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Autore: Circe    26/07/2012    5 recensioni
Bellatrix, Andromeda, Narcissa, Sirius, Regulus. Per ognuno di loro una storia privata e segreta.
Un Natale in famiglia costellato di segreti e conflitti. Bugie e amori.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Andromeda Black, Bellatrix Lestrange, Narcissa Malfoy, Regulus Black, Sirius Black
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Ti amo, Andromeda

(Narratore Ted Tonks)

Quella sera, una visione improvvisa comparve nel mio giardino inaspettatamente, fu così che iniziò il mio sogno.

Stavo passando un’altra serata mortalmente noiosa, una di quelle serate delle vacanze natalizie passate in famiglia che tanto piacciono quando sei bambino e che tanto ti pesano quando sei ragazzo, poi, improvvisamente, una lucetta particolare proveniente da un angolo scuro del giardino attirò il mio sguardo.

Era magia: l’avevo riconosciuta subito.

Decisi di uscire subito a vedere cosa fosse quella novità; inventai precipitosamente una scusa coi miei genitori, volevo fare presto, volevo capire, e sentivo anche uno strano presentimento, come una spinta forte allo stomaco, una forza che muoveva i miei muscoli e portava la mia mente a sognare e sperare.

Attraversai il piccolo giardino precipitosamente e guardandomi intorno: tutto era tornato buio, ma per fortuna la mia casa non era molto grande e in poco tempo la trovai. Proprio lei. Era ferma immobile davanti ai miei occhi. Non mi guardò subito, giocherellava imbarazzata con le sue unghie, vicino ai suoi lunghi capelli ondulati.

Era bellissima. Sotto il suo bel cappotto di lana e feltro, tutto elegantemente e lavorato, intravedevo il vestito elegantissimo. I capelli erano in parte raccolti e in parte lasciati cadere sulle spalle, erano morbidi e splendenti, li vedevo magici. Un bellissimo diadema le illuminava il volto, la pelle, gli occhi e le labbra. Anche se sembrava triste ed imbarazzata, io la trovavo splendida e desiderabile come non mai, pareva irraggiungibile, invece era lì con me, davanti a me.

E io non riuscivo a dire una parola.

“Scusa se mi paleso qui in questo modo, senza preavviso…” disse lei improvvisamente alzando lo sguardo verso il mio. Sembrava realmente imbarazzata e cercava un aiuto, ma poi il suo carattere forte e determinato, che tanto mi affascinava in lei, deve aver preso il sopravvento.

“Sono davvero mortificata, ma è tutta la sera che ti penso, e non ho potuto rimanere là senza dirtelo. Penso a come stiamo bene quando siamo vicini, penso a come tutto diventa bello quando stiamo insieme e penso che con nessuno mai mi sono sentita così.”

Disse questa bellissima frase tutto in un colpo, ma lentamente, con tutta la sua eleganza e il suo intenso fascino che a volte la faceva sembrare una donna.

Ero incantato: lei, Andromeda Black, una principessa bella e dal sangue purissimo, lei, proprio lei era con me e mi diceva cose che mai avrei davvero osato sperare. Gli stessi pensieri che tormentavano e rendevano felice il mio cuore. Dovevo scuotermi, dirle qualcosa, farle capire che lei era tutta la mia felicità, ero ogni mio desiderio più dolce e ardito.

Riuscii a dire soltanto uno stupido, insignificante e balbettante “Dici sul serio?” mi stupii di me stesso, ma era ormai troppo tardi. Lei stessa rimase stupefatta e per qualche secondo ci guardammo negli occhi intensamente, senza proferire parola, speravo che almeno il mio sguardo parlasse per me.

Lei, dopo poco, si rilassò e sorrise lievemente, abbassò lo sguardo verso l’erba e si mosse lentamente con una grazia e un’eleganza ineguagliabili; la seguii d’istinto,  iniziò a parlare quasi subito con voce dolce anche se appassionata e un po’ spaventata.

“Sai Ted… stasera a casa mia c’era una festa molto grande e bella, sono iniziati i ricevimenti e festeggiamenti di Yule, e da noi è consuetudine ritrovarci tutti.”

Fece un sospiro e una pausa, io non feci altro che invogliarla ad andare avanti col suo racconto.

“Solitamente questi avvenimenti mi piacciono, o comunque li ho sempre trovati divertenti. Mi fa piacere vedere e parlare con le persone che in altre occasioni non potrei incontrare, e scambiarsi regali e sorprese è una consuetudine per me molto bella.

Ma stasera… stasera era tremendamente diverso. Notavo che per me nulla aveva più il senso e il significato di un tempo, già solo dall’anno scorso.”

“Avresti voluto vedere me?” azzardai.

“Sì…” disse con tono incerto e un po’ imbarazzato “mi sentivo enormemente sola, quasi fuori posto. Mi sorprendevo a guardarmi intorno come a cercare qualcosa, o qualcuno, che però non arrivava mai. Mi sorprendevo a cercare te, pensare a te, immaginarti lì vicino a me.”

Fece un’altra pausa e mi puntò i suoi occhi profondi addosso. Mi fermai di botto davanti a lei, quasi le afferrai un braccio per attrarla vicina al mio corpo. Invece di un gesto appassionato e pieno d’amore come pensavo risultasse, realizzai che le avevo semplicemente fatto male. Accidenti a me… la lasciai subito andare, ma esplosi immediatamente dopo dicendo:

“Anch’io ti penso sempre, Andromeda! Conto i giorni che mi separano dal ritorno a scuola per poterti rivedere e parlare. Ripenso in continuazione a quel nostro bacio improvviso e stupendo. Ripenso a tutti i piccoli passi che ci hanno portato da estranei a quello che siamo ora. Mi manchi quando non sono con te, vorrei sempre sapere cosa fai e cosa pensi.”

Fu in quel momento che sentii la sua mano sul mio viso e il cuore prese a battermi all’impazzata. Le dita sottili e incerte mi solleticavano leggermente la pelle, sapevo che mi avrebbe baciato, ma rimasi senza fiato ad attendere quel regalo così splendido finché le sue braccia non si strinsero alle mie spalle e al mio collo.

Era splendida, così vicina, col suo sguardo fiero così improvvisamente dolce e languido, era tutto magico che mi venne più che naturale sfiorarle delicatamente i fianchi per poi stringerla più forte a me.

Il bacio fu sublime, lungo, indimenticabile, il tempo e lo spazio attorno a noi non esistevano più, tutto per me iniziava e finiva con lei, col suo sorriso, sulle sue labbra, fra i suoi capelli lunghi e profumati.

“Ti amo, Andromeda, ti amo tantissimo.” le dissi appena le mie labbra si allontanarono per un momento dalle sue. Rimanemmo vicini, sentivo il suo respiro nel mio e vedevo i suoi occhi nei miei. Forse ero stato precipitoso a parlarle di amore, inopportuno, ma era quello che sentivo realmente e non avevo motivo vero per frenarmi.

Alle mia frase d’amore lei sorrise e mi ribaciò con affetto e passione. Non aveva risposto a parole, ma quel gesto significava che provava gli stessi sentimenti che provavo io.

Ero felice, eravamo insieme e ci amavamo.

Non so dopo quanto tempo, non so dopo quante carezze e sorrisi indimenticabili fra noi, una voce arrivò a farci tornare purtroppo alla realtà del momento:

Ted, ma che fine hai fatto? Dove sei?”

Guardai Andromeda e la strinsi a me, per non far distinguere le nostre sagome, poi le dissi:

“Cavolo! Mia madre… avevo scordato che ero uscito tempo fa…”

Rimanemmo entrambi zitti e fermi per pochi istanti, poi urlai:

“Vengo mamma!! Aspetta un attimo, sono qui in giardino.”

La porta si richiuse delicatamente in maniera molto discreta: mia madre a volte capisce tutto.

“Scampato pericolo!” le dissi e le sorrisi, Andromeda guardava verso la casa in maniera pensierosa, subito la sua espressione divenne preoccupata.

“Cos’hai? Qualcosa che ti impensierisce?” le chiesi.

“I tuoi genitori sono gentili, anche se hanno di certo capito che sei con una ragazza, non ti hanno detto nulla… quando i miei genitori e familiari sapranno di te e me, invece, mi uccideranno…”

“Ma no, dai, che dici?” cercai di consolarla. Dopotutto era un momento felice per entrambi, ma il suo sguardo impaurito e pensieroso fecero gran effetto anche su di me… la strinsi forte accarezzandole i capelli e restammo ancora così, abbracciati l’uno all’altro, per molto tempo.

Sapevo bene quanto i purosangue odiassero noi nati babbani, ma non potevo immaginare che gli ostacoli al nostro bellissimo amore sarebbero stati così terribili.

Eravamo comunque troppo contenti di esserci confidati i nostri sentimenti per farci rovinare questo momento dai brutti pensieri, felici di essere ricambiati in maniera totale e pieni di entusiasmo per il futuro, di voglia di rivedersi, parlarsi e stare insieme scambiandosi baci e abbracci infiniti.

Desideravo guardarla e conoscerla più di qualsiasi altra ragazza sulla faccia della terra. Ci salutammo con un bacio veloce, promettendoci di rivederci presto, il più presto possibile.

Mentre Andromeda si smaterializzò via, io restai a guardarla, poi rientrai in casa lentamente e con un bel sorriso sulle labbra. Ero all’apice della felicità e nulla avrebbe potuto rovinare, almeno in quell’istante, la mia totale estasi d’amore.

Nemmeno i genitori e parenti della mia bellissima innamorata.

 

……………………………….

Note:

Ed ecco finalmente l’inizio dell’amore contrastato fra Andromeda e Ted. I due si sono appena uniti e non possono immaginare effettivamente gli ostacoli che dovranno superare, o forse Andromeda comincia ad avere dubbi in proposito, ma lei è già una ragazza con un carattere forte ed indipendente, per cui è sincera nei confronti di se stessa e dei suoi sentimenti.

 

Questo è l’ultimo aggiornamento prima delle vacanze, ripartirò verso fine agosto con le storie. Ho abbandonato questa mia per un po’ di tempo e ho perso tutte le mie “recensitrici”… spero nel frattempo di trovarne di nuove! Chi volesse darmi un parere, è ben accetto!!

 

Grazie a tutte per le letture e buone vacanze!

Alla prossima

Circe

   
 
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