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Autore: EdieSedgwick    21/07/2012    4 recensioni
La Terra di Mezzo è profondamente scossa. L'Ombra nera di Mordor si sta diffondendo a grande velocità e il Flagello d'Isildur si è nuovamente risvegliato. Il giudizio finale sarà decretato con la distruzione di esso. Cosa porta una Ninfa a seguire le orme della Compagnia dell'Anello? Cosa ha a che fare la sua storia con la distruzione del Flagello di Isildur? Ripercorrendo le tappe dei Nove Compagni, una storia molto antica tornerà alla luce.
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Frodo, Legolas, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3


 
 
Si ritrovarono, Niniel, Tom e i quattro Hobbit, qualche ora dopo attorno al focolare ardente della dimora.
Tom si era infatti premurato di mostrare il bagno e le stanze da letto ai forestieri, che avrebbero potuto così depositare i loro bagagli e concedersi un bagno caldo. Li aveva poi aspettati, insieme a Niniel e alla Figlia del Fiume, nella sala da pranzo, che li accoglieva con una tavola imbandita.
Gli Hobbit furono felici di poter gustare finalmente un pasto caldo e di potersi rilassare, sentendosi finalmente al sicuro dietro le robuste mura della casa di Tom.
Con l'avvento del crepuscolo, Baccador si era ritirata nelle sue stanze, congedandosi con gli ospiti e augurando loro una serena nottata.
Niniel era irrequieta, attendeva ansiosa che i Mezzuomini, così chiamati nella lingua corrente, raccontassero ciò che li riguardava, seppur sospettasse di non volerlo sapere.
Brutti presentimenti si impadronirono di lei, eppure i suoi lineamenti permanevano nella loro dolcezza. Seduta su di una poltrona come tutti gli altri, le membra accoccolate in grembo, il respiro quasi impercettibile, Niniel non lasciava trasparire alcuna tensione. Tom, seduto accanto a lei, canticchiava un motivetto allegro, servendo del tè caldo agli ospiti.
Dal canto suo, Niniel, illuminata dal bagliore vermiglio del focolare, aspettava.
Fu nel momento in cui Tom diede a ciascun Hobbit il proprio recipiente che calò il silenzio.
Tom sembrava perduto nel contemplare il dolce profumo della sua tisana, seduto sulla sua poltrona ad occhi chiusi, dondolandosi piano piano ed arricciandosi la barba con le dita.
Il ragazzo biondiccio, Merry, se ne stava seduto con aria stanca ma rilassata, con lo sguardo perduto nelle braci ardenti del focolare.Peregrino misurava con lo sguardo ogni particolare della stanza, con accurata attenzione e curiosità.
Samvise, invece, stava seduto accanto al Mezzuomo dalle gote rosse e non smetteva un attimo di riservargli le sue premure, osservando i suoi movimenti e soppesando le sue rade parole con meticolosa attenzione.
"Non perderlo di vista" gli era stato raccomandato.
A Niniel non era sfuggito nulla di tutto ciò. Come, d'altra parte, non gli erano sfuggiti i loro nomi, tra un discorso e l'altro. Solo quel piccolo Hobbit, così riservato, aveva avuto l'accortezza di non rivelare nulla di sè.
-Avreste dunque voglia, miei piccoli amici, di raccontarci la vostra avventura? - la voce di Tom interruppe il silenzio.
I Mezzuomini parvero destarsi da quell'assopita atmosfera di calore e benessere. Si scambiarono qualche timoroso sguardo, sorseggiando a brevi e nervosi sorsi il loro tè.
Con sorpresa di Niniel, anch'essa impercettibile agli occhi degli altri, a prendere parola fu proprio il ragazzo seduto accanto a Sam.
-Credo sia questo compito mio.- L' Hobbit sospirò debolmente.
-Partimmo dalla Contea non molti giorni a questa parte, e da Hobbiville arrivammo, Sam ed io, e successivamente Peregrino Tuc, mio parente, nella terra di Buck. 
disse il Mezzuomo indicando i compagni.
-Lungo la strada incontrammo degli Elfi diretti ad Ovest, che ci accolsero per una notte nella loro compagnia e ci permisero di discorrere con loro.
...Elfi? Nella Contea?
Niniel non fu certo sollevata nel ricevere questa notizia.Notò inoltre che l'Hobbit stava raccontando la verità, ma soppesando bene le parole prima di esporla e soprattutto nascondendone una parte.
-Il mattino seguente ci avevano già lasciati, ma al loro posto trovammo dell'ottimo cibo per la nostra colazione. Siano gli Elfi benedetti!  Ci incamminammo dunque in direzione di Buckburgo, dove ci attendeva Merry, che mi avrebbe aiutato con il trasloco.Ma un imprevisto ci fece cambiare rotta dirigendo i nostri passi in direzione del Brandivino. Giungemmo al ponte e lo attraversammo e, nel puntare verso Brea, ci imbattemmo nella Vecchia Foresta. E' a Brea che dovremmo essere ma è nella Vecchia Foresta che saremmo in questo momento se voi, caro Tom, non ci aveste salvato dalla malvagità del Vecchio Uomo Salice! Non potremmo esservi più grati. -
Fu così che terminò il discorso il ragazzo e da quel momento cadde un lungo e assordante silenzio, alleggerito solamente dallo sfrigolare del legno nel caminetto.
Gli Hobbit erano irrequieti. Dopo un'iniziale scambio di sguardi tra di loro e un paio in direzione di Tom, credettero che il padrone di casa fosse caduto in un profondo stato di riflessione o, eventualmente, in un intenso sonno.
Trasalirono, perciò, quando la figura di Niniel, seminascosta tra i braccioli della poltrona e quasi dimenticata, rivolse loro la parola.
Sembrava si riferisse a tutti, ma puntava lo sguardo dritto negli occhi dell'Hobbit che poco prima aveva parlato, inchiodandolo alla sedia e al suo sguardo come l'effetto di due magneti attratti tra loro.
-Molto strano che degli Hobbit si dirigano ai confini del loro paese. Ma altrettanto strano è che nel recarsi a Brea, fatto per giunta singolare per dei Mezzuomini giovani quali siete, si inoltrino nella vecchia Foresta. 
Essa infatti non intercetta il percorso del Ponte sul Brandivino, ma risiede proprio sulla sua destra, costeggiandolo per un breve tratto.E gente come voi è sicuramente a conoscenza di moltissime leggende che la riguardano.-
Niniel non smetteva di fissare il Mezzuomo e lui, a sua volta, era incapace di distogliere lo sguardo da lei. 
Era convinto che lei intuisse. Intuisse qualcosa. Forse di più. Forse a malapena. Un profumo nell'aria, trascinato dal vento, proveniente da un luogo distante.
-Suvvia Niniel, avranno avuto sicuramente i loro buoni motivi se sono stati costretti ad abbandonare la strada! L'ora è tarda e credo sia giunto il momento per tutti di riposare, la giornata è stata piuttosto lunga e ricca di sorprese! Credo che me ne andrò a letto e fareste bene a fare lo stesso anche voi! Vi auguro di passare una notte serena e di fare sogni tranquilli! -
Detto questo Tom abbandonò la sala, canticchiando e dirigendosi verso il lungo corridoio. 
Gli Hobbit si sentirono improvvisamente stanchi, nonostante la curiosità e quel velo di tensione che accarezzava i loro corpi in seguito alle parole di Niniel. Esitarono prima di alzarsi ma Niniel abbozzò loro un sorriso, intimando loro di recarsi nelle stanze degli ospiti, così avrebbero potuto riposare.
I Mezzuomini si alzarono sollevati, avendo temuto per qualche istante di dover affrontare una conversazione poco piacevole che li avrebbe intrattenuti ancora a lungo lontani dai loro letti.
Si congedarono con la Ninfa e proseguirono anche loro sui passi di Tom, raggiungendo l'uscio della porta.
Poco prima che anche il ragazzo dalle gote rosse varcasse la soglia Niniel lo fermò. Lui si girò senza stupore dipinto in viso, come se avesse previsto una mossa simile, ma comunque con un'aria intimidita.
-Come ti chiami, ragazzo? -
L'Hobbit trasalì. Si era del tutto scordato l'importanza e il pericolo che erano legati al suo nome.
-Mi chiamo..-
Sottocolle..Signor Sottocolle. Non era difficile da pronunciare eppure sentiva la lingua pesante, le labbra secche, il palato ruvido. Provò la stessa sensazione che ebbe qualche giorno prima in presenza degli Elfi. Di impotenza.
-Mi chiamo...Frodo...Frodo Baggins.-
Lo disse. Disse la verità. Rinunciò alla menzogna per degli occhi nei suoi. Occhi penetranti, vissuti, sinceri.
Niniel capì e si spaventò. Capì di aver intuito l'ovvio e il palese che si presentavano davanti ai suoi occhi. Capì che l'ora era giunta anche per lei. Capì che il tempo aveva cominciato a scorrere. Che il vento era cambiato.
-Hai paura, Frodo Baggins? - gli chiese.
-Io...credo di non saperlo. Non ancora. -
Rispose Frodo, sincero ma confuso, non aspettandosi una domanda del genere.
Niniel raccolse nuovamente da terra lo sguardo dell'Hobbit e il contatto fu per la seconda volta pura carica elettrica.Distinse in lui i suoi timori e le sue preoccupazioni, la stanchezza, la sua inconsapevolezza, e lo accarezzò con lo sguardo.
-E di me hai paura, Frodo? -
L'Hobbit ricambiò allora lo sguardo, colto nuovamente di sorpresa, ma rispondendo con un nuovo fuoco vibrante nelle sue pupille.
-No.- rispose lui.
-La mia mente è invasa da un connubio di emozioni tra le più disparate, ma la paura, Dama dei boschi, non ha ancora attraversato il mio spirito, da quando vi vidi.
Niniel sorrise.





Ebbene, Niniel ha avuto modo di affrontare i suoi timori faccia a faccia, ha capito che il suo tempo ha cominciato a scorrere e deve prendere delle decisioni. E' evidente che sa molto più di ciò che dà a vedere...ma cosa si cela dietro questa misteriosa creatura? E che posizione deciderà di prendere? 
Spero che questo capitolo abbia potuto interessare la vostra curiosità, consigli e pareri sono sempre ben accetti ^^
Alla prossima!
  
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