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Autore: Minari OppaRi    18/07/2012    10 recensioni
Raccolta di storie sulla coppia Zoro/Perona. I fatti avvengono durante i due anni in cui Zoro è sull'isola di Kuraigana.
1] Agalmatolite.
2] Alcool.
3] Ferita.
4] Gelosia.
[...]
17] Sonno
18] Tempesta
19] Primavera
20] Gelato
21] Cucciolo
22] Fragola
23] Ospite
24] Un anno
25] Ricamo
26] Trasformazione
27] Coccole
28] Pioggia
29] Secondi
30] Lacrime
31] Estate 2
32] Compleanno 2
33] Febbre 2
34] Ultima nevicata
35] Natale 2
36] Bacio
37] Equivoco
38] Capodanno 2
39] Ghirlanda
40] Due anni
41] Ultimo giorno
42] Partenza
43] Arrivederci
Genere: Comico, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Perona, Roronoa Zoro
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Perona aveva un desiderio, anzi una speranza. Essere finalmente chiamata per nome da quello scorbutico di Zoro.
Lo spadaccino si era sempre rivolto a lei con gli appellativi di “Ragazzina Horo Horo”, “Principessa viziata” e “Strega” finendo sempre per farla infuriare.
Almeno per una volta voleva che il ragazzo di cui si stava innamorando le desse un po’ di rispetto chiamandola con il suo nome.
La rosa si avvicinò a Zoro con un sorriso a trentadue denti.
“Zoro, ho un favore da chiederti”
Lo spadaccino intento a pulire le sue spade spostò lo sguardo sulla ragazza.
“Che vuoi?”
“Chiamami per nome”
Il verde a quella frase sbuffò, facendole cenno di andarsene.
“Non ho tempo per i tuoi stupidi giochi, ragazzina Horo Horo”
Brontolò, ritenendo quel favore l’ennesimo tentativo di distrarlo dal proprio allenamento.
Perona a quella risposta strinse i pugni mentre gli occhi le pizzicavano.
“Sei uno stupido idiota!”
Urlò lei, lanciando contro al povero ragazzo i suoi Negative Hollow per poi scappare via in una crisi di pianto.
Svolazzava per il castello furibonda e disperata, lo spadaccino era un insensibile!
Perona all’improvviso cadde a terra, come se all’improvviso i suoi poteri fossero svaniti.
“M-ma che cavolo…?”
Si guardò i polsi, notando che ad uno di essi era attaccata una manetta di Agalmatolite, come ci fosse arrivata però era un mistero.
Pensandoci bene, si ricordò che Occhi di falco le aveva spesso detto che custodiva parecchie di quelle manette in giro per il castello e che spesso le piazzava anche come trappola.
La ragazza si portò una mano trai capelli sospirando.
“Occhi di falco si porta sempre dietro le chiavi, devo andare a cercarlo”
Borbottò seccata, alzandosi in piedi e correndo fuori dal castello.
Se la memoria non la ingannava, l’uomo si recava spesso nella foresta per gli allenamenti.
Ad un passo dalla coltre d’alberi, la rosa si fermò. Non poteva usare i suoi poteri e per quanto ne sapeva in quella foresta c’erano una miriade di pericoli.
La miglior cosa da fare era aspettare che tornasse oppure chiedere l’aiuto di Zoro.
Ma per la prima opzione era difficile sapere quando Mihawk avrebbe fatto ritorno, potrebbe essere stato un giorno oppure una settimana e di voglia di aspettare lei proprio non ne aveva.
E per la seconda opzione, beh, chiedere aiuto al ragazzo dopo che l’aveva ferita era proprio una cosa assurda.
Nolente o volente doveva andare da sola.
Fece un respiro profondo e s’inoltrò nella foresta.
Si guardava intorno preoccupata, un forte senso di paura la pervadeva. Senza i suoi poteri si sentiva debole e inerme.
“Spero solo che non sbuchi fuori qualche scarafaggio..”
Sussurrò, spostando delle piante davanti a sé.
Ad un tratto dalla folta vegetazione si sentì un leggero fruscio.
“C-chi è là?”
Chiese, portandosi le mani davanti al viso come segno di difesa.
“O-occhi di falco?”
Un orso comparì davanti a lei, mostrando maestoso le proprie zanne.
Perona era immobile, troppo impaurita per scappare e impossibilitata al contrattacco.
Chiuse gli occhi, giusto per non vedere l’orribile fine che avrebbe fatto. Aveva solo un rimpianto.
Non essersi dichiarata a Zoro.
“Zoro!!”
Dopo quell’urlo solo il silenzio.
La ragazza non sentì dolore. Sembrava che l’animale non l’avesse attaccata.
Riaprì gli occhi, vedendo davanti a sé il ragazzo che le aveva conquistato il cuore.
“Certo che tu ne dai di problemi”
Brontolò lui, rimettendo nel fodero le spade.
Si avvicinò lentamente alla rosa, inginocchiandosi davanti a lei.
“C-che cavolo ci fai qui?”
Chiese la ragazza, abbassando il viso per non far vedere le proprie lacrime.
“Ho visto che uscivi dal castello e ti sono corso dietro. Non sai che fatica ho fatto per trovarti. Ora però voglio sapere una cosa io. Che ci fai qui? Non sai che è un posto pericoloso per le ragazzine come te?”
Perona indicò il polso ancora ammanettato.
“Cercavo Occhi di falco. Lui ha le chiavi per liberarmi”
“Chiavi? Intendi queste?”
Zoro, tolse dalla tasca un mazzo di chiavi, porgendogliele.
“Si, sono queste! Perché ce le hai tu?”
“Le ho trovate per terra al castello e me le sono prese”
La ragazza sospirò, non avendo neanche la forza di sorprendersi.
Prese la chiave e si tolse le manette, rimettendosi a svolazzare per aria.
“Ora si che mi sento meglio…”
Disse poco convinta, guardando il ragazzo.
“Forza, ragazzina Horo Horo. Torniamo al castello”
Gli occhi di Perona pizzicarono di nuovo, avrebbe davvero voluto scappare di nuovo via dandogli dell’idiota.
“Smettila di piangere. Guarda che ti lascio qui, Perona”
Brontolò il verde, incamminandosi.
La ragazza rimase sorpresa. Era sicura di aver sentito bene.
Zoro l’aveva chiamata per nome.
Si avvicinò a lui, guardandola.
“Mi hai chiamata per nome..”
“M-ma che dici? Ti stai sbagliando”
Mentre lo diceva, le guance dello spadaccino era diventante leggermente rosse.
Perona rise, capendo molte cose.
Se il ragazzo la chiamava sempre con quei appellativi, un motivo c’era.
Era semplicemente timido. 

  
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