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Autore: ArwenUndomiel    11/07/2012    1 recensioni
Salve! :)
Mi sono imbattuta in questo sito di fan fiction per caso, a dire il vero fino a qualche tempo fa non sapevo nemmeno di cosa si trattasse.
Ho letto come ospite numerosi racconti legati alla saga di Harry Potter, la passione che le autrici hanno mostrato nello scrivere le loro storie, mi ha ispirata, così ho deciso di farlo anch'io.
Amo molto i personaggi creati dalla Rowling e proprio per questo non sono riuscita ad accettare la tragica fine di alcuni di essi.
Ho deciso così di dar loro una seconda opportunità!
La storia che ho deciso di scrivere è ambientata dopo la fine della seconda guerra magica, Harry è distrutto, ma qualcuno gli ridarà speranza facendo in modo che partendo dall'epilogo, egli possa costruire una nuova storia.
Grazie a tutti per l'attenzione!!
Buona lettura! ;)
Genere: Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Mangiamorte, Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny, James/Lily, Remus/Ninfadora
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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CAPITOLO 2

 

Non sono mai capace di dire che alcuni sogni sono impossibili da realizzare.
Aleph, Paulo Celho.

 
 
Dopo qualche minuto giunse in prossimità dell’ingresso del castello al quale stava lavorando qualche ora prima.
Si fermò:sembrava fosse trascorsa una vita intera da quel momento.
Il cuore sembrava volesse fuggirgli dal petto, nei timpani rimbombava il suono dei battiti ;riprese fiato.
Edvige planò, posizionandosi su un cumulo di macerie.
Harry la osservava ancora incredulo … Non poteva essere tutto vero, forse stava sognando … E se era così sperava di non doversi risvegliare mai più.
Entrò nel cortile, non sapeva che ore fossero,  a giudicare dalla posizione che il sole occupava in cielo, non doveva essere nemmeno mezzodì …
Generalmente a quell’ora si era nel pieno delle attività.
Il silenzio innaturale che regnava tutt’intorno lasciava presagire che fosse accaduto qualcosa.
Quella che nella mente di Harry , si ostinava  a restare solo una speranza, divenne una timida certezza.
Decise così di recarsi all’accampamento per appurare la situazione.
Salutò la civetta carezzandole il petto con il dorso della mano ed  essa si librò in volo allontanandosi … Certamente se gli altri l’avessero vista all’improvviso, sarebbe venuto loro un colpo!
La fugace immagine di un Ron paonazzo che urlava “Miseriaccia!!” lo fece ridere.
Si accorse di non averlo fatto tanto spesso negli ultimi tempi.
“Da ora in poi sarà tutto diverso!” disse tra sé.
Harry non amava camminare tra le rovine di Hogwarts, il castello era stato da sempre l’unico posto in cui si sentiva a casa, vederlo in quello stato di devastazione gli faceva mancare la terra sotto ai piedi, era come se il proprio centro di gravità fosse crollato in mille pezzi e nonostante si stesse adoperando per  ricostruirlo, non sarebbe stato mai più lo stesso, ne era sicuro.
In un’altra occasione avrebbe preferito percorrere il perimetro delle mura per poi giungere all’accampamento, ma doveva sbrigarsi, non era il momento di lasciare spazio alle proprie debolezze.
 
Lungo il tragitto incontrò Hermione, il volto illuminato da un pallore innaturale, pensando che stesse per svenire, il ragazzo le corse incontro
“Hermione, stai bene?”
“Ha-Harry, stavo venendo a cercarti … Devi venire assolutamente all’accampamento, è successa una cosa impensabile, fuori da ogni logica!” disse la giovane, con un tono che ostentava una tranquillità, la cui assenza era tradita dagli occhi.
Vedendola così sconvolta, Harry fu tentato di dirle tutto ,di rassicurarla che non si trattasse di un sogno, di raccontarle della conversazione con  quel mago potente che aveva fatto tornare indietro i loro cari; poi si ricordò della promessa …
Le parole di Morte si ripresentarono prepotenti nella sua mente:
“Non si gioca con la morte Harry, posso darti ciò che desideri e togliertelo l’istante dopo”.
Rabbrividì, non avrebbe perso di nuovo tutto solo perché non sapeva tenere a bada la lingua.
“Harry ?”  Hermione, ruppe il flusso dei suoi pensieri.
“Hermione, mi stai facendo preoccupare !” disse il giovane venendo in aiuto di se stesso.
Che si fosse insospettita ? Harry conosceva bene la sua migliore amica , se avesse immaginato qualcosa non si sarebbe fermata fin quando non avesse scoperto l’arcano .
Non poteva permettere che lei venisse a conoscenza del suo segreto.
“Non posso spiegartelo a parole, Harry … Devi assolutamente venire a vedere!”
I due si voltarono e continuarono a dirigersi a passo sostenuto verso il parco.
Per un attimo Hermione si voltò a guardare il suo migliore amico.
C’era qualcosa di strano nel suo comportamento, fino a qualche ora prima sembrava fosse tormentato da mille demoni ed ora che si trovava a camminargli di fianco, poteva sentire una sorta di aura di tranquillità che lo avvolgeva.
Che sapesse cos’era successo?
“Non fare l’idiota Hermione, non può essere; magari è solo riuscito a mettere a tacere per un po’ le  sue inquietudini” pensò, sentendosi colpevole per aver sospettato di  lui.
La brezza primaverile imperversava su Hogwarts e a far da sottofondo all’incedere silenzioso dei due amici, vi era il fischio del vento che si incanalava negli anfratti  del castello.
Gli ultimi avvenimenti avevano scosso entrambi.
Erano così assorti nei loro pensieri che si resero conto di essere  quasi giunti alla meta quando, inciampando in un sasso, Harry fece cadere i suoi occhiali che si ruppero.
“Per la barba di Merlino, Harry ,credo che questi occhiali abbiano bisogno di essere benedetti! Non passa giorno senza che io debba risistemarli!” disse Hermione ridendo.
Un po’ di tensione si dissolse.
“Già!!”  convenne sorridendo un  Harry momentaneamente ipovedente.
Risistemate le lenti sul naso, il ragazzo si rese conto di riuscire a vedere le tende poco distanti dal punto in cui si trovavano: erano quasi arrivati,
finalmente a breve avrebbe saputo la verità!
 
La ragazza guidò Harry verso la tenda dei Weasley e i due entrarono.
Nella stanza centrale vi era la famiglia del suo migliore amico riunita.
“Com’è possibile che sia accaduto veramente?!” disse la signora Weasley, in preda ai singhiozzi rivolgendosi a suo marito che, come Hermione, sembrava stranamente pallido.
Nel vederla così, un flashback portò indietro Harry di qualche anno, quando il molliccio in Grimmauld Place si era trasformato nei componenti della famiglia Weasley , morti.
La familiare sensazione di gelo alla bocca dello stomaco, accompagnò la constatazione che effettivamente alla madre del suo migliore amico non era stato risparmiato il tormento di assistere alla morte di uno dei suoi amati figli.
Qualcuno gli prese la mano riportandolo al presente, si voltò per trovarsi di fronte alla sua ragazza che lo scrutava, gli bastò un solo sguardo per avere la conferma di quanto sospettava.
Poco dopo Ron entrò nella tenda , seguito a ruota da George e da qualcuno che gli somigliava incredibilmente eccetto che per un orecchio mutilato.
Harry ebbe un tuffo al cuore , Fred si voltò verso i nuovi arrivati e rivolse loro un sorriso di quelli che lasciano senza fiato per il semplice fatto di esser sicuri di non avere mai più la possibilità di rivederli.
Gli occhi di Harry si riempirono di lacrime, adoperando tutto il suo autocontrollo, alzò una mano e salutò l’amico.
Fred fece un cenno con il capo e disse: “Suvvia, come mai quella faccia,Harry? Sembra che tu abbia visto un fantasma!”  dopo di che scoppiò in una fragorosa risata appoggiandosi alla spalla del gemello.
Dal canto suo, George aveva fantasticato tante di quelle volte sulla possibilità di riabbracciare il fratello che quasi non riusciva a credere che fosse lì, proprio accanto a lui.
Una delle volte in cui la  mancanza del gemello si era  ripresentata in maniera più forte e per cercare sollievo aveva vagato insonne nelle stanze della tenda, gli era quasi venuto un colpo, quando alzando lo sguardo, se lo era ritrovato davanti che gli sorrideva …
Sembrava così reale, ma la gioia iniziale aveva dovuto lasciare spazio alla delusione nello scoprire che era soltanto la sua immagine riflessa in uno specchio.
Aveva provato la stessa sensazione, nemmeno un’ora prima, quando dando uno sguardo alla Mappa del Malandrino per avere un quadro completo dei punti in cui erano collocati i diversi volontari, aveva notato un puntino poco distante da lui, al di sotto del quale era comparsa l’etichetta: “Fred Weasley ”.
Incredulo si era stropicciato gli occhi, stava davvero impazzendo.
Improvvisamente si era reso conto che il punto aveva preso a muoversi proprio nella sua direzione …
Aveva smesso di respirare, ancora un secondo e l’ipotetico Fred avrebbe voltato l’angolo.
Neanche il tempo di formulare un pensiero di senso compiuto che George si era ritrovato davanti ad un sé stesso, di qualche centimetro più alto.
Era sicuro che non ci fossero superfici riflettenti da quelle parti.
Senza proferire parola i due gemelli si erano stretti in un  abbraccio
carico di gioia e di dolore e così erano rimasti, fin quando gli altri membri della famiglia, non gli avevano trovati.
 
Ridestatosi dai suoi pensieri George,guardò Fred tanto intensamente che quest’ultimo smise di scompisciarsi e ricambiò lo sguardo con aria interrogativa.
“George caro, ti ho lasciato per qualche mese e già questo tappeto sembra avere un senso dell’umorismo più spiccato del tuo!! Saranno stati la troppa vicinanza alla scuola e la convivenza con Perce  a renderti così serio?! Devo portarti subito via da qui!” disse con una falsa nota di preoccupazione nella voce.
Un timido sorriso si fece largo sul volto di George, rigato dalle lacrime … Non aveva mai pianto di fronte a suo fratello, il quale rimase visibilmente colpito.
“Non farlo mai più Fred, non permetterti mai più a lasciarmi solo … Io e te siamo insieme dalla nascita e la mia vita non è completa se tu non ne fai parte … Ho immaginato tante di quelle volte che tu fossi qui con me,che non riesco a capire se io sia impazzito o se sia TU davvero!”
Il gemello gli si avvicinò e gli pose una mano sulla spalla, si guardarono a lungo …
George aveva realizzato, gli occhi di suo fratello erano piantati nei suoi; quello sguardo conteneva tutte le scuse per le sofferenze che aveva arrecato e le rassicurazioni sul fatto che sarebbe rimasto per tanto e tanto tempo.
Era lì sul serio.
Doveva dargli un bentornato in stile tiri vispi Weasley, se lo meritava per aver paragonato il suo brillante humor a quello di un tappeto.
Mentre tutta la famiglia ,compresi Harry ed Hermione , assisteva commossa al ricongiungimento dei due gemelli, George  estrasse dalla tasca una mega cacca bomba che anziché colpire la vittima prestabilita: Fred, arrivò direttamente sul completo da lavoro di Percy.
Lo sguardo di quest’ultimo  saettava dal suo vestito ,alle facce di Fred e George che avevano assunto le diverse colorazioni del rosso, per lo sforzo di trattenere le risate; dopo un primo momento di inquietudine  in cui tutti credevano che il suscettibile figlio di mezzo  avrebbe affatturato i due fratelli, Percy scoppiò a ridere e con lui tutti gli altri.
Harry guardò Ron, era davvero raggiante, poteva sentire chiaramente che il tormento interiore che affliggeva il suo amico era sparito.
 
 
 
 
 
 
 
Nel frattempo, dove prima si trovava la torre di astronomia, un vecchio uomo dalla folta barba bianca e le vesti argentate, scrutava l’orizzonte, sereno …
La vista della sua Hogwarts seppur ridotta in macerie, lo deliziava.
Sentì il fastidioso dolore alla schiena che lo aveva accompagnato negli ultimi giorni della sua vita; sorrise: Era tornato.

 
  
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