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Autore: NewDawnFades    29/07/2012    0 recensioni
Le due più importanti case discografiche, - così scriveva Rolling Stone - a causa della crisi che ha colpito il settore musicale, hanno deciso di unirsi in vista del nuovo anno per fronteggiare il calo di vendite già subito nell'anno precedente. Per inaugurare questa unione si è deciso di organizzare una collaborazione tra i gruppi di punta delle rispettive aziende in modo da produrre un singolo in grado di riconquistare il target giovanile...
Jared Leto e Ville Valo, nonostante avessero partecipato, anche se raramente, agli stessi eventi musicali, nonostante entrambi annoverassero tra le loro amicizie quel folle di Bam Margera, non si erano, prima di quella occasione, mai incontrati. Entrambi avrebbero maledetto, se avessero saputo della sua esistenza, Mark, il ragazzo del caffè, che, inconscio, aveva intrecciato le loro carriere, se non vite.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: 30 Seconds to Mars, HIM
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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L'incontro
Metto le mani avanti: alcuni dettagli non corrispondono allo stato attuale delle cose, poiché questo capitolo, incompleto, è in archivio da più di un anno,. Decido di pubblicarlo così com'è e riprendere la storia ignorando tutti quelli schemi preparati (ma mai concretizzati in un prodotto scritto) eoni fa.


Capitolo 2. L'incontro


Nelle prime ore del pomeriggio, un aereo proveniente dalla fredda capitale della Finlandia atterrò sulla pista dell'aeroporto principale di Los Angeles.
Da quell'aereo scesero una coppia di neosposi tornata dalla luna di miele, una famiglia cinese che, però, erano lo stereotipo della famiglia americana, e in conclusione gli HIM.
I musicisti, tutti rigorosamente con gli occhiali da sole, nonostante il cielo grigiastro preannunciasse temporale, percorrevano gli scalini tra uno sbadiglio e l'altro, in quanto durante il lungo viaggio non erano riusciti a chiudere occhio a causa di un moccioso impertinente che, seduto davanti a loro, non aveva fatto altro che ripetere le stesse domande ogni cinque minuti. Siete famosi? Perché hai quei capelli così strani? Perché tutti quei tatuaggi? Cosa significa quello scarabocchio? Ma perché siete famosi?
Ville era il più stravolto di tutti. Dato che principalmente le domande erano rivolte a lui. 8 ore a spiegare il significato di ogni suo singolo tatuaggio.
- Ville! - un individuo, non l'aveva ancora riconosciuto dalla voce, gridò il suo nome, mentre correva verso di lui. Con sigaretta tra le dite e una bottiglia in quelle dell'altra mano, lo abbracciò talmente forte da stritolarlo. - Certo che ogni volta che ti vedo, diventi sempre più magro.
- Bam - il cantante si scostò dall'amico per respirare. - Non dovresti essere qui - commentò poi con tono tranquillo, anche se il suo doveva essere un rimprovero, ma in fondo gli faceva piacere rivederlo.
- Il tuo Bam può tutto! Abbiamo eluso la sicurezza - fece l'occhiolino.
- Abbiamo?
- Io e la mia crew! - Margera si spostò di qualche passo per permettergli di vedere oltre la sua figura.
Ville riconobbe tra il gruppetto gli amici di lunga data che da sempre avevano accompagnato lo skater. Solo una persona gli era nuova: una ragazza mingherlina, i cui corti vestiti mostravano dei tatuaggi che le coprivano tutto il corpo. Forse ne aveva addirittura più di lui, si ritrovò a pensare.
- Ah, lei è Bianca - Bam, che aveva notato quanto il finlandese stesse osservando la sua compagna, invitò la ragazza ad avvicinarsi per la presentazione.
- Cara, ti presento il mio caro amico Ville.
Quest'ultimo distese la mano, accompagnandola con lo stesso sorriso che sfoggiava, e faceva indubbiamente colpo, con le sue fan. Bianca non la strinse esattamente, l'accarezzò, mentre puntava i suoi occhi su quelli verdi del cantante.
Ville riconobbe quello sguardo. Gatta morta.
- Parlando di cose serie - Bam poggiò un braccio sulla spalla del cantante - stasera do una festicciola per celebrare come si deve il tuo arrivo.
- E io sono invitato o è una dei tuoi soliti pretesti per riempirti lo stomaco di alcool? - scherzò l'altro.
- Ovvio che sei invitato - commentò, mentre camminava avanti a sé, trascinandosi dietro l'amico in modo tale da essere isolati dal gruppo.
- Bam... - un dubbio colse il finlandese.
- Si?
- Come hai fatto a sapere del mio arrivo: non ci sentiamo da mesi - i due amici si erano persi di contatto a causa degli impegni di lavoro: chi aveva un album da realizzare e promuovere e chi aveva un film da realizzare e promuovere.
- Quante volte te lo devo ripetere? - lo rimproverò ridendo - Il tuo Bam può tutto.


L'icontro tra i Thirty Seconds To Mars e gli HIM era fissato per le cinque di quel pomeriggio nella sala registrazione.
E' buon uso arrivare in orario agli appuntamenti, altrimenti si manca di rispetto: per questo Jared Leto aveva deciso, e costretto i suoi compagni a fare altretanto, di ritardare di un'oretta buona, per dare il chiaro messaggio di quanto lui
non ci tenesse a questo incontro.
Quindi, verso le sei, ormai sera, la band americana era giunta davanti al bancone della reception, dove poi furono indirizzati al quinto piano, secondo corridoio, terza porta a destra.
Ad attenderli nella stanza adibita per il loro appuntamento c'era solo un uomo, mai visto prima. Degli HIM nemmeno l'ombra.
- Oh, finalmente! Qualcuno è arrivato! - lo sconosciuto li salutò, rilassando i muscoli del viso che prima erano contratti per l'agitazione.
Jared lo guardò spaesato; i suoi compagni avevano impresso sul volto la stessa smorfia di disagio.
- Ah, scusate - l'uomo interpretò le loro espressioni - non mi sono presentato: sono Luke Todds, il produttore - e porse la mano al cantante.
Jared gliela strinse e chiese: - Gli altri? - riferendosi agli HIM.
- Hanno avvisato che a causa di un contrattempo ritarderanno.
Bene, questi europei sono più cafoni di quanto pensassi pensò il frontman, quando anche lui era arrivato in ritardo, senza avvisare prima nè chiedere scusa dopo.
Un vocio si sentì provenire fuori dall'uscio. Parli del diavolo...
Sei uomini fecero il loro ingresso chiacchierando tra loro, come se non avessero notato che all'interno della stanza ci fossero dei presenti.
- Oh, vi stavamo aspettando! - esclamò il produttore avvicinandosi e offrendo la mano - sono Luke Todds, il vostro produttore.
- Che cazzo ci fai tu qui? - ad interrompere le presentazioni fu l'esclamazione di Jared che riconobbe tra i nuovi arrivati l'outsider: Bam Margera.
- Leto! - Bam corse ad abbracciare il cantante, come un cane che accoglie festoso il ritorno del suo padrone.
- Che cazzo ci fai qui? - ripetè l'altro, ma con meno enfasi.
- Quando Ville mi ha detto che avreste lavorato insieme, non potevo fare a meno di venire a salutarti.- 
- Ah, amore mio - continuò, abbracciandolo stretto.
Jared, avvolto tra quelle braccie, distolse la sua attenzione dallo skater, così che il suo sguardo incrociò quello del cantante finlandese che, divertito, lo stava osservando già da un po'.
Pezzo di merda. Gli occhi, azzurri, del Leto si strinsero, dichiarando apertamente l'ostilità che nutriva nei suoi confronti. Ville non si scompose, ma interrompette il diretto contatto visivo, soffermandosi sul colore dei capelli. Biondo. In piena crisi di mezzetà - sorrise al pensiero.
- Farete grandi cose insieme - Bam lasciò la presa e rivolse lo sguardo sia a Ville che a Jared - tanto che stasera do una festicciola per voi.
Ma ognii pretesto è buono per dare una festa! Ville cominciava ad averne la nausea a sentir parlare di feste. Dopo la sua riabilitazione le evitava come la peste, ma in quell'occasione si sentiva quasi costretto ad andarci: sentiva il bisogno di riallacciare i rapporti con i vecchi amici, specialmente con Bam che, era vero che ti presentava tentazioni continue, ma sotto quella facciata da uomo alla sbando, si nascondeva un lato' più sensibile.
- Non mancheremo - assicurò Jared.
- Bene, adesso posso anche andarmene, vi lascio al vostro lavoro. Vi chiamo per farvi sapere dov'è la festa. - detto così, Margera, riabbracciato Jared, data una pacca a Shannon, stretto il braccio accompagnandolo con una pacca sulla spalla di Ville, salutati gli altri finlandesi, se ne andò.

Non erano passati neanche due minuti dall'uscita di scena dello skater che Luke Todds aveva affermato: - ragazzi, si è fatta una certa ora. E' tempo che io vada. Ci vediamo domani  per le - si dilungò in una pausa - unidici di mattina. E siate puntuali! - si raccomandò prima di scomparire dietro la porta, senza troppe cerimonie.
I rimanenti non ebbero altra scelta che andarsene, dato che tra loro non si era rotto neanche il ghiaccio.

  
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