Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Em Potter    19/07/2012    3 recensioni
Questa è la storia di una ragazza che subisce un profondo cambiamento, che da ragazzina timida e profondamente infantile diventa una donna forte e coraggiosa.
Lei è Ginny Weasley, e questa è la sua storia.
Dalla storia:
«Ho detto la pura verità a tutti gli studenti della mia scuola.» disse Silente serio. «E la verità è che tu sei un'innocente capitata a favore di Lord Voldemort al momento giusto e proprio come voleva e sperava lui.»
«Sono una debole e T-Tom R-R-Riddle ha sfruttato la mia debolezza...»
«Lord Voldemort ha sfruttato il tuo coraggio. E solamente un atto di coraggio del genere poteva garantirgli la rinascita, solamente il tuo coraggio, Ginny Weasley. Fidati, Voldemort è abilmente furbo nel scovare le sue vittime e non avrebbe continuato con te se non fosse assolutamente certo di che persona sei. Ha cercato di scoprire tutto di te, proprio per questo.»
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ginny Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

FINALMENTE HOGWARTS.


La fine delle vacanze arrivò troppo presto per i gusti di Ginny Weasley anche se la ragazzina non vedeva l'ora che fosse il primo settembre. Da una parte le sarebbe dispiaciuto vedere Harry Potter solo di rado nella Sala Grande a colazione, pranzo o cena, ma dall'altra parte... la vita al castello di Hogwarts chiamava! 
Arrivò dunque il primo settembre e ci volle la mano di Dio per riuscire a partire. 
Tutti avevano tantissime cose da fare: la signora Weasley era occupata col cibo, con la roba della scuola e correva di qua e di là in cerca di calzini e penne d'oca sparse per la casa; Ginny si guardava nello specchio ogni volta che poteva per aggiustarsi i capelli rossi che sembravano avere vita propria; i ragazzi sballonzolavano su e giù per la casa; Percy quasi cadde dal terzo piano a causa dei gemelli e il signor Weasley rischiò seriamente di compersi l'osso del collo. 
Sembrava proprio che quella giornata portasse iella! 
Avevano percorso il cortile tre volte, una volta a causa di George che aveva dimenticato i fuochi d'artificio Filibuster, la seconda a causa di Fred che aveva dimenticato la sua adorata scopa, e la terza perchè Ginny aveva dimenticato il suo diario. 
Quasi si vergognava di sè stessa: l'aveva lasciato a muffire sotto al suo letto! 
Ma tralasciando... Percy aveva dato i numeri per tutto il viaggio e voleva strozzarli tutti per aver compromesso la sua carriera da Prefetto ma non aveva nulla di cui lamentarsi in quel momento dato che era già sparito verso la barriera correndo come un matto svitato, seguito dal padre e dai gemelli. 
"Io vado con Ginny, voi due venite dietro di noi" 
Ginny era troppo abituata a superare la barriera a King's Cross per preoccuparsi sul serio di andare a finire a sbatterci contro. Ricordava ancora che quasi se l'era fatta addosso quando Fred e George la trascinarono oltre il muro mentre lei urlava a squarciagola facendo voltare i Babbani che erano alla stazione. Alla fine scoprì che non era poi così male ma fu troppo tardi: ormai aveva fatto scalpore. 
La signora Weasley afferrò la mano della figlia e insieme emersero sul binario nove e tre quarti.
L'Espresso di Hogwarts sbuffava vapore: avevano solo due minuti. Ginny abbracciò forte la madre e baciò più volte il padre prima di salire sulla locomotiva scarlatta con al suo baule e affacciarsi al finestrino del treno insieme ai suoi fratelli. 
"Ci mancherai, tesoro!" stava dicendo la madre stringendo nel pugno un fazzoletto. "Fai la brava quando sarai ad Hogwarts e scrivici, capito? E non farti condizionare da quei perdigiorno Fred e George!"
"EHI!" gridarono loro all'unisono. 
Si udì un fischio e dopo pochi secondi il treno prese a muoversi lentamente. 
"Percy, ti raccomando Ginny!" 
"Tutto sotto controllo, mamma, lo sai!" disse il ragazzo in risposta in modo compiaciuto. 
"Ginny, fai la brava e non metterti nei guai come quei due!"
La ragazzina continuò ad annuire e a sbracciarsi, insieme a Fred e George (Percy aveva preferito fare un salutino veloce e scomparire verso la coda della locomotiva), fino a quando i genitori divennero un puntino rosso in lontananza. I gemelli si ritrassero mentre Ginny restò ancora un po' a godersi il caldo venticello estivo che le accarezzava le guance rosee e pensando come sarebbe stato quel viaggio, come l'avrebbe passato e soprattutto in compagnia di chi.
"Allora, vi decidete a trovare posto?" 
Poi giunse la voce armoniosa di Percy che minacciava i gemelli, a voce bassissima, di levarsi dal passaggio. Portava già la divisa da Hogwarts, aveva il petto troppo in fuori per far notare a tutti la tanto amata spilla da Prefetto dai colori rosso e oro di Grifondoro e i capelli erano aggiusti in un modo che lo faceva somigliare ad un damerino tronfio. E poi, impossibile a crederci... sfoderava uno dei suoi veri sorrisi. 
Ginny si sporse dietro suo fratello e notò che era in dolce compagnia di una graziosa ragazza, che era di sicuro di Corvonero a giudicare dai colori della sua spilla da Prefetto bronzo e blu, dai folti e lunghi riccioli castani e occhi molto chiari e luccicanti. 
I gemelli sorrisero radiosi, ammiccando alla ragazza, e Percy strinse gli occhi in due fessure. 
"Vi decidete a trovare posto?" ripetè, sottolineando con più enfasi la frase. 
"Agli ordini!" esclamarono i gemelli e Percy parve compiaciuto di non aver fatto una brutta figura a causa dei gemelli in presenza della sua accompagnatrice, amica o compagna Prefetto che fosse. 
"Allora, andiamo?" chiese educatamente la ragazza. 
"Subito, Penelope" 
I gemelli gli fecero il versetto.
"Voi due andate nel vostro scompartimento" ringhiò Percy, poi si rivolse con dolcezza a Ginny. "e anche tu, trovati uno scompartimento e fai amicizia con gli altri bambini: se qualcuno ti disturba io sono di pattuglia al corridoio e...chiedo scusa, qualcosa non va? Sono un Prefetto!" aggiunse verso un ragazzo che percorreva quel corridoio. 
"Sto cercando i miei amici" rispose lui, asciutto. 
Ginny lanciò uno sguardo ai fratelli e alla ragazza di nome Penelope, poi trascinando il baule pesante si avviò verso la coda del treno, avanzando a fatica tra gli scompartimenti pieni zeppi di studenti allegri e chiacchieroni. 
Dopo un paio di minuti, la ragazzina già non ne poteva più con quel suo bagaglio e la fortuna decise di aiutarla: proprio lì c'era uno scompartimento quasi vuoto, occupato solo da un ragazzino pallido, magro e dai capelli color topo che guardava fuori dal finestrino con un sorriso sulle labbra. 
Ginny bussò ed entrò. 
"Ehm... scusami, posso sedermi lì?" chiese la ragazzina timidamente, lanciando uno sguardo al sediolino. "sono arrivata in ritardo alla stazione e... non ci sono più posti liberi"
"Oh certo, siediti pure!" esclamò il ragazzino in maniera gioiosa, balzando subito in piedi. 
Aiutò Ginny ad issare il suo baule sulla raticella, poi si sedette di fronte a lei e la fissò incuriosito. 
"Anch'io sono arrivato in ritardo" dichiarò lui. "perciò mi trovavo da solo e abbandonato qui dentro. Che fortuna che sei arrivata!" 
La ragazzina rise. 
"Comunque io sono Ginny Weasley" 
"Colin Canon, piacere m..."
La porta dello scompartimento si aprì, interrompendo quella che sarebbe stata una stretta di mano tra i due ragazzini, e Percy emerse nello scompartimento in maniera quasi indagatrice insieme alla sua amica Penelope, che aveva un'aria abbastanza impaziente e sembrava che si fosse già stancata di quel vai-e-vieni dal corridoio stando dietro a Percy Weasley. 
"Come va, sorellina? Tutto a posto? Hai bisogno d'aiuto?" 
"Sto bene" rispose lei irritata. 
"Oh cielo, credevamo che fossi di pattuglia nei corridoi, non in questo scompartimento!"
George sbucò all'improvviso insieme al gemello. 
"La mamma ti ha detto solo di tenerla d'occhio se succede qualcosa" disse Fred, punzecchiandolo.
"Andate nel vostro scompartimento, voi due!" ordinò subito Percy ma i gemelli, con un'occhiata malandrina e molto complice, lo presero per le braccia e lo trascinarono fuori dallo scompartimento, sotto lo sguardo divertito di Ginny e Colin, e quello che cercava di restare serio di Penelope, che però scoppiò a ridere in faccia al suo compagno di pattuglia. 
Chissà cosa avevano in mente i gemelli... forse l'avrebbero gettato in bagno predisponendo un incantesimo che facesse sì che Percy non uscisse più da lì e tornasse a Londra prima del tempo. Oppure l'avrebbero minacciato di andare a fare il Prefettuccio da un'altra parte... restava tutto da vedere non appena arrivati alla stazione di Hogsmeade. 
"SMETTETELA!" strillò Percy come una femminuccia, mentre i gemelli lo trascinavano. "LASCIATEMI! HO DETTO LASCIATEMI! VI FARO' RAPPORTO ANCORA PRIMA CHE LA SCUOLA COMINCI POTETE STARNE CER..." 
Penelope chiuse la porta dello scompartimento con un tonfo ma i due ragazzini stavano ancora ridendo.
"I miei fratelli"
"Che forti!" commentò Colin, quando ebbe finito di ridacchiare. "sono un vero spasso!" 
"Il primo no, te l'assicuro: Percy è già al sesto anno ed è un Prefetto. I gemelli lo prendono sempre in giro perchè è il cocco della mamma" lo informò Ginny, inarcando leggermente le sopracciglia. "Percy è un tipo abbastanza ambizioso... credo voglia fare carriera, diventare famoso. Infatti è sempre chiuso nella sua stanza e lo si vede solo ai pasti" 
"Sarà divertente avere tre fratelli come loro, però" 
"Sei, ho sei fratelli" lo corresse educatamente Ginny. "Bill è il maggiore e lo adoro, è l'unico che mi capiva... dicocapiva perchè ha finito la scuola e si è trasferito in Egitto: lavora per la Gringott"
"La banca dei maghi?" 
"Precisamente!" confermò la ragazzina. "poi c'è Charlie che si è trasferito anche lui ma non in Egitto, in Romania. Fa un lavoro bellissimo, lui studia i draghi. Poi c'è Percy, e poi i gemelli: loro sono i combina disastri della famiglia, sono al quarto anno ad Hogwarts e tutti li adorano. Poi c'è Ron che è al secondo anno e poi ci sono io che sono l'unica femmina tra tanti maschi" concluse. 
"Oh, wow!" 
"E' divertente avere sei fratelli come loro perchè sono spassosissimi, il brutto è che non mi rendono partecipe di nulla perchè sono una ragazza" spiegò Ginny, con un tono abbastanza melodrammatico. "e poi è molto difficile mettersi alla loro altezza, perchè loro hanno fatto tutto prima di me, ma io ce la metto sempre tutta. Sempre se i miei genitori non mi proibiscono di fare qualcosa" aggiunse con una risatina. 
Pensò a sua madre che ogni volta le proibiva di andare con loro a giocare a Quidditch o fare qualunque altra cosa che facevano i maschi e che lei, però, adorava fare proprio perchè cresciuta con loro. Per fortuna che lei era ancora una ragazzina perchè se continuava così da grande si sarebbe ribellata ben presto, stufa di quel comportamento. Molly Weasley doveva ringraziare il cielo che Ginny era ancora una ragazzina di undici anni, spensierata e inconsapevole. 
"Comunque, tu hai fratelli?" 
"Sì, solo uno: Dennis" rispose Colin. "mi è dispiaciuto tantissimo lasciarlo senza di me ma Hogwarts chiamava. Sapevo di essere diverso, perchè riuscivo a fare cose che gli altri bambini non potevano e quando l'ho detto ai miei genitori, che sono Babbani, volevano mandarmi da uno psicologo ma quando è arrivata la lettera e una professoressa a spiegare la mia situazione si sono ricreduti sul mio stato mentale"
Ginny rise. 
"Nella tua famiglia, invece, sono tutti maghi?" 
"Sì, ma credo di avere uno zio che fa il... ragioniere? Sì, ma non lo si vede mai" 
"Quindi tu sai già tutto di Hogwarts!" replicò Colin eccitato. "raccontami, ti prego" 
"Allora, Hogwarts..." 
E così la piccola Ginny partì in quarta per spiegare a Colin Canon tutto ciò che c'era da sapere sulla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts: le origini, i quattro fondatori e le quattro case che prendevano il loro nome e insegnavano i loro valori, le materie che bisognava studiare e il Quidditch, che Colin dichiarò di essere poco attratto in quanto era già assai che riusciva a stare con tutti e due i piedi per terra, figuriamoci in volo.
Il ragazzino, dal suo canto, spiegò a Ginny parecchie cose sui Babbani e lei fu molto interessata a cose come la macchina fotografica Babbana che la ragazzina provò con piacere e scoprì che non lanciava alcun fumo nero ma scoprì anche con disappunto che le foto non si muovevano. Si era aspettata di vedere sballonzolare lei e Colin dentro e fuori all'obbiettivo invece si erano litimitati a rimanere immobili, pietrificati sulla carta. 
Era strano!
Ogni minuto che passavano insieme, Ginny si sentiva sempre più affezionata a quello strano e allegro ragazzino con la passione per la fotografia e sperò con tutto il cuore che per lui fosse lo stesso.
Inoltre, i due si divertirono un mondo a mangiare dolci di tutti i tipi che avevano comprato nel carrello della donnina. Colin assaggiò perfino una Gelatina Tuttigusti+1 color giallo-arancio che Ginny non avrebbe ingerito neanche a pagarla fior di galeoni d'oro: sapeva di vomito e gli fece venire conati di vomito. 
"Cioccorane... non saranno mica rane vere?" chiese Colin, dopo aver divorato una Gelatina Tuttigusti+1 a fragola per aggiustarsi il sapore a causa di quella precedente. 
"Oh no, è solo un incantesimo" spiegò lei allegramente. "in ogni confezione ci sono una strega e un mago famosi, io ne ho circa... uhm... duecento, e mi mancano Agrippa e Morgana. I gemelli hanno già finito la collezione da un pezzo mentre Ron ne ha cinquecento ma non ha mai trovato Agrippa. Giuro che se la trovo non la scambio: è da secoli che la cerco!"
Colin ridacchiò, poi scartò la Cioccorana e ne tirò fuori una figurina, con la bocca spalancata dallo stupore. 
"L'avevi detto! L'avevi detto che si muoveva!" esclamò eccitato, guardando Hengist il folletto dei boschi che starnutiva.
"Sì, l'avevo... allora non mi credevi?" 
"Macchè dici, avevo massima fiducia in te!" s'idignò il ragazzino con un sorriso. 
"Come no!" sbuffò Ginny lanciandogli una Cioccorana sulla testa. 
"Vuoi dichiarare guerra?" 
Colin le lanciò in risposta al suo attacco una Gelatina bianca e dalle macchie arancioni. 
Poi iniziarono a combattere: Ginny non si era mai divertita così. 




Era ormai il crepuscolo e Ginny si era leggermente appisolata, con la testa poggiata alla mano, e guardava con occhi socchiusi il paesaggio ricco di fitti alberi che correva veloce e ad ascoltare lo sferragliare rumoroso dell'Espresso di Hogwarts. Colin, al contrario, pareva abbastanza incuieto, come se non riuscisse più a restare seduto un minuto di più. 
Infatti, quando la locomotiva rallentò fu il primo a scattare in piedi, urtando perfino con la testa sotto alla raticella ma lui non ci badò e, afferrando velocemente la sua tunica e incitando la ragazzina a sbrigarsi, si catapultò fuori dallo scompartimento. 
Tra cinque minuti: stazione di Hogsmeade. 
Una voce gelida femminile echeggiò nel treno e Ginny notò che Percy cercava di persuadere, con espressione minacciosa sul volto, i ragazzini del primo anno ad entrare nel loro scompartimento finchè il treno non si fosse del tutto fermato. 
"Via di qui, c'è mio fratello" 
Ginny spinse Colin verso un'altro vagone, in cui non c'era l'ombra di Percy, ma che era zeppo di ragazzini dall'aria maligna e ragazzoni grandi con la stessa espressione arcigna: facevano baldoria e spintonavano i poveri malcapitati come la piccola Weasley e Colin Canon.
"Bada a come parli con me, moccioso, che ho il sangue purissimo!" sbottò una voce strascicata che Ginny riconobbe con orrore come quella di Draco Malfoy. "A differenza del tuo che credo abbia proprio bisogno di una disinfettata" 
I ragazzi risero; alcuni, come Ginny, si accigliarono.
"Che significa avere il sangue puro?" chiese Colin esterrefatto.
"E' come ti dicevo prima: Salazar Serpeverde non voleva che i figli di Babbani e i Mezzosangue condividessero il sapere magico" spiegò la ragazzina, mentre cercava di emergere fuori a quel vagone. "Perciò ragazzi come te sono definiti... bè... sangue sporco. E' orribile! Chi ha riso di quest'affermazione non ha alcun dubbio in quanto alla casa nel quale finirà"
"E' considerato un disonore?" 
"Sì, per la razza magica... ma solo i Serpeverde lo considerano un disonore"
Il treno si fermò di botto e ci fu il pandemonio: ragazzoni grossi di Serpeverde intimarono ai più piccoli di lasciarli passare, altri invece li spinsero direttamente contro le vetrate del treno, altri come Draco Malfoy e i suoi amici rimasero incastrati in quella che era una fila per scendere dalla locomotiva. Ginny sentiva la voce del ragazzo talmente vicina al suo orecchio che rabbrividì. 
"Vorrei tanto sapere chi è morto!" dichiarò Malfoy con irritazione. "Oh, guardate! Guardate lì... mi è sembrato di vedere una lumaca che vi sorpassava tutti, voi del primo anno. Perchè non vi levate dai piedi?" 
Si udirono risatine mentre lui spingeva i ragazzini del primo anno che caddero in avanti. 
Ginny piantò i piedi a terra con una forza immane: non aveva alcuna intenzione di cadere davanti ad una banda diserpi e altrettanto non voleva che Draco Malfoy la spintonasse per uscire dal treno prima di quei poveri studenti che erano prima di lui. 
"Maledizione, spostat... oh, guardate chi si vede qui!" esclamò beffardo il ragazzo, mentre Ginny si voltava verso di lui, accigliata. "l'ultima lenticchia della famiglia W... Weasl... Weasley, vero?" 
Due ragazzi molto corpulenti e grossi come troll ridacchiarono sonoramente come ebeti mentre una ragazza dai lineamenti duri e la faccia da carlino squittì deliziata. Ginny si rese conto che molti Serpeverde erano in ascolto, e alcuni sembravano anche avere la sua stessa età. 
"Cosa vuoi?" chiese lei scontrosa, mentre camminava piano verso l'uscita a causa dell'ingorgo. 
"Cosa potrei mai volere da te, Weasley?" fece lui. "Cosa potrei mai volere da una che gira in una Scuola di Magia con abiti di seconda mano?" 
"Tu... brutto..." ansimò Ginny, rossa di collera, cercando di difendersi ma proprio in quel momento i ragazzini del primo anno si mossero e la ragazzina perse di vista quella serpe impertinente. 
Balzò giù dal treno, con la visuale coperta da corpulenti studenti di Hogwarts, e imprecò a voce bassa: Malfoy sembrava essersi mimetizzato con tutta quella folla che c'era.
"Primo anno! Primo anno da questa parte!" 
Ginny individuò l'alta figura di Hagrid, il guardiacaccia gigante di Hogwarts che era amico della sua famiglia e che aveva diviso suo padre e Lucius Malfoy mentre litigavano, e gli si avvicinò con Colin che le trotterellava a fianco ignaro dello scontro sul treno. 
Hagrid parve riconoscerla perchè le fece un segno di saluto. 
"Lo conosci?" chiese Colin incuriosito.
"Oh sì, è un amico di famiglia!" cinguettò Ginny allegra, dimenticandosi dell'accaduto nel treno. 
"Primo anno! La piccola Ginny Weasley, eh? Tutto a posto? Bene... Ci siete tutti? Forza, seguitemi!" 
I ragazzi seguirono Hagrid lungo un sentiero ripido e stretto e Ginny rischiò addirittura di inciampare e finire lunga distesa a terra ai piedi degli altri ragazzini: sperò con tutto il cuore che non le capitasse un'altra bella figuraccia, anzi, l'ennesima figuraccia. Scivolando e incespicando continuarono a seguire il gigante a disagio a causa di quel paesaggio cupo e tenebroso, e sembrava che nessuno trovasse divertente quella discesa, a parte una ragazzina magra, dai capelli lunghissimi di un biondo quasi sporco, grandi occhi sporgenti e celesti che mandavano faville nell'oscurità e grossi occhiali colorati appoggiati sulla testa: sembrava serena e procedeva a balzelli. Alcuni la indicavano e ridevano sonoramente ma lei non dava alcun segno di imbarazzo. 
"Hai visto la... quella lì?" chiese Ginny a Colin in un sussurro poco udibile. 
"Sì..." fece in risposta Colin, cercando di non ridere. 
"Attenzione a dove mettete i piedi!" li avvertì Hagrid. "Fra un attimo: prima panoramica di Hogwarts!"
Ginny si sporse, quasi sgomitando tra la folla di studenti, e poi eccola lì. Hogwarts. Maestosa e imponente, affacciava sopra un grosso lago nero: le finestre brillavano, le torri erano altissime e i ragazzini non avevano fiato per descrivere tutto quello.
Magico, molto probabilmente. 
Hagrid indicò delle piccole imbarcazioni e Ginny si chiese se lui potesse entrarci in una di quelle, poi lo vide salire in una barca molto più grandi di quelle barchette che avevano riservato agli studenti. 
"Non più di quattro per battello!" esclamò Hagrid, mentre i ragazzi salivano sulle imbarcazioni.
Colin salì subito sul primo battello davanti a lui e aiutò Ginny, che sembrava molto titubante e si fidava poco dell'acqua dall'incidente nel laghetto con i suoi fratelli, ad entrare dentro. I due furono seguiti dalla strana ragazzina, che aveva messo gli occhiali colorati sugli occhi e sembrava una grosso insetto luccicante, e da un'altra ragazzina che somigliava incredibilmente alla povera malcapitata che Ginny aveva ferito ai piedi... se non era proprio lei... 
"Tutti a bordo? Bene... si parte!" 
Le barchette si staccarono all'unisono dalla riva e scivolarono sul lago nero. Man mano che si avvicinavano alla sponda opposta, il castello di Hogwarts torreggiava sopra di loro in maniera imponente.
Quando furono arrivati a destinazione, camminarono ancora un poco poi salirono una scalinata di pietra e si affollarono tutti davanti ad un grandissimo portone di quercia che sembrava essere proprio l'accesso alla scuola.
Hagrid alzò il pugno gigantesco e bussò: Ginny sentì l'emozione percorrerle tutto il corpicino. 
I battenti si aprirono immediatamente e una donna dai capelli raccolti in un'alta crocchia riempì la visuale dei ragazzi: era alta e magra, portava una veste lunga verde smeraldo e dal cipiglio severo Ginny capì che si trattava della professoressa McGranitt, la donna tanto famosa per riempire di compiti l'intera popolazione di studenti di Hogwarts. 
"E' lei che ha spiegato ai miei genitori la situazione..." sussurrò Colin. 
"La professoressa McGranitt è molto severa" gracchiò la piccola Weasley. 
"Gli allievi del primo anno, professoressa" disse Hagrid. 
"Grazie, Hagrid. Come sempre, li accompagnerò io dentro" 
La professoressa McGranitt spalancò la porta d'ingresso e i ragazzini sgranarono gli occhi, meravigliati da tanta grandezza e bellezza. Ginny pensò che la sua casa sarebbe potuta entrare comodamente nell'ingresso del castello senza alcun problema. 
Lei li condusse in avanti, verso una grande porta ma non l'aprì e si voltò verso di loro, fronteggiandoli.
"Benvenuti ad Hogwarts" disse. "Il banchetto l'inizio dell'anno avrà luogo nella Sala Grande tra pochissimo ma prima di prendere posto verrete smistati nelle vostre Case attraverso la cerimonia dello Smistamento. Le quattro Case sono: Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde. Per il tempo che sarete qui i trionfi che otterrete faranno guadagnare punti alla vostra Casa, mentre ogni violazione delle regole farà perdere punti. Alla fine dell'anno alla Casa con più punti verrà assegnata la Coppa delle Case. La cerimonia dello Smistamento inizierà tra pochissimo" 
Colin si aggiustò il colletto del mantello e Ginny si lisciò i capelli per nervosismo. 
Ovunque si voltasse, la ragazzina vedeva che nessuno fiatava e che tutti cercavano di aggiustarsi in modo nervoso i capelli o qualunque altra cosa che appartenesse al vestiario, tranne la strana ragazzina dai capelli biondissimi che si guardava attorno con curiosità: gli occhiali erano appesi alla gola a mo' di collanina. 
"Mettetevi in fila e seguitemi" ordinò la professoressa. 
La McGranitt aprì la porta e una visuale della Sala Grande balzò agli occhi dei ragazzini. 
I Weasley avevano sempre descritto Hogwarts come un grandissimo castello, e soprattutto avevano descritto la Sala Grande come una luminosa e fantastica sala ma mai la ragazzina avrebbe potuto immaginare una stanza del genere. La Sala Grande appariva maestosa come l'intero castello, illuminata di migliaia di candele sospese a mezz'aria sotto il soffitto incantato che rifletteva il cielo fuori che era blu e pieno di stelle, i quattro tavoli applaudirono (Ginny individuò con facilità Fred e George che facevano baldoria e Percy che li rimproverava in modo severo). 
In fondo alla sala c'erano gli insegnanti e tra loro coronava quello che doveva essere Albus Silente, caratterizzato da una folta e lunga barba bianca che sembrava far luce tutt'intorno, come se emanasse una specie di aura lucente.
"Ma questo è il cielo fuori!" 
"Sì, è una magia" li informò timidamente la ragazzina che Ginny aveva incontrato a Diagon Alley, con la testa rivolta verso il soffitto. "c'è scritto nel libro Storia di Hogwarts"
"Cos'è?" fece Colin.
"Percy l'ha letto" borbottò Ginny mentre avanzava timidamente tra i tavoli di Tassorosso e Corvonero che avevano tutti gli occhi puntati su di loro. "è un libro mostruoso, è grosso quanto un mattone... non mi sognerei mai di leggere neanche una pagina" 
Si fermarono vicino al tavolo degli insegnanti davanti al quale la professoressa McGranitt predispose uno sgabello con sopra un cappello tutto rattoppato e consunto che sembrava essere lì da anni e probabilmente era così. Uno strappo del cappello si divaricò ancora di più fino ad assumere le dimensioni di una grande bocca, tipo quella di Hagrid, e quello che era il Cappello Parlante cominciò a cantare: 

Ed eccoci qui tutti ad Hogwarts, piacere io parlo ma sono un cappello!
Tutto sporco, consunto, rattoppato e vecchio, mi dispiace se non son bello.
Ma ricordate che non si giudica dall'apparenza, 
perchè io vi smisterò nelle quattro Case d'eccellenza: 
Se a Grifondoro finirai,
sono sicuro che coraggio e audacia dimostrerai. 
O forse a Tassorosso è la tua vita, 
leali e pazienti, qui la cattiveria è abolita. 
Magari sei saggio e pronto di mente,
e a Corvonero troverai la tua gente. 
O forse a Serpeverde, ragazzo mio, 
se sei astuto e ambizioso, qui troverai il tuo vero io. 
Adesso, vediamo, se andrai nella casa di Godric, di cupa brughiera,
di Salazar, Tosca o Priscilla, beltà di scogliera.
Cos'aspetti? mettimi sul capo all'istante! 
Fidati, sei in mani sicure perchè io sono il Capello Parlante.


Non appena il Cappello Parlante ebbe terminato la canzone, la sala scoppiò in un fragoroso applauso capeggiato ovviamente dai gemelli che erano troppo carichi per restare fermi. Gli insegnanti applaudivano educatamente mentre alcuni ragazzini, sorridevano radiosi a tutti coloro che gli rivolgevano uno sguardo, come Colin. Ginny era troppo emozionata per fare qualcosa, la stramba ragazzina era serena e quella che si chiamava Demelza, se la memoria di Ginny non l'ingannava, sembrava in totale imbarazzo in presenza di tutte quelle persone. 
"Dobbiamo provare solo il cappello!" 
"Oh, ma dobbiamo solo mettere in testa il Cappello Parlante!"
"E io che credevo cosa..." 
"Ma insomma, i vostri genitori non vi hanno avverito?" sbottò una bambina, in tono esasperato.
"Credo che siano figli di Babbani, Astoria" borbottò un ragazzino voltando loro le spalle. 
Ginny li fissò disgustata, poi guardò oltre le teste degli altri, non riuscendo a pensare più a nulla di sensato. 
"Quando chiamerò il vostro nome, verrete avanti, vi siederete sullo sgabello qui presente, io vi metterò il Cappello Parlante sulla testa e verrete smistati nelle vostre Case" annunciò la professoressa McGranitt e puntò gli occhi scuri su una lista. "Barlow Alice!" 
Una ragazzina sorridente e dai capelli neri lunghissimi avanzò sicura ed audace verso lo sgabello, come se non avesse timore di nulla in quella Sala Grande, e la professoressa le poggiò il cappello sulla chioma.
"Grifondoro!" 
Alice Barlow mulinò i capelli scuri e raggiunse l'ultimo tavolo festeggiante a sinistra. 
"Bennet Grace" 
"Tassorosso!" 
"Canon Colin"
Colin diede uno sguardo a Ginny poi trotterellò verso lo sgabello: la professoressa McGranitt gli aveva appena messo il Cappello Parlante sulla testa e sembrò che neanche l'avesse sfiorato quando gridò...
"Grifondoro!" 
"Coote Ritchie"
"Grifondoro!" 
Ginny notò che a volte il cappello gridava subito la Casa in cui sarebbero dovuti andare i ragazzini mentre altre volte ci metteva troppo tempo, per esempio il ragazzo appena chiamato era stato seduto più di un minuto sullo sgabello. 
"Gray Annie"
"Corvonero!"
"Greengass Astoria"
La ragazzina che aveva rimproverato gli altri sul fatto che non sapessero che si dovesse solo provare il cappello fu subito smistata nei Serpeverde, insieme ad un altro paio di bambine dall'aria maligna. 
"Lovegood Luna"
La biondina emerse dalla folla con aria sognante e si sedette con grazia sullo sgabello, rassettandosi elegantemente le vesti. Il Cappello Parlante non ci mise più di tre secondi a smistare Lovegood Luna nei Corvonero. 
Ginny cominciava ad avere la strizza ma intanto lo Smistamento scorreva veloce. 
"Probisher Victoria!" 
Una ragazzina dai capelli biondi e parecchi riflessi ramati, avanzò con un sorriso radioso sulle labbra verso il Cappello Parlante che ci mise pochissimi secondi prima di dichiarare la sua Casa d'appartenenza: Grifondoro. 
Poi toccò a "Robins Demelza" che dopo un minuto fu smistata anche lei nei Grifondoro. 
Lo Smistamento andava avanti... ancora... e ancora... poi rimase solo Ginny. 
"Weasley Ginevra!" 
Fred e George applaudirono prima del tempo e parecchi studenti ridacchiarono sonoramente: la McGranitt si accigliò squadrandoli uno ad uno, poi mise il Cappello parlante sulla chioma fiammante di Ginny con una certa calma. 
Ginny aveva sempre voluto essere smistata nella sua vera Casa e adesso cosa le prendeva? Stava iniziando ad avere le palpitazioni di cuore e invidiò seriamente la prima ragazzina che era stata smistata e Victoria Probisher per tutta quell'audacia nell'avanzare serene verso la propria sorte.
Tutta la sua famiglia era finita nei Grifondoro perchè loro avevano coraggio da vendere, fegato e cavalleria... ma lei? Lei si sentiva molto spericolata tante di quelle volte ma sua madre le impediva di mettersi in gioco, di provare a vedere quanto lei valesse. I Tassorosso erano leali e Ginny lo era, ma non era paziente, quella dote poteva ritenersi esclusa dal suo vocabolario. Nei Corvonero venivano smistati i ragazzini brillanti, sapientoni... e la ragazzina ogni volta che tornava da scuola non aveva mai voglia di aprire un libro: non era molto amante della conoscenza, se non per cose che le interessavano particolarmente. Serpeverde... e se fosse andata a finire nei Serpeverde? La morte sarebbe stata preferibile. 
"Ah, una Weasley!" sussurrò il Cappello Parlante nella sua testa: sembrava che avesse ascoltato tutti i suoi impasticciati e incasinati pensieri e Ginny sobbalzò dallo spavento. "so esattamente dove collocarti"
"Non Serpeverde, preferisco morire... muoio piuttosto di essere una Serpeverde..."
A Ginny sembrò che il capelli vibrasse, come se stesse ridacchiando, poi lei strinse forte il legno dello sgabello.
"Grifondoro!" 
Accadde tutto così velocemente che Ginny sbattè le palpebre: era finita nei Grifondoro insieme ai suoi fratelli. 
Fred e George, stavolta, si alzarono sulle panche per festeggiare la loro sorellina e Ginny sentì Percy strillare contro di loro come un matto e sbraitare a squarciagola delle regole che dovevano essere rispettate in presenza degli insegnanti e del Preside di una Scuola di Magia e Stregoneria. 
Ginny raggiunse il tavolo a sinistra e si insinuò tra Fred e Colin su una panca. 
"Ben fatto, sorellina, ottimo!" si congratulò Percy pomposamente. 
Era finita!
E più tardi avrebbe anche scritto ai genitori. 
Si chiese se Harry Potter avesse assistito al suo smistamento... se l'aveva guardata per tutto il tempo... 
"Benvenuti ai nuovi studenti!" esordì Albus Silente con una certa energia, alzandosi dalla sua sedia. "E bentornati ai nostri vecchi amici ad un nuovo anno scolastico qui ad Hogwarts! bene, ora non è tempo di avvisi... quindi dateci sotto: abbia inizio il banchetto!" 
Silente non si sedette ma uscì dalla Sala Grande, sotto gli occhi degli studenti e degli insegnanti, seguito dalla professoressa McGranitt. E avevano di sicuro fretta visto il modo con cui uscivano e saltavano la cena. Molti ragazzi si guardarono intorno ma nessuno sembrava particolarmente preoccupato: si tuffarono tutti con la testa nei piatti d'oro che esibivano pietanze di ogni tipo. Ginny non aveva mai visto nulla di simile in vita sua, nonostante sua madre fosse una bravissima cuoca e cucinasse sempre molta roba. 
"Ma come mai avevano tanta fretta?" chiese Colin curioso, dandoci dentro col cibo. 
"Ehi Percy..." fece Ginny e suo fratello, che si trovava proprio di fronte a lei, si voltò subito. "Come mai Albus Silente e la professoressa sono andati via dalla sala?" 
"Ah, colpa di quei due irresponsabili che non sono altro di Ron e Harry!" sbottò lui. 
"Allora è vero?"
Ginny sussultò e provò una sensazione di gelo innaturale: un fantasma con la gorgiera le aveva attraversato il piccolo corpicino. Un fantasma con la gorgiera... ma allora quello era Nick-Quasi-Senza-Testa, il fantasma di Grifondoro? I suoi fratelli gliel'avevano descritto proprio così e non poteva essere altro che lui. 
"Purtroppo sì, Sir Nicholas" 
"Chi è Harry? Non mi avevi detto che avevi un fratello di nome Harry... oppure è un tuo cugino?" 
"Macchè" rispose Ginny con uno strano luccichio negli occhi castani. "Harry Potter è il migliore amico di mio fratello Ron" 
Smise di mangiare, con la forchetta a mezz'aria, e il suo sguardo si illuminò completamente: Harry Potter... l'aveva vista per tutto quel tempo... l'aveva osservata mentre aveva indossato il Cappello Parlante... quello era il paradiso!
Ginny scosse la testa e si accorse che Colin boccheggiava. 
"E ME LO DICI COSI'?" strillò. "Oh cielo... Harry Potter... ho letto così tanto di lui... l'unico ad essere sopravvissuto all'attacco del mago più malvagio di tutti i tempi... citato in Grandi eventi magici del Ventesimo secolo... oh cielo!"
In un'occasione normale Ginny avrebbe volentieri riso ma in quel momento si era appena resa conto che Albus Silente e Minerva McGranitt erano usciti di fretta dalla Sala Grande a causa di Ron e Harry. E Ron e Harry non erano lì, la ragazzina non li vedeva. Ripensandoci, non li aveva visti neanche al binario nove e tre quarti... ma nemmeno nell'Espresso di Hogwarts... possibile che fosse successo qualcosa proprio sotto il loro naso senza che nessuno si accorgesse di nulla? 
"Ma cos'è successo Percy?" 
"Non ho mai inviato nessuno come invidio loro!" intervenne Fred. 
"Allora?" incalzò la ragazzina.
"Loro... oh dillo tu, George!" 
"Ron e Harry hanno... oh dillo tu, Percy!" 
"Hanno perso il treno e per venire qui ad Hogwarts hanno fatto volare senza permesso l'auto che papà aveva incantato di nascosto!" disse lui tutto d'un fiato e Ginny rovesciò sulla tavola tutto il suo succo di zucca provocando urletti da parte della ragazzina dai capelli neri e da quella che sembrava fosse la compagna. 
"Oh, al Ministero saranno guai!" 
"Se ne parlerà per anni!" intervenne un ragazzo scuro e dai riccioli a rasta, seduto accanto a George. "Lei è la vostra sorellina?" aggiunse guardando Ginny, che sentì le guance diventare una fornace. 
"Sì, lei è Ginny" disse Fred distrattamente. "Ginny, lui è Lee Jordan: l'amico di cui ti abbiamo tanto parlato" 
La ragazzina sorrise timidamente mentre stringeva la mano a Lee Jordan. 
"Chissà quale sarà la loro punizione..." borbottò George, spostandosi il ciuffo di capelli rossi dagli occhi. 
"Per cose così si può espellere qualcuno?" chiese d'un tratto Hermione Granger, la migliore amica di Ron e Harry, che stava ascoltando la loro conversazione, e sedeva tra un ragazzino dalla faccia tonda e Lee Jordan. 
"Oh sicuro!" rispose prontamente Percy. "Se lo meriterebbero proprio, tutti e due! Rubare la macchina a papà per venire qui... insomma! Cosa diavolo avevano in mente? Potevano anche mandare un gufo a Hogwarts per dire... oh al Ministero saranno guai!" 
"Sono d'accordo con te" convenne subito Hermione e Percy parve piuttosto compiaciuto. "avrebbero davvero potuto mandare un messaggio agli insegnanti tramite gufo e invece hanno preferito mettersi nei guai"
"Al Ministero saranno proprio guai..." ripetè Percy sovrappensiero. 
"Li espelleranno?" chiese Hermione irrequieta.
"No, non credo" fece Fred.
"Perchè no?" 
"Quei due se la cavano sempre" 




I Grifondoro del primo anno avevano seguito Percy per entrare nella Torre di Grifondoro: lui aveva indicato loro la strada ma Ginny dopo vari corridoi e porte non aveva più capito nulla. Per fortuna che Percy era suo fratello! Avrebbe potuto chiedere indicazione a lui ogni volta che voleva a differenza degli altri bambini. Salirono scale, guardando ammirati i quadri che bisbigliavano tra di loro indicandoli col dito... svoltarono porte nascoste e arazzi... e salirono ancora fino a trovarsi di fronte al grande quadro di una vecchia signora tutta vestita di rosa, la Signora Grassa, di cui Ginny aveva tanto sentito parlare. 
La parola d'ordine era Colibrì e i ragazzini del primo anno entrarono arrampicandosi attraverso il quadro (un bambino ebbe bisogno di una bella spinta) ed entrarono nella loro Sala Comune o Sala di Ritrovo.
La Sala Comune di Grifondoro era tutta rossa e oro, accogliente, rotonda e piena di soffici divani e poltrone. Percy indicò alle ragazze una porta che conduceva al loro dormitorio mentre ne indicò un'altra ai ragazzi. 
"Allora ci..." Colin sbadigliò sonoramente. "Ci vediamo domani a colazione?" 
"Sì, a domani. Buonanotte!" 
"Buonanotte" 
Ginny salì la scala a chiocciola che portava ai dormitori femminili e aprì la porta sul quale c'era scritto 'Alunni del primo anno'. Dentro c'erano cinque letti a baldacchino con le tende rosse e tutte e quattro le ragazze avevano il pigiama e chiacchieravano allegramente. La ragazzina non ricordava molto bene i loro nomi, a parte quello Demelza Robins e... no, non li ricordava. 
Demelza la guardò e sorrise incoraggiante. 
"Ciao" disse. "Ci siamo scontrate a Diagon Alley, ricordi?" 
"Sì..." rispose Ginny arrossendo in zona guance. "Demelza Robins, vero?" 
"Esatto, Ginny Weasley" disse lei. 
"Io sono Vicky Probisher, piacere mio!" 
La ragazzina aveva capelli biondissimi e occhi azzurro-grigio, un bel portamento e una voce troppo squillante. Si avvicinò a Ginny e le strinse la mano con energia come se volesse infonderle coraggio ad avvicinarsi perchè la piccola Weasley era ancora ferma sotto l'arco della porta come una baccalà. Le altre due ragazzine non sembrava che volessero avvicinarsi ma lo fecero, quasi snobbandola e squadrandola da capo a piedi ma con un sorriso.
"Alice Barlow, sono la prima ad essere stata smistata nei Grifondoro!" esclamò come se quella fosse una gran cosa e Ginny sorrise, non sapendo cos'altro fare e soprattutto cosa dire se non... 
"Piacere!" 
Alice era molto carina: aveva lunghi capelli neri e occhi di un verde intenso che somigliavano incredibilmente a quelli di Harry Potter, e poi era molto alta e formosa per essere una ragazzina di undici anni. 
"Io sono Rose Owen!" 
"Ginny Weasley" ripetè la piccola. 
Rose Owen invece non era magrissima come le altre due ma era anche lei ben formosa: aveva i capelli corti e castani e occhi blu intenso: sui capelli portava una specie di fascia dello stesso colore dei suoi occhi.
Dopo le presentazioni, Ginny si diresse verso il suo letto che era vicino alla finestra e si infilò il pigiama in un modo che la faceva somigliare ad uno zombie perchè era stanchissima dal viaggio e piena per aver mangiato un mucchio di roba. Avrebbe voluto scrivere una lettera ai genitori... avrebbe voluto scrivere a Tom Riddle nel suo diario ma proprio non ce la fece.
In due minuti si addormentò come un sasso. 







Angolo autrice
Modifiche anche sul secondo capitolo della storia, come ho già spiegato nel primo.  Ah, maledetta incompetenza! Passerò alla revisione di tutti i capitoli mano a mano. 
Spero che questo vi piaccia molto di più.
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Em Potter