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Autore: Em Potter    18/07/2012    14 recensioni
Questa è la storia di una ragazza che subisce un profondo cambiamento, che da ragazzina timida e profondamente infantile diventa una donna forte e coraggiosa.
Lei è Ginny Weasley, e questa è la sua storia.
Dalla storia:
«Ho detto la pura verità a tutti gli studenti della mia scuola.» disse Silente serio. «E la verità è che tu sei un'innocente capitata a favore di Lord Voldemort al momento giusto e proprio come voleva e sperava lui.»
«Sono una debole e T-Tom R-R-Riddle ha sfruttato la mia debolezza...»
«Lord Voldemort ha sfruttato il tuo coraggio. E solamente un atto di coraggio del genere poteva garantirgli la rinascita, solamente il tuo coraggio, Ginny Weasley. Fidati, Voldemort è abilmente furbo nel scovare le sue vittime e non avrebbe continuato con te se non fosse assolutamente certo di che persona sei. Ha cercato di scoprire tutto di te, proprio per questo.»
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ginny Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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PROLOGO.


Le ranocchie gracidavano nel piccolo stagno verde, le galline di sotto si divertivano a schiamazzare qua e là creando scompiglio tra i polli, il caldo venticello estivo soffiava piacevolmente muovendo foglie e piante, e una figurina dai capelli rossi era affacciata sul davanzale della sua finestra, che dava sull'orto, e guardava distrattamente il laghetto, lo stesso laghetto nel quale i suoi fratelli maggiori avevano tentato di annegarla se non fosse stato per le urla rauche di sua madre. 
Ginny Weasley aveva da poco compiuto undici anni: era una ragazzina magra e minuta, dal bel visino spruzzato di lentiggini, grandi occhi castani e folti capelli rossi, rosso fiamma che andavano sull'arancio e che a Ginny piaceva paragonarli al tramonto.
Sebbene avesse ricevuto la lettera pochi giorni prima, la ragazzina non fece a meno di controllare la sua magia e, contraendo il viso in una smorfietta, fece sì che i petali dei fiori sul suo davanzale si aprissero e chiudessero come una specie di corallo sottomarino. 
Se solo l'avesse vista la mamma!
L'avrebbe di sicuro disintegrata dato che da quando Ginny aveva ricevuto la sua lettera era diventata, se possibile, ancora più paranoica e isterica. Per non parlare delle urla strozzate lanciate in cucina quando la ragazzina aveva sventolato la sua lettera di Hogwarts per tutta la casa, dando strilletti di felicità. 
Una cosa che l'aveva fatta impazzire era il fatto che i suoi fratelli maggiori, Fred, George e Ron, avevano quasi fatto delle scommesse per indovinare in quale casa sarebbe andata a finire la sorella. 
Insomma, ribadire che non sarebbe mai stata una Corvonero perchè era troppo idiota fu pessimo da parte loro e la ragazzina per pochissimo non scoppiò a piangere e si maledisse per quello perchè ormai avrebbe dovuto imparare che ai suoi fratelli piaceva scherzare, anche se non era certa che quello fosse davvero uno scherzo. 
Anche se era difficile rendere orgogliosi i suoi genitori quando sei figli maschi avevano già fatto tutto prima di lei, la piccola Weasley aveva fiducia in sè stessa e non li avrebbe mai delusi. 
"Letti vuoti!" la voce della madre proveniente dal cortile echeggiò nella stanza. "Potevate essere schiantati... Ero fuori di me dall'angoscia... Ma a voi che vi importava?" 
Il quale altro pasticcio si erano cacciati i fratelli?
Seppur curiosissima di scendere immediatamente giù a tutta velocità e indagare su cosa avessero combinato, era troppo arrabbiata. Arrabbiata con loro per il fatto che la escludessero ogni volta, come per giocare a Quidditch. 
Dominò l'impulso della curiosità, lasciando il posto all'orgoglio e alla strafottenza, ma non ci riuscì. Dopo cinque minuti, aveva spalancato la porta con una certa impazienza ed era corsa di sotto. 
"Il cielo era coperto, mamma" 
"Non parlare con la bocca piena!" 
"Ma quelli lo stavamo facendo morire di fame, mamma"
"Lo stesso vale per te!" 
Ginny entrò velocemente in cucina, ancora più incuriosita dalle parole che aveva appena udito, ma si fermò di botto: il suo sguardo fu attirato subito da un ragazzo, un ragazzo che non aveva i capelli rossi marca Weasley, un ragazzo che somigliava incredibilmente al famoso Harry Potter...
Non ci poteva credere. 
Il misterioso ragazzo si voltò verso la ragazzina e Ginny notò che era proprio lui, lanciò un gridolino e corse via di nuovo. 
Fece le scale a due alla volta, anche a tre rischiando di cadere e rompersi tutti i denti, e si chiuse subito nella sua stanzetta sperando di non aver dato troppo nell'occhio, anche se le sembrava impossibile. La ragazzina si accorse che la targa posta fuori alla porta sballonzolava ancora, perchè sentiva il rumore contro la porta di legno. 
Cercò di concentrarsi al massimo sulla targhetta 'Stanza di Ginevrany' corretta da lei, in quanto odiava il suo nome intero di battesimo (per non parlare del secondo 'Molly'), ma non ci riuscì. 
Ron, Fred e George erano volati fino alla casa di Harry Potter per portarlo lì alla Tana? Era per questo che la mamma era così arrabbiata? Sì, e Ginny avrebbe dovuto immaginarlo. Aveva sentito suo fratello sbraitare sul fatto che il suo migliore amico non rispondesse alle lettere, mentre una certa Hermione Granger sì, ed il motivo della mancanza di risposte a tutte le lettere che aveva spedito a Harry, Ron lo attribuiva ai suoi tutori cattivi. Si doveva aspettare una cosa del genere. 
Inutile dire che il cuore della piccola batteva a mille: aveva visto il maghetto più famoso del modo, dal vivo!
Non che non l'avesse già visto in precedenza perchè Ginny Weasley ed Harry Potter si erano già incontrati una volta il primo settembre dell'anno precedente, alla stazione di King's Cross prima di spiccare la rincorsa ed emergere sul binario nove e tre quarti. 

"Mi scusi" 
Una voce tremante arrivò flebile alle spalle di Ginny e la piccola si voltò di scatto: un ragazzo mingherlino, dai capelli neri arruffati e scintillanti occhi verdi guardava lei e la famiglia attraverso occhiali rotondi. 
Ginny rimase a fissarlo a lungo, attirata da quel ragazzino... ma non aveva la benchè minima idea che era Harry Potter. Non sapeva nulla di lui ma sembrava che avesse già lasciato un impronta nella sua mente... 
"Ehi mamma, vediamo se indovini chi abbiamo appena incontrato sul treno!" esclamò Fred eccitato, scendendo dal treno. "Sai quel ragazzo coi capelli neri che era vicino a noi alla stazione? Lo sai chi è?" 
"Chi è?" 
"Harry Potter!" risposero in coro i gemelli e il cuore di Ginny fece una capriola.
Come sarebbe a dire che il ragazzo che aveva osservato a lungo era Harry Potter? 
"Oh, mamma, posso salire sul treno per vederlo?" chiese la piccola alla madre con un tono che lasciava trasmettere la supplica, perchè gli occhi del ragazzino l'avevano quasi imbambolata. "Mamma, ti prego..." 
"L'hai già visto, Ginny, e quel povero ragazzo non è mica un animale dello zoo!" sbottò la madre e Ginny si disse che quello era assolutamente un caso perso e che non valeva la pena insistere tanto. 
Pensò disperatamente che magari l'avrebbe rivisto di sicuro di sfuggita nei corridoi ad Hogwarts, quando sarebbe toccato anche a lei andare a scuola, l'anno successivo... 


E invece no, si sbagliava di grosso. L'avrebbe rivisto, sì, ma a casa sua per un mese!
Si affacciò alla finestra e si sporse molto per vedere cosa stesse succedendo di sotto, oltre l'orto dove affacciava la sua cameretta: vide che i gemelli e Ron stavano insegnando ad Harry Potter come Disinfestare gli gnomi da giardino. 
Le venne perfino l'idea di salire sulla scrivania per guardare meglio ma poi si disse che era una pessima idea. Se la mamma fosse entrata proprio in quel momento avrebbe anche potuto pensare ad un suicidio! Non sarebbe mica andata a pensare che la ragazzina stesse vedendo Harry Potter, no? Anche se non aveva fatto altro che parlare di lui tutta l'estate con i fratelli... 
Fantasticherie su un presunto innamoramento tra i due regnarono nella mente di Ginny fino a tempo indeterminato...




La vita con Harry Potter alla Tana era il paradiso per Ginny Weasley, anche se la ragazzina non ricordava di aver mai fatto più figuracce di quante ne faceva in presenza del ragazzo: tendeva a rovesciare di tutto quando lui era nei paraggi e di essere quindi più goffa del solito, aveva l'abitudine di diventare paonazza e di non spiccicare parola, cosa che non era nella sua indole, oppure se doveva dire qualcosa sparava schiocchezze. 
Ma la più grande figuraccia fu quando Harry si guardò nello specchio sopra al camino e quello disse: 'Infilati la camicia dentro i pantaloni, sciamannato!' e Ginny cominciò a ridere come una matta, suscitando l'irritazione di Percy che cercava di studiare chissà cosa e l'impazienza dei suoi fratelli. 
Quel mercoledì, la signora Weasley svegliò tutti di buon'ora per andare insieme a Diagon Alley ma in quel momento il gruppo, che comprendeva anche una certa Hermione Granger e i suoi genitori, si era diviso. 
Ginny e la madre, dopo essere andate alla Gringott con gli altri, si stavano incamminando da sole in Diagon Alley per comprare tutto il materiale scolastico che serviva alla ragazzina, eccetto i libri, poichè li avrebbero comprati tutti insieme al Ghirigoro
"Mamma, Madama McClan!" 
"No, noi non andremo lì" disse la madre. "La tua divisa sarà di seconda mano, ricordi? Ne abbiamo già parlato!" 
"Ma mamma..."
"Ginny, non fare i capricci! Mi dispiace ma questo passa per il governo. Ecco qui!"
Trascinò la figlia dentro uno squallido negozio dall'aria malandata e che sembrava reggersi in piedi per magia. Se la madre non l'avesse strattonata, Ginny non si sarebbe per nulla accorta che quello lì fosse un negozio: non portava l'insegna fuori e all'interno c'erano pochissime fonti luminose che faceva sembrare il tutto claustrofobico e oscuro. 
"Hogwarts?" fece una streghetta minuta e sorridente. "Ho quello che ti serve... seguimi, seguimi" 
Ginny obbedì e la seguì nel retro, dove provò le tuniche più brutte che avesse mai visto. Anche quelle di suo fratello Ron erano di seconda mano non erano così rovinate! La ragazzina però di dovette accontentare di una tunica grigia e poco sfilacciata. Comprò anche un cappello a punta, come diceva la lista, un paio di guanti simili a quelli in pelle di drago e un mantello invernale. 
Uscite dal negozio, la signora Weasley notò la faccia afflitta della figlia. 
"Quando crescerai ti comprerò una tunica nuova, nera lucente" disse incoraggiante e Ginny sorrise mentre consultava la sua lista. 
"Uhm... uniforme, libri di testo... accessori sì, allora: bilancia d'ottone" 
"Ce l'abbiamo già a casa"
"Telescopio"
"Userai quello di Bill" 
"Set di provette di vetro o cristallo"
"Charlie ce ne aveva tantissime... e non ci mancano neanche gli ingredienti principali per le pozioni!"
"Un calderone?"
"Questo dobbiamo comprarlo. Il negozio deve stare proprio... qui, dietro l'angolo" 
Le due entrarono in un negozio molto affollato di studenti, pieno zeppo di bilance, telescopi di grandezze miste e Ginny fu affascinata subito da uno assai grosso e ingombrante, e calderoni di ogni specie: d'oro massiccio e in peltro.
Nonostante la folla che c'era, si spicciarono in fretta e Ginny, nella gioia di aver comprato finalmente qualcosa di nuovo, urtò una ragazzina alta e magra, dai capelli folti e castani, e grandi occhi nocciola, facendole andare a finire il calderone appena comprato sui piedi. 
Ci fu un fragore terribile e tutti si voltarono verso di loro: alcuni ragazzini, che sembravano anche loro dell'età di Hogwarts se non dell'età di Ginny, ridacchiarono sonoramente; la povera malcapitata aiutò Ginny ad alzare il suo calderone, ignorando gli sbuffi e le risa degli altri; la signora Weasley gridò un rimprovero a sua figlia mentre la madre della ragazzina le ribadiva che poteva capitare a tutti. 
"Scusami..." borbottò Ginny imbarazzata, rossa fino alla punta dei suoi capelli fiammanti. "Ti sei fatta male?"
"Oh, non è nulla!" replicò la ragazzina gentilmente. 
"Filiamo via, Ginny!" sibilò la signora Weasley. 
"Demelza, andiamo via anche noi: questo posto è troppo affollato" fece eco la madre della piccola, in tono molto più dolce della signora Weasley, e le due ragazzine si guardarono. 
"Allora ci vediamo ad Hogwarts" disse la ragazzina che si chiamava Demelza, con un sorriso garbato. 
"Sì... ci vediamo!" la salutò Ginny e uscì in fretta dal negozio sperando che gli altri si fossero già dimenticati di tutto. 
Non parlarono di ciò che era accaduto nel negozio e Ginny provò solo ad immaginare cosa passasse per la testa alla madre: avere dei figli che facessero più rumore di quanto non ne farebbe una mandria di Centauri era esasperante. 
Camminarono per più di dieci minuti senza dire una parola ma lanciandosi solamente occhiate sbieche ogni tanto. 
Passarono per l'Emporio del Gufo che vendeva animali di tutte le specie, anche se dominavano i gufi, e la ragazzina fu attratta subito da un gatto bianco e dal pelo fulvo e morbido, ma non osò fiatare: sapeva che la madre non gliel'avrebbe mai comprato. Passarono anche per la farmacia e poi di nuovo per il Paiolo Magico, poi Ginny si fermò di botto e corse verso la vetrina di un negozio Accessori di Prima Qualità per il Quidditch
"Oh, Quidditch!" sbottò la madre, con disapprovazione. 
"Guarda mamma, guarda! La nuova Nimbus Duemila Uno! Mamma, guarda!" 
Il manico scintillava lucente alla luce del sole: era la migliore scopa da corsa e soprattutto era l'ultima che era uscita. Ginny, che di Quidditch e scope se ne intendeva moltissimo, notò che superava di gran lunga il vecchio modello Duemila. 
"Proprio come i tuoi fratelli... forza, non perdiamo tempo con questi manici di scopa!" disse impaziente la signora Weasley ma Ginny non sembrava volersi muovere dalla vetrina. "Andiamo, che non sai neanche cavalcarla, una scopa del genere!" 
Quante cose che non sai di me, pensò la ragazzina irritata. Era da quando aveva nove anni che sgraffignava, ogni volta che poteva, le scope dei suoi fratelli per allenarsi a Quidditch: voleva essere preparata per quando, un giorno, si sarebbe presentata ai provini per la sua Casa ad Hogwarts. 
Sua madre diede di matto e Ginny si disse che forse era arrivata l'ora di spostarsi da lì. 
Proseguirono fino in fondo alla strada, e proprio lì c'era un negozio angusto e sporco. Un'insegna, con le lettere d'oro parecchio scorticate, recava 'Olivander, Fabbrica di bacchette di qualità superiore dal 382 a.C'. 
Le due entrarono e un piccolo scampanellio annunciò il loro ingresso. 
Il negozio era proprio come all'esterno e un uomo anziano, dai grandi occhi chiari, fece capolino nella penombra. 
"Salve, signor Olivander!" disse allegramente la signora Weasley. 
"Buongiorno" rispose lui con voce sommessa. "Allora, cos'abbiamo oggi? Una Weasley, non è così?"
La signora Weasley annuì con vigore. 
"Com'è che si chiama, signorina?" 
La ragazzina lo guardò perplessa, poi disse il suo nome specificando di chiamarla con il diminutivo. 
"Oh, Ginny... diminutivo di Ginevra..." il signor Olivander tirò fuori un lungo metro. "Allora, qual è il braccio con cui usa la bacchetta, signorina Weasley?" 
"Il destro, signore" rispose lei. 
Il fabbricante di bacchette si accinse a prendere le misure dalla spalla alla punta delle dita di Ginny, poi dal polso al gomito, dalla spalla fino al pavimento polveroso, dal ginocchio all'ascella e infine prese la circonferenza della testa mentre Ginny aveva i pugni in bocca per soffocare i risolini: la madre gli lanciò uno sguardo di pura minaccia. 
"Ecco, può bastare" annunciò Olivander. "Signorina Weasley, provi questa: acero e corde di cuore di drago, dieci pollici, molto flessibile. La agiti in aria" 
Ginny la prese, con mani tremanti, e la agitò. 
Il disastro fu imminente: gli scaffali del fabbricante di bacchette saltarono in aria e Olivander gli strappò la bacchetta dalle mani. 
"Provi questa"
La ragazzina obbedì ma provocò la distruzione di una lampada ad olio. 
Ginny provò, provò, provò ancora e alla fine... 
"Undici pollici e mezzo, salice e piuma di coda di fenice" Olivander le tese una bella bacchetta nera e Ginny la afferrò.
Capì che era quella giusta quando un calore improvviso le percorse tutto il braccio con un formicolio piacevole e dalla punta della sua nuova bacchetta si sprigionarono una scia di scintille rosse e blu come dei fuochi d'artificio in miniatura. La signora Weasley sorrideva e Olivander aveva sul viso un espressione soddisfatta, poi con voce gracchiante disse: 
"E' la bacchetta a scegliere il mago" 
Pagarono sette galeoni d'oro per la bacchetta di Ginny e le due percorsero in fretta Diagon Alley per raggiungere gli altri alla libreria il Ghirigoro per comprare i libri di testo: Ginny ovviamente li avrebbe avuti di seconda mano, come tutta la roba che possedeva. 
Incontrarono Fred e George in Scherzi da maghi e Percy in un negozio affollato e pieno di cianfrusaglie, e si avviarono insieme verso la libreria dove erano certi di trovare il signor Weasley in compagnia dei signori Granger. 
"Oh, sembra un libro affascinante" borbottò Fred ridacchiando e indicando il nuovo libro di Percy: Prefetti che hanno conquistato il potere, studio sui prefetti di Hogwarts e sulla loro carriera.
"Piantala" lo rimbeccò lui. 
"Oh-ho, molto ambizioso il ragazzo" lo scimmiottò George. 
"Finitela di dire assurdità" 
"Ma Percy!" intervenne Ginny che non aveva potuto fare a meno di origliare la loro conversazione, lasciando la mano della madre. "Tu non avevi sempre detto che volevi diventare Ministro della Magia una volta che Caramell fosse morto?"
"Ginny, per l'amor del cielo!" sibilò suo fratello guardandosi intorno atterrito. "Zitta anche tu e cammina con la mamma!" 
La ragazzina non riusciva a capire. 
Camminarono per più di cinque minuti (Fred, George e Percy litigarono per tutto il tragitto e quella non fu una vera novità) e raggiunsero la libreria che era affollatissima e presentava una fila chilometrica. I ragazzi non riuscivano a capire cos'era tutto quel baccano e folla di signore di mezz'età come la signora Weasley ma Ginny l'aveva intuito da una grande insegna, appesa alle vetrine del piano superiore: 

Oggi, dalle 12,30 alle 14,30
GILDEROY ALLOCK
firmerà copie della sua autobiografia
Magicamente io.

La signora Weasley non faceva che aggiustarsi i capelli in maniera molto nervosa. 
"Ma cosa le prende?" fece Fred sgranando gli occhi, divertito.
Ginny scoppiò a ridere e indicò il cartello. 
"Oh, accidenti!" gemette Fred troppo disgustato per ridere. "Se l'avessi saputo non sarei entrato..." 
"Ragazzi, eccovi arrivati, bene!" fece la madre mentre Ron, Harry e la loro amica li raggiungevano. "Tra un minuto lo vedremo..." 
La ragazzina allungò il collo per vedere meglio: Gilderoy Allock emerse dagli scaffali e si sedette con grazia ad un tavolo. Il mago indossava un abito turchese che faceva a pugni con i suoi occhi, aveva i capelli biondi e ondulati, e esibiva un sorriso radioso e ammiccante a tutte le streghe. 
Ginny sbattè le palpebre, pensando che fosse proprio bellissimo. 
Le prime parole dell'uomo furono: 
"E' mai possibile? Ma quello è Harry Potter?" 
Ginny si voltò verso il ragazzo ma Allock si sporse in avanti, prese Harry per un braccio e lo trattonò fino a farselo ritrovare con lui in prima fila: il ragazzo era rosso come i capelli dei Weasley; Allock gli stringeva la mano; il fotografo della Gazzetta del Profeta scattava innumerevoli foto una dietro l'altra; e il pubblico scoppiò in un rumoroso applauso.
Ginny si unì a all'applauso in maniera eccitata e Hermione Granger le sorrise affabile, battendo le mani. Ron le rifilò uno sguardo di profondo disprezzo mentre Fred e George ridevano di Percy che livido, perchè coperto di denso fumo grigiastro. 
Sembrava che la visione di Harry e Allock fosse perfetta. 
"Fai un bel sorriso, Harry!" esclamò l'uomo, mettendo in mostra i suoi denti bianchissimi. "Tu e io, insieme, siamo degni della prima pagina. Signore e signori che momento straordinario è mai questo! Quando il giovane Harry è entrato alGhirigoro stamattina per acquistare la mia autobiografia, che ora sono lieto di regalargli" la folla applaudì ancora. "non aveva idea che se ne sarebbe andato via con la raccolta delle mie opere, gratuitamente. Signore e signori, ho il grande piacere e l'orgoglio di annunciare che a settembre assumerò l'incarico di insegnante di Difesa contro le Arti Oscure alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts!" 
Allock mise tra le braccia del ragazzo le sue opere e lui uscì dalla folla barcollando leggermente e avvicinandosi a Ginny, che strinse il suo paiolo pieno di libri di seconda mano che le aveva comprato la madre contro le dita fino a farsi le nocche bianche. Harry Potter le scaraventò i libri di Allock nel contenitore, ansimando dallo sforzo. 
"Tu prendi questi. Io me li comprerò..." bofonchiò. 
"Scommetto che ti è piaciuto, non è vero, Potter?" fece d'un tratto una voce strascicata e Ginny si voltò: un ragazzo magro e pallido, dal mento appuntito, dai capelli di un biondo quasi bianco e un perfetto ghigno sul viso si rivolse ad Harry, in modo beffardo. "Il famoso Harry Potter! Non può neanche entrare in una libreria senza fare notizia!" 
Ginny guardò fisso fisso il ragazzo: ma come si permetteva? Adesso era colpa di Harry se anche un famoso scrittore di opere, Gilderoy Allock, lo ammirava perchè era famoso, blablabla e tutte quelle cose che aveva la ragazzina aveva ripetuto a casa fino alla nausea? Si accorse di odiare a morte quel biondino e non sapeva neanche perchè quell'affermazione le desse tanto fastidio, tant è che... 
"Lascialo in pace, non è stato lui a volere tutto questo!" sbottò e il ragazzo si voltò verso di lei. 
"Oh, guarda Potter... ti sei fatto una ragazza!" esclamò e Ginny arrossì violentemente.
Perchè cavolo era intervenuta? Sì, l'affermazione l'aveva infastidita particolarmente senza un perchè ed era stato molto coraggioso da parte della piccola Weasley rimproverare il biondino dato che era la prima volta che parlava dicendo qualcosa di logico in presenza di Harry Potter... ma ora perchè doveva diventare un tutt uno con i suoi capelli rossi? 
"Ragazzi! Qui dentro è pazzesco, andiamo fuori!" disse il signor Weasley avanzando a fatica tra la folla, con Fred e George alle calcagna. 
"Bene, bene, bene... Arthur Weasley" fece un'altra voce strascicata e Ginny alzò lo sguardo. 
"Lucius" lo salutò il padre in modo gelido.
Un uomo identico al ragazzino biondo era in piedi dietro di lui e gli teneva una mano sulla spalla con un ghigno esattamente identico a quello che doveva essere il figlio: Lucius? Allora era lui Lucius Malfoy! Ma allora... il ragazzino dal mento appuntito doveva essere Draco Malfoy, acerrimo nemico di suo fratello Ron!
"Superlavoro al Ministero, Arthur? Tutte quelle ispezioni... spero che le paghino gli straordinari" disse beffardo Lucius Malfoy e prendendo il libro consunto Guida pratica alla Trasfigurazione per principianti dal paiolo di Ginny continuò. "Ovviamente no. A che serve disonorare il nome di mago se poi non la pagano neanche a sufficienza?" 
"Abbiamo idea molto diverso su ciò che disonora il nome di mago, Malfoy" 
"Mi sembra chiaro. Frequentare Babbani... credevo che la sua famiglia non potesse cadere più in basso" 
Ginny spalancò gli occhi, mortificata e orripilata, poi il suo calderone volò in aria: suo padre si era avventato sull'uomo, scaraventandolo contro uno scaffale mentre decine di volumi cadevano sulle loro teste. 
"Prendilo, papà!" gridarono all'unisono Fred e George.
"No, Arthur, no!" strillò la signora Weasley. 
Ginny, Harry, Draco, Ron e la loro amica Hermione fissavano la scena, agghiacciati e ammutoliti mentre la folla si ritraeva: Hagrid stava intimando agli altri di farsi da parte mentre lui separava i due uomini, che si esibivano feriti. Il signor Weasley ad un labbro e il signor Malfoy ad un occhio, e stringeva ancora il libro di Trasfigurazione di Ginny. 
La guardò con disprezzo maligno e glielo lanciò. 
"Tieni ragazzina... prendi il tuo libro... è tutto quel che tuo padre riesce a darti!" 
Ginny, che aveva gli occhi colmi di lacrime, pensò di non aver mai passato una giornata peggiore di quella. 




Arrivati a casa, Ginny si tuffò immediatamente sul suo letto sfogliando con curiosità le pagine dei suoi libri di seconda mano e dimenticando l'accaduto al Ghirigoro anche se non aveva davvero l'intenzione di leggerli tutti come Hermione Granger, cui Ron aveva parlato di spesso di quanto fosse secchiona. 
La ragazzina si divertì molto a guardare le immagini del libro Mille Erbe e Funghi Magici, poi prese quello di Trasfigurazione e qualcosa scivolò dal suo interno atterrando con un tonfo sul pavimento. 
Ginny raccolse un diario.
Aveva una copertina nera lucida e malandata con una data che risaliva a cinquant'anni prima e la ragazzina si chiese se valesse la pena aprirlo. Suo padre le aveva raccontato così tante storie strane, come di un libriccino che bruciava gli occhi quando lo aprivi, oppure c'erano i libri come Sonetti di uno stregone che faceva sì che il malcapitato parlasse in versi per tutta la vita... forse Ginny avrebbe fatto la fine della vecchia strega che viva a Bath: costretta a restare con il naso lentigginoso incollato alle pagine. 
Ma la mamma non avrebbe mai messo un diario del genere nel suo calderone!
Ginny lo aprì e notò che sulla pagina iniziale c'era scritto 'T.O. Riddle'. Sfogliò le altre pagine ma si rese conto, con disappunto, che non c'era scritto nulla. Le pagine erano ingiallite e non vi era ombra di inchiostro: era visibilmente vuoto.
Allora non gliel'aveva comprato la mamma! Qualcuno l'aveva comprato alla libreria e nella gioia di vedere Gilderoy Allock l'aveva dimenticato nel paiolo di Ginny. Sì, doveva essere per forza andata così. 
La ragazzina sfogliò ancora quelle pagine con impazienza, come se si aspettasse di vedere comparire un qualsiasi messaggio, anche solo 'Caro diario' oppure 'Ore undici e trenta: biblioteca di Hogwarts' o magari un nome, un cognome e un indirizzo ma niente. Quindi, prese piuma e inchiostro e ci scrisse qualcosa su. 
Mi chiamo Ginny Weasley.
Ginny spalancò gli occhi: la sua scritta stava man mano scomparendo, come se la pagina fosse stata di un materiale assorbente. Tastò il punto in cui la sua piuma aveva fatto contatto per vedere cosa non andava ma ritrasse la mano in fretta: sulla pagina si stavano formando altre parole da lei mai scritte e con una scrittura diversa dalla sua, una scrittura decisa e regolare. 
Salve, Ginny Weasley. Io mi chiamo Tom Riddle. Come sei venuta in possesso del mio diario?
La ragazzina sgranò gli occhi sorpresa e spaventata, e andò quasi vicino da lanciare un urlo. 
Come diavolo faceva quel diario a risponderle? Che cosa doveva fare? Doveva farlo vedere a qualcuno prima di utilizzarlo? Quel piccolo diario che sembrava così innocuo era pericolo, stregato? 
Riusciva perfino a sentire gli strilli di sua madre dentro la sua testa; i rimproveri di suo padre; gli sbuffi di suo fratello Percy che le ripeteva di essere stata troppo incauta, che le ripeteva di crescere una volta ogni tanto... ma riusciva anche a sentire gli applausi e le congratulazioni dei gemelli per aver dato ascolto al suo istinto, senza preoccuparsi delle conseguenze, come una vera Grifondoro. 
L'ho trovato per sbaglio nel mio paiolo a Diagon Alley, rispose la ragazzina. Quando sono andata a comprare il materiale scolastico per Hogwarts.
Oh, Hogwarts! Primo anno?
Sì, è il mio primo anno ma so già un mucchio di cose: ho sei fratelli più grandi di me.
Sei emozionata? 
Tantissimo. Ho sognato di andare ad Hogwarts da quando ci andava mio fratello più grande. Ma devo dire che sono anche un tantino nervosa per questo primo anno.
Perchè dovresti esserlo?
Bè, mi tocca essere all'altezza delle aspettative dei miei genitori: Bill era capoclasse; Charlie capitano della squadra di Quidditch di Grifondoro; Percy è un Prefetto; Fred e George sono un po' i combina disastri della scuola ma hanno buoni voti e tutti li adorano; e Ron ha un migliore amico fantastico. Capisci? In famiglia ci si aspetta che io sia all'altezza degli altri ma se poi ci riesco, nessuno la considererà una gran cosa. Soprattutto perchè io sono l'unica femmina e anche perchè gli altri l'hanno fatto prima di me. Voglio solo rendere fieri i miei genitori e io ci riuscirò nonostante tutto! 
Oh, ma sei molto in gamba, Ginny Weasley! commentò Tom Riddle. Bisogna sempre avere fiducia in sè stessi, è così che si raggiungono i propri scopi e i traguardi.
Ginny sorrise contenta: che credulona, idiota, paranoica... il diario era assolutamente innocuo! 
Che male poteva fare un diario sul quale qualcuno aveva imposto un incantesimo per far sì che rispondesse e che, inoltre, desse dei consigli? Non poteva fare alcun male, anzi, le sarebbe stato di grande aiuto per sfogarsi e per raccontare tutte le cose che poteva dire a nessun altro che a lui, che di sicuro non avrebbe aperto bocca. Era stata proprio una fortuna che qualcuno l'avesse dimenticato.
Decise di non parlarne con nessuno e fu una saggia mossa perchè sicuramente Fred e George gliel'avrebbero confiscato: un oggetto tanto curioso e interessante non passava di certo inosservato, soprattutto agli occhi di tutti i suoi fratelli. 
"GINNY! IL PRANZO E' PRONTO!" gridò la madre d'un tratto e la ragazzina sussultò. 
Devo andare, mi stanno chiamando per il pranzo. A presto! buttò giù poche righe e rispose alla madre. 
"ARRIVO!" 
Ma prima di fare qualsiasi cosa, nascose per benino il diario sotto al letto: quell'oggetto era suo. Era la prima volta che possedeva qualcosa di esclusivamente suo e gli avrebbe donato il suo cuore.








Angolo autrice
Primo capitolo della storia di Ginny Weasley modificato, anzi fatto totalmente da capo. Mi sono accorta troppo tardi che era abbastanza (molto) inguardabile, e spero che adesso vi piaccia! O meglio, spero che vi piaccia di più. 
Mi è piaciuto inserire l'arrivo di Harry Potter alla Tana e la loro gita a Diagon Alley: scene fondamentali e che io avevo ignorato dato che prima non ero molto pratica, e mi scuso in ginocchio per avervi fatto subire i capitoli osceni della mia inesperienza. Per quanto riguarda la scena del diario, è sempre la stessa con qualche piccolo cambiamento. Sì, ho pensato ad una Ginny molto sicura di sè all'inizio. Credo proprio che è il dopo ad essere tragico per lei. 
Saluti a tutti!
  
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