Le previsioni di Frodo si
avverarono puntuali come se qualcuno lo avesse udito dall'alto. Il sole del
crepuscolo, prima velato da una sottile e vaporosa cortina di nuvole, fu ben
presto nascosto da un cupo grigiore che impregnava il paesaggio.
Le prime gocce
picchiettarono sulle spesse foglie degli alti alberi che caratterizzavano il
Terminalbosco e proteggevano relativamente i due piccoli Hobbit immensamente
grati della decisione di alternare la comodità e maggiore rapidità dei pony al
loro cauto cammino. In questo modo erano riusciti a coprire una maggiore
distanza senza sfinire né loro stessi né i due animali.
Quel bosco era poco
trafficato e selvaggio, una zona perfetta per chi, come loro, volesse stare un
po' nella sola compagnia del compagno e a contatto con la natura. Durante il
loro cammino intonarono vecchie canzoni di Bilbo e strofe ideate sul momento,
frutto delle sensazioni scatenate nei loro animi da tutto ciò che li
circondava. Non erano voci elfiche melodiose e delicate, ma riuscivano comunque
a mettere in ascolto le creature che vivevano fra quegli alberi e piante
rigogliose sparse ovunque.
Nel procedere a piedi,
restavano fianco a fianco, abbastanza vicini da potersi tenere mano nella mano
anche solo per pochi secondi lunghi abbastanza da far venir meno il peso
del cammino, lasciando sui loro volti
dei piccoli e fugaci sorrisi carichi di serenità.
"Vi ricordate la
volta in cui eravamo insieme al signor Pippin? Trovammo
quel vecchio tronco cavo
dove passare la notte". Lo sguardo del giardiniere si volse preoccupato
verso il cielo grigio che, a mano a mano che procedevano, veniva celato dalle
fronde degli alberi sempre più fitti. Una goccia, riuscita a attraversare gli
insidiosi intrecci di rami e foglie ancora parzialmente asciutti, terminò la
sua caduta battendogli fastidiosamente sul naso. Si liberò del fastidio con una
strusciata di mano.
"Temo che si trovi
molto più avanti, ma non disperare, caro Sam: quello laggiù sembra essere un
suo simile", osservò incoraggiante Frodo, indicando un punto sfuggito
all'attento sguardo del giardiniere.
Il suo volto si illuminò
di rinvigorita felicità all'istante: non che la pioggia imminente fosse
riuscita a guastargli il buonumore, piuttosto la prospettiva di stare per
trovarsi al riparo in uno spazio tanto angusto nella dolce compagnia del
compagno era riuscita a accrescere la sua gioia. Accelerò il passo seguito da
Frodo, il cui sorriso gli incurvava piacevolmente le labbra e faceva
risplendere ancor di più i suoi occhi azzurri come lapislazzuli.
"Che fortuna! Pare
che riusciremo a proteggerci dalla pioggia e dal freddo, per questa
notte". Sam esaminò attentamente l'interno del tronco valutando
l'effettivo spazio a disposizione e la comodità offerta da quella sistemazione temporanea.
Non poteva certo dirsi una sistemazione di lusso quanto una caverna Hobbit del
calibro di Casa Baggins, ma, viste le circostanze, era un rifugio di tutto
rispetto.
Dopo aver legato il pony a
un albero e rimosso il carico per poter portarlo all'asciutto, Frodo si
intrufolò nel piccolo rifugio senza tante cerimonie. "Non é male qui.
Forza, sbrigati a raggiungermi!"
Il rumore di un primo
tuono sostituì il normale silenzio del bosco e Sam si affrettò a imitarlo. Con
gran fortuna, riuscì a evitare la pioggia per un pelo; esattamente un attimo
prima che si lanciasse nella cavità del tronco, l’acqua iniziò a cadere
fittamente, lambendo tutto ciò che incontrava lungo il suo cammino. I due pony,
invece, non furono altrettanto fortunati.
"Povero Bill! Dovrà
stare là fuori al freddo e all'acqua per tutto il tempo!" Disse
tristemente sistemando il resto dei bagagli in modo che non fossero
d'intralcio.
"Non ti preoccupare,
ci faremo perdonare alla prima locanda che troveremo. Se non altro, in questo
modo abbiamo finalmente un po' di intimità, non credi?"
Sam si ritrovò ad
abbassare lo sguardo su Frodo, seduto con la schiena appoggiata contro i
bagagli più morbidi, per la gran parte vestiti di ricambio e coperte. Questi
tamburellò una mano accanto a sé con un’aria invitante e tremendamente voluttuosa.
Sam accettò di buon grado e, nell'attimo stesso in cui prese posto al suo
fianco, lo accolse fra le proprie braccia e gli lasciò un bacio tra i capelli.
"Io, te e questa
angusta dimora sconosciuta da tutto il mondo", continuò con voce suadente,
incalzando particolarmente per poter essere più romantico. "Nessuno che
può sapere dove siamo o come raggiungerci. Solo io e te nel nostro piccolo
rettangolo di mondo fatto su misura solo per noi".
Lontano, un tuono lacerò l’atmosfera
tranquilla con il suo rombo assordante. Era stato notevolmente più possente del
primo, ma non era niente in confronto al subbuglio di tuoni di natura ben
diversa che stavano mettendo il subbuglio il cuore di Sam, facendolo battere forte
come un tamburo. Del tutto inconsciamente, ebbe una leggera scossa appena
percettibile persino a Frodo, accoccolato a lui.
"Le vostre parole
sono le più dolci e amorevoli che io abbia mai udito", sospirò il giovane
giardiniere con un sorriso sereno sulle labbra e una calma quasi innaturale.
"Ma nonostante l’idea di poter restare con voi in questo comodo nido, spero
bene che le cose migliorino, perché, con questo tempo, iniziamo il nostro
viaggio veramente male". Rifletté mentre accarezzava pigramente la schiena
del compagno che lo sovrastava.
"Mio Sam, come fai ad
avere sempre i piedi così ben ancorati al suolo?" mentre formulava la
domanda pensò al periodo buio passato a Mordor. Il giovane era sempre stato
comprensivo nei suoi confronti, e più di una volta aveva fatto sacrifici enormi
per far sì che la sua condizione di portatore dell'anello migliorasse. Ora che
gli stava aprendo il cuore, riusciva comunque a rimanere attaccato alla
razionalità, seppure il suo corpo si mostrasse in tumulto.
"Che dire, sono fatto
così". Rispose semplicemente il biondo, baciandolo sulla fronte e poi
scendendo sulle sue labbra impazienti, il trambusto dei tuoni, che portava con
sé, attenuato dal suono congiunto dei loro respiri.
Continua...