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Autore: cOstanza    17/07/2012    16 recensioni
-Malfoy, sei il solito lurido furetto.-
-Dimmi qualcosa che non so.-
Hermione lo guardò dentro quegli occhi penetranti.
-Sei bellissimo.-
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Delirium.'
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E anche questa, è per Te.











Che l'amore è tutto, è tutto ciò che sappiamo dell'amore.
Emily Dickinson
 
 
 
 
 
 
 
Epilogo
 
 
 
 
 
 

...Quattro anni dopo
 
 
 
Il suo cappotto nero le stava largo in vita. Era dimagrita, ultimamente, e anche molto. Per colpa di cosa, non se lo spiegava, o forse sì. Effettivamente, erano quattro anni che il suo peso aumentava e diminuiva, e non sempre era colpa sua. 
-Non è possibile- imprecò Hermione guardandosi allo specchio della sua camera.
-Smettila- l'ammonì la sua amica Ginny dietro di lei. 
-Come fai a dirmi questo? Continuo a dimagrire e non capisco il perché!-.
-Davvero non lo sai? Con tutto quello che fai, con ogni minuto della giornata impegnato è un miracolo che tu riesca a trovare un attimo di pace per mangiare!-.
Hermione si diede un ultima occhiata, poi gettò il cappotto dentro l'armadio e ci rinunciò.
-Come fai tu? Insomma, sembri sempre così rilassata e serena, così pacata...-.
Ginny ridacchiò.
-Sai benissimo come faccio! Tutto merito di Harry... - affermò.
-Di cosa stai parla...- domandò Hermione voltandosi verso la sua amica, poi guardò lo sguardo malizioso di Ginny e capì. -Oh, sì- disse solamente, abbassando lo sguardo e prendendo una giacca nera più stretta di qualche anno prima in mano, giocando con l'orlo della manica. -Capisco.-
Ginny smise subito di ridacchiare e andò vicino all'amica, che aveva abbassato il capo. Le diede una lieve carezza sulla spalla, con delicatezza.
-Se solo tu potessi dimenticare...-.
-Non faccio certe cose Ginny, e tu lo sai bene- ribatté Hermione, gettando sul letto la giacca. Poi si mise le mani tra i capelli e tornò allo specchio.
-Sono il fantasma di me stessa, Ginny. Non mi riconosco.- Prese un lungo respiro, e si asciugò una lacrima con il dito, cercando di non rovinare il trucco appena messo. -Mi manca così tanto...-.
Ginny la prese per le spalle e la strinse a sé. Le sue braccia erano sempre un sollievo per Hermione, un sostegno per la ragazza. Sapeva di poterla trovare sempre lì, pronta a sostenerla. 
-Non è morto...-.
-Ma potrebbe esserlo da un momento all'altro. Ho paura per lui, vivo con l'angoscia costante di scoprire che è morto. Ho paura, Ginny, tanta paura.-
A quel punto, Ginny si sedette sul letto e spinse vicino a lei la sua amica. Hermione si appoggiò alla spalla di Ginny e singhiozzò piano. Ginny mise la mano sulla spalla di Hermione e l'accarezzò. 
-Tesoro, sfogati, arriverai più tranquilla al Ministero.-
-Non voglio andarci..-.
-Lo fai da anni. Ogni mese.-
-Ci controllano già abbastanza...-.
-E tu dimostra loro che non devono farlo!- l'interruppe Ginny, asciugando una lacrima sul viso della sua amica.
-Rischiando il posto di Segretario del Ministro?-.
Ginny stette in silenzio ascoltando le lacrime della sua amica scendere imperterrite sulla sua spalla scoperta. Indossava un vestito stretto in vita rosso con delle bretelle. 
-Hai scelto proprio un ottimo vestito per venire qui, Ginny. Ti ho bagnata tutta la spalla- disse Hermione ridacchiando, alzando la testa dalla spalla di Ginny ed asciugandosi le ultime lacrime.
-Dovevo andare a pranzo con Harry, i piccoli stanno da Ron. Però, avevi bisogno di me.- Si alzò in piedi e tornò davanti all'armadio. -Allora, cos'hai intenzione di mettere sopra quel bel vestitino attilato e molto sexy? Devi dimostrare di essere una donna forte.- 
Hermione la guardò e sorrise. 
Non avrebbe mai messo in dubbio l'amicizia e l'affetto che le legava. Era come un patto, una promessa fatta anni prima, di starsi accanto per tutta la vita. Una promessa invisibile, segreta, taciuta per anni. Quello era il risultato. Un amicizia che nessuno avrebbe diviso.
Hermione scese dal letto e si affiancò alla sua amica, vicina all'armadio. Poi guardò in direzione della giacca nera presa in precedenza.
-Quella.-
 
 
~
 
 

Arrivò al Ministero con il suo solito quarto d'ora d'anticipo. Salì le scale che conducevano verso l'ufficio del ministro Kingsley e arrivò con il cuore in gola davanti alla sua porta. Bussò.
-Avanti, Miss Granger.-
Hermione aprì con delicatezza la porta e vi trovò dentro i soliti. Il Ministro Kingsley, l'Esaminatore Jills e la segretaria dell'Esaminatore, Amanda Wolk. Vicino a loro, due uomini, vestiti elegantemente, che sarebbe sicuramente serviti come testimoni.
-Buongiorno- disse Hermione entrando nella stanza ed incendendo lentamente verso la scrivania del ministro. 
-Salve, mia cara- salutù Kingsley, con un dolce sorriso, al quale Hermione rispose calorosamente. Doveva sottoporsi a quegli interrogatori, ma non l'avrebbe mai fatto senza l'aiuto del suo capo, nonché amico.
-Come sempre, sa che dobbiamo darle il Veritaserum- affermò l'Esaminatore, girandosi verso la sua segretaria, che teneva in mano una piccola boccetta di vetro.
-Lo so, Jills, ma gradirei che si spicciasse. Ho delle faccende importanti da sbrigare, come ben sa anche il Ministro- tagliò corto Hermione avvicinandosi verso la donna e strappandole di mano la boccetta, per poi elargire un grande sorriso sia a Jills che al Ministro. Per il secondo, almeno, era un sorriso sincero.
-Beh, allora si sieda.-
Hermione stappò la boccetta e fece cadere tre gocce nella sua tazza di thé, appositamente preparata dal Ministro. Non si fidava della segretaria dell'Esaminatore, men che meno dell'Esaminatore stesso.
-Siamo arrivati ad una svolta, signorina?- domandò l'Esaminatore, invitandola a sedersi.
Hermione bevve il thé tutto d'un sorso e poi posò la tazza sulla scrivania. Si sedette e sorrise all'uomo.
-No, Jills. Non è cambiato assolutamente niente dal mese scorso.-
-Quindi non ha avuto visite del Signor Malfoy.-
Hermione, come sempre capitava quando sentiva il nome di Draco, avvertì una fitta al cuore. Le mancava, da morire.
-Come ben sa, Esaminatore,- cominciò Hermione accavallando le gambe e stringendole con le mani, cercando di mostrarsi il più tranquilla possibile -sono sei mesi che non vedo Draco.- 
In realtà, era tutt'altro che tranquilla. Ogni mese, quegli interrogatori erano orribili, invadenti e terribilmente umilianti. Doveva raccontare cosa faceva a casa, quello che aveva fatto l'ultima volta con Draco e tutta la loro relazione. Scavavano in fondo, nella sua anima, per cercare qualcosa nella loro relazione che non fosse positiva, che potesse incriminarlo o aiutarli a trovarlo.
-Questa volta si fa desiderare molto- affermò Jills, avvicinandosi ad Hermione.
-Le altre volte erano passati due anni. Forse dovreste aspettare un anno e mezzo- suggerì Hermione, con uno sguardo divertito ma allo stesso tempo infastidito.
Hermione girò la testa di lato, per frenare l'impulso a prenderlo a pugni. Odiava quell'uomo, con quegli insulsi occhi celesti che cercavano di entrarle in testa e quella voce penetrante. Più di una volta aveva provato un approccio più dolce, con del tu e delle carinerie, ma Hermione sapeva che erano solo indirizzate a scoprire il luogo dove si trovava Draco, quindi lo riprendeva e ritornavano sul piano professionale.
-Prima che me lo richieda, Jills, non ho la minima idea di dove sia mio marito.-
-Quindi vi siete sposati, cara?- domandò la voce di Kingsley.
Hermione si girò di scatto verso di lui, e vide gli occhi pieni di preoccupazione. Era molto legata al Ministro, sin dagli anni precedenti alla Seconda Guerra. Vederlo così la faceva sentire un mostro, come quando i suoi genitori la rimproveravano di un comportamento inadeguato, che lei sapeva benissimo essere sbagliato. Ammirava quell'uomo e avrebbe preferito parlare con lui, invece che con Jills.
-No, Ministro. Draco però sarà presto mio marito.-
-Ah, quindi avete deciso una data per queste nozze?- domandò Jills, appoggiandosi alla scrivania di Kingsley. Di nuovo, lo sguardo di Hermione si spostò sull'uomo e lo guardò con odio. Aveva meno di trent'anni, ma era sicura che il suo cervello avesse novant'anni.
-La prossima volta che lo vedrò, decideremo.-
-Quindi, conta di rivederlo al più presto?- domandò Jills piegando la testa di lato e incrociando le braccia al petto.
-Lei come si sentirebbe, signor Jills, se la persona che ama fosse lontano da lei e non sapesse neanche dove poterla rintracciare?-.
Hermione vide la guancia di Jills gonfiarsi, come se stesse contenendo la lingua. Impulso a dire qualcosa di avventato?
-Diciamo che io con gli affari di cuore, non sono molto fortunato, miss Granger- affermò ridendo Jills.
-Ah, non ne dubito- confermò Hermione, guardandolo con aria di sfida.
Jills sorrise all'affermazione di Hermione, ma poi andò dalla segretaria e le strappò con forza il fascicolo dalle mani. Lo aprì violentemente e lo osservò.
-Ha avuto recenti rapporti con il signor Malfoy?- domandò.
-Credevo che avessimo già messo da parte questa domanda. No- rispose Hermione, sbuffando.
-Intendevo rapporti intimi, signorina.-
Hermione arrossì. Ecco, erano entrati nella parte intima del rapporto tra loro due, in quella parte spinosa, anche se ormai largamente conosciuta sia da Draco che da Hermione.
-Non ho rapporti intimi con il mio fidanzato da sei mesi. L'ultima volta che ho visto il mio fidanzato era sei mesi fa. C'è altro?- chiese Hermione, alzandosi.
-Lei ha due figli con il signor Malfoy, miss Granger. Lo vuole negare?- domandò l'Esaminatore.
Hermione sgranò gli occhi.
-Assolutamente no!-.
-E allora ha ricevuto la visita di Malfoy almeno tre volte.-
-Si, compresa quella di sei mesi fa.-
Jills si avvicinò ad Hermione.
-Le hai mai detto dove aveva intenzione di rifugiarsi?-.
L'Esaminatore stava rischiando una morte lenta e dolorosa.
-No. Non me l'ha mai detto. Non è uno sciocco.-
-Sa che la teniamo costantemente d'occhio e che viene sottoposta regolarmente all'assunzione del Veritaserum- disse annuendo Jills.
Hermione sorrise.
-Ripeto, Draco, non è uno sciocco.-
Jills scioccò la lingua. Osservò il fascicolo e si girò, dando le spalle ad Hermione. Forse questa volta c'era riuscita, forse l'avrebbero lasciata in pace. 
Ma Jills si rigirò, con una nuova luce negli occhi.-
-Allora, parleremo con i vostri figli.-
-No!- urlò Hermione, alzandosi. -Lasciate fuori i bambini da questa faccenda. Loro non c'entrano niente e non sanno niente.-
-Conosceranno sicuramente il padre...-.
-In realtà- disse Hermione interrompendo l'Esaminatore -non lo conoscono. Aspettano che voi ritiriate le accuse di omicidio.-
Jills sorrise e si avvicinò di un passo.
-Come ha preso suo suocero la notizia delle gravidanze?-.
Hermione si inumidì leggermente il labbro inferiore. Dove voleva andare a parare quell'uomo? Si passò una mano sulla fronte ed indietreggiò.
-Sapete benissimo che è morto d'infarto prima di conoscere i nipoti.- Fece una piccola risata, quasi delusa. -Buffo, disprezzava i Babbani, eppure è morto per una cosa così comune, babbana.-
-Quindi, suo marito non c'entra niente con la morte di Malfoy Senior?-.
-Quante volte ve lo devo ripetere? No, assolutamente no. Per quanto odiasse la strada che Lucius aveva preso, Draco voleva bene al padre. Era comunque il padre, che ci volete fare? Non ci si sceglie la famiglia, sapete?- disse sarcastica Hermione. 
-Eppure abbiamo trovato segni di lotta a casa di Malfoy, nel maniero, la sera stessa della morte di Malfoy Senior.-
-Già ve l'ho detto. Draco e Lucius hanno litigato quando Draco ha riferito a lui ed a Narcissa la mia gravidanza.-
-Hanno lottato.-
-Senza bacchette.-
-Eppure, nella borsa di Draco abbiamo trovato una fialetta di veleno, che se ingerito provoca un infarto. Un infarto che potrebbe essere dimenticato, se non fosse che Malfoy ha già ucciso in precedenza.-
Hermione, come sempre quando affrontavano quell'argomento, rimase senza parole. Non se lo sapeva spiegare. Una boccetta di veleno nella borsa di Draco... Non sapeva veramente che senso dargli, eppure era certa che lui non avesse ucciso Lucius.
-Sono sicura dell'innocenza di Draco.-
-Di cosa, della morte di Lucius oppure di Knight?- domandò sorridendo Jills.
-Pensavo che avessimo chiarito la faccenda di Knight....-.
-Risponda alla domanda, miss Granger.-
Hermione sospirò, sentendo l'effetto del Veritaserum controllare le sue parole.
-Di Lucius.-
-Quindi è vero che Knight è stato ucciso da Draco Malfoy!- affermò con fermezza Jills.
-Knight ha provato ad uccidermi, l'avete visto nei miei ricordi!- rispose Hermione, con le lacrime agli occhi. Ritirare fuori quella vecchia faccenda faceva ancora piangere Hermione. Tutto quello che aveva passato, quello che ancora non riusciva a superare, gli orribili incubi su Knight. Tutto ancora la tormentava.
-L'ha ucciso a sangue freddo!-.
-Knight ha fatto uccidere a sangue freddo sei Babbani e un mago, inoltre ha ucciso il Capo dei Servizi Segreti Pansy Parkinson- disse Hermione avanzando di un passo.
-Knight è solo una vittima, dietro di tutto c'è sicuramente Malfoy!-.
-Ma non volete proprio vedere la verità, eh?- urlò Hermione girandosi verso Jills, la sua insulsa segretaria ed anche il Ministro. -Draco ha ucciso un uomo che ha provocato la morte di otto persone. Era praticamente un serial killer, e voi giudicate Draco colpevole di omicidio, destinato ad Azkaban. Avete controllato i suoi ricordi, ci avete sottoposto al Veritaserum. Sapete tutta la verità, non potevamo mentire. Eppure, siete ancora qui, dopo quattro anni a chiedermi notizie su mio marito che ha fatto un atto eroico. Beh, volete sapere la verità, non ho la benchè minima idea di dove sia e se vederlo significa buttarlo nelle vostre braccia per farlo morire ad Azkaban come gli era stato augurato dal suo peggiore nemico, beh allora non ho alcuna intenzione di vederlo. L'interrogatorio è finito. Arrivederci, signori.-
Hermione si voltò di scatto e uscì dalla stanza, sbattendo la porta. 
Prima o poi, sarebbe finita lei ad Azkaban, per l'omicidio di Jills.
Con le lacrime pronte a bagnare il suo viso, uscì dal Ministero. Con una rapida occhiata intorno, per vedere se c'erano dei Babbani nelle vicinanze, si materializzò a casa. 
La piccola dimora sembrò molto più accogliente di quanto era in realtà. Piccola, ma pur sempre una casa.
Quando la piccola elfa domestica girò l'angolo della cucina, fece cadere i piatti di porcellana per terra dallo spavento.
-Signorina!- urlò Knokky. Le aveva dato quel nome Haleigh, quando aveva più o meno un anno, perché aveva sentito il rumore di una smaterializzazione, che per lei aveva quel suono, Knokky. E da quel momento, era diventato il suo nome. La giovane elfa aveva cominciato a lavorare proprio da loro e non aveva molta esperienza, ma adorava i due bambini. L'affetto era reciproco.
-Scusami, Knokky, non volevo proprio spaventarti.-
-Vi chiedo scusa io, signorina- affermò la elfa, chinandosi a terra per raccogliere i cocci. -Pensavo che sareste tornata tra circa un ora.-
Hermione aiutò Knokky a raccogliere i pezzi dei piatti, poi mosse la bacchetta e si riaggiustarono. Si passò una mano sulla fronte, terribilmente esausta per l'interrogatorio.
-No, ho fatto prima questa volta. Vado di sopra a riposare un po'. Haleigh sta dormendo?- domandò Hermione, avvicinadosi verso la scala. 
-Si, signorina. Come un drago.-
Hermione sorrise all'affermazione. -Ed Ethan?-.
-E' dai signori Weasley. Il signor Weasley è venuto a prenderlo come d'accordo per farlo giocare con la piccola Rose.-
Hermione mantenne il sorriso. Avrebbe cercato più tardi Ron per ringraziarlo dell'immenso aiuto che le dava. 
Ma ora aveva solo bisogno di distendersi un attimo e recuperare le idee. Salì in camera e si tolse i tacchi. Senza neanche spogliarsi, si buttò sul letto. A pancia in sotto, cominciò ad inspirare delicatamente. Aveva bisogno di ossigeno, o forse solo di ricominciare a prendere in mano la sua vita. Era tutto girato intorno a Draco, alla sua partenza, alla sua mancanza, alla crescita dei bambini ed al lavoro che le toglieva molte energie. Non aveva più pensato ai suoi sentimenti, a quanto si sentisse sola, a quanto le mancasse tornare a casa la sera e sentirlo accanto. Non che avessero mai provato a convivere. Fu costretto a scappare dalla Gran Bretagna molto presto. Erano passati solo due mesi dalla morte di Knight, e tutti lo ritenevano colpevole della morte di un funzionario importante del Ministero, come appunto il Capo degli Auror. Nessuno gli credeva, nonostante si fosse sottoposto al Veritaserum e avessero controllato i suoi ricordi.
-E' un figlio di un Mangiamorte- dicevano senza pensarci. Credettero chissà quale magia avesse fatto per resistere alla Pozione della Verità. Non si fidavano neanche dei ricordi di Draco e di Hermione. Anche in questo caso, credettero che avesse modificato i ricordi di entrambi.
Nessuno credeva alla verità.
Solo Hermione e Harry. Credeva a Draco perché credeva in Hermione, sapeva che dicevano la verità. Garantì per loro, ma non bastò. Draco fu costretto alla fuga. Eccetto quelle poche volte che riuscì a tornare, durante una delle quali Hermione rimase incinta. Coincidenza o magia?
La prima volta che Draco fece visita ad Hermione, ella rimase sconcertata. Non poteva immaginare quanto gli mancasse, perché le sembrava di vivere una vita diversa, di un'altra. Ma quando le comparve davanti, il cuore ebbe il sopravvento. Gli gettò le braccia al collo e finirono sul pavimento abbracciati, solo felici di essere di nuovo l'una nelle braccia dell'altro.
Era da poco nato Ethan. Hermione era rimasta incita del piccolo poco prima della fuga di Draco. La ragazza portò Draco per la mano fino in camera del piccolo e lo mise davanti alla meravigliosa creatura. Draco lo guardò sconcertato.
-E' mio figlio?- domandò, con la voce lievemente rauca per l'emozione. Hermione gli sorrise e gli strinse la mano. 
-Sì, è proprio tuo figlio.-
Draco si girò verso Hermione e gli accarezzò una guancia.
-Ti assomiglia così tanto.- 
-Sì, ma ha l'astuzia di un Serpeverde.-
Draco guardò il piccolo e sospirò. Hermione capì subito.
-Amore, che c'è?- domandò.
-Quando andrà ad Hogwarts, lo prenderanno di mira. Diranno che è il figlio di un assassino, che porta il nome di un assassino...-
-No- l'interruppe Hermione, posando una mano sulla guancia di Draco per convincerlo a girarsi. -Non sei un assassino, amore. Non lo sei. Troveremo una soluzione molto presto, ce la sto mettendo tutta per farcela. Troverò una soluzione e in men che non si dica tu tornerai qui da noi ed avrai una nuova reputazione. La reputazione di un eroe...-.
Lo guardò e spuntarono delle lacrime dagli occhi di Draco.
-Non mi va di lasciarti così, nei casini, per colpa di qualcosa che ho fatto io...-.
-Draco, smettila, ti prego!- lo rimproverò Hermione. -Smettila, okay? Non ho alcuna intenzione di abbandonare questa cosa, non voglio lasciarti nei guai...-.
-Sei nei guai per colpa mia- l'interruppe Draco.
-Smettila- affermò decisa Hermione, dandogli un leggero schiaffo sulla guancia. Draco le sorrise. -Faccio questo perché sei innocente, non ti meriti questa condanna. Non sei un assassino, Draco. Non lo sei mai stato...-.
Draco la guardò e la strinse a sé.
-Ti amo-.
Quelle parole così dolci e giuste, dette al momento giusto, scatenarono in Hermione un fiume di lacrime. Avvicinò il suo viso al suo e sigillò quelle parole con un bacio, lungo ed appassionato. 
Quando si staccarono, entrambi con il cuore in corsa e gli occhi lievemente lucidi, Hermione appoggiò la fronte contro la sua.
-Ti amo.-
Gli diede un lieve bacio e sorrisero. Hermione era riuscita ad infondere in Draco la forza per andare avanti, per continuare a combattere, nascondendosi agli Auror.
La seconda visita fu nella notte in cui concepirono Haleigh. Fu una notte romantica, dolce, appasionante e triste. Hermione si risvegliò senza il suo Draco a fianco. Delusa ed amareggiata, cominciò a piangere, buttando all'aria ogni cosa che apparteneva a lui. Oro, gioilelli che le aveva regalato, fiori, libri. Ogni cosa per anni aveva ricevuto tramite un mago sconosciuto, unico mezzo di connessione tra lui e Hermione. Non parlavano. Le consegnava solo una lettera, e lui portava a Draco la risposta. Era un appuntamento fisso quell'uomo. Era l'unico che sapesse l'esatta posizione di Draco, ma non l'aveva rivelata ad Hermione e nessuno gli aveva mai chiesto se un mago la aiutasse. Quindi, per il momento, quell'uomo era al sicuro. Inoltre, nessuno lo vedeva. Era nascosto da un Incantesimo di Disillusione e confondeva gli Auror che tenevano sotto controllo la casa di Hermione. 
Quella mattina, dopo che si risvegliò senza Draco, fu la disperazione per Hermione. La sua camera era distrutta, quanto solo lei poteva esserlo al suo interno. Il suo cuore non la smetteva di sanguinare dolore. 
Poi, però, il pianto del suo bambino la fece smettere. Con l'ultimo regalo in mano, un delizioso peluche per Ethan, Hermione si diresse verso il piccolo. Lo prese in braccio e tutto tornò normale. 
Ne era certa. Avrebbe combattutto ancora per Draco, per averlo al suo fianco in ogni momento della sua vita, non si sarebbe mai arresa. 
A distanza di un mese, scoprì di essere incinta di Draco. Disperata per quella nuova notizia, corse da Ginny. Non avrebbe voluto un nuovo bambino senza che Draco potesse partecipare al parto. Inoltre, non voleva crescerli da sola, senza lui al suo fianco. Era disperata. Pianse dalla sua amica, tenne stretto Ethan a sé, cercando di capire quali sentimenti aveva provato il piccolo alla vista del padre, quali emozioni avesse avvertito quando l'aveva preso in braccio. Sperava che Ethan infondesse ad Hermione i suoi sentimenti o magari una nuova speranza. E lo fece. Hermione guardò gli occhi del bambino che le sorrideva e la speranza ritornò al suo posto, dentro di lei.
Circa otto mesi più tardi, diede alla luce Haleigh. A quel punto, non poté più negare di essere legata a Draco per la vita. Quella bambina aveva gli stessi occhi del padre e gli stessi capelli biondi luminosi. Era come Draco, anche il sorriso malizioso e dolce assomigliava a quello del padre. 
Hermione guardò la piccola tra le sue braccia e riscoprì il motivo per cui combatteva per Draco, il motivo per cui si sottometteva ogni mese agli interrogatori.
Lo amava. 
Come non aveva mai amato nessun altro nella sua vita. Amava ogni singola cosa di lui, amava vederlo, sentirlo al suo fianco e rivedere nella sua mente ogni momento passato con lui.
Lo amava
L'ultima volta che lo vide, sei mesi prima, lo presentò ufficialmente al figlio e alla figlia. Ethan aveva quasi quattro anni, Haleigh quasi due. 
Gli occhi di Draco non avevano mai avuto una lucentezza del genere.
-Non ho mai visto niente di più bello, oltre te amore mio- disse con dolcezza Draco, tenendo in braccio i suoi due piccoli. Hermione, appoggiata al muro della loro cameretta, guardava sorridendo la scena. Era l'unica cosa che le mancava. Una vera famiglia, un marito al suo fianco che la aiutasse con l'educazione delle sue due piccole pesti. 
Aveva bisogno di Draco.
In quel momento, su quel letto vuoto, Hermione ebbe la sensazione di non farcela. Non ce l'avrebbe fatta un altro mese in quello stato. 
No.
Non ce l'avrebbe fatta.
Abbandonata a quel pensiero, era pronta a lasciarsi andare in un meraviglioso riposo, ma dei rumori simili a quelli di una lotta la risvgliarono. 
Alzando la testa da un cuscino, ascoltò meglio e prese di corsa la bacchetta.
-Maledizione!- affermò scendendo di corsa le scale, mentre il vestito stretto le impediva di muoversi molto. Arrivata giù, il suo sorriso si allargò.
Draco era seduto su un Auror e gli stava modificando la memoria. Era vestito con un semplice completo nero, con sotto un maglione nero. Aveva i capelli più lunghi dall'ultima volta che l'aveva visto, ma era decisamente più affascinante. La barba bionda era lievemente incolta, ma era sempre il suo amore.
Era Draco. E questo diceva tutto!
Quando lui alzò lo sguardo, Hermione vide i suoi occhi illuminarsi. Il suo sorriso si allargò e si alzò. 
Era bellissimo, come sempre. Si sentiva ancora la diciannovenne che aveva baciato per la prima volta Draco nel suo ufficio. Il suo stomaco si contrasse, i suoi occhi si rempirono di lacrime di gioia e il suo cuore prese a correre. 
-Che cosa credono di aver fatto?- domandò Hermione, riferendosi agli Auror stesi sul pavimento.
-Pensano di aver inseguito un ladro fino alla fine della strada, credendolo me, e di essere venuti qui a fare rapporto.-
-Quindi in teoria potrebbero averti visto- affermò Hermione, incrociando le braccia.
Draco la guardò malizioso.
-Lo sai che mi piace lasciare una traccia del mio passaggio- affermò, chiudendo un occhio.
Hermione non resistette. Gli corse incontro ed affondò il viso nel suo petto. Era la sensazione più bella del mondo. Niente era come Draco, come abbracciarlo o baciarlo. Quella sensazione di pace con il mondo, ma anche di assoluta libertà. Sentiva di essere sola al mondo, sola, ma con lui.
Corse a baciare le sue labbra così morbide e meravigliose. 
Quanto lo amava? Quanto lo voleva al suo fianco? 
Troppo, proprio come quanto stava rischiando lui.
Si staccò di colpo.
-Ehi...- disse confuso Draco, stringendola ancora a sé.
-Devi andartene.-
Per un attimo, gli occhi di Draco furono velati da leggera confusione, poi delusione, tristezza. Alla fine, sorrise.
-Non ho alcuna intenzione di andarmene. Voglio stare proprio qui..-.
-Sei ricercato, te lo devo ricordare?- domandò Hermione, cercando di divincolarsi dalla presa di Draco. Ma lui l'abbracciò ancora più forte.
-Lo so-.
-Draco, hai dei figli che devi proteggere!- continuò Hermione, poggiando i palmi dei mani sul petto. Draco si chinò a baciarle il collo nudo.
-Lo so- ripeté, soffiando su quel lembo di pelle scoperta.
-E devi proteggerti..- sospirò Hermione, troppo presa della sequenza di emozioni che stava provando in quel momento, per rendersi conto realmente di quello che stava dicendo.
-Lo so- soffiò di nuovo Draco nell'orecchio di Hermione.
Con un gesto brusco, Hermione si divincolò. Poi si girò intorno e vide Knokky che osservava la scena impaurita.
-Knokky, vai a chiamare Ron, per favore. Digli che vorrei che riaccompagnasse Ethan qui, in macchina- puntualizzò Hermione. Non voleva che un bambino di quattro anni provasse la Smaterializzazione e nemmeno le scope volanti. Era un po' presto. 
Si girò e salì le scale, sperando che lui la seguisse. A quanto pare, lo conosceva troppo bene, perché lo sentì salire dietro di lei, a pochi centimetri dal suo corpo. Quella consapevolezza distruggeva i sensi di Hermione. Voleva solo abbracciarlo e lasciare libero sfogo ai suoi sensi, ma doveva controllarsi. Avevano cose importanti di cui discutere. 
Quando arrivarono in camera sua, aspettò che Draco chiudesse la porta per cominciare a parlare, ma lui la precedette.
-Non capisco come Ginny ti permetta di mettere vestiti tanto attillati!- affermò osservandola. 
Hermione lo guardò interrogativamente.
-Come fai a...-.
-Sono qui da questa mattina, nascosto.-
Hermione lo guardò sconcertato.
-E perché non ti sei fatto vedere stamattina?- domandò aprendo le braccia.
-Avevi l'interrogatorio. Mi avrebbero catturato.-
Hermione sospirò, capendo. Se avesse rivelato, sotto Veritaserum, che aveva visto Draco, una massa di Auror si sarebbe smaterializzata lì e l'avrebbe catturato.
-Non ci saremmo potuti vedere, non credi?- domandò Draco avvicinandosi di qualche passo. Hermione lo guardò avvicinarsi, con il cuore che non la smetteva di darle forti emozioni.
-Vorrei uccidere chiunque ha messo gli occhi su di te oggi- disse malizioso, avvicinandosi ancora di un altro passo. Passò una mano su un fianco di Hermione, salendo e scendendo sulle sue curve.
-Nessuno mi ha guardata oggi!-.
-Mmh, davvero?- chiese, mantenendo quel tono di voce. -Sembrava quasi che tu sapessi del mio arrivo, oppure ti sei messa così in tiro per qualcun altro?-
Hermione si scostò da lui, interrompendo i brividi che la sua mano le procuravano. Improvvisamente, quelle parole suonavano come un insulto, o qualcosa di peggio. La mandarono in bestia.
-Come puoi dire una cosa del genere?- domandò, pronta a crollare. Si allontanò da lui. -Io sono qui, da sola, a crescere due figli, i tuoi due figli e tu chissà che fai lì di fuori, da solo, chissà con chi..-.
-Credi che gli ultimi quattro anni siano stati una passeggiata per me?- urlò Draco. Poi notò gli occhi lucidi di Hermione e abbassò la voce. -Scusa, scusa. So che per non è facile, anzi è una continua salita, ma ancora non posso rientrare. Mi danno la caccia come quattro anni fa. Mi ritrovo Auror in ogni luogo che vado, Austria, Russia, Italia. Come se qualcuno dicesse al Ministero la mia posizione.-
-E non potrebbe essere...- cominciò Hermione. Draco la guardò interrogativo. -Lo sai, quell'uomo...-.
Draco rise.
-No, Hermione. Impossibile, quell'uomo è un vecchio amico di famiglia, praticamente mi ha cresciuto. Mi vuole più bene di quanto me ne voleva mio padre...-. Quando nominò il padre, Draco abbassò lo sguardo. 
-Draco...- sussurrò Hermione, avvicinandosi a lui, per accarezzargli la guancia.
-No- affermò Draco piegando il viso di lato, per evitare la mano della sua amata. I lineamenti del suo viso rimasero duri e tristi. -Devo dirti una cosa...-.
Hermione abbassò lentamente la mano e titubante si sedette sul letto, mentre la paura attanagliava il suo cuore. Draco non la seguì, anzi rimase in piedi davanti a lei.
-Hermione-. Boccheggiò, non sapendo da dove iniziare. -Credo che dovremmo lasciarci.-
La ragazza assimilò con calma quelle parole, credendole uno scherzo. Il mondo intorno a lei si fece ovattato. Si spense, come se volesse lasciarla da sola a capire quella frase. 
Non poteva essere, non poteva, non...
Hermione alzò lo sguardo per incontrare gli occhi di Draco, e rimase a fissarli. 
-Cosa?- chiese Hermione.
Draco stette immobile, fissando i suoi occhi. Il mondo di Hermione cominciò a girare intorno a sè, sentendo il cuore sprofondare in un baratro profondo.
Non ne sarebbe più uscita.
-Cosa?- ripeté Hermione, spostandosi un po' più avanti al limite del letto.
-Hermione, credo che sia giusto lasciarci. Insomma, questi quattro anni sono stati...-.
-Draco, non ci provare nemmeno a lasciarmi- lo intimò Hermione, alzandosi in piedi e puntandogli il dito contro. -Non ci provare. Abbiamo due figli, non intendo crescerli da sola...-.
-Manderò dei soldi e verrò a trovarli più spesso- la interruppe Draco, avvicinandosi di un passo.
Hermione abbassò il dito, capendo che lui aveva già preso una decisione. 
-Stai dicendo che hai deciso, che non vorrai più vedermi e che ho passato quattro anni a difenderti solo perché tu...-.
-Perché io avessi un modo per scappare ed avere un luogo sicuro dove rifugiarmi- completò la frase Draco. Le passò accanto e si sedette sul letto. -Inizialmente, volevo restare con te. Volevo passare la mia vita con te, ma alla fine, con tutto il tempo che è passato, ho creduto che fosse giusto avvertirti.-
-Su cosa?- domandò Hermione, portandosi le braccia al petto, ma senza seguirlo con lo sguardò. Anzi, cercò di allontanarsi il più possibile da lui. Quasi andò addosso al muro pur di mettere distanza tra i due. 
-Non ti amo più-.
Hermione aprì la bocca, scossa. Non ci furono parole più distruttive, più dolorose e più orribili, per entrambi. Hermione sentì il proprio corpo smettere di funzionare. Il respiro si mozzò, il cuore rallentò i battiti, le gambe cominciarono a cedere. Ma si fece forza. Doveva mostrarsi forte. 
E come?, pensò. Come posso dimostrarmi forte se il mio mondo sta andando a pezzi, ed io con lui?
-Mi dispiace, credo che sia successo dopo la nascita di Haleigh. Insomma, non ci vedevano da due anni eppure non sentivo niente, era come se non mi fossi mancata per niente.-
La voce di Draco le sembrò quasi risuanare da un altro mondo, in un altro momento, come se fosse un ricordo che stava ritornando alla mente. Il suono della sua voce era ovattato e lieve, come a volerlo addolcire. Ma le parole erano troppo forti per addolcirle.
-Smettila- sussurrò Hermione, la voce ridotta ad un sussurro, posando una mano sul muro. Aveva bisogno di reggersi a qualcosa o a qualcuno.
-Avevo bisogno di vederti, ecco perché sono tornato prima, questa volta. Dovevo dirtelo...-.
-Smettila- ripeté un po' più forte Hermione. Ma sembrava che lui non l'avesse sentita.
-Dovevo dirtelo prima che ti facessi strane idee, prima che...-.
-SMETTILA!- urlò Hermione, voltandosi verso di lui, mostrandogli le lacrime. Fece un passo avanti. -Tu... Tu mi hai usata per salvarti, per pararti il culo. Ethan e Haleigh sono stati solo errori per te, vero? Solo cose da dimenticare, oggetti..-. Hermione si passò una mano sul viso. Non credette che l'avrebbe mai detto. -Aveva ragione Knight. Tu usi le persone come oggetti. Le usi e poi le getti via quando non servono più. Lo fai con tutti.- Si guardò intorno spaesata. -L'hai fatto anche con me.- 
Fece per andarsene, ma le parole di Draco la fermarono.
-Knight non aveva ragione. Io non sono un mostro.-
Hermione si girò verso di lui e lo guardò con odio, mentre il suo cuore le moriva in petto. Gli occhi di Draco non sembravano luminosi, come quando diceva una verità assoluta, ma erano spenti, privi di luce. Ma le parole dette rispecchiavano alla perfezione la perfidia dei suoi sentimenti.
-Ti sbagli. Lo sei eccome.- Si avvicinò alla porta, poi si rivolse a lui. La rabbia, la delusione e l'enorme dolore che stava provando in quel momento risalirono a galla. -Sai perché mi sono innamorata di te? Perché mi sono concessa a te, perché ti sono stata fedele anni ed ho continuato a proteggerti mettendo a rischio la vita dei miei due figli? Perché credevo in te. Credevo nel fatto che fossi un uomo innocente, che le tue scelte fossero state fatte per amore. Ero convinta che quella notte uccidesti Knight perché mi aveva praticamente uccisa. Lo credevo davvero...- Si asciugò una lacrima, con il dorso della manica del vestito. Avrebbe voluto bruciarlo e gettarlo nella spazzatura, usarlo magari come Polvere Volante. Tutto, pur di dimenticare il dolore provato mentre lo indossava. Voleva dimenticare tutto di quel posto. -E sai che pensai? Che fossi il mio eroe. Lo eri sempre stato, solo che non me ne rendevo conto.- 
Fece un altro passo in avanti.
-E sai perché ti ritenevo il mio eroe? Perché ti conoscevo e sapevo che non avresti mai fatto una cosa del genere. Ma proprio in quel momento sei diventato un eroe, una persona che fa qualcosa in cui non crede, ma che può salvare qualcuno.- Arrivò quasi vicino al viso di Draco e poteva vedere benissimo l'angoscia e la paura attanagliargli l'anima. -E tu lo sai bene, ti conosco Draco. Tu non credi veramente a quello che hai detto. Lo hai fatto per un motivo, perché vuoi salvare qualcuno...-.
Draco sembrava mantenere il fiato. Poi, infatti, lo buttò fuori con un sonoro respiro.
-Lo faccio per salvare te e i bambini. Non voglio che passiate il resto della vita incatenati a me.-
Hermione fece un altro passo, ancora, ed era praticamente a pochi millimetri dal viso di Draco. 
-Io lo faccio per salvare te, Draco. E i bambini capiranno. Sei suo padre, sei il loro modello, il loro esempio. E nonostante tutto, ti vogliono bene.- 
Hermione posò una mano sul volto di Draco e sembrò tutto tornare come prima, ma lui fece un passo indietro, eliminando quel contatto.
-Mi dispiace, Hermione. Credo a quello che ho detto. Credo che sia bene finirla qui...-.
-Mi stai lasciando come si lascia una sedicenne, lo sai? Io non ho più sedici anni, Draco. Dillà c'è tua figlia e tuo figlio sta per arrivare. Vuoi davvero farmi credere che il tuo amore è sparito nel nulla?-.
La voce di Hermione voleva sembrare una sfida per lui, una sfida che sperava lui raccogliesse. Invece, rimase immobile a fissarla. Senza aggiungere una parola, si girò e si diresse verso la finestra.
-E' ora che ti faccia una nuova vita. Una vita che non comprende me.- 
Senza aggiungere altro, sparì dalla finestra. Con il cuore in gola, Hermione corse ad affacciarsi, ma non vide nulla. 
Si era smaterializzato.
Hermione schiuse la bocca, ma poi si morse un labbro. Chiuse gli occhi per evitare di piangere e si girò, uscendo dalla camera. 
Andò in quella della piccola Haleigh, che stava dormendo pacificamente. Tutto della piccola gli ricordava Draco, ma doveva farcela. Per loro. 
Non avrebbe più rivisto Draco, ed era convinta che non sarebbe mai più tornata a sorridere.


 
~
 

Con il mantello sulla testa, Draco attraversò tutta la strada che conduceva alla piccola casetta di campagna. Disilludendosi, affrettò il passo, fino ad arrivare alla porta. 
Con un sonoro toc toc, si annunciò.
Passi pesanti lo accolsero e quando aprì la porta l'uomo che si aspettava di vedere non lo guardò sorpreso. 
Harry Potter sembrava aspettarlo.
-Sapevo che eri tu. Chissà perché ma Ginny si è appena smaterilizzata dicendo che doveva correre da Hermione, per faccende di cuore. Io non ero esattamente il benvenuto.-
-Beh, nemmeno io- affermò Draco, abbasando il capo.
Non capiva il motivo per cui era accorso con tanta velocità alla casa di San Potter, ma doveva spiegarsi con qualcuno, dire il perché, sperare che in qualche modo Hermione si riprendesse. O forse era solo l'abitudine.
-Entra, non rimanere lì-.
Draco fece qualche passo nell'ingresso, ma non si tolse il mantello.
-Stai tranquillo- disse Harry, chiudendo la porta dietro di lui. -Ci sono degli incantesimi che proteggono la casa da occhi ed orecchie indiscrete. 
A quel punto, Draco si tolse il mantello.
-Oh, beh, sei in ottima forma, Draco, complimenti- affermò Harry, senza alcun tono sorpreso. Draco era sempre stato in ottima forma. -Allora- cominciò senza indulgiare oltre e indicandogli la poltrona dove poteva accomodarsi. -spiegami qual'è il motivo che ti porta qui stavolta.-
-Sai che l'ho fatto- sussurrò Draco ad Harry, conoscendo le loro precedenti conversazioni.
Il giovane annuì.
-Dal tono di voce che ha usato Ginny al telefono, ho capito che si trattava di te. Diceva solo, lo sapevo, tipico di un Malfoy, e anche altri complimenti che non ti ripeterò.-
-Immagino che complimenti non è esattamente la parola da usare- suggerì Draco, appoggiandosi dolcemente allo schienale.
Harry lo guardò divertito.
-Oh, beh, se vuoi sentirli posso sempre cominciare. Sai per alcuni anni, ho condiviso l'idea di Ginny..-.
-Ed ora?- l'interruppe Draco. Incredibile a dirsi, ma Harry Potter era diventato il suo confidente maggiore. Per questo gli consegnava le lettere da dare ad Hermione, solo dopo aver bevuto una buona dose di Pozione Polisucco, creata da Draco stesso. Un paio di ciocche di capelli del mago con cui aveva avuto una rissa in Russia e a cui aveva strappato ben non pochi capelli e Potter non sembrava più lui.
-Non sono più dell'idea, Malfoy, lo sai. Hai fatto felice Hermione per anni, anche se ora potrei odiarti se mai la vedessi in lacrime.-
-Sai perché l'ho fatto.-
-Proteggerla? Draco, sappiamo entrambi che nessuno la proteggerà dalla Compagnia.-
-Almeno dovevo provare!- urlò Draco alzandosi in piedi. Quel mago oggi l'avrebbe fatto infuriare. -Già una volta ha rischiato e solo perché ci amavamo in segreto. E' quasi morta per colpa del nostro amore. Sai che dovevo farlo, Potter.- Abbassò di colpo la voce. -La amo troppo per permettermi di perderla. Con Ethan e Haleigh ha fatto un ottimo lavoro, è una madre eccellente. Non posso rovinarle così la vita!-.
-E se la trovassero?- domandò Harry.
-Farò in modo che non succeda. Non lo posso permettere. Ucciderò chiunque pur di proteggere la mia famiglia.-
Harry si alzò in piedi e lo guardò. Gli mise una mano sulla spalla.
-Sai che potrebbe capitare che Hermione, sai...-.
-Tua moglie le presenterà sicuramente qualcuno.- Draco prese un respiro. -Sono pronto a concederla ad un altro pur di salvarla.-
Harry lo guardò preoccupato.
-Hermione ti ama, per quale motivo non vuoi riferirle tutto?- domandò il giovane, mettendo anche l'altra mano sull'altra spalla.
-Non voglio rischiare di perdere Ethan e Haleigh. Sono i miei figli e lei li proteggerà molto meglio a casa, incolume, ignara di tutto questo, piuttosto che in battaglia con me.-
-Il Ministero presto scoprirà cos'è la Compagnia. E lei anche. Potresti rincontrarla.-
-Se mai dovesse accadere farò in modo di avere solo rapporti strettamente professionali con lei.-
Harry sospirò ed abbassò le braccia.
-Sei testardo Malfoy. Per questo Hermione si è innamorata di te.- 
Harry si girò ed andò verso la cucina per prepare un po' di thé. Draco era certo che Ginny non sarebbe rientrata prima di notte, quindi poteva concedersi una lunga chiaccherata con il suo nuovo amico. Più che altro aveva bisogno di sostegno. Aveva appena abbandonato la donna che amava per salvarle la vita. 
Eroico, eppure comico. Molti eroi dei libri che leggeva la sua Hermione- smettila di dire che è tua!- non facevano che rinunciare alla loro amata per salvarla. Li aveva sempre odiati. Riteneva che per salvarla dovessero combattere per lei. Invece, in quel momento, non poteva che sentirsi come uno di loro. 
Era di fronte ad una scelta, che il suo cuore gli imponeva.
Lei, con la famiglia, oppure la sua morte?
-Scelgo lei- affermò Draco risoluto e senza paura.
Avrebbe scelto lei per il resto della sua vita.
















 
*********
Spazio autrice:

Ciao a tutti!
Immagino che nessuno si aspettava una conclusione del genere. Mi sono detta, voglio continuare la storia? Si, mi piacerebbe da morire ed ho anche alcune idee già pronte, ma alla fine cosa avrei potuto fare a questi due? 
Insomma, un happy ending era scontato in questo caso. 
I due bellissimi che si innamorano, sconfiggono il nemico e vivono per sempre felici e contenti? 
ANDIAMO, pessimista come sono, quante storie di amore vanno realmente così? 20% delle storie d'amore sono felici, il resto tristi. E questa rientra tra quel 80%, per ora. ;)

Dispiace anche a me lasciarli così, avevo in mente anche un finale diverso. Ditemelo se questo fa schifo così lo elimino, ma eliminerò anche il seguito. Questo finale è collegato al seguito. L'altro finale è un po' diverso ed ha uno svoglimento diverso, ma sotto alcuni punti di vista simile.
Insomma, o l'uno o l'altro ed io sarei propensa a scegliere questo
Insomma, vorrei che mi faceste sapere cosa ne pensate, ne sarei felicissima

Voglio comiciare una cosa che mi ero ripromessa di fare tante volte. 
Mi ero ripromessa di ringraziare tutti alla fine della mia storia, chi aveva messo la mia storia tra i preferiti, chi l'aveva seguita, chi recensita. 
Lo volevo fare da tanto, ed ora lo farò.



A voi, lettori silenziosi o no, lettori che si sono fatti sentire, che mi hanno detto la loro opinione, che mi hanno fatto ridere o commuovere, questo capitolo e tutta la storia è dedicata a voi.





Voi

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Vorrei ringraziere personalmente OGNUNO di voi per aver anche semplicemente letto la mia storia. A chi mi ha seguito assiduamente- cito qualche nome
Silver_River, MouMollelingua, Tanny e le più recenti 'conquiste' LittleHarmony13 e Dear Juliet- mando un enorme bacio, un enorme abbraccio ed un ringraziamento tutto speciale.

Mi fa un po' commuovere pensare di lasciare questa parte della storia per dedicarmi al seguito, ma so che è stato possibile anche grazie a quelli che mi hanno seguito.

GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE.
Un milione di grazie non basterebbero ad esprimere la mia gratitudine.


Vi saluto con un ultimo inchino
C.

*Sipariochiuso...*




*.....Per ora.*




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