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Autore: EdieSedgwick    27/07/2012    3 recensioni
La Terra di Mezzo è profondamente scossa. L'Ombra nera di Mordor si sta diffondendo a grande velocità e il Flagello d'Isildur si è nuovamente risvegliato. Il giudizio finale sarà decretato con la distruzione di esso. Cosa porta una Ninfa a seguire le orme della Compagnia dell'Anello? Cosa ha a che fare la sua storia con la distruzione del Flagello di Isildur? Ripercorrendo le tappe dei Nove Compagni, una storia molto antica tornerà alla luce.
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Frodo, Legolas, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6


Gli Hobbit rabbrividirono quando accolsero l'invito di Niniel e puntarono il loro sguardo sulla distesa collinare dei Tumulilande: la loro tetra e sinistra reputazione era giunta, come quella della Vecchia Foresta, fin nella Contea, insediandosi nell'animo Hobbit come uno scongiurato malaugurio.
La Ninfa strinse le redini del suo giovane destriero e fece cenno ai suoi compagni di seguirla. Uscendo dalla Vecchia Foresta il Sole li investì come il preludio di una dolce notizia e l'aria fresca odorava di pioggia, la rugiada copriva gli steli e i timori si fecero meno accesi.
 
Ridiscesero l'altura e giunsero all'inizio della distesa, non vi erano alberi o corsi d'acqua, solamente verdi prati coprenti il paesaggio come un manto di velluto.
- Per fortuna ci siamo liberati di quella maligna Foresta! - esclamò Pipino, compiaciuto della nuova prospettiva che gli si presentava davanti, le piccole mani nelle tasche dei calzoni.
Niniel aveva lo sguardo assente, sembrava perso molti paesi più avanti rispetto alla loro collocazione.
- Parli con sollievo, ma forse a causa della paura, Peregrino. La Foresta è stata resa tale molti anni or sono e se tu conoscessi il suo passato, renderebbe malinconico anche il tuo cuore, insieme al mio. -
- Che volete dire, Dama Niniel? - Rispose l'Hobbit perplesso ed incuriosito.
- Oh, te ne prego, chiamami semplicemente Niniel! - trillò la Ninfa, distraendosi dai suoi remoti pensieri ed esibendo un sincero sorriso in direzione del piccolo Mezzuomo.
- E' una storia molto triste, ma molti abitanti della Terra di Mezzo non ne soffrono, o addirittura non ne sono a conoscenza. Per un popolo quale il mio, invece, la tristezza degli alberi è la nostra tristezza.-
- Raccontat...Raccontami Niniel, se non ti dispiace, sono curioso! - si corresse l'Hobbit.
La Ninfa gli sorrise e continuò il suo racconto.
- La vita della Vecchia Foresta è un lungo andare di giornate armoniose e a sé stanti, essa è distaccata ed equilibrata da sola. Esseri come gli Hobbit ne alterano l'armonia, o meglio, gli alberi rimangono profondamente turbati dal loro passaggio. Se un tempo furono creature amiche ed alleate dei popoli, ora sono per lo più schive alla loro presenza e, in alcuni casi, crudeli e vendicative. -
Gli Hobbit trasalirono a ripensare alla brutta avventura con l'Uomo Salice.
- Ma perchè vendicative? Noi che diamine abbiamo fatto alla Foresta? - Domandò Pipino, scocciato.
- Non voi nei singoli casi, amico mio, bensì i vostri antenati; scatenando l'ira della Foresta si giocarono per sempre la sua fiducia e ciò la rese una nemica dichiarata. Essa è ormai piena di odio e rancore per i devastatori ed usurpatori dei tempi passati e il suo volere è dettato dal Vecchio Uomo Salice Grigio, che è potente cantore e capace di ingegnosi stratagemmi, il cui cuore è marcio ed irrecuperabile. -
Sentire citare la Vecchia Foresta ed il Vecchio Uomo Salice di continuo non finì certo per affievolire il timore dei Mezzuomini nei suo confronti, nonostante fossero a moltissimi piedi di distanza da esso e fuori dalla Foresta.
- Ma allora perchè gli alberi non muovono un dito, o meglio, un ramo, nei tuoi confronti? - domandò Pipino, perplesso.
- Perchè è una Ninfa e le Ninfe vivono a stretto contatto con gli alberi Pipino! - disse Merry in tono di rimprovero ed esasperazione.
- Esattamente Merry. Noi abbiamo un rapporto particolarmente affine con gli alberi. Possiamo sentire i loro pensieri e comunicare con essi, ed essi, a loro volta, si sentono compresi ed hanno fiducia nei nostri confronti. Sono creature che il nostro popolo rispetta profondamente e la loro compagnia è spesso più gradita di quella umana.-
La Ninfa chiuse il discorso con queste ultime parole, dopodichè si perse nuovamente nei suoi articolati pensieri, ma l'occhio vigile di Sam potè notare sul suo volto una strana espressione, che gli parve fosse quasi divertita e rassegnata. L'Hobbit non seppe spiegarsene il motivo, ma credette che quella splendida creatura celasse un qualche misterioso segreto.
 
Continuarono il loro cammino, la Ninfa in testa, silente, e gli allegri e chiaccheroni Hobbit dietro di essa.
La brezza era diminuita e faceva molto caldo e i Mezzuomini persero pian piano le parole per non peggiorare il loro senso di spompatezza e di sete che li animava; tutto sommato, però, trovavano quella calura piacevole al ricordo dell'appiccicosa umidità della Vecchie Foresta.
Un poco alla volta un senso di fame si impadronì di loro, anche se si erano cibati poche ore prima; in effetti, uno stomaco Hobbit ha comunque il bisogno di nutrirsi molte volte al giorno.
Si accordarono con la Ninfa per rifocillarsi su una collina vicina, ella conosceva le esigenze degli Hobbit e non si sentiva il cuore di privarli di un pasto, ma si raccomandò che la sosta durasse poco.
Arrivarono alla sommità della collina e si resero conto che da essa potevano vedere bene la Via, che proseguiva lunga e definita ad est del Brandivino ed era costeggiata da alberi. Furono sollevati da tale visione ma dal lato est della collina poterono vedere rilievi scuri ed inquietanti; decisero di non badarci ed allontanarono lo sguardo da essi.
Si accorsero in quel momento che al centro del colle vi era una pietra alta e fredda che non proiettava ombra.
- Non attardatevi nei vostri bisogni, amici Hobbit. - Disse Niniel. - Io porto Mellinir a pascolare perchè è un cavallo selvaggio ed ha bisogno di libertà, sarò qui prima che abbiate finito. Non uscite dai verdi prati, e non impicciatevi delle pietre! -
Il suo sguardo era serio e severo. Fatte queste raccomandazioni la Ninfa ridiscese la collina e i Mezzuomini, dopo qualche perplessità iniziale, scossero via i loro pensieri e si gettarono sul cibo che la Ninfa aveva loro preparato.
La sua crema gialla ed il miele, probabilmente fatto da Tom, erano di un'incredibile squisitezza e, insieme al pane ed al formaggio, resero il pasto degli Hobbit gradevole e soddisfacente.
Forse fu proprio per la loro appagatezza che riuscì di una naturale semplicità addormentarsi, appoggiati alla fredda pietra che si prestava ad equilibrare la forte calura di fine estate e li fece presto cadere in un tiepido torpore.
 
Niniel, dal canto suo, a qualche piede di distanza, camminava al fianco del suo destriero, carezzandogli il dorso.
Si rese conto dopo qualche minuto di essersi allontanata dalla collina, nonostante riuscisse comunque a scorgerla, ma fu qualcos'altro ad attirare maggiormente la sua attenzione.
Si chinò a terra e accarezzò l'erba, sentendola umida guardò in lontananza e i suoi presentimenti si rivelarono corretti.
- Il fato gioca brutti scherzi. - sussurrò più a sé stessa che al suo purosangue. - E questa non ci voleva. -
Prese le redini di Mellinir e, con innata agilità, gli saltò in groppa, cavalcando in fretta verso i quattro ignari Hobbit.




Capitolo ancor più striminzito del precedente, ma detesto far accadere troppe cose insieme (ok, qui non ne sono accadute, ma nel prossimo, promesso, ci sarà un po' più di dinamicità) e sto cercando di andare con calma e mantenere alto il tasso di curiosità :)
Spero di esserci riuscita e di non avervi annoiati, prometto che dal prossimo comincerà ad esserci un po' più di movimento! E poi...sta per arrivare uno dei vostri personaggi preferiti :D
Alla prossima!
S.
  
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