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Autore: Mabs    16/07/2012    16 recensioni
Inghiottire quelle bacche velenose sarebbe stato un segno di rivolta contro la potenza di Capitol City, ma così facendo Katniss e Peeta avrebbero comunque immolato la propria vita; a quale scopo, poi? Non era affatto sicuro che alla loro morte, tutti i cittadini dei dodici distretti avrebbero dato il via ad una rivolta. Loro due dovevano essere la rivolta. E quale modo migliore per far capire ai cittadini di Capitol City che l’amore trionfa sempre, se non quello di dimostrare che ciò che tiene uniti tra loro i tributi è più forte di ciò che spinge gli strateghi e il presidente Snow a metterli l’uno contro l’altro? Quale modo migliore di iniziare una rivolta, se non quello di dimostrarsi più uniti che mai e di gettare le armi a terra?
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Dove eravamo rimasti?
Mentre Peeta e Katniss passavano ‘spensierati’ un’intensa notte nel loro rifugio, Claudius Templesmith annuncia loro che i sei tributi che scenderanno nell’arena, sotto forma di ibridi programmati per ucciderli, sono tutte persone a cui essi tengono: Prim, la signora Everdeen, Gale, il padre di Peeta con il suo secondogenito Josh Mellark, e per finire la misteriosa Emily Undergeth. Dall’arena potranno uscirne solamente in quattro.
 

Dal capitolo precedente:
Peeta si mise a sedere rassegnato, ancora a petto nudo. Sapeva che prima o poi Katniss gliel’avrebbe chiesto. E sapeva anche che prima o poi avrebbe dovuto risponderle. Ma non era bravo a mentire, quindi preferì mettere da subito in chiaro le cose.
-Emily è la mia ragazza.

***

 
Katniss si alzò senza dire una parola. Era così che reagiva ai torti: il fatto è che per la rabbia, più che per la delusione, le veniva da piangere, e sapeva benissimo che non sarebbe stato affatto dignitoso mettersi a litigare con il magone e le lacrime che spingono per uscire.
Di una cosa era certa, però: qualsiasi cosa le avesse detto Peeta, lei non l’avrebbe perdonato.
Katniss si rivestì, si rimise l’arco in spalla, e uscì dal loro piccolo rifugio.

Peeta pensò che avrebbe dovuto rincorrerla, spiegarle tutto, dirle che non era come sembrava, e cose simili. Ma istintivamente le urlò:
- Katniss! Non possiamo separarci proprio ora! Là fuori ci sono sei persone che non vedono l’ora di ucciderci!

Non ebbe alcuna risposta.

Peeta era sempre stato innamorato di Katniss, e su questo era stato sincero. Ma ciò non implica che, davanti all’iniziale disinteressamento di lei, prima degli Hunger Games, lui non abbia provato a rifarsi una vita.
In Emily lui ci si rivedeva. Perché provava per lui gli stessi sentimenti che lui stesso provava per Katniss, non venendo ricambiato.
Era stata Emily a presentarsi di fronte a lui, l’ultimo giorno di scuola, dichiarandogli tutti i sentimenti che provava. Peeta apprezzò il suo coraggio, quello che lui stesso non aveva avuto con Katniss, e accettò.

Ma quando la baciava, quando le accarezzava i capelli, quando le diceva parole dolci, immaginava che al posto dei suoi capelli ramati, al posto dei suoi dolci occhi castani, al posto del suo innocente sorriso, ci fosse la ragazza di cui era davvero innamorato: quella con i capelli sempre trasandati, disordinatamente legati in una treccia; quella con gli occhi sempre vigili e attenti, e l’espressione imbronciata. Quella che ne aveva passate tante, ma era ancora in piedi, coraggiosa e piena di audacia, di voglia di fare la differenza, di concludere qualcosa di grande che nessuno era mai riuscito a fare, stanca di essere oppressa.

Ma questo Katniss non lo sapeva.
Peeta si alzò e si incamminò nella semibuia foresta, alla ricerca della ragazza che amava veramente, che di certo non era Emily.

***

Katniss camminava a passi decisi, con l’arco tra le mani e la freccia già incoccata. Sentiva che se avesse incontrato un ibrido appartenente alla famiglia (o agli affetti più vicini, parlando di Emily) di Peeta, l’avrebbe ucciso all’istante.
Ma quando di fronte a lei comparve un giovane che avrebbe potuto avere diciotto anni, con due luminosi occhi azzurri che spuntavano nell’oscurità della foresta, e lunghi capelli talmente biondi da sembrar finti, Katniss cambiò idea.
Josh Mellark non sembrava un ibrido, infatti si avvicinò a Katniss porgendole la mano destra e sussurrandole il suo nome.
-Sono Josh Mellark. Non voglio ucciderti. Capitol City vi ha mentito: non siamo ibridi.
La sua voce era quasi impercettibile tra i rumori della foresta, ma non per questo i potenti microfoni piazzati per tutta l’arena non riuscirono a catturare la sua voce per trasmetterla a tutta Panem.
Ma Katniss a questo non pensò, tanto era persa nei suoi occhi.
Così simili a quelli del fratello.
-Perché Capitol City avrebbe dovuto mentirci?
Disse Katniss con un poco di diffidenza.
-Per farci uccidere tutti, e per farvi avere sulla coscienza la vita dei vostri cari fino alla fine dei vostri giorni.
Katniss sorrise con amarezza. Poi alzò gli occhi, fissandoli in quelli del ragazzo di fronte a lei, e chiese:
-Peeta non mi ha mai parlato di te. Com’è il vostro rapporto?
Josh scosse la testa.
-La nostra famiglia non è unita come la tua. Cibo in abbondanza non è sinonimo di amore. Sembriamo così felici e benestanti, ma la verità è che ognuno è per conto suo, e degli altri non si interessa. Peeta è sempre perso nei suoi sogni ad occhi aperti, l’unico obiettivo nella vita di mio padre è quello di non bruciare il pane. Nostra madre non sa neanche quanti anni abbiamo.
Katniss pensò alla propria famiglia, che molte volte era stata il suo unico supporto, l’unico punto stabile, di riferimento. E pensò a quanto Josh, Peeta e il primogenito della famiglia Mellark dovessero soffrire di ciò.
Peeta però aveva Emily. Pensò Katniss con amarezza.
D’istinto abbracciò Josh.
Ma quando da dietro le spalle del ragazzo intravide la figura goffa di Peeta totalmente incapace di non far rumore, e il suo coltello puntato in posizione d’attacco, l’istinto di Katniss le suggerì che quello era il momento adatto per vendicarsi.
Si mise in punta di piedi e baciò Josh, cercando di risultare il più coinvolta e passionale possibile. Iniziò a passare le sue mani tra i capelli biondi del ragazzo, per poi aprire gli occhi, e fissare Peeta.
Con aria di sfida? Con rimpianto? Con cattiveria? Questo non lo sapeva neanche lei.

Si rese conto di ciò che stava facendo solo quando iniziò a sentire in bocca un amaro sapore di sangue…e veleno.
Non fece in tempo a staccarsi del ragazzo che la teneva stretta a sé conficcandole le unghie nella schiena, che lo vide accasciarsi a terra, mollando la presa.
Di fronte a lei comparve Peeta, in lacrime.
Con un coltello sanguinante in mano.
Katniss iniziò a sputare tutto il veleno che aveva in bocca, di un inquietante colore violaceo, e si reputò fortunata per non averlo ingoiato ed essersi subito resa conto dell'inganno.
Poi si ricompose, e davanti a sé trovo ancora Peeta.
Aveva ucciso il suo stesso fratello, e questo le bastava per capire quanto tenesse a lei. Al di là di ogni misteriosa ragazza.

Si gettò tra le sue braccia.

***

 
Peeta le raccontò tutto.
E lei gli credette. E gli avrebbe creduto anche se fossero state tutte menzogne, perché quel ragazzo aveva un carisma incredibile.
Guardarono insieme l’alba artificiale dell’arena e fecero colazione con qualche bacca trovata casualmente nei dintorni, fino a che una treccia e un paio di occhi allegri fecero capolino da dietro un cespuglio.
-Ciao Katniss!
Prim si avvicinò a passi lenti e, sorridendo alla sorella e allargando le braccia, sussurrò con aria imbronciata:
-Perché non vieni ad abbracciarmi?
 

 

Angolo Autrice:
Eccoooomi tornata dopo una pausa un po' più lunga (: Sono stata ad Edimburgo quindi non ho potuto scrivere...ma in compenso ho potuto pensare, e mi è venuto in mente questo malvagio capitolo, lol. Voi adesso mi direte 'eh ma per quanto una famiglia non possa essere unita, nessuno arriverebbe mai ad uccidere il proprio fratello'. E io vi dirò che non credo nell'amore incondizionato, non credo che uno debba PER FORZA amare la propria famiglia. Se i tuoi genitori ti fanno star male (ovviamente non per motivi cretini tipo "mamma non mi compra l'iphone :c") allora nessuno ti obbliga a volergli bene solo perché ti hanno messo al mondo. Ovviamente non è il caso della mia famiglia, a loro voglio bene anche se mi fanno spesso incazzare (soprattutto mia madre che ha scoperto il mio account di twitter e legge tutto quello che scrivo e probabilmente sta leggendo anche questo AHAHAHHAHA). Comunque non voglio fare discorsi esistenziali nell'angolo autrice, LOOOL. Che dire? Ditemi che ne pensate, e cosa penserete che succederà ora che Katniss si è ritrovata davanti una specie di Prim-bambola-assassina AHAHAHAH. Mi raccomando, recensite che mi fa piacere (:
                    Flavia :3
  
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