morto lui, non Hermione. Non doveva morire lei, non aveva colpa, se non quella di amare un assassino, qualcuno che meritava veramente di morire. Senza di lei, senza la sua adorata Mezzosangue non sarebbe sopravvissuto, non ce l'avrebbe fatta e nemmeno avrebbe voluto. Senza di Hermione non voleva vivere.
-Questo è quello che volevo vedere. Il nemico piangere su i suoi errori.- Knight si piegò sulle gambe e gli sorrise. -Piangi, caro Malfoy, piangi. Piangi come ho fatto io per Robert, e saprai quanto ho sofferto.- Si rialzò ed inspirò. -Ora che ho la mia vendetta, tu non mi interessi più.-
Fece qualche passo indietro e fece per uscire, ma Draco lo bloccò.
-Non credere di farla franca, mostro.-
Strinse un attimo la mano di Hermione, prese la bacchetta e si alzò.
-Hermione non morirà...-.
-Non vorrei deluderti, Malfoy, ma è già con un piede nell'aldilà.-
-Hermione non morirà!- urlò, alzando la bacchetta di Hermione. -Avada Kedavra!-.
Il raggio verde investì in pieno il mago. Con un tonfo, Knight cadde a terra. 
Draco abbassò la bacchetta e avvertì il suo cuore battere velocemente. Si avvicinò al corpo dell'uomo e l'osservò. Era diventato bianco, pallido, come se il sangue non circolasse più in lui. 
Era morto.
Soffocando un respiro, si rimise di nuovo accanto ad Hermione. Il battito era rallentato, il corpo era ancora più pallido e le sue labbra rosse stavano diventando viola. Gli serviva un antidoto, un qualcosa che salvasse la vita alla sua amata.
-Un semplice antidoto ai veleni più comuni. Lo tengo sempre in borsa.- 
La voce di Hermione entrò nella sua mente con forza. Quella notte stava cercando di salvare Noah ed aveva estratto una boccetta di vetro dalla sua borsa.
Ringraziò il cielo e chissà quale Dio lassù quando notò che Hermione aveva una borsa a tracolla accanto al suo fianco. L'aprì di fretta e cercò l'antidoto. Era un casino quella borsa, conteneva libri, fialette, volumi enciclopedici e vestiti. 
-Accio antidoto- chiamò con la bacchetta di Hermione. Una fialetta saltò fuori con delicatezza e si posò sulla sua mano. La stappò e versò il suo intero contenuto nella gola di Hermione. Quando anche l'ultima goccia fu nella bocca della ragazza, ella cominciò a tossire, tossire forte, come se stesse cercando di espellere da dentro di sé tutto il veleno. Si girò da un lato e cominciò a sputare fuori un liquido molto simile a sangue, ma che aveva un colore più tendente al viola.
Draco per poco non svenne dalla felicità. 
La sua Hermione era viva. Emozioni che non possono essere descritte esplosero in lui, mentre rimase immobile a guardare la ragazza espellere quello strano liquido. 
Quando alla fine, Hermione smise di rigettare, si girò. Osservò il contorno del viso di Draco e vi passò una mano sopra.
-Ehi, ti sei ricordato quello che ti ho detto...-.
-Vedi, ti ascolto, ogni tanto!- scherzò Draco, passandole un braccio dietro la schiena per avvicinarla a sé. Con un sospiro, Draco eliminò la distanza, cercando di tenerla più vicino che poteva. Come poteva lasciarla andare, ora che l'aveva trovata, ritrovata e salvata? Come poteva anche solo pensare di averla persa. 
Quando Hermione si allontanò da lui, i suoi occhi si tinsero di preoccupazione.
-Knight? Dobbiamo fermarlo, chissà che...-.
-E' morto. L'ho ucciso, perché pensavo di averti persa- disse solamente Draco, passando una mano sul viso di Hermione, per calmare il suo cuore spaventato. 
Inspiegabilmente, gli occhi di Hermione diventarono lucidi.
-Volevo salvarlo, dimostrargli che la vendetta non porta a niente...-.
-Ti ha quasi uccisa, come volevi salvarlo?- domandò stupito, furioso e confuso Draco.
-Anche tu hai ucciso per vendetta.-
-Ti aveva minacciato, disprezzata, aveva cercato di ucciderti. E poi ha ucciso altre sette persone.-
-Lo ha fatto solo per un motivo...-.
Draco sganò gli occhi confuso e sbalordito. Knight era un assassino, aveva quasi ucciso la ragazza che amava ed ella voleva... salvarlo?
-Dobbiamo andare- affermò solo, aiutandola ad alzarsi, porgendole la bacchetta, che Hermione prese con mani titubanti, e si diresse verso la porta.
Draco, confuso più di prima e con il cuore che piano sembrava spezzarsi, uscì dalla stanza e si guardò intorno. La stanza era collocata alla fine di un corridoio buio, ma dall'altra parte, vi era uno spiraglio di luce.
-Draco...- lo chiamò la voce soffusa di Hermione.
Lui non si voltò. Come poteva ancora darle retta? Era praticamente morta, l'aveva salvata pochi minuti prima della sua morte ed, ora, lei intendeva perdonare il suo assassino? Era diventata matta?
-Draco, ce l'hai con me?- domandò Hermione, affiancandolo.
Draco, seppur avesse voluto risponderle affermativamente, scosse la testa. Non poteva essere arrabbiato con lei, c'era mancato poco che la perdesse, non avrebbe permesso di allontanarla di nuovo da sé.
-No, è solo che mi hai lasciato senza parole. Insomma, volevi aiutarlo e lui è quello che ha tentato di ucciderti... Insomma, è strano.-
Le prese la mano e si incamminò verso quella luce fioca. 
-Perfino il peggiore dei tuoi nemici può meritare il tuo perdono.-
-Il nemico non si perdona mai.-
Hermione lasciò andare la sua mano.
-Io e te eravamo nemici. Guardaci ora.-
Draco sospirò. Come poteva credere ad una cosa del genere?
-Io non sono mai stato il tuo nemico. Ti ho sempre amata, sin dal primo momento che mi hai guardato con quegli occhi di sfida.-
-Mi trattavi come una nullità.-
-Sai che sbagliavo.-
-Eppure ti ho perdonato.-
La voce fioca di Hermione, velata da leggere lacrime, lo fece intenerire. L'amava, l'amava più di ogni altra cosa. Sapeva che, in un modo sbagliato, aveva ragione. 
-D'accordo- affermò riprendendole la mano -Knight poteva essere perdonato. Ma non sarebbe stato perdonato dalla legge.-
-Anche tu lo hai ucciso.-
-Ne risponderò alla legge, ma convinceremo Pansy a testimoniare per noi. A quest'ora sarà già fuggita, ma la rintracceremo.-
-Che ne sai che non è rimasta ad attendere ordini dal suo capo?- domandò Hermione dietro di lui.
-La conosco. E' una Serpeverde. Sicuramente quando non lo ha visto tornare sarà scappata.-
Hermione non replicò. La sentiva fiacca, stanca. Draco avvertiva che faceva una certa fatica a camminare ed il suo passo era lento e pesante. Il suo respiro era mozzato dal fiatone e la sua mano era debole.
-Hermione, tutto bene?- domandò Draco, girandosi verso di lei ed interrompendo la camminata al buio.
Lei si bloccò andando a sbattere contro di lui.
-Si, quando usciremo da qui ci smaterializzeremo al San Mungo.-
Draco annuì ed accarezzò il viso di Hermione, poi riprese a camminare.
Oh, Hermione. Aveva temuto di averla persa ed invece era di nuovo lì al suo fianco. Aveva provato le stesse sensazioni che aveva avuto nel suo sogno quando aveva visto il corpo di Hermione senza vita steso sul pavimento, illuminato da una debole luce. Knight era riuscito ad osservare il suo peggiore incubo ed aveva intenzione di gustarsi la scena per vendicarsi di lui. Era riuscito a manovrarlo con facilità. E tutto perchè si era innamorato di Hermione.
E allora l'amore ti rende debole? Succube?
-L'amore è l'arma più potente che hai- aveva detto sua madre chissà quante ore prima. Ed aveva ragione. 
L'amore non l'aveva reso debole, l'aveva reso forte. Capace di combattere per qualcuno, perché ci credeva, perché era innamorato di lei. Perché amava Hermione Granger. 
L'amore lo aveva reso forte. E il vero nemico era solo sé stesso. Il vero debole era la paura di perderla. Quando aveva creduto di averla persa nel suo sogno era crollato, aveva lasciato che Knight lo catturasse, aveva permesso a lui di controllarlo. 
Era Draco Malfoy il nemico di Draco Malfoy.
Il nemico era quella paura di perderla che l'aveva reso debole e succube.
L'amore ti rende forte. La paura debole
E lui non voleva più avere paura.
Strinse forte la mano di Hermione per infonderle la stessa forza che sentiva in quel momento, fino a quando si rese conto di essere giunti alla fine del corridoio. Con una mano sul volto per coprire la luce che piano bagnava i loro occhi, Draco ed Hermione sbucarono fuori da una porta aperta nella parte posteriore dell'abside della chiesa. Davanti a loro a destra, l'uscita. 
-Ci siamo- affermò Draco, sorridendo ad Hermione. Ma lui notò lo sguardo pietrificato della ragazza, che era rivolto verso il muro della chiesa alla loro sinistra. Volse lo sguardo verso destra e rimase pietrificato.
Attaccata al muro per delle manette magiche, vi era Pansy Parkinson, circondata da sangue.
Hermione corse verso di lei e si inginocchiò accanto a lei. Aveva un taglio sulla gola, dal quale sgocciolavano gocce di sangue. Hermione si strappò una parte della maglietta, lo appiattì e tamponò la ferita. In quel momento, Pansy si risvegliò al lieve tocco di Hermione.
-Cosa ci fate qui? Il capo avrebbe dovuto uccidervi.- Draco notò quanto la voce di Pansy fosse rotta dalla ferita, e quanto facesse fatica a parlare. Ma ciononostante non si mosse. Rimase immobile sulla porta ad osservare la sua ragazza trafficare con il collo ferito della sua ex ragazza.
-Pansy, non parlare, ti salveremo- disse Hermione, frugando nella sua borsa. 
-Cosa cerchi?- domandò Draco, con le mani in tasca.
-Del dittamo, dovrei averlo proprio qui.- Prese la sua bacchetta dalla tasca dietro dei pantaloni e la puntò verso la borsa. -Accio Dittamo.- Dalla borsa, però, non uscì niente. -Accio Dittamo- ripeté Hermione con più decisione.
-E' inutile- affermò la voce soffusa di Pansy. 
-No, non è inutile. Ti salveremo. Ora chiameremo il San Mungo e diremo di riservarci del Dittamo. Forza Draco vieni qui ed aiutaci a smateriallizzarci. Poi tornerò a prendere Ron- affermò rapidamente Hermione, mentre la sua mano sinistra spostava rapidamente una ciocca da davanti i capelli, mostrando a Draco le lacrime passeggere sul volto di Hermione.
-E' inutile- ripeté Pansy. La sua voce si stava abbassando. Deglutì ma uscirono altre gocce di sangue dal taglio. -Weasley è davanti all'altare. Knight voleva usarlo come esca se il suo piano non avesse funzionato.-
-Non sforzarti di parlare, perdi energie e ci servono per arrivare al San Mungo. DRACO, PORCA MISERIA, VIENI QUI. Non ce la faccio a smateriallizzarmi da sola con lei, ho bisogno del tuo aiuto.- 
Ma Draco non si mosse. Rimase lì immobile, osservando gli occhi rassegnati di Pansy. Lei gli sorrise.
-Draco ha capito. Perché tu no, Granger?-.
-Cosa ha capito? Smettila di parlare- l'ammonì Hermione, togliendosi la giacca e mettendola sul corpo di Pansy. -Draco, ti vuoi muovere?!- urlò nella sua direzione.
Di nuovo, Draco non si mosse. Aveva capito tutto. 
Pansy sarebbe morta.
-E' troppo tardi...- sussurrò Pansy.
Hermione rivolse uno sguardo rabbioso ed infuriato verso Draco, che continuò a restare immobile.
-Pansy, non dire così. Ti salveremo, Draco... Draco deve solo muoversi...- Le lacrime ruppero il suo discorso. -Draco si muoverà e ti salveremo.-
-Perché vuoi salvarmi?- domandò Pansy.
-Perché ho già visto morire troppe persone per l'ira di Knight e non voglio vedere altri morti.-
Pansy sorrise. 
-Draco...- lo chiamò la ragazza. 
Allora si mosse.
-Oh, bravo, vieni qui ed aiutami- continuò ad incitarlo ad avvicinarsi Hermione, con gli occhi pieni di lacrime. Ma lui si fermò a qualche passo di distanza da Hermione. Di nuovo, la ragazza gli rivolse uno sguardo furioso.
-Draco, mi dispiace di averti ingannato. Ma sappi, che Knight mi usava per un motivo ben preciso...-.
-E quale?-.
Una lacrima scese sul volto di Pansy, accompagnata però da un sorriso.
-Diceva che aveva bisogno di una ragazza che fosse in grado di mentire bene, che fosse in grado di simulare i sentimenti. E secondo lui, ero la migliore.- Sospirò e ridacchiò. -Ma io non ho mai mentito.-
Draco abbassò lo sguardo e fece un ultimo passo avanti per avvicinarsi di più a Pansy. Strinse la mano incatenata di Pansy.
-Non ho mai mentito...-.
-Ti ha usato perché mi amavi...-.
Pansy sorrise.
-Non ho mai smesso.-
Draco sgranò gli occhi nel vedere la forte Pansy Parkinson, la grande strega Serpeverde, abbandonarsi lentamente verso il muro e chiudere gli occhi, senza mai abbandonare la stretta di Draco.















 
****************
Spazio autrice:

Ciao a tutti!

Credo di essere sul punto di scoppiare in lacrime. Non immaginate quanto possa essere difficile e commovente scrivere la morte di Pansy, in questo modo.
L'avevo detto, il ruolo di Pansy era ben diverso. Non era solo una pedina, era anche l' "angelo custode" di Draco, lo proteggeva perché l'amava. L'amava a tal punto da morire per lui.
*versaqualchelacrima*

Il capitolo più difficile, complicato, emozionante e stressante da scrivere di tutta la storia. E' più di una settimana che volevo scriverlo, che ero lì lì per scriverlo ma poi alla fine non sapevo mai da che parte iniziare, quale strada percorrere, in che punto finire. 
Ed è il capitolo che precede il lungo epilogo.
Credo che i Draco ed Hermione che ho descritto vadano oltre le mie parole, abbiamo una loro mente e dei loro sentimenti. Credo che sono in grado di dimostrare il perché di tante cose, il come di molte altre. Sono complessi, più di quanto vogliano dimostrare. 
E' un amore che li rende forti.
Perché io sono di questa opinione.
L'amore rende forti. Più forti di qualcunque altra cosa perché combatti per un obiettivo, per qualcosa in cui credi, per quella specifica persona. Ecco perché Hermione e Draco sono così forti insieme, ecco perché Knight li voleva separare, perché insieme erano troppo potenti.

Quest'ultima parte del capitolo, mi ricorda molto la morte di Severus. Ed è un po' da lì che mi sono ispirata. Insomma, l'amore è sempre la cosa più potente che si ha e spesso è il motivo per il quale molte persone agiscono. Queste persone sono le più coraggiose del mondo.



Beh, prima di dilungarmi come al solito nei miei soliti monologhi, la chiudo qui.

Ringrazio chiunque leggerà il capitolo. Grazie, anche solo il fatto che abbiate aperto questa pagina mi rende felice. Grazie.

Ringrazio le mie meravigliose lettrici che ad ogni capitolo mi fanno sorridere. Ed ogni capitolo è dedicato a loro. :)

Ringrazio chi, speriamo, metterà questa storia nelle preferite, nelle seguite o nelle ricordate. 

Ringrazio chi, come me, ha tenuto forte insieme a Draco ed Hermione, in questa loro strana avventura.
Recensite, mi raccomando. Mi farebbe davvero felice, ne sarei onorata

Grazie, grazie, grazie.





Per ultimo, ma non ultimo, ringrazio te. Tu che sei qui al mio fianco e mi hai insegnato che l'amore è una cosa che va contro il tempo e lo spazio, ed è quello che unisce milioni di persone sotto un unico rumore: il battito di un cuore.
Il mio cuore batte per te, anche se non lo senti.
Ti voglio bene, e mi manchi.



C.





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