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Autore: Angel_Liam    24/01/2007    1 recensioni
Allora siccome non mi è piaciuta per niente la fine del quinto libro e tutta la storia del sesto, ho cominciato a pensare: cosa sarebbe successo ai genitori di Harry se...??? E così ho scritto questa storia, mentre ascoltavo la canzone dei Pooh... il titolo non ha molto a che fare con il racconto, è solo legato alle mie emozioni. Spero vi piacerà! Leggete numerosi e recensite! E' la mia prima storia, vi prego siate clementi ho tanta paura di aver fatto schifo....
Genere: Romantico, Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Sorpresa
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Ciao! Sono tornata! Ecco a voi il quarto capitolo della mia storia!

Buona lettura!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

IL CIELO NON FINISCE MAI

4.

Quando Lily si svegliò, il giorno dopo, si accorse che Faith non era in dormitorio.

“Sarà andata giù prima” si disse. Però era strano. In genere, quando Faith faceva le ronde, il giorno dopo faticava addirittura a stare in piedi. Cos’era cambiato? Si alzò e, dopo essersi preparata, scese in sala comune.

Xander e Anya la stavano aspettando dall’altra parte della sala.

“Buongiorno”.

“Buongiorno” dissero gli altri due all’unisono.

“Avete visto Faith?” chiese Lily guardandosi in giro.

“Pensavamo fosse con te” disse Xander. “Perché? Problemi?”

“Non è tornata dalla ronda la notte scorsa” disse Lily.

“Che cosa?” disse Xander preoccupato. “E non ti ha avvertito? Non ha mandato un gufo o…”

“No, niente” rispose Lily. Sospirò. “Questa storia mi preoccupa. Faith non si è mai comportata in questo modo”.

“Già” asserì Xander. “Non vorrei mai che le fosse accaduto qualcosa di male”.

Nel frattempo, a Hogsmeade, al cimitero, Faith aveva appena aperto gli occhi e, ricordatasi di cosa era accaduto la notte prima, si affrettò a tornare al castello.

Dovette passare per la foresta per non essere vista. Non appena entrò, ancora ferita e sporca per l’avventura vissuta, si diresse subito nel sua sala comune, giusto in tempo per scontarsi con Lily, Xander e Anya.

“Faith!” disse la rossa, guardandola a bocca aperta. “Stai bene? Ma che cosa ti è successo?”

Faith si limitò a fare cenno di entrare in sala comune, e si diresse con gli altri in dormitorio per darsi una sciacquata e cambiarsi.

Quando poi ebbe spiegato la situazione agli altri, rimasero tutti a bocca aperta.

“COOOSAAA?” disse Lily, incredula. “Remus? Tu vuoi dire che…?”

“Si, era libero” disse Faith, chiudendo il baule. “Senza freni, un collare, un qualcosa che lo potesse tenere alla larga dagli esseri umani… niente!”

“Questo significa solo due cose” disse Anya. “O che ieri sera non ha fatto in tempo ad entrare nella Stamberga Strillante o che…”

“..o che è entrato e che è anche uscito” concluse Faith. “Ho intenzione di parlare con lui non appena lo trovo”.

“Sarà in infermeria” disse Lily.

“Bene. Allora ci andrò subito. Poi mi occuperò di Potter e di Black”.

Tutti la guardarono stupiti.

“Potter e Black? E loro che c’entrano?” chiese Xander.

“Erano con lui ieri sera, sapete…” Abbassò la voce per non farsi sentire “…sotto forma di Animagi”.

“Di nuovo?” s’infuriò Lily. “Avevano promesso che non l’avrebbero fatto mai più! Brutti…”

“Non ha importanza” la interruppe Faith, facendo cenno agli altri di seguirla. “Dobbiamo capire esattamente che cosa è successo ieri sera, perché Remus era libero. Scoperto il mistero, prenderò provvedimenti”.

“Che cosa intendi fare?” chiese Xander.

Faith sospirò, mentre usciva dal buco del ritratto. “Non lo so. Per il momento voglio solo che nessuno si faccia male. Sarà meglio che vada da sola da Remus, voi andate pure a lezione. Dite che sono andata a trovarlo. Ah, a proposito” aggiunse, prima di separarsi dal gruppo, “lasciate in pace Potter e Black, voglio essere io a parlargli”.

Detto questo si voltò e si diresse verso l’infermeria.

Le porte erano chiuse. Assicurandosi che i graffi che aveva sulle braccia fossero ben nascosti dalla divisa, Faith entrò e sbirciò dentro.

Madama Chips stava dando da bere a Remus qualcosa. Faith le chiese se poteva rimanere da sola con lui ela donna acconsentì, a patto di non affaticarlo troppo.

Il ragazzo le sorrise non appena la vide.

“Ciao” le disse. “Tutto bene?”

Per tutta risposta, Faith gli mollò uno schiaffo così forte da fargli arrossare l’intera guancia.

“Ahia! Ma cosa…? Che ti prende?”

“Ricordi qualcosa di questa notte, per caso?” gli domandò Faith inquisitoria.

“Certo che no” rispose Remus, massaggiandosi la guancia colpita. “Mi sono trasformato, mi pare ovvio che non ricordo nulla!”

“Beh, questo è un vero peccato, visto che hai quasi rischiato di uccidermi” disse Faith spiccia.

Remus la guardò incredulo. “Cosa? Ucciderti? Io? Sei fuori strada, cugina, io sono rinchiuso alla Stamberga nelle notti di luna piena”.

“Non è quello che ho visto” ribatté Faith.

Remus continuò a guardarla senza sapere che cosa fare. Pareva non sapesse di che cosa stava parlando.

“Ok” disse Faith. “Ok, ti capisco, forse tu non te ne rendi conto perché in quei momenti non sei in te ma… Remus, stanotte sei uscito dalla Stamberga Strillante e mi hai aggredita!”

Gli occhi del ragazzo si allargarono all’improvviso e sbiancò.

“C-cosa?” balbettò, incredulo. “Io…? Ma tu che cosa ci facevi fuori ieri notte?”

“Potrei farti la stessa domanda” disse Faith.

Remus abbassò lo sguardo, facendo intuire che sapeva.

“C’è qualcosa che mi nascondi, Remus?” chiese Faith, gelida.

Il ragazzo rimase immobile per alcuni istanti. Dentro di lui si stava svolgendo una grande battaglia fra i sensi di colpa e la paura di essere rifiutato. Cosa doveva fare? Confessare la verità alla cugina o semplicemente fingere di essere sconvolto per la notizia dell’aggressione?

“Ecco… io…” balbettò. “Faith, è… è difficile…”

“…che io capisca?” terminò Faith, rubandogli le parole di bocca. “Può essere, anzi, è probabile che non capirò, ma mi sembra normale, viste le circostanze”.

“Senti” disse Remus, “lo so cosa stai pensando, ma… tu non sai, non puoi capire…”

“Non potrò mai capire finché mi tieni all’oscuro!” esplose Faith. “Io sono tua cugina, Remus! Ho il diritto di sapere che cosa ti succede, in particolare se si tratta del tuo problema!”

“Io non ho colpa!” Anche Remus aveva alzato la voce. “Se i miei amici mi portano in giro durante le notti di luna piena vuol dire che sanno quello che stanno facendo!”

“Ma è pericoloso! Potresti aggredire qualcuno come hai fatto con me!”

“Questo non significa che tu possa venire qui a prendermi a schiaffi! Io non mi controllo quando sono un Lupo Mannaro, lo sai che non posso farlo! Invece di stare qui a prendertela con me perché non vai da James e Sirius?”

“Credimi, lo farò” Detto questo Faith si voltò e uscì sbattendo la porta.

Tornata dai suoi amici, chiese loro se avevano per caso visto Potter o Black in giro, ma loro le risposero di no. L’unico altro posto che le veniva in mente era il dormitorio dei maschi, quindi si affrettò ad andarci. Si sarebbe inventata una scusa per le lezioni, e poi anche se ne perdeva una non era la fine del mondo.

Arrivata davanti alla porta dei dormitori, bussò tre volte. Non ottenne risposta.

“Potter!Black!” chiamò. “Lo so che siete lì dentro, avanti! Venite fuori!”

La porta si aprì e fecero capolino gli occhi di James.

“Lehane” disse, fingendosi sorpreso. “Come… come mai da queste parti?”

Faith lo guardò male. Ma cosa pensava di lei, che fosse una povera idiota come tanti altri e che avrebbe avuto pietà?

Senza che Potter se la aspettasse, dette un calcio alla porta e la spalancò, col risultato di far finire il ragazzo a terra. Entrò, senza bisogno di invito, e si guardò intorno. Dal bagno, apparve Black, una benda in mano.

Era chiaro che la notte prima la situazione doveva essere degenerata. Sia Potter che Black avevano dei tagli rossi sul viso, e Black, con solo indosso i jeans, aveva su tutto il collo e sulla parte destra del petto dei profondi graffi.

Faith guardò Potter. Anche lui non aveva la maglietta e il suo fisico era per metà quasi in carne viva. Il lupo doveva averli quasi sbranati.

Per un attimo fu indecisa sul fatto di cominciare la sua sfuriata. Insomma, vederli in quelle condizioni per aver cercato di salvare suo cugino… però anche il fatto di essersene andati in giro senza una protezione…

“Cosa vi è successo dopo che ho salvato Spike?” chiese loro.

I due non risposero subito, si guardarono per un momento come per capire chi doveva parlare, poi Potter disse: “Abbiamo… rincorso Remus lungo il fiume”.

“È stato lui a ridurvi così?” chiese Faith.

I due annuirono. La cacciatrice sospirò e si passò una mano sul viso.

Fantastico, adesso non ci sarebbe più riuscita. Come poteva rimproverarli dopo aver visto in che condizioni penose erano per aver cercato di fare la cosa giusta? Come avrebbe potuto??

“Siamo riusciti a portarlo a riva, dopo che ha aggredito Spike” disse Black, riportandola alla realtà. Il ragazzo teneva lo sguardo basso, quasi volesse nasconderle quegli orribili segni, come se si vergognasse di mostrarli a lei. Faith lo guardò senza remore e gli fece capire che voleva sentire il seguito, così lui proseguì: “Ma… lui non si rendeva conto di… così ci ha aggredito e…”

Faith alzò una mano per fargli capire che non era necessario continuare, che aveva compreso. Sospirò, e si preparò al suo discorso.

“Sentite” disse, “io non voglio essere la rompi scatole di turno, solo… dovete capire che anche se avete compiuto un atto molto eroico nel riportare Remus a riva non avete comunque fatto la cosa giusta”. James e Sirius la guardarono interrogativi, mentre continuava. “Avevate promesso che non lo avreste più portato fuori durante le notti di luna piena, e invece l’avete fatto lo stesso. Perché? Da quanto va avanti questa storia? E soprattutto, perché non me lo avete detto?”

“Perché sapevamo… che non avresti capito” disse Sirius con timore.

“Qui non si tratta di capire o non capire” disse Faith, avanzando di qualche passo. “Si tratta di fiducia. Insomma… quante volte, ragazzi, quante vi ho salvato la vita? E quante vi ho tolto di mezzo dai guai prima che la situazione potesse diventare troppo seria? Quante?”

“Tante” ammise James, che nel frattempo si era rialzato.

“Appunto” disse Faith. “Perciò mi stupisco. Pensavo vi fidaste di me. Insomma, ma… quello che è capitato stanotte non vi fa riflettere neanche un po’? Non vi sentite neanche un po’ responsabili?”

James e Sirius abbassarono lo sguardo.

“Chi tace acconsente” pensò Faith. “Vedo che mi capite” proseguì poi, più sicura di sé. “Lo so che è dura non poter fare niente per Remus, provo anch’io quello che provate voi, però… non potete correre un rischio del genere ogni mese, questa volta avete davvero rischiato grosso. Volete finire ammazzati la prossima volta? Avete deciso che è arrivata la vostra ora? Beh, spiacente, ma non potrete farlo finché ci sarò io. Ho giurato di proteggere la Terra, e con lei tutti i suoi abitanti”.

“Ma Remus ha bisogno di noi” ribatté James debolmente. “In quella Stamberga diroccata è solo, e rischia di ricominciare a farsi del male se non lo aiutiamo”.

“E che cosa proponi di fare? Se credi che ti lascerò andare di nuovo da lui stanotte hai proprio sbagliato modo di porti, Potter”.

“Quello che vuole dire” intervenne Sirius, “è che stando con noi soffre molto meno. Fargli compagnia è il solo modo per controllarlo e…”

“…e farvi uccidere?” lo provocò Faith.

“E proteggerlo” terminò Black, fingendo di non aver sentito. “La nostra presenza animale non la percepisce pericolosa, perciò si fida di noi”.

“Ieri notte vi è sfuggito” gli ricordò Faith. “Avete rischiato di far uccidere me e avete quasi ucciso Spike. Se non fosse perché è un vampiro sarebbe già morto da ore. Questo mi basta per capire che non siete abbastanza responsabili da poter gestire una cosa del genere”.

“Ehi” disse James, offeso. “Guarda che questa è la prima volta in tre anni”.

“Basta una sola volta” disse Faith. “Quando il danno è fatto non c’è più niente da riparare”.

“Ascolta, non siamo gli idioti superficiali che credi tu” disse ad un certo punto Sirius, guardandola dritta negli occhi senza paura. “Ci rendiamo perfettamente conto della situazione. E ci tengo a farti notare che forse saresti tu a dover avere più fiducia in noi che noi in te”.

“Come, scusa?” fece Faith.

“Ha ragione” disse James. “Ciò che succede a Remus ormai è in mani nostre. Tu sei quella che deve salvare il mondo, e noi quelli che dobbiamo salvare il nostro migliore amico. Forse dovresti renderti conto che a volte le persone hanno qualità pari alle tue anche se non hanno i superpoteri”.

“Perché non provi a dire una cosa del genere a Lily?” lo sfidò Faith. “Non ti resterebbe nemmeno il tempo di finire la frase”.

“È una minaccia?” chiese Sirius.

“Si” rispose tranquillamente Faith.

Il ragazzo, ben più alto di lei, le andò davanti e la sovrastò.

“Se ti metti contro di lui ti metti contro di me” la avvertì.

“E la cosa dovrebbe crearmi problemi?” fu la tranquilla risposta di Faith, che non si mosse di un solo millimetro.

“Sirius” disse James in tono serio. Il ragazzo si voltò e incrociò lo sguardo dell’amico, che scosse la testa. “Lascia perdere”.

“Ma…” tentò Sirius, ma lo sguardo deciso di James gli impose di non continuare. Faith girò i tacchi e se ne andò, ma prima che potesse cominciare a scendere le scale.

“Lehane?”

Faith si fermò. James stava sulla soglia della porta.

“Non dirai a Remus quello che ci ha fatto, vero?” le chiese, mantenendo un tono neutro ma facendo capire benissimo di essere preoccupato.

“E come speri di nascondere quei segni?” Faith fece un cenno verso le ferite sul suo corpo.

“Non preoccuparti, so cosa fare” disse. “Promettimi solo che non glielo dirai”.

Faith annuì. Anche James annuì, poi i due presero strade diverse.

Alle cinque di pomeriggio circa, quando il sole ormai stava tramontando, Faith stava percorrendo il sentiero al limitare della foresta per andare da Spike. Sapeva che era rischioso, che se l’avessero scoperta sarebbe stata espulsa, ma cosa più grave se Remus fosse uscito di nuovo dalla Stamberga Strillante questa volta per lei non ci sarebbe stata alcuna possibilità.

Uscita da Hogwarts, fece una corsa fino ad arrivare alla cripta di Spike, dove entrò e si chiuse dentro.

Scese le scale che portavano alla stanza sotterranea, dove c’era il letto. Era vuoto.

“Spike?” chiamò. Era strano. Dov’era? La sera prima non si reggeva in piedi e adesso era tornato a camminare? No, non era possibile…

“Spike?” disse, più forte. Niente neanche stavolta. Che fosse uscito veramente? Ma come poteva essere? Un momento… e se… che Remus l’avesse morso?

Istintivamente fece un passo indietro. Se era andata come immaginava, allora era di nuovo in pericolo. Cominciò ad indietreggiare molto lentamente verso le scale, ma andò addosso a qualcosa. Si voltò di colpo, e davanti a lei vide Spike.

Era normale. Stranamente normale. Fin troppo normale. Era come se fosse guarito di colpo, come se non fosse mai stato aggredito da un Lupo Mannaro. Va bene che era un vampiro e che guariva in fretta, ma… fino a questo punto???

“Ciao, dolcezza” disse lui, guardandola. “Come mai da queste parti?”

“Ehm” Faith pensò a cosa potesse dire per non fargli sospettare niente. “Sono venuta a vedere come stai”.

“Sto benissimo” fu la risposta palese di Spike, che la superò e andò a sedersi sul letto, appoggiando i gomiti sulle ginocchia per poi fermarsi a guardarla. “Vedo che dopotutto qualcosa di me te ne importa”.

Faith si costrinse a pensare. Quel comportamento era insolito, ma che cosa poteva fare?

“Spike, ti è accaduto qualcosa di strano oggi?” gli chiese, andando indietro.

Il vampiro ci rifletté. “No, non mi pare. Perché?”

La paura prese il comando, e Faith capì che era giunto il momento per lei di andarsene.

“Io…” balbettò, gettando una fugace occhiata verso Spike. “Io… sono felice di vedere che stai bene” disse, e risalì in fretta le scale.

Quando uscì dalla cripta, non ci pensò due volte prima di cominciare a correre alla velocità della luce. Arrivata a Hogwarts, però, assisté a una cosa che mai si sarebbe aspettata.

Vicino al Platano Picchiatore, poco lontano dalla foresta, c’erano due Lupi Mannari impegnati in una lotta all’ultimo sangue. Faith si nascose meglio dietro agli alberi e non fiatò, mentre le due creature continuavano il loro combattimento.

Uno di loro doveva essere Remus, non c’erano dubbi… ma l’altro? Che si trattasse di Spike? Se si, come aveva fatto ad arrivare a Hogwarts prima di lei? Certo, probabilmente ci era arrivato più velocemente perché trasformato in Lupo Mannaro, però… durante il tragitto lei non aveva avvertito niente di sospetto.

I due esseri, nel frattempo, si erano spostati. Non erano più vicino al Platano Picchiatore, bensì alla foresta, a meno di dieci metri da lei.

Faith, velocemente, si spostò attraverso gli alberi, di modo da allontanarsi ma da poter vedere comunque cosa succedeva. Ora uno dei due lupi era finito disteso, e l’altro ne aveva approfittato per saltargli addosso e aggredirlo con ferocia. Faith si spostò ancora un po’, appena in tempo per evitare di essere vista.

Ad un tratto, il lupo che era finito disteso si rialzò e colpì l’altro, che finì addosso a una roccia. Faith trattenne il fiato, quando a  quest’ultimo fu sbattuta la testa contro la roccia e smise di lottare. Aveva perso.

L’altro lupo ululò. Faith dovette tapparsi le orecchie. Dopo aver ululato, il Lupo fuggì nella foresta, scomparendo alla vista. Faith rimase immobile per un bel pezzo, per essersi sicura che se ne fosse andato veramente, poi uscì allo scoperto.

Vide l’altro lupo, in condizioni così pietose che le fece pena. Provò il forte impulso di avvicinarsi, e lo fece con molta cautela. Doveva stare attenta, era pur sempre un Lupo Mannaro.

Una volta che fu a meno di un metro da lui, si chinò. Era proprio ridotto male. Un orecchio e la schiena erano sbranati, il resto del corpo ferito. L’animale respirava a fatica senza forze, accasciato a quella roccia macchiata del suo sangue. Faith provò una grande pena per quell’essere; per quanto malvagio potesse essere era pur sempre un essere umano, e non meritava un trattamento tale. Rimase a guardarlo senza fare niente. Aveva voglia di fargli una carezza, ma non si fidava. Era troppo rischioso.

Sospirò, avvicinandosi un pochino. L’essere non reagì, ma aprì gli occhi in due fessure e la guardò. Soffriva. Soffriva come Faith non poteva neanche immaginare.

Rimase immobile per alcuni minuti a guardare quell’essere inerme, umiliato, chiedendosi chi fosse la sua vera personalità. Remus? Spike? Beh, se non era lui questo voleva dire un Lupo Mannaro abusivo in circolazione che seminava il pericolo a Hogwarts. E lei avrebbe dovuto impedire che venisse fatto altro male.

Raccogliendo tutto il suo coraggio. Allungò una mano, e il lupo mostrò i denti. Faith si fermò ma tenne la mano alzata a mezz’aria. Avrebbe dovuto far capire che non intendeva fargli del male. Tuttavia l’essere sembrava fidarsi sempre meno, e cominciò ad emettere quello che voleva essere un ruggito minaccioso ma che ebbe l’effetto di un lamento molto doloroso. Faith avvicinò ancora di più la mano e arrivò a sfiorare il pelo dell’animale, che le lanciò una fugace occhiata. La ragazza ripeté l’azione ancora una volta, e il lupo non si mosse. Stava funzionando. Un poco alla volta, Faith poté fargli delle carezze complete, rassicurandolo che non era lì per fargli del male. Era straordinario. La sera prima scappava terrorizzata e adesso… era incredibile come le situazioni potessero mutare inspiegabilmente. Ad un tratto, raggiunto il limite delle sue forze, il Lupo Mannaro si accasciò a terra e svenne. Faith sorrise tristemente, ripensando a cosa aveva passato poco prima, e si alzò. Preso il lupo per le zampe posteriori, cominciò a trascinarlo. Doveva nasconderlo, metterlo al sicuro, se l’altro lupo si fosse ripresentato non si sarebbe di certo riservato il piacere di dargli il colpo di grazia. Una volta averlo sistemato dietro a un cespuglio e averlo nascosto per bene, risalì il sentiero per tornare al castello. Una volta entrata, fece il percorso a ritroso di quando era partita e arrivò in fretta al dormitorio.

Lily dormiva. Non era il caso di svegliarla, le avrebbe detto quello che aveva visto il giorno seguente. Lentamente, si svestì e si coricò sotto le coperte senza fare rumore. Ma non fu, come aveva creduto, una notte portatrice di consigli, bensì di incubi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lo so che questo capitolo è un pò noioso, ma quelli che verranno di seguito saranno pieni di azione, ve lo assicuro! Non abbandonatemi ora!!!!

Vorrei ringraziare in particolar modo BEE, robertina, lollipop, tatiana yoiou e rodailand per aver recensito.

Aspetto i vostri commenti, resto disponibile per eventuali chiarimenti e saranno benvenute tutte le recensioni possibili!

 

Angel_Liam

  
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