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Autore: Vincy95    14/07/2012    2 recensioni
{Dal Capitolo 1}
Hermione si risvegliò.[...] La riccia si guardò intorno ancora stordita, e rimase inorridita da ciò che vide. Decine e decine di cadaveri. Tutti i ragazzi che avevano combattuto per Hogwarts. Harry, Ron... Tutti morti...
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: George Weasley, Ginny Weasley, Hermione Granger, Luna Lovegood
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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Capitolo 15

I tre ragazzi inorridirono a quel pensiero. Loro che volevano morire combattendo, loro che si illudevano di poter vincere quella battaglia, ora stavano per morire legati. Speravano in qualcosa di veloce, che gli facesse abbandonare velocemente e senza dolore questo mondo. Non sarebbero stati all’altezza degli altri ragazzi morti per cercare di sconfiggere Voldemort. Si guardarono tra loro, cercando un minimo conforto, prima della dipartita. George cercò di liberarsi, agitandosi. Il Mangiamorte accanto a lui lo colpì allo stomaco. Il ragazzo emise un grido strozzato, e si morse la lingua per il dolore. Sentì in bocca il sapore metallico del sangue. Sputò per terra un grumo di sangue misto a saliva. Abbandonarono l’idea di liberarsi, e accettarono il loro destino. Sarebbero morti da li a poco. Voldemort prese la sua bacchetta da sopra il tavolo.

I lunghi mesi passati in prigionia avevano cambiato totalmente i volti dei ragazzi. Occhi vitrei e facce stanche e scarne guardavano Voldemort, in attesa dell’esecuzione che avrebbe posto fine alla loro vita terrena. Sperarono solo che non gli facesse troppo male.

I due Mangiamorte ai lati della porta estrassero a loro volte le bacchette:

- Fermi, voi due. È un mio compito.- fece Voldemort, e le guardie rimisero le bacchette nei loro foderi.

Voldemort fece un segno al Mangiamorte che stava dietro le sedie dei ragazzi, e tagliò le corde che bloccavano Ginny. La ragazza si alzò in piedi, ma Voldemort le puntò la bacchetta contro. Un lampo verde si rifletté sulle pareti nero lucido della stanza, ed accecò i due ragazzi che erano ancora legati. Il corpo di Ginny venne scaraventato dall’altra parte della stanza, senza vita. Hermione girò la testa verso l’amica, e iniziò a piangere. Un Mangiamorte trascinò via dalla porta il corpo, già rigido e freddo della rossa. La porta di ebano nero si chiuse con un rumore sordo. Dopo qualche minuto il Mangiamorte rientrò, pronto per trascinare fuori un altro cadavere:

- Avanti, libera l’altra.- ordinò Voldemort.

Hermione aveva capito che era arrivato il suo momento. Il Mangiamorte la liberò, ma la ragazza non si alzò. Una lacrima scese veloce per la guancia, andando a finire sui pantaloni della ragazza. Era ormai rassegnata al suo destino, ma non voleva alzarsi. Pensava che ci sarebbe sempre stato un modo per fuggire da ogni situazione, ma qui no. George la guardò. I suoi occhi erano pieni di paura e sofferenza, ma anche di gioia, in quanto la loro stupida, e per certi versi inutile, vita stava per terminare. La ragazza si asciugò gli occhi con il dorso ormai nero della mano.

“Non ha senso piangere. Presto sarà tutto finito.” La ragazza rivolse i suoi ultimi pensieri ai suoi genitori, che ha dovuto abbandonare, ai suoi amici morti nel tentativo di salvare il mondo, ma soprattutto a Ron, l’unico amore della sua vita.

Raccolse gli ultimi sprazzi di coraggio e si alzò:

- Ti faccio una proposta, Granger. Sta a te decidere se continuare a vivere, o morire. Puoi entrare nel mio esercito per ingrossare le mie fila, giurandomi fedeltà e obbedienza assoluta, o morire ora. A te la scelta.- disse Voldemort.

- Cosa che non hai fatto con Ginny.- ribatté la ragazza.

- Lei è inutile. Tu, con il tuo cervello, saresti molto più utile di lei e del fratello messi assieme.-

Hermione gli sputò in faccia:

- Questa è la mia risposta. A te intenderla.-

Voldemort si pulì con la mano il volto dalla saliva della ragazza.

- Ah, è così? Bene.- Voldemort fece un segno ai due Mangiamorte alla porta.

- Portatela via. Fatela stuprare da tutti gli uomini qui dentro. Dopodiché uccidetela. Vediamo se capirà cosa significa insultare me, il Signore Oscuro. Potete andare.-

I due Mangiamorte presero Hermione di peso e la portarono via. La ragazza urlava, si dimenava, piangeva, cercava di non farsi prendere, ma i Mangiamorte erano più forti di lei. Il più robusto se la caricò in spalla, mentre un altro gli mise un fazzoletto in bocca, facendo in modo da chiudergli quella dannata bocca:

- Ora è il tuo momento Weasley. Per te la stessa proposta. Vivere, o morire. A te la scelta.-

George in teoria non avrebbe dovuto esitare. Ma ora il dubbio si insinuò in lui. Meglio vivere o morire? Avrebbe dovuto scegliere la seconda, ma la prima era una nuova sfida. E lui era sempre in cerca di nuove sfide:

- Sai che ti dico?- e gli sputò in faccia anche lui.

- Uccidetelo. Ora. Subito!- urlò Voldemort, in preda alla rabbia.

Il Mangiamorte dietro George estrasse la bacchetta, ma Voldemort lo fermò:

- Usa questo, è più doloroso.- e, estratto un coltello da un cassetto della scrivania, lo passò al Mangiamorte.

- Un taglio solo, qui al collo, e morirà tra le più atroci sofferenze. Muoviti!- continuò Voldemort.

Il Mangiamorte esaminò il pugnale. Era finemente intagliato, con l’elsa a forma di serpente e il pomello era la bocca stessa del serpente aperta. La lama assunse una sfumatura verde quando l’uomo lo appoggio al bianco collo di George. L’uomo gli prese i capelli tra le mani e gli tirò la testa all’indietro. Cominciò a incidere partendo dall’orecchio, per poi andare sempre più in profondità. Arrivato al centro del collo, il sangue iniziò a gorgogliare grazie all’aria che il ragazzo respirava, ma sempre più a fatica.

George non emise neanche un suono, solo un respiro che si faceva via via più affannoso. Il Mangiamorte arrivò all’altro orecchio, e tolse il freddo tocco del metallo dal collo del ragazzo, ormai morente.

Il sangue del ragazzo imbrattava gli abiti sia suoi che del Mangiamorte, e formò una larga pozza sul pavimento:

- Non ti darò la soddisfazione di vedermi soffrire!- rantolò il ragazzo.

Gli occhi di Voldemort divennero due fessure. Le pupille, nere come la notte, si strinsero più che poterono:

- Portalo via dalla mia vista. Non voglio più vederlo se non come cadavere.-

Il Mangiamorte buttò George per terra, il sorriso stampato sulla faccia. Il mangia morte lo prese per i piedi e lo trascinò fuori dalla stanza. Passarono davanti a una stanza, dove il ragazzo sentì chiaramente le urla e i pianti di disperazione di Hermione, costretta ad essere stuprata da tutti i Mangiamorte presenti lì.

George e il suo accompagnatore entrarono in una stanza buia, senza nemmeno la più piccola fonte di luce. L’uomo lo sbatté dentro, uscì e si richiuse la porta dietro le spalle. George rimase così, sdraiato, guardando il soffitto grigio. Gli restavano ormai solo pochi secondi di vita. Non avrebbe mai pensato che sarebbe finita così, in una cella buia, con un enorme taglio sul collo. Lui, che voleva morire da eroe, combattendo contro il nemico, con la bacchetta in pugno, morirà come un qualsiasi prigioniero, senza onore, ne infamia. Nessuno si ricorderà di lui. Come avrebbe voluto morire durante la battaglia ad Hogwarts. Piano piano sentì le forze venirgli meno, come se fluissero via dal corpo attraverso il brutto taglio al collo. Sentiva il sangue che gorgogliava ad ogni suo respiro, ma sempre più lentamente. Era sempre più faticoso respirare. George socchiuse gli occhi, ripensando ai ricordi più felici che aveva, per morire almeno con il sorriso sulle labbra.

Quando tutti gli uomini finirono, Hermione era a pezzi. Era piena di graffi e ferite, sia superficiali che molto profonde, e non aveva nemmeno più la forza per lamentarsi. Quando anche l’ultimo uomo terminò il suo dovere, un Mangiamorte la prese di forze e la trascinò in una cella buia, solo che non era vuota. Qualcuno era nella stanza.

Utilizzando le sue ultime forze per spingersi verso il ragazzo al centro, inorridì quando lo riconobbe tastandogli il viso. Era George. Il corpo era ormai freddo, gli abiti insudiciati dallo sporco e dal sangue. L’intera testa era appoggiata in un enorme pozza di sangue. Hermione si poggiò su di lui, senza nemmeno poter piangere. A lei rimaneva poco tempo ancora in questo mondo. Se non sarebbe morta per dissanguamento, sarebbe morta in seguito all’infezione delle ferite. Cercò di poggiare la schiena al muro, ma con orrore scoprì che non poteva muovere le gambe, dato che erano bloccate. Poche lacrime amare gli scesero lungo le guancie.

Non poteva sfogarsi, non ne aveva le forze. Non poteva cercare di ribaltare la situazione, non aveva la lucidità mentale per pensare.

“Ormai è finita. Mi arrendo, getto la spugna. Morirò in questa cella buia. Almeno potrò dire di essere stata l’ultima del gruppo a morire.” Ma era una magra consolazione. Anche lei avrebbe voluto morire durante la battaglia di Hogwarts, almeno lì aveva tutti i suoi amici intorno a lei, ma soprattutto avrebbe avuto Ron, l’unica persona che lei abbia mai amato veramente. L’ultimo suo pensiero andò a lui, poi chiuse gli occhi e fu solo buio.

 

 

Angolo Autore

Uff, anche questa è finita. Scusate se non mi sono fatto sentire per un anno intero ma ho avuto abbastanza da fare. Con questo capito anche questa FF è terminata. Spero vi sia piaciuta e che vi abbia tenuto compagnia. Spero di tornare presto con nuove idee, però questa volta tutte mie. Ringrazio chi ha recensito e seguito questa storia, a presto :D

 

Vincy

 

  
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