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Autore: phoenix_esmeralda    14/07/2012    3 recensioni
Durante una serata in discoteca con un’amica, Camilla scopre che con una lotteria si può vincere una notte di sesso con il meraviglioso cubista che balla sensualmente in una gabbia sospesa sulla pista. Peccato che quel cubista per lei, non sia precisamente uno sconosciuto...
PRIMA CLASSIFICATA al contest "L'amore è un'arte" di Frantasy. PRIMA CLASSIFICATA al contest "Note d'amore" di Aras -
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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- 4 –

Acquazzone
 
Dopo un mese e mezzo di conoscenza, quando ormai Camilla era più che cotta, la Cacciatrice in lei decise di esporsi. A modo suo naturalmente, niente di troppo vistoso, solo un accenno, quel tanto che basta a offrire un appiglio, nel caso questo volesse essere afferrato.
Era un martedì, il giorno di riposo di Christian che per il resto della settimana lavorava in un bar dalle 18 alle 22. Dovevano sbobinare un numero infelice di interviste e lui le aveva proposto di farlo nel suo appartamento, dove il coinquilino non metteva quasi mai piede.
Così erano rimasti dalle 15 alle 19 attaccati al tavolo della cucina a lavorare e quando ormai il loro cervello fuso non aveva più permesso loro di decifrare una sola parola, si erano buttati sul divano a sgranocchiare delle Speedy Pizza annaffiate di aranciata.
Christian aveva acceso la TV, ma avevano finito entrambi per ignorarla perdendosi a chiacchierare del più e del meno. Lui viveva in un paese di mare in Toscana, vicino alla Versilia e Camilla era rimasta affascinata dai racconti di chi, in vacanza, ci abitava praticamente tutto l’anno.
Così, trascinata dall’atmosfera opportuna, aveva lasciato cadere un “Potrei venire a trovarti quest’estate, non sono mai stata al mare dalle tue parti!”
Lui aveva sorriso con la solita gentilezza, quella di una persona che non vorrebbe mai farti del male, ma le sue parole non avevano lasciato possibilità di replica.
- “Preferirei di no. Non ho mai ospitato una ragazza e i miei potrebbero pensare che io e te stiamo insieme. Vorrei evitare malintesi, ora devo concentrarmi solo sull’università e non vorrei che i miei genitori iniziassero a diventare invadenti.” – e poi, dopo aver lanciato il macigno, aveva cercato di addolcirlo un pochino – “Ma se tu volessi venire con qualche amica, potrei trovarvi un bread&breakfast carino a poco prezzo!”
Un vero cavaliere.  Un cavaliere in fuga.
Camilla aveva ringraziato senza rendere evidente la sua delusione, tornando a casa si era ripromessa di mollare il colpo e lasciar  perdere. Christian aveva rifiutato le sue velate avances con galanteria, era masochistico perseverare costringendolo a essere più lapidario.
Ma non ce l’aveva fatta. Pur ripromettendosi di soffocare qualunque sentimento nascente, la Cacciatrice in lei l’aveva stuzzicata senza sosta.
Fino a che non aveva ritrovato il suo affidabile compagno, tanto serio e concentrato solo sullo studio, a ballare sensualmente mezzo nudo in una gabbia, impacchettato per la migliore offerente.
 
Quello era il colmo dei colmi.
Rifiutare una storia con lei... ok. Non gli interessa. Di questo ci si può fare una ragione.
Rifiutare di fare sesso con lei, quando lo si fa con chiunque venga estratto dalla boccia ogni santa settimana, in modo indifferenziato... No, di questo farsi una ragione è davvero complicato.
Non la vuole in un modo, non la vuole nell’altro.
Rifiutata in ogni senso.
Buona solo per dettare dati quantitativi, sbobinare interviste interminabili, estrarre la sua calcolatrice scientifica nei momenti di crisi.
E lei pure a lasciare sul registro un giudizio positivo per non metterlo nei pasticci!
Ma il momento peggiore sta per arrivare.
Oggi è lunedì. Camilla sente la voce del professore di biologia come un mormorio costante e privo di senso. Ritmo cadenzato, pause calcolate. Se solo capisse una parola.
Ma il suo cervello non decifra.  Fra venti minuti deve essere a testistica.
Un disastro.
 
Se la prende con calma, va in bagno, si lava la faccia, sistema i capelli. Si ferma alla macchinetta ladra a bere un caffè, dà un’occhiata in bacheca perché non si sa mai, di annunci interessanti potrebbero sempre spuntarne fuori.
Quando arriva davanti all’aula la porta è chiusa e la lezione è già iniziata da un quarto d’ora.  Non riesce a entrare.
Se lui non dovesse esserci, lei morirebbe. Ma se c’è... se è seduto al solito posto... come affrontarlo? Come guardarlo in faccia?
Si lascia andare su una sedia in corridoio, fissa la porta dell’aula e aspetta che il coraggio torni, che qualcosa si sblocchi.
Se non c’è... Ma se invece c’è...
Sarebbe terribile se non ci fosse. Ma se lo trovo cosa faccio?
Il dubbio la incolla alla sedia.
Il ricordo del loro bacio la confonde.
L’ha rifiutata, ma quando si è imposta, lui ha risposto. Non ha risposto meccanicamente, il trasporto di Christian era pari al suo.
Quando chiude gli occhi e si concentra su quel momento, le stesse emozioni la travolgono come se si trovasse ancora in quella camera, il corpo aderente al torace nudo del giovane, le mani fra i suoi capelli, la bocca sulla sua.
E intanto rimane su quella sedia.
È passata una mezzora ormai, quando la porta dell’aula si apre all’improvviso. Christian sguscia fuori e quando si accorge di lei si immobilizza.
Restano entrambi pietrificati, l’imbarazzo congela il silenzio fra loro.
Alla fine è lui a parlare.
- “Grazie per non avermi fatto licenziare” – dice in un mormorio. Alza su di lei occhi addolorati, che sembrano voler dire molto più di quelle parole, ma Camilla non conosce il codice per decriptarli – “Farti del male era l’ultima cosa che desideravo.” – aggiunge.
Poi sistema meglio la sacca sulla spalla e si avvia lungo il corridoio. Camilla osserva le sue spalle avvolte nella felpa larga, i pantaloni sportivi, la borsa che ondeggia lungo i fianchi.
È finita così? Non ci sarà mai più nulla fra loro? Risate, complicità, pomeriggi di lavoro comune... tutto sparito?
Vorrebbe chiamarlo indietro, inseguirlo... ma per dire cosa? Forse invece dovrebbe picchiarlo, fino a fargli male veramente! Dovrebbe sputtanarlo con tutta l’università, dovrebbe insultarlo e risputargli in faccia tutte le bugie che le ha rifilato! I week-end a casa dai suoi, lo sguardo casto da bravo ragazzo, l’intesa che credeva li legasse.
Affonda il viso tra le mani e preme i polpastrelli sulle palpebre. Non vuole piangere in mezzo al corridoio dell’università. Non vuole stare così.
 
Il resto della settimana si trascina fra il deprimente e l’ancora più deprimente. A favore del suo umore cupo, piove ogni giorno senza sosta, il cielo grigio e piatto fa da sfondo al vorticare dei suoi pensieri.
Sa che dovrebbe chiamare Christian, stabilire con lui un accordo per statistica... è il suo compagno ed entrambi, tra un mese e mezzo, dovranno dare quell’esame.
Ma non ha la forza né il coraggio di mandargli un sms e lui sembra condividere la stessa difficoltà.
Man mano che la settimana si approssima alla fine però, il pensiero che più la ossessiona è quello del sabato sera.  Sabato Christian sarà al Planet-3 e qualcuna, in mezzo a quella folla di tette, gambe e sederini sodi, vincerà la notte con lui.
Due settimane prima, vedendolo sparire ammanettato alla bionda con il vestito striminzito, si era sentita svenire. Non aveva chiuso occhio immaginando ogni scenario possibile e la gelosia era diventata così feroce da renderla aggressiva nei suoi confronti. Per questo il lunedì mattina era stata così stronza con lui. Per questo il sabato sera aveva speso 200 dei suoi non abbondanti euro.
Per non farlo andare con un’altra.
Perché non sopporta quel pensiero.
Sabato pomeriggio, quando ormai è prossima al culmine della follia, riceve un sms da Viola.
“Stas Planet, passo ore 22. News: mi scopo il figo!”
Il messaggio la gela, senza pensarci schiaccia il pulsante di chiamata a Viola.
- “Cosa significa?” – domanda, appena l’amica risponde.
- “Un compagno di mio cugino è amico del proprietario del locale! Gli ho fatto un favore il mese scorso prestandogli i miei libri per un esame... e stasera ricambia! Farà in modo che venga estratto il mio biglietto! Mi scopo il figo Cami!!!!”
Tramortita dalla notizia, non riesce a rispondere.
- “Allora passo da te...Ora vado a scegliere l’intimo, a dopo!”
Camilla resta immobile con il cellulare muto in mano. Credeva che il peggio fosse già accaduto, ma era stata veramente ingenua.
 
Non sa dire neppure lei perché sia venuta. Se a casa era una donna sanguinante, lì al Planet, vedendo Viola e Christian insieme, diventerà la vittima di un massacro.
Non vuole vedere, ma non riesce a stare lontana, a non controllare, a non sapere cosa accadrà. L’essere umano non sempre riesce a preservarsi dal dolore. A  volte lo va a cercare spontaneamente.
Viola è così entusiasta con il suo biglietto truccato in mano, che non si accorge neppure dello stato d’animo dell’amica.
Camilla balla meccanicamente, muovendosi appena, nascondendosi tra la folla. Osserva Christian e si chiede a cosa pensi.
Perché fa tutto questo? Gli piace? O c’è finito dentro senza volerlo davvero?
Dovrebbe dire a Viola la verità, ma non riesce a farlo. Poi dovrebbe spiegarle anche tutto il resto e in questo momento non ha la forza di parlare.
Al momento dell’estrazione resta immobile osservando l’amica gongolante apprestarsi al dj e poi alla gabbia. Una settimana prima, a quell’ora, lei stessa stava calcando quei metri gloriosi.
Inutilmente, perché Christian non l’ha voluta, unica fra tutte... E allora perché se ne sta ancora lì, a inasprire la sua umiliazione?
Cammina faticosamente verso il guardaroba e si fa restituire il golfino. Dovrà chiamare un taxi, ma non le importa, ora vuole solo allontanarsi.
Solo che nel recuperare il golfino ha perso troppo tempo e ora Viola e Christian sono lì vicino a lei.
- “Eccoti!” – esclama Viola –“Ma stavi già scappando? Aspetta che te lo presento!”
Christian è impalato di fronte a lei, sgomento una volta di più. Lei non fa che shoccarlo. Ma anche lui non scherza in quanto a colpi di scena.
- “Lo conosco già, Viola...” – mormora in  un fil di voce – “Lui... è il mio compagno di testistica”.
Lo sguardo di Christian si riempie di consapevolezza. Gli ha parlato spesso di Viola in quei tre mesi, sa quanto siano amiche.
- “Viola?” – dice, tramortito – “Lei è la tua amica Viola?”
- “Il tuo compagno di testistica?” – sbalordisce nello stesso momento Viola – “Vuoi dire che è Christian? Il Christian per il quale hai una cotta?!?”
Camilla li osserva, uno accanto all’altra, non sa più che dire. L’angoscia le ostruisce la gola e con orrore si rende conto di avere gli occhi lucidi. Una lacrima sta già scappando ed è solo il “la” che darà il via a una sinfonia fragorosa. Prima di dare spettacolo si volta e scappa fuori.
Le lacrime la inondano e non può fare altro che fermarsi in mezzo al parcheggio singhiozzando come una scema, sotto una pioggia fine fine. Deve chiamare il taxi, ma non può farlo in quelle condizioni. Si ferma vicino alla macchina di Viola, si appoggia con la fronte e singhiozza tutto ciò che ha dentro. Vergogna e imbarazzo, gelosia delirante, disperazione, dolore puro.
- “Smettila di essere patetica e lascia in pace la mia auto!” – la mano di Viola l’afferra per la spalla e la allontana. Camilla alza lo sguardo appannato su quello feroce dell’amica.
 - “Ci sono molte cose che dovrai spiegarmi” – le intima lei – “Per cui vedi di telefonarmi domani e di prepararti un bel discorso! Per stanotte ho rinunciato al mio premio, facendo un’enorme figura di merda con mio cugino e il suo amico! Voglio che tu lo sappia e che te lo ricordi per il futuro! Christian si sta cambiando, ha detto che ti porta a casa lui!”
Con questa affermazione finale sale in auto, accende luci e motore e ingrana la marcia.
Camilla la fissa inebetita mentre fa manovra e con una sgommata significativa si allontana dal parcheggio.
Non è andata con Christian.
Il sollievo si mescola agli altri sentimenti e il nuovo mix la fa piangere ancora più di prima. Non riesce più a smettere.
Christian la trova ancora singhiozzante, peggio della Cascata delle Marmore.
Tra le lacrime riesce a vedere che si è infilato una felpa e che sta tirando fuori le chiavi della macchina. La guida docilmente fino alla sua Punto grigia e la fa salire.
Quando escono dal parcheggio, lei sta ancora piangendo. Si sente scema, ma non riesce davvero a fermarsi.
Non è andato con Viola, ma andrà comunque con tutte le altre. Con tutte fuorché lei e questo non riesce a digerirlo. Ha un nodo doloroso al centro della gola che la fa singhiozzare pateticamente.
Christian si ferma in un angolo appartato e spegne il motore.
- “Cam...” – dice piano, con un tono che sfuma dall’addolorato all’apprensivo – “Cosa posso fare per farti smettere di piangere?”
Lei scuote la testa senza riuscire a parlare.
- “Viola ha inventato una scusa con la direzione per rinunciare alla nostra notte insieme.”
- “...Lo...so. Me l’ha d...detto. Mi... dispiace.”
- “Ti dispiace per cosa?” – chiede lui stupito.
- “Per averti rovinato... la nottata.”
- “Rovinato?” – nel suo tono ora c’è una punta di amarezza – “Credi che mi piaccia? Che lo faccia per piacere?”
- “Come faccio a saperlo? Tu non mi spieghi niente.”
Cerca nella borsetta un fazzoletto e si soffia il naso. Vorrebbe asciugarsi le lacrime, ma non sa neppure da dove iniziare talmente ne è inondata.
- “L’unica cosa che so è che ogni sabato sera ti porti a letto una ragazza diversa. A meno che quella ragazza non sia io!” – un nuovo fiotto di lacrime accompagna quell’esclamazione.
Christian sembra realmente amareggiato.
- “Non pensavo di farti male fino a questo punto.”
- “Non è colpa tua” – singhiozza lei – “Tu sei stato chiaro fin da subito. Mi hai rimessa a posto immediatamente. È solo che io... non riesco a sopportare l’idea... no, non posso.”
Christian sospira. Ora sembra combattuto, tamburella le mani sul volante seguendo pensieri contrastanti.
- “Avresti voluto davvero fare l’amore con me sabato scorso? In quelle condizioni? Pagando? Cam, a pensarci non ti sembra... squallido?”
- “Sì, mi sembra squallido! Ma preferisco che tu sia squallido con me, piuttosto che con chiunque altra. Non posso farci niente!”
Negli occhi di lui si accende un lampo improvviso.
- “E poi? Dopo aver fatto l’amore con me cosa sarebbe successo? Cam, sii sincera... mi insegui solo perché scappo? Perché una volta ottenuto ciò che vuoi, sai cosa accadrebbe? Apriresti gli occhi e ti renderesti conto di ciò che sono. Un ragazzo che si vende una volta a settimana per soldi. Ti disgusterei e a quel punto non ti resterebbe che allontanarti!” – si stropiccia gli occhi con una mano, mentre le sue parole fanno effetto su di lei – “Va bene” – dice alla fine – “Forse è meglio così. Forse è la soluzione migliore.”
Apre la portiera e scende. Stupita, Camilla si rende conto che si trovano vicino a casa di Christian. Scende dall’auto a sua volta e lo segue. Mentre cammina dietro di lui, non può fare a meno di riflettere sulle sue parole. Hanno senso purtroppo. Sembra che Christian sia in grado di anticipare le sue emozioni più di quanto lei stessa riesca a fare.
Salgono in silenzio nell’appartamento, lui ha il passo rapido di chi ha preso una decisione e vuole portarla al più presto a compimento.
Ma lei ora sta ripetendo fra sé le sue parole. Lo insegue solo perché scappa? Si sta replicando ciò che era accaduto con Maurizio? La Cacciatrice in lei che si emoziona più per la battuta che per la preda?
Christian accende le luci di casa e la porta in salotto. C’è un divano ampio che Camilla ha sempre trovato comodo. Lui si sfila la felpa restando a dorso nudo. Con movimenti gentili le toglie il golfino e lo appoggia sul tavolino.
Lei chiude gli occhi.
- “Ti prego, dimmi perché lo fai. Perché ti svendi come un oggetto di poco valore? Tu... tu non sei una persona che andrebbe a letto con chiunque.”
Le stesse parole che lui le aveva rivolto. Christian se le ricorda e accenna un sorriso velato di tristezza.
- “Grazie. Lo pensavo anch’io di me, un tempo.”
- “Hai bisogno di soldi? Sei... in difficoltà?”
Lui annuisce appena.
- “Non per molto ancora. Solo fino a settembre, poi potrò smettere.”
Settembre. Ora sono a metà maggio.
Da metà maggio ai primi di settembre sono...
- “Quindici ragazze” – dice Camilla ad alta voce.
Lui capisce e distoglie lo sguardo.
- “Questo è il motivo per cui non volevo stare con te.”
Camilla impiega un po’ di tempo ad assorbire il significato delle sue parole. Sta cercando di dirle qualcosa di importante?
- “Il motivo per cui... mi hai rifiutata sabato scorso, intendi” – gli specifica.
- “Sabato scorso, come il mese precedente.”
Sembra che faccia fatica a guardarla in faccia, è nervoso e va a capitolare sul divano, stropicciandosi le tempie con le mani.
Camilla trattiene il respiro.
- “Il motivo non dovrebbe piuttosto essere che... non provi niente per me..?”
Lui sospira di tensione. Non l’ha mai visto così nervoso.
- “Cam... non farmi dire ciò che non dovrei.”
Lei gli si inginocchia di fronte, sul pavimento.
- “L’ho sentito il tuo bacio sabato scorso. Volevi trattenerti, ma non ci sei riuscito. E non capivo, non riuscivo a conciliare quel fervore con il tuo rifiuto. Ma se... se il problema non sono i sentimenti...”
Si interrompe e quello che gli legge negli occhi fa cadere ogni riserva. Lo bacia. Stavolta lui reagisce immediatamente, come un fiammifero di fronte a un falò. Camilla riesce a sentire il suo ardore liberarsi dopo essere rimasto imbrigliato tanto a lungo e questo la eccita. Si stringe a lui divorandolo, per un istante perde completamente la lucidità.
Impiegano una vita a separarsi nuovamente.
Si guardano ansimanti, sul volto di Christian si legge lo sgomento.
- “Come faccio?” – dice. Si alza di scatto, straziato – “Come faccio adesso? Dopo questo bacio, dopo averti sentita così... come faccio a tornare in quello schifo?
‘Non farlo’- vorrebbe dirgli Camilla, ma non conosce la sua situazione personale e non sa bene come muoversi.
- “Non potresti... semplicemente smettere?” – azzarda.
Lo vede incerto, tormentato.
- “In questi mesi ho messo da parte un po’ di soldi” – mormora –“Dovrei chiedere più ore al bar e andare avanti mangiando pane e latte, ma potrei provare. Ma per farlo Cam... ho bisogno di sapere che non scapperai subito dopo avermi avuto. Se stasera ti dico sì... domani inizierai già a dubitare dei tuoi sentimenti per me?”
- “Non lo so.”
Lui chiude gli occhi, gli sfugge un gemito di sconforto.
- “Christian... dammi una settimana di tempo. Potremmo... provare a uscire insieme. A vedere quello che succede. Solo una settimana... e poi sabato prossimo saprai come comportarti con il Planet”
- “Uscire? Come due fidanzati in prova?”
Camilla annuisce – “Te la senti?” – gli sorride – “Sarebbe... come un primo appuntamento. Il nostro vero Primo Appuntamento. Potresti portarmi a ballarem, magari. Non sono brava come te, ma ballo un po’ di tutto sai?”
L’idea lo attrae, riesce a vederlo.
- “Va bene. Domani è domenica... passerò a prenderti dopo cena e vedremo cosa fare.” – si guarda intorno cercando la felpa – “Allora adesso... ti riaccompagno a casa.”
Lo dice incerto, quasi temendo che lei possa scambiare le sue parole per un altro rifiuto. Ma Camilla gli sorride afferrando golfino e borsetta.

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Beh... a questo punto buona parte della vicenda è svelata... ^_^
Ringrazio ancora una volta tutti coloro che hanno messo la storia nelle "seguite", a sorpresa siete davvero tantissimi, sono sconvolta!!! °_°
Grazie a chi recensisce, a chi l'ha messa nelle ricordate e preferite, a chi mi dà suggerimenti utili!
A prestoooo!

phoenix_esmeralda

  
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