Ti
amo, Andromeda
(Narratore
Ted Tonks)
Quella
sera, una visione improvvisa comparve nel mio giardino inaspettatamente, fu
così che iniziò il mio sogno.
Stavo
passando un’altra serata mortalmente noiosa, una di quelle serate delle vacanze
natalizie passate in famiglia che tanto piacciono quando sei bambino e che
tanto ti pesano quando sei ragazzo, poi, improvvisamente, una lucetta
particolare proveniente da un angolo scuro del giardino attirò il mio sguardo.
Era
magia: l’avevo riconosciuta subito.
Decisi
di uscire subito a vedere cosa fosse quella novità; inventai precipitosamente
una scusa coi miei genitori, volevo fare presto, volevo capire, e sentivo anche
uno strano presentimento, come una spinta forte allo stomaco, una forza che
muoveva i miei muscoli e portava la mia mente a sognare e sperare.
Attraversai
il piccolo giardino precipitosamente e guardandomi intorno: tutto era tornato
buio, ma per fortuna la mia casa non era molto grande e in poco tempo la trovai.
Proprio lei. Era ferma immobile davanti ai miei occhi. Non mi guardò subito,
giocherellava imbarazzata con le sue unghie, vicino ai suoi lunghi capelli
ondulati.
Era
bellissima. Sotto il suo bel cappotto di lana e feltro, tutto elegantemente e
lavorato, intravedevo il vestito elegantissimo. I capelli erano in parte
raccolti e in parte lasciati cadere sulle spalle, erano morbidi e splendenti,
li vedevo magici. Un bellissimo diadema le illuminava il volto, la pelle, gli
occhi e le labbra. Anche se sembrava triste ed imbarazzata, io la trovavo
splendida e desiderabile come non mai, pareva irraggiungibile, invece era lì
con me, davanti a me.
E
io non riuscivo a dire una parola.
“Scusa
se mi paleso qui in questo modo, senza preavviso…” disse lei improvvisamente
alzando lo sguardo verso il mio. Sembrava realmente imbarazzata e cercava un
aiuto, ma poi il suo carattere forte e determinato, che tanto mi affascinava in
lei, deve aver preso il sopravvento.
“Sono
davvero mortificata, ma è tutta la sera che ti penso, e non ho potuto rimanere
là senza dirtelo. Penso a come stiamo bene quando siamo vicini, penso a come
tutto diventa bello quando stiamo insieme e penso che con nessuno mai mi sono
sentita così.”
Disse
questa bellissima frase tutto in un colpo, ma lentamente, con tutta la sua
eleganza e il suo intenso fascino che a volte la faceva sembrare una donna.
Ero
incantato: lei, Andromeda Black, una principessa bella e dal sangue purissimo,
lei, proprio lei era con me e mi diceva cose che mai avrei davvero osato
sperare. Gli stessi pensieri che tormentavano e rendevano felice il mio cuore. Dovevo
scuotermi, dirle qualcosa, farle capire che lei era tutta la mia felicità, ero ogni
mio desiderio più dolce e ardito.
Riuscii
a dire soltanto uno stupido, insignificante e balbettante “Dici sul serio?” mi
stupii di me stesso, ma era ormai troppo tardi. Lei stessa rimase stupefatta e
per qualche secondo ci guardammo negli occhi intensamente, senza proferire
parola, speravo che almeno il mio sguardo parlasse per me.
Lei,
dopo poco, si rilassò e sorrise lievemente, abbassò lo sguardo verso l’erba e
si mosse lentamente con una grazia e un’eleganza ineguagliabili; la seguii
d’istinto, iniziò a parlare quasi subito
con voce dolce anche se appassionata e un po’ spaventata.
“Sai
Ted… stasera a casa mia c’era una festa molto grande
e bella, sono iniziati i ricevimenti e festeggiamenti di Yule,
e da noi è consuetudine ritrovarci tutti.”
Fece
un sospiro e una pausa, io non feci altro che invogliarla ad andare avanti col
suo racconto.
“Solitamente
questi avvenimenti mi piacciono, o comunque li ho sempre trovati divertenti. Mi
fa piacere vedere e parlare con le persone che in altre occasioni non potrei
incontrare, e scambiarsi regali e sorprese è una consuetudine per me molto
bella.
Ma
stasera… stasera era tremendamente diverso. Notavo che per me nulla aveva più
il senso e il significato di un tempo, già solo dall’anno scorso.”
“Avresti
voluto vedere me?” azzardai.
“Sì…”
disse con tono incerto e un po’ imbarazzato “mi sentivo enormemente sola, quasi
fuori posto. Mi sorprendevo a guardarmi intorno come a cercare qualcosa, o
qualcuno, che però non arrivava mai. Mi sorprendevo a cercare te, pensare a te,
immaginarti lì vicino a me.”
Fece
un’altra pausa e mi puntò i suoi occhi profondi addosso. Mi fermai di botto
davanti a lei, quasi le afferrai un braccio per attrarla vicina al mio corpo.
Invece di un gesto appassionato e pieno d’amore come pensavo risultasse,
realizzai che le avevo semplicemente fatto male. Accidenti a me… la lasciai subito
andare, ma esplosi immediatamente dopo dicendo:
“Anch’io
ti penso sempre, Andromeda! Conto i giorni che mi separano dal ritorno a scuola
per poterti rivedere e parlare. Ripenso in continuazione a quel nostro bacio
improvviso e stupendo. Ripenso a tutti i piccoli passi che ci hanno portato da
estranei a quello che siamo ora. Mi manchi quando non sono con te, vorrei
sempre sapere cosa fai e cosa pensi.”
Fu
in quel momento che sentii la sua mano sul mio viso e il cuore prese a battermi
all’impazzata. Le dita sottili e incerte mi solleticavano leggermente la pelle,
sapevo che mi avrebbe baciato, ma rimasi senza fiato ad attendere quel regalo
così splendido finché le sue braccia non si strinsero alle mie spalle e al mio
collo.
Era
splendida, così vicina, col suo sguardo fiero così improvvisamente dolce e
languido, era tutto magico che mi venne più che naturale sfiorarle
delicatamente i fianchi per poi stringerla più forte a me.
Il
bacio fu sublime, lungo, indimenticabile, il tempo e lo spazio attorno a noi non
esistevano più, tutto per me iniziava e finiva con lei, col suo sorriso, sulle
sue labbra, fra i suoi capelli lunghi e profumati.
“Ti
amo, Andromeda, ti amo tantissimo.” le dissi appena le mie labbra si
allontanarono per un momento dalle sue. Rimanemmo vicini, sentivo il suo
respiro nel mio e vedevo i suoi occhi nei miei. Forse ero stato precipitoso a
parlarle di amore, inopportuno, ma era quello che sentivo realmente e non avevo
motivo vero per frenarmi.
Alle
mia frase d’amore lei sorrise e mi ribaciò con affetto e passione. Non aveva
risposto a parole, ma quel gesto significava che provava gli stessi sentimenti
che provavo io.
Ero
felice, eravamo insieme e ci amavamo.
Non
so dopo quanto tempo, non so dopo quante carezze e sorrisi indimenticabili fra
noi, una voce arrivò a farci tornare purtroppo alla realtà del momento:
“Ted, ma che fine hai fatto? Dove sei?”
Guardai
Andromeda e la strinsi a me, per non far distinguere le nostre sagome, poi le
dissi:
“Cavolo!
Mia madre… avevo scordato che ero uscito tempo fa…”
Rimanemmo
entrambi zitti e fermi per pochi istanti, poi urlai:
“Vengo
mamma!! Aspetta un attimo, sono qui in giardino.”
La
porta si richiuse delicatamente in maniera molto discreta: mia madre a volte
capisce tutto.
“Scampato
pericolo!” le dissi e le sorrisi, Andromeda guardava verso la casa in maniera
pensierosa, subito la sua espressione divenne preoccupata.
“Cos’hai?
Qualcosa che ti impensierisce?” le chiesi.
“I
tuoi genitori sono gentili, anche se hanno di certo capito che sei con una
ragazza, non ti hanno detto nulla… quando i miei genitori e familiari sapranno
di te e me, invece, mi uccideranno…”
“Ma
no, dai, che dici?” cercai di consolarla. Dopotutto era un momento felice per
entrambi, ma il suo sguardo impaurito e pensieroso fecero gran effetto anche su
di me… la strinsi forte accarezzandole i capelli e restammo ancora così,
abbracciati l’uno all’altro, per molto tempo.
Sapevo
bene quanto i purosangue odiassero noi nati babbani,
ma non potevo immaginare che gli ostacoli al nostro bellissimo amore sarebbero
stati così terribili.
Eravamo
comunque troppo contenti di esserci confidati i nostri sentimenti per farci
rovinare questo momento dai brutti pensieri, felici di essere ricambiati in
maniera totale e pieni di entusiasmo per il futuro, di voglia di rivedersi,
parlarsi e stare insieme scambiandosi baci e abbracci infiniti.
Desideravo
guardarla e conoscerla più di qualsiasi altra ragazza sulla faccia della terra.
Ci salutammo con un bacio veloce, promettendoci di rivederci presto, il più
presto possibile.
Mentre
Andromeda si smaterializzò via, io restai a guardarla, poi rientrai in casa
lentamente e con un bel sorriso sulle labbra. Ero all’apice della felicità e
nulla avrebbe potuto rovinare, almeno in quell’istante, la mia totale estasi
d’amore.
Nemmeno
i genitori e parenti della mia bellissima innamorata.
……………………………….
Note:
Ed ecco finalmente l’inizio dell’amore contrastato
fra Andromeda e Ted. I due si sono appena uniti e non
possono immaginare effettivamente gli ostacoli che dovranno superare, o forse
Andromeda comincia ad avere dubbi in proposito, ma lei è già una ragazza con un
carattere forte ed indipendente, per cui è sincera nei confronti di se stessa e
dei suoi sentimenti.
Questo è l’ultimo aggiornamento prima delle vacanze,
ripartirò verso fine agosto con le storie. Ho abbandonato questa mia per un po’
di tempo e ho perso tutte le mie “recensitrici”…
spero nel frattempo di trovarne di nuove! Chi volesse darmi un parere, è ben
accetto!!
Grazie a tutte per le letture e buone vacanze!
Alla prossima
Circe